Procida Capitale della Cultura 2022, gli auguri di Matera 2019

“A nome della Fondazione Matera Basilicata 2019 desidero porgere i migliori auguri a Procida, designata oggi Capitale Italiana della Cultura 2022 dal Ministro Franceschini, sulla base della selezione della Giuria di esperti”. È quanto sottolinea la direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019 Rossella Tarantino.

A suo parere “quella appena conclusa è stata una competizione entusiasmante che ha visto protagoniste città differenti per dimensioni, percorsi, collocazione geografica, che si sono messe in gioco per re-immaginare il loro futuro attraverso la cultura. Prima isola a ricevere il titolo, Procida ha sviluppato un progetto ambizioso che mette al centro le relazioni e la co-creazione con i cittadini, su ispirazione del modello di Matera 2019. Sincere congratulazioni al sindaco Giuseppe Pugliese e al direttore di candidatura Agostino Riitano, che ha avuto un ruolo rilevante nel percorso di Matera Capitale Europea della Cultura 2019”.

“Un percorso di grande interesse quello di Procida, con cui intrecciare una collaborazione che, a partire da quanto già avviato con Parma 2020-21 e con Bergamo e Brescia 2023 – continua Tarantino -, si possa allargare anche a tutte le altre nove città arrivate finaliste, ovvero Ancona, Bari, Cerveteri, L'Aquila, Pieve di Soligo, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra. A loro infatti va l’invito a continuare a rilanciare il lavoro svolto, per il quale Matera mette a disposizione il suo capitale di relazioni, esperienze e competenze. Un plauso al Mibact e alla Giuria di selezione per le modalità aperte con cui si sono svolte le audizioni, trasmesse in diretta streaming sul canale Youtube del Ministero. Un’occasione di visibilità per le città, un’opportunità di restituire il valore del lavoro fatto, ma anche un’operazione di grande trasparenza nei confronti delle rispettive comunità e di apprendimento collettivo. Una modalità di condivisione che sarebbe utile poter implementare anche nel processo per la nomina delle Capitali Europee della Cultura come buona pratica di open culture”.

“Infrastrutture verdi”, finanziati i primi sette progetti

Pubblicate sul Bollettino ufficiale della Regione Basilicata, il numero 7 del 16 gennaio 2021, le determine di finanziamento dei primi sette progetti in graduatoria presentati dai Comuni nell’ambito dell’avviso pubblico “Infrastrutture Verdi.
Destinatari dei fondi, complessivamente per tre milioni di euro, sono i Comuni di Tito, Bernalda, Filiano, Montescaglioso, Muro Lucano, Avigliano, Brindisi di Montagna. Le iniziative finanziate puntano alla riqualificazione di aste fluviali, di percorsi verdi turistico-culturali, di tracciati e riconnessioni tra zona urbana e aree protette e al ripristino di antichi orti monastici e di aree urbane paesaggisticamente rilevanti.
Subito dopo la notifica, si procederà a sottoscrivere gli Accordi che, sottolinea l’assessore all’Ambiente ed Energia Gianni Rosa, “consentiranno di perfezionare le progettazioni e avviare le procedure di realizzazione dei progetti, che rappresentano esempi concreti di infrastrutture verdi a scala locale. Gli obiettivi sono quelli di innalzare la qualità di spazi urbani e di manutenere il capitale naturale e il paesaggio, tracciando un filo conduttore nelle strategie del Dipartimento Ambiente volte al concetto di sviluppo sostenibile”.
“Come già anticipato, il governo Bardi – aggiunge Rosa – ha destinato ulteriori tre milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione al bando “Infrastrutture Verdi”, che ha visto un’ampissima partecipazione degli enti locali.  Potremo così scorrere la graduatoria e finanziare altri progetti presentati dai Comuni”.

AUTO REGIONE, RICHIESTA RETTIFICA DELLA NUOVA DEL SUD

Qui di seguito la richiesta di rettifica inviata dall’editorialista de “La Nuova del Sud” Nino Grasso al direttore dell'Ufficio stampa della Giunta, Massimo Calenda.

“E' sempre antipatico polemizzare sul piano personale, tanto più dinanzi a citazioni pseudo-intelligenti, improntate ad una rozzezza di pensiero, che non meriterebbero di uscire dalla penna di un collega. Sempre che l'attuale direttore dell'ufficio stampa della giunta regionale – la cui scrivania è stata occupata per qualche anno anche da chi scrive – consideri alla sua altezza  un modesto editorialista di periferia,  chiamato in passato a far da “portavoce” a ben due presidenti di Regione, non per rapporti familiari o amicali, ma (come ci piace sperare) per un pizzico di professionalità. Quella stessa professionalità che, al posto di Massimo Calenda, ci avrebbe suggerito di leggere e afferrare fino in fondo, tanto nel merito tecnico quanto sul piano politico, il senso di un articolo, che nel nostro piccolo ci siamo sforzati di rendere morbido nei toni ed elegante nella prosa. Ben sapendo che sono sempre i lettori a decidere sul successo o meno di tale tentativo.
Prendiamo atto che, di una simile preoccupazione, non v'è traccia nella lettera di Calenda, il quale ricorrendo, senza stile e con molta approssimazione, ad un paio di allusive volgarità (a detrimento dello stesso prestigio dell'ufficio stampa che egli attualmente dirige), ha mostrato di non comprendere quel richiamo alla “lucanità” tradita. Forse perché della Basilicata e dei suoi uffici regionali ha scoperto l'esistenza solo quando il presidente Bardi gli ha consentito, in barba ad ogni legge e contravvenendo alle stesse disposizioni della Corte dei Conti,  di portare a casa uno stipendio che gli altri direttori dell'ufficio stampa – a partire da chi scrive –   non avrebbero mai avuto il coraggio di  “pretendere”. Sia per pudore. Sia perché in fondo noi lucani, caro Calenda, non siamo fatti della stessa pasta dei napoletani.
Tornando al merito della vicenda, ci limitiamo a ribadire – avendolo già scritto con chiarezza – che un presidente di Regione, chiamato a rappresentare il “nuovo”, come Vito Bardi ha più volte annunciato in campagna elettorale, avrebbe dovuto fare acquistare dall'Ufficio Provveditorato della Regione non un “Suv” Mercedes, ma una vettura altrettanto comoda, dignitosa, poco impattante sull'ambiente, come la Jeep Compass prodotta nello stabilimento Fca di Melfi. Avrebbe fatto risparmiare l'Ente. E al contempo avrebbe dato un bel segnale alla comunità. Peccato che anche Bardi non sappia dove stia di casa la ‘lucanità’”.