I cretini dei Navigli sono una minoranza: l’Italia è altro (per fortuna)

Se da un lato assistiamo a comportamenti idioti che mettono a rischio la ripresa del Paese, dall’altro la maggior parte dei cittadini si è adattata alle nuove regole. Mentre i marchi e le aziende sono in prima linea contro la pandemia. Sostituendo a volte la politica.

Si accantona. Si mette da parte. «Fieno in cascina» come dicevano i nostri nonni. E nel frattempo, per le società quotate, ci si cautela da eventuali tentativi di takeover, proteggendo il valore delle azioni e preparandosi per eventuali operazioni straordinarie che dovessero rendersi necessarie.

Lo fa Brunello Cucinelli, lo fa Prada, lo fa Salvatore Ferragamo. Responsabilità, previdenza.

L’altra faccia della massa degli imbecilli dell’aperitivo ai Navigli senza mascherina, gli invincibili dell’idiozia, quelli che poi si lamentano che non c’è lavoro per i ggiovani quando, con il loro comportamento, rischiano di far chiudere il Paese una seconda volta e, come dice l’ufficio relazioni istituzionali di una delle tre aziende citate, questa volta sarebbe la fine.

UNA MINORANZA RISCHIA DI FARE SALTARE DEFINITIVAMENTE IL BANCO

Da una parte la riserva di birra del giovedì, lo shottino e la sigaretta da fumare passeggiando; dall’altra la riserva straordinaria. Mai come in questo momento è evidente – uso una terminologia appunto da aperitivo ai Navigli – il divario etico e culturale fra vincenti e perdenti, winner and loser; con la differenza, purtroppo, che i perdenti di oggi rischiano di portare al proprio livello anche la prima categoria e di far saltare il banco.

IN REALTÀ GLI ITALIANI SI SONO ADATTATI AL CAMBIAMENTO

Quando, nell’editoriale della scorsa settimana, ironizzavamo sulla difficoltà dell’italiano medio, in particolare di sesso maschile, di indossare correttamente i dispositivi di protezione e di rispettare il distanziamento fra persone, non immaginavamo che avremmo colto nel segno in maniera al tempo stesso così precisa e così estesa.

La zona dei Navigli, a Milano, è tornata a riempirsi (Ansa).

Ma, mentre da più parti si chiede al sindaco di Milano di costringere i vigili a pattugliare la città (grazie a un succoso accordo sindacale, da qualche anno sono stati sostanzialmente equiparati a manager e non c’è verso di farne uscire uno dall’ufficio) e a comminare multe salatissime, dalla multinazionale della comunicazione media Initiative arrivano invece dati confortanti sulle nuove abitudini degli italiani e sulle reazioni alla crisi indotta dal Covid-19. Secondo una ricerca condotta fra Uk, Francia, Italia e Usa e diffusa nelle ultime ore, la maggior parte degli italiani sembra essersi infatti adattata al cambiamento e aver introiettato le nuove regole. Non solo: trova conforto nella lettura dei giornali più di ogni altro Paese fra quelli considerati, e si tratta di un dato abbastanza incredibile, considerando che gli italiani leggono certamente meno dei francesi e degli inglesi.

L’IMPEGNO DELLE AZIENDE E DEI BRAND CONTRO LA PANDEMIA

La ricerca rileva ansia nei riguardi del futuro, ma anche grande speranza per il recupero, per la “luce in fondo al tunnel”, oltre a evidenziare grande fiducia nell’impegno delle aziende contro la pandemia. Che il 22% degli italiani si dichiari «rassicurato» per l’impegno delle società «e di come si siano attivate e riorganizzate per offrire il proprio contributo» la dice lunga sul ruolo etico che i marchi hanno acquisito nel tempo, quasi fossero un’alternativa alla politica, cioè soggetti sociali: dai dati non pare che sia stato fatto un confronto diretto fra le due realtà, ma il fatto resta significativo. Lo è soprattutto in un momento in cui il vasto pubblico dichiara di non voler spendere. Di voler accantonare quanto possibile. Deriva da questo sentimento, è evidente, la serie di campagne di solidarietà, destinate a generare sentimenti positivi, che vediamo in questo momento in televisione e sui quotidiani anche da parte di marchi noti fino a oggi per la loro insistenza sul prodotto, vedi per esempio Lavazza con il celebre discorso di Charlie Chaplin, molto favorevolmente commentata sui social in questi giorni.

Parlare di acquisti, in questo momento, è un grave errore, al punto che il team di ricercatori di Initiative segnala come i marchi che «cercano di inserirsi in modo improprio nelle conversazioni e nel dibattito attuale con l’evolversi della crisi e il lockdown provochino nelle persone reazioni negative»: addirittura al 41% in Uk, ma al 23% in Italia e al 16% in Francia. Insomma, in giro c’è voglia di responsabilità e di sicurezza. I cretini dello shottino sono una minoranza (e comunque, quando ne vedete uno, rimproveratelo).

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I sindaci in marcia contro l’odio e per Liliana Segre

Seicento primi cittadini in corteo a Milano per sostenere la senatrice sopravvissuta all’Olocausto. Da Gori ad Appendino, per la Lega c’è il responsabile degli enti locali Locatelli.

Seicento sindaci in marcia, con la fascia tricolore, in segno di solidarietà alla senatrice vittima dell’Olocausto Liliana Segre. È iniziato da piazza dei Mercanti, a Milano, il corteo di sostegno alla senatrice a vita sopravvissuta all‘Olocausto, oggi sotto scorta per le ripetute minacce antisemite. Alla manifestazione, promossa dal sindaco di Milano Beppe Sala con il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e organizzato da Anci, Ali e Upl, partecipano circa 600 sindaci in fascia tricolore delle grandi città ma anche delle medie e piccole amministrazioni, provenienti da tutta Italia e di diversi schieramenti politici.

BELLA CIAO E APPLAUSI IN GALLERIA VITTORIO EMANUELE

Passando sotto la Galleria Vittorio Emanuele II, il corteo ha intonato Bella Ciao. Al passaggio del corteo le persone schierate ai lati della Galleria applaudono la senatrice a vita, affiancata dai sindaci di Milano e Pesaro, Giuseppe Sala e Matteo Ricci, e urlano il suo nome in segno di sostegno

DA APPENDINO A GORI, FINO AL RESPONSABILE ENTI LOCALI DELLA LEGA

Al corteo partecipano, tra gli altri, i sindaci di Milano Beppe Sala, di Torino Chiara Appendino, di Palermo Leoluca Orlando, di Bologna Virginio Merola, di Bari Antonio Decaro, di Parma Federico Pizzarotti e di Bergamo Giorgio Gori. In prima fila anche il responsabile enti locali della Lega, Stefano Locatelli, sindaco di Chiuduno (Bergamo). I sindaci reggono un striscione giallo con scritto «L’odio non ha futuro», titolo della manifestazione.

UNA MARCIA SENZA SIMBOLI E BANDIERE

La marcia, senza bandiere o simboli di partito, si muove verso Piazza Duomo, attraversa la Galleria Vittorio Emanuele per poi fermarsi in Piazza Scala, davanti Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, dove è previsto l’intervento della senatrice Segre, che sarà l’unica a prendere la parola al termine della manifestazione.

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Incidente tra bus e camion dell’Amsa a Milano

Un mezzo della linea 90 contro un camion dell’Amsa. Impatto fortissimo, numerosi feriti. La più grave è stata sbalzata fuori dal filobus.

Uno scontro tra un bus e un camion avvenuto la mattina del 7 dicembre in via Egisto Bezzi, a Milano, ha provocato il ferimento di diverse persone, con la più grave finita in coma. Si tratta di una donna di 49 anni, passeggera sul filobus della linea 90, che è stata sbalzata dal mezzo dopo l’impatto ed è ricoverata in ospedale. Il conducente del bus, un uomo di 47 anni, secondo il 118 ha riportato un trauma cranico commotivo ma non è in condizioni gravi. Altre nove persone hanno subito contusioni e un’altra la sospetta frattura del femore.

SULLA 90 C’ERANO 15 PERSONE

Sul mezzo dell’Atm si trovavano 15 persone e l’autista di uno dei mezzi, per quanto cosciente, è rimasto incastrato nell’abitacolo. Il mezzo dell’Amsa, l’azienda municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti a Milano, è rimasto completamente distrutto. Il 118 che ha diffuso la notizia, ha dichiarato una maxiemergenza e ha inviato alcuni mezzi. Secondo quanto riferito dal 118, all’arrivo dei soccorritori una persona era in arresto cardiaco ed è stata rianimata sul posto e trasportata all’ospedale Sacco dove è in gravi condizioni. Altri quattro sono stati portati in ospedale e 12 sono in valutazione. Sul posto anche vigili del fuoco e agenti della Polizia locale.

BUS SBALZATO DALLA CORSIA PREFERENZIALE

L’impatto con il mezzo dell’Amsa sarebbe stato così forte che il filobus dell’Atm sarebbe stato sbalzato dalla corsia preferenziale su quella normale. È ancora da chiarire la dinamica dell’incidente che ha sconvolto il capoluogo lombardo nel giorno della festa del patrono Sant’Ambrogio.

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La Regione Lombardia ha limitato la libertà religiosa

Sentenza della Consulta contro la legge del 2005 che imponeva un piano per le attrezzature religiose e lo vincolava all’approvazione del piano del governo del territorio rendendo incerta la possibilità di aprire nuovi luoghi di culto.

La Lombardia ha limitato irragionevolmente la libertà di culto: lo ha stabilito la Consulta con una sentenza relativa agli spazi per le moschee e altri luoghi religiosi. Secondo la Corte, la libertà religiosa garantita dall’articolo 19 della Costituzione comprende anche la libertà di culto e, con essa, il diritto di disporre di spazi adeguati per poterla concretamente esercitare. Pertanto, quando disciplina l’uso del territorio, il legislatore deve tener conto della necessità di dare risposta a questa esigenza e non può comunque ostacolare l’insediamento di attrezzature religiose.

QUELLA RICHIESTA DI UN PIANO PER LE ATTREZZATURE RELIGIOSE

La Corte costituzionale, con la sentenza n. 254 depositata il 5 dicembre (relatrice Daria de Pretis) ha accolto le questioni sollevate dal Tar Lombardia e, conseguentemente, ha annullato due disposizioni in materia di localizzazione dei luoghi di culto introdotte nella disciplina urbanistica lombarda (legge 12/2005) dalla legge regionale della Lombardia n. 2 del 2015. La prima poneva come condizione per l’apertura di qualsiasi nuovo luogo di culto l’esistenza del piano per le attrezzature religiose (PAR).

«COMPRESSIONE DELLA LIBERTÀ CHE NON È BUON GOVERNO»

La Corte, riferisce l’ufficio stampa, «ha fatto riferimento al carattere assoluto della norma, che riguardava indistintamente tutte le nuove attrezzature religiose a prescindere dal loro impatto urbanistico, e al regime differenziato irragionevolmente riservato alle sole attrezzature religiose e non alle altre opere di urbanizzazione secondaria». In base alla seconda disposizione dichiarata incostituzionale, il PAR poteva essere adottato solo unitamente al piano di governo del territorio (PGT). Secondo la Corte, «questa necessaria contestualità e il carattere del tutto discrezionale del potere del Comune di procedere alla formazione del PGT rendevano assolutamente incerta e aleatoria la possibilità di realizzare nuovi luoghi di culto». Le norme censurate finivano così per «determinare una forte compressione della libertà religiosa senza che a ciò corrispondesse alcun reale interesse di buon governo del territorio».

SALVINI: «NON SI SENTE CERTO BISOGNO DI CONSULTA ISLAMICA»

Il segretario leghista Matteo Salvini ha commentato critico: «Reciprocità e rispetto delle nostre leggi e regole, per aprire moschee e altri luoghi di culto, chiediamo troppo? Non si sente certo il bisogno di un’altra Consulta islamica…».

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La pioggia non ferma le Sardine a Milano: invasa Piazza Duomo

La manifestazione si è spostata da Piazza dei Mercanti per la folla troppo numerosa. Tra gli ospiti Saviano: «Voi impedite l’erosione della democrazia».

La pioggia non ferma le Sardine a Milano: Piazza del Duomo è gremita di persone che hanno deciso di prendere parte alla manifestazione lanciata dal movimento delle Sardine per la prima volta anche nel capoluogo lombardo. Sul palco si sono alternati momenti di musica e altri in cui attori hanno recitato alcuni articoli della Costituzione. Nel frattempo la folla cantava ‘Bella Ciao‘ o scandiva ‘Milano non si Lega‘, o ancora ‘Ora e sempre Resistenza‘.

SAVIANO PARLA ALLA FOLLA

«Queste piazza non deve essere una piazza solo contro, ma sta andando verso la difesa dei diritti che sono prima di ogni cosa. Le Sardine impediscono l’erosione della democrazia»: così Roberto Saviano ha salutato le Sardine. «Questa piazza è bellissima perché non c’è nessun leader, nessuna volontà di dire vaffa o di fare rottamazioni», ha aggiunto, «ma questa è l’Italia che ha voglia di incontrarsi e ragionare».

LA MANIFESTAZIONE SPOSTATA IN DUOMO

La manifestazione è stata spostata dalla più piccola piazza dei Mercanti alla centrale piazza del Duomo. Questo, come hanno spiegato gli organizzatori perché la partecipazione è stata più ampia del previsto..

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Incendio in un sottotetto a Milano: morta una coppia

Le fiamme si sono sviluppate intorno alle 3 e mezza di notte. Le vittime, un uomo di 29 anni e una donna di 27, sorprese nel sonno. In corso gli accertamenti dei Vigili del fuoco.

Due persone sono morte, a Milano, a seguito dell’incendio di un sottotetto avvenuto la scorsa notte nella zona dei Navigli. Quando i pompieri hanno spento le fiamme hanno trovato un uomo e una donna deceduti. Una terza persona invece si è salvata e non ha avuto bisogno di cure mediche.

Secondo quanto riferito dai Vigili del fuoco le fiamme si sono sviluppate intorno alle tre e mezza di notte in una palazzina in alzaia Naviglio Grande 156, quando i due stavano dormendo profondamente. Secondo le prime informazioni di 118 la coppia sarebbe stata sorpresa nel sonno e sarebbe morta sia per l’intossicazione sia per le ustioni.

Si tratta di una donna di 27 anni e di un uomo di 29. La terza persona sarebbe, invece una parente della donna. L’autorità giudiziaria ha demandato gli accertamenti tecnici al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco mentre le indagini sono a cura dei Carabinieri.

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Crolla il pavimento dell’escape room, grave una donna

Doveva essere un enigma da risolvere, ma l’escape room la Casa Maledetta di Milano si è dimostrata davvero tale, e..

Doveva essere un enigma da risolvere, ma l’escape room la Casa Maledetta di Milano si è dimostrata davvero tale, e per una donna di 30 anni il gioco è diventato un vero incubo. La giovane è ricoverata in gravi condizioni, ma non è in pericolo di vita, dopo essere caduta dal secondo piano di una stanza in cui si svolgono giochi di ruolo, in via Brunetti a Milano, a causa del crollo della soletta. Secondo quanto ricostruito da 118 e vigili del fuoco, la donna il 19 novembre sera stava compiendo il percorso all’interno dell’escape room, così si chiama il locale, quando il pavimento è ceduto ed è caduta per alcuni metri. Ha subito vari traumi agli arti e alla schiena.

L’ingresso dell’escape room La Casa Maledetta dall’annuncio sul sito Groupon.

TRAUMI AD ARTI E SCHIENA

La ‘Casa maledetta’ è una villetta dei primi del ‘900 alla periferia nord ovest del capoluogo lombardo, gestita da un’associazione, in cui si tengono giochi di ruolo: i partecipanti devono risolvere enigmi e sfuggire a trabocchetti per poter uscire. Secondo quanto ricostruito da 118 e vigili dei fuoco, all’interno, nella serata del 19 novembrei, c’erano circa 10 persone. Il pavimento del secondo piano è crollato e la donna è precipitata per circa tre metri. Le sue condizioni sembravano inizialmente molto gravi ma, all’ospedale Sacco, sono migliorate. La prognosi è comunque di oltre venti giorni.

APERTA UN’INCHIESTA PER LESIONI COLPOSE

La palazzina è stata sequestrata in attesa dei provvedimenti della Procura. La procura di Milano ha sequestrato la palazzina e aperto un’ indagine per lesioni colpose gravi. Il fascicolo, aperto dal pm Mauro Clerici, sarà presto assegnato al pm Sara Arduini del dipartimento della salute e della sicurezza pubblica dell’aggiunto Tiziana Siciliano.

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Busta con minacce e un proiettile indirizzata ad Antonio Conte

Minacce e una busta con all’interno un proiettile hanno fatto scattare la ‘vigilanza dinamica‘ (il livello più basso di tutela)..

Minacce e una busta con all’interno un proiettile hanno fatto scattare la ‘vigilanza dinamica‘ (il livello più basso di tutela) per l’allenatore dell’Inter Antonio Conte. Lo riportano sabato 16 novembre il Corriere della Sera e Il Giorno. Dopo la misura decisa dalla Prefettura di Milano, pattuglie di polizia e carabinieri passeranno in strada con più frequenza intorno allo stabile di Milano dove vive l’allenatore salentino, e agli uffici della società nerazzurra. Al momento l’ipotesi prevalente sarebbe «l’azione di un mitomane». Uno squilibrato che avrebbe preso di mira Conte per la sua esposizione mediatica.

REPERTI SOTTOPOSTI AD ACCERTAMENTI SCIENTIFICI

La busta e le minacce, secondo quanto riportato dai due quotidiani, sarebbero giunte qualche giorno fa. Al momento tutti i reperti sono stati sottoposti al vaglio di accertamenti scientifici. A chiamare le forze dell’ordine è stato lo stesso Conte che ha sporto denuncia contro ignoti. Da quanto riportato non esisterebbe alcuna frase, nelle minacce, che faccia pensare «a qualche ambiente di spessore criminale» o a «qualche frangia del tifo organizzato». Il livello di rischio verrebbe per questi motivi ritenuto «molto basso»

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Tangenti in Lombardia, arrestata Lara Comi

L’ex eurodeputata di Forza Italia è coinvolta nell’inchiesta Mensa dei Poveri.

Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, coi colleghi di Busto Arsizio, ha arrestato l’ex eurodeputata di FI Lara Comi, l’ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni, entrambi ai domiciliari, e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale (in carcere). In un filone dell’indagine ‘Mensa dei Poveri’ l’ordinanza è stata firmata dal gip Raffaella Mascarino e chiesta dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri per accuse, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.

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Tangenti in Lombardia, arrestata Lara Comi

L’ex eurodeputata di Forza Italia è coinvolta nell’inchiesta Mensa dei Poveri.

Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, coi colleghi di Busto Arsizio, ha arrestato l’ex eurodeputata di FI Lara Comi, l’ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni, entrambi ai domiciliari, e il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale (in carcere). In un filone dell’indagine ‘Mensa dei Poveri’ l’ordinanza è stata firmata dal gip Raffaella Mascarino e chiesta dai pm Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri per accuse, a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.

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Milano, un ergastolano in permesso premio accoltella un uomo

L’aggressore è Antonio Cianci che nel 1979 ha ucciso tre carabinieri dopo essere stato fermato ad un posto di blocco. La vittima non è in pericolo di vita.

Un uomo di 79 anni è stato ferito con una coltellata alla gola mentre si trovava nel parcheggio sotterraneo dell’ospedale San Raffaele di Milano. Le sue condizioni sono gravi, ma non sarebbe in pericolo di vita. A ferirlo è stato Antonio Cianci, il pregiudicato di 60 anni che nell’ottobre del 1979 aveva ucciso tre carabinieri a Melzo (Milano). Detenuto nel carcere di Bollate, Cianci aveva ottenuto, da quanto si è saputo, un permesso premio.

LA RICOSTRUZIONE DELL’AGGRESSIONE

L’episodio è avvenuto attorno alle 18 e poco dopo la polizia ha fermato Cianci con un taglierino sporco di sangue ancora in tasca. Secondo la prima ricostruzione fornita dalla polizia, l’uomo avrebbe ferito lo sconosciuto nel corso di una rapina.

CONDANNATO ALL’ERGASTOLO PER L’OMICIDIO DEL 1979

Cianci aveva 20 anni quando nella notte tra l’8 e il 9 ottobre del ’79 uccise tre carabinieri che lo avevano fermato ad un posto di blocco tra Liscate e Melzo, nel Milanese, a bordo di un’auto che risultava rubata. Mentre gli controllavano un documento, il giovane fece fuoco uccidendo il maresciallo Michele Campagnuolo, l’appuntato Pietro Lia e il carabiniere Federico Tempini. Quando venne arrestato Cianci, originario di Cerignola (Foggia), non confessò e disse, anzi, che a sparare ai militari erano stati alcuni sconosciuti a bordo di un’auto. Al processo di primo grado venne condannato all’ergastolo, confermato in appello nel 1983 (processo in cui con una lettera ai giudici finalmente confessò la strage) e poi anche in Cassazione.

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Imbrattato a Milano il Giardino dei Giusti

Scritte e vernice rossa contro lo spazio che celebra coloro che hanno lottato in difesa dei diritti umani e contro i genocidi e i totalitarismi. Era stato inaugurato da Liliana Segre.

Scritte e vernice rossa contro il Giardino dei Giusti a Milano, il luogo simbolo nato per celebrare gli uomini e le donne che hanno lottato in difesa dei diritti umani e contro i genocidi e i totalitarismi, che è stato inaugurato a ottobre 2019 dalla senatrice a vita e testimone della Shoah Liliana Segre, sotto scorta per le minacce e gli insulti ricevuti via social. I vandali hanno imbrattato l’illuminazione dell’anfiteatro e scritto sulla segnaletica «Via le ruspe dal Monte Stella». A denunciare l’accaduto è stato, la mattina del 9 novembre 2019, il presidente del Municipio 8, Simone Zambelli, annunciando un esposto contro ignoti.

FRANCESCHINI: «ATTACCO ALLA REPUBBLICA ITALIANA»

Non è la prima volta che nella zona compaiono scritte simili, dato che l’ampliamento del Giardino è stato sempre contestato da una parte dei cittadini del quartiere, ma per Gabriele Nassim, il presidente di Gariwo, l’associazione che lo gestisce, «non è un caso che questa provocazione sia avvenuta il giorno dopo la decisione del Prefetto di affidare una scorta alla senatrice», per mano di «quanti cercano di creare un clima d’odio nel Paese». Di «tempistica sospetta» ha parlato anche il Pd milanese, mentre l’assessore comunale all’Urbanistica Pierfrancesco Maran ha paragonato l’accaduto a un atto di fascismo. Dura anche la reazione del ministro della Cultura Dario Franceschini, secondo cui «ogni violenza, minaccia o atto vandalico contro persone e luoghi che rappresentano la diversità culturale e religiosa nel nostro Paese è un attacco alla Repubblica Italiana e non può essere sottovalutato».

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