Le ultime notizie sul decreto fiscale del 4 dicembre 2019

Salta il bonus airbag per le moto perché mancano le coperture. E le norme sulla Rc auto familiare saranno riviste. Il testo torna in commissione

Cancellare il bonus per l’acquisto di airbag per la moto perché mancano le coperture. E’ una delle 16 condizioni contenute nel parere favorevole della commissione Bilancio della Camera sulle modifiche apportate dalla commissione Finanze al decreto fiscale. Tra gli emendamenti da rivedere per sistemare le coperture la tassa sui container, i ritocchi all’esterometro e agli sgravi per i lavoratori impatriati, il fondo per le vittime dell’amianto, il credito d’imposta per le commissioni anche sui pagamenti via smartphone.

In arrivo una revisione delle norme sulla nuova Rc auto familiare, prevista nel decreto fiscale. Secondo quanto si apprende da fonti di governo si sta aspettando una riformulazione dell’emendamento già approvato dalla commissione Finanze della Camera. Il decreto dovrebbe tornare in commissione, anche per lo stop per le coperture a diverse modifiche arrivato dalla commissione Bilancio, e in quella sede dovrebbe essere corretta anche la norma che estende la classe più favorevole a tutti i veicoli assicurati in famiglia, anche in occasione dei rinnovi.

Salta l’ampliamento della platea del 730: la commissione Bilancio della Camera ha inserito tra le modifiche che non rispettano l’articolo 81 della Costituzione l’emendamento al decreto fiscale approvato dalla commissione Finanze della Camera. La Bilancio chiede anche, ma tra le condizioni che non devono obbligatoriamente essere recepite, che si cancelli pure lo slittamento al 30 settembre per la presentazione della dichiarazione, che “comporta criticità” nel monitoraggio delle entrate “soprattutto in relazione all’aggiornamento” del Def.

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Dal 730 all’Iva sugli assorbenti: gli emendamenti al dl fisco

Le modifiche al calendario fiscale. L’abrogazione delle multe ai negozianti senza Pos. I 180 milioni per polizia e vigili del fuoco. Gli interventi approvati dalla commissione Finanze.

Abrogazione delle multe per i negozianti che non hanno il Pos, calo dell’Iva sugli assorbenti, slittamento a settembre della scadenza per il 730. Sono alcuni degli interventi previsti dagli emendamenti al decreto fiscale, approvati dalla commissione Finanze della Camera in una seduta che ha superato le 14 ore. Il testo, in prima lettura a Montecitorio, è atteso in Aula per la discussione generale la sera del 2 dicembre ma non si esclude che l’avvio dell’esame da parte dell’Assemblea possa slittare di 24 ore. Ecco gli emendamenti più importanti, nel dettaglio.

ABROGATE LE MULTE PER I NEGOZIANTI SENZA POS

Vengono abrogate le sanzioni per i negozianti che non hanno il Pos per i pagamenti con carta di credito e debito. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario al Mef, Alessio Villarosa: «Pensavate passasse la norma senza la riduzione delle commissioni… invece no. Come promesso, non c’è il protocollo per ridurre i costi delle transazioni alle imprese? E allora non ci saranno neanche le sanzioni a chi non ha il Pos. Ogni promessa è debito».

SLITTANO LE SANZIONI SUI SEGGIOLINI PER BAMBINI

Vengono rinviate al 6 marzo le multe per chi non si adegua alle nuove norme sui seggiolini auto per i bambini. Salgono inoltre da uno a 5 milioni gli stanziamenti previsti nel 2020 per le agevolazioni sotto forma di credito di imposta.

L’IVA SUGLI ASSORBENTI SCENDE AL 5%

L’Iva passa dal 22% al 5% per gli assorbenti compostabili o lavabili. Villarosa ha spiegato che «c’è un impegno del governo per intervenire totalmente» sulla questione, in modo da allargare lo spettro delle tipologie di prodotti igienici femminili per i quali sarà abbassata l’Iva.

LA SCADENZA PER IL 730 SLITTA AL 30 SETTEMBRE

Si riscrive il calendario fiscale, con la scadenza del 730 che passa dal 23 luglio al 30 settembre. Cresce anche la platea dei contribuenti che possono usare il 730: oltre ai dipendenti e ai pensionati, possono presentarlo anche i titolari di redditi assimilati a quello di lavoro dipendente e i titolari di redditi di lavoro autonomo occasionale.

IN ARRIVO 180 MILIONI PER POLIZIA E VIGILI DEL FUOCO

In arrivo 180 milioni di euro per gli straordinari delle forze di polizia e dei Vigili del fuoco. Il testo riguarda compensi non ancora liquidati e riferiti a prima del 2019. Per le forze di polizia vengono stanziati 175 milioni mentre cinque milioni vengono stanziati per i Vigili del fuoco.

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Dl Fisco, la maggioranza trova l’accordo sul carcere ai grandi evasori

Il Governo trova l’intesa. Confindustria preoccupata «Preoccupazione per il continuo ampliamento della sfera penale ai fatti economici».

La tanto attesa fumata bianca sul dl Fisco è finalmente arrivata. La maggioranza, infatti, ha trovato l’accordo sull’inasprimento del carcere ai grandi evasori, uno dei punti imprescindibili per il M5s. Due emendamenti dei relatori riducono l’aumento delle pene per i comportamenti non fraudolenti, come la dichiarazione infedele e l’omessa dichiarazione, e rivedono sia la disciplina della confisca per sproporzione, prevista per i reati più gravi, sia la responsabilità amministrativa delle imprese. Entrambi gli emendamenti sono attesi alla Camera e dovrebbero essere votati già nella serata di domenica 1 dicembre 2019.

GLI EMENDAMENTI SPAVENTANO CONFINDUSTRIA

L’accordo all’interno della maggioranza è stato preso nello stesso giorno in cui Confindustria aveva diramato un comunicato «contro la criminalizzazione delle imprese». L’organizzazione rappresentativa delle imprese aveva da poco ribadito la sua «profonda preoccupazione per il continuo ampliamento della sfera penale ai fatti economici». Il punto toccato da Confindustria e quello inerente all’ambito applicativo del decreto 231 ai reati tributari. Si tratta di «un approccio iper repressivo. Questo non è certamente questo proliferare di interventi penali, volti a criminalizzare il mondo dell’impresa, il modo corretto per combattere l’evasione e far crescere l’economia del Paese», si legge nel comunicato.

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La scadenza (da non mancare) per la pace fiscale

Entro il 2 dicembre 1,8 milioni di contribuenti sono chiamati a pagare la rata per rottamazione-ter saldo e stralcio. Le cose da sapere.

Entra nel vivo la pace con il fisco: entro lunedì 2 dicembre 1,8 milioni di contribuenti sono chiamati a pagare per la rottamazione-ter e il saldo e stralcio. Chi non paga lunedì perde i benefici. Ma è comunque prevista una tolleranza di cinque giorni. Quindi chi paga entro il 9 dicembre rientra comunque. Si tratta di una platea di 1,8 milioni di contribuenti per oltre 15 milioni di cartelle e avvisi che saranno pagati in modo agevolato (11,4 milioni per la rottamazione-ter e 4,2 milioni per il saldo e stralcio). La scadenza del 2 dicembre (il termine fissato al 30 novembre cade di sabato ed è posticipato al lunedì successivo) riguarda il pagamento della prima rata di circa 385 mila contribuenti che hanno aderito al saldo e stralcio e di circa 267 mila “ritardatari” della rottamazione-ter, cioè chi ha usufruito della riapertura dei termini fino al 31 luglio 2019 per presentare la domanda (la scadenza iniziale era fissata al 30 aprile 2019).

COSA SUCCEDE IN CASO DI MANCATO PAGAMENTO

A questa platea si aggiungono circa 1 milione e 170 mila contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-ter entro il 30 aprile, compresi coloro che hanno mancato l’appuntamento della prima rata fissato allo scorso 31 luglio. Per questi ultimi, infatti, è prevista la possibilità di rientrare nei benefici della rottamazione saldando prima e seconda rata entro il 2 dicembre. Alla stessa data è fissato il termine per il pagamento della seconda rata della rottamazione-ter per i contribuenti che hanno versato la prima entro lo scorso 31 luglio. Il mancato, insufficiente o tardivo pagamento anche di una sola rata, oltre la tolleranza di cinque giorni prevista per legge (sono validi i pagamenti effettuati entro il 9 dicembre 2019), determina l’inefficacia della definizione agevolata, il debito non potrà essere più rateizzato e l’Agente della riscossione dovrà riprendere le azioni di recupero.

LE ISTRUZIONI PER PAGARE LE RATE

È possibile pagare le rate del saldo e stralcio e della rottamazione-ter presso la propria banca, agli sportelli bancomat abilitati ai servizi di pagamento Cbill, con il proprio internet banking, agli uffici postali, nei tabaccai aderenti a Banca 5 SpA e tramite i circuiti Sisal e Lottomatica, sul portale www.agenziaentrateriscossione.gov.it e con l’app Equiclick tramite la piattaforma PagoPa oppure direttamente agli sportelli. Infine, è possibile effettuare il versamento mediante compensazione con i crediti commerciali non prescritti, certi liquidi ed esigibili (c.d. crediti certificati) maturati per somministrazioni, forniture, appalti e servizi nei confronti della Pubblica amministrazione. Sul sito sono attivi i servizi online per richiedere la copia della “Comunicazione delle somme dovute” con i relativi bollettini e per scegliere le cartelle/avvisi che si intendono effettivamente pagare in via agevolata.

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Le tasse pagate dai giganti del web in Italia

Nel 2018 le 15 maggiori compagnie hanno versato al Fisco appena 64 milioni di euro, il 2,7% del loro fatturato. Lo studio di Mediobanca.

Appena 64 milioni di euro, corrispondenti al 2,7% del fatturato. A “tanto” ammontano le tasse pagate in Italia nel 2018 dai giganti del web, da Amazon a Microsoft e Google, passando per Facebook e Alibaba. Apple, non inclusa nel campione, ha pagato 12,5 milioni.

I dati sono contenuti nell’ultimo report di Mediobanca, secondo cui a livello globale le 25 maggiori compagnie con fatturato superiore a 8 miliardi di euro hanno risparmiato oltre 49 miliardi di tasse, spostando circa il 50% degli utili in Paesi con regimi fiscali più favorevoli. Il risparmio sale a 74 miliardi se si includono i 25 di Apple.

Per quanto riguarda l’Italia, le società analizzate dallo studio di Mediobanca sono 15. Microsoft ha pagato 16,5 milioni, Amazon 6 milioni, Google 4,7 milioni, Oracle 3,2 milioni, Facebook 1,7 milioni. Al conto vanno aggiunte le sanzioni, per un totale di 39 milioni, applicate dopo aver raggiunto accordi con l’Agenzia delle Entrate.

Il fatturato aggregato realizzato in Italia dai 15 giganti è pari a 2,4 miliardi di euro e i 64 milioni pagati nel 2018 rappresentano, come detto sopra, appena il 2,7%. Tale quota risulta in calo rispetto al 2017 (2,9%). In Italia, per giunta, rimane solo il 14% della liquidità totale, mentre l’84,7% confluisce in Paesi a fiscalità agevolata.

A livello mondiale, l’aliquota media effettiva pagata dal campione considerato è stata pari 14,1%. Cifra di gran lunga inferiore al 21% ufficialmente in vigore negli Stati Uniti e al 25% in vigore in Cina.

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Ipotesi sgravio fiscale per le imprese che mantengono le neo mamme al lavoro

L’idea annunciata dalla ministra Catalfo. Ma il Pd è critico: «Era una proposta della Lega. Perché premiare chi rispetta la legge?».

Uno sgravio fiscale per quelle imprese dove le donne restano al lavoro anche dopo la maternità. Sarebbe questa l’idea del governo per aumentare il tasso delle donne al lavoro in Italia, tra i più bassi d’Europa. «Stiamo studiando una norma da inserire in manovra che mantiene la donna dopo la maternità a lavoro dando un esonero contributivo al datore di lavoro», ha dichiarato la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, parlando all’anteprima del Festival organizzato dai consulenti del Lavoro.

IL PD: «PERCHÉ PREMIARE CHI RISPETTA LA LEGGE?»

La ministra quindi ha sottolineato la volontà di intervenire sul fenomeno che vede «le donne spesso lasciare il lavoro dopo il primo anno di maternità». La proposta, tuttavia, è controversa. Dal Partito democratico, Chiara Gribaudo ha commentato: «È una proposta già avanzata dalla Lega, che infatti criticammo», ha ricordato la vice capogruppo alla Camera. «Perché dovremmo premiare un’impresa che semplicemente rispetta le regole? Sarebbe una legittimazione per quelle che costringono alle dimissioni le madri lavoratrici o le licenziano appena la legge lo consente».

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Un sistema a punti per rimborsare chi paga con carte e bancomat

Per i più “virtuosi” il cashback potrebbe arrivare fino a 2 mila euro. Come cambia il decreto fiscale con la conversione in legge.

Un sistema a punti per rimborsare chi effettua pagamenti digitali, che premierà di più chi paga con carte di credito e bancomat il meccanico o l’idraulico rispetto a chi usa questi metodi per fare la spesa al supermercato.

Con la conversione in legge del decreto fiscale, il governo sta predisponendo una delle misure-chiave per promuovere la moneta elettronica, che potrebbe fruttare ai più “virtuosi” fino a 2 mila euro di cashback.

La riforma partirebbe a luglio, dunque entrerebbe in vigore nella seconda parte del 2020.

LEGGI ANCHE: Dalla plastic tax all’Imu, raffica di emendamenti alla manovra

IL PD CHIEDE DI AZZERARE LE COMMISSIONI BANCARIE PER LE PICCOLE TRANSAZIONI

La spinta passerà anche per «tagli drastici» alle commissioni bancarie, come promesso dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Il Pd, con un apposito emendamento, ha chiesto addirittura di azzerarle entro i 15 euro.

I RITOCCHI SULLE MISURE ANTI-EVASIONE

Tra le modifiche più attese al decreto fiscale ci sono anche quelle che riguardano il carcere per i grandi evasori, ovvero per chi evade più di 100 mila euro. Per il premier Giuseppe Conte si tratta di una «battaglia di giustizia sociale», ma Italia viva ne aveva chiesto l’abolizione. Di sicuro sarà rivista la normativa sulle ritenute negli appalti e qualche ritocco potrebbe arrivare anche sulle indebite compensazioni.

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Nel dl Fisco salta il taglio dell’Iva sugli assorbenti

Dichiarato inammissibile l’emendamento che proponeva una riduzione delle tasse dal 22% al 10% sui prodotti igienici femminili. Prima firmataria Boldrini del Pd. Bocciati pure scudo penale per Mittal, canoni delle spiagge e airbag per motociclisti. Gli ultimi aggiornamenti.

Niente taglio delle tasse sugli assorbenti. La commissione Finanze della Camera ha dichiarato inammissibile l’emendamento al decreto legge Fisco che chiedeva una riduzione dal 22% al 10% dell’Iva su una serie di prodotti igienici femminili, fra cui appunti gli assorbenti.

PRIMA FIRMATARIA LAURA BOLDRINI DEL PD

L’emendamento, con prima firmataria Laura Boldrini del Partito democratico, era stato presentato da una trentina di parlamentari sia di maggioranza sia di opposizione.

LO SCUDO PENALE PER MITTAL? ESTRANEITÀ DI MATERIA

La stessa commissione ha respinto anche le proposte di modifica presentate da Italia viva e Forza Italia per reintrodurre lo scudo penale per l’ex Ilva. La motivazione sarebbe l’estraneità di materia.

BOCCIATURE PER CANONI DELLE SPIAGGE E AIRBAG SULLE MOTO

Niente da fare poi per gli emendamenti del Movimento 5 stelle che prevedevano una sospensione nel 2020 del pagamento dei canoni per le concessioni delle spiagge, in attesa di una «revisione complessiva del sistema delle concessioni demaniali marittime», e agevolazioni per l’acquisto di airbag per motociclisti, con un bonus di ammontare fino a 250 euro.

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Giù l’Iva sugli assorbenti: nel dl Fisco il Pd rilancia la proposta

Nell’emendamento dem prevista un’aliquota del 10%. La misura era già stata bocciata dalla Camera dei deputati a maggio. Sarà questo il mese buono per le italiane?

Se questa volta la proposta fosse approvata, finalmente le donne non saranno più costrette a pagare a un’Iva al 22% sugli assorbenti. Con un emendamento al decreto legge sul fisco presentato in commissione Finanze alla Camera il Partito Democratico rilancia il taglio alla tassa sulle mestruazioni che la Camera dei deputati aveva già rigettato a maggio.

MILLE EMENDAMENTI, CONDONO PD E CRITICHE DA CONFINDUSTRIA

In realtà sono circa mille gli emendamenti al decreto fiscale presentati
alla Camera. Il Pd chiede anche di estendere anche agli avvisi bonari la pace fiscale. Quanto alla manovra, si va verso la modifica della sugar tax e anche della plastic tax, che resta nel mirino di Confindustria. Secondo
l’associazione degli imprenditori, la tassa sugli imballaggi costa 109 euro l’anno a famiglia, mentre l’aumento della tassa sulle auto aziendali sarebbe ‘una stangata per 2 milioni di lavoratori’.

LA NUOVA VERSIONE PREVEDE L’IVA AL 10%

La nuova formulazione dell’emendamento contro la cosiddetta “tampon tax” prevede che «ai prodotti sanitari e igienici femminili, quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali, si applica l’aliquota del 10 per cento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva)» contro l’attuale 22.

LA BOCCIATURA DI MAGGIO PER UN COSTO DI 212 MILIONI

A maggio dello scorso anno la stessa misura era stata respinta con 253 deputati contrari e appena 189 voti favorevoli. All’epoca il costo del taglio era stato calcolato dalla Ragioneria dello Stato in 212 milioni di euro. La bocciatura della misura era stata contestata ampiamente e sul web era stata lanciata la petizione “il ciclo non è un lusso” per far riconoscere che il ciclo mestruale riguarda più di metà della popolazione, anche se quella con in mano le maggiori leve del potere, anche legislativo. Che questo sia il mese buono per cambiare le cose?

BOLDRINI: «PROPOSTA BIPARTISAN»

«Insieme ad altre 32 deputate di vari gruppi politici, sia di maggioranza che di opposizione, ho sottoscritto un emendamento al decreto fiscale che riduce dal 22 al 10% l’Iva sui prodotti sanitari e igienici femminili. Perché non sono beni di lusso ma una necessità!», ha scritto in una nota Laura Boldrini aggiungendo l’hashtag “#NoTamponTax“.

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Giù l’Iva sugli assorbenti: nel dl Fisco il Pd rilancia la proposta

Nell’emendamento dem prevista un’aliquota del 10%. La misura era già stata bocciata dalla Camera dei deputati a maggio. Sarà questo il mese buono per le italiane?

Se questa volta la proposta fosse approvata, finalmente le donne non saranno più costrette a pagare a un’Iva al 22% sugli assorbenti. Con un emendamento al decreto legge sul fisco presentato in commissione Finanze alla Camera il Partito Democratico rilancia il taglio alla tassa sulle mestruazioni che la Camera dei deputati aveva già rigettato a maggio.

MILLE EMENDAMENTI, CONDONO PD E CRITICHE DA CONFINDUSTRIA

In realtà sono circa mille gli emendamenti al decreto fiscale presentati
alla Camera. Il Pd chiede anche di estendere anche agli avvisi bonari la pace fiscale. Quanto alla manovra, si va verso la modifica della sugar tax e anche della plastic tax, che resta nel mirino di Confindustria. Secondo
l’associazione degli imprenditori, la tassa sugli imballaggi costa 109 euro l’anno a famiglia, mentre l’aumento della tassa sulle auto aziendali sarebbe ‘una stangata per 2 milioni di lavoratori’.

LA NUOVA VERSIONE PREVEDE L’IVA AL 10%

La nuova formulazione dell’emendamento contro la cosiddetta “tampon tax” prevede che «ai prodotti sanitari e igienici femminili, quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali, si applica l’aliquota del 10 per cento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva)» contro l’attuale 22.

LA BOCCIATURA DI MAGGIO PER UN COSTO DI 212 MILIONI

A maggio dello scorso anno la stessa misura era stata respinta con 253 deputati contrari e appena 189 voti favorevoli. All’epoca il costo del taglio era stato calcolato dalla Ragioneria dello Stato in 212 milioni di euro. La bocciatura della misura era stata contestata ampiamente e sul web era stata lanciata la petizione “il ciclo non è un lusso” per far riconoscere che il ciclo mestruale riguarda più di metà della popolazione, anche se quella con in mano le maggiori leve del potere, anche legislativo. Che questo sia il mese buono per cambiare le cose?

BOLDRINI: «PROPOSTA BIPARTISAN»

«Insieme ad altre 32 deputate di vari gruppi politici, sia di maggioranza che di opposizione, ho sottoscritto un emendamento al decreto fiscale che riduce dal 22 al 10% l’Iva sui prodotti sanitari e igienici femminili. Perché non sono beni di lusso ma una necessità!», ha scritto in una nota Laura Boldrini aggiungendo l’hashtag “#NoTamponTax“.

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Giù l’Iva sugli assorbenti: nel dl Fisco il Pd rilancia la proposta

Nell’emendamento dem prevista un’aliquota del 10%. La misura era già stata bocciata dalla Camera dei deputati a maggio. Sarà questo il mese buono per le italiane?

Se questa volta la proposta fosse approvata, finalmente le donne non saranno più costrette a pagare a un’Iva al 22% sugli assorbenti. Con un emendamento al decreto legge sul fisco presentato in commissione Finanze alla Camera il Partito Democratico rilancia il taglio alla tassa sulle mestruazioni che la Camera dei deputati aveva già rigettato a maggio.

MILLE EMENDAMENTI, CONDONO PD E CRITICHE DA CONFINDUSTRIA

In realtà sono circa mille gli emendamenti al decreto fiscale presentati
alla Camera. Il Pd chiede anche di estendere anche agli avvisi bonari la pace fiscale. Quanto alla manovra, si va verso la modifica della sugar tax e anche della plastic tax, che resta nel mirino di Confindustria. Secondo
l’associazione degli imprenditori, la tassa sugli imballaggi costa 109 euro l’anno a famiglia, mentre l’aumento della tassa sulle auto aziendali sarebbe ‘una stangata per 2 milioni di lavoratori’.

LA NUOVA VERSIONE PREVEDE L’IVA AL 10%

La nuova formulazione dell’emendamento contro la cosiddetta “tampon tax” prevede che «ai prodotti sanitari e igienici femminili, quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali, si applica l’aliquota del 10 per cento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva)» contro l’attuale 22.

LA BOCCIATURA DI MAGGIO PER UN COSTO DI 212 MILIONI

A maggio dello scorso anno la stessa misura era stata respinta con 253 deputati contrari e appena 189 voti favorevoli. All’epoca il costo del taglio era stato calcolato dalla Ragioneria dello Stato in 212 milioni di euro. La bocciatura della misura era stata contestata ampiamente e sul web era stata lanciata la petizione “il ciclo non è un lusso” per far riconoscere che il ciclo mestruale riguarda più di metà della popolazione, anche se quella con in mano le maggiori leve del potere, anche legislativo. Che questo sia il mese buono per cambiare le cose?

BOLDRINI: «PROPOSTA BIPARTISAN»

«Insieme ad altre 32 deputate di vari gruppi politici, sia di maggioranza che di opposizione, ho sottoscritto un emendamento al decreto fiscale che riduce dal 22 al 10% l’Iva sui prodotti sanitari e igienici femminili. Perché non sono beni di lusso ma una necessità!», ha scritto in una nota Laura Boldrini aggiungendo l’hashtag “#NoTamponTax“.

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Scadenza al 2 dicembre per 1,8 milioni di italiani che cercano la “pace fiscale”

Partono i servizi online dell’agenzia delle Entrate per mettersi in regola. Il termine è stato spostato al 2 dicembre per tutti, anche per quelli che hanno ritardato anche a pagare la prima rata della rottamazione ter.

Un esercito di circa 1,8 milioni di cittadini che ha l’ennesima possibilità di mettersi in regola col fisco: sono i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-ter e al saldo e stralcio delle cartelle e che entro il 2 dicembre dovranno versare la rata prevista dal loro piano dei pagamenti.

I SERVIZI ON LINE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Per loro partono i servizi online dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Sul sito si può richiedere copia della ‘Comunicazione delle somme dovute‘, la lettera già inviata con il conto degli importi da pagare e i relativi bollettini. Con “ContiTu“, si potrà quindi scegliere quali degli avvisi o cartelle contenuti nella “Comunicazione” si vogliono effettivamente pagare.

NUOVE SCADENZE PREVISTE DAL DECRETO FISCALE PER I RITARDARI

La scadenza riguarda il pagamento della prima rata di circa 385 mila contribuenti che hanno aderito al saldo e stralcio e di circa 267 mila ritardatari della rottamazione-ter, cioè chi ha usufruito della riapertura dei termini fino al 31 luglio 2019 per presentare la domanda (la scadenza iniziale era fissata al 30 aprile 2019). A questa platea si aggiungono circa 1 milione 170 mila contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-ter entro il 30 aprile, compresi coloro che hanno mancato l’appuntamento della prima rata fissato allo scorso 31 luglio. Per questi ultimi, infatti, il decreto fiscale prevede la possibilità di rientrare nei benefici previsti dalla rottamazione saldando prima e seconda rata proprio entro il 2 dicembre. Alla stessa data è fissato il termine per il pagamento della seconda rata della rottamazione-ter per i contribuenti che hanno versato la prima entro lo scorso 31 luglio.

I contribuenti possono quindi chiedere una copia della “Comunicazione” sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it, accedendo all’area riservata del portale con le credenziali personali. “ContiTu” consente invece di scegliere quali degli avvisi o cartelle ammessi al pagamento agevolato si vogliono effettivamente pagare e ricalcolare l’importo dovuto. Ad esempio, chi ha chiesto di rottamare 7 cartelle, ma si rende conto che potrà pagarne soltanto 4, può scegliere i debiti che intende definire e “ContiTu” fornirà un nuovo totale e i relativi bollettini. Per i restanti debiti la definizione agevolata non produrrà effetti e l’Agente della riscossione dovrà riprendere le azioni di recupero

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Scadenza al 2 dicembre per 1,8 milioni di italiani che cercano la “pace fiscale”

Partono i servizi online dell’agenzia delle Entrate per mettersi in regola. Il termine è stato spostato al 2 dicembre per tutti, anche per quelli che hanno ritardato anche a pagare la prima rata della rottamazione ter.

Un esercito di circa 1,8 milioni di cittadini che ha l’ennesima possibilità di mettersi in regola col fisco: sono i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-ter e al saldo e stralcio delle cartelle e che entro il 2 dicembre dovranno versare la rata prevista dal loro piano dei pagamenti.

I SERVIZI ON LINE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Per loro partono i servizi online dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Sul sito si può richiedere copia della ‘Comunicazione delle somme dovute‘, la lettera già inviata con il conto degli importi da pagare e i relativi bollettini. Con “ContiTu“, si potrà quindi scegliere quali degli avvisi o cartelle contenuti nella “Comunicazione” si vogliono effettivamente pagare.

NUOVE SCADENZE PREVISTE DAL DECRETO FISCALE PER I RITARDARI

La scadenza riguarda il pagamento della prima rata di circa 385 mila contribuenti che hanno aderito al saldo e stralcio e di circa 267 mila ritardatari della rottamazione-ter, cioè chi ha usufruito della riapertura dei termini fino al 31 luglio 2019 per presentare la domanda (la scadenza iniziale era fissata al 30 aprile 2019). A questa platea si aggiungono circa 1 milione 170 mila contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-ter entro il 30 aprile, compresi coloro che hanno mancato l’appuntamento della prima rata fissato allo scorso 31 luglio. Per questi ultimi, infatti, il decreto fiscale prevede la possibilità di rientrare nei benefici previsti dalla rottamazione saldando prima e seconda rata proprio entro il 2 dicembre. Alla stessa data è fissato il termine per il pagamento della seconda rata della rottamazione-ter per i contribuenti che hanno versato la prima entro lo scorso 31 luglio.

I contribuenti possono quindi chiedere una copia della “Comunicazione” sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it, accedendo all’area riservata del portale con le credenziali personali. “ContiTu” consente invece di scegliere quali degli avvisi o cartelle ammessi al pagamento agevolato si vogliono effettivamente pagare e ricalcolare l’importo dovuto. Ad esempio, chi ha chiesto di rottamare 7 cartelle, ma si rende conto che potrà pagarne soltanto 4, può scegliere i debiti che intende definire e “ContiTu” fornirà un nuovo totale e i relativi bollettini. Per i restanti debiti la definizione agevolata non produrrà effetti e l’Agente della riscossione dovrà riprendere le azioni di recupero

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Scadenza al 2 dicembre per 1,8 milioni di italiani che cercano la “pace fiscale”

Partono i servizi online dell’agenzia delle Entrate per mettersi in regola. Il termine è stato spostato al 2 dicembre per tutti, anche per quelli che hanno ritardato anche a pagare la prima rata della rottamazione ter.

Un esercito di circa 1,8 milioni di cittadini che ha l’ennesima possibilità di mettersi in regola col fisco: sono i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-ter e al saldo e stralcio delle cartelle e che entro il 2 dicembre dovranno versare la rata prevista dal loro piano dei pagamenti.

I SERVIZI ON LINE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Per loro partono i servizi online dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Sul sito si può richiedere copia della ‘Comunicazione delle somme dovute‘, la lettera già inviata con il conto degli importi da pagare e i relativi bollettini. Con “ContiTu“, si potrà quindi scegliere quali degli avvisi o cartelle contenuti nella “Comunicazione” si vogliono effettivamente pagare.

NUOVE SCADENZE PREVISTE DAL DECRETO FISCALE PER I RITARDARI

La scadenza riguarda il pagamento della prima rata di circa 385 mila contribuenti che hanno aderito al saldo e stralcio e di circa 267 mila ritardatari della rottamazione-ter, cioè chi ha usufruito della riapertura dei termini fino al 31 luglio 2019 per presentare la domanda (la scadenza iniziale era fissata al 30 aprile 2019). A questa platea si aggiungono circa 1 milione 170 mila contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-ter entro il 30 aprile, compresi coloro che hanno mancato l’appuntamento della prima rata fissato allo scorso 31 luglio. Per questi ultimi, infatti, il decreto fiscale prevede la possibilità di rientrare nei benefici previsti dalla rottamazione saldando prima e seconda rata proprio entro il 2 dicembre. Alla stessa data è fissato il termine per il pagamento della seconda rata della rottamazione-ter per i contribuenti che hanno versato la prima entro lo scorso 31 luglio.

I contribuenti possono quindi chiedere una copia della “Comunicazione” sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it, accedendo all’area riservata del portale con le credenziali personali. “ContiTu” consente invece di scegliere quali degli avvisi o cartelle ammessi al pagamento agevolato si vogliono effettivamente pagare e ricalcolare l’importo dovuto. Ad esempio, chi ha chiesto di rottamare 7 cartelle, ma si rende conto che potrà pagarne soltanto 4, può scegliere i debiti che intende definire e “ContiTu” fornirà un nuovo totale e i relativi bollettini. Per i restanti debiti la definizione agevolata non produrrà effetti e l’Agente della riscossione dovrà riprendere le azioni di recupero

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Scadenza al 2 dicembre per 1,8 milioni di italiani che cercano la “pace fiscale”

Partono i servizi online dell’agenzia delle Entrate per mettersi in regola. Il termine è stato spostato al 2 dicembre per tutti, anche per quelli che hanno ritardato anche a pagare la prima rata della rottamazione ter.

Un esercito di circa 1,8 milioni di cittadini che ha l’ennesima possibilità di mettersi in regola col fisco: sono i contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-ter e al saldo e stralcio delle cartelle e che entro il 2 dicembre dovranno versare la rata prevista dal loro piano dei pagamenti.

I SERVIZI ON LINE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

Per loro partono i servizi online dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Sul sito si può richiedere copia della ‘Comunicazione delle somme dovute‘, la lettera già inviata con il conto degli importi da pagare e i relativi bollettini. Con “ContiTu“, si potrà quindi scegliere quali degli avvisi o cartelle contenuti nella “Comunicazione” si vogliono effettivamente pagare.

NUOVE SCADENZE PREVISTE DAL DECRETO FISCALE PER I RITARDARI

La scadenza riguarda il pagamento della prima rata di circa 385 mila contribuenti che hanno aderito al saldo e stralcio e di circa 267 mila ritardatari della rottamazione-ter, cioè chi ha usufruito della riapertura dei termini fino al 31 luglio 2019 per presentare la domanda (la scadenza iniziale era fissata al 30 aprile 2019). A questa platea si aggiungono circa 1 milione 170 mila contribuenti che hanno aderito alla rottamazione-ter entro il 30 aprile, compresi coloro che hanno mancato l’appuntamento della prima rata fissato allo scorso 31 luglio. Per questi ultimi, infatti, il decreto fiscale prevede la possibilità di rientrare nei benefici previsti dalla rottamazione saldando prima e seconda rata proprio entro il 2 dicembre. Alla stessa data è fissato il termine per il pagamento della seconda rata della rottamazione-ter per i contribuenti che hanno versato la prima entro lo scorso 31 luglio.

I contribuenti possono quindi chiedere una copia della “Comunicazione” sul sito www.agenziaentrateriscossione.gov.it, accedendo all’area riservata del portale con le credenziali personali. “ContiTu” consente invece di scegliere quali degli avvisi o cartelle ammessi al pagamento agevolato si vogliono effettivamente pagare e ricalcolare l’importo dovuto. Ad esempio, chi ha chiesto di rottamare 7 cartelle, ma si rende conto che potrà pagarne soltanto 4, può scegliere i debiti che intende definire e “ContiTu” fornirà un nuovo totale e i relativi bollettini. Per i restanti debiti la definizione agevolata non produrrà effetti e l’Agente della riscossione dovrà riprendere le azioni di recupero

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