Visco gioca in difesa sulla Popolare di Bari

Dopo le critiche sui mancati interventi sulla banca pugliese, il capo di via nazionale spiega il perché il commissariamento è arrivato solo ora.

«La Banca d’Italia ha sempre svolto il proprio compito rispettando le regole, ha sempre collaborato e continuerà a farlo ed è pronta a fornire, come sempre», tutte le informazioni disponibili, così come è pronta a rendere conto del proprio operato, nelle sedi istituzionali.

Una veduta esterna di una filiale della Banca Popolare di Bari davanti alla quale risparmiatori e azionisti hanno inscenato una protesta, Bari, 18 dicembre 2019. ANSA / DONATO FASANO

Intervistato in apertura di prima pagina dal Corriere della Sera, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco interviene sul caso della Popolare di Bari. E spiega che il commissariamento è stato disposto «quando le perdite hanno ridotto i livelli di capitale al di sotto dei minimi stabiliti dalle regole prudenziali».

«UNA COSA È LA VIGILANZA, L’ALTRA LA RISOLUZIONE DELLE CRISI»

«Bisogna esaminare individualmente – osserva Visco dopo le critiche arrivate in questi giorni sui compiti di Bankitalia – le due attività: quella di vigilanza e quella di gestione e risoluzione delle crisi, che sono cose diverse. La vigilanza sulle banche ha svolto il suo compito, con il massimo impegno e io reputo positivamente. La scelta di porre in amministrazione straordinaria questa banca – aggiunge – è il risultato, come sempre in questi casi, di un’attenta analisi, è un atto possibile in termini di legge solo dopo aver rilevato gravi perdite o carenze nei sistemi di governo societario. Ma la vigilanza non può intervenire nella conduzione della banca, che spetta agli amministratori scelti dagli azionisti. La banca deve seguire delle regole, la vigilanza verifica che ciò effettivamente accada».

DAL 2007 80 BANCHE COMMISSARIATE

«Dal 2007 – continua Visco – abbiamo posto in amministrazione straordinaria circa 80 intermediari: più della metà è tornata alla gestione ordinaria, per quelli liquidati o aggregati con altre banche, non vi sono state, nella generalità dei casi, perdite per depositanti e risparmiatori. La soluzione ordinata delle crisi bancarie, di per sé non semplice, è complicata dal nuovo approccio europeo in materia di gestione delle crisi e aiuti di Stato. Ma questo non ha niente a che fare con l’essere arbitro e giocatore». Comunque, puntualizza Visco, «sono stati difesi correntisti e risparmiatori. E sulla Tercas, secondo Visco, la Popolare di Bari paga la mancata trasformazione in società per azioni.

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L’ex presidente di Popolare di Bari Jacobini indagato per corruzione della vigilanza

La vicenda è collegata all’acquisizione di Banca Tercas e ai rapporti con Banca d’Italia. Negli atti della procura non c’è il nome del destinatario del reato.

L’ex presidente della Banca popolare di Bari, Marco Jacobini, sarebbe indagato per corruzione nell’ambito dei suoi rapporti con la Vigilanza della Banca d’Italia. La notizia è pubblicata da Repubblica secondo cui la vicenda sarebbe collegata in qualche maniera all’acquisizione della Banca Tercas.

JACOBINI INDAGATO DA GIUGNO

Il quotidiano precisa che Jacobini, al quale è stato notificato un avviso di proroga delle indagini nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione dell’istituto di credito barese, è indagato da giugno scorso. Nell’atto, precisa il quotidiano, non è indicato il destinatario della corruzione o in cosa si sarebbe concretizzata.

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Visco (Bankitalia) a Berlino: «Sui bond serve offrire alle banche un’alternativa»

Visco contro il tetto ai titoli di Stato in pancia alle banche dice al quotidiano tedesco Handelsblatt:. «Quello di cui c’è bisogno è un titolo sicuro, emesso da un’organizzazione unica, che acquisisca automaticamente le entrate fiscali dagli Stati dell’euro»,

Il governatore Ignazio Visco in un’intervista all’Handelsblatt, quotidiano economico conservatore tedesco, di fatto la voce di quella classe dirigente che si è quasi sempre opposta alla linea di Mario Draghi all’interno della Bce e a quella italiana, in Europa, ha toccato tutti i temi caldi: il governo dell’Eurotower e anche la proposta tedesca di ponderare i titoli di Stato, definita dall’ex ministro Pier Carlo Padoan, il vero problema, altro che Mes.

IL RISCHIO DI DEFLAZIONE GIUSTIFICA LE SCELTE BCE

Sulle politiche espansive della Bce e in particolare sulla loro recente estensione, con le decisioni prese a settembre dalla Bce, ha detto: «C’è un dissenso sul fatto se queste mosse fossero necessarie. Io penso che lo fossero. E così anche il consiglio della Bce. Il ciclo economico non è favorevole. Il rischio di una deflazione, e dunque di prezzi in calo, sussiste». Ma ha anche aggiunto che «i tassi negativi, nel lungo periodo, possono provocare danni collaterali».

IL GOVERNATORE CHIEDE UN TITOLO SICURO SULL’EUROZONA

Poi ha discusso anche dei titoli di Stato. «In Italia le banche hanno funzionato da fattore stabilizzante durante le tensioni sui mercati finanziari. Io temo che questo vada perso se si dotano i bond di un fattore di ponderazione del rischio, senza che le banche abbiano un’alternativa», ha spiegato il governatore della Banca d’Italia. Anche la proposta di mettere un tetto all‘acquisto dei titoli di uno stato, aggiunge,«limiterebbe la funzione di stabilizzatore del sistema finanziario». Si potrebbe valutare se ci fosse un’alternativa. In Italia le banche hanno funzionato da fattore stabilizzante durante le tensioni sui mercati finanziari. Io temo che questo vada perso se si dotano i bond di un fattore di ponderazione del rischio, senza che le banche abbiano un’alternativa». «Quello di cui c’è bisogno è un titolo sicuro, emesso da un’organizzazione unica, che acquisisca automaticamente le entrate fiscali dagli Stati dell’euro», aggiunge Visco. «Questo potrebbe essere la base della costruzione di una capacità fiscale comune nell’eurozona», conclude.

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Cosa dice il rapporto della Banca d’Italia sulla stabilità finanziaria

Il calo dello spread Btp-Bund ha leggermente attenuato i rischi per il nostro Paese. Ma l’elevato debito pubblico rimane una vulnerabilità fondamentale.

Il calo dello spread Btp-Bund e del rendimento dei titoli di Stato italiani ha «leggermente attenuato» i rischi per la stabilità finanziaria del nostro Paese. Anche se i rialzi dei premi registrati in agosto e in novembre «indicano che la fiducia degli investitori è ancora fragile».

Parola della Banca d’Italia, che nell’ultimo report dedicato alla questione sottolinea comunque come «il deterioramento del quadro macroeconomico e l’elevato debito pubblico continuano a rappresentare elementi di forte vulnerabilità ed espongono l’intera economia ai rischi connessi con un riacutizzarsi delle tensioni sui mercati».

Gli obiettivi del governo per i prossimi anni, inoltre, poggiano ancora in misura rilevante sul gettito derivante dalle clausole di salvaguardia, «la cui attivazione è stata sempre rinviata negli ultimi anni». Di qui il consiglio: «Dissipare tempestivamente l’incertezza connessa con il possibile venir meno di quelle entrate rafforzerebbe la fiducia dei mercati sulla credibilità del riequilibrio di bilancio nel medio periodo e contribuirebbe a consolidare il calo del premio per il rischio sovrano».

A livello globale, la forte riduzione dei tassi di interesse da una parte «aumenta la sostenibilità dei debiti e contribuisce a contenere la crescita dei rischi macroeconomici»; dall’altra, tuttavia, «può indurre gli investitori a ricercare maggiori rendimenti in attività rischiose e incentivare l’accumulazione di livelli eccessivi di debito». Una fase prolungata di tassi bassi «può comprimere la redditività delle banche e delle compagnie di assicurazione».

Così il rapporto sulla stabilità finanziaria della Banca d’Italia. “Il livello elevato del debito pubblico continua a rappresentare un fattore rilevante di vulnerabilità dell’Italia e ne accentua l’esposizione a un riaccendersi di tensioni sui mercati finanziari”

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Bankitalia approva la lotta al contante contro l’evasione

L’incentivo ai pagamenti elettronici potrebbe funzionare. E anche la stima del Pil 2020 allo 0,6% è condivisibile. L’audizione del direttore generale Signorini al Senato.

Bankitalia ha approvato le mosse dei giallorossi. A partire dalla lotta al contante. Che potrebbe ridurre l’evasione fiscale, anche se il governo non ha messo nero su bianco alcuna emersione di base imponibile con l’incentivo ai pagamenti elettronici. L’endorsement è arrivato dal vice direttore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini, durante un’audizione sulla legge di bilancio a Palazzo Madama: «È plausibile che nel medio periodo l’incentivo possa contribuire a ridurre la propensione a evadere, funzionerà bene se si riuscirà ad attuarlo in modo semplice e chiaro».

PROSPETTIVE DI CRESCITA CONDIVISIBILI

Bankitalia ha anche avallato la stima di crescita dell’economia italiana dello 0,6% contenuta nella manovra, considerata «condivisibile e in linea con le nostre valutazioni più recenti».

PER L’IVA PROBLEMA DI COPERTURE ALTERNATIVE

Poi Signorini ha parlato delle clausole di salvaguardia residue che nel 2021 e 2022 restano a un livello «significativo» al netto degli effetti della manovra, pari a un punto percentuale di Pil e 1,3 punti rispettivamente per i due anni. Se venissero abolite senza compensazioni «il peggioramento strutturale dei conti sarebbe considerevole» e dunque «si riproporrà l’esigenza di reperire coperture alternative».

TASSI SUI MUTUI SCESI SOTTO IL 2%

Capitolo tassi sui mutui, nella pubblicazione di Bankitalia “Banche e moneta” si legge che sono scesi a settembre abbondantemente sotto il 2%. I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie si sono collocati all’1,82% contro il 2,08% di agosto.

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