La scelta fatta dagli elettori laburisti rappresenta una voglia di continuità rispetto a Muscat, dimessosi per il caso Caruana.
Dopo la crisi di governo legata al caso Caruana e le dimissioni di Joseph Muscat, Malta ha un nuovo premier. Si tratta di Robert Abela, avvocato 42enne, eletto leader del Partito laburista maltese, diventando automaticamente anche primo ministro dopo le dimissioni di Muscat, accusato di interferenze nelle indagini sull’omicidio della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia.
UNA SCELTA DI CONTINUITÀ
Figlio dell’ex presidente George e visto come outsider incarnazione della continuità col suo predecessore, Abela è stato scelto dalla maggioranza dei 17.500 elettori laburisti – che hanno votato per la prima volta direttamente il loro leader – per la sua promessa di continuare «con le ricette vincenti» di Muscat. È stato preferito al chirurgo 52enne Chris Fearne, vicepremier uscente.
IN PARLAMENTO DAL 2017
Abela, attivista di lunga data del Partito laburista, è diventato membro del parlamento maltese solo durante le ultime elezioni legislative del 2017, convocate in anticipo da Muscat e vinte a mani basse dal suo partito nonostante un’ondata di scandali che hanno scosso il suo entourage. Abela subentra per soli due anni e mezzo in carica, fino al settembre 2022.
FENECH INCRIMINATO
Il caso Caruana ha travolto il governo, portando all’arresto di Keith Schembri, capo di gabinetto di Muscat, scarcerato poi una volta completati gli interrogatori nei suoi confronti. Per l’omicidio della giornalista è stato invece ufficialmente incriminato Yorgen Fenech, l’imperatore dei casinò, accusato di legami con le mafie italiane e vicino ad ambienti di governo. L’uomo è accusato di essere il mandante dell’autobomba che tolse la vita a Daphne Caruana Galizia.
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Su di lui ipotesi di collegamento con le mafie italiane. Il premier Muscat si dimetterà il 18 gennaio. E i laburisti stanno preparando la successione. In pole l’eurodeputata Dalli.
L’ora del redde rationem è arrivata, a Malta. Mentre il premier Joseph Muscat dovrebbe lasciare al più tardi il 18 gennaio, per l’imprenditore Yorgen Fenech è arrivata l’incriminazione formale per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Per gli inquirenti è il 37enne erede del Tumas Group, trasformato dal padre in un impero di casinò veri e online, alberghi di lusso, porti privati, condomini esclusivi, il mandante dell’autobomba che il 16 ottobre 2017 uccise la giornalista.
DALLI IN POLE PER PRENDERE LA CORONA POLITICA A MUSCAT
Al termine di un’udienza lampo nei suoi confronti sono scattati tre capi di imputazione: organizzò, finanziò e si rese complice dell’omicidio. E si avvicina così l’ora in cui anche il premier Joseph Muscat, con la chiusura dell’inchiesta, dovrà rispondere a chi gli chiede di andarsene. Non solo alle migliaia di maltesi che da giorni protestano in massa sotto le sedi del potere alla Valletta (per domani alle 16, l’ottavo appuntamento), ma anche ad una sempre più larga fetta del partito. Con in prima fila la candidata in pole position per la successione, l‘eurodeputata Miriam Dalli.
IL PARTITO LABURISTA ORGANIZZA LA SUCCESSIONE
La quale ha aperto la giornata con un post su Facebook che ha scatenato i social. «Sono arrabbiata e tradita», ha scritto Dalli, aggiungendo: «So che, come me, moltissime altre persone si sentono come me. Quelli con cui ho parlato, laburisti e non, si sentono disorientati. Non è questione di laburisti o nazionalisti. Questa è una questione che riguarda l’intero paese». Secondo fonti del partito laburista, in queste ore sta venendo messa a punto la macchina per la scelta del successore di Muscat. L’8 gennaio un primo turno di votazione per scremare la rosa dei candidati. Il 18 gennaio il ballottaggio finale. Quel giorno Muscat dovrebbe passare la mano. Ma i convulsi sviluppi delle indagini, delle proteste, delle pressioni internazionali (Parlamento Europeo e Consiglio d’Europa hanno il caso Malta nel mirino, con molti dubbi sul rispetto dello stato di diritto) non fanno escludere accelerazioni.
FENECH E IL SOSPETTO DEI LEGAMI CON LE MAFIE ITALIANE
Yorgen Fenech, (su cui gravano anche sospetti di collegamenti con mafie italiane, con gli investigatori che hanno fatto sapere di star seguendo con la collaborazione dell’Interpol le tracce dei fornitori italiani della bomba) si è dichiarato durante l’udienza ‘non colpevole’. L’imprenditore subito dopo il fermo, e dopo aver tentato di fuggire da Malta con il suo yacht, ha puntato il dito contro Keith Schembri, sostenendo che è stato l’ex braccio destro di Muscat l’ideatore dell’omicidio. Fenech ha chiesto anche la grazia in cambio delle sue prove contro Schembri. Ma non è stato creduto.
LA PROVA DELLA FOTO CON IL TASSISTA USURAIO
Il 29 novembre in tribunale ha dichiarato di avere una foto dell’intermediario, il tassista-usuraio Melvin Theuma che lo ha accusato di essere il mandante, assieme al capo di gabinetto nel suo ufficio all’Auberge de Castille. Ed oggi la foto è puntualmente spuntata in prima pagina sul Malta Today. Prova inconfutabile che i due si conoscevano. Dal gioco delle accuse incrociate ha cercato di smarcarsi il ministro all’Economia, Chris Cardona, quello che si autosospese nel giorno delle dimissioni di Schembri e Mizzi. In una lettera inviata al presidente del Parlamento ha dichiarato di essere preoccupato per aver appreso che c’è stato almeno un tentativo di “incastrare” il suo nome nell’inchiesta. Cardona fu messo sulla graticola da Caruana Galizia nel gennaio 2017, quando sul suo blog raccontò di una serata del ministro in un bordello assieme al suo assistente durante una missione in Germania. Cardona fece causa per diffamazione ma la giornalista venne uccisa prima che il caso potesse essere dibattuto.
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La decisione del premier maltese al culmine della crisi politica generata dall’inchiesta sull’uccisione della giornalista nel 2017. Prima di lui aveva lasciato il suo capo di gabinetto, finito in cella e poi scarcerato. Ed era stato arrestato il mandante dell’omicidio.
Muscat ha incontrato il presidente della Repubblica, George Vella, al quale avrebbe anticipato la volontà di fare un passo indietro. È atteso un discorso televisivo del premier. Secondo due fonti vicine al governo maltese – ha riferito il Times of Malta – Muscat ha intenzione di avviare un processo per individuare una nuova leadership all’interno del partito laburista che dovrebbe condurre alla nomina di nuovo premier entro gennaio 2020.
DOVEVA DIMETTERSI ENTRO 6-9 MESI, POI L’ACCELERATA
Non è ancora chiaro se fino a quel momento il vicepremier Chris Fearne assumerà ad interim la guida del governo. Domenica 24 novembre sempre il Times aveva riferito che Muscat stava pensando di dimettersi «entro sei-nove mesi», ma sull’onda del crescente clima di «disagio, tristezza e dolore» a livello nazionale per l’omicidio della giornalista avrebbe potuto fare un passo indietro prima del previsto.
LA FAMIGLIA DI DAPHNE: «BASTA CONFLITTI D’INTERESSI»
Intanto la famiglia Caruana Galizia si è detta «sgomenta» per la notizia della scarcerazione di Schembri, accusato dall’imprenditore Yorgen Fenech di essere l’ispiratore dell’omicidio di Daphne. In una dichiarazione pubblicata su Facebook, i parenti avevano chiesto anche le dimissioni immediate di Muscat: «Siamo sgomenti di vedere che Schembri è stato rilasciato sotto la supervisione del primo ministro, che continua a svolgere il ruolo di giudice, giuria e carnefice in un’indagine per omicidio che finora coinvolge tre dei suoi più stretti colleghi. Questa parodia di giustizia sta facendo vergognare il nostro Paese, sta facendo a pezzi la nostra società e ci sta degradando. Non può più continuare così. Esortiamo il primo ministro a farsi da parte e lasciare che un altro senza conflitti di interessi prenda il suo posto. Se il premier ha a cuore gli interessi della giustizia e di Malta, dovrebbe dimettersi immediatamente. Il nostro Paese è più importante della sua carriera».
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È questa la cifra che Yorgen Fenech pagò al tassista-usuraio Theuma per assoldare i tre sicari esecutori materiali dell’assassinio. Il parlamento Ue invia una missione urgente a Malta.
Uccidere Daphne Caruana Galizia costò 150 mila euro. È questa la cifra che Yorgen Fenech, il re dei casinò, nonché ad della holding Tumas Group, che cercò di fuggire da Malta in yacht, pagò all’intermediario di morte Melvin Theuma, il tassista-usuraio il cui arresto ha dato la svolta decisiva alle indagini sull’omicidio della giornalista dilaniata e bruciata viva il 16 ottobre 2017 con una autobomba confezionata, piazzata e fatta esplodere dai tre esecutori materiali (Vince Muscat ed i fratelli Vince e George Degiorgio) arrestati già a dicembre, meno di due mesi dopo.
LA CIFRA CONFERMATA DA INTERROGATORI E REGISTRAZIONI
La cifra, secondo «molteplici fonti giudiziarie» citate dal Times of Malta, è emersa tanto nelle registrazioni presentate da Theuma (che ha ottenuto la grazia e il condono tombale per la sua collaborazione e che testimonierà per la prima volta in tribunale) quanto in separati interrogatori dello stesso Theuma e di Fenech. Le fonti hanno riportato anche che, secondo la versione di Theuma, fu l’imprenditore a commissionare l’omicidio e a consegnare fisicamente 150 mila euro a Theuma per i tre sicari.
MISSIONE URGENTE DEL PARLAMENTO UE
Intano, la Conferenza dei presidenti del parlamento europeo ha deciso di inviare una missione urgente per esaminare lo stato di diritto a Malta dopo i recenti sviluppi sul caso. Il parlamento discuterà della situazione a Malta nella plenaria di dicembre. A comunicarlo è stato l’eurodeputato dei Verdi Sven Giegold, che aveva partecipato alla precedente missione del parlamento a Malta, subito dopo l’omicidio della giornalista.
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Nuovi sviluppi giudiziari nelle indagini che scuotono Malta. Oltre a Schembri, finisce in prigione anche Adrian Vella , medico dell’imprenditore e re dei casinò Fenech.
Nuovi sviluppi nell’inchiesta sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia. Keith Schembri, il braccio destro del premier maltese Joseph Muscat, ha passato la notte in cella dopo essere stato fermato dalla polizia in seguito all’interrogatorio e alla perquisizione dell’abitazione privata avvenuti il 26 novembre. In serata è stato fermato anche il dottor Adrian Vella, medico personale del re dei casinò e grande imprenditore Yorgen Fenech, arrestato la settimana scorsa mentre tentava la fuga da Malta a bordo di uno yacht. Vella è sospettato di aver fatto da tramite tra Fenech e Schembri.
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Keith Schembri ha accettato la richiesta di Muscat. Sarà sentito dalla polizia come persona informata dei fatti.
L’arresto di Yorgen Fenech, presunto mandante dell’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, sta scuotendo il governo de La Valletta. Martedì 26 novembre ha dato le dimissioni, dopo due anni di pressioni da parte dell’opposizione e della famiglia della vittima, Keith Schembri, il capo di gabinetto del primo ministro maltese interrogato dalla polizia come persona informata dei fatti. Il primo ministro Joseph Muscat, dando la notizia delle dimissioni, ha ringraziato Schembri sottolineando il suo «ruolo cruciale» nell’azione di governo e annunciando il suo sostituto: Mark Farrugia.
Muscat ha anche sottolineato di aver preso la decisione di chiedere le dimissioni del suo braccio destro dopo consultazioni con diversi esponenti del partito laburista e con lo stesso Schembri. «Continuerò a prendere decisioni per il bene del Paese», ha assicurato Muscat, secondo quanto riportato dal sito di One Tv, il canale del partito laburista.
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Giro d’affari e ombre di uno degli uomini più potenti di Malta. Dagli interessi nel settore energetico al legame coi Panama Papers. Il giornalista Delia: «Questa vicenda contaminerà la politica. Il ministro Mizzi deve dimettersi».
L’hanno bloccato a bordo del suo yacht mentre stava per fuggire da Malta, pochi giorni dopo aver rassegnato le dimissioni dal board di Tumas Group. Yorgen Fenech, arrestato il 20 novembre nell’ambito delle indagini sull’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, è uno degli uomini più potenti di Malta. Figlio del businessman George Fenech e nipote di Tumas Fenech, per anni ha fatto affari in alcuni tra i settori chiave dell’economia dell’isola: turismo, gaming, ma soprattutto energia e shipping. Tumas Group è una delle società più potenti e importanti a Malta, con asset nel 2017 per oltre 350 milioni di euro.
TUMAS GROUP, ASSET MILIONARI E INTERESSI NEL SETTORE ENERGETICO
Tra i beni della società figurano la Portomaso Business Tower di Malta, il vicino hotel Hilton, il ristorante Blue Elephant e soprattutto il Portomaso Casinò, lo stesso dove venne visto Alfred De Giorgio, uno degli indagati nel processo per la morte di Caruana Galizia. Ma non è tutto. Tumas Group, infatti, fa parte del consorzio Electrogas che ha interessi nell’energia ed è in lizza per la costruzione di una centrale Lng nella località di Delimara, progetto appoggiato anche dall’attuale governo che ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia nella campagna elettorale del 2013, sostenendo che una volta in funzione l’impianto avrebbe ridotto le tariffe dell’energia per i maltesi. A sostenere questo progetto fu l’ex ministro dell’Energia, Konrad Mizzi, mentre l’attuale primo ministro, Joseph Muscat, promise che si sarebbe dimesso se non fosse andato in porto.
Quello che da tre anni si vuole coprire è un omicidio compiuto per mettere a tacere una corruzione milionaria
Emanuel Delia, autore di Murder on the Malta Express
Daphne Caruana Galizia aveva iniziato a indagare proprio su queste società e sulle presunte tangenti pagate a due membri del governo laburista di Malta, il capo di gabinetto Keith Schembri e il ministro Mizzi. Tangenti che sarebbero passate attraverso la 17Black, società basata a Dubai – e di cui è amministratore delegato proprio Fenech -, già individuata da Daphne Caruana Galizia. «Quello che da tre anni si vuole coprire», spiega Emanuel Delia, giornalista e autore del libro-inchiesta Murder on the Malta Express. Who killed Daphne Caruana Galizia? (scritto insieme a Carlo Bonini e John Sweeney), «è un omicidio compiuto per mettere a tacere un’indagine su una corruzione milionaria».
IL RUOLO E I TIMORI DEL TASSISTA MELVIN THEUMA
A fare il nome di Fenech è stato Melvin Theuma, un tassista che lavorava nell’hotel Hilton, di proprietà di Tumas Group, individuato già nel 2018 sia dalla polizia sia dai giornalisti di inchiesta maltesi e arrestato nei giorni scorsi. Theuma era stato citato nell’interrogatorio di uno degli indagati, Vincent Muscat, che lo aveva indicato come colui che aveva assoldato i sicari per portare a termine l’omicidio di Daphne Caruana Galizia. E Theuma si aspettava di essere arrestato, tanto da aver dettato il proprio testamento il giorno successivo al fermo dei presunti esecutori materiali del delitto.
I LEGAMI CON LO SCANDALO DEI PANAMA PAPERS
L’arresto di Fenech, prosegue Delia, «avrebbe potuto avvenire molto tempo fa, quando emerse il coinvolgimento di questo tassista. Una volta raccolta la sua testimonianza, hanno provato a ignorarla, a far passare del tempo ma già da tre o quattro mesi noi giornalisti avevamo capito cosa stava succedendo e ci eravamo resi conto che Fenech poteva essere coinvolto». L’indizio, dice Delia, è stato il riferimento alla Portomaso, società in passato vicina a Nitto Santapaola: «Adesso il governo vorrebbe che questa storia non contaminasse il mondo politico, ma è impossibile. E se anche certi personaggi del governo non sono direttamente coinvolti nell’omicidio di Daphne, è certo che ci sia una responsabilità politica cui dovrebbero rispondere. Se tre anni fa, quando emerse il coinvolgimento di Schembri e Mizzi nella questione panamense, Muscat li avesse cacciati dal governo, oggi Daphne sarebbe ancora viva». Ora, dice Delia, «il premier sta rischiando tutto, ma il suo è un governo diviso, che sta sopravvivendo».
Schembri e Mizzi? Nessuno può fargli domande se sono al potere. Dovrebbero lasciare per essere interrogati
Emanuel Delia
E proprio Joseph Muscat continua a ribadire che per il momento sono escluse le dimissioni dei suoi gregari. «È una linea che sta tenendo da tre anni», prosegue Delia, «Muscat ha garantito di propria iniziativa l’immunità all’intermediario che ha promesso di fare il nome dei mandanti, come se fosse lui stesso a condurre le indagini. La verità è che questo omicidio è nato dalle questioni relative alla 17Black e ai Panama Papers, vicende in cui sono coinvolti anche alcuni tra i nostri politici. In questo senso, dovrebbero dimettersi tutti e subito, proprio come è accaduto con il caso di Ján Kuciak (il giornalista di 27 anni ucciso in Slovacchia nel febbraio 2018, ndr)». E sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia conclude: «Non posso affermare che Schembri e Mizzi ne sapessero qualcosa, non ho elementi. Quello che non posso tollerare però è che non lascino la poltrona: nessuno può fargli domande se sono al potere. Dovrebbero lasciare per essere interrogati».
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Si tratta di Yorgen Fenech, l’uomo d’affari su cui indagava la giornalista di Malta. Stava cercando di scappare in yacht.
Poche ore dopo la promessa di grazia chiesta dal premier maltese JosephMuscatal presunto mediatore dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, è stato arrestato il businessman YorgenFenech, uno dei più noti imprenditori di Malta. Era a bordo del suo yacht, intercettato e bloccato dalle forze armate maltesi (Afm) mentre cercava di uscire dalle acque territoriali, dopo aver saputo che il presunto intermediario lo aveva indicato come mandante. Lo riferisce il Times of Malta. Fenech è anche il titolare del fondo segreto 17 Black su cui aveva indagato la giornalista uccisa con un’auto bomba il 16 ottobre 2017.
L’ARRESTO DEL PRESUNTO INTERMEDIARIO
Giovedì scorso era stato arrestato nell’ambito di un’altra indagine un uomo che aveva confessato di essere l’intermediario tra i mandanti dell’omicidio della giornalista e i presunti autori materiali arrestati già due mesi dopo l’assassinio: Vincent Muscat e i fratelli Alfred e George Degiorgio. I suoi avvocati avevano fatto sapere che avrebbe parlato in cambio di un condono tombale di tutti i suoi reati, da ottenere tramite una grazia presidenziale che a Malta soltanto il primo ministro ha il potere di raccomandare al Presidente della Repubblica. Ed il premier Muscat, dopo una consultazione con il Procuratore generale e il capo della polizia, ha annunciato di aver «deciso da solo», ovvero senza consultazione del gabinetto, per il sì: proporrà la grazia, ma a condizione che l’uomo fornisca elementi decisivi e prove certe valide in tribunale, per l’incriminazione del mandante dell’assassinio di Caruana Galizia.
I DUBBI SULLA CREDIBILITÀ DELLA GOLA PROFONDA
Ufficialmente il nome dell’aspirante ‘gola profonda‘ è secretato e l’uomo è tenuto sotto massima protezione in una località segreta, ma l’edizione online di Malta Today ha fatto il nome di tale Melvin Theuma, un tassista maltese con diversi precedenti nel campo dell’usura. Quali siano le ramificazioni della sua attività, in un campo, quello del riciclaggio, in cui a Malta sono risultati coinvolti esponenti legati a ogni mafia, sono tutte da verificare. E sono in molti sui social ad avanzare il sospetto che Theuma stia facendo nomi di comodo.
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Si tratta di Yorgen Fenech, l’uomo d’affari su cui indagava la giornalista di Malta. Stava cercando di scappare in yacht.
Poche ore dopo la promessa di grazia chiesta dal premier maltese JosephMuscatal presunto mediatore dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, è stato arrestato il businessman YorgenFenech, uno dei più noti imprenditori di Malta. Era a bordo del suo yacht, intercettato e bloccato dalle forze armate maltesi (Afm) mentre cercava di uscire dalle acque territoriali, dopo aver saputo che il presunto intermediario lo aveva indicato come mandante. Lo riferisce il Times of Malta. Fenech è anche il titolare del fondo segreto 17 Black su cui aveva indagato la giornalista uccisa con un’auto bomba il 16 ottobre 2017.
L’ARRESTO DEL PRESUNTO INTERMEDIARIO
Giovedì scorso era stato arrestato nell’ambito di un’altra indagine un uomo che aveva confessato di essere l’intermediario tra i mandanti dell’omicidio della giornalista e i presunti autori materiali arrestati già due mesi dopo l’assassinio: Vincent Muscat e i fratelli Alfred e George Degiorgio. I suoi avvocati avevano fatto sapere che avrebbe parlato in cambio di un condono tombale di tutti i suoi reati, da ottenere tramite una grazia presidenziale che a Malta soltanto il primo ministro ha il potere di raccomandare al Presidente della Repubblica. Ed il premier Muscat, dopo una consultazione con il Procuratore generale e il capo della polizia, ha annunciato di aver «deciso da solo», ovvero senza consultazione del gabinetto, per il sì: proporrà la grazia, ma a condizione che l’uomo fornisca elementi decisivi e prove certe valide in tribunale, per l’incriminazione del mandante dell’assassinio di Caruana Galizia.
I DUBBI SULLA CREDIBILITÀ DELLA GOLA PROFONDA
Ufficialmente il nome dell’aspirante ‘gola profonda‘ è secretato e l’uomo è tenuto sotto massima protezione in una località segreta, ma l’edizione online di Malta Today ha fatto il nome di tale Melvin Theuma, un tassista maltese con diversi precedenti nel campo dell’usura. Quali siano le ramificazioni della sua attività, in un campo, quello del riciclaggio, in cui a Malta sono risultati coinvolti esponenti legati a ogni mafia, sono tutte da verificare. E sono in molti sui social ad avanzare il sospetto che Theuma stia facendo nomi di comodo.
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Secondo i media della Valletta, l’intesa prevede che le forze armate dell’isola segnalino alle motovedette di Tripoli le imbarcazioni dei trafficanti prima che entrino nelle acque territoriali. Alarm Phone: «Così si impedisce di fuggire da una zona di guerra».
Un accordo segreto tra Malta e Libia, per un coordinamento tra le forze armate dell’isola (Marina compresa) e la controversa Guardia costiera di Tripoli. L’intesa, secondo il quotidiano Times of Malta, prevede che i barconi dei migranti vengano segnalati dalla Marina maltese alle motovedette libiche prima che facciano ingresso nelle acque della Valletta, affinché vengano intercettati e riportati indietro. Per Alarm Phone si tratta di un fatto gravissimo, perché l’accordo «impedisce alle persone di fuggire da una zona di guerra e viola le convenzioni internazionali sui diritti umani»
Il sito web del Times of Malta pubblica la foto di un incontro tra il colonnello maltese Clinton O’Neil, capo delle operazioni e dell’intelligence Afm, ed il vicepremier libico Ahmed Maiteeq, organizzato dall’ambasciatore maltese a Tripoli. In primo piano, un membro del gabinetto del primo ministro maltese, Neville Gafà, più volte accusato di corruzione nel rilascio di visti per ragioni mediche irregolarmente concessi.
Secondo l’edizione domenicale del quotidiano maltese, Gafà si è accreditato come “inviato speciale del premier Joseph Muscat” in incontri con il governo libico e lo scorso anno fu costretto ad ammettere di aver avuto un incontro con Hajthem Tajouri, leader di una milizia che gestisce un campo privato di detenzione ed il racket delle estorsioni. Secondo quanto indicato da fonti di alto livello del governo, citate dal quotidiano, i primi contatti tra La Valletta e Tripoli risalirebbero allo scorso anno.
“Ora abbiamo raggiunto un accordo che possiamo chiamare di comprensione con i libici – ha detto la fonte – Quando c’è un battello che si dirige verso le nostre acque, la Afm si coordina con i libici che li prende e li riporta in Libia prima che entrino nelle nostre acque e diventino di nostra responsabilità”. La fonte governativa, secondo il Times of Malta, avrebbe anche sottolineato che senza l’accordo l’isola sarebbe stata “sommersa dai migranti”.
Dal gabinetto del primo ministro, un portavoce ha affermato che incontri bilaterali vengono continuamente condotti da Malta su base regolare, aggiungendo che il paese “rispetta sempre” le convenzioni e le leggi internazionali. “L’Ue – ha detto – si spende attivamente a favore del rispetto delle istruzioni delle competenti autorità europee che sono contro l’ostruzione delle operazioni condotte dalla guardia costiera libica, che è finanziata ed addestrata dall’Unione europea stessa per sostenere la gestione dei migranti e combattere il traffico di esseri umani”. La Ong
Alarm Phone su Twitter ha commentato: “Sebbene non sia una sorpresa, ora è confermato che le autorità maltesi coordinano le intercettazioni in collaborazione con la Libia. Questo impedisce alle persone di fuggire da una zona di guerra e viola le convenzioni internazionali dei diritti dell’uomo”.
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