Pil, disoccupazione e consumi: quali sono le prospettive per l’economia italiana nel 2019 e 2020

L’Istat ha pubblicato le sue valutazioni in materia economica. Prodotto interno lordo in aumento dello 0,2% per quest’anno. Giù anche la disoccupazione. Bene il risparmio delle famiglie.

Il Prodotto interno lordo italiano crescerà nel 2019 dello 0,2%, «in deciso rallentamento» rispetto al +0,8% dello scorso anno. È quanto ha calcolato l’Istat che ha limato così le stime della scorsa primavera che indicavano un +0,3%. La crescita risulterebbe invece «in lieve accelerazione nel 2020», con un aumento dello 0,6%. Sono le valutazioni dell’Istat nel documeto sulle prospettive per l’economia italiana per il 2019 e 2020. Nel dossier si prendono in esame però anche altri indicatori. Leggero miglioramento per la disoccupazione, con un tasso del 10% per quest’anno e un previsto 9,9% per il 2020. In frenata i consumi delle famiglie, ma in deciso aumento la propensione al risparmio.

A PESARE LA VARIAZIONE DELLE SCORTE (-0,8%)

Nel 2019, ha spiegato l’Istat, «la domanda interna al netto delle scorte fornirebbe un contributo positivo alla crescita del Pil pari a 0,8 punti percentuali; l’apporto della domanda estera netta risulterebbe moderatamente positivo (+0,2 punti percentuali) mentre la variazione delle scorte fornirebbe un impulso ampiamente negativo (-0,8 punti)». Su quest’ultimo dato potrebbe pesare la bassa fiducia che sta caratterizzando il mondo delle imprese in questi ultimi mesi.

IL FRENO DEL COMMERCIO MONDIALE

In generale l’Istituto ha parlato di una crescita che in Italia si mantiene «moderata». Nel dettaglio, «nell’ultima parte dell’anno, l’evoluzione del Pil è attesa proseguire sui ritmi dei mesi precedenti». Nel 2020, viene evidenziato, «il tasso di crescita del Pil è previsto in leggera accelerazione (+0,6%) rispetto al 2019, sostenuto dai consumi e dagli investimenti, nonostante una decelerazione della crescita stimata per questi ultimi». Soffermandosi proprio sugli investimenti, l’Istat ha notato come nel 2020 «risentirebbero della lenta crescita del commercio mondiale» ma «beneficeranno della reintroduzione degli incentivi di iper e super ammortamento e del perdurare di una politica monetaria espansiva da parte della Bce».

NUMERI GIÙ ANCHE PER LA DISOCCUPAZIONE

Per quanto riguarda il mercato di lavoro l’istituto nazionale di statistica ha rilevato «un deciso miglioramento», con il tasso di senza lavoro che si attesterebbe al 10,0% (dal 10,6% del 2018). Un numero che dovrebbe scendere a 9,9% per l’anno successivo. In sostanza l’istituto per i prossimi mesi ha previsto «il proseguimento della fase di miglioramento del mercato del lavoro, ma con un’intensità più contenuta». Tale andamento, ha fatto notare, «rifletterebbe, con un lieve differimento temporale, il progressivo rallentamento del ciclo economico«. L’aumento dell’occupazione (+0,7% per quest’anno e il prossimo) «si accompagnerebbe a una crescita del monte salari e a un miglioramento delle retribuzioni lorde per dipendente (+0,7% e +0,6% rispettivamente nel 2019 e nel 2020)».

RALLENTA LA SPESA DELLE FAMIGLIE

Nel rapporto l’Itat scrive anche che per «il 2019 si prevede un incremento dei consumi delle famiglie in termini reali (+0,6%) in rallentamento rispetto all’anno precedente, che si accompagnerebbe a un deciso aumento della propensione al risparmio». Nel 2020 la crescita della spesa «è prevista della stessa intensità (+0,6%), sostenuta dai miglioramenti del mercato del lavoro».

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Pil, disoccupazione e consumi: quali sono le prospettive per l’economia italiana nel 2019 e 2020

L’Istat ha pubblicato le sue valutazioni in materia economica. Prodotto interno lordo in aumento dello 0,2% per quest’anno. Giù anche la disoccupazione. Bene il risparmio delle famiglie.

Il Prodotto interno lordo italiano crescerà nel 2019 dello 0,2%, «in deciso rallentamento» rispetto al +0,8% dello scorso anno. È quanto ha calcolato l’Istat che ha limato così le stime della scorsa primavera che indicavano un +0,3%. La crescita risulterebbe invece «in lieve accelerazione nel 2020», con un aumento dello 0,6%. Sono le valutazioni dell’Istat nel documeto sulle prospettive per l’economia italiana per il 2019 e 2020. Nel dossier si prendono in esame però anche altri indicatori. Leggero miglioramento per la disoccupazione, con un tasso del 10% per quest’anno e un previsto 9,9% per il 2020. In frenata i consumi delle famiglie, ma in deciso aumento la propensione al risparmio.

A PESARE LA VARIAZIONE DELLE SCORTE (-0,8%)

Nel 2019, ha spiegato l’Istat, «la domanda interna al netto delle scorte fornirebbe un contributo positivo alla crescita del Pil pari a 0,8 punti percentuali; l’apporto della domanda estera netta risulterebbe moderatamente positivo (+0,2 punti percentuali) mentre la variazione delle scorte fornirebbe un impulso ampiamente negativo (-0,8 punti)». Su quest’ultimo dato potrebbe pesare la bassa fiducia che sta caratterizzando il mondo delle imprese in questi ultimi mesi.

IL FRENO DEL COMMERCIO MONDIALE

In generale l’Istituto ha parlato di una crescita che in Italia si mantiene «moderata». Nel dettaglio, «nell’ultima parte dell’anno, l’evoluzione del Pil è attesa proseguire sui ritmi dei mesi precedenti». Nel 2020, viene evidenziato, «il tasso di crescita del Pil è previsto in leggera accelerazione (+0,6%) rispetto al 2019, sostenuto dai consumi e dagli investimenti, nonostante una decelerazione della crescita stimata per questi ultimi». Soffermandosi proprio sugli investimenti, l’Istat ha notato come nel 2020 «risentirebbero della lenta crescita del commercio mondiale» ma «beneficeranno della reintroduzione degli incentivi di iper e super ammortamento e del perdurare di una politica monetaria espansiva da parte della Bce».

NUMERI GIÙ ANCHE PER LA DISOCCUPAZIONE

Per quanto riguarda il mercato di lavoro l’istituto nazionale di statistica ha rilevato «un deciso miglioramento», con il tasso di senza lavoro che si attesterebbe al 10,0% (dal 10,6% del 2018). Un numero che dovrebbe scendere a 9,9% per l’anno successivo. In sostanza l’istituto per i prossimi mesi ha previsto «il proseguimento della fase di miglioramento del mercato del lavoro, ma con un’intensità più contenuta». Tale andamento, ha fatto notare, «rifletterebbe, con un lieve differimento temporale, il progressivo rallentamento del ciclo economico«. L’aumento dell’occupazione (+0,7% per quest’anno e il prossimo) «si accompagnerebbe a una crescita del monte salari e a un miglioramento delle retribuzioni lorde per dipendente (+0,7% e +0,6% rispettivamente nel 2019 e nel 2020)».

RALLENTA LA SPESA DELLE FAMIGLIE

Nel rapporto l’Itat scrive anche che per «il 2019 si prevede un incremento dei consumi delle famiglie in termini reali (+0,6%) in rallentamento rispetto all’anno precedente, che si accompagnerebbe a un deciso aumento della propensione al risparmio». Nel 2020 la crescita della spesa «è prevista della stessa intensità (+0,6%), sostenuta dai miglioramenti del mercato del lavoro».

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Sace Simest: l’agenda digitale spingerà le Pmi italiane all’estero

Un’ offerta sempre più digitale, partnership con primarie fintech e la nuova figura dell’export coach. Ecco come il portale online dell’azienda controllata da Cdp prende per mano le imprese che vogliono esportare di più.

L’export digitale si presenta come un’opportunità da non perdere, con delle potenzialità enormi ancora inespresse e poco sfruttate. Per l’Italia, le esportazioni che transitano sul canale online hanno un peso marginale, pari al 7% del totale, e sono ancora molto concentrate nei settori tradizionali del Made in Italy (food & fashion in primis), anche se non mancano esperienze innovative in comparti tradizionalmente complessi quali la meccanica strumentale e la componentistica. Di pari passo, anzi la digitalizzazione sta rivoluzionando il mondo dei servizi sia assicurativi sia finanziari, con impatti già evidenti per la sfera private, soprattutto per le PMI.

Proprio per questo il Polo Sace Simest, la società di Cassa depositi e prestiti specializzata nel supporto all’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha sviluppato un’agenda ditale rivolta alle PMI, asse portante del tessuto imprenditoriale italiano e target prioritario.

Un nuovo portale web dalla user experience evoluta, partnership con primarie fintech per offrire servizi online all’avanguardia e un export coach per aiutare le Pmi a incrementare l’export. Questi sono gli step principali della strategia Sace Simest.

OBIETTIVO DIGITALIZZAZIONE DEI PRODOTTI PIÙ RICHIESTI

Dieci anni fa Sace lanciava ExportPlus, la prima piattaforma digitale con l’obiettivo di velocizzare il processo di sottoscrizione delle polizze per l’assicurazione dei crediti esteri. Nel 2016, però, nasce una vera e propria agenda digitale: in sostanza, un ripensamento radicale del modo di sostenere le imprese italiane nel loro approccio ai mercati esteri. L’obiettivo della digital agenda è far accedere al mondo Sace Simest – sfruttando il potenziale della digitalizzazione – quante più Pmi possibili. Esiste un bacino di circa 87mila imprese che esportano poco o nulla e che potrebbero farlo di più e meglio. Da qui, SACE SIMEST si è data tre obiettivi da raggiungere: 1) piena digitalizzazione dei 6 prodotti più richiesti dalle Pmi (finanziamenti agevolati, valutazione controparti, assicurazione del credito, factoring, cauzioni e recupero crediti), 2) lancio di un programma di education to export reso fruibile all’interno di 3) un nuovo ecosistema digitale costruito attorno alle esigenze delle Pmi: sacesimest.it. In particolare, il nuovo portale punta a distinguersi attraverso una user experience personalizzata, attraverso un cms che si adatta alle esigenze di chi lo utilizza. Il portale vende prodotti di difficile standardizzazione e lo fa affiancando all’offerta di prodotti anche quella di contenuti formativi e di studi di alto livello. Rispetto ad altre agenzie e organizzazioni internazionali, inoltre, offre tutti i suoi contenuti direttamente online in modo gratuito.

PARTNERSHIP CON LE MIGLIORI FINTECH

Il Polo SACE SIMEST lo scorso settembre ha iniziato una collaborazione con Ebury, una delle principali fintech in Europa nella gestione di incassi e pagamenti internazionali e nella copertura del rischio di cambio. L’accordo permette agli esportatori italiani di avere una protezione di tutti i rischi collegati all’operatività internazionale. Un’offerta che consentirà di accedere a soluzioni sia per la copertura del rischio di credito, grazie ai prodotti offerti da Sace Simest, sia dal rischio di cambio in oltre 130 valute, attraverso i servizi offerti da Ebury.

LA NUOVA FIGURA DELL’EXPORT COACH

Per affiancare le aziende che si affacciano sui mercati internazionali, Sace Simest ha previsto la nuova figura dell’export coach. È un professionista di età media di trent’anni, con spiccate attitudini digitali e commerciali, nonché mobilità su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione al Mezzogiorno dove la maggior parte di loro fa base. Gli export coach lavoreranno molto sul campo incontrando gli imprenditori direttamente in azienda per ascoltare le loro esigenze e indirizzarli nella scelta dei prodotti e dei servizi assicurativo finanziari più adatti a sostenere i loro piani di penetrazione commerciale di nuovi mercati e i processi di internazionalizzazione volti a catturare nuove commesse.

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Eni, l’accoppiata Bernabè-Mondazzi punta al dopo Descalzi

L’ex ad del Cane a sei zampe mira a chiudere la carriera come presidente. E siccome è un abile tattico, ha pensato di formare un ticket con l’attuale Cfo in vista delle nomine di aprile.

Più scricchiola la poltrona di amministratore delegato Eni di Claudio Descalzi, e più si considera chiuso il capitolo della presidenza di Emma Marcegaglia, più si lavora a cordate e cordatine per la nomina dei vertici della più importante società italiana, prevista per aprile (l’assemblea è già stata programmata a metà maggio). 

I PIANI DI BERNABÈ PER IL CANE A SEI ZAMPE

L’ultimo colpo a Descalzi è arrivato da un articolo del solitamente bene informato Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera, in cui si (ri)parla dei conflitti di interesse ai vertici di Eni che tirano in ballo la moglie di Descalzi, la principessa congolese Marie Madeleine Ingoba, in quanto azionista insieme con il monegasco Alexander Haly della società lussemburghese Cardon, controllante (via trust neozelandesi ubicati a Cipro) di sei società fornitrici di servizi navali a Eni per 300 milioni nel periodo 2007-2018. E questo ha invogliato Franco Bernabè, 71 anni, a scaldare i motori. Non perché punti direttamente al posto di Descalzi – l’amministratore delegato dell’Eni lo ha già fatto, non casualmente nel 1992, l’anno di inizio di Mani Pulite – ma perché è interessato a chiudere la carriera come presidente dell’Eni. E siccome è un abile tattico, ha pensato di formare un tandem con un manager che punti a sedersi sulla poltrona di amministratore delegato. La scelta è caduta su chi da sette anni è Chief Financial Officer della compagnia petrolifera: Massimo Mondazzi.

MONDAZZI È IN ENI DAL 1992

Nato a Monza nel 1963, laureato in Economia alla Bocconi, Mondazzi è entrato in Eni proprio nel 1992, in coincidenza con l’ascesa di Bernabè, lavorando prima nell’area Amministrazione e Controllo del settore Esplorazione e Produzione, e poi arrivando a coprire la posizione di direttore Pianificazione e Controllo del gruppo, per poi tornare nella divisione Esplorazione e Produzione come Executive vice president per Asia centrale e Far East. Riuscirà la coppia Bernabè-Mondazzi a tornare tale in Eni? La corsa è cominciata.

Quello di cui si occupa la rubrica Corridoi lo dice il nome. Una pillola al giorno: notizie, rumors, indiscrezioni, scontri, retroscena su fatti e personaggi del potere.

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Consegnate le borse di studio promosse da Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus

In undici anni stanziati oltre 6,5 milioni e per il 2020 confermati 375mila euro. Oltre al diritto allo studio progetti a sostegno di dipendenti in difficoltà, mense e dormitori sociali.

La Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, continua l’attenzione e l’impegno per la formazione universitaria e il diritto allo studio. Ieri mattina ha consegnato cinque borse di studio destinate a dottorati e progetti di ricerca in materie umanistiche, per un ammontare complessivo di 375.000 euro. I progetti candidati in questa terza edizione sono stati 56 da 25 università italiane. Premiate le università di Basilicata, Camerino, Milano, Napoli Parthenope e Roma Tor Vergata.

In undici anni di attività della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, sono stati erogati oltre 6,5 milioni di euro per il diritto allo studio universitario. Oltre 2.350 gli studenti che ne hanno beneficiato partecipando alle oltre 80 iniziative bandite in più di 40 Atenei statali italiani. Anche per il prossimo anno accademico, la Fondazione ha confermato lo stanziamento di 375.000 euro per supportare la quarta edizione dell’iniziativa.

Le borse di studio prevedono percorsi di ricerca della durata di tre anni finalizzati a valorizzare, promuovere e comunicare il patrimonio culturale italiano e la sua interconnessione con quello europeo, con particolare attenzione ai grandi temi dell’attualità come la coesione sociale e il dialogo tra diverse culture.

Il Presidente della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, Claudio Angelo Graziano, ha dichiarato:
“Siamo
convinti che investire nell’alta formazione di giovani meritevoli
significhi investire sul futuro del nostro Paese. In particolare, con il
sostegno ai dottorati e ai progetti di ricerca in materie umanistiche,
la Fondazione si prefigge di dare un segnale di attenzione nei
confronti della ricchezza della nostra cultura che, oltre ad essere una
grande eredità, può costituire anche un’importante opportunità di
crescita e sviluppo professionale per i giovani”.

La Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, nata nel 2008, è uno dei pilastri del sistema integrato di welfare del Gruppo Intesa Sanpaolo ed opera con finalità di contrasto al disagio economico e sociale in assistenza ai dipendenti in stato di difficoltà, con borse di studio universitarie e di dottorato per giovani meritevoli e con attività di sostegno ad enti e progetti dedicati alla solidarietà verso le persone bisognose.

Nel corso del 2019 ha deliberato interventi relativi all’attività istituzionale per oltre 2,7 milioni di euro, di cui quasi 460 mila euro destinati a dipendenti, pensionati e loro familiari in situazione di svantaggio, 1 milione di euro con borse di studio universitarie e dottorato a favore di studenti meritevoli di supporto e oltre 1,2 milioni di euro per progetti benefici per i più bisognosi, come il sostegno a mense per i poveri e dormitori per indigenti.

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Il tentativo, inutile, di fermare Luciano Benetton

Fino all’ultimo alcuni dei suoi manager hanno cercato di fargli cambiare idea. Ma non c’è stato niente da fare. E alla fine la lettera ai giornali in cui il patron del gruppo ha scaricato i vertici di Autostrade si è rivelata un enorme boomerang.

Fino all’ultimo alcuni dei suoi manager hanno cercato di fargli cambiare idea. «Aspettiamo, facciamolo più avanti», era l’argomento usato nel tentativo di dissuadere Luciano Benetton dal mandare ai giornali la lettera pubblicata domenica primo dicembre in cui, prendendo le distanze dal management di Autostrade, denunciava una campagna di odio nei confronti della sua famiglia dopo i fatti del Ponte Morandi.

OLIVIERO TOSCANI, ASCOLTATISSIMO CONSIGLIERE

Ma è stato inutile. Il leader del gruppo non ha voluto sentire ragione. O meglio, ha dato ragione a quanti lo avevano incitato a prendere carta e penna. In primis Oliviero Toscani, l’artefice negli Anni 80 di famose e innovative campagne pubblicitarie che da quando Luciano ha ripreso le redini della United Colors è riapparso al suo fianco e gli fa da ascoltatissimo consigliere; la compagna Laura Pollini, e il figlio Alessandro.

UNA LETTERA TRASFORMATA IN BOOMERANG

Ma appena diffusa e ripresa dai giornali, quella lettera si è rivelata un boomerang come pochi. E il tentativo di scaricare su Castellucci, Cerchiai e gli altri top manager la totale responsabilità di quanto accaduto con la tragedia di Genova, con le pesanti negligenze di Autostrade che stanno emergendo dalle indagini della magistratura, salvaguardando l’azionista, ha avuto l’effetto contrario. In molti domenica nell’aprire i quotidiani si sono domandati come la famiglia potesse non sapere. Edizione, la holding che controlla Atlantia, nomina 12 consiglieri su 15, designa il presidente Fabio Cerchiai, che gode di stock option come tutti i manager di prima linea, e anche molti dei dirigenti più importanti hanno una carriera passata nelle aziende del gruppo di Ponzano. Forse Luciano se ne è sempre occupato poco, impegnato com’era a far tornare i conti della Benetton in rosso da anni. O forse ha voluto implicitamente addossare al fratello Gilberto, deceduto circa un anno fa e da sempre responsabile della diversificazione del business di Ponzano, il mancato controllo del lavoro dei manager?

L’IRRITAZIONE DELLA POLITICA

L’iniziativa ha destato subito sconcerto, perché non opportuna nei contenuti e nella tempistica. Ha fatto arrabbiare la politica, al punto da togliere argomenti al Pd, unica sponda che era rimasta al gruppo di Treviso per tentare di attenuare l’ostracismo dei 5 stelle che vogliono revocare le concessioni. Ed è suonata come uno schiaffo ai manager e dirigenti di Atlantia e Aspi, che tolto Castellucci sono per la gran parte gli stessi, che si sono sentiti accusati e non difesi. Il tutto a circa un mese dall’altra lettera del gruppo al governo nella quale chiedeva di mettere una pietra tombale sul tema concessione in cambio dell’impegno del gruppo su Alitalia. Anche allora la reazione politica fu dura al punto che anche la moderata Paola De Micheli, ministro Pd delle Infrastrutture, era intervenuta appoggiando la linea dura del M5s.

Quello di cui si occupa la rubrica Corridoi lo dice il nome. Una pillola al giorno: notizie, rumors, indiscrezioni, scontri, retroscena su fatti e personaggi del potere.

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Il nostro mercato del lavoro non è per donne

Nel 2018 le donne attive nel mercato del lavoro (occupate e disoccupate) tra i 15 e i 64 anni erano solo il 56,2% del totale a fronte del 68,3% medio nell’Unione.

Cresce la percentuale delle donne italiane al lavoro ma il gap con l’Europa è ancora amplissimo: nel 2018 – come risulta da Eurostat – le donne attive nel mercato del lavoro (occupate e disoccupate) tra i 15 e i 64 anni erano solo il 56,2% del totale a fronte del 68,3% medio in Ue, il dato peggiore in assoluto. Il gap tra uomini e donne sull’attività in Italia è a 18,9 punti, il peggiore dopo Malta. Se si guarda invece alle donne occupate in Italia sono il 49,5% di quelle in età da lavoro, il peggiore dopo la Grecia e circa 13,9 punti inferiore alla media Ue.

LAVORA MENO DELLA METÀ DELLA POPOLAZIONE FEMMINILE

Tra il 2009 e il 2018 c’è stata una crescita consistente per l’attività delle donne sul mercato italiano passata, sempre nella fascia tra i 15 e i 64 anni dal 51,1% al 56,2% (da 64% al 68,3% nell’Unione europea) ma resta comunque inferiore al 50% la quota delle donne occupate. Lavora infatti solo il 49,5% delle donne dal 46,4% del 2009 con appena 3,1 punti di crescita a fronte degli oltre cinque della media Ue. Se poi si guarda alla fascia tra i 25 e i 54 anni, quella centrale per il mercato del lavoro, le donne occupate in Italia sono appena il 59,4%, il dato peggiore dopo la Grecia (74,7% la media Ue), con un avanzamento di appena tre decimi di punto sul 2009 (3,3 punti la media Ue). In Italia oltre una persona su cinque tra i 25 e i 54 anni (il 22,1%) è fuori dal mercato del lavoro, quindi non è occupata e non cerca impiego, il dato più alto nell’Ue, ma la percentuale per le donne sale al 32,6%, al top in Europa.

UNA DONNA SU TRE A CASA SENZA CERCARE UN IMPIEGO

In pratica quasi una donna su tre è a casa e non interessata a entrare nel mercato mentre la media europea è inferiore al 20%. In Europa circa la metà delle donne che è fuori dal mercato del lavoro dichiara che è in questa situazione per le responsabilità familiari. È aumentato in modo consistente soprattutto il tasso di attività per la fascia più anziana, quella tra i 55 e i 64 anni: in Ue tra il 2002 e il 2018 ha guadagnato in media 21 punti, dal 41% al 62% mentre in Italia è avanzato di 22,5 punti (dal 34,5% al 57%), soprattutto grazie alla stretta sull’accesso al pensionamento. L’aumento dei requisiti per le donne ha portato ad un aumento del tasso di attività delle donne tra i 55 e i 64 anni dal 18,1% al 46,1% mentre per le donne occupate il passaggio è stato dal 17,3% del 2002 al 43,9% del 2008. Se si guarda ai dati del secondo trimestre del 2019 il tasso di attività delle donne italiane è aumentato ulteriormente raggiungendo il 56,8%, ma resta il più basso in Ue con oltre il 43% delle donne in età da lavoro fuori dal mercato. Tra i 25 e i 54 anni sono nel mercato il 68,3% delle donne italiane (l’80,5% è attiva in Ue) mentre quasi un terzo resta inattivo.

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Conte visita l’area Ricerca e Sviluppo Pirelli

Accordo con il Ministero della Giustizia per promuovere il lavoro fra i detenuti.

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, accompagnato dal Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, ha visitato il centro di Ricerca & Sviluppo di Pirelli situato nell’Headquarters della società. Alla visita hanno preso parte Andrea Casaluci, General Manager Operations Pirelli, e Maurizio Boiocchi, Executive Vice President and Strategic Advisor Technology and Innovation Pirelli.

IL CENTRO RICERCA E SVILUPPO

Il centro Ricerca & Sviluppo di Milano, a cui si affiancano altri 12 centri nel mondo, rappresenta il principale laboratorio di innovazione di Pirelli e si avvale della professionalità di circa 450 ingegneri e specialisti sugli oltre 1.900 impiegati a livello mondiale. La Ricerca & Sviluppo, cui viene destinato circa il 6% dei ricavi del segmento High Value su cui si concentra la produzione Pirelli, costituisce una fase centrale per la nascita di nuovi prodotti tecnologicamente avanzati e sempre più sostenibili, di processi produttivi all’avanguardia, di materiali innovativi e a basso impatto ambientale, contribuendo in modo determinante a rendere Pirelli un leader di sostenibilità del suo comparto, riconosciuto dalle maggiori società specializzate del settore.

ACCORDO CON IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA PER IL LAVORO AI DETENUTI

Nel corso della visita è stato anche firmato un protocollo d’intesa fra il Ministero della Giustizia -Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Pirelli finalizzato alla promozione del lavoro per i detenuti da realizzarsi attraverso un programma formativo per la creazione di competenze spendibili nel mondo del lavoro. L’accordo, siglato da Francesco Basentini, Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, e da Filippo Maria Grasso, Corporate Vice President Global Institutional Affairs & Sustainability di Pirelli, prevede l’impegno delle parti a individuare specifiche attività lavorative da realizzarsi in spazi dedicati all’interno degli istituti penitenziari con l’obiettivo di accrescere le competenze professionali dei detenuti coinvolti in progetti di pubblica utilità e per un futuro inserimento all’interno di Pirelli e, più in generale, nel mercato del lavoro. Il Protocollo d’intenti sottoscritto oggi, le cui modalità esecutive saranno definite entro giugno 2020, e i successivi accordi operativi avranno una validità di tre anni e, con l’accordo delle Parti, potranno essere replicati in collaborazione con soggetti internazionali.

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L’Italia dello zero virgola e della perenne fase di ristagno

L’Istat ha confermato il Pil a +0,1% nel terzo trimestre del 2019. Una situazione di stallo dell’attività economica che dura ormai da due anni. Così il nostro Paese colleziona solo aumenti consecutivi di un decimo di punto.

Una stagnazione lunga almeno due anni. Il Prodotto interno lordo (Pil) italiano è cresciuto nel terzo trimestre del 2019 dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti (quando era rimasto immobile). Lo ha confermato l’Istat, ribadendo anche la stima di un aumento su base annua dello 0,3%. Mentre la disoccupazione è leggermente calata. Cresce insomma il lavoro nonostante un’economia molto debole.

VARIAZIONE ACQUISITA DELLO 0,2%

La variazione acquisita del Pil per il 2019, cioè la crescita che si avrebbe a fine anno se l’ultimo trimestre presentasse un Pil fermo in termini congiunturali, è stata invece stimata allo 0,2%.

DAL 2018 OSCILLIAMO TRA ZERO E RECESSIONE

Nel nostro Paese dunque prosegue «la fase di quasi ristagno dell’attività economica che dura ormai da poco meno di due anni», ha sottolineato l’Istituto di statistica. Dall’inizio del 2018, infatti, il Pil è oscillato intorno allo zero virgola, collezionando aumenti consecutivi di un decimo di punto, interrotti solo dalla recessione tecnica tra il secondo e il terzo trimestre del 2018.

PEGGIO DI USA E FRANCIA, MA COME LA GERMANIA

Guardando a quanto accaduto fuori dai confini italiani, sempre nel terzo trimestre il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti, dello 0,3% in Francia e dello 0,1% in Germania. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell’area euro è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.

MIGLIORANO I CONSUMI DELLE FAMIGLIE

L’Istat ha poi rilevato che la spesa delle famiglie è salita dello 0,4% nel terzo trimestre del 2019 rispetto al precedente trimestre. Un’accelerazione per i consumi (era +0,1% nel secondo trimestre). Si tratta del rialzo maggiore dall’inizio del 2018. Invece gli investimenti fissi lordi hanno segnato un calo dello 0,2% in termini congiunturali: la flessione ha interrotto una fase di crescita che proseguiva da tre trimestri. Ha pesato il negativo risultato, trimestre su trimestre, degli investimenti relativi ai mezzi di trasporto (-1,9%).

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L’Italia dello zero virgola e della perenne fase di ristagno

L’Istat ha confermato il Pil a +0,1% nel terzo trimestre del 2019. Una situazione di stallo dell’attività economica che dura ormai da due anni. Così il nostro Paese colleziona solo aumenti consecutivi di un decimo di punto.

Una stagnazione lunga almeno due anni. Il Prodotto interno lordo (Pil) italiano è cresciuto nel terzo trimestre del 2019 dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti (quando era rimasto immobile). Lo ha confermato l’Istat, ribadendo anche la stima di un aumento su base annua dello 0,3%. Mentre la disoccupazione è leggermente calata. Cresce insomma il lavoro nonostante un’economia molto debole.

VARIAZIONE ACQUISITA DELLO 0,2%

La variazione acquisita del Pil per il 2019, cioè la crescita che si avrebbe a fine anno se l’ultimo trimestre presentasse un Pil fermo in termini congiunturali, è stata invece stimata allo 0,2%.

DAL 2018 OSCILLIAMO TRA ZERO E RECESSIONE

Nel nostro Paese dunque prosegue «la fase di quasi ristagno dell’attività economica che dura ormai da poco meno di due anni», ha sottolineato l’Istituto di statistica. Dall’inizio del 2018, infatti, il Pil è oscillato intorno allo zero virgola, collezionando aumenti consecutivi di un decimo di punto, interrotti solo dalla recessione tecnica tra il secondo e il terzo trimestre del 2018.

PEGGIO DI USA E FRANCIA, MA COME LA GERMANIA

Guardando a quanto accaduto fuori dai confini italiani, sempre nel terzo trimestre il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti, dello 0,3% in Francia e dello 0,1% in Germania. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell’area euro è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.

MIGLIORANO I CONSUMI DELLE FAMIGLIE

L’Istat ha poi rilevato che la spesa delle famiglie è salita dello 0,4% nel terzo trimestre del 2019 rispetto al precedente trimestre. Un’accelerazione per i consumi (era +0,1% nel secondo trimestre). Si tratta del rialzo maggiore dall’inizio del 2018. Invece gli investimenti fissi lordi hanno segnato un calo dello 0,2% in termini congiunturali: la flessione ha interrotto una fase di crescita che proseguiva da tre trimestri. Ha pesato il negativo risultato, trimestre su trimestre, degli investimenti relativi ai mezzi di trasporto (-1,9%).

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Banca Generali e Lamborghini a confronto sull’innovazione

Al Politecnico di Milano un incontro per parlare di come la tecnologia influisce sul business dell’industria tradizionale italiana

Tecnologia, innovazione e industria
tradizionale
, questi i tre temi che hanno tenuto banco all’incontro
tenutosi al Politecnico di Milano che ha visto tra i relatori due grandi
eccellenze
del Made in Italy: Banca Generali che torna al
dialogo sull’innovazione portando questa volta tra i banchi dell’Università Lamborghini.

Un
confronto nutrito ed interessante che ha scandagliato il mondo
della produzione e del business che cambia nell’era del 3.0 nel
momento in cui si accosta proprio alla tecnologia. Un parallelo dunque tra due
pesi massimi del private banking e delle auto di lusso che ha
delineato il ruolo della tecnologia nei rispettivi business, per arrivare poi
alle sfide per l’evoluzione dei propri servizi con il tech che accelera
la personalizzazione
ai clienti nei servizi finanziari e nel made in Italy
d’eccellenza.

L’ECOSISTEMA DIGITALE DI BANCA GENERALI

L’Ad di Banca Generali, Gian Maria Mossa, parlando di innovazione si è mostrato a suo agio con il contributo delle start up e delle piattaforme fintech per arricchire il proprio modello di ecosistema digitale aperto. «Banca Generali cresce di circa 5 miliardi di raccolta quest’anno nelle nostre stime raggiungendo nuovi picchi record di masse sopra i 67 miliardi – ha spiegato il numero uno della private bank – la tecnologia aiuta a risolvere tutto ciò che è transazionale, che è considerato ormai una commodity, ma quando si entra nei bisogni personali, nei progetti di vita, e nelle necessità di valutare delle proposte, le competenze e la professionalità di una relazione di fiducia guidano il supporto che ci arriva dal digitale”.

L’INNOVAZIONE NELLA NICCHIA DI LAMBORGHINI

Dal canto suo il numero uno del toro di Sant’Agata Bolognese, Stefano Domenicali, ha spiegato come l’innovazione riesca ad inserirsi anche in un prodotto di nicchia come Lamborghini, ma senza deludere le aspettative e i bisogni dei clienti. «Se la sfida del fintech non sembra scalfire la capacità delle realtà più dinamiche nel private banking di crescere a ritmi sostenuti, anche nel mondo delle auto più sportive la scure dell’innovazione del motore elettrico non sta ancora intaccando la forza della domanda. Quest’anno consegneremo oltre 8 mila vetture, un livello record, con una crescita che è quasi triplicata negli ultimi 5 anni – spiega Domenicali – Siamo in una nicchia di mercato con un prodotto aspirazionale dove la tecnologia gioca un ruolo importante per migliorare la distintività del prodotto e la tensione all’eccellenza».

LE CONSEGUENZE DELLA TECNOLOGIA

Ma qual è l’altra faccia della medaglia dell’impatto della tecnologia nell’industria tradizionale? Lo ha spiegato il professor Alessandro Perego, direttore del dipartimento di Ingegneria gestionale del Politecnico di Milano: «La tecnologia aumenta le complessità e la concorrenza in tutti i settori – ha detto Perego – per fronteggiare queste sfide le aziende devono essere più agili, flessibili, imparare a gestire meglio il rischio, in sostanza a governare la tecnologia e non a subirla».

Su
questa linea si muove l’approccio di Banca Generali che ha sviluppato un
ecosistema digitale aperto in grado di implementare diverse piattaforme
per l’operatività così come di servizi, con il plus di arricchire
l’esperienza tra consulente e cliente
andando a toccare l’analisi del
rischio in tutta la sfera del patrimonio della famiglia o dell’imprenditore.

Più
personalizzazione è la strada scelta anche di Lamborghini che
resta ancorata ai propri motori a combustione, che si arricchiscono però di tecnologia
nell’efficienza e nella ricerca dei materiali  perché come ha spiegato Domenicali  «per il cliente di una “Lambo” l’innovazione
ha sì un peso, ma è soprattutto l’emozione di un gioiello del made in Italy che
guida le loro scelte».

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CDP, primo Forum Multistakeholder

Valorizzare gli impegni assunti e rafforzare la capacità di ascolto e confronto con gli stakeholder, per individuare insieme le migliori soluzioni alle esigenze reali del Paese. Questi alcuni degli obiettivi del Forum.

Il Direttore Generale del Tesoro Alessandro Rivera (Mef) e il Presidente dell’ACRI Francesco Profumo hanno aperto ieri il primo Forum Multistakeholder di CDP, che ha ospitato nella propria sede i rappresentanti dei suoi principali portatori di interesse, insieme all’Amministratore delegato Fabrizio Palermo e il Presidente Giovanni Gorno Tempini. I due azionisti hanno sottolineato il ruolo centrale di CDP per lo sviluppo sostenibile del Paese rimarcando l’importanza del tema nel piano industriale di CDP.

Dopo la sessione introduttiva in plenaria, i partecipanti si sono riuniti in cinque tavoli di lavoro per approfondire il ruolo di CDP di fronte alle nuove sfide della sostenibilità, quali l’innovazione, la riqualificazione urbana in chiave smart e lo sviluppo delle infrastrutture sociali, restituendo i risultati delle riflessioni al management e ai vertici CDP: l’obiettivo è offrire una chiave di lettura costruttiva per contribuire a rendere le azioni di Cassa Depositi e Prestiti sempre più incisive per la crescita del territorio e delle comunità.

Il primo Forum Multistakeholder ha dunque rappresentato un’opportunità di confronto unica per CDP: l’impegno per la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile, passa infatti attraverso occasioni di riflessione e dialogo, in un’ottica di condivisione di intenti e azioni.

Per la prima volta CDP ha voluto guardare al futuro al fianco dei propri stakeholder, in coerenza con il Piano industriale 2019-2021 che, ponendo la sostenibilità al centro di tutte le scelte strategiche, individua nell’attività di ascolto strutturato uno degli elementi fondamentali per permettere a Cassa Depositi e Prestiti di rafforzare il proprio ruolo e diventare volano dello sviluppo sostenibile in Italia.

“In 170 anni CDP non ha mai tradito la sua missione a supporto della crescita sostenibile. Con il primo Forum Multistakeholder vogliamo rafforzare la consapevolezza sul ruolo che CDP può svolgere per guidare una nuova stagione di sviluppo dell’Italia” ha dichiarato l’AD di CDP Fabrizio Palermo.

Con questo nuovo percorso CDP non scopre una nuova sensibilità, ma rende esplicita la vocazione sostenibile presente nella propria missione storica da 170 anni, orientando consapevolmente il proprio business verso il raggiungimento degli obiettivi promossi dalle Nazioni Unite.

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Accordo tra SIA e Unicocampania per i pagamenti contactless a Napoli e sui mezzi di trasporto regionali

A partire dalla seconda metà del 2020, cittadini e turisti potranno pagare il biglietto direttamente ai terminali presenti nelle stazioni della rete metropolitana, ferroviaria, funicolare e degli autobus.

Il mondo del trasporto pubblico si prepara ad affrontare una nuova
sfida. Grazie all’accordo siglato tra SIA e il Consorzio Unicocampania, dalla seconda metà del 2020
partirà la sperimentazione a Napoli, Salerno, Avellino e rispettive province per i pagamenti dei biglietti
dei mezzi pubblici locali
tramite carte di credito e di debito contactless.

Una vera e propria rivoluzione che, a regime, consentirà ai cittadini e ai turisti che si recheranno in Campania
di pagare il biglietto della rete metropolitana, ferroviaria, funicolare e degli autobus con carte dotate
di tecnologia NFC, anche virtualizzate su smartphone e dispositivi wearable, in modo facile, veloce e
sicuro.

L’INFRASTRUTTURA TECNOLOGICA DI SIA

L’innovativo servizio si basa sull’infrastruttura tecnologica di SIA che collegherà tutti i terminali dove
avvicinare le carte
per accedere ai mezzi pubblici campani, nonché i circuiti di pagamento ed il sistema
regionale per il calcolo delle tariffe
.

Le avanzate funzionalità, a supporto dello sviluppo della Smart Mobility, permetteranno la gestione,
l’autorizzazione, la contabilizzazione e la rendicontazione delle transazioni di pagamento e, al tempo
stesso, consentiranno all’utente di beneficiare della miglior tariffa disponibile in base al numero di
viaggi effettuati
.

Grazie all’infrastruttura di SIA, inoltre, sarà possibile utilizzare la propria carta di credito come se fosse
un abbonamento
: una modalità innovativa a disposizione degli utenti che, dopo aver acquistato online
l’abbonamento con una carta di credito contactless, potranno avvalersi della stessa carta per spostarsi
sull’intera rete di trasporto pubblico campana.

INVESTIMENTI DELLA REGIONE CAMPANIA PER LO SVILUPPO TECNOLOGICO

“Il Consorzio Unicocampania è stato, fin dalla sua nascita, un precursore dell’integrazione tariffaria,
realizzandone uno dei modelli più complessi, per numero di attori coinvolti ed estesi dal punto di vista
territoriale – sottolinea il Presidente di Unicocampania, Gaetano Ratto – Quello spirito pioneristico non
è mai andato perso e il Consorzio si appresta ad affrontare una nuova sfida, quella della EMV, in una realtà
che, negli anni, è cresciuta diventando ancora più complessa visto che, accanto alla tariffa integrata, oggi il
Consorzio gestisce anche gran parte di quella aziendale. Siamo pronti, quindi, nell’ambito dei più ampi
investimenti che la Regione Campania sta stanziando per lo sviluppo tecnologico, ad affrontare – affiancati
da un partner prestigioso come SIA – un nuovo capitolo nella lunga storia delle conquiste di Unicocampania”.

“Grazie alla tecnologia di SIA, la Campania sarà la prima regione in Italia ad adottare un sistema integrato di pagamento digitale nel trasporto pubblico. Ne siamo particolarmente fieri, perché è una ulteriore conferma del nostro contributo al percorso di innovazione che il nostro Paese ha intrapreso e su cui sta progressivamente accelerando. Presto Napoli e tutti i capoluoghi di provincia campani entreranno nel novero delle grandi città – come Milano, Venezia e Roma – che stanno utilizzando la nostra piattaforma per
digitalizzare milioni di titoli di viaggio. Il pagamento elettronico entra così nella quotidianità dei cittadini e
diventa, de facto, uno standard alternativo al contante”, ha dichiarato Eugenio Tornaghi, Direttore
Marketing & Sales di SIA
.

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Gualtieri difende il Mes: «Preoccupazioni infondate»

Il ministro dell’Economia in audizione: «Comico sostenere che minacci la stabilità. Successo per l’Italia».

Le preoccupazioni sul Meccanismo europeo di stabilità, che «adesso in alcuni settori sembra suscitare grande interesse», sono «del tutto infondate e basate su informazioni non precise e non corrette», ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri durante un’audizione alle commissioni riunite Finanze e politiche Ue a Palazzo Madama.

«RADDOPPIANO I FONDI PER SALVARE LE BANCHE»

Il ‘backstop‘, ossia la disponibilità del Meccanismo europeo di stabilità ad essere utilizzato dal fondo per le risoluzioni bancarie, «raddoppia» i fondi disponibili per salvare le banche: si tratta dunque «di un successo per l’Italia». Che la modifica alle linee di credito precauzionali introdotta dalla riforma del Meccanismo europeo di stabilità «rappresenti una terribile innovazione che definisce due categorie di Paesi, o attenti alla stabilità finanziaria dell’Italia, lo trovo comico».

«NESSUNA RISTRUTTURAZIONE AUTOMATICA DEL DEBITO»

«Chi scrive che la riforma del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) introduce una ristrutturazione automatica del debito dice una cosa falsa», ha detto Gualtieri riferendosi all’automatismo che avrebbero voluto alcuni Paesi falchi” e su cui «c’è stato il negoziato più duro, fortunatamente concluso con la vittoria dell’Italia e di altri che hanno detto no».

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Delrio contro lo spezzatino Alitalia

Si tratta della soluzione a cui Lufthansa punta da anni, anche prima dell’addio di Etihad. Ma l’ex ministro dei trasporti ora la boccia, E Buffagni annuncia: Cambieremo le norme per riorganizzarla.

«Alitalia dopo un anno e mezzo rimane ancora senza ipotesi industriali serie e si conferma quanto avevamo detto e cioè che Ferrovie dello Stato non dovevano partecipare a questa avventura. E si parla di spezzatino che sarebbe inaccettabile. Ho fiducia nel ministro ma spero che il governo ci faccia presto sapere come intende proseguire senza evocare nuove Iri», ha detto il presidente dei deputati del Pd ed ex ministro dei Trasporti Graziano Delrio.

IL VICEMINSITRO BUFFAGNI: «DOBBIAMO RIORGANIZZARLA»

L’ex ministro su questo punto va d’accordo coi Cinque stelle. «Noi siamo al lavoro anche per fare alcune modifiche legislative che ci garantiscano un cambio di strategia su Alitalia. È arrivato il momento di dire basta a un buco nero che per anni ha generato solo costi», ha detto a Matera il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni. «Dobbiamo lavorare per salvare l’asset, i posti di lavoro, ma – ha aggiunto – dobbiamo riorganizzarla perché abbiamo da rispettare delle regole e degli accordi europei, ma soprattutto l’azienda ha bisogno di imprenditoria, non ha bisogno di commissari continuamente». Secondo il Viceministro, «non si può, ad esempio, non garantire il collegamento con le Isole, che oggi viene assicurato e tutta un’altra serie di peculiarità. Noi non vogliamo assolutamente fare un autogol, però non si può usare la strategia che si è usata fino ad oggi: credo che questo – ha concluso – sia largamente condiviso nel Paese».

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Accordo tra Snam e Accenture per innovazione e sostenibilità delle reti energetiche

Le due aziende studieranno insieme soluzioni per dispositivi connessi a Internet e altre tecnologie, per ottimizzare e rendere più sostenibili le infrastrutture.

Accenture, azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali, e Snam, una delle principali aziende di infrastrutture energetiche al mondo, hanno siglato oggi un memorandum di intesa per studiare e valutare soluzioni basate su tecnologie IOT (Internet of Things) allo scopo di rafforzare l’innovazione e la sostenibilità delle reti energetiche nel contesto strategico mondiale di spinta verso la transizione energetica.

L’accordo
è stato siglato alla presenza del CEO di Accenture, Julie Sweet, dell’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà, e del presidente e
amministratore delegato di Accenture Italia, Fabio Benasso.

La collaborazione rientra nell’ambito di un’ampia iniziativa portata avanti da Snam, “SnamTec, Tomorrow’s Energy Company”, che prevede al 2023 investimenti per oltre 1,4 miliardi di euro nell’innovazione e nella transizione energetica, dall’applicazione di nuove tecnologie per aumentare la sostenibilità delle reti all’impegno in settori “green” come la mobilità sostenibile, il gas rinnovabile, l’idrogeno e l’efficienza energetica.

Accenture
e Snam studieranno e valuteranno soluzioni per dispositivi connessi a Internet
e altre tecnologie
, tra cui machine learning e intelligenza
artificiale, edge e fog computing, ed advanced analytics, per ottimizzare il monitoraggio
e la manutenzione delle infrastrutture e renderle più intelligenti e
sostenibili, generando impatti positivi per i territori e le comunità.

Un altro obiettivo della collaborazione sarà effettuare analisi sul crescente ruolo dei gas rinnovabili come biometano e idrogeno nel mix energetico del futuro.

«La scelta della giusta strategia digitale è fondamentale per costruire un futuro a basse emissioni di CO2, aumentare la sicurezza e consolidare il coinvolgimento delle comunità locali» – afferma Julie Sweet, Ceo di Accenture. «Snam è un’azienda leader di settore e quest’iniziativa rappresenta un nuovo entusiasmante capitolo nel nostro rapporto di fiducia di lunga data. Siamo entusiasti di collaborare allo sviluppo di soluzioni che aiutino Snam e il settore ad accelerare l’innovazione e incrementare la sostenibilità.»

Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, dichiara «L’innovazione è un pilastro del progetto SnamTec, con il quale stiamo ponendo le basi dell’azienda energetica del futuro, anche attraverso accordi con operatori internazionali come Accenture. L’obiettivo è rendere la nostra rete sempre più moderna, sostenibile e integrata con i territori e le comunità, utilizzando sistemi innovativi come l’IOT per agevolare la manutenzione degli impianti e ridurre le emissioni. Proprio grazie all’impegno sull’innovazione, nel nostro nuovo piano prevediamo di ridurre del 40% le emissioni di metano al 2025 e del 40% le emissioni di CO2 equivalente entro il 2030».

Fabio Benasso, presidente e amministratore delegato di Accenture Italia, aggiunge: «Nel corso degli anni abbiamo costruito una solida relazione commerciale con Snam che ci ha permesso di raggiungere obiettivi ambiziosi a livello sia nazionale che internazionale. Continueremo a fornire le nostre competenze nel campo dell’energia e le nostre capacità tecnologiche per supportare il nostro partner nel complesso processo di transizione verso un’economia più moderna, prospera, competitiva e a impatto zero.»

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L’Italia spende in pensioni il 16% del Pil

Nel nostro Paese il reddito medio delle persone con più di 65 anni è simile a quello dell’intera popolazione mentre nella media Ocse è più basso del 13%.

Un Paese in cui la distribuzione dei redditi e la spesa sociale favorisce gli anziani che non lavorano. La fotografia scattata dall’Ocse nel suo rapporto Pension at a Glance presentato il 27 novembre è chiara. Secondo l’Ocse l’Italia spende per il sistema pensionistico il 16% del Pil, il secondo livello più alto nell’area Ocse.

REDDITO DEGLI ULTRA 65ENNI IN LINEA CON QUELLO DI CHI LAVORA

Secondo l’organizzazione con sede a Parigi nel nostro Paese inoltre il reddito medio delle persone con più di 65 anni è simile a quello dell’intera popolazione mentre nella media Ocse è più basso del 13%. L’Ocse sottolinea che l’età di ritiro legale è 67 anni, tre anni superiore a quella della media Ocse ma che di recente «è andata indietro rispetto alle recenti riforme introducendo Quota 100».

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Resto al Sud si apre a professionisti e under 46

Dall’8 dicembre il decreto che allarga la platea sarà operativo. I progetti dovranno essere presentati online sulla piattaforma di Invitalia

È
finalmente operativa l’estensione della platea dei beneficiari
della misura Resto al Sud, l’incentivo che sostiene la nascita di nuove
attività imprenditoriali
nelle regioni del Mezzogiorno. Il decreto
attuativo firmato lo scorso agosto dai ministri per il Sud, dell’Economia e
dello Sviluppo economico, è stato sottoscritto e pubblicato sulla “Gazzetta
ufficiale” sabato 23 novembre
e dall’8 dicembre 2019 sarà
dunque operativo.

A
quasi un anno dalla legge di Bilancio che aveva previsto l’ampliamento della
platea dei beneficiari diventa realtà. Così anche i professionisti
e agli under 46 avranno la possibilità di partecipare alla misura
che prevede una dotazione
finanziaria complessiva
è di 1.250 milioni di euro, presentando i
progetti
sulla piattaforma online di Invitalia che gestisce Resto al
Sud per conto del Ministero dello Sviluppo economico.

A CHI SI RIVOLGE

Le agevolazioni previste da Resto al Sud sono rivolte agli under 46 residenti, al momento della presentazione della domanda, nel Mezzogiorno, più precisamente in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia oppure che trasferiscono la residenza nelle suddette regioni dopo la comunicazione di esito positivo. La misura si rivolge, inoltre, ai professionisti e under 46 che non hanno un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento e non sono già titolari di altra attività di impresa in esercizio. Per i liberi professionisti è importante che non risultino titolari di partita IVA, nei dodici mesi antecedenti alla presentazione della domanda, per lo svolgimento di un’attività analoga a quella per cui chiedono le agevolazioni

Possono
presentare richiesta di finanziamento le società, anche cooperative, le ditte
individuali
costituite successivamente alla data del 21 giugno 2017, o i
team di persone
che si costituiscono entro 60 giorni (o 120 se residenti
all’estero) dopo l’esito positivo della valutazione.

LE AGEVOLAZIONI

Il finanziamento previsto da Resto al Sud copre il 100% delle spese ammissibili (ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, acquisto di impianti, macchinari, attrezzature, programmi informatici, spesa per l’avvio dell’attività) e consiste in un contributo a fondo perduto pari al 35% dell’investimento complessivo e un finanziamento bancario pari al 65% dell’investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi

COME PRESENTARE DOMANDA

Resto al Sud è un incentivo a sportello per cui le domande, che devono essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma web di Invitalia, vengono esaminate senza graduatorie in base all’ordine cronologico di arrivo. 

Per
procedere alla presentazione è necessario registrarsi ai servizi online di
Invitalia
compilando l’apposito form, disporre di una firma
digitale
e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC)
valido e attivo. Tutte le comunicazioni tra l’Agenzia e i proponenti vengono,
infatti, inviate, solo via PEC. Nella domanda bisogna inserire il progetto
imprenditoriale
, da compilare on line, e la documentazione necessaria da
allegare. Per predisporre il progetto i proponenti possono richiedere assistenza
gratuita
a uno dei soggetti accreditati (pubbliche amministrazioni, università,
associazioni o enti del terzo settore) con Invitalia.

Le
domande vengono valutate in ordine cronologico di arrivo
mediamente entro due mesi dalla presentazione. Invitalia verifica il
possesso dei requisiti e poi esamina nel merito le iniziative, anche attraverso
un colloquio con i proponenti.

IL ROADSHOW DI RESTO AL SUD

Quattro tappe in quattro università italiane per generare cambiamento nei territori del Sud Italia, portando innovazione, valore e impatto sociale attraverso le imprese. Questa la sfida del roadshow di Resto al Sud, l’iniziativa che prende il nome di Hackathon Tour che si propone di trovare le migliori idee imprenditoriali di giovani universitari tra i 18 e i 35 anni da sviluppare attraverso un hackathon di accelerazione da finanziare con gli incentivi Resto al Sud. La prima tappa si svolge a Bari, il 29 e 30 novembre, presso l’Università Aldo Moro mentre la seconda si ferma in Calabria, a Rende, il 10 e l’11 dicembre, presso l’Università della Calabria.

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Dal governo 27 milioni di euro a Fca contro gli esuberi

Si tratta di incentivi per lo sviluppo e la produzione di veicoli a motore ibrido ed elettrico negli stabilimenti di Melfi, Orbassano e Mirafiori. Lavoratori reintegrati e 100 assunzioni in Basilicata.

Il ministero dello Sviluppo economico stanzia 27 milioni di euro per lo sviluppo e la produzione di veicoli a motore ibrido ed elettrico negli stabilimenti di Melfi, Orbassano e Mirafiori. Lo prevede il decreto che autorizza l’accordo di Sviluppo tra Mise, Regioni Basilicata e Piemonte, Invitalia e Fca, firmato dal ministro Stefano Patuanelli. Gli investimenti ammontano a 136,6 milioni entro il 2022. L’accordo permetterà il graduale reintegro dei lavoratori in esubero (3.458) e 100 assunzioni a Melfi.

AGEVOLAZIONI LEGATE AL PIANO IMPRESA 4.0

I 27 milioni di euro messi a disposizione dal Mise sono agevolazioni per l’acquisto di macchinari e impianti coerenti al Piano Impresa 4.0. Fca e Centro Ricerche Fiat investiranno 98,7 milioni per l’ampliamento della capacità produttiva dello stabilimento di Melfi, attraverso la messa in produzione della Jeep Compass nella versione ibrida. La produzione di questo modello consentirà di incrementare i modelli elettrici prodotti a Melfi in un’ottica di efficientamento produttivo e di economie di scala. Altri 37,9 milioni di euro di investimenti riguarderanno il progetto di ricerca e sviluppo denominato «Ricarica – Soluzioni sostenibili ad elevata modularità e Configurabilità per veicoli mass mARket a propulsione puro elettrica», che si pone come obiettivo lo sviluppo di motori per veicoli a propulsione elettrica pura, consentendo di coniugare l’attenzione agli obiettivi di impatto ambientale (riduzione delle emissioni CO2 e consumi energetici) con la necessità di offrire al mercato prodotti a prezzi accessibili con prestazioni ottimizzate, in termini di affidabilità e sicurezza. Il progetto verrà realizzato negli stabilimenti di Fca e Crf di Melfi, Orbassano e Torino (Mirafiori Technical Center).

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Sace, Fintecna e Simest: raffica di nomine in Cdp

Pierfrancesco Latini scelto come ad di Sace, Antonino Turicchi di Fintecna. Donato Iacovone presidente della “nuova” Salini Impregilo.

Raffica di nomine a Cassa Depositi Prestiti. Il cda che si è riunito il 26 novembre ha designato i candidati cda di nove delle sue società partecipate. Tra gli altri sono stati indicati Pierfrancesco Latini a.d. di Sace e Rodolfo Errore nella carica di presidente; Mauro Alfonso a.d. di Simest e Pasquale Salzano presidente (con l’incarico anche di Chief International Affairs Officer di Cdp); Antonino Turicchi a.d. di Fintecna e Vincenzo delle Femmine Presidente; Donato Iacovone presidente nella “nuova” Salini Impregilo che è nata per il “Progetto Italia“.

TUTTE LE NOMINE DELLE CONTROLLATE

SACE – Rodolfo Errore (Presidente); Pierfrancesco Latini (Amministratore Delegato), Ilaria Bertizzolo, Elena Comparato, Filippo Giansante, Federico Merola, Monica Scipione, Mario Giro, Roberto Cociancich

SIMEST – Pasquale Salzano (Presidente che assumerà anche l’incarico di Chief International Affairs Officer di CDP), Roberto Rio (Vice Presidente), Mauro Alfonso (Amministratore Delegato), Gelsomina Vigliotti, Ilaria Bertizzolo, Pasquale Salzano.

FINTECNA – Vincenzo delle Femmine (Presidente), Antonino Turicchi (Amministratore Delegato).

CDP Immobiliare – Giorgio Righetti (Presidente), Marco Doglio (Vice Presidente), Emanuele Boni (Amministratore Delegato), Alessandra Ferone, Paolo Fontanelli, Silvia Viviani, Ada Lucia De Cesaris.

CDP Investimenti SGR – Raffaele Ranucci (Presidente), Marco Doglio (Amministratore Delegato), Manuela Sabbatini, Giorgio Righetti, Caterina Miscia.

Fondo Italiano d’Investimento SGR – Antonio Pace (Amministratore Delegato), Vito Lo Piccolo, Esedra Chiacchella, Simonetta Acri, Gianluca Lo Presti, Anna Chiara Sala, Cristina Pozzi.

Invitalia Ventures SGR – Enrico Resmini (Amministratore Delegato), Pierpaolo Di Stefano, Marco Bellezza, Isabella de Michelis di Slonghello, Lucia Calvosa, Antonio Margiotta.

SIA – Federico Lovadina (Presidente), Fabio Massoli, Andrea Pellegrini, Carmine Viola, Andrea Cardamone.

Salini Impregilo – Donato Iacovone (Presidente), Pierpaolo Di Stefano, Francesca Balzani, Giuseppe Marazzita, Marina Natale.

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