Eni, un’agenda digitale per un Gruppo sempre più sostenibile

Tecnologia, decarbonizzazione, transizione energetica e valorizzazione delle persone. Luigi Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni, spiega a Lettera 43 come sta cambiando il volto della multinazionale.

Sicurezza delle persone e degli
impianti, decarbonizzazione, transizione energetica e miglioramento
dell’efficienza su tutti i fronti. Sono questi i capisaldi sui quali il gruppo
Eni vuole focalizzare la sua strategia per la trasformazione digitale del
gruppo. A spiegarlo a Lettera43 è Luigi Lusuriello, Chief Digital Officer
della multinazionale. «Nel nostro processo di trasformazione in campo
digitale», sottolinea il manager, «utilizziamo tutte le tecnologie disponibili
sul mercato, singolarmente o combinate tra loro: parlo in particolare di
intelligenza artificiale, robotic process automation, deep learning, ma anche
blockchain per gestire i processi interni, IoT, realtà virtuale e aumentata».

Lusuriello, tutta questa
tecnologia non fa passare in secondo piano il ruolo delle persone?

La nostra visione riguarda anche e
soprattutto una trasformazione del modo di lavorare e di relazionarsi delle
persone coinvolte, alle quali la tecnologia, se adottata attraverso soluzioni
efficaci, può portare nuovi strumenti a supporto e rafforzamento delle proprie
capacità. La tecnologia può
esprimere il proprio potenziale solo se mettiamo al centro le persone, che
devono essere libere di personalizzare gli strumenti sviluppati e così
migliorare le proprie performance.

Tutto ciò richiede anche un grande
sforzo di change management, per avvicinare sempre più le persone alla
tecnologia, utilizzandola come uno strumento per migliorare la qualità e l’efficacia del loro lavoro e
non per sostituire la loro capacità ed
esperienza, che hanno valore fondamentale e distintivo per Eni. 

Come riuscite a misurare
l’efficacia dei vostri processi di digitalizzazione?

È molto importante per noi tenere sotto
controllo l’efficacia delle iniziative di trasformazione digitale, sia dal
punto di vista economico che qualitativo per migliorare processi, efficienza e
sicurezza. Le nostre iniziative di Open Innovation valorizzano idee provenienti
dall’esterno, da startup o da centri di ricerca universitari con i quali
collaboriamo stabilmente, e i progetti vengono sempre sottoposti, in una prima
fase di validazione, a test tecnici e di resa economica, superata la quale
vengono poi rapidamente implementati nei nostri siti o nei nostri processi,
passando da scala sperimentale a scala industriale. Per questo motivo, Eni è
fortemente impegnata nella costante analisi del rapporto costi/benefici delle
sue iniziative in ambito digital transformation attraverso la definizione di
indicatori specifici di performance per ogni ambito delle sue operazioni, e
allineando sempre misurazione e pianificazione al più ampio piano strategico
adottato per perseguire la propria mission di decarbonizzazione.

Ha parlato di progetti: quali state
portando avanti?

Nel nostro Piano 2020-2023 ci siamo dati un programma strutturato, una “agenda digitale”, che include 11 gruppi di iniziative in tutti gli ambiti delle nostre attività, come quello delle geoscienze, delle analisi avanzate dei giacimenti, o del training simulativo tramite lo sviluppo di vere e proprie “copie digitali” dei nostri impianti. Altre iniziative riguardano ad esempio l’area logistica, della sicurezza delle persone o delle funzioni di compliance, o ancora della gestione integrata dei nostri impianti. Uno dei nostri principali progetti è quello della Lighthouse, un impianto completamente digitalizzato dove da un unico sistema di controllo, l’Integrated Operation Center (IOC), si ha accesso in tempo reale a tutte le informazioni dei processi principali del sito e si ricevono alert, generati dai modelli predittivi, su potenziali eventi rilevanti.

Ci dica di più sul progetto
Lighthouse…

Si ha accesso a tutte le informazioni
dei processi più rilevanti per il sito e si ricevono le indicazioni operative
che si generano dalle soluzioni digitali adottate. Per costruire la Lighthouse
il personale operativo del sito dispone di una “biblioteca” di soluzioni digitali già testate e seleziona quelle che meglio si adattano allo specifico
sito: al centro della trasformazione digitale c’è sempre la persona con le sue
competenze.

Come può la digitalizzazione
migliorare la sostenibilit
à ambientale
delle attivit
à di Eni,
nell’ottica di una strategia di riduzione delle emissioni ed economia
circolare?

Per Eni il digitale è la leva per lo sviluppo sostenibile, per accelerare la crescita economica, favorire l’accesso all’energia e il rispetto dell’ambiente. È anche attraverso il digitale che Eni punta ad essere carbon neutral nel lungo termine e ad avere un impatto sempre più positivo per la società, in linea con la propria mission. L’adozione di soluzioni digitali innovative apporta un contributo decisivo alla visione di Eni per l’economia circolare, ad esempio tramite programmi di gestione della supply chain sostenibile, nell’ambito della bio-raffinazione, o anche in ambito retail, grazie alla diffusione di applicazioni mobili sia all’interno dell’azienda che presso i clienti.

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Eni, al Muse tornano a splendere le casette per l’economia circolare

La multinazionale ha siglato una partnership con il museo trentino per un programma di attività al fine di responsabilizzare i cittadini. A partire da Circular evolutions, installazione visitabile fino a marzo 2020.

Efficienza
energetica, meno sprechi e tecnologie innovative. C’è questo alla base del
concetto di economia circolare. E questi intendimenti sono l’anima di “Circular
Evolutions”, l’installazione di Eni gas e luce che dopo essere stata all’Orto
Botanico di Milano, al Fuorisalone 2018 e a Videocittà a Roma, adesso sbarca al
MUSE. Il museo delle scienze di Trento, infatti, ha siglato un accordo di
collaborazione con Eni, che ha acquisito la qualifica di “Circular Partner”,
all’interno di un articolato programma di attività. La prima declinazione di
questa collaborazione è appunto “Circular Evolutions”, che ha
inaugurato lo scorso 12 dicembre e sarà visitabile nel giardino del MUSE fino a
marzo 2020.

UN’INSTALLAZIONE DI 405 CASETTE

Circular Evolutions, frutto di una più ampia collaborazione tra Eni e MUSE sul tema dell’economia circolare, è un’installazione diffusa formata da 405 casette – realizzata da Eni ed Eni gas e luce e ideata dallo studio internazionale di architettura Mario Cucinella Architects in collaborazione con SOS – School of Sustainability – recuperando e rilanciando, in modo circolare, nel nuovo allestimento di Trento, le casette utilizzate in occasione del FuoriSalone 2018. Protagonista dell’installazione è la casa, intesa come luogo di protezione ma anche crescita ed educazione delle persone. Ogni casa rappresenta, infatti, un laboratorio continuo di scelte che possono contribuire ad aumentare la consapevolezza energetica.

L’OBIETTIVO È RESPONSABILIZZARE I CITTADINI

Metafora dell’evoluzione circolare delle risorse, Circular Evolutions parte quindi dal micro – dall’azione virtuosa del singolo all’interno della propria casa e nei confronti dell’ambiente – e arriva al macro, dove genera effetti positivi creando nuove sinergie con le aziende per le città, i territori, le risorse idriche, forestali e agricole. L’individuo, consapevole e responsabilizzato, diventa quindi il principale attore del cambiamento, mentre la città si trasforma in un vero e proprio ecosistema formato da differenti livelli di comunicazione e da un ritrovato rapporto simbiotico con gli elementi naturali che la circondano. Nasce così uno scenario dove i concetti dell’economia circolare vengono applicati dalle persone, nei loro gesti quotidiani, e dalle aziende, nelle loro strategie, dando così impulso a un nuovo sistema di sviluppo e crescita sostenibile.

UN PALINSESTO DI INCONTRI SULL’ECONOMIA CIRCOLARE

Nell’ambito della collaborazione con Eni, il MUSE sta realizzando alcuni contenuti per il portale web EniScuola, sempre dedicati al tema dell’economia circolare e specialmente inerenti ai rifiuti come risorsa, al ciclo di vita della plastica, ai Repair Café per imparare a riparare e riutilizzare e sta ideando un laboratorio-gioco “Chi vuol essere sostenibile”, erogato nelle scuole primarie coinvolte dal progetto Circular School di Eni, incentrato sulle dinamiche di cooperazione tra i ragazzi e supportato da un videotutorial di approfondimento per i docenti. La collaborazione tra MUSE e Eni prevede, per il prossimo anno, un palinsesto di incontri e appuntamenti sui principi dell’economia circolare e delle relative aree di sviluppo, con un format di dialogo a più voci, allo scopo di ispirare e innescare la presa di coscienza della responsabilità personale nel “fare la differenza” tutti insieme.

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Eni, i diritti umani al centro con “Eni For Human Rights”

La società guidata da Claudio Descalzi ha pubblicato il primo report che fornisce informazioni dettagliate sul suo impegno in materia di diritti umani. Nel 2018 formati oltre diecimila dipendenti.

I diritti umani prima di tutto.
Evidentemente è la priorità anche di Eni, che in occasione della Giornata
Internazionale dei Diritti Umani ha rilasciato un documento di 96 pagine, “Eni
For Human Rights
”, che fornisce informazioni trasparenti e concrete sul suo
impegno per il rispetto dei diritti umani. Il rapporto rende conto delle
attività portate avanti in questo ambito e si basa sul lavoro svolto negli
ultimi anni con la collaborazione e il contributo di esperti internazionali e
organizzazioni di settore. I numeri dell’impegno sono cresciuti di anno in
anno, a partire dalla formazione di una cultura aziendale comune sul tema dei
diritti umani. A tal punto che, solo nel 2018, sono state erogate 10.653 ore di
lezione sui diritti umani a oltre 10.557 persone Eni: di cui 164 in classe e
10.489 da remoto. “Questo documento mostra come il rispetto dei diritti
umani sia integrato in ogni nostra attività, coinvolgendo le oltre 30.000
persone Eni e definendo il modo in cui ci relazioniamo con i nostri partner e
fornitori, oltre che con le comunità locali che ci ospitano”, ha dichiarato
Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. “L’integrazione del
rispetto dei diritti umani è un processo in continua evoluzione: per questo ci
impegniamo per il miglioramento continuo e crediamo che la trasparenza e la
responsabilità supportino i nostri sforzi per salvaguardare e diffondere una
cultura dei diritti umani”, ha quindi aggiunto Descalzi.

ENI AL TOP GLOBALE PER IL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

A novembre 2019, Eni si è classificata nel top 4% tra le 200 società valutate dal Corporate Human Rights Benchmark (CHRB) ed è risultata essere best performer nella sezione “Company Human Rights Practices”. A settembre 2019, Eni è stata confermata tra le imprese Global Compact LEAD  individuate per l’elevato livello di impegno nell’iniziativa Global Compact delle Nazioni Unite – un movimento globale di aziende e stakeholder che si assumono responsabilità condivise per creare un futuro sostenibile.

ENI ANNUNCIA LA SUA NUOVA MISSION

Come dichiara la società attraverso i suoi canali ufficiali, il rispetto dei diritti umani è il prerequisito per sostenere una transizione energetica equa ed è radicato nel modello di business di Eni. Salvaguardare la dignità di tutti è fondamentale per poter operare nel lungo periodo e supportare lo sviluppo dei paesi ospitanti. L’approccio di Eni ai diritti umani è un elemento centrale della nuova missione aziendale, ispirata dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). A dicembre 2018 il Consiglio di Amministrazione ha approvato la Dichiarazione Eni sul rispetto dei Diritti Umani che, seguendo i Principi Guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani (UNGPs), riflette le questioni più rilevanti (salienti) in materia di diritti umani dell’azienda. Il top management di Eni è attivamente impegnato nella sua promozione.

LA DUE DILIGENCE SUI DIRITTI UMANI

Inoltre, Eni ha sviluppato un’ampia gamma di processi e strumenti per valutare i rischi e gestire gli impatti e le questioni rilevanti in materia di diritti umani, in particolare in merito al lavoro, la catena di fornitura, i rapporti con le comunità e le attività di security. La società si impegna a progettare, implementare e rendicontare il proprio processo di Due diligence sui diritti umani. Per trasformare questa visione in azioni concrete, Eni ha messo in atto iniziative e programmi di sensibilizzazione e formazione con il supporto del top management. Ad esempio, il programma di formazione erogato da Eni negli ultimi 3 anni ha visto la partecipazione di 31.000 persone, mentre il 100% dei fornitori è stato valutato in linea con i parametri di responsabilità sociale.

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Eni lancia la sfida alle startup per un progetto con le persone al centro

Si chiama “Digital HR: innovare per crescere”. L’obiettivo è selezionare tre idee innovative nel campo delle risorse umane con la prospettiva di collaborare con la multinazionale. C’è tempo fino al 21 dicembre.

Eni chiama a raccolta le startup innovative per “Digital HR: innovare per crescere”, progetto in collaborazione con Cariplo Factory, l’hub di innovazione che dal 2016 accompagna la crescita di talenti, innovatori e startup italiane a elevato potenziale. L’obiettivo è selezionare tre idee innovative che possano coinvolgere le persone di Eni in un percorso di conoscenza e crescita, alimentare la qualità delle relazioni tra le persone e tra le persone e l’azienda, individuare strumenti innovativi per la loro gestione e la formazione continua. Questa nuova iniziativa fa seguito alla Call For Growth Eni lanciata, sempre in collaborazione con Cariplo Factory, a ottobre 2018 nel campo della digital transformation che ha portato tre startup italiane ad avviare progetti pilota con Eni.

C’È TEMPO FINO AL 21 DICEMBRE

Le startup interessate hanno tempo fino al 21 dicembre 2019: per aderire alla call, le startup devono effettuare la richiesta online al sito enicallforstartuphrdigital. Dopo la fase preliminare di screening, le startup saranno coinvolte in un Selection Day che si svolgerà a Milano, in Cariplo Factory, il giorno 3 marzo 2020. Nel corso di questo evento Eni avrà l’occasione di valutare le soluzioni più adatte alle proprie esigenze e si riserverà la possibilità di attivare un percorso di collaborazione congiunta. Di seguito, più nel dettaglio, sono elencati le tracce per presentare i progetti.

PRIMA AREA: MISURARE LA QUALITÀ DELLE RELAZIONI

A questo ambito fanno riferimento soluzioni digitali per innovare il processo di engagement e feedback in un’ottica di continuous process. Tali soluzioni supporteranno valutazioni e decisioni in ambito HR grazie alla misurazione e all’analisi della qualità delle relazioni interne, del network organizzativo e della vita professionale, e alla raccolta e analisi dei feedback su comportamenti e performance.

SECONDA AREA: ALIMENTARE LE RELAZIONI TRA PERSONE E AZIENDA

A questo ambito fanno riferimento soluzioni digitali volte al miglioramento delle relazioni tra persona e azienda e persona/persona attraverso la raccolta e una più efficace analisi e rappresentazione di informazioni relative a esperienze e competenze professionali e non, motivazioni e ambiti di interesse formativo e lavorativo. Lo scopo è quello di migliorare la relazione con altri colleghi e con l’azienda, anche per la promozione di percorsi di sviluppo professionale e personale.

TERZA AREA: UNA MARCIA IN PIÙ PER LA FORMAZIONE

Qui siamo nel campo delle proposte di soluzioni digitali nel settore della formazione continua, volte ad ottimizzare e innovare i tradizionali processi di learning e training aziendali (es. soluzioni relative a “learning in the flow of work”, soluzioni di micro-learning per l’apprendimento continuo per supportare upskilling e reskilling delle persone, piattaforme di apprendimento e soluzioni digitali che sfruttano tecnologie innovative, come VR e AR, AI, Chatbot, voice/image recognition).

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