“La Forgia Sinisgalli”, prosegue la rassegna

Il cartellone della quarta edizione de “La Forgia Sinisgalli”, organizzato dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli per il quarantesimo anniversario della morte del poeta ingegnere, prosegue domenica 28 febbraio alle 17,00, con l’appuntamento online “Leggìo per Leonardo Sinisgalli”.

L’incontro sarà l’occasione per presentare il quaderno-audiolibro di Luigi Tassoni, “Leggìo per Leonardo Sinisgalli. Cinque conversazioni a Radio Capodistria” edito quest’anno dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli, che raccoglie gli interventi radiofonici del critico, semiologo e docente dell’Università di Pécs (Ungheria) dedicati al poeta delle due Muse all’interno de “Il leggìo di Luigi Tassoni”, rubrica della trasmissione “Punto e a capo” in onda su Radio Capodistria.

Apriranno l’incontro i saluti del Presidente della Fondazione Sinisgalli Domenico Sammartino e del Presidente della Provincia di Potenza, Rocco Guarino. Insieme all’autore, Luigi Tassoni, interverranno Aurelia Sole dell’Università degli Studi della Basilicata e Ornella Rossetto di Radio Capodistria, con il coordinamento del Direttore della Fondazione Sinisgalli, Luigi Beneduci.

Sarà possibile seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook, il canale Youtube e il sito web della Fondazione Sinisgalli.

Matera 2019, gli auguri ai nuovi organi della Fondazione Sassi

La Fondazione Matera Basilicata 2019 saluta il nuovo presidente della Fondazione Sassi, Michele Morelli, e porge i suoi migliori auguri al nuovo Consiglio di amministrazione composto, tra gli altri, dal presidente uscente Vincenzo Santochirico, e al nuovo Consiglio di Fondazione.
La Fondazione Sassi è stata una delle realtà lucane protagoniste del programma culturale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 con il progetto “La terra del pane”, festival multidisciplinare sul rapporto fra terra e pane, con ospiti di alto profilo dal mondo della cultura. L’augurio, in un momento difficile dal punto di vista culturale e umano, è che si faccia appello alle nostre comuni migliori energie per proficue collaborazioni future, nell’ intento di valorizzare quanto di meglio può esprimere il territorio e la città di Matera.
 

Rosa: “Total, sanzioni e ipocrisia”

“Dopo aver letto Lacorazza e Cifarelli, ritengo che di imbarazzate ci siano solo le loro dichiarazioni”. Lo dichiara l’assessore all’Ambiente, Gianni Rosa, in riferimento a interventi sui social dei due esponenti del Pd riportati anche dalla stampa regionale.
“Oggi – prosegue Rosa – gridano allo scandalo perché la Regione Basilicata per un singolo, specifico, episodio commina a Total una sanzione di 30.000 euro. Un topolino per Lacorazza.
Onestà intellettuale avrebbe voluto che, prima di parlare, avessero evidenziato l'atteggiamento che assumevano i governi regionali quando loro erano protagonisti diretti in circostanze analoghe.
Una premessa risulta essenziale: gli uffici preposti, nella loro autonomia amministrativa, si muovono nell'ambito di una normativa nazionale che fissa parametri sanzionatori ben precisi che vanno da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 15.000 euro.
Posto, quindi, che la normativa non è cambiata negli anni, ora passiamo ai fatti: dal novembre 2013 a marzo 2019, per fatti analoghi, rispetto all'altro Centro olio gestito da Eni, risultano emessi complessivamente 3 verbali di 1.550 euro cadauno. Quindi, in totale, negli anni richiamati, la Regione ha sanzionato applicando sempre il minimo edittale.
Ora, rispetto a ieri, l'unica cosa che è cambiato è il governo regionale che agisce in maniera 'imbarazzante'. Mi chiedo se siamo imbarazzanti noi o è più imbarazzante quanto accaduto negli anni in cui Lacorazza e Cifarelli governavano? Se 30.000 euro equivalgono ad un minuto di estrazioni, come afferma Cifarelli, 1.550 euro a quanto equivalgono? Ovviamente tutti gli atti sono pubblici e consultabili e sarebbe bene, prima di parlare, approfondire.
Prima di innescare polemiche, voglio concludere dicendo che, chiacchiere a parte, la questione è seria e non dovrebbe essere presa alla leggera. I cittadini devono sapere che il Governo Bardi ne è consapevole e sta agendo con fermezza, sempre nel solco della legalità”.

  

Deposito scorie nucleari, presentato il documento della Regione

“Le aree individuate come potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito nazionale e del parco tecnologico, interamente o parzialmente ricadenti nel territorio della regione Basilicata, devono essere riclassificate nell’ordine di idoneità, nel senso di una oggettiva bassa idoneità ovvero non idoneità, tale da giustificarne l’esclusione dalla Cnapi”. Si conclude così il Documento Unico delle Osservazioni Tecnico – Scientifiche (DOTS) alla “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, che è stato illustrato oggi ai consiglieri regionali ed ai rappresentanti degli enti locali in una videoconferenza promossa dall’assessore all’Ambiente Gianni Rosa.

“La Basilicata esprime la totale unanime contrarietà alla proposta di localizzazione, costruzione ed esercizio del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico ex decreto legislativo n. 31/2010 redatta da Sogin nei 16 siti individuati e ricadenti nel territorio regionale”, ha ribadito il presidente della Regione Vito Bardi aprendo i lavori.

Bardi ha ricordato che il governo regionale “ha inteso esprimere una chiara volontà nel creare un percorso condiviso che esaltasse la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alle decisioni politiche che riguardano, in modo diretto ed indiretto, tutto il territorio” ed ha inoltre seguito le indicazioni del Consiglio regionale, che in una risoluzione approvata all’unanimità il 13 febbraio scorso aveva impegnato la Giunta “a praticare ogni utile iniziativa finalizzata a far desistere il Governo da ogni possibilità di allocare sul territorio regionale il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, nominando una cabina di regia composto da persone in possesso delle competenze tecnico-scientifiche, nonché giuridiche, atte a scongiurare detta eventualità e promuovendo forme di partecipazione democratica della comunità regionale; di raccordare e supportare le iniziative congiunte con i Comuni direttamente coinvolti al fine di predisporre le necessarie osservazioni da presentare alla Sogin”.

“Il documento che si presenta oggi, dunque, rappresenta il risultato del lavoro intrapreso, di coordinamento delle istanze e condivisione degli intenti. Con lo stesso medesimo intento di unità – ha aggiunto Bardi –, la Regione Basilicata ha coinvolto e si è confrontata con la vicina Regione Puglia con la quale si condivide uno dei siti inseriti nella Cnapi. Il procedimento di formazione del presente documento assicura, quindi, una base solida alle osservazioni ivi contenute che non rappresentano un diniego immotivato ed egoistico nei confronti delle esigenze del Paese, una sterile contrapposizione istituzionale tra Stato e Regione, ma sono frutto di accurate riflessioni tecnico-scientifiche”.

“Siamo partiti dalla mappa dei criteri – ha spiegato il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Galante illustrando la metodologia adottata – e abbiamo definito un metodo, scegliendo una regia regionale per non frantumare le osservazioni dei diversi territori e difendere unitariamente il territorio. Abbiamo puntato inoltre sulla condivisione dello spirito della consultazione pubblica, garantendo la massima trasparenza, la partecipazione di territori e comunità tecnico scientifiche, l’accessibilità delle informazioni e la divulgazione degli esiti del lavoro nei tempi previsti”.

“Il nostro fermo no, che abbiamo espresso sin dall’inizio, ad ogni ipotesi di localizzare in Basilicata il deposito dei rifiuti radioattivi – ha detto l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa – oggi è supportato non soltanto da dati politici ma da valutazioni tecniche e scientifiche che dimostrano che il nostro territorio non è idoneo ad ospitare il deposito. L’unità del popolo lucano è rappresentata dalle istituzioni che partecipano a questo incontro, dalla capacità di fare osservazioni tecniche e di ottemperare alle scadenze nonostante si parli di una proroga. E proprio il fatto che la Regione Basilicata non beneficerà della proroga del termine per la presentazione delle osservazioni rappresenta l’efficacia della compattezza delle posizioni assunte ai vari livelli istituzionali”.

Il Documento Unico delle Osservazioni Tecnico – Scientifiche, con le eventuali integrazioni che gli enti locali e il mondo dell’associazionismo potranno consegnare nelle prossime ore, sarà formalmente approvato dalla Giunta regionale e poi inviato entro il 5 marzo per la consultazione pubblica avviata dalla Sogin. 

Matera 2019, Casino Padula luogo vivo al servizio della comunità

Casino Padula è uno spazio vivo, curato, aperto a tutti, frequentato dai cittadini per passeggiare, leggere un libro sotto gli alberi, fare attività fisica, gestito della Fondazione Matera Basilicata 2019 senza soluzione di continuità con il percorso di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, che lo anima attraverso una serie di iniziative, compatibilmente con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria.
E' quanto si legge in un comunicato stampa della Fondazione Matera-Basilicata 2019. 
A illustrare come questo spazio viene messo al servizio della comunità – prosegue la nota – sono stati la Direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019, Rossella Tarantino, il Segretario generale e manager amministrativo e finanziario, Giovanni Oliva, Massimiliano Burgi, manager del progetto Gardentopia, e Rita Orlando manager di Open Design School, in un incontro con la stampa questa mattina nel giardino di Casino Padula, cui hanno preso parte anche alcuni cittadini-giardinieri e cittadini-volontari.
In particolare, l’area verde che circonda la struttura, è stata adibita ad orto urbano che i cittadini di diversi quartieri di Matera curano e coltivano sin dalla fine del 2019, guidati dall’artista Luigi Coppola, nell’ambito del progetto Gardentopia. Attraverso dei workshop organizzati mensilmente a distanza con l’artista, i cittadini si scambiano buone pratiche sulla coltura delle piante, la selezione delle sementi, la potatura degli alberi, rafforzando la cura del bene comune. Una sala di Casino Padula è stata inoltre adibita a base operativa della neonata associazione “Volontari Open Culture 2019”, costituita a inizio febbraio da un gruppo di cittadini che hanno fatto parte del team dei volontari di Matera 2019, desiderosi di continuare a dare il proprio contributo, sia a livello locale che internazionale, nelle iniziative di carattere culturale.
Casino Padula è anche la sede di Open Design School, il laboratorio di progettazione e prototipazione di Matera 2019, che continua le sue progettualità e si afferma come modello a livello europeo, candidandosi così ad essere una delle principali eredità della Capitale Europea della Cultura. Nell’estate 2020 ODS ha realizzato tutti gli allestimenti per il Festival So Far So Close, che ha messo al centro le relazioni in fase infra-pandemica attraverso le arti performative, utilizzando fra i vari spazi all’aperto anche il giardino di Casino Padula, e ha dato vita ad un FabLab con workshop per bambini e ragazzi. L’ultima creazione di ODS sono gli allestimenti commissionati dal Comune di Miglionico per il Centro Polivalente “D’Amoroso Foco”, costruiti secondo i principi dell’economia circolare, ovvero riutilizzando i materiali già disponibili, senza buttare nulla. La metodologia di ODS è inoltre al centro del progetto internazionale finanziato dal programma Erasmus + “DeuS”, volto a sviluppare un percorso di formazione continua per le industrie culturali e creative europee. Grazie al suo percorso virtuoso, Open Design School è stato recentemente individuato dalla Commissione Europea quale esempio per il nuovo Bauhaus europeo lanciato dalla Presidente Ursula von der Leyen.
“Un’occasione – ha spiegato Tarantino – da cogliere per il nuovo rilancio di Matera e della Basilicata sulla scena internazionale, anche a partire da appuntamenti di grande rilievo come il G20 di giugno che vedrà nuovamente protagonista la città, a cui è importante legare iniziative di carattere culturale sul modello della co-creazione”.
 

Tempa Rossa, Rosa: sanzioni alla Total per 30 mila euro

Con nota del 23 febbraio dell’Ufficio Compatibilità ambientale, il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ha notificato alla Total E&P Italia spa, gestore del Centro Olio Tempa Rossa, la determina del 18 febbraio 2021 con la quale vengono comminate alla società petrolifera sanzioni per 30 mila euro, riferite agli eventi anomali verificatisi dal 14 al 18 gennaio.
Le contestazioni riguardano l’inosservanza di quattro prescrizioni contenute nell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), così come previsto nella dgr n. 1888 del 2011.
Alla Total E&P Italia, in particolare, è stata contestata la violazione dell’obbligo di una corretta comunicazione in quanto non è stato possibile valutare in maniera certa l’entità degli eventi e dei malfunzionamenti. Inoltre, si è sanzionata la circostanza che non è stato possibile verificare il rispetto dei valori limite e delle prescrizioni di carattere gestionale.
All’erogazione della sanzione si è arrivati dopo un’attenta analisi dei fatti da parte dell’Ufficio Compatibilità ambientale e dell’Arpab, che ha visto anche interlocuzioni ufficiali con la Total.
“Le regole vanno rispettate e su questo – ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa – non transigiamo. Per gli ulteriori incidenti occorsi dopo il 18 gennaio sono anche per loro in corso le istruttorie previste dalla legge. Qualsiasi violazione delle norme ambientali e delle prescrizioni devono essere sanzionate. Lo abbiamo fatto adesso e lo faremo in futuro, senza sconti a nessuno”. 

Matera 2019 buona prassi per il progetto europeo Cre:Hub

Matera Capitale Europea della Cultura 2019 è la buona pratica europea selezionata dalla Regione Basilicata nell’ambito del progetto Interreg Europe “Cre:hub Politiche per le Industrie Culturali e Creative: l’HUB per lo sviluppo innovativo regionale” gestito per il tramite dell’Autorità di Gestione del PO FESR 2014-2020. Il percorso di Matera 2019 e il suo impatto sulle industrie culturali e creative è stato presentato oggi nel corso dell’evento online “Cultura e creatività: opportunità, sfide future e scenari di sviluppo” che ha chiuso il progetto.

Lo rende noto l’ufficio stampa della Fondazione Matera Basilicata 2019 specificando che “a raccontare tale percorso è stata la direttrice della Fondazione, Rossella Tarantino, in un viaggio attraverso il portale open data di Matera 2019, uno strumento che propone in formato aperto i dati sulla Capitale Europea della Cultura, affinché possano essere riutilizzati da ricercatori, giornalisti, studenti e generare così nuova cultura”.

“La gran mole di dati relativi ai servizi ed articoli dedicati a Matera 2019 sui media nazionali e internazionali – ha spiegato Tarantino – ci mostrano quanto il processo della Capitale Europea della Cultura sia riuscito a cambiare l’immagine della città, raccontata oggi come un luogo del Sud in cui tutto può diventare possibile. I dati raccontano inoltre l’importante investimento fatto in produzioni culturali originali di carattere internazionale, che ha generato degli impatti sia in termini di competenze e relazioni per la scena creativa locale, chiamata a realizzare una parte importante del programma di Matera 2019, sia a livello economico, con effetto spillover non solo sulle industrie culturali e creative, ma anche su altri settori. Questo ci consente di affermare la capacità della cultura di trainare l’economia, e non solo il contrario. Un assunto da tenere ben presente nel momento in cui si potrà far ripartire tutto il comparto culturale, così duramente colpito dalle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, e che viene rilanciato in questi giorni attraverso le diverse manifestazioni organizzate dai lavoratori dello spettacolo".

“La dimensione internazionale del percorso di Matera 2019, insieme a quella del coinvolgimento attivo dei cittadini – ha concluso Tarantino – sono ben esemplificati da uno dei progetti pilastro della Capitale Europea della Cultura, che si candida a diventare una delle sue principali eredità, ovvero l’Open Design School, centro di ricerca e prototipazione aperto alla comunità, basato sull’apprendimento permanente e lo scambio tra professionisti di provenienza e specializzazioni diverse”. 

Deposito scorie, il 25/2 videoconferenza con gli enti locali

Una riunione in videoconferenza, per illustrare i contenuti del Documento Unico delle Osservazioni Tecnico – Scientifiche (DOTS) alla “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi” (Cnapi) e raccogliere osservazioni e contributi.

L’ha convocata l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa per giovedì 25 febbraio, alle ore 11,00. Saranno presenti all’incontro il presidente della Regione Vito Bardi ed i componenti del governo regionale. Sono stati inoltre invitati a partecipare i consiglieri regionali, i presidenti delle Province di Potenza e Matera, i sindaci dei Comuni lucani interessati (Oppido Lucano, Acerenza, Genzano di Lucania, Irsina, Matera, Montescaglioso, Bernalda e Montalbano Jonico), il direttore generale dell’Arpab e il presidente dell’Anci Basilicata.

Il Documento Unico delle Osservazioni Tecnico – Scientifiche (DOTS) è il frutto degli approfondimenti svolti dai gruppi di lavoro istituiti presso il Dipartimento Ambiente sulla struttura idro-geomorfologica, la struttura naturalistica, la struttura antropica e le strutture strategiche di relazione delle zone indicate come potenziali siti, nell’ambito di un percorso che ha visto la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali, degli ordini professionali, delle istituzioni scientifiche e dei tecnici dei diversi Dipartimenti della Regione.

Dopo la riunione con gli enti locali, la prima parte del percorso amministrativo previsto dal decreto legislativo n. 31/2010 si concluderà nei prossimi giorni con la formale approvazione del DOTS, attraverso il quale la Giunta regionale parteciperà alla consultazione pubblica. Successivamente questo Documento sarà presentato pubblicamente in un incontro con i giornalisti. 

Casino Padula, il 24/2 incontro con la stampa di Matera 2019

Mercoledì 24 febbraio alle 11:00 nel Casino Padula a Matera, “verranno illustrate alla stampa le attività che stanno animando questo spazio di comunità gestito dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 senza soluzione di continuità con il percorso della Capitale Europea della Cultura e compatibilmente con le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria”.

Lo rende noto l’ufficio stampa della Fondazione, specificando che “l’incontro sarà l’occasione per approfondire i progetti europei che stanno vedendo protagonista Open Design School e il processo di cura dell’orto urbano che stanno portando avanti i cittadini di diversi quartieri della città”.

Patriarchi da frutto, al via i rilievi in campo dell’Alsia

Hanno inizio questa mattina i lavori di rilievo in campo dei “patriarchi” da frutto, i grandi alberi antichi della Basilicata. Li effettueranno i tecnici dell’Azienda agricola sperimentale dimostrativa dell’ALSIA “Pollino” di Rotonda (PZ), con il supporto scientifico di Gianluca Piovesan, dell’Università degli Studi della Tuscia.
Si tratta della seconda fase della “Ricognizione dei patriarchi da frutto della Basilicata” per il recupero e valorizzazione della agrobiodiversità, un’iniziativa avviata lo scorso anno dall'ALSIA nell'ambito del progetto “FINoPom”, e finanziata dalla Regione Basilicata con la misura 10.2 “Agrobiodiversità” del PSR, il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.
La prima fase del progetto, quella della individuazione dei patriarchi da frutto, si è avvalsa – nei mesi precedenti – anche delle numerose segnalazioni pervenute da agricoltori-custodi della biodiversità, da tecnici, da appassionati, o anche da viandanti. Sono stati 177 i patriarchi segnalati, di cui 164 in provincia di Potenza (in 29 comuni) e 13 in quella di Matera (6 comuni).
Quella del censimento dei "grandi vecchi" da frutto della Basilicata non è solo un’attività complementare a quella effettuata dalla Regione con l’istituzione dell’elenco degli alberi monumentali di particolare interesse paesaggistico e naturalistico, realizzato sulla base di quanto previsto dal Decreto Interministeriale 23 ottobre 2014 (“Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento”). Negli ultimi cento anni sono infatti scomparse 3 varietà/ecotipi di alberi da frutto su quattro. A fine ‘800 erano presenti in Italia 8.000 accessioni di piante da frutto: oggi ne sono rimaste circa 2.000 ma, di queste, 1.500 sono a rischio di estinzione. Le difficoltà di raccolta e trasporto, e i gusti della grande distribuzione, hanno fatto sì che su poche varietà si concentrasse nel tempo la coltivazione, mentre tutte le altre – pur molto funzionali sui mercati locali – fossero abbandonate a sé stesse. Nei maestosi “patriarchi vegetali” rimasti quasi dimenticati nei fondi aziendali o nei frutteti familiari, quindi, non ci sono soltanto tracce della nostra storia, delle nostre tradizioni e culture popolari, ma anche un patrimonio di biodiversità che va salvaguardato e valorizzato.
I lavori in campo saranno conclusi entro il 2021. Delle piante oggetto del censimento, che saranno tutte classificate e georeferenziate, saranno rilevate varie caratteristiche, come ad esempio la dimensione della circonferenza del tronco, la longevità, la rarità della varietà, il rischio di erosione genetica, e anche la motivazione della segnalazione (dimensioni, forma, rarità, valore architettonico etc.).
Tutto le specie frutticole censite saranno iscritte nel Repertorio regionale e nell’Anagrafe nazionale sulle varietà a rischio di estinzione. Per quelle che dovessero presentare i requisiti previsti dalla normativa vigente, sarà anche proposta l’iscrizione nell'elenco degli alberi monumentali regionali.
 

Deposito scorie radioattive, tavolo tecnico struttura antropica_2

Da un lato ci sono le strategie statali, regionali ed europee, che nel corso del tempo hanno portato all’adozione di programmi e di ingenti investimenti finanziari per promuovere la cultura e il turismo, valorizzare le aree interne ed i sistemi produttivi locali, tutelare il paesaggio. Dall’altro c’è la “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi” (Cnapi), che di questi programmi sembra non tenere conto, avendo incluso fra le “aree potenzialmente idonee” anche quelle zone in cui lo Stato e le Regioni hanno deciso di fare ben altro. E persino un’area vicinissima a quella dichiarata dall’Unesco “Patrimonio mondiale dell’Umanità”, aree dichiarate di notevole interesse pubblico per la tutela del patrimonio culturale ed aree a pascolo inserite nel Catalogo Nazionale dei Paesaggi Rurali storici.

È il caso delle aree ricadenti nei Comuni di Matera, Montalbano Jonico, Bernalda e Montescaglioso (indicate con i codici MT-3, BA_MT-4, BA_MT-5, TA_MT-17, TA_MT-18, MT-1, MT-2, MT-15, MT-16), come emerge dagli approfondimenti svolti nelle ultime riunioni dal gruppo di lavoro sulla “struttura antropica”, uno dei cinque istituiti presso il Dipartimento Ambiente della Regione per formulare le osservazioni tecniche alla Cnapi.

Ai lavori dell’organismo dedicati all’esame di queste aree, hanno partecipato, coordinati dall’architetto Anna Abate, i rappresentanti delle amministrazioni locali di Bernalda, Matera, Irsina, dell’Ordine degli architetti e dell’Ordine degli agronomi Matera, dell’Apt, dell’Unibas, della Soprintendenza ai beni monumentali e paesaggistici, scuola di archeologia dell’Unibas, del Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata. Presente inoltre anche un tecnico della Regione Puglia.

Le aree indicate con i codici MT-3, BA_MT-4, BA_MT-5, TA_MT-17, TA_MT-18, quelle fra Matera e la vicina Puglia, sono molto vicine (a meno di un chilometro) al Parco delle Chiese rupestri ed al Parco dell’Alta Murgia barese. E già questo dovrebbe indurre a considerare con molta attenzione i “criteri di approfondimento” che nel documento della Sogin vengono indicati in uno specifico programma che invita a prendere in esame “fattori socio – economici e culturali, pianificazione territoriale, disponibilità delle reti di trasporto”. Inoltre, in relazione al settore delle produzioni agricole, si evidenzia che i siti MT1, MT2, MT14 e MT16 ricadono interamente nel comprensorio irriguo del Metapontino e che si stanno prendendo in esame dati sugli investimenti pubblici circa l’irrigazione, la redditività delle colture, la presenza di colture di pregio, la presenza di attività zootecniche, oltre che la presenza di aree estrattive, di luoghi di interesse storico, archeologico e paesaggistico, la presenza di usi civici e proprietà collettive.

“Tutti elementi che segnalano una palese incongruenza con le aree indicate – afferma l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa – perché nel documento della Sogin non si tiene conto del fatto che sia le zone indicate sulla direttrice Matera – Irsina – Genzano – Oppido Lucano, che quelle riguardanti il Metapontino, sono oggetto di pianificazione culturale e paesaggistica da molti anni, con tanto di decreti ministeriali di dichiarazione di interesse pubblico, come nel caso di Irsina, solo per fare un esempio. E in questo quadro appare addirittura singolare l’indicazione di siti che si trovano a poche centinaia di metri dai Sassi di Matera e dall’Altopiano murgico”.

Ci sono le strategie statali per lo sviluppo del turismo, che spingono verso progetti interregionali come quelli dedicati alla valorizzazione dell’antica via Appia e della via Francigena, al centro tra l’altro di una delibera di adesione approvata dalla Giunta regionale nel 2015 e di un accordo siglato nel 2018. C’è la strategia nazionale per la valorizzazione e fruizione del patrimonio minore delle aree interne, dei prodotti locali e dei monumenti. E poi c’è il progetto sulla transumanza, riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità: con una delibera della Giunta del 2016 è stato approvato il dossier di candidatura con l’Abruzzo capofila e la cartografia mostra che questo progetto riguarda aree molto vicine ai siti indicati dalla Sogin, su cui sono in corso ulteriori approfondimenti sulla ricostruzione della matrice insediativa storica, fra Genzano e Matera, della presenza di reti tratturali, che riscontrano un uso antico del territorio e la presenza di molte masserie a presidio della zona.

Analogamente per i siti indicati con i codici MT-1, MT-2, MT-15, MT-16 (Montalbano Jonico, Bernalda, Montescaglioso) va ricordato che tutta l’area del Metapontino rientra nel Pano paesistico varato negli anni ’90 ed ancora vigente. Naturalmente in quest’area pesa particolarmente la presenza di un comparto agricolo di qualità, che nonostante la crisi ha fatto registrare un incremento del numero di imprese, con un comparto ortofrutticolo importante ed un peso rilevante per la produzione delle fragole, che su tutto l’arco ionico interessa circa mille ettari, e per le colture olivicole che segnano la testimonianza storica della nostra agricoltura. Ma nella fascia Jonica si segnalano anche tantissimi ritrovamenti archeologici, che testimoniano un uso antico e storico del territorio, e la presenza di usi civici e proprietà collettive, in particolare fra Bernalda e Montalbano Jonico, che dovrebbe essere considerata motivo di esclusione.

“L’attività dei gruppi di lavoro istituiti dal Dipartimento Ambiente – afferma il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi – sta producendo approfondimenti di grande interesse che i nostri tecnici stanno traducendo in serie ed argomentate osservazioni. Emerge chiaramente che al di là delle motivazioni generali e di carattere politico, ci sono ragioni scientifiche solide e inoppugnabili per motivare il nostro no ad ogni ipotesi di localizzazione in Basilicata del sito dei rifiuti nucleari. Credo che a breve saremo in grado di presentare pubblicamente i risultati del lavoro svolto dai tecnici, che in un rapporto di proficua collaborazione con la Regione Puglia proporremo poi nella consultazione pubblica avviata sulla Cnapi”.

Al via la quarta edizione della rassegna “La Forgia di Sinisgalli”

Dopo l’importante riscontro di pubblico da tutta Italia registrato per la nona edizione del “Furor Sinisgalli. L’avventura delle due culture”, la Fondazione Leonardo Sinisgalli continua i suoi incontri online dedicati alle celebrazioni dei 40 anni dalla morte del poeta ingegnere con la rassegna “La Forgia di Sinisgalli”, giunta alla sua quarta edizione. Il palinsesto si snoderà in tre appuntamenti, per concludersi il 9 marzo, giorno del “compleanno” del nostro Leonardo.

Ad aprire il cartellone domenica 21 febbraio alle 17 sarà l’incontro “La rete dell’Utile e del Bello”, durante il quale verranno presentate alcune delle importanti collaborazioni messe in campo dalla Fondazione Sinisgalli nel corso dell’ultimo anno. Dopo i saluti di Carmen Colangelo, membro del Cda della Fondazione, interverranno Elena Loewenthal, Direttrice della Fondazione Circolo dei Lettori di Torino, Silvana Kühtz, DICEM Università degli Studi della Basilicata e Poesia in Azione, Francesco Maggiore, Presidente della Fondazione Dioguardi di Bari, in una conversazione coordinata dal Presidente della Fondazione Sinisgalli, Domenico Sammartino.

Sarà possibile seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook, il canale Youtube e il sito web della Fondazione Sinisgalli.

Fiammate Tempa Rossa, Rosa: Regione valuta sanzioni

Nella scorsa notte è stato registrato un nuovo fenomeno presso il Centro olio di Tempa Rossa con superamenti dei limiti di emissione in atmosfera.

A riguardo, l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Gianni Rosa informa che “gli uffici del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata e quelli dell’Arpab si sono immediatamente attivati per effettuare i dovuti controlli ed alla Total sono stati già richiesti con urgenza tutti i chiarimenti del caso sull’evento accaduto, sulle cause e sulle procedure adottate per ripristinare il normale funzionamento dell’impianto, oltre alla trasmissione dei dati delle portate volumetriche della torcia”.

“Dopo i primi eventi verificatisi tra il 14/18 gennaio – aggiunge l’assessore – e per i quali si sta provvedendo a comminare la relativa sanzione amministrativa, si sono succeduti quelli tra il 18 gennaio / 5 febbraio, per i quali l’Arpab sta procedendo ad ulteriori approfondimenti. Trattandosi del terzo fenomeno verificatosi nel corso del 2021, nel rispetto delle norme e dell’autorizzazione AIA, si valuteranno con attenzione i provvedimenti sanzionatori da applicare, compresa la sospensione dell’attività. Come tutti sanno, le sanzioni per l’inosservanza delle prescrizioni AIA sono previste espressamente dalla legge statale. La Regione Basilicata, nel pieno rispetto delle norme, dunque, agirà – conclude Rosa – al solo fine di tutelare la salute e l’ambiente lucano”.

Protezione contatori dal gelo: i consigli di Acquedotto Lucano

I cali di temperatura previsti nei prossimi giorni potrebbero causare la rottura dei contatori dell’acqua. Acquedotto Lucano invita gli utenti a prendere alcune semplici precauzioni e a seguire alcune raccomandazioni per evitare lo scoppio dei misuratori.
I contatori a più alto rischio sono quelli collocati in locali, nicchie, armadietti, pozzetti all’esterno dei fabbricati o in abitazioni raramente abitate.

COME PROTEGGERE IL CONTATORE IN NICCHIA
• In presenza di contatori collocati in nicchie esterne ai fabbricati, in locali non riscaldati, o se la temperatura esterna dovesse restare per più giorni al di sotto dello zero, è consigliabile lasciare che da un rubinetto fuoriesca un filo d’acqua. E’ sufficiente una modesta quantità, evitando inutili sprechi. Se possibile, far scorrere il filo di acqua dal rubinetto della vasca da bagno in modo tale da poterla riutilizzare in qualche modo (per il wc al posto dello sciacquone, per esempio).
• Assicurarsi che la porta del vano contatore sia sempre ben chiusa e priva di aperture per la ventilazione, nonché internamente rivestita di materiale isolante/protettivo.
• Le nicchie poste all’esterno dei fabbricati, sportello compreso, devono comunque essere opportunamente coibentate. E’ sufficiente usare materiali isolanti, come ad esempio polistirolo o poliuretano espanso, facilmente reperibili presso rivenditori del settore edile. Per isolare in modo efficace, lo spessore dei pannelli deve essere di almeno 2,5 cm. I contatori in locali non riscaldati devono a loro volta essere rivestiti con materiale isolante (sempre polistirolo, poliuretano espanso o materiali simili).
COME PROTEGGERE IL CONTATORE IN POZZETTO
Anche per i contatori posizionati in pozzetti interrati è necessario adottare le opportune misure cautelative proteggendo l’interno con materiale isolante e chiudendo sempre il tombino.
CASE NON ABITATE
• Chiudere il rubinetto a monte del misuratore e provvedere allo svuotamento dell’impianto interno prima della stagione invernale.
• I contatori in locali non riscaldati devono essere rivestiti con materiale isolante: polistirolo, poliuretano espanso o materiali simili.
• Con il rialzo delle temperature verificare lo stato dei contatori ed i livelli di consumo, in quanto lo scioglimento del ghiaccio porta alla luce eventuali rotture e dispersioni idriche in atto
• Se invece il danno è nell’impianto interno, occorre chiudere subito la valvola generale dell’acqua e chiamare un idraulico di fiducia per le necessarie verifiche e riparazioni
IMPIANTI CONDOMINIALI
• Verificare la funzionalità delle valvole di intercettazione alla base delle colonne montanti.
• Coibentare i tratti di tubazione esposti all’aria, soprattutto quelli che attraversano androni o altri locali aperti o non riscaldati.
• Proteggere dal gelo i contatori dei servizi comuni.
• Chiudere le valvole a monte dei contatori nei singoli appartamenti in caso di assenze prolungate.
• Chiudere le valvole di intercettazione a monte dei contatori e svuotare gli impianti interni degli appartamenti sfitti o non abitati.
• Utilizzare, se possibile, le prese d’acqua per i servizi condominiali al fine di scaricare temporaneamente le colonne montanti in caso di freddo particolarmente intenso.
Nel caso si dovesse riscontrare la rottura del contatore, contattare tempestivamente Acquedotto Lucano attraverso il sistema di segnalazioni del sito internet www.acquedottolucano.it oppure chiamando il numero verde 800 99 22 93, attivo tutti i giorni dell’anno 24 ore su 24.
Acquedotto Lucano precisa che la custodia e la protezione del contatore, se posto all’interno della proprietà dell’utente, è a totale carico dello stesso, poiché avendone la disponibilità deve adottare tutte le misure idonee a prevenire eventuali danni (art.3 del Regolamento del Servizio Idrico Integrato – Posizione e custodia degli apparecchi di misura).

 

Matera 2019 come modello, incontro on line con città portoghesi

“Il percorso di successo di Matera 2019 e in particolare la sua capacità di coinvolgere le forze vive del territorio, stimolando la partecipazione attiva del pubblico, sono stati al centro dell’incontro online di ieri, 11 febbraio, dedicato ai team delle città portoghesi in competizione per il titolo di Capitale europea della cultura 2027”. Lo rende noto l’ufficio stampa della Fondazione Matera Basilicata 2019 precisando che in Portogallo le candidature sono aperte dal 23 novembre 2020 al 23 novembre 2021 e la città vincitrice sarà annunciata nel 2023.

Con questa sessione informativa, il Ministero della Cultura portoghese ha voluto dare a tutte le città che hanno già dimostrato il loro interesse a candidarsi al titolo Ecoc, le migliori informazioni possibili per preparare dei dossier di alta qualità, attraverso l’incontro e la discussione con esperti ECoC, rappresentanti della Commissione Europea, ex e future Capitali europee della Cultura che hanno vissuto questo processo al tempo stesso impegnativo e gratificante.

A presentare l’esperienza di Matera 2019, è stata la direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019, Rossella Tarantino, in un dibattito cui hanno preso parte il Ministro della Cultura portoghese Graça Fonseca, Fernanda Heitor Direttore Generale dell’Ufficio Strategia, Pianificazione e Valutazione del Ministero della Cultura portoghese, Sylvain Pasqua responsabile delle Capitale Europee della Cultura per la Commissione Europea, Cristina Farinha già membro del panel di monitoraggio Ecoc, Virginija Vitkiené per Kaunas 2022, Carlos Martins e João Serra per Guimarães 2012.

In passato, il Portogallo ha ricevuto tre volte il titolo di Capitale europea della cultura: nel 1994 per Lisbona, nel 2001 per Porto, e nel 2012 per Guimarães.

Deposito scorie, tavolo tecnico strutture strategiche di relazione

Si chiamano “strutture strategiche di relazione” e sono quell’insieme di reti e infrastrutture (viabilità, ferrovie, sistema idrico, reti energia elettrica, industrie a rischio di incidenti rilevanti, dighe e risorse del sottosuolo, aeroporti e poligoni di tiro militari attivi) che nella “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi” (Cnapi) determinano una serie di “criteri di esclusione” e “criteri di approfondimento”. La Sogin prevede che il deposito non potrà essere ubicato nei siti “che siano a distanza inferiore a 1 km da autostrade e strade extraurbane principali e da linee ferroviarie fondamentali e complementari” (CE13), “caratterizzate dalla presenza nota di importanti risorse del sottosuolo” (CE14), “caratterizzate dalla presenza di attività industriali a rischio di incidente rilevante, dighe e sbarramenti idraulici artificiali, aeroporti o poligoni di tiro militari operativi” (CE15).

Un quadro di criticità che richiede un’attenta analisi sulla situazione della Basilicata, così come emerge anche dagli approfondimenti in corso nel tavolo tecnico sulle “strutture strategiche di relazione”, uno dei cinque istituiti presso il Dipartimento Ambiente della Regione per formulare le osservazioni tecniche della Regione al documento della Sogin. Al centro di questi incontri, coordinati dall’ingegnere Nicola Grippa, con la partecipazione dei rappresentanti dei Comuni interessati, della Provincia di Potenza, dell’Ordine degli architetti, di funzionari e tecnici degli uffici regionali competenti, anche la verifica dei “criteri di approfondimento” che riguardano in particolare la “disponibilità di vie di comunicazione primarie e infrastrutture di trasporto (CA12) e la “presenza di infrastrutture critiche rilevanti o strategiche” (CA13).

“Proprio guardando alle opere strategiche, alle grandi dighe e alle reti irrigue e idropotabili a servizio di Basilicata e Puglia, come pure ai giacimenti di petrolio e gas, appare evidente che il deposito nazionale dei rifiuti nucleari non può essere localizzato in nessuna area della nostra regione – afferma l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa –. Tra l’altro quasi tutti i siti indicati non sono neanche vicini alle necessarie vie di comunicazione indicate nei criteri di approfondimento come fondamentali per garantire il trasporto in sicurezza dei materiali”.

La via preferenziale per il trasporto dei materiali radioattivi indicata nella Cnapi sono le linee ferroviarie, fra le quali vengono ritenute idonee quelle di categoria D, cioè le principali linee ferroviarie italiane. Le linee ferroviarie lucane sono invece classificate nella categoria C e non sono quindi ideali per questo tipo di trasporti. In subordine, nella Cnapi si prevede il trasporto dei materiali radioattivi attraverso la rete stradale. E in questo caso vengono ovviamente preferite le autostrade e le strade extraurbane principali con due corsie per senso di marcia e spartitraffico, cosa che stride con la situazione della Basilicata considerando che in prossimità di quasi tutti i siti indicati in Basilicata (con esclusione dei due siti vicini alla statale 106 Jonica) non ci sono strade di questo tipo, e l’assenza di viabilità importante aumenta l’indice di rischio durante il trasporto, come indicato chiaramente nei criteri di approfondimento.

“Che la Basilicata offre all’Italia un contributo rilevante in termini di risorse naturali – osserva il presidente della Regione Vito Bardi – lo sanno tutti, ma forse non tutti sanno che nel corso degli anni sono stati fatti e sono tuttora in corso investimenti rilevanti sia per le attività petrolifere che per preservare la risorsa idrica, migliorare le capacità di accumulo, completare le reti irrigue a servizio dell’agricoltura, migliorare il servizio idrico integrato per i cittadini. E lo stesso Stato che ha finanziato queste opere, ritenendole strategiche, non può sostenere che nella nostra regione, che contribuisce al 10 per cento delle risorse petrolifere nazionali ed è uno dei principali serbatoi idrici del Sud, si possa ubicare un deposito di rifiuti radioattivi che è assolutamente incompatibile con la nostra realtà”.

Per quanto riguarda la presenza dei giacimenti di petrolio e gas, il gruppo di lavoro ha rilevato in particolare l’interferenza con i siti indicati con i codici MT15 ed MT16, nell’area di Bernalda, che sono fuori dalle concessioni esistenti ma in itinere c’è un permesso di ricerca come peraltro rileva la stessa Sogin nel suo documento. Come pure i siti indicati con i codici PZ 9, PZ10, PZ12 e PZ13, nell’area di Genzano, dove ci sono permessi di ricerca in itinere.

In tema di interferenze la parte più delicata riguarda il sistema idrico, che in Basilicata tocca tutte le aree indicate dalla Sogin come potenzialmente idonee. Sovrapponendo queste aree con i distretti irrigui e con lo schema dell’adduttore regionale del Sinni è risultato che le zone indentificate con i codici PZ9, PZ12 e PZ13 sono interamente comprese nel distretto irriguo “G”, quella identificata con il codice PZ10 ricade in parte nel distretto “G” ed in parte nel distretto “T”, mentre le aree indicate con i codici PZ6, PZ8 e PZ14 ricadono totalmente nel distretto “B” dello schema idrico Basento – Bradano, che è già stato completato e attrezzato. Inoltre, le aree indicate con i codici MT1, MT2 ed MT16, nelle aree di Montalbano Jonico e Bernalda, sono attraversate dalla condotta del Sinni che porta l’acqua in Puglia. La presenza di simili infrastrutture dovrebbe rientrare fra i motivi di esclusione.

Alsia: evento su agrometeorologia al servizio delle imprese

Un anno molto caldo, quello appena concluso. Il più caldo di sempre, se lo si confronta con le medie del periodo 1980 2010. E’ questo uno dei dati più importanti che saranno presentati il 18 febbraio 2021, alle ore 16.00, nel corso del seminario organizzato dell’ALSIA (Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura) in videoconferenza su piattaforma Zoom su “L'agrometeorologia al servizio delle imprese agricole”.
Il dato scaturisce dall’analisi climatica del 2020 svolta dai tecnici del SAL, il Servizio Agrometeorologico Lucano dell’Agenzia. Nel corso dell’evento saranno illustrati gli elementi essenziali dell’andamento climatico che hanno messo a dura prova l’agricoltura non solo lucana, oltre che alcune importanti applicazioni agrometeorologiche a supporto delle decisioni degli imprenditori agricoli.
L’evento sarà l’occasione per presentare anche i risultati di specifiche elaborazioni geo-statistiche per la spazializzazione dei dati agrometeorologici realizzate dal CNR-IMAA di Tito scalo (PZ), secondo quanto previsto da uno specifico accordo di collaborazione sottoscritto con l’ALSIA, e che amplia le potenzialità del data-base climatico dell’Agenzia utilizzato nella modellistica irrigua, fitosanitaria e climatica. Da questa collaborazione, infatti, si passa da un dato puntuale ad uno interpolato, con la produzione di mappe tematiche dei principali parametri agrometeorologici che potranno essere utilizzati anche per evidenziare i fenomeni di global change, l’ampia variabilità climatica della Basilicata e tante altre informazioni a supporto dell’agricoltura.
Nel corso del seminario saranno presentati anche i risultati ottenuti con il Progetto TRAS.IRRI.MA. (TRASferimento di tecnologie e protocolli di gestione IRRIgua MAturi per l’ottimizzazione dell’irrigazione), finanziato dalla misura 16.1 del PSR 2014-2020 della Regione Basilicata. Il progetto si rivolge ai sistemi innovativi presenti sul mercato per il controllo e monitoraggio dell’irrigazione e del sistema suolo-pianta-atmosfera, e punta a diffondere le tecnologie innovative presso le aziende agricole e i portatori di interesse nella gestione della risorsa idrica e del governo del territorio in collaborazione con gli enti di ricerca territoriali e soggetti privati.
Interverranno al seminario Emanuele Scalcione, funzionario ALSIA e responsabile del SAL, Maria Lanfredi, del CNR, Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale di Tito scalo (PZ), e Bartolo Dichio, dell’Università di Basilicata – DICEM. Introduce e modera Filippo Radogna, dell’Ufficio Fitosanitario della Regione Basilicata. Chiuderà i lavori il Direttore dell’ALSIA, Aniello Crescenzi.
Le iscrizioni alla videoconferenza potranno essere effettuate compilando il modulo presente all’indirizzo http://bit.ly/ALSIA-agrometeo1

Regione Basilicata, Rosa: si lavora alla completa digitalizzazione

Attivato, presso il Dipartimento regionale all’Ambiente, un nuovo sistema di protocollazione comprensivo della archiviazione documentale e relativa catalogazione. Si sta già lavorando, inoltre, alla digitalizzazione dei procedimenti amministrativi in carico al Dipartimento, in modo da offrire ai cittadini un moderno approccio alla pubblica amministrazione. I primi procedimenti saranno attivi sulla piattaforma digitale nelle prossime settimane. A conclusione del processo di trasformazione digitale, l’iter di formazione del procedimento sarà più veloce e gli interessati saranno in condizione di seguirne ogni passaggio.
“Un anno fa – ha commentato l’assessore all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa – abbiamo presentato il progetto per accelerare i processi di trasformazione digitale in capo all’Amministrazione regionale. Stiamo mettendo in campo azioni che puntano alla demateralizzazione, alla digitalizzazione delle procedure e all’archiviazione in sicurezza dei dati. Sono soddisfatto del lavoro che il Dipartimento sta portando avanti. Di questo ringrazio il dirigente generale Giuseppe Galante, il dott. Nicola Coluzzi, dirigente dell’ufficio Amministrazione Digitale, e i collaboratori del Dipartimento dediti a questa nuova sfida, che arricchirà di qualità, trasparenza ed efficienza i servizi che le pubblica amministrazione regionale eroga ai cittadini”.
Il Piano di trasformazione digitale prevede il rilascio di una firma digitale, abbinata allo Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale), con la possibilità di trasmettere, protocollare, firmare istanze e documenti. Inoltre, la creazione di un fascicolo digitale consentirà l’accesso ai dati pubblici da parte degli interessati fino al rilascio digitale del servizio, autorizzazione o certificazione richiesta. Tutti questi servizi saranno garantiti online.
“La vera innovazione – conclude Rosa – passa attraverso la modernizzazione della pubblica amministrazione. Ai cittadini lucani vogliamo trasmettere la certezza che ogni passaggio burocratico potrà essere monitorato dai diretti interessati. La tracciabilità dei documenti è garanzia di legalità”.
“Abbiamo con l’assessore Rosa – ha detto il presidente della Regione, Vito Bardi – condiviso questo percorso che dovrà riguardare tutti i Dipartimenti della Regione Basilicata per portare l’Ente verso un processo di innovazione necessario per affrontare le sfide che il nostro governo e la Basilicata tutta dovranno sostenere. Anche nell’ambito del Recovery Fund è prevista una specifica missione per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e questo conferma la bontà delle scelte fatte”:
I dettagli di questa operazione di digitalizzazione saranno presentati in dettaglio nelle prossime settimane agli operatori e ai cittadini.

   

Siti inquinati “orfani”, Rosa scrive ai sindaci lucani

Sulla Gazzetta Ufficiale del 30 gennaio è stato pubblicato il decreto del ministro dell’Ambiente del 29 dicembre 2020 sul "Programma nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti orfani”.

Questo provvedimento assegna alla Regione Basilicata 2.312.405,54 euro per l'attuazione degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti cosiddetti “orfani” ovvero quei siti che sono potenzialmente contaminati ma per i quali non è stato individuato il soggetto responsabile sul quale gravano gli obblighi di bonifica e di ripristino ambientale. Il decreto impone alle Regioni di individuare i siti orfani per i quali gli interventi risultano prioritari in riferimento al rischio ambientale e sanitario connesso.

“Trattandosi di risorse di limitata entità che impongono di individuare un numero ristretto di siti prioritari, ho ritenuto opportuno coinvolgere i Comuni lucani chiedendo loro di segnalare l’eventuale esistenza, sui territori di competenza, di tali siti”, afferma l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa, che ha scritto una lettera a tutti i sindaci lucani specificando tra l’altro che “alcuni dei siti segnalati dalle Amministrazioni, verificata la loro rilevanza, potranno aggiungersi all’elenco pregresso dei siti di riconosciuta priorità entro i limiti delle risorse destinate alla Basilicata; in ogni caso i siti segnalati saranno comunque considerati nell’ambito dell’aggiornamento del Piano di Bonifica Regionale”.

I Comuni avranno dieci giorni di tempo per inoltrare le loro segnalazioni.

“Continua anche così la nostra lotta contro l’inquinamento – afferma l’assessore –, che dopo le iniziative per la riclassificazione dei siti di interesse nazionale e le azioni intraprese per chiudere le procedure di bonifica delle discariche oggetto di infrazione europea, prevede anche l’utilizzo dei fondi stanziati dal Ministero dell’Ambiente per bonificare i siti inquinati per i quali non è stato individuato un responsabile. Un altro piccolo tassello che contribuisce a rafforzare le iniziative intraprese dal governo regionale per recuperare i ritardi del passato e rendere concreta e fattiva la politica di tutela ambientale. Ci auguriamo che i Comuni rispondano prontamente alla nostra richiesta, abbiamo a disposizione una somma limitata e iniziale che speriamo possa essere implementata per contribuire a migliorare il nostro territorio salvaguardando l’ambiente e la salute dei cittadini”. 

“Furor Sinisgalli”, il 7 febbraio il secondo appuntamento

Il cartellone della nona edizione del “Furor Sinisgalli. L’avventura delle due culture”, organizzato dalla Fondazione Leonardo Sinisgalli per celebrare il quarantesimo anniversario dalla scomparsa del poeta ingegnere, prosegue con il secondo appuntamento in programma domenica 7 febbraio alle ore 17,00 in streaming, dedicato a “Sinisgalli e la chimica”.

L’iniziativa sarà l’occasione per presentare il volume “La chimica in «Civiltà delle macchine» di Leonardo Sinisgalli” a cura di M. D’Auria e F. F. Summa (Osanna Edizioni – Fls, Venosa 2020) che raccoglie gli articoli di argomento connesso alla chimica presenti nella storica rivista aziendale fondata nel ‘53 da Sinisgalli e da lui diretta fino al ‘58.

Ad aprire l’incontro, coordinato da Maria Teresa Imbriani dell’Università degli studi di Basilicata e membro del Cda della Fondazione Sinisgalli, saranno i saluti del Direttore Luigi Beneduci, e del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Basilicata, Ignazio Marcello Mancini. Il dibattito vedrà protagonisti i curatori del volume, Maurizio D’Auria dell’Università degli studi di Basilicata e Francesco F. Summa dell’Università degli studi di Salerno, insieme a Brigida Bochicchio dell’Università degli di Basilicata e Biagio Russo, membro del Cts della Fondazione.

Sarà possibile seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook, il canale Youtube e il sito web della Fondazione Sinisgalli.