Dazi Usa-Cina, verso la firma dell’intesa a metà gennaio

Il presidente americano Trump ha twittato che Washington e Pechino firmeranno la prima parte dell’intesa all’inizio dell’anno per poi continuare avviare la seconda fase dei colloqui.

«Firmerò la fase uno del nostro grande e completo accordo commerciale con la Cina il 15 gennaio. La cerimonia avrà luogo alla Casa Bianca. Saranno presenti rappresentanti di alto livello della Cina. In seguito andrò a Pechino, dove inizieranno i colloqui sulla fase due». È quanto ha scritto su Twitter il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

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Intesa tra Usa e Cina per una rimozione graduale dei dazi

Trump annuncia l’accordo con la Cina su Twitter. Bloccate le tariffe che dovevano entrare in vigore il 15 dicembre. Il vice ministro del Commercio Wang: rimozione per «fasi graduali». Wall street prima brinda, poi ci ripensa.

Il dazio, infine, è tratto. Donald Trump ha annunciato come di consueto via twitter il raggiungimento di un accordo tra Usa e Cina sulle tariffe commerciali. «Abbiamo raggiunto un’intesa sulla fase uno dell’accordo con la Cina», che ha dato il suo via libera «a molti cambi strutturali e ad acquisti massicci di prodotti agricoli, energetici e manifatturieri», ha sottolineato Trump, evidenziando che non scatteranno i dazi che dovevano entrare in vigore il 15 dicembre.

«Rimarranno come sono i dazi del 25%», ha aggiunto il presidente Usa. Più tardi, il vice ministro del Commercio cinese, Wang Shouwen ha spiegato: l’accordo prevede la rimozione dei dazi per «fasi graduali».

Forniture di prodotti chimici stanno per essere caricate nel porto di Zhangjiagang nella provincia orientale dello Jiangsu ( JOHANNES EISELE/AFP via Getty Images)

RAFFORZATO IL COPYRIGHT E MERCATO CINESE PIÙ APERTO

Wang, uno dei negoziatori di punta del team cinese per il ruolo di vice rappresentante per il Commercio internazionale, ha spiegato che l’accordo include il rafforzamento della tutela dei diritti sulla proprietà intellettuale, l’espansione dell’accesso al mercato domestico e la salvaguardia dei diritti delle compagnie estere in Cina, tra le questioni più contestate dalla parte americana a Pechino.

Merci in fase di carico nel porto di Zhangjiagang nella provincia orientale dello Jiangsu (JOHANNES EISELE/AFP via Getty Images)

NOVE PUNTI PER L’INTESA

Il comunicato diffuso dalla Cina menziona nove punti sul raggiungimento dell’accordo: preambolo, proprietà intellettuale, trasferimento di tecnologia, prodotti alimentari e agricoli, servizi finanziari, tassi di cambio, l’espansione del commercio, risoluzione delle controversie e clausole finali. I media Usa hanno menzionato impegni di spesa cinesi per 50 miliardi di beni agricoli Usa, ma nel corso della conferenza i numerosi sono stati accuratamente evitati. Wang ha parlato di «molto lavoro da fare», tra la revisione legale e la traduzione del testo nelle due lingue «da completare il prima possibile». Le parti dovranno «negoziare gli specifici accordi per la firma formale» in modo da dare attuazione alla ‘fase uno’.

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Usa e Cina sarebbero pronti a un accordo sui dazi

Trump ha annunciato che presto potrebbe esserci un’intesa con Pechino. E il Wsj anticipa che Washington avrebbe proposto un taglio del 50% di quelli esistenti.

«Un grande accordo con la Cina è vicino. Loro lo vogliono, e anche noi». Lo stringato tweet di Donald Trump ha innescato un rally a Wall Street: gli indici americani hanno fatto segnare a nuovi record spinti dall’ottimismo su una schiarita nei rapporti commerciali fra le due superpotenze economiche. Una schiarita che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, sarebbe positiva per Washington e Pechino e soprattutto per l’economia mondiale.

IL 15 DICEMBRE PREVISTO UN NUOVO PACCHETTO DI TARIFFE

Il cinguettio di Trump è arrivato in una giornata storica, quella del voto alla commissione giustizia della Camera sull’impeachment del presidente americano. Ed è arrivato in vista della scadenza del 15 dicembre quando, in assenza di una svolta, dovrebbero scattare i nuovi dazi di Trump su 156 miliardi di dollari di Made in China. Non è ancora chiaro come la Casa Bianca intenda procedere sulle nuove tariffe: le indiscrezioni al riguardo sono contrastanti visto lo scarso tempo a disposizione per chiudere la prima fase dell’intesa fra Stati Uniti e Cina sul fronte commerciale. Ma il tweet di Trump, che per la prima volta ha affermato di volere anche lui un accordo, ha dato l’impressione di aprire a un’eliminazione o almeno a un posticipo dei dazi previsti entrare in vigore a breve.

TIMORI PER IL MERCATO USA IN VISTA DEL NATALE

All’interno della Casa Bianca molti sono favorevoli a un rinvio nella convinzione che imporre dazi in prossimità delle feste natalizie si traduca nell’imporre una tassa sugli americani e quindi in un’ondata di nuove critiche contro l’amministrazione, già nel mirino per l’impeachment. Fra le aziende che seguono con interesse gli sviluppi c’è Apple: gli Stati Uniti e la Cina sono infatti i suoi due maggiori mercati e la guerra commerciale rischia di avere un impatto forte sulle vendite di Cupertino nella Repubblica popolare, dove l’iPhone fatica ad affermarsi. Secondo Credit Suisse, le consegne sono infatti calate del 35,4%, il secondo calo consecutivo a due cifre.

LE RICHIESTE DI WASHINGTON PER LA TREGUA

Secondo il Wall Street Journal, nell’ultima proposta messa sul piatto dall’amministrazione Trump alla Cina, gli Stati Uniti hanno proposto un taglio del 50% degli attuali dazi su 360 miliardi di prodotti cinesi e la cancellazione delle tariffe che dovrebbero scattare domenica prossima. In cambio Washington avrebbe chiesto a Pechino un impegno a maggiori acquisti di prodotti agricoli americani, una più forte tutela dei diritti di proprietà intellettuale e un maggiore accesso per le aziende americane al settore dei servizi finanziari cinese. Nel caso in cui la Cina sottoscrivesse l’offerta ma non rispettasse gli impegni, gli Stati Uniti sono pronti a far tornare i dazi ai livelli attuali.

LE MOSSE DI TRUMP IN VISTA DEL VOTO

Una pausa nella guerra commerciale con la Cina, con la firma della fase uno di un accordo più ampio, consentirebbe a Trump di guadagnare tempo e avviarsi all’anno delle elezioni presidenziali con un’importante carta in tasca da giocare. Un carta in grado di spingere Wall Street a nuovi record e permettere al presidente di rivendicare il successo della sua ricetta economica per gli Stati Uniti, che proseguono nel loro 11mo anno di ripresa.

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«L’accordo sui dazi tra Usa e Cina è vicino»: brindano le Borse

Lo rivela l’agenzia Usa Bloomberg: improbabile che le tensioni sulle questioni interne cinesi possano influenzare imminenti sviluppi.

Gli Stati Uniti e la Cina sarebbero vicini ad un accordo sui dazi, nonostante le tensioni in atto su Hong Kong e lo Xinjiang, ha scritto Bloomberg citando fonti vicine al dossier, e subito le borse mondiali hanno virato verso l’alto. Secondo le fonti, le dichiarazioni Usa del 4 dicembre che facevano sembrare lontana una intesa non corrisponderebbero ad un effettivo stallo dei colloqui, ed è improbabile che le tensioni sulle questioni interne cinesi possano influenzare imminenti sviluppi.

SUL TAVOLO IL NODO DEI PRODOTTI AGRICOLI USA

Secondo le fonti, che Bloomberg precisa «familiari al pensiero di Pechino», i negoziatori statunitensi prevedono che una prima fase di accordo con la Cina potrebbe essere completata prima che scattino i dazi americani annunciati a partire dal 15 dicembre. Tra le questioni sul tavolo dei colloqui, c’è la ricerca di un modo per garantire gli acquisti di prodotti agricoli statunitensi da parte della Cina e la definizione delle tariffe sulle quali si può fare marcia indietro. Interpellato da Bloomberg, l’ufficio del rappresentante commerciale degli Stati Uniti Robert Lighthizer non ha inteso commentare, come pure il ministero del Commercio cinese.

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La Cina annuncia l’intesa per una riduzione dei dazi con gli Usa

L’annuncio è stato dato dal portavoce del governo di Pechino Gao Feng, che ha parlato di una misura graduale senza fornire ulteriori dettagli.

Cina e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per la riduzione «graduale» dei dazi che erano stati posti reciprocamente per penalizzare le importazioni di prodotti. Lo ha detto all’agenzia Bloomberg Gao Feng, portavoce del governo di Pechino, senza fornire ulteriori dettagli sull’intesa.

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