La Lazio sogna lo Stadio Flaminio, Lotito: «Servono 50 mila posti»

Milan, Inter, Roma e adesso anche la Lazio. Il presidente dei biancocelesti Claudio Lotito ha parlato della possibile futura casa del club, pronto a giocare lontano dall’Olimpico. Il patron laziale ha parlato del progetto per ripristinare lo Stadio Flaminio, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Un sogno per i tifosi della Lazio, che attenderebbero la nuova struttura al pari degli avversari romani, e dei supporter di Milan e Inter, alle prese con la costruzione dei rispettivi stadi privati. Ma non mancano i problemi, secondo Lotito, che si è concentrato soprattutto sul tema della capienza.

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La Lazio sogna lo Stadio Flaminio, Lotito «Servono 50 mila posti»
Claudio Lotito (Getty Images).

Lotito: «Ci servono 50 mila posti»

Il presidente della Lazio ha spiegato: «Fa comodo a tante persone parlare del Flaminio, soprattutto ad alcuni rappresentanti delle istituzioni, perché avete visto tutti in che condizioni versa l’impianto. Risolvere il problema sarebbe cosa buona e giusta. Oggi viene a vederci tanta gente. Avere 26 mila spettatori, che è la capienza attuale del Flaminio, mi sembra riduttivo. A noi ne servono 50 mila. Poi c’è il problema dei parcheggi, altra questione sulla quale ci sono ancora lavori in corso. Ho delegato un rappresentante istituzionale affinché si occupasse del tutto e ha cominciato una serie di consultazioni. Stiamo valutando per capire quello che effettivamente si può fare. Prendere il Flaminio è semplice. Il problema è poi capire cosa farci e come trasformarlo secondo le norme e renderlo funzionale».

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L’ex maestro Piatti su Jannik Sinner: «Bravo a non aver ascoltato le critiche»

«La finale di Torino è sicuramente solo la prima di una lunga serie che vincerà e auguro a Jannik Sinner un grande in bocca al lupo per questo presente e per il futuro. Bravo per non aver ascoltato le inutili critiche ricevute durante la sua ultima mancata partecipazione alla Coppa Davis, circa il suo non attaccamento ‘alla maglia’ e sul suo sentirsi o meno italiano. E come ho sempre detto e sempre dirò: forza e divertiti». Così il maestro di tennis Riccardo Piatti, titolare dell’omonima accademia di Bordighera che ha introdotto Sinner nel circuito dei professionisti, commenta la finale del leader del tennis azzurro, sconfitto da Djokovic alle Atp Finals 2023.

Piatti: «Le vittorie di Sinner prova del suo attaccamento all’Italia»

«Critiche sterili che sono arrivate da persone non competenti e che non sanno cosa significa fare la prestazione di alto livello», ha aggiunto Piatti. E rivolgendosi direttamente a Sinner: «Jannik, una settimana così alle Finals, i futuri Slams che vincerai e il ranking mondiale sono il miglior modo per dimostrare il tuo attaccamento all’Italia e di fare sentire tutti gli italiani orgogliosi di avere uno come te tra i migliori atleti al mondo». Sinner è rimasto a Bordighera fino al febbraio del 2022, dove ha vissuto con il maestro Luka Cvetkovic che, con la supervisione di Piatti, ha fatto di un giovane sportivo uno dei più grandi campioni. A lanciare il nome di Sinner contribuì anche il “duetto” in campo con Fiorello, nel febbraio del 2020, a margine del Festival di Sanremo, quando lo showman e il tennista hanno scambiato qualche “rovescio” sui campi del Piatti Center.

L'ex maestro Piatti su Jannik Sinner: «Bravo a non aver ascoltato le critiche»
Riccardo Piatti, Fiorello e Jannik Sinner (da Facebook).

Finale Atp Finals 2023, Djokovic vince contro Sinner: è il suo settimo trionfo al torneo di Torino

Novak Djokovic ha vinto la finale delle Atp Finals 2023 sconfiggendo Jannik Sinner. Il serbo ha trionfato in due set con un doppio 6-3 in un’ora e 44 minuti di gioco. Un risultato che non cancella la straordinaria settimana del tennista azzurro, primo italiano in 54 anni di storia del torneo ad arrivare al match finale. Per Nole è il settimo trionfo alle Finals. Superato Roger Federer che era a quota sei.

Sinner-Djokovic, oggi la finale delle Atp Finals di Torino: orario e dove vederla in tv e in streaming

Si terrà domenica 19 novembre alle 18 l’attesissima finale delle Atp Finals che vedrà scontrarsi Jannik Sinner e Novak Djokovic. Il tennista altoatesino ha battuto il russo Daniil Medvedev diventando il primo italiano nella storia del torneo a disputare il match finale. La gara avrà luogo al Pala Alpitour di Torino e, come le precedenti, potrà essere seguita in tv e in streaming.

Sinner e Djokovic si sono già affrontati quattro volte

L’azzurro e il campione serbo numero 1 al mondo, arrivato in finale dopo aver sconfitto in due set lo spagnolo Carlos Alcaraz, si sono già affrontati quattro volte: tre volte ha vinto Nole e una Jannik (7-5, 6-7, 7-6 durante la prima fase delle Atp Finals). «Io dedico la mia vita al tennis. Il livello di gioco che ho raggiunto è il risultato della mia mentalità. Fa tutto parte di un percorso», ha dichiarato Sinner dopo aver vinto semifinale. Ora cresce l’attesa per la finalissima, che sarà trasmessa su Rai 2Sky Sport, Sky Sport Uno, Sky Sport Tennis e in streaming su Rai Play, Sky Go e Now.

Sinner vola in finale alle Atp Finals di Torino: il tennista altoatesino ha battuto il russo Medvedev

Jannik Sinner ha vinto la semifinale delle Atp Finals a Torino contro Daniil Medvedev. Il tennista altoatesino vola così alla finale del torneo, prima volta per un italiano, sconfiggendo per la terza volta consecutiva il russo numero 3 al mondo. In sole due ore e mezza, con 6-3, (4)6-7, 6-1, Sinner entra così nella storia e si prepara ad affrontare, domenica 19 novembre, Djokovic o Alcaraz.

Lazio, Lotito sul logo Expo 2030: «Non ce l’hanno inviato»

Roma scoprirà il 23 novembre prossimo se si sarà aggiudicata l’Expo 2030. Un evento unico al mondo, che la Capitale sta contendendo a Riyad, altra città in corsa per ospitare la manifestazione. La questione ha sfiorato anche il calcio, perché l’As Roma ha scelto di mettere sulla propria maglia lo sponsor Ryad Season già dalla fine di settembre. Il 6 ottobre, è stata poi la Lazio a tentare di sfruttare la situazione per contrapporsi alla società antagonista. In un comunicato si leggeva: «La Lazio metterà in atto ogni iniziativa possibile per sostenere la candidatura di Roma per Expo 2030». Ma l’appello è stato snobbato e sulla maglia biancoceleste non è mai arrivato il logo del Comitato promotore.

Lotito: «Li ho chiamati quattro volte, nessuna risposta»

Il quotidiano Repubblica è tornato sull’argomento evidenziando come il logo di Roma Expo 2030 non sia arrivato sulle maglie della Lazio neanche in occasione del derby di domenica scorsa. A commentare la vicenda è stato il presidente dei biancocelesti, Claudio Lotito: «Nessuno mi ha inviato il logo di Roma Expo 2030. Li ho chiamati quattro volte, nessuno mi ha risposto. Mica posso mettere un marchio senza l’autorizzazione». E ancora: «Qualcuno non ha voluto, forse per non alimentare la polemica con la Roma».

La replica: «Abbiamo mirato più in alto»

Il Comitato promotore di Roma Expo 2030 ha risposto a Lotito dichiarando che «le nostre trattative hanno mirato ai livelli più alti del calcio italiano». Uno smacco alla Lazio? No, perché gli organizzatori del comitato hanno deciso di puntare direttamente alla Nazionale italiana, che stasera, venerdì 17 novembre, giocherà allo Stadio Olimpico contro la Macedonia del Nord, nel match valido per la qualificazione a Euro 2024. A promuovere la candidatura sui social sono stati Gianluigi Buffon e la calciatrice della Roma femminile Elena Linari. Il primo ha dichiarato: «È il momento di segnare un gol tutti insieme, perché non si vince mai da soli, si vince tutti insieme». La seconda, invece: «Sosteniamo Roma Expo 2030 perché crediamo nei suoi valori di connessione, umanità e inclusione».

F1, le prove libere del GP di Las Vegas annullate per colpa di un tombino

Incredibile episodio in F1 nelle prime prove libere del Gran Premio di Las Vegas, durate appena 9 minuti a causa di un tombino sollevato sul circuito cittadino che ha danneggiato diverse monoposto e in particolare la Ferrari di Carlos Sainz, che ha riportato grossi danni. Lo spagnolo si è fermato per il guasto, subito sono state esposte le bandiere rosse e poco dopo i commissari hanno decretato l’annullamento della sessione.

Al momento dell’impatto la Ferrari di Sainz viaggiava a oltre 300 km/h

A sollevarsi, nel terzo settore del neonato circuito di Las Vegas, sul lungo rettilineo della Strip, è stata la cornice di asfalto del tombino, rendendo inevitabile l’impatto con il fondo della Ferrari di Sainz, che viaggiava in quel punto a 306 km/h. Poco prima anche l’Alpine di Esteban Ocon aveva sbattuto contro il coperchio del tombino, riportando danni minori al telaio.

Vasseur: «Tutto compromesso per Sainz, questo è inaccettabile per la F1»

«Abbiamo smontato auto, scocca, motore, batteria, completamente inaccettabile. Abbiamo vissuto libere 1 difficili, per Carlos è tutto compromesso, questo è inaccettabile per la F1», ha dichiarato ai microfoni di Sky Frederick Vasseur, team principal del Cavallino. Quanto accaduto nella prima sessione di prove libere del GP di Las Vegas potrebbe costringere Carlos Sainz a non prendere parte alle Fp2, posticipate proprio a causa dell’incidente.

Atp Finals, Sinner batte anche Rune: ora le semifinali

Terza vittoria in tre partite per Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino: il campione azzurro – già qualificato per le semifinali grazie al risultato di giovedì pomeriggio Djokovic e Hurkacz – ha battuto il danese Holger Rune, numero otto al mondo, in tre set con il risultato di 6-2, 5-7, 6-4. Sinner ha così chiuso la prima fase del torneo in testa. Anche Novak Djokovic passa il turno e va in semifinale. Non era mai successo che un azzurro arrivasse a questo turno in 54 anni di storia del torneo.

Atp Finals, Sinner batte Rune e "salva" Djokovic
Jannik Sinner durante la partita contro Holger Rune (Getty Images)

Sinner: «Non è stato facile tornare a giocare dopo le emozioni del match con Djokovic»

«Oggi era una partita difficile», ha commentato Sinner dopo la vittoria. «Non avevo mai vinto contro di lui. Sono partito bene, poi nel secondo lui ha servito meglio. Ho giocato un brutto game sul 6-5, poi nel terzo sono ripartito da zero. Grazie del supporto, mi avete dato tantissimo oggi. Vediamo come va sabato». E ancora: «Non è stato facile tornare a giocare dopo le emozioni del match con Djokovic, sono entrato in campo più teso e agitato».

Atp Finals Torino, Jannik Sinner è il primo italiano a raggiungere le semifinali

Il 16 novembre la storia del tennis italiano è cambiata: Jannik Sinner è matematicamente qualificato alle semifinali delle Atp Finals di Torino, primo italiano in 54 anni di storia del torneo. Il passaggio del turno deriva dal fatto che Novak Djokovic ha perso il secondo set per 6-4 nella sfida pomeridiana di giovedì con Hubert Hurkacz (il primo lo ha vinto 7-6). In base alle possibili combinazioni, quindi, con qualsiasi risultato si concluda la sfida prevista per giovedì sera con il danese Holger Rune, il giovane talento azzurro è comunque promosso al secondo turno.

Sala a Inter e Milan: «Stadi fuori città? Sarebbe un errore clamoroso»

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha definito un «clamoroso errore» l’eventuale scelta di Inter e Milan di costruire i rispettivi stadi fuori dal Comune milanese. Le due società stanno proseguendo per le rispettive strade verso la creazione di impianti di proprietà. I nerazzurri puntano a Rozzano, mentre i rossoneri sembrano ormai vicini a San Donato. E così il primo cittadino ha lanciato il proprio messaggi, parlando della potenziale ingestibilità degli impianti fuori città. E intanto il 21 novembre il Tar della Lombardia si pronuncerà sul vincolo posto dalla Sovrintendenza sul secondo anello dello storico stadio di San Siro.

Sala a Inter e Milan «Stadi fuori città Sarebbe un errore clamoroso»
Lo stadio San Siro di Milano (Imagoeconomica).

Sala: «Si stanno raccontando un sacco di frottole»

Il primo cittadino di Milano ha dichiarato: «Le società possono legittimamente andare a fare lo stadio dove ritengono, io personalmente ritengo che sia un errore clamoroso per le società non fare lo stadio a Milano. Credo che uno stadio fuori Milano sia ingestibile perché io non so quanti vigili ha Rozzano, come fa a schierare 100 vigili quando c’è la partita? Secondo me si stanno raccontando anche un sacco di frottole». E ha fatto anche un esempio: «Una frottola che sento dire – ha aggiunto Sala – è che le società garantiscono la sicurezza, ma dove? Non lo possono fare».

Il sindaco: «La partita non è finita»

«Credo che sia un errore macroscopico delle società», ha proseguito poi Beppe Sala. E come raccontato da Calcio e Finanza, ha insistito sul tema: «Credo che dal loro punto di vista possono recriminare il fatto che da noi c’è il vincolo e le nostre lentezze, non siamo riusciti a dare risposte in tempi brevi. Non voglio considerare questa partita finita». Poi il sindaco ha concluso parlando del possibile stadio del Milan a San Donato: «Ci sarebbero difficoltà perché i parcheggi sono necessari essendo la metropolitana a un chilometro e mezzo. Non credo che si possa fare un parcheggio nel parco Sud né alla Maura. Io invito solamente le squadre a ripensarci».

Jannik Sinner e il 2023 da record: trofei, patrimonio e stipendio del tennista

Il best ranking, quattro titoli Atp e la semifinale a Wimbledon. Il 2023 di Jannik Sinner è già indimenticabile, tanto da averlo reso non soltanto uno degli italiani più vincenti nella storia del tennis, ma anche uno dei più ricchi. Il successo alle Atp Finals di Torino contro Novak Djokovic, che lo ha lanciato verso la semifinale del prestigioso torneo dei maestri della racchetta, gli ha consentito di incassare altri 390 mila dollari (al cambio attuale, circa 360 mila euro), in palio per ogni successo nella competizione. A questi si aggiungono i 300 mila euro per la partecipazione, garantiti a ciascun giocatore a patto che prenda parte a tutti e tre gli incontri del suo girone. Ancora imbattuto, a 22 anni Sinner potrebbe aggiudicarsi – in caso di vittoria nella finale del 19 novembre – un montepremi di 4,4 milioni di euro. «Non mi interessano i soldi», ha detto però lui a Sette, settimanale del Corriere della Sera. «Voglio diventare la versione migliore possibile di me stesso».

Con la vittoria contro Djokovic, Sinner ha incassato altri 390 mila dollari. Coronando un 2023 da 25 milioni fra montepremi e sponsor.
Jannik Sinner dopo la vittoria contro Djokovic a Torino (Getty Images).

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Lo “stipendio” di Sinner nel 2023 fra montepremi e sponsor

Nel mondo del tennis, a differenza di altri sport come basket e calcio, non esiste uno stipendio annuale. Gli incassi di un giocatore infatti dipendono dai meriti sul campo, grazie ai ricchi montepremi dei vari tornei in giro per il mondo. Facendo i conti in tasca al classe 2001, grazie alle 58 vittorie su 72 incontri nel 2023 si è messo in tasca 5,2 milioni di euro, circa la metà degli 11,3 complessivi guadagnati in carriera. Più di lui negli ultimi 12 mesi hanno fatto solamente Novak Djokovic, il campione di Wimbledon Carlos Alcaraz (che sui campi di Londra ha intascato 2,7 milioni) e il russo Daniil Medvedev. Una crescita esponenziale, se si considera che la carriera di Sinner è iniziata nel 2018. Prima di allora, gli incassi delle vincite nei tornei non superavano i 20 mila dollari, ma al termine della stagione aveva già superato quota 600 mila. Attirando l’interesse degli sponsor.

Accanto ai montepremi per i tornei, i tennisti migliori al mondo possono far leva anche sui ricchi contratti con le aziende. Jannik Sinner vanta 12 accordi commerciali con altrettanti sponsor, il più remunerativo dei quali è quello con Nike, che frutta dal 2019 all’altoatesino 15 milioni di euro annui. Rinnovato nel 2022 per un decennio, porterà nelle tasche del tennista azzurro altri 150 milioni fino il 2032. A Wimbledon ha poi annunciato una collaborazione con Gucci, di cui non sono note le cifre, portando una borsa della maison sul Campo centrale dei Championships. A questi si aggiungono poi contratti con Fastweb, Alfa Romeo, Pigna, Panini, Parmigiano Reggiano, Lavazza, Technogym, Intesa Sanpaolo, Rolex e Head, fornitore di racchette. Un bottino totale da cinque milioni di euro l’anno che, se sommati a Nike e ai vari montepremi, portano l’azzurro a 25 milioni in 12 mesi. Uno “stipendio” mensile da 2,08 milioni.

Con la vittoria contro Djokovic, Sinner ha incassato altri 390 mila dollari. Coronando un 2023 da 25 milioni fra montepremi e sponsor.
Uno degli spot televisivi con protagonista Sinner (Screenshot YouTube).

In Alto Adige i bambini preferiscono la racchetta alla mazza da hockey

L’effetto Sinner si può notare anche sulle Atp Finals di Torino. Sfruttando anche la presenza dell’azzurro, l’edizione 2023 è prossima al sold out tanto da aver venduto il 97 per cento dei 166 mila biglietti disponibili. «Un incasso da 21 milioni, il 54 per cento in più del 2022», ha detto al Corriere della Sera Angelo Binaghi, presidente della Federazione italiana tennis. Il 40 per cento è stato acquistato all’estero, aumentando così l’impatto economico sul territorio. Le stime di Ernst&Young parlano per il solo 2023 di 230 milioni di euro, con 50 milioni di gettito fiscale generato e 1.500 posti di lavoro a tempo pieno. Nel triennio 2021-23, le Finals varranno per Torino 450 milioni di euro. Con le sue vittorie di Sinner sta avvicinando molti ragazzini al tennis che, nell’Alto Adige patria degli sport invernali, scelgono una racchetta invece della mazza da hockey.

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Atp Finals di Torino, Alcaraz batte Rublev e torna in corsa

Dopo la sconfitta all’esordio con Sasha Zverev, lo spagnolo Carlos Alcaraz si rilancia alle Atp Finals di Torino sconfiggendo il russo Andrey Rublev. Il punteggio finale è stato 7-5, 6-2 dopo un’ora e 14 minuti di gioco. A differenza del primo turno, contro Rublev lo spagnolo è sembrato con un piede e mezzo in vacanza: chirurgico al servizio con il 72 per cento di prime in campo, appena 2 punti persi con la prima e nessuna palla break concessa. Nell’ultimo turno Alcaraz sfiderà Daniil Medvedev per tentare il passaggio alle semifinali. Mercoledì sera alle 21 il match tra Zverev e Medvedev.

Juve, patto con l’Uefa: rinuncia alla Conference League per non avere sanzioni

La Juventus potrebbe rinunciare alla Conference LeagueTuttosport lancia l’indiscrezione e parla di un presunto accordo che il club bianconero starebbe discutendo con la Uefa, per tentare di far calare la tensione dopo gli ultimi mesi. Il quotidiano parla di un incontro tra gli avvocati della società piemontese e alcuni esponenti di vertice della federazione europea in cui si è discusso della presunta infrazione del settlement agreement stipulato nel settembre del 2022. Dopo il passo indietro sulla Superlega, i bianconeri sarebbero intenzionati a non partecipare alla coppa come segno di pace, dopo la penalizzazione ricevuta in Serie A e le vicende giudiziarie degli ultimi mesi. I rapporti tra la Juventus e la Uefa, soprattutto con il presidente Aleksander Ceferin, erano ai minimi termini fino a poche settimane fa.

La Juventus e l'Uefa potrebbero trovare un accordo: niente sanzioni in cambio dell'addio alla Conference League
Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa (Getty).

La Uefa non inserisce per qualche ora la Juve: errore o indizio?

Il 22 giugno, d’altronde, la Uefa aveva dimenticato la Juventus nell’elenco delle squadre che si presenteranno ai nastri di partenza della prossima Conference League. I tifosi si sono subito chiesti se non fosse un indizio dell’esclusione possibile del club, viste le sanzioni arrivate in campionato e l’attesa per la decisione della stessa Uefa. Poi, dopo un paio d’ore, la Juventus è stata inserita. Un errore o un indizio? Ciò che è certo è che la nuova dirigenza sembra essere in netto contrasto con la precedente gestione Agnelli, uno degli antagonisti principali di Cereferin nel caso Superlega.

La Uefa pensa all’esclusione per 3 anni della Juventus

Intanto i tifosi della Juventus restano in attesa delle decisioni ufficiali della Uefa, che dovrebbero arrivare nel corso dell’ultima settimana di giugno. In Europa alcuni quotidiani stranieri ventilavano l’ipotesi di un’esclusione per almeno tre anni. Sarebbe, per la Juve, un durissimo colpo, tanto sportivo quanto economico. Altre indiscrezioni parlavano, invece, dell’esclusione dalla Conference League. Ciò che è certo è che senza coppe europee, nel caso di uno stop imposto dall’Uefa o di una scelta autonoma dei bianconeri, il mercato potrebbe essere diverso. La società sta valutando alcuni nomi ma tengono banco il rinnovo di Federico Chiesa, che potrebbe finire sul mercato, e il possibile addio di Max Allegri, nonostante sia stato confermato in panchina a fine stagione.

La Juventus e l'Uefa potrebbero trovare un accordo: niente sanzioni in cambio dell'addio alla Conference League
L’allenatore della Juventus Max Allegri (Getty).

Tennis, altro infortunio per Sinner: cosa succede a lui e Berrettini?

Tennis in ansia per le condizioni di Jannik Sinner. Il numero 1 del ranking italiano e dal 26 giugno pronto a tornare all’ottavo posto della classifica mondiale Atp ha abbandonato il torneo di Halle durante i quarti di finale contro Alexander Bublik. L’altoatesino ha alzato bandiera bianca sul 2-0 per l’avversario kazako nel secondo parziale, dopo aver perso il primo con il punteggio di 7-5. Proprio al termine del primo set, Sinner ha accusato un dolore alla coscia sinistra che lo ha costretto a chiamare il fisioterapista. Ripresentatosi in campo con ampie fasciature alla gamba, ha stretto i denti per due game prima di annunciare il ritiro. È già il terzo acciacco di Sinner dopo Adelaide a gennaio e Barcellona ad aprile che gli ha fatto saltare anche l’Open di Madrid. Ansia per Wimbledon, in programma a partire dal 3 luglio.

Jannik Sinner, da Adelaide ad Halle: i ritiri dell’altoatesino

Un 2022 tormentato dagli infortuni e un 2023 che, a metà stagione, si preannuncia altrettanto difficile. Pur restando sempre tra i migliori al mondo, Jannik Sinner deve combattere continuamente contro un fisico che non sembra accompagnarlo fino in fondo. Colpa, probabilmente, di un calendario eccessivamente ristretto che lo ha portato sui principali campi del mondo in pochissimi giorni. Il primo acciacco della stagione aveva fatto capolino già a gennaio, quando perse contro lo statunitense Sebastian Korda ai quarti di finale dell’Atp di Adelaide. Un risentimento muscolare alla coscia destra, la stessa che lo ha fermato più volte nel 2022, ne ha rallentato movimenti e prestazione, fino al 7-5, 6-1 finale. Immediato il ritiro dal doppio, dove avrebbe giocato in coppia con Lorenzo Sonego.

Nuovo acciacco soltanto il mese successivo, a febbraio, prima del torneo di Marsiglia. Stavolta solamente febbre per via di un malessere dopo la sconfitta contro Daniil Medvedev. «Non sono stato bene dopo Rotterdam, ma ho voluto attendere fino all’ultimo», aveva dichiarato Sinner all’annuncio del forfait. Ennesimo guaio ad aprile a Barcellona, poco prima del derby italiano con Lorenzo Musetti, sempre ai quarti di finale. «Da qualche giorno non stavo bene», aveva scritto poi su Instagram l’altoatesino, motivando la scelta di non scendere in campo. «Oggi le cose sono peggiorate e non ero in grado di giocare». Un infortunio che gli impedì di giocare a Madrid, cautelando così la sua presenza agli Internazionali di Roma e soprattutto al Roland Garros. I fan sperano che anche stavolta si tratti di un ritiro precauzionale in vista di Wimbledon, il torneo più prestigioso del circuito.

In crisi anche Matteo Berrettini fra infortuni e critiche social

Stagione decisamente negativa anche per Matteo Berrettini, oggi numero 35 del ranking in piena crisi di risultati. Il 27enne romano ha saltato una sfilza di tornei nel 2023 per via di fastidi agli addominali che lo hanno fermato già nella fase finale del 2022. L’ultimo preoccupante forfait al Queen’s, torneo che lo aveva visto sul gradino più alto del podio nelle ultime due edizioni consecutive. Appena una settimana dopo la brutta uscita al primo turno di Stoccarda contro Sonego per 6-1, 6-2 con lacrime finali. Prestazioni negative che gli hanno attirato le critiche di Nicola Pietrangeli, ex capitano di Coppa Davis, che già lo aveva bacchettato per le troppe pubblicità. «È bello, ricco e famoso», ha detto di lui a Notizie.com. «Sta dilapidando tutto e non si rende conto della fortuna che ha. Spero che la voce di un suo addio al tennis non sia vera».

Sinner alza bandiera bianca ad Halle per l'ennesimo infortunio. Con Berrettini spesso ai box, i talenti del tennis azzurro sono in crisi.
Matteo Berrettini durante gli allenamenti del Queen’s (Getty Images).

La situazione non migliora nemmeno sui social network, dove gli hater hanno attribuito le sconfitte alla sua relazione con Melissa Satta. Alcuni utenti sostengono infatti che il rapporto con la showgirl abbia distratto il tennista dall’allenamento e dallo sport, facendolo piombare in un baratro di sconfitte. «Sei la causa dei suoi problemi», ha twittato in particolare un utente. «È uno sportivo finito», ha commentato ancora un altro. «È stata lei a dargli il colpo di grazia», hanno scritto ancora. Proprio Wimbledon, dove nel 2021 ha raggiunto la storica finale poi persa contro Novak Djokovic, potrebbe essere l’ultima chance di riscatto.

Neymar, tradimento svelato e l’accordo con la compagna Bruna Biancardi salta

L’accordo sul tradimento tra la stella del calcio brasiliano Neymar e la fidanzata, l’influencer Bruna Biancardi, è già saltato. A pochi giorni dalle rivelazioni dei quotidiani brasiliani, che parlavano delle tre condizioni da rispettare che avrebbero permesso al calciatore di tradire la compagna, ne è già saltata una. Tanto che Neymar si è pubblicamente scusato, chiedendo perdono a Bruna Biancardi. A venir meno è stata la prima delle tre condizioni poste dalla giovane influencer: la discrezione (le altre erano il divieto di baci e l’uso dei preservativi). Questo perché Fernanda Campos, anche lei personaggio celebre sui social in Brasile, ha rivelato che l’asso del Psg ha trascorso con lei la notte alla vigilia di San Valentino, che in Sud America si festeggia il 12 giugno. Addio discrezione e brutta lite all’interno della coppia.

Neymar si scusa pubblicamente per aver tradito la compagna: «Ho sbagliato, ti amo»
Neymar ai box durante l’ultimo Gran Premio di Montecarlo (Getty).

Le scuse di Neymar: «L’amore per il nostro bambino prevarrà»

Su Instagram Neymar ha pubblicato una foto che lo ritrae al fianco di Bruna Biancardi e si è scusato con un lungo post. «Lo faccio per voi due», esordisce riferendosi alla compagna e al bambino che porta in grembo, prima di spiegare di non voler «giustificare l’ingiustificabile». Poi ammette: «Ho sbagliato. Ho sbagliato con voi. Rischio di dire che sbaglio ogni giorno, dentro e fuori dai campi. Solo che i miei errori nella vita privata li risolvo a casa, nella mia intimità con la mia famiglia e i miei amici… Tutto questo ha colpito una delle persone più speciali della mia vita. La donna che sogno di avere al mio fianco, la madre di mio figlio».

Neymar si scusa pubblicamente per aver tradito la compagna: «Ho sbagliato, ti amo»
Bruna Biancardi sul red carpet a Cannes (Getty).

E infine: «Bru, ti ho già chiesto perdono per i miei errori, per l’esposizione inutile, ma mi sento in dovere di venire pubblicamente a ribadirlo. Se una questione privata è diventata pubblica, la richiesta di perdono deve essere pubblica. Non riesco a immaginarmi senza di te. Non so se funzioneremo, ma OGGI ho la certezza che voglio provarci. Il nostro scopo prevarrà, il nostro amore per il nostro bambino vincerà, il nostro amore l’uno per l’altro ci renderà più forti».

Come sta Stefano Tacconi? Migliora e cammina con un supporto

Migliorano le condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere della nazionale e della Juventus è stato trasferito nell’ospedale Casa sollievo della sofferenza a San Giovanni Rotondo ed è lì che proseguirà la riabilitazione dopo la grave emorragia cerebrale che l’ha colpito nell’aprile del 2022. Il nuovo ricovero è avvenuto nella sera del 21 giugno e resterà nella struttura fino al settembre 2023, come spiega la famiglia dell’ex atleta. La moglie Laura ha sottolineato che «la scelta di essere qui, nell’ospedale di Padre Pio, è stata fortemente voluta da Stefano e dalla mia famiglia per il legame che ci ha sempre unito».

L'ex portiere migliora ed è tornato a camminare, mentre continua la riabilitazione dopo il malore di un anno fa
Stefano Tacconi ai funerali di Paolo Rossi, nel dicembre 2020 (Getty).

Le condizioni di Tacconi: «È migliorato molto»

Il figlio di Stefano Tacconi, Andrea, ha raccontato gli ultimi mesi del padre, che prosegue il proprio percorso verso la guarigione: «Cammina sempre con un supporto, però è migliorato molto. Ultimamente mi ha detto “me la sono vista brutta”, ha capito che è stata una cosa grave quella che ha avuto. Essere abituato ad allenarsi lo aiuta ad affrontare la riabilitazione. Anche i dottori dicono che la sua fortuna è aver sempre giocato a calcio, il suo fisico è diverso da quello degli altri pazienti. Ci vorrà del tempo, però ci sta mettendo la buona volontà come quando giocava». Poi il sogno: «Vorrei portarlo allo stadio per fare un giro di campo, così almeno saluta tutte le persone che gli sono state vicine in questo periodo».

L'ex portiere migliora ed è tornato a camminare, mentre continua la riabilitazione dopo il malore di un anno fa
L’allora allenatore della Juventus Dino Zoff e Stefano Tacconi, portiere e capitano bianconero, sollevano la Coppa Uefa appena vinta il 16 maggio 1990 (Getty).

La moglie: «Tragitto ancora lungo»

Laura, la moglie di Stefano Tacconi, parla speranzosa anche dell’effetto psicologico del luogo in cui è ricoverato adesso l’ex portiere: «Abbiamo la consapevolezza che per Stefano sia stata la decisione migliore. Il tragitto sarà ancora lungo ma essere in questo posto ci dà molta forza e molto coraggio». A oltre un anno di distanza dal 23 aprile del 2022, quando la rottura di un aneurisma portò all’emorragia cerebrale del 66enne, il peggio sembra ormai passato. Il primo trasferimento è arrivato nel marzo 2023. Ora Tacconi vede la fine del suo calvario.

Tonali e le promesse al Milan tradite: altro che bandiera

«Sandrino, perché?». Questa è la domanda che nelle ultime ore si pongono i tifosi del Milan e rivolgono al centrocampista Sandro Tonali. Il 23enne sembrava destinato a diventare una bandiera del club, ma ha già le valigie in mano e si accaserà in Premier League. Dopo tre stagioni, 95 presenze e 7 gol, a meno di clamorosi dietrofront dell’ultima ora, la sua prossima squadra sarà il Newcastle, che gli garantirà tra i 7 e gli 8 milioni di euro a stagione, cifra tre volte superiore a quella che attualmente riceve a Milano. Il Milan, che dal canto suo non si è opposto alla cessione ma ha soltanto rilanciato, dovrebbe ricevere intorno agli 80 milioni di euro. Un colpo al cuore per i tifosi milanisti, che nel tempo hanno assistito, credendoci, alle tante dichiarazioni d’amore del calciatore e ora vivono l’addio di Tonali come un tradimento.

Tonali andrà al Newcastle dopo che negli anni ha professato più volte il suo amore per il Milan
Tonali applaude i tifosi (Getty).

Tonali nel 2021: «Non farei mai l’errore di andare via»

Mentre in tanti già piangono l’addio, c’è anche chi rilancia le sue vecchie parole, chiedendosi se l’amore professato dal centrocampista fosse vero o soltanto una facciata. Al Corriere della sera, nel 2021, Tonali dichiara: «So cosa ho fatto per arrivare a questa maglia e non farei mai l’errore di andarmene. So che è difficile, soprattutto nel calcio di oggi, ma il mio sogno è diventare una bandiera del Milan. E farò di tutto per riuscirci». E prima, nel dicembre 2020, a metà della sua prima annata (complicata) in rossonero, durante un’intervista a Sky aveva raccontato: «Penso al Milan, da giocatore e da tifoso. Quando fai il calciatore, giochi con amore perché è la tua passione. In più giocare nel Milan, che è la tua squadra del cuore, è una cosa bellissima. Queste cose vanno tenute in considerazione perché è la squadra che ho sempre avuto dentro di me per tutta la mia vita».

Le dichiarazioni d’amore di Tonali: «Certo di voler stare qui»

Possibile che nel tempo l’amore sbiadisca? Sì, soprattutto in un calcio in cui le bandiere sono ormai merce più unica che rara. Tonali, però, sembrava essere l’eccezione e per questo la ferita nel cuore dei tifosi del Milan sembra essere insanabile. Il classe 2000 troppe volte ha parlato del suo «sogno» di «diventare una bandiera». Anche a Dubai, durante lo scorso ritiro invernale, aveva detto: «Voglio rimanere il più a lungo possibile. Se me lo chiedete oggi dico anche per tutto il resto della mia storia. Ma per lanciarsi in promesse del genere è troppo presto, nella nostra carriera non conta solo la voglia, incidono tanti altri fattori: la salute, gli infortuni, la famiglia. È impossibile fare previsioni così a lungo termine». Un anno fa ha fatto lo stesso: «Voglio stare qui, contratto dopo contratto. Sarebbe bello diventare una bandiera, ma non guardo così tanto oltre per scaramanzia». Quasi una profezia che oggi si avvera, con buona pace del tifo milanista.

Tonali andrà al Newcastle dopo che negli anni ha professato più volte il suo amore per il Milan
Tonali sconfortato al termine della gara contro l’Inter, valida per la semifinale di ritorno di Champions League (Getty).

Tonali, Barella, Osimhen: i club stranieri fanno la spesa in Serie A

La Serie A è tornata agli antichi fasti o è soltanto un contraccolpo dell’arrivo di tre club italiani in altrettante finali (poi perse) delle diverse coppe europee? Se lo chiedono i tanti tifosi delle squadre che rischiano, durante il prossimo mercato estivo, di perdere i propri gioielli. E sono soprattutto i supporter di Milan, Inter e Napoli a tremare quotidianamente all’apertura dei giornali, leggendo di sirene estere per i pezzi pregiati delle rispettive squadre. Sui social le trattative vengono commentate quasi in tempo reale e l’ultima a tenere banco è quella che il Newcastle starebbe imbastendo, con decine di milioni sul piatto, per portare in Inghilterra il centrocampista rossonero Sandro Tonali.

Milan, non solo Tonali: occhi su Maignan e Theo

Il caso di Sandro Tonali è quasi emblematico. Su di lui sono piombati sia il Newcastle sia il Chelsea. Entrambe le società fanno sul serio e i bianconeri hanno messo in crisi la dirigenza del Milan con un’offerta da circa 70 milioni. I blues, invece, restano a guardare mentre puntano un altro gioiello rossonero: il portiere Mike Maignan. Servono 100 milioni ma per i club di Premier League le risorse economiche sembrano l’ultimo dei problemi e l’estremo difensore, che ha frenato sul possibile rinnovo del contratto, ha lanciato un segnale di apertura. Dal Regno Unito, intanto, risuonano anche altre sirene. Stavolta da Manchester, sponda United: i Red Devils vogliono sia Maignan sia il terzino francese Theo Henandez. Su quest’ultimo, per il quale il Milan chiede almeno 70 milioni, ci sono anche il Manchester City, il Real Madrid e l’Atletico.

L’Inter prepara gli addii di Brozovic e Onana 

Intanto a pochi chilometri da Casa Milan, l’Inter fa i conti con due addii eccellenti. Uno è ormai quasi certo. Si tratta di Marcelo Brozovic, colonna del centrocampo nerazzurro, a Milano dal 2015. Il croato ha detto sì all’offerta faraonica dell’Al-Nassr, dove guadagnerà 15 milioni netti a stagione. Un cambio di vita importante per il 31enne, che però attende anche il placet della dirigenza. Si tratta: l’Inter chiede 25 milioni, il club arabo ne ha offerti 18. Ma è ancora una volta dal Regno Unito che arriva un club pronto a pescare dallo spogliatoio interista. Qualora il Manchester United dovesse abbandonare la pista Maignan, scatterebbe l’assalto al portiere camerunense André Onana, protagonista della cavalcata dell’Inter fino alla finale di Champions League. I tifosi tremano. E si parla di sirene estere anche per Federico Dimarco, osservato dal Real Madrid. E Nicolò Barella? Su di lui, uno dei preferiti dei tifosi, c’è il pressing del Liverpool.

Le squadre straniere puntano i gioielli della Serie A
Il centrocampista dell’Inter e della nazionale italiana, Nicolò Barella (Getty).

Il “nuovo” Napoli può perdere Kim e Osimhen

E poi c’è il Napoli neo-scudettato. La formazione ora guidata da Rudi Garcia, nuovo allenatore azzurro dopo il campionato vinto da Luciano Spalletti, potrebbe presentarsi ai nastri di partenza senza due calciatori chiave. Uno è Kim Min-jae, 26enne difensore sudcoreano. United e Bayern Monaco sono pronti a pagare i 60 milioni della clausola rescissoria che lo porterebbero via dalla Campania, con buona pace del Napoli. L’altro è Victor Osimhen. Il bomber nigeriano, mentre la trattativa per il prolungamento del contratto è in stand by, viene corteggiato da mezza Europa: su di lui c’è il Paris Saint Germain, oltre a Bayern Monaco e, ancora una volta, a Manchester United e Chelsea, pronte a una rivoluzione. De Laurentis chiede 150 milioni, ma viste le risorse dei club stranieri il prezzo rischia di non essere un ostacolo.

Le squadre straniere puntano i gioielli della Serie A
L’attaccante Victor Osimhen esulta dopo un gol (Getty).

Plusvalenze, per gli ex dirigenti della Juventus cade l’accusa di false fatturazioni

Novità sul fronte plusvalenze. È stato infatti archiviato il reato di false fatturazioni contestato agli ex vertici della Juventus che facevano parte del Cda: Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola e Stefano Cerrato. Come riportano i quotidiani torinesi, l’ipotesi era legata alle plusvalenze derivanti da cessioni scambi di calciatori. La motivazione della procura è relativa alla «finalità prevalentemente bilancistica e non fiscale delle operazioni di scambio contestate. Queste operazioni risultano neutre, “a somma zero”, sotto il profilo finanziario, tese solo a consentire di registrare un ricavo immediato, spalmando i costi negli anni successivi. Anche ritenendo artificiali i valori contrattuali, la Juventus non ha avuto alcun concreto vantaggio fiscale da queste operazioni».

Plusvalenze, per gli ex dirigenti della Juventus cade l’accusa di false fatturazioni
Andrea Agnelli (Imagoeconomica).

Viene meno uno dei quattro capi d’imputazione di cui era stato accusato il club

A cadere è l’accusa di «emissione di fatture per operazioni inesistenti» con riguardo alle «operazioni foriere di plusvalenze fittizie». Questo significa che, pur volendo ritenere gonfiati artificialmente i valori dei cartellini dei giocatori inseriti nelle trattative (cosa praticamente impossibile da dimostrare), viene meno uno dei quattro capi d’imputazione di cui era stata accusata la Juventus, ovvero false fatturazioni: rimangono false comunicazioni sociali di società quotata in borsa (per i bilanci del triennio che va dal 2019 al 2021), ostacolo agli organi di vigilanza e manipolazione del mercato.

Plusvalenze, per gli ex dirigenti della Juventus cade l’accusa di false fatturazioni
Pavel Nedved (Imagoeconomica).

Arrivata l’archiviazione per i tre ex componenti del collegio sindacale

È inoltre arrivata l’archiviazione per i tre ex componenti del collegio sindacale del club bianconero, Paolo Piccatti, Nicoletta Paracchini e Silvia Lirici. La richiesta di archiviazione era dovuta al fatto che, «né dai documenti in sequestro, come le mail, né dalle intercettazioni, è emerso il minimo coinvolgimento dei sindaci nelle condotte illecite descritte. Con riguardo alla seconda manovra stipendi è emersa chiaramente la volontà dei dirigenti juventini di non rendere pubblico alcunché in ordine alle trattative con i giocatori». Dopo gli accertamenti, spiega la procura, «non è stato evidenziato un loro coinvolgimento nell’ambito della manovra stipendi, delle side letter, così come della carta Ronaldo».

L’ex ds dell’Udinese Dal Cin: «Oggi li prendono più scuri del solito». Poi le scuse

Franco Dal Cin, ex direttore sportivo dell’Udinese, è intervenuto durante la trasmissione di Sky Sport, Speciale Calciomercato, e ha causato non pochi grattacapi al conduttore Alessandro Bonan, che ha dovuto interrompere il collegamento. L’ex dirigente bianconero, infatti, nel raccontare come sono stati completati alcuni grandi colpi di mercato del suo passato sportivo, ha fatto il paragone con il calcio di oggi. «Noi siamo partiti da quello che oggi non succede più, siamo partiti dal settore giovanile», ha dichiarato, prima dello scivolone: «Prendono i prefiniti, preformati, un po’ più scuri del solito». Bonan è immediatamente intervenuto per prendere la linea.

Dal Cin parla di Zico: «Pagato in nero, lo sanno tutti»

La controversa intervista di Dal Cin ha generato molte polemiche sui social. Oltre alle parole già citate, poco prima Dal Cin ha anche parlato di uno dei suoi più grandi colpi, Zico. I giornalisti gli chiedono come sia stato possibile portare il fuoriclasse brasiliano in Serie A e come sia stato concretizzato l’affare. Lui risponde e parla anche del pagamento: «Lo facemmo in nero. Con due valigie piene di dollari. Ora è tutto prescritto e lo possiamo dire». Un’altra frase che ha fatto calare il gelo in studio, prima dello scivolone più grave con il commento considerato razzista.

Dal Cin in diretta tv è scivolato su un commento razzista
La stella brasiliana Zico in visita allo stadio dell’Udinese nel 2017 (Getty).

Le scuse di Dal Cin: «Parole infelici, mai stato razzista»

Dal Cin, interrotto dai giornalisti, è tornato in onda soltanto nel finale di puntata per un saluto fugace. Attaccato sui social, ha poi risposto scusandosi in un’intervista a Il Messaggero Veneto: «Ho usato parole infelici, mai stato razzista. Per vent’anni io e mio figlio Michele abbiamo gestito per vent’anni una scuola calcio a Lagos, in Nigeria. Se c’è qualcuno che vuole ricamarci su, faccia pure». Dal Cin è stato all’Udinese dal 1976 al 1984, prima di un’avventura all’Inter da direttore sportivo, conclusa nel dicembre del 1985.

Dal Cin in diretta tv è scivolato su un commento razzista
Una visuale esterna della Dacia Arena, stadio dell’Udinese (Getty).