Sam Altman guiderà il nuovo team di intelligenza artificiale di Microsoft. Il 18 novembre il cofondatore di OpenAI era stato estromesso dalla sua startup. Ad affiancarlo in Microsoft ci sarà anche Greg Brockman, membro del consiglio di amministrazione e cofondatore di OpenAI, che ha lasciato l’azienda la scorsa settimana.
L’ad Microsoft: «Fiduciosi di continuare a innovare tutto ciò che abbiamo annunciato»
«Rimaniamo impegnati nella nostra partnership con OpenAI e siamo fiduciosi nella nostra roadmap di prodotti, nella nostra capacità di continuare a innovare con tutto ciò che abbiamo annunciato al Microsoft Ignite, e nel continuare a supportare i nostri clienti e partner», ha affermato Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft, in un post su Linkedin.
YouTube ha allentato le sue regole in merito alla monetizzazione dei video che contengono nudità. L’elenco dei filmati idonei per generare introiti pubblicitari infatti comprende anche quelli che mostrano i capezzoli del seno durante l’allattamento e le immagini che presentano danze sensuali come il twerking e il grinding. La piattaforma di proprietà di Google ha anche rilasciato una clip dove Conor Kavanagh, responsabile per le politiche di monetizzazione, spiega nel dettaglio i principali aggiornamenti relativi alle linee guida per tutta la community. Restano infatti importanti restrizioni, soprattutto per quanto riguarda i filmati che mirano a enfatizzare contenuti sessualmente espliciti e volgari.
Dall’allattamento al twerking, le nuove linee guida di YouTube sulle nudità
Come si legge sul blog ufficiale della piattaforma, nonostante l’allentamento YouTube ha mantenuto alcune restrizioni importanti. Per quanto riguarda l’allattamento, infatti, è fondamentale che nel video sia presente un bambino. In tal caso, sarà possibile monetizzare anche se nell’inquadratura sono visibili i capezzoli, prima invece vietati. Passando invece ai filmati coreografici di danza, la piattaforma ha deciso di consentire anche il twerking e il grinding oltre a una serie di «balli sensuali». Resteranno però interdette inquadrature intenzionali e ricorrenti di seno, glutei e genitali, movimenti che imitano l’atto sessuale nonché un vestiario «estremamente minimal». YouTube non ha però specificato quali siano i limiti per definire l’abbigliamento consono o meno alla monetizzazione online. «Come sempre, tutti i contenuti dovranno rispettare le regole della community», ha concluso Kavanagh.
Per quanto riguarda la nudità in generale, invece, non ci sono limitazioni per quanto riguarda espressioni di stampo artistico come sculture, schizzi e bozzetti nonché immagini al computer che coinvolgono le intimità illustrate. Consentiti anche abiti traslucidi o trasparenti per seni e décolleté femminili, glutei e torsi maschili «a patto che siano in contesti appropriati come passerelle di moda, esami medici e spiagge». È possibile poi mostrare anche il fondoschiena con vestiti trasparenti purché non rappresentino «il punto focale del video» e non siano «indirizzati per un contenuto sessualmente esplicito». Esclusi dall’elenco filmati, documentari e reportage legati all’industria del sesso, alle sex worker o contenenti immagini pornografiche. Nella danza, si bandiscono infine twerking e grinding se uno dei partner mette le mani sotto i vestiti dell’altro oppure ci sia uno zoom deliberato sulle parti intime.
Un venerdì 17 novembre decisamente complicato per gli utenti delle app BancoPosta e PostePay che si sono trovati a dover fronteggiare nelle prime del mattino un codice di errore, il GC01, che ha loro limitato la possibilità di utilizzo del servizio. Si tratta di un segnale che compare nel momento in cui l’app dei servizi postali si blocca, il che lascia intendere che le problematiche riscontrate riguardino i server dell’azienda che gestiscono le suddette app.
Il codice GC01 e i problemi per gli utenti
BancoPosta e PostePay sono le applicazioni maggiormente utilizzare da chi ha uno smartphone e un conto presso Poste Italiane. Così come riportato da Nextme, circa 800 utenti, intorno alle 9.45 del 17 novembre, si sono ritrovati senza la possibilità di poter accedere alle app, con il sistema che continuava a fornire loro il codice di errore GC01. Bloccate dunque tutte le funzioni, da quelle di semplice consultazione delle informazioni del proprio conto a quelle relative ai pagamenti. Poste Italiane non ha ancora diramato alcuna comunicazione ufficiale sul tema. Intorno alle ore 10.00 le applicazioni avrebbero ripreso a funzionare per qualche minuto, salvo poi bloccarsi nuovamente.
È il giorno più atteso dell’anno per gli acquisti online. Il Black Friday 2023 è ormai alle porte, in programma per il 24 novembre, il primo venerdì dopo il Giorno del Ringraziamento americano. Per l’occasione, Amazon presenta migliaia di prodotti in offerta, con prezzi ribassati anche oltre il 50 per cento. Numerosi però gli sconti già attivi, dato che venerdì 17 novembre il colosso dell’e-commerce ha già inaugurato la settimana che porterà all’evento clou del Black Friday. Ci sarà tempo per comprare smartphone, computer, prodotti per l’igiene personale e molto altro fino a lunedì 27 novembre, il Cyber Monday dedicato all’hi-tech. Ecco una guida per districarsi tra le migliori occasioni online e le informazioni su come aderire.
Black Friday 2023, come funziona e quali aziende aderiscono
Sebbene nato come unica giornata di promozioni, negli anni il Black Friday si è espanso sempre più tanto da comprendere nel 2023 ben 10 giorni di offerte. La data ufficiale si calcola ogni anno allo stesso modo, dato che cade nel giorno che segue il Ringraziamento americano, che si celebra il quarto giovedì di novembre sin dai tempi di Abramo Lincoln. L’iniziativa, che inaugura la stagione dello shopping in vista del Natale, su Amazon nel 2023 si apre già da venerdì 17, con una serie di sconti già attivi sulla piattaforma online. Per potervi accedere, a differenza dei Prime Day riservati agli utenti iscritti, non occorre aver sottoscritto in precedenza alcun piano di abbonamento alla piattaforma. Chiunque infatti può usufruire delle offerte su tutti i prodotti nel catalogo venduti e spediti da Amazon o dalle aziende che hanno deciso di aderire.
L’iniziativa, che raggiungerà l’apice venerdì 24 novembre, si protrarrà poi fino a lunedì 27, il Cyber Monday. Riservato al settore hi-tech, è un’invenzione recente in quanto nato solamente nel 2005 per opera di Ellen Davis della National Retail Federation americana e di Scott Silverman con l’obiettivo di incrementare gli incassi delle vendite online. Giornata conclusiva della settimana del Black Friday, presenta le promozioni più allettanti, con sconti che possono sfiorare anche il 70 per cento sul prezzo di partenza. Seppur celebre su Amazon, il Black Friday non è un’esclusiva dell’azienda fondata da Jeff Bezos. Vi aderiscono infatti varie catene commerciali, da Unieuro a Mediaworld, passando per Euronics. Senza dimenticare singole aziende come Samsung, Xiaomi, Dyson e OnePlus, solo per citarne alcuni.
Come trovare le migliori offerte da non lasciarsi scappare
Sebbene basti navigare online sui siti ufficiali per trovare le promozioni, è possibile avvantaggiarsi sfruttando una serie di strumenti sul web. Su tutti, i tracker dei prezzi, efficaci per monitorare le oscillazioni del costo dei prodotti su Amazon, mostrando se l’offerta è davvero conveniente o meno. Per i possessori degli smartphone Android c’è l’app Price Tracker, mentre tutti gli altri possono optare per i servizi online di Keepa, MaxSpar e Watch4Price, oltre al più famoso CamelCamelCamel, disponibile anche per l’Italia. Non meno utili risultano poi le piattaforme che aggregano i volantini dei negozi fisici dove poter risparmiare qualche spicciolo negli acquisti. I più gettonati sono Doveconviene, Ultimoprezzo e Promoqui.
IBM abbandona X. La società di informatica fra le più antiche al mondo ha infatti annunciato l’immediata sospensione delle pubblicità sul social network per la presenza di contenuti antisemiti sulla piattaforma. «È una situazione del tutto inaccettabile», ha spiegato l’azienda in una nota ufficiale. «Bloccheremo gli spot mentre indaghiamo su quanto accaduto. Abbiamo tolleranza zero per l’incitamento alla discriminazione e all’odio». L’organismo di vigilanza Media Matters for America ha infatti pubblicato un rapporto in cui si cita la presenza di elogi al nazismo, a Hitler e all’antisemitismo accanto a inserti non solo di IBM, ma anche di Apple e Oracle. L’annuncio arriva a poca distanza da una polemica che ha colpito il patron di X Elon Musk per alcuni commenti sulla piattaforma in cui supportava la teoria secondo cui gli ebrei promuovono l’odio contro gli occidentali.
Linda Yaccarino di X risponde a IBM: «Siamo contro ogni forma di odio»
Nel suo rapporto disponibile online, Media Matters for America ha anche elencato il contenuto di alcuni post antisemiti presenti su X accanto alle pubblicità di grandi aziende. Sotto a uno spot proprio di IBM, per esempio, è possibile vedere alcuni cartelli filonazisti degli Anni 40 che appoggiavano il Reich e Hitler, una «guida spirituale». Le promozioni della società di telecomunicazioni Xfinity invece sono apparse sotto a una serie di post in cui si stabiliva che «Hitler ha fatto anche delle cose buone durante la sua dittatura». In altri contenuti, apparsi assieme a spot della rete televisiva Bravo, un utente ha persino definito stupidi coloro che credono che sia avvenuto un Olocausto. «Non possiamo sostenere una situazione così inaccettabile», ha spiegato IBM al Financial Times.
Immediata la replica da parte di Linda Yaccarino, Ceo di X. «Il nostro punto di vista sulla questione è stato sempre chiaro», ha spiegato sul suo profilo l’amministratore delegato del social. «Contrastiamo ogni forma di discriminazione, fattore su cui penso che tutti siamo d’accordo». Confermando che la piattaforma non ammetterà mai l’antisemitismo, ha confermato l’impegno per eliminare e bandire gli account. La società di Elon Musk si è difesa in un comunicato affermando che la collocazione delle pubblicità nel feed è casuale e non dipende in alcun modo dal network. «I profili filonazisti non potranno mai monetizzare per i loro post, che saranno etichettati come contenuti sensibili», ha concluso, senza però parlare di cancellazione.
X’s point of view has always been very clear that discrimination by everyone should STOP across the board — I think that's something we can and should all agree on. When it comes to this platform — X has also been extremely clear about our efforts to combat antisemitism and…
La polemica su Elon Musk per alcuni contenuti antisemiti
L’annuncio di IBM arriva in un contesto critico per X a causa di alcuni commenti del patron Elon Musk. Il 15 novembre infatti, il miliardario americano aveva spalleggiato la teoria di un utente secondo cui alcuni ebrei promuovono l’odio contro i bianchi. «Amico, hai perfettamente ragione», ha postato il magnate, dicendosi d’accordo con un complotto antisemita secondo cui gli ebrei incoraggino l’immigrazione in Occidente con l’obiettivo di eliminare la razza bianca e portare a un cambiamento demografico. In seguito ha provato a spiegarsi, peggiorando però le cose. Ha infatti specificato che non riguarda tutti gli ebrei, ma soltanto alcuni gruppi tra cui l’Anti-Defamation League, con cui era entrato in rotta di collisione in passato. «È pericoloso usare la propria fama e influenza per promuovere simili teorie», ha spiegato il Ceo dell’organizzazione.
A partire da dicembre 2023, gli account Gmail di Google personali (e non aziendali o istituzionali) inattivi da almeno due anni saranno eliminati. Nell’operazione saranno inclusi anche i dati nelle librerie di Google Foto, gli appuntamenti di Google Calendar e gli archivi di Google Docs. Tuttavia, ci sono alcuni semplici metodi da adottare per non perdere i propri dati.
Google cancella gli account Gmail inattivi contro i malintenzionati
Secondo l’azienda, la ragione dietro questa decisione è legata alla sicurezza più che allo spazio. Ruth Kricheli, vicepresidente del Product Management di Google, ha affermato che l’eliminazione degli account mira a ridurre le vulnerabilità nei confronti di individui malintenzionati. Gli account dimenticati o non utilizzati spesso presentano rischi di sicurezza, poiché potrebbero utilizzare password vecchie o compromesse, non avere l’autenticazione a due fattori attivata e ricevere meno controlli da parte degli utenti. I rischi associati ad account compromessi possono variare dal furto d’identità alla diffusione di contenuti dannosi.
Come fare per non perdere i dati
Kricheli ha anche delineato un semplice metodo per mantenere attivo un account Gmail: effettuare l’accesso almeno una volta ogni due anni. Ha precisato che se l’utente ha effettuato l’accesso di recente, l’account è considerato attivo e non sarà eliminato, includendo sia la posta elettronica sia le foto e i calendari. Le azioni considerate valide per mantenere un account attivo sono le seguenti:
L’applicazione statunitense ha rilasciato una nuova funzione chiamata «Controllo della privacy», grazie alla quale sarà possibile proteggersi da eventuali truffatori che potrebbero usare la piattaforma di messaggistica per scopi illeciti. Al centro dunque la privacy dell’utente, una linea già tracciata da WhatsApp e introdotta con i backup crittografati, le funzioni dei messaggi «visualizza una volta», e ancora l’autenticazione forte a due fattori, oltre alla possibilità di abbandonare silenziosamente i gruppi, di bloccare e segnalare gli utenti indesiderati, così come la definizione dei messaggi effimeri, senza dimenticare la penultima novità, il «lucchetto chat».
La nuova funzione di WhatsApp per silenziare le chiamate
Per iniziare a usare la nuova funzione basterà aprire il menu principale dell’app per iOS o iPhone, andare su Privacy, successivamente su Controllo della Privacy, Inizia e infine Scegli chi può contattarti. In questo modo, quando si riceveranno delle chiamate dai numeri sconosciuti, che non sono quindi tra i contatti WhatsApp, non verrà generato lo squillo telefonico. La chiamata resterà archiviata tra le notifiche, nella lista dedicata, così da poter comunque prendere visione del numero sconosciuto. L’obiettivo è quello di ridurre le chiamate truffa, motivo di lamentela degli utenti.