Su Marcello Minenna, ex direttore dell’Agenzia delle Dogane attualmente agli arresti domiciliari per l’inchiesta della procura di Forlì sull’approvvigionamento delle mascherine, pende un altro capo d’accusa. All’interno del fascicolo spuntano nuovi dettagli su alcune supercar, poste sotto sequestro e confiscate dall’Agenzia, che Minenna avrebbe destinato a politici e ministri come «auto di cortesia». L’ex direttore, si legge nell’atto, d’accusa «tra il 2020 ed il 2022 assegnava le auto in violazione di qualunque normativa di riferimento e con il solo fine di accrescere la propria personale sfera di influenza su esponenti politici e alti rappresentanti delle istituzioni, ha consegnato svariate autovetture confiscate dall’Agenzia delle Dogane e dei monopoli disponendone come se fossero suoi beni personali».
Marcello Minenna, ex direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei monopoli (Imagoeconomica).
Minenna al telefono: «Gli ho dato una macchina sequestrata»
La tesi degli inquirenti è confermata anche da alcune intercettazioni. Il 16 aprile 2021 Minenna, parlando con Gianluca Pini, suo referente all’interno della Lega, raccontava di aver inviato una delle auto sequestrate all’allora ministro del Turismo Massimo Garavaglia. «Io gli sto dando una mano a costruire la sua segreteria», diceva, «gli ho anche dato la macchina di servizio … gli ho dato una macchina sequestrata». Questo particolare «omaggio» è stato anche confermato da un collaboratore dell’allora direttore delle Dogane. Durante un interrogatorio ha parlato di una Lexus assegnata a Garavaglia e ha aggiunto: «Se non ricordo male ne diede una anche a Brunetta e a diversi altri ministri in carica».
L’intercettazione con Visco: «Ognuno si sceglie l’auto che vuole»
Un altro elemento cruciale di questa parte di indagine è l’intercettazione del 31 ottobre 2021 che vede protagonisti Minenna e l’ex ministro dell’Economia Vincenzo Visco. Durante la telefonata, Visco chiede spiegazioni su come funzioni la gestione delle vetture sequestrate: «Ho capito della distribuzione delle auto, delle auto … cioè ma a quello gli dovevi dare una Porsche? Perché gli dovevi dare una Porsche?». Minenna risponde senza esitare: «Enzo perché ognuno si sceglie dal sistema l’auto che vuole».
Le intercettazioni telefoniche incastrano Marcello Minenna e Gianluca Pini, entrambi agli arresti. Dagli atti sono emerse infatti le conversazioni fra l’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane e assessore regionale in Calabria e l’ex parlamentare della Lega, pubblicate da Repubblica. Quest’ultimo, secondo l’accusa, avrebbe infatti avuto un ruolo di primo piano nella vicenda del maxi appalto per le mascherine provenienti dalla Cina nei primi mesi della pandemia da Covid-19. «Marcello, ho quel carico bloccato», dice Pini, molto probabilmente riferendosi ai dispositivi di protezione in arrivo da Pechino. Come ha scritto il gip di Forlì Massimo de Paoli, l’imprenditore ex leghista avrebbe messo a disposizione partito e «funzione pubblica per il suo profitto personale con disinvoltura».
L’accusa di lucrare sulla pandemia
L’accusa definisce quello tra Minenna e Piniun «pactum sceleris», un patto scellerato. L’ex leghista avrebbe infatti promesso a Minenna di accreditarlo presso il partito di Matteo Salvini, promettendogli la riconferma alla guida dell’Agenzia delle Dogane. Dagli atti emerge infatti come lo stesso Minenna avesse cercato in più occasioni rapporti con l’attuale ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. In cambio, come sostengono i magistrati, avrebbe promesso «l’asservimento della sua funzione pubblica», con particolare attenzione alle richieste di Pini per l’importazione di merci dall’estero. Tra cui proprio le mascherine al centro dell’inchiesta.
L’ex parlamentare della Lega Gianluca Pini (Imagoeconomica).
Tutto è partito con un’indagine su un carico di cocaina, giunta a bordo di un camion dal Belgio legato alla malavita albanese. Attraverso le intercettazioni si è giunti a Pini che dopo aver militato per 12 anni nella Lega è tornato agli affari. Fra le sue aziende la Codice srl che, a metà marzo 2020, ottenne un contratto milionario con l’Ausl Romagna per la fornitura di mascherine, allora quasi introvabili. Si trattava di dispositivi provenienti dalla Cina e, sempre secondo le l’accusa, con certificazioni false e prezzi superiori all’euro cadauna. Un business che in totale avrebbe fruttato oltre tre milioni e mezzo di euro. Pini avrebbe sfruttato la sua posizione per guadagnare credibilità. Minenna, dal canto suo, lo avrebbe aiutato a far passare la merce alla dogana.
La tragedia del Titan che, secondo la ricostruzione della Guardia costiera Usa, sarebbe imploso a causa della pressione poco dopo l’immersione, forse poteva essere evitata. Col passare dei giorni infatti emergono le testimonianze di chi quella spedizione estrema sul piccolo sottomarino per osservare il relitto del Titanic l’aveva fatta in passato. I problemi di comunicazione, per esempio, non erano certo una novità. Mike Reiss, produttore dei Simpson, ha partecipato a quattro immersioni diverse – una per osservare il Titanic e tre al largo di New York – con la compagnia OceanGate e alla Cnn ha raccontato che i contatti con la superficie si erano persi, per un breve periodo, ogni volta. «C’è stata un’immersione in cui, non appena le comunicazioni si sono interrotte, siamo tornati subito in superficie», ha dichiarato. «Eravamo andati a vedere un U-Boat al largo di New York. L’abbiamo visto per un secondo e ci hanno detto: “Torniamo su, non dovremmo essere qui sotto”». Reiss ha poi aggiunto: «Non sono dei temerari. Prendono la cosa molto seriamente».
Il Titan (dal profilo Instagram di Arthur Loibl).
Loibl: «Guardando indietro è stata una operazione kamikaze»
L’uomo d’affari tedesco Arthur Loibl, 61 anni, ha parlato senza mezzi termini di «missione suicida». E anche lo youtuber Alan Estrada, salito a bordo del sommergibile nel 2022, ha dichiarato come fosse consapevole di rischiare la vita. Loibl, che ha partecipato alla spedizione nell’agosto 2021, ha ricordato alla Bild i problemi del primo viaggio: una volta arrivati a 1.600 metri di profondità sono stati costretti a risalire: «Alcune parti (del sottomarino) si sono staccate e la missione è iniziata con cinque ore di ritardo per problemi elettrici». Per Loibl quell’esperienza è stata «un incubo». «Immaginate un tubo lungo pochi metri con una lastra di metallo come pavimento», ha raccontato al quotidiano. «Non si può stare in piedi, non ci si può inginocchiare. Tutti sono seduti vicini o uno sopra l’altro». Durante la discesa e la salita, un viaggio di due ore e mezza, le luci erano state spente per risparmiare energia. «Ero un po’ ingenuo», ha aggiunto, «guardando indietro è stata una operazione kamikaze». Estrada è stato il primo messicano a salire a bordo del Titan. A luglio 2021 la spedizione al relitto del Titanic venne annullata per problemi tecnici. L’anno successivo lo youtuber ci ha riprovato con successo. È stato «spettacolare», ha detto chiarendo però che era «consapevole di rischiare la vita». Estrada ha dovuto firmare dei documenti che spiegavano «esattamente tutti i rischi che si corrono, compreso quello di perdere la vita».
Ore passate a quattro gradi senza sedie né toilette
Loible ed Estrada hanno ricostruito i passaggi del viaggio. Una volta a bordo occorrono due ore per scendere a 3.800 metri. Per quattro ore si visitano i resti del transatlantico. E poi servono altre due ore per riaffiorare in superficie. Sempre che durante l’immersione non si verifichino problemi. «Laggiù c’è l’inferno», ha commentato Loibl. «Ci sono solo 2,50 metri di spazio, quattro gradi, non ci sono sedie, né toilette».
Attimi di paura per Nicola Fratoianni. Il leader di Sinistra italiana e parlamentare dell’alleanza Verdi-Sinistra era in viaggio verso Campobasso nella serata del 22 giugno quando, alle porte del capoluogo molisano, la sua auto ha improvvisamente preso fuoco. Fortunatamente nessuno dei passeggeri è rimasto ferito e i vigili del fuoco hanno presto domato le fiamme. Fratoianni e i suoi compagni hanno ripreso poco dopo il viaggio a bordo di un’altra vettura, con cui hanno raggiunto Campobasso. Partito da Foggia, il leader di SI doveva incontrare la segretaria del Partito democratico Elly Schlein e il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte per sostenere Roberto Gravina, candidato alle regionali del 25 e 26 giugno.
Nicola Fratoianni insieme a Elly Schlein (Imagoeconomica).
Non solo Nicola Fratoianni, sull’A1 un incidente per Giuseppe Conte
Partito da Foggia, Nicola Fratoianni stava percorrendo la stessa tratta che il giorno precedente, il 21 giugno, aveva attraversato Giuseppe Conte. Nell’occasione, un’auto della scorta del leader dei pentastellati era rimasta coinvolta in un incidente sull’autostrada A1, in direzione Frosinone, anche in questo caso per fortuna senza gravi conseguenze. Come ha riportato Il Messaggero tre vetture hanno dato vita a un tamponamento a catena dopo che la prima aveva urtato un mezzo pesante. L’ex presidente del Consiglio è sceso dall’auto su cui viaggiava subito dopo l’impatto, andando a sincerarsi delle condizioni di salute di una donna in evidente stato di shock e agitazione. Forti i rallentamenti alla circolazione stradale, poiché si sono formati circa quattro chilometri di coda.
L’accordo sul tradimento tra la stella del calcio brasiliano Neymar e la fidanzata, l’influencer Bruna Biancardi, è già saltato. A pochi giorni dalle rivelazioni dei quotidiani brasiliani, che parlavano delle tre condizioni da rispettare che avrebbero permesso al calciatore di tradire la compagna, ne è già saltata una. Tanto che Neymar si è pubblicamente scusato, chiedendo perdono a Bruna Biancardi. A venir meno è stata la prima delle tre condizioni poste dalla giovane influencer: la discrezione (le altre erano il divieto di baci e l’uso dei preservativi). Questo perché Fernanda Campos, anche lei personaggio celebre sui social in Brasile, ha rivelato che l’asso del Psg ha trascorso con lei la notte alla vigilia di San Valentino, che in Sud America si festeggia il 12 giugno. Addio discrezione e brutta lite all’interno della coppia.
Neymar ai box durante l’ultimo Gran Premio di Montecarlo (Getty).
Le scuse di Neymar: «L’amore per il nostro bambino prevarrà»
Su Instagram Neymar ha pubblicato una foto che lo ritrae al fianco di Bruna Biancardi e si è scusato con un lungo post. «Lo faccio per voi due», esordisce riferendosi alla compagna e al bambino che porta in grembo, prima di spiegare di non voler «giustificare l’ingiustificabile». Poi ammette: «Ho sbagliato. Ho sbagliato con voi. Rischio di dire che sbaglio ogni giorno, dentro e fuori dai campi. Solo che i miei errori nella vita privata li risolvo a casa, nella mia intimità con la mia famiglia e i miei amici… Tutto questo ha colpito una delle persone più speciali della mia vita. La donna che sogno di avere al mio fianco, la madre di mio figlio».
Bruna Biancardi sul red carpet a Cannes (Getty).
E infine: «Bru, ti ho già chiesto perdono per i miei errori, per l’esposizione inutile, ma mi sento in dovere di venire pubblicamente a ribadirlo. Se una questione privata è diventata pubblica, la richiesta di perdono deve essere pubblica. Non riesco a immaginarmi senza di te. Non so se funzioneremo, ma OGGI ho la certezza che voglio provarci. Il nostro scopo prevarrà, il nostro amore per il nostro bambino vincerà, il nostro amore l’uno per l’altro ci renderà più forti».
Migliorano le condizioni di salute di Stefano Tacconi. L’ex portiere della nazionale e della Juventus è stato trasferito nell’ospedale Casa sollievo della sofferenza a San Giovanni Rotondo ed è lì che proseguirà la riabilitazione dopo la grave emorragia cerebrale che l’ha colpito nell’aprile del 2022. Il nuovo ricovero è avvenuto nella sera del 21 giugno e resterà nella struttura fino al settembre 2023, come spiega la famiglia dell’ex atleta. La moglie Laura ha sottolineato che «la scelta di essere qui, nell’ospedale di Padre Pio, è stata fortemente voluta da Stefano e dalla mia famiglia per il legame che ci ha sempre unito».
Stefano Tacconi ai funerali di Paolo Rossi, nel dicembre 2020 (Getty).
Le condizioni di Tacconi: «È migliorato molto»
Il figlio di Stefano Tacconi, Andrea, ha raccontato gli ultimi mesi del padre, che prosegue il proprio percorso verso la guarigione: «Cammina sempre con un supporto, però è migliorato molto. Ultimamente mi ha detto “me la sono vista brutta”, ha capito che è stata una cosa grave quella che ha avuto. Essere abituato ad allenarsi lo aiuta ad affrontare la riabilitazione. Anche i dottori dicono che la sua fortuna è aver sempre giocato a calcio, il suo fisico è diverso da quello degli altri pazienti. Ci vorrà del tempo, però ci sta mettendo la buona volontà come quando giocava». Poi il sogno: «Vorrei portarlo allo stadio per fare un giro di campo, così almeno saluta tutte le persone che gli sono state vicine in questo periodo».
L’allora allenatore della Juventus Dino Zoff e Stefano Tacconi, portiere e capitano bianconero, sollevano la Coppa Uefa appena vinta il 16 maggio 1990 (Getty).
La moglie: «Tragitto ancora lungo»
Laura, la moglie di Stefano Tacconi, parla speranzosa anche dell’effetto psicologico del luogo in cui è ricoverato adesso l’ex portiere: «Abbiamo la consapevolezza che per Stefano sia stata la decisione migliore. Il tragitto sarà ancora lungo ma essere in questo posto ci dà molta forza e molto coraggio». A oltre un anno di distanza dal 23 aprile del 2022, quando la rottura di un aneurisma portò all’emorragia cerebrale del 66enne, il peggio sembra ormai passato. Il primo trasferimento è arrivato nel marzo 2023. Ora Tacconi vede la fine del suo calvario.
In un mondo ancora esposto a shock e incertezze, investire in digitalizzazione, innovazione e transizione energetica è la chiave per le imprese italiane per rafforzare sempre di più la competitività sui mercati internazionali e crescere in modo sostenibile. È il messaggio che emerge dal Rapporto Export 2023 di SACE dal titolo Il futuro è adesso. Insieme, una guida che da ormai 17 anni aiuta le imprese a orientarsi sui mercati esteri e a cogliere le opportunità di internazionalizzazione in un contesto globale complesso come l’attuale, caratterizzato da condizioni finanziarie meno favorevoli, minori spazi di manovra di politica fiscale, progressiva erosione del potere d’acquisto dei consumatori, rallentamento della produzione industriale e molteplicità di tensioni commerciali.
Il Rapporto Export 2023 di SACE
In questo scenario, il 2023 sarà un anno dalle prospettive macroeconomiche deboli, ma positive, a cui seguirà un 2024 di maggiore slancio, con il PIL globale atteso in crescita a +1,7 per cento quest’anno e +2,5 per cento il prossimo. Lo stesso trend varrà per il commercio internazionale di beni, mentre quello di servizi registrerà un buon dinamismo già quest’anno. Il grado di apertura commerciale – calcolata come incidenza degli scambi complessivi sul PIL mondiale – è sostanzialmente stabile, senza quindi arretramenti del processo di integrazione dei mercati o fine della globalizzazione: si può pertanto parlare di ri-globalizzazione, ossia di un aggiustamento delle catene globali del valore nell’ottica di una maggiore diversificazione dei fornitori e dei mercati di sbocco.
L’export si conferma solido motore di sviluppo dell’economia italiana. Dopo la performance sostenuta registrata lo scorso anno (+20 per cento), attribuibile principalmente alla componente prezzi, le esportazioni di beni nel 2023 cresceranno del 6,8 per cento, superando i 660 miliardi di euro. L’anno prossimo il ritmo rimarrà sostenuto al +4,6 per cento per poi assestarsi al +3,8 per cento medio annuo nel biennio successivo. Un forte impulso all’innovazione è rappresentato dagli investimenti green e in nuove tecnologie.
Esportazioni italiane di beni e servizi in valore (SACE).
Dove esportare?
Le principali economie come Germania, Stati Uniti, Francia e Cina si confermano le maggiori geografie di riferimento per le vendite italiane, ma ci sono importanti cambiamenti in atto: Paesi del Golfo, India, Thailandia e Vietnam, senza dimenticare Messico, Brasile e Croazia – la new entry dell’Eurozona – presentano opportunità sempre più significative per il nostro export. Fra i principali mercati di destinazione la maggiore spinta è attesa dalla Cina (+17 per cento nel 2023), la cui completa riapertura dopo anni di restrizioni anti-Covid rappresenta un beneficio per i settori industriali non solo cinesi ma anche di quei paesi ben inseriti nelle sue catene di approvvigionamento.
Pechino, insieme a Nuova Delhi, farà da traino a tutta l’area asiatica e, di riflesso, a quella mondiale. L’India (+10,3% nel 2023), infatti, si conferma tra i mercati in maggiore espansione per l’export italiano di beni grazie all’importante evoluzione del suo sistema produttivo, già in atto da diversi anni e sulla quale il governo appare intenzionato a puntare con decisione. L’andamento delle vendite italiane risentirà inoltre positivamente della robusta crescita economica del Vietnam, mercato che vedrà una crescita del nostro export dell’8,1 per cento nel 2023 e del 6,5 per cento nel 2024, favorita da un contesto politico stabile e dal crescente ruolo di hub manifatturiero nella regione.
Mappa Export (SACE).
L’insorgere del conflitto russo-ucraino ha accelerato il riassetto energetico dello scacchiere internazionale, favorendo le economie del Golfo che hanno potuto stanziare ulteriori e consistenti risorse per piani d’investimento finalizzati alla diversificazione produttiva, con effetti positivi anche per la domanda di beni italiani, in particolare in Arabia Saudita (+15,6 per cento) ed Emirati Arabi Uniti (+10 per cento), dove il nostro export mostra tassi di crescita a doppia cifra quest’anno e non inferiore al 5 per cento per il 2024.
In America Latina, Messico e Brasile, oltre a essere i due principali mercati, sono tra le geografie con prospettive di domanda più favorevoli. Il Messico (+8,4 per cento), unico paese davvero manifatturiero dell’area, si trova oggi in una posizione molto più centrale nello scenario regionale e globale ed è rafforzato anche dal fenomeno del nearshoring, in atto dallo scorso anno. L’ambizione del Brasile (+7,2 per cento) di aumentare il peso del comparto manifatturiero sul totale del valore aggiunto stimolerà le nostre vendite. Anche la Croazia (+14,4 per cento), entrata nell’Eurozona a gennaio 2023, geografia a noi prossima e porta d’ingresso alla regione balcanica, rappresenterà un mercato di opportunità.
Infine, le grandi dimensioni del mercato interno e l’indipendenza energetica continuano a imprimere una discreta performance dell’economia degli Stati Uniti, che si rafforzerà ulteriormente grazie alla spinta che l’Inflation Reduction Act imprimerà a molti settori con risvolti positivi anche per il nostro export (+6 per cento). Le nostre imprese potranno, infatti, beneficiare degli ingenti investimenti del piano, non solo investendo direttamente nel mercato statunitense ma anche allacciando contratti di fornitura in loco con clienti lungo l’intera catena di valore.
Le dichiarazioni dei vertici
Alessandra Ricci, amministratore delegato di SACE, ha così commentato il contenuto del Rapporto: «Rivoluzione tecnologica e transizione sostenibile sono le sfide che tutti noi, insieme, siamo chiamati ad affrontare oggi per disegnare il mondo di domani. Le imprese che investono in sostenibilità e in digitalizzazione sono anche quelle che esportano, di più e meglio. Il nostro Rapporto Export 2023 evidenzia proprio questa connessione e accompagnare le imprese in questi processi è la missione che noi del Gruppo SACE abbiamo fatto nostra, per contribuire al benessere duraturo della collettività. L’invito che voglio rivolgere ai nostri partner, le circa 40 mila imprese che supportiamo ogni giorno, è di investire in questo percorso contando sempre sui nostri strumenti informativi, formativi e assicurativo-finanziari e sul nostro network di relazioni, per rafforzare la capacità di gestire i rischi, cogliere le opportunità e trarre profitto dai cambiamenti in atto».
Le ha fatto eco Alessandro Terzulli, chief economist di SACE: «In un contesto sicuramente non semplice, la performance dell’export italiano, pur in fisiologico rallentamento, quest’anno e il prossimo si conferma robusta. Il nostro Rapporto Export rappresenta una bussola di riferimento per le imprese che vogliono crescere all’estero, anche in nuove geografie e con uno sguardo sempre attento a intercettare i segnali del mercato».
Il Garante della privacy ha deciso: Roma Capitale e Ama, la società a cui è affidata la gestione dei servizi cimiteriali, saranno sanzionate per aver diffuso i dati delle donne che avevano affrontato un’interruzione di gravidanza, scrivendone i nomi sulle targhette delle sepolture al Cimitero Flaminio. Una violazione del «rigoroso regime di riservatezza» previsto dalla legge 194 del ’78, oltre che del divieto di diffusione dei dati sanitari, che costerà 176 mila euro al Comune e 239 mila euro alla società in-house. Il Garante ha anche richiamato l’Asl Roma 1, chiudendo una vicenda di cui si parla già da quasi tre anni.
Peluche e fiori ai piedi della croce di una tomba di un bambino (Getty).
La normativa prevede «le informazioni del defunto sul cippo»
Proprio l’Asl Roma 1 ha trasmesso ai servizi cimiteriali tutta la documentazione, ma questi ultimi hanno violato la normativa. Questa prevede che sulla targhetta vengano indicate le informazioni relative al defunto. Nessun riferimento alle madri, che invece hanno trovato nell’ottobre del 2000 il proprio nome scritto sulle croci. L’azienda sanitaria non dovrà più riportarle nemmeno sulle autorizzazioni al trasporto, alla sepoltura e sui certificati medico legali. Il Garante della privacy nel suo provvedimento specifica altre misure, tra cui la cifratura dei dati o l’oscuramento delle informazioni che identificano le donne.
Crivellini e Mingiardi: «Pronuncia storica del Garante»
Giulia Crivellini e Francesco Mingiardi, avvocati rispettivamente di Radicali Italiani e della causa per la campagna Libera di Abortire, come riportato da Repubblica commentano: «Dopo due anni di denunce, udienze, inchieste giornalistiche nazionali ed internazionali che, con la campagna Libera di Abortire, abbiamo promosso per sostenere le centinaia di donne che dopo aver abortito a Roma hanno scoperto il loro nome su una croce cattolica al Cimitero Flaminio di Prima Porta, oggi viene resa pubblica una pronuncia storica del Garante per la protezione dei dati personali che condanna Roma Capitale al pagamento della somma di 176mila euro per la diffusione illecita di dati relativi alla sfera di riservatezza e salute delle donne, riconoscendo al contempo le responsabilità di Ama e della Asl Roma 1 nella violazione del diritto all’anonimato».
Dopo la morte di Silvio Berlusconi, l’ascesa di Forza Italia nei sondaggi in cui si rilevano le intenzioni di voto degli italiani appare senza sosta. Il partito del Cavaliere cresce ancora, per la seconda settimana consecutiva, e stavolta il dato è ancora più eclatante perché gli azzurri superano la Lega di Matteo Salvini. Secondo l’ultima rilevazione della Supermedia Agi/Youtrend, infatti, Forza Italia guadagna quasi due punti, l’1,8 per cento, e si assesta a quota 8,8. Contemporaneamente tutti gli altri partiti di centrodestra frenano o registrano flessioni: Fratelli d’Italia, partito della premier Giorgia Meloni, perde lo 0,3 per cento e scende al 28,8; la Lega perde la stessa percentuale e si ferma all’8,6, subendo superata sebbene di poco da Fi.
Salvini, Berlusconi e Meloni insieme sul palco dopo il successo alle elezioni del settembre 2022 (Getty).
In calo anche Pd e M5s
Fratelli d’Italia resta però nettamente in testa al 28,8 per cento, staccando sensibilmente anche il Pd di Elly Schlein, sceso al 20,4 e in calo dello 0,2, e il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte, che perde lo 0,4 per cento fermandosi a quota 15,5. Resta da capire quanto durerà l’effetto generato dalla morte del leader politico: Forza Italia continuerà a correre anche dopo la riorganizzazione del partito?
La segretaria del Pd, Elly Schlein (Imagoeconomica).
Gli altri partiti: sale solo Verdi/Sinistra italiana
Stazionari o in fase calante anche gli altri partiti di opposizione. Azione di Carlo Calenda, scivola al 3,5 per cento (-0,3) ed è tallonato da Verdi e Sinistra italiana, unico altro gruppo in risalita oltre a Forza Italia. La sinistra ha guadagnato lo 0,2 per cento, salendo al 3,2 e allungando le distanze da Italia Viva data al 2,7 per cento (-0,3). Infine +Europa resta stabile al 2,3, mentre Italexit cala all’1,9 (-0,3). Tra le coalizioni, il centrodestra guadagna l’1,1 e vola a quota 47,2 per cento, nettamente avanti al centrosinistra, ora al 25,9 per cento.
«Sandrino, perché?». Questa è la domanda che nelle ultime ore si pongono i tifosi del Milan e rivolgono al centrocampista Sandro Tonali. Il 23enne sembrava destinato a diventare una bandiera del club, ma ha già le valigie in mano e si accaserà in Premier League. Dopo tre stagioni, 95 presenze e 7 gol, a meno di clamorosi dietrofront dell’ultima ora, la sua prossima squadra sarà il Newcastle, che gli garantirà tra i 7 e gli 8 milioni di euro a stagione, cifra tre volte superiore a quella che attualmente riceve a Milano. Il Milan, che dal canto suo non si è opposto alla cessione ma ha soltanto rilanciato, dovrebbe ricevere intorno agli 80 milioni di euro. Un colpo al cuore per i tifosi milanisti, che nel tempo hanno assistito, credendoci, alle tante dichiarazioni d’amore del calciatore e ora vivono l’addio di Tonali come un tradimento.
Tonali applaude i tifosi (Getty).
Tonali nel 2021: «Non farei mai l’errore di andare via»
Mentre in tanti già piangono l’addio, c’è anche chi rilancia le sue vecchie parole, chiedendosi se l’amore professato dal centrocampista fosse vero o soltanto una facciata. Al Corriere della sera, nel 2021, Tonali dichiara: «So cosa ho fatto per arrivare a questa maglia e non farei mai l’errore di andarmene. So che è difficile, soprattutto nel calcio di oggi, ma il mio sogno è diventare una bandiera del Milan. E farò di tutto per riuscirci». E prima, nel dicembre 2020, a metà della sua prima annata (complicata) in rossonero, durante un’intervista a Sky aveva raccontato: «Penso al Milan, da giocatore e da tifoso. Quando fai il calciatore, giochi con amore perché è la tua passione. In più giocare nel Milan, che è la tua squadra del cuore, è una cosa bellissima. Queste cose vanno tenute in considerazione perché è la squadra che ho sempre avuto dentro di me per tutta la mia vita».
Le dichiarazioni d’amore di Tonali: «Certo di voler stare qui»
Possibile che nel tempo l’amore sbiadisca? Sì, soprattutto in un calcio in cui le bandiere sono ormai merce più unica che rara. Tonali, però, sembrava essere l’eccezione e per questo la ferita nel cuore dei tifosi del Milan sembra essere insanabile. Il classe 2000 troppe volte ha parlato del suo «sogno» di «diventare una bandiera». Anche a Dubai, durante lo scorso ritiro invernale, aveva detto: «Voglio rimanere il più a lungo possibile. Se me lo chiedete oggi dico anche per tutto il resto della mia storia. Ma per lanciarsi in promesse del genere è troppo presto, nella nostra carriera non conta solo la voglia, incidono tanti altri fattori: la salute, gli infortuni, la famiglia. È impossibile fare previsioni così a lungo termine». Un anno fa ha fatto lo stesso: «Voglio stare qui, contratto dopo contratto. Sarebbe bello diventare una bandiera, ma non guardo così tanto oltre per scaramanzia». Quasi una profezia che oggi si avvera, con buona pace del tifo milanista.
Tonali sconfortato al termine della gara contro l’Inter, valida per la semifinale di ritorno di Champions League (Getty).
Vasco Rossi e Victoria De Angelis sono i protagonisti dell’ultima polemica sui social. Tutto è partito da un commento che il rocker di Zocca ha postato sotto a una foto della giovane bassista dei Maneskin. Vasco ha scritto «slurp» e a corredo ha inviato anche l’emoticon del fuoco, a testimonianza del commento hot. Un apprezzamento, quello del cantante emiliano, che però in tanti non hanno per nulla gradito. E così sono partiti gli attacchi, soprattutto dai fan di Victoria e dei Maneskin, che contestano al rocker tanto ciò che ha scritto quanto la differenza d’età. Vasco ha compiuto, il 7 febbraio scorso, 71 anni, mentre la musicista il 28 aprile ne ha festeggiati 23.
Victoria De Angelis dei Maneskin durante un concerto a Los Angeles (Getty).
Fan contro Vasco: «Victoria potrebbe essere tua nipote»
I commenti contro il rocker sono stati tanti, praticamente tutti con un’unica idea: «Vasco, Victoria potrebbe essere tua nipote». E così mentre i Maneskin si godono qualche giorno di vacanza, in vista del prossimo concerto del 16 luglio a Trieste, il profilo della bassista, fidanzata con la brasiliana Luna Passos, viene invaso dai fan che la difendono. «Hai 71 anni e non ti vergogni?», scrive un utente. Un altro chiede incredulo: «Slurp sulla foto di una ragazzina?». Un commento tira l’altro e c’è chi sottolinea come servirebbe «un po’ di decenza. Qui non si tratta più di essere trasgressivi».
Vasco Rossi (Imagoeconomica).
Vasco non risponde e stasera canta a Palermo
Nonostante gli insulti, Vasco non risponde e si prepara, invece, a due giorni di concerti a Palermo. Una grande emozione per il rocker, che torna allo stadio Barbera a quasi 40 anni dall’ultima volta. E su Instagram carica i fan: «Mi ricordo quando siamo venuti a suonare in questo stadio era il 1985. Naturalmente facevamo solo la curva. Poi sono tornato un sacco di volte a Palermo ma al Velodromo Borsellino. La prima volta che ritorno allo stadio Barbera ..è un’emozione molto forte. È una pacca incredibile!! Stasera ci divertiremo come dei pazzi.. e vi farò impazzire di gioiaaaa!!!! Evvivaaaa!!».
Una donna di 60 anni è morta dopo essere stata travolta da una betoniera mentre, in bici, si trovava nei pressi di piazza Durante, a Milano. La ciclista, giovedì 22 giugno intorno alle 9.15, proveniva da via Predabissi mentre il mezzo pesante, girando a destra verso la piazza, potrebbe non averla vista. Poi lo schianto. Sul posto è immediatamente intervenuto il personale del 118 che è riuscito a rianimarla. Poi è stata trasportata al Policlinico di Milano in codice rosso. Dopo poche ore, la donna non ce l’ha fatta. Si tratta dell’ennesima tragedia con protagonisti un mezzo pesante e un ciclista.
Alcuni ciclisti lungo la pista ciclabile di Porta Nuova a Milano (Getty).
La donna è la quinta ciclista morta negli ultimi mesi
La 60enne è la quinta persona a rimanere uccisa in bici in incidenti con mezzi pesanti. L’ultimo in ordine temporale era stato Li Tianjao, il 17 maggio, cuoco di 53 anni travolto da un tir in via Comasina. Circa un mese prima, il 20 aprile, è stata Cristina Scozia a perdere la vita, anch’essa in bicicletta, travolta da una betoniera in corso Porta Vittoria. Il primo di febbraio, invece, Veronica D’Incà è stata investita in piazzale Loreto, mentre il 2 novembre del 2022 Silvia Salvarani è molta ai Bastioni di Porta Nuova per un incidente simile. A loro si aggiunge anche la 95enne Angela Bisceglia, che il 9 febbraio 2023 è stata schiacciata da un furgone in retromarcia mentre camminava sul marciapiede. L’8 novembre 2022, inoltre, il 14enne Luca Marangoni è morto dopo essersi scontrato con la sua bicicletta contro un tram.
A novembre, in un altro incidente, un 14enne è rimasto ucciso dopo essersi scontrato in bici con il tram (Imagoeconomica).
Legambiente Lombardia: «Ancora nessun provvedimento è stato preso»
Sulla vicenda interviene anche Legambiente Lombardia: «Nessun provvedimento effettivo ed efficace dopo l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale il 4 maggio sulle prescrizioni alla circolazione dei mezzi pesanti. Il sindaco deve agire adesso, agghiacciante stillicidio di vittime a fronte di imbarazzanti ritardi amministrativi». Sul Fatto quotidiano, anche le testimonianze di altri ciclisti che assistito la donna in attesa dei soccorsi: «Mi sono venuti i brividi quando ho saputo dell’incidente: faccio questa strada tutte le mattine e ogni giorno rischio la vita».
La Guardia di finanza di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla procura della Repubblica nei confronti di Esselunga. L’importo complessivo confiscato è pari a 47 milioni e 765 mila euro. Le indagini, eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, hanno al centro una presunta somministrazione illecita di manodopera.
Sequestrati 47,8 milioni a Esselunga
L’inchiesta ha fatto emergere, secondo l’accusa, «una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale del meccanismo illecito (Esselunga, ndr), di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore». Ciò ha portato «all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva superiore a 47 milioni di euro».
Ricostruendo la filiera della manodopera, la magistratura ha rilevato come i rapporti di lavoro con la società committente (Esselunga, ndr) «siano stati in alcuni casi “schermati” da società “filtro” che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative, mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale». Secondo il pm Paolo Storari, titolare dell’inchiesta, la condotta fraudolenta dell’azienda va avanti da numerosi anni e ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario.
Indagati il direttore finanziario Albino Rocca e il predecessore Stefano Ciolli
La Gdf sta dunque eseguendo diverse perquisizioni nei confronti delle persone fisiche e giuridiche coinvolte nelle province di Milano, Novara e Bergamo e si sta procedendo alla notifica delle informazioni di garanzia, oltre che per le responsabilità personali in ordine ai reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società. Al momento risultano indagati l’ex e l’attuale direttore finanziario del colosso dei supermercati, rispettivamente Stefano Ciolli e Albino Rocca, nonché Esselunga per la responsabilità amministrativa degli enti.
Marcello Minenna, alla guida dell’Agenzia delle Dogane durante l’emergenza pandemica, si trova agli arresti domiciliari per un’inchiesta aperta dalla procura di Forlì sull’approvvigionamento delle mascherine. L’indagine, che riguarda episodi di corruzione, è nata da un’inchiesta su traffico di droga con ramificazioni all’estero. Minenna, nominato nel 2020 al vertice dell’Agenzia dietro la sponsorizzazione del Movimento 5 stelle, è attualmente assessore regionale all’Ambiente in Calabria della Giunta Occhiuto. Agli arresti anche Gianluca Pini, imprenditore e dal 2006 al 2018 deputato della Lega. L’inchiesta ha coinvolto anche funzionari della prefettura di Ravenna e dell’Ausl Romagna.
In tutto sono stati emessi 34 provvedimenti di custodia cautelare e sequestrati 63 milioni di euro in via preventiva. All’indagine hanno partecipato anche la Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Bologna e le autorità giudiziarie estere.
Il tempo è scaduto. Secondo le stime della Guardia costiera Usa all’interno del Titan, il sottomarino scomparso durante un’immersione per raggiungere il relitto del Titanic, l’ossigeno è terminato. Le speranze di recuperare vivi i cinque passeggeri sono quindi vicine allo zero.
Le ricerche si concentrano in un’area di 26 mila km quadrati
Ieri, mercoledì 21 giugno, un aereo canadese aveva captato rumori dal fondale, una speranza che però si era spenta immediatamente. Nell’area delle ricerche, a 600 km al largo dell’isola di Terranova, si sono intensificati i soccorsi con navi, aerei e robot. A guidare le operazioni è il rimorchiatore Polar Prince, lo stesso che aveva portato il Titan nel luogo della discesa verso il relitto del celebre transatlantico a 3800 metri di profondità. Per dare l’idea delle difficoltà delle ricerche basta considerare che il Titan è lungo sette metri ed è disperso in un’area di 26 mila km quadrati per circa 4 km di profondità. In caso poi il piccolo sottomarino fosse individuato, il problema sarebbe poi recuperarlo e riportarlo in superficie. Un’operazione che richiederebbe ulteriore tempo. Proprio quello che manca ai passeggeri.
I Rush e la ‘maledizione’ del Titanic
A bordo si trovano il miliardario ed esploratore inglese Hamish Harding, il businessman inglese di origini pakistane Shahzada Dawood e suo figlio Suleman di appena 19 anni, l’esploratore francese esperto del Titanic Paul-Henri Nargeolet, e Stockton Rush, ad della OceanGate Expedition, la compagnia che ha organizzato il viaggio ed è proprietaria del sottomarino. Ironia della sorte, la moglie di Rush è figlia di un pronipote di Isidor e Ida Straus, passeggeri di prima classe del transatlantico affondato nel 1912 dopo l’impatto con un iceberg. La coppia però non salì sulle scialuppe di salvataggio e scomparve nell’oceano. Isidor, infatti, cedette il suo posto a bordo a donne e bambini e sua moglie Ida non lo lasciò solo.
Non c’è più Silvio Berlusconi, e i suoi fedelissimi ora non sanno più come ammazzare il tempo. Ieri, per esempio, Gianni Letta è stato a lungo da Vittorio Sgarbi, nell’ufficio che il critico d’arte ha al ministero della Cultura in via del Collegio Romano. Sgarbi è anche riuscito a dare un cellulare a Letta per fare una sorpresa alla madre di un suo assistente, ovviamente incredula di poter parlare al telefonino con quello che era il braccio destro del Cavaliere…
Vittorio Sgarbi (Imagoeconomica).
Outsider Garbatella, la Rai c’è
Si chiama Outsider Garbatella Film Fest ed è un festival di cortometraggi organizzato da Elodia Cinematografica, alla sua prima edizione: si svolgerà a Roma dal 23 al 25 giugno. Il nome ricorda un po’ l’“underdog” di meloniana memoria. E poi si svolge proprio alla Garbatella, zona che ha visto crescere Giorgia Meloni. Comunque, media partner è Rai Pubblica Utilità: come hanno detto alcuni a viale Mazzini, «chissà che ci azzecca la Rai con questo festival…»
Bruno Barbieri al Relais Todini
Nella serata di giovedì 22 giugno Sky regala le visite di Bruno Barbieri alle residenze umbre. E dove va? Nel Relais Todini, quello caro a Luisa Todini, politica e imprenditrice. Verrà raccontato che «Francesco gestisce, insieme a sua moglie Claudia, il Relais Todini, una bellissima residenza storica che in passato era una torre di avvistamento, un distaccamento del feudo di Todi». Quando la famiglia Todini nel 1995 acquistò la dimora, i due vi lavoravano come dipendenti. Successivamente è stata loro affidata la gestione della struttura. Si avvicinano le elezioni europee, per Luisa…
Luisa Todini (Imagoeconomica).
L’energia nucleare di Renzi
A Matteo Renzi piace l’energia nucleare, e non a caso nasce l’intergruppo parlamentare dedicato al tema. Con quale obiettivo? «Per rompere un tabù ed eliminare i pregiudizi che continuano a far scontare al nostro Paese ritardi inspiegabili, una follia che l’Italia ha pagato caro con la crisi energetica», afferma la senatrice Silvia Fregolent, della presidenza del gruppo di Azione-Italia Viva -Renew Europe, promotrice dell’intergruppo, che continua: «Sappiamo che ci sono stati due referendum, ma da quel momento le tecnologie sono andate avanti e i nostri migliori tecnici stanno lavorando all’estero proprio per creare il nucleare pulito. L’intergruppo potrà garantire il dialogo tra il mondo istituzionale e i player del settore nucleare in modo da permettere la condivisione di elementi tecnici che possano determinare una decisione da parte delle istituzioni in modo consapevole e senza pregiudizi».
La renziana Silvia Fregolent (Imagoeconomica).
L’amore di Siddi per Silvio
«È morto un protagonista dell’impresa e della storia italiana di mezzo secolo. Un protagonista assoluto delle sfide epocali della radiotelevisione, un sistema d’impresa solido, competitivo, innovativo»: chi lo ha detto? Franco Siddi, Presidente di Confindustria Radio Televisioni, alla notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi. «Il polo privato di carattere generalista che il Cavaliere ha fondato è oggi una televisione nazionale proiettata anche su sfide europee». Ma è lo stesso Siddi che una volta faceva il sindacalista dei giornalisti, difendendo a spada tratta la Rai contro Mediaset?
È il giorno della seconda prova per gli oltre 500 mila studenti che stanno affrontando l’esame di maturità 2023. Come da tradizione, la traccia varia a seconda della tipologia di istituto ed è inerente ad una delle materie di indirizzo: latino al Classico, matematica allo Scientifico, prima lingua e cultura straniera al Linguistico. Alle 8:30 è stata pubblicata la chiave per aprire i plichi telematici con le prove e pochi minuti dopo è giunta notizia del contenuto. I maturandi del liceo Classico dovranno tradurre e analizzare un brano di Seneca che si rivolge all’amico Lucilio. Un testo in cui l’autore latino mostra come i precetti della filosofia possano guidare alla virtù in mezzo ai falsi valori.
Le tracce della seconda prova della maturità 2023
Chi è saggio non segue il volgoè il titolo del brano tratto dalle Epistulae ad Lucilium. Seneca, filosofo e drammaturgo attivo durante l’età giulio-claudia, non usciva dal 2017 e, con questa apparizione, è diventato l’autore più proposto alla maturità dal dopoguerra ad oggi. Il ministero l’ha infatti scelto 16 volte, al pari di Cicerone (assente dal 2009). Nell’ultimo esame di stato pre-pandemia era stato proposto un brano di Tacito, il più temuto dagli studenti.
Allo Scientifico, invece, gli alunni dovranno risolvere due problemi attraverso lo studio di funzioni. Si tratta di problemi dall’approccio classico, senza riferimenti a casi reali come invece accadde nel 2017 con la ormai celebre «ruota quadrata».
Le materie scelte per i licei
Di seguito tutte le materie che, mesi fa, il ministero ha scelto per la seconda prova nei licei:
Un vasto incendio sta tenendo sotto scacco il 5/0 arrondissement di Parigi, proprio al centro della capitale francese e a poca distanza dal quartiere latino. Probabilmente è stata una fuga di gas a provocare l’esplosione che ha portato anche al crollo di un palazzo. Sul posto si sono immediatamente recati i soccorsi, vigili del fuoco e ambulanze, oltre alla sindaca Anne Hidalgo, che segue gli sviluppi in diretta. Secondo le prime notizie diffuse dalla tv Bfm, ci sarebbero diverse persone bloccate sotto le macerie e alcuni feriti gravi. La coltre di fumo nero è visibile da tutta la città e il quartiere è stato completamente isolato.
Pompieri, polizia e ambulanze sul posto per domare le fiamme e soccorrere i feriti (Getty).
Una testimone: «C’era forte odore di gas»
I vigili del fuoco di Parigi hanno chiuso la rue Saint-Jacques, strada che parte della Sorbona, e impediscono l’accesso a chiunque in attesa di isolare le fiamme. L’edificio principale è crollato non appena le fiamme hanno avvolto l’intera facciata. Una giovane ha raccontato a Bfm Tv di aver avvertito, negli attimi che hanno preceduto l’incendio, «un forte odore di gas» in tutta la zona. Poi l’esplosione: «Non ho mai sentito niente di più forte». Il palazzo ospitava la sede della Paris American Academy, una scuola d’arte americana. Non è chiaro quante persone ci fossero al suo interno.
#Explosion in #Paris. Shook my entire apartment. I hope all inside are okay, police and fireman showed up soon afterwards. Media has my permission to use if desired. pic.twitter.com/DD2Mhl9Zzf
La sindaca Anne Hidalgo ha parlato con i vertici della prefettura di Parigi, che ha poi diramato un primo bilancio dei feriti. Ci sono attualmente 16 persone coinvolte, sette delle quali hanno riportato ferite molto gravi e versano in condizioni critiche. Le autorità affermano che «al momento nessuna causa dell’esplosione è accertata», sebbene per i media quella della fuga di gas sia l’ipotesi più accreditata. A confermare quest’idea ci sono sia i racconti dei testimoni sia la conferma di alcuni lavori alla rete del gas effettuati in strada nei giorni scorsi.
L’agenzia di comunicazione We Are Social, un vero colosso del settore pubblicitario con oltre mille dipendenti e sedi in ogni parte del mondo, è finita al centro di una pioggia di accuse di sessismo, dopo un’intervista in cui si parla di una chat con decine di uomini che commentano le colleghe. Tutto è nato dalle parole di Massimo Guastini, un decano tra i creativi, che due settimane aveva dichiarato in un’intervista a Monica Rossi, pseudonimo dietro cui ci sarebbe un professionista del settore: «Potrei parlarti di una famosa chat in cui diversi uomini catalogavano e davano i voti chi al culo, chi alle tette, chi alle gambe di queste giovani stagiste che potevano essere le loro figlie». Il 21 giugno, poi, Corriere della Sera pubblica un’intervista a un ex dipendente di We Are Social che conferma.
Due uomini scrivono e osservano i propri smartphone (Getty).
Guastini: «Chat di almeno 80 uomini»
Andando con ordine, Guastini racconta sul profilo Facebook di Monica Rossi di questa chat di un’agenzia «molto famosa, potente e importante» in cui diversi uomini davano i voti alle colleghe: «Comprende almeno 80 uomini. Quasi tutti quelli che lavorano nell’agenzia, dagli stagisti ai capi reparti. Decine e decine di messaggi ogni giorno. Un solo argomento: quanto sono scopabili, fighe, ribaltabili o cesse le colleghe». E Guastini va anche nello specifico, con frasi rivoltanti che sono state pronunciare, spiega, anche da alcuni capi di vari team. E conclude sottolineando: «Il tutto in una chat, vale la pena ricordarlo, lavorativa in cui i membri più attivi sono i capi dei vari team di lavoro. Arrivano a scoprire anche l’esistenza di foglio Excel che non contiene numeri e voti ma i nomi delle proprietarie dei più bei culi femminili in azienda».
L’ex dipendente: «Foto in bikini e nomi dei fidanzati»
Monica Rossi chiama poi in causa un ex dipendente che parla di «ambiente machista», conferma i commenti in tempo reale e parla del funzionamento della chat: «Tutti sapevano in anticipo i movimenti di una collega. Lo sapevamo perché c’era la sentinella di turno che avvisava letteralmente del passaggio indicandone l’outfit condito di commenti sessisti. Venivano usati acronimi per indicare le colleghe e ne ricordo diversi». Dettagli confermati anche sul Corriere della Sera da un altro intervistato: «Ancor prima che una nuova collega arrivasse, giravano i suoi contatti social, le foto in bikini, i nomi degli eventuali fidanzati. E poi commenti al fisico, classifiche. Cose che preferirei non ripetere. Anche io sono stato autore di alcuni messaggi».
L’appello lanciato su Instagram dal profilo Taniume, di una delle donne che denuncia molestie sul posto di lavoro (Instagram).
We Are Social risponde: «Condanniamo forme di discriminazione»
E l’agenzia risponde. In una nota si legge: «In relazione alle notizie apparse a mezzo stampa – relative a fatti risalenti al periodo compreso tra il 2016-2017 – We Are Social condanna, da sempre, qualsiasi forma di discriminazione e atteggiamenti inappropriati. We Are Social è da sempre impegnata nel creare un ambiente di lavoro sano e inclusivo. La società, nel corso degli anni, ha messo in atto numerose iniziative con partner qualificati affinché il benessere e la tutela delle persone siano al primo posto». Anche la Federazione delle relazioni pubbliche italiana prende posizione: «Ferpi ribadisce ancora una volta che è giunta l’ora di voltare pagina una volta per tutte e mettere al bando qualsiasi tipo di comportamento sessista e discriminatorio a partire dal nostro mondo professionale. È giunta l’ora di ispirare e farsi portavoce, come Federazione, di un nuovo paradigma finalmente pensato da donne e uomini, insieme». Sui social, intanto, molte donne stanno denunciando di aver subito molestie.
Che l’ambiente si fosse surriscaldato lo si capiva anche dal quadro politico, con la maggioranza in fibrillazione dopo essere andata sotto in Commissione Bilancio al Senato. Ma qui il clima sta per diventare irrespirabile anche a livello delle mere temperature stagionali, e così il capo di gabinetto del ministero delle Imprese e del Made in Italy Federico Eichberg, puntualissimo sull’inizio ufficiale dell’estate, ha pensato bene di mandare una circolare a tutti i colleghi per dare una sorta di (temerario) via libera sul modo di vestire: «Entriamo oggi nella stagione estiva, con il prevedibile aumento delle temperature ed il conseguente minore comfort della prestazione lavorativa resa in sede. Poiché abbiamo tutti a cuore la tematica del benessere organizzativo sul luogo di lavoro, ritengo che, nel periodo estivo (quindi da oggi fino alla seconda decade di settembre inclusa), anche noi che prestiamo servizio presso gli Uffici di diretta collaborazione del Ministro potremmo concederci – pur sempre nel rispetto del decoro delle Istituzioni che rappresentiamo e delle condivise regole di compostezza che si debbono all’appartenenza ad un pubblico ufficio – un abbigliamento meno formale e più adatto alle temperature».
Federico Eichberg (Imagoeconomica).
Dopo Draghi, ancora i condizionatori nel mirino
Quindi niente più giacca? Camicia a maniche corte sì o no? E le donne possono far sparire i tailleur nell’armadio dei capi invernali? Non è dato sapere. Ma soprattutto: c’era bisogno di specificarlo? Di certo c’è che il capo di gabinetto di Adolfo Urso, invece di preoccuparsi dei dossier arenati al Mimit, sembra più attento alla calura incombente: «Ciò è funzionale anche alla tematica del risparmio energetico, che riguarda non solo il nostro Ministero ma tutta la Nazione. Infatti, in questo modo, sarà senz’altro più agevole fare un uso limitato dei condizionatori d’aria, che vi raccomando solo nelle ore più calde della giornata e con temperature moderate, e sfruttare al massimo, ove possibile, le risorse naturali, in primis l’areazione dei locali (anche creando “riscontro d’aria” ove ricorrano le condizioni, con le stanze prospicienti) nelle ore fresche». Cioè siamo persino oltre all’aut aut «preferite la pace o il condizionatore» pronunciato nella primavera del 2022 da Mario Draghi, visto che almeno in quel caso si trattava di una domanda provocatoria: qui il livello è consigli della nonna, “tieni aperte due finestre così fa corrente” (nell’afa romana, ciao core). Almeno però non si può non dire che il governo non faccia qualcosa contro il global warming: meno condizionatori, più indumenti sbottonati.
Stretta anche sul consumo di carta e toner
Eichberg ha infine concluso: «II tema dell’uso oculato delle risorse che utilizziamo al Ministero (messeci a disposizione dai cittadini italiani per servire al meglio il Bene Comune) è – ovviamente – indipendente dalle stagioni e chiedo, con l’occasione, una specifica attenzione da parte di tutte e di tutti (me in primis) al consumo di carta e toner, anche a beneficio dell’ambiente e di una maggiore salubrità dei luoghi di lavoro. Insomma si tratta di aspetti molto rilevanti la cui cura, da parte di tutte e tutti noi, può contribuire alla nostra missione di servire al meglio le istituzioni ed il bene Comune. Vi ringrazio per la collaborazione e vi auguro buon lavoro per gli impegni che ci attendono prima di godere di qualche giorno di meritato riposo». Per le mise eleganti arrivederci in autunno.