L’Ambrogino d’oro è uno dei premi più prestigiosi conferiti dalla città di Milano, una tradizione che risale al 1947. Il premio prende il nome da Sant’Ambrogio, patrono milanese, e viene assegnato annualmente il 7 dicembre in occasione della festa del santo. È considerato uno dei più alti onori concessi dalla città e viene assegnato a individui e organizzazioni che si sono distinti per il loro contributo eccezionale e positivo alla comunità.
Ambrogino d’oro: cos’è e a chi viene assegnato
Il premio si articola in diverse categorie, ciascuna delle quali riflette settori specifici di contributo alla società. Le categorie possono includere cultura, sport, beneficenza, imprenditoria, scienza, giornalismo, e altri ambiti. I vincitori dell’Ambrogino d’oro sono selezionati da una commissione composta da esperti, rappresentanti della comunità e funzionari pubblici. La commissione valuta le candidature proposte dalla comunità o da altri organi competenti e decide i premiati in base ai loro straordinari contributi in determinati settori. Gli individui o le organizzazioni che ricevono l’Ambrogino d’oro sono riconosciuti per il loro impegno eccezionale e positivo nei confronti della città di Milano e della sua comunità. Possono essere elogiati per la loro dedizione al bene pubblico, la promozione della cultura, l’innovazione imprenditoriale, la generosità nei confronti di cause sociali e molto altro. Nel 2020, ad esempio, la coppia social formata da Chiara Ferragni e Fedez ha ricevuto questa prestigiosa onorificenza per le iniziative rivolte ai lavoratori e cittadini durante il Covid.
Le polemiche per l’Ambrogino ad Andrea Pucci
Anche quest’anno sono uscite le liste dei personaggi che verranno insigniti dal sindaco di Milano Beppe Sala e, tra questi, è presente anche il comico Andrea Pucci. Inevitabilmente sui social è partita la polemica per alcuni scivoloni fatti dal comico contro le minoranze e chiunque non gli andasse troppo a genio, da Elly Schlein a Tommaso Zorzi fino ad arrivare alle tesi no vax durante la pandemia. Tra i diversi commenti spicca quello di Selvaggia Lucarelli, che sul suo account ha scritto: «Mi domando se Andrea Pucci sia stato premiato per i suoi raffinatissimi show o per i recenti meme sui suoi social con le foto più infelici di Elly Schlein. O ancora per le battute omofobe su Tommaso Zorzi». La giornalista ha ricordato anche che «il sindaco ha diritto di veto sui nomi dei premiati».
Tempo instabile nelle prossime ore caratterizzato da brevi piogge, concentrate soprattutto al Sud, e tanto vento di maestrale. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, annuncia l’arrivo di una modesta e rapida perturbazione atlantica che investirà le regioni meridionali. Se al Nord il bel tempo sarà prevalente, al Centro-Sud le nubi saranno diffuse, soprattutto sugli Appennini. Verso sera delle piogge andranno a bagnare Puglia, Basilicata, Calabria tirrenica e più localmente la Campania. La perturbazione verrà spazzata via dai venti di maestrale che scorreranno lungo i bordi dell’alta pressione in arrivo. Il freddo vento da Nordovest sferzerà le coste tirreniche e il medio e basso Adriatico (soprattutto in Puglia) con raffiche fino a 60-70 km/h e conseguenti mareggiate. I mari risulteranno molto mossi o localmente agitati. Anche le temperature subiranno una sensibile diminuzione, tornando nelle medie stagionali. Al Settentrione, invece, il vento da nord, sbattendo contro le Alpi, scenderà sulle vallate riscaldandosi e così sarà il foehn a soffiare su questi settori, rendendo il clima piuttosto mite.
Sole nel weekend in tutte le regioni
Diverso lo scenario del weekend: sia sabato che domenica il sole splenderà su tutte le regioni, anche se il vento continuerà a soffiare forte sul basso Adriatico e lo Ionio e le temperature all’alba saranno di poco sopra lo zero su gran parte dello stivale.
Una coppia di Brescia è stata multata per essere entrata ben 104 volte nella Ztl della città in un punto non autorizzato, cioè dal portale di via San Martino della Battaglia. I genitori, a quanto si apprende, hanno varcato ripetutamente l’accesso della zona a traffico limitato per la necessità di accompagnare il figlio nella scuola elementare Tito Speri di via Trieste, accumulando una sanzione di 13 mila euro.
Le multe sono arrivate per problemi con il navigatore
In base a quanto riferito dal Giornale di Brescia, che ha intervistato la coppia di genitori, gli accessi nella Ztl sarebbero stati dovuti a problemi tecnici del navigatore utilizzato. Entrando più nel dettaglio, la mamma e il papà avrebbero impostato il percorso da seguire con le direttive di accesso alla zona a traffico limitato previste dal Comune, ma lo strumento GPS li avrebbe indotti all’errore, facendoli entrare da via San Martino della Battaglia. A tal proposito si ricorda che il Comune di Brescia ha previsto un itinerario ben preciso per chi ha la necessità, come i genitori che devono accompagnare i bambini a scuola, di accedere alla Ztl: l’entrata in centro è concessa da via Cattaneo e da via Gabriele Rosa.
La coppia prepara il ricorso al giudice di Pace
I due genitori si sono visti recapitare a casa le multe relative, al momento, solo al mese di settembre per un totale di 13 mila euro, 10 mila se il pagamento viene effettuato entro cinque giorni dall’avvenuta notifica. Per la coppia non sarebbe del tutto errato pensare che si tratti di un modo con cui il Comune di Brescia intenda fare cassa, tanto che ha deciso di presentare ricorso al giudice di Pace pur iniziando nel frattempo a saldare le somme dovute. Ciò che viene criticato è, più nel dettaglio, il fatto che la polizia locale non abbia provveduto ad avvisare per tempo dell’errore reiterato, con le contravvenzioni che sono state notificare soltanto due mesi dopo. Vista la particolarità del caso, non sarebbe del tutto da escludere che il giudice di Pace decida di riscontrare la buona fede della coppia, in possesso di un permesso per entrare alla Ztl e che vi accedeva solo per portare il figlio a scuola. Se così fosse, potrebbero essere annullate tutte le multe.
IBM abbandona X. La società di informatica fra le più antiche al mondo ha infatti annunciato l’immediata sospensione delle pubblicità sul social network per la presenza di contenuti antisemiti sulla piattaforma. «È una situazione del tutto inaccettabile», ha spiegato l’azienda in una nota ufficiale. «Bloccheremo gli spot mentre indaghiamo su quanto accaduto. Abbiamo tolleranza zero per l’incitamento alla discriminazione e all’odio». L’organismo di vigilanza Media Matters for America ha infatti pubblicato un rapporto in cui si cita la presenza di elogi al nazismo, a Hitler e all’antisemitismo accanto a inserti non solo di IBM, ma anche di Apple e Oracle. L’annuncio arriva a poca distanza da una polemica che ha colpito il patron di X Elon Musk per alcuni commenti sulla piattaforma in cui supportava la teoria secondo cui gli ebrei promuovono l’odio contro gli occidentali.
Il logo di IBM, fra le più grandi società informatiche (Getty Images).
Linda Yaccarino di X risponde a IBM: «Siamo contro ogni forma di odio»
Nel suo rapporto disponibile online, Media Matters for America ha anche elencato il contenuto di alcuni post antisemiti presenti su X accanto alle pubblicità di grandi aziende. Sotto a uno spot proprio di IBM, per esempio, è possibile vedere alcuni cartelli filonazisti degli Anni 40 che appoggiavano il Reich e Hitler, una «guida spirituale». Le promozioni della società di telecomunicazioni Xfinity invece sono apparse sotto a una serie di post in cui si stabiliva che «Hitler ha fatto anche delle cose buone durante la sua dittatura». In altri contenuti, apparsi assieme a spot della rete televisiva Bravo, un utente ha persino definito stupidi coloro che credono che sia avvenuto un Olocausto. «Non possiamo sostenere una situazione così inaccettabile», ha spiegato IBM al Financial Times.
Alcuni spot di IBM accanto a post antisemiti (Screenshot X).
Immediata la replica da parte di Linda Yaccarino, Ceo di X. «Il nostro punto di vista sulla questione è stato sempre chiaro», ha spiegato sul suo profilo l’amministratore delegato del social. «Contrastiamo ogni forma di discriminazione, fattore su cui penso che tutti siamo d’accordo». Confermando che la piattaforma non ammetterà mai l’antisemitismo, ha confermato l’impegno per eliminare e bandire gli account. La società di Elon Musk si è difesa in un comunicato affermando che la collocazione delle pubblicità nel feed è casuale e non dipende in alcun modo dal network. «I profili filonazisti non potranno mai monetizzare per i loro post, che saranno etichettati come contenuti sensibili», ha concluso, senza però parlare di cancellazione.
X’s point of view has always been very clear that discrimination by everyone should STOP across the board — I think that's something we can and should all agree on. When it comes to this platform — X has also been extremely clear about our efforts to combat antisemitism and…
La polemica su Elon Musk per alcuni contenuti antisemiti
L’annuncio di IBM arriva in un contesto critico per X a causa di alcuni commenti del patron Elon Musk. Il 15 novembre infatti, il miliardario americano aveva spalleggiato la teoria di un utente secondo cui alcuni ebrei promuovono l’odio contro i bianchi. «Amico, hai perfettamente ragione», ha postato il magnate, dicendosi d’accordo con un complotto antisemita secondo cui gli ebrei incoraggino l’immigrazione in Occidente con l’obiettivo di eliminare la razza bianca e portare a un cambiamento demografico. In seguito ha provato a spiegarsi, peggiorando però le cose. Ha infatti specificato che non riguarda tutti gli ebrei, ma soltanto alcuni gruppi tra cui l’Anti-Defamation League, con cui era entrato in rotta di collisione in passato. «È pericoloso usare la propria fama e influenza per promuovere simili teorie», ha spiegato il Ceo dell’organizzazione.
Il commento di Elon Musk che ha fatto infuriare gli ebrei (Screenshot X).
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) ha avviato un procedimentoistruttorio nei confronti di Meta-Instagram e dell’influencer Asia Valente. Lo si legge in una nota secondo cui, in particolare, Meta avrebbe omesso di adottare misure idonee a impedire la pubblicazione su Instagram di messaggi potenzialmente ingannevoli. Asia Valente pubblicherebbe sul canale social foto e video di ristoranti, di spa, di hotel e di altre strutture turistiche con le quali si ritiene possa intrattenere rapporti commerciali senza utilizzare alcuna dicitura che evidenzi la natura promozionale di questi contenuti.
L’azienda aerospaziale privata di proprietà di Elon Musck, la SpaceX, ha rinviato a sabato 18 novembre il lancio del suo nuovo potente razzo Starship, il veicolo spaziale più grande del mondo. La decisione è stata presa dopo che il primo test di volo in Texas è stato sospeso per problemi a una griglia. Sul suo profilo X, l’azienda ha comunicato che il lancio verrà effettuato dalle 7.00 ora locale (12:00 GMT), all’interno di una finestra di due ore.
We need to replace a grid fin actuator, so launch is postponed to Saturday
«Dobbiamo sostituire un attuatore della griglia, quindi il lancio è rinviato a sabato», queste le motivazioni date da SpaceX sul rinvio del lancio di Starship per il quale la FAA, Federal Aviation Administration, aveva dato l’autorizzazione ritenendo che fossero stati soddisfatti tutti i requisiti ambientali, politici, di responsabilità finanziari e, soprattutto, di sicurezza. Giusto il tempo di provvedere a delle modifiche strutturali, dunque, e la navicella potrà essere lanciata nello spazio partendo dallo stabilimento SpaceX di Boca Chica in Texas.
Starship, come anticipato, è il veicolo spaziale più grande del mondo. È alto 121 metri, circa 35 piani, stessa altezza del razzo booster, ed è alimentato nella sua fase iniziale dai 33 motori dal vettore Raptor Super Heavy. Nel secondo stadio, quello relativo al processo di separazione, l’astronave può contare anche su altri motori che gli conferiscono ulteriore potenza. La missione di SpaceX prevede che il razzo raggiunga l’orbita e compia un giro quasi completo della Terra, per poi riatterrare nell’Oceano Pacifico, vicino alle Hawaii.
Venerdì 17 novembre 2023 circa 20 persone sono rimaste intossicate a causa di un incendio sviluppatosi poco prima delle ore 5.00 dall’appartamento di un condominio di cinque piani in zona Guizza a Padova. Alcuni degli intossicati, a causa del fumo, sono stati portati negli ospedali di Padova, ospedale pediatrico, Sant’Antonio, Abano e Schiavonia. Una mamma e un bambino, in particolare, hanno valori di carbossiemoglobina elevati e per loro si valuta la terapia iperbarica. In tutto sono stati evacuati 18 appartamenti e 60 persone.
Non sono chiare le ragioni dell’incendio
I vigili del fuoco, accorsi da Padova, Abano Terme e dal distaccamento volontario di Borgoricco con tre autopompe, l’autoscala, il carro aria e 20 operatori, coadiuvati dal funzionario di guardia, hanno iniziato le operazioni di spegnimento e controllato che non vi fossero altri residenti bloccati nell’edificio. L’incendio è stato spento e sono state avviate le operazioni di bonifica e di controllo dei danni statici, oltre che dell’accertamento delle cause del rogo. Le persone all’esterno sono state assistite da personale del Comune di Padova.
Incredibile episodio in F1 nelle prime prove libere del Gran Premio di Las Vegas, durate appena 9 minuti a causa di un tombino sollevato sul circuito cittadino che ha danneggiato diverse monoposto e in particolare la Ferrari di Carlos Sainz, che ha riportato grossi danni. Lo spagnolo si è fermato per il guasto, subito sono state esposte le bandiere rosse e poco dopo i commissari hanno decretato l’annullamento della sessione.
Al momento dell’impatto la Ferrari di Sainz viaggiava a oltre 300 km/h
A sollevarsi, nel terzo settore del neonato circuito di Las Vegas, sul lungo rettilineo della Strip, è stata la cornice di asfalto del tombino, rendendo inevitabile l’impatto con il fondo della Ferrari di Sainz, che viaggiava in quel punto a 306 km/h. Poco prima anche l’Alpine di Esteban Ocon aveva sbattuto contro il coperchio del tombino, riportando danni minori al telaio.
Vasseur: «Tutto compromesso per Sainz, questo è inaccettabile per la F1»
«Abbiamo smontato auto, scocca, motore, batteria, completamente inaccettabile. Abbiamo vissuto libere 1 difficili, per Carlos è tutto compromesso, questo è inaccettabile per la F1», ha dichiarato ai microfoni di SkyFrederick Vasseur, team principal del Cavallino. Quanto accaduto nella prima sessione di prove libere del GP di Las Vegas potrebbe costringere Carlos Sainz a non prendere parte alle Fp2, posticipate proprio a causa dell’incidente.
Coldiretti, che per mano del suo presidente Ettore Prandini voleva prendere a ceffoni i mansueti Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova che protestavano contro la legge che vieta produzione e uso delle carni coltivate, è la comfort zone dei Fratelli d’Italia e della sua leader Giorgia Meloni. Un rapporto talmente organico che spesso se ne confondono i confini, tale è la contaminazione di idee, uomini e battaglie identitarie nel nome del sovranismo alimentare. Il sindacato dei contadini è un esercito con oltre 1,6 milioni di iscritti, e dai tempi della Dc è sempre stato un formidabile serbatoio di consenso per chi governava o aspirava a farlo. È chiaro dunque che qualunque inquilino di Palazzo Chigi debba tenerne in massimo conto le istanze, coccolarlo e magari aizzarlo nel momento in cui ha bisogno di maggior sostegno.
Carne coltivata, rissa sfiorata davanti Palazzo Chigi tra i deputati di #PiùEuropa Riccardo #Magi e Benedetto #DellaVedova e il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. I due parlamentari erano lì per manifestare contro il provvedimento che introduce il divieto di carne… pic.twitter.com/ksQKlXFYTv
Lollobrigida non sarebbe ministro senza Coldiretti
Per contro, chi nell’esecutivo si occupa delle sorti dell’agricoltura deve essere il portato di una nomina condivisa con l’organizzazione. Per intenderci, Francesco Lollobrigida non sarebbe diventato ministro solo in forza del fatto di essere cognato della premier se il suo rapporto con Coldiretti non fosse stato di amorosi sensi. Tant’è che giovedì, dopo aver tiepidamente criticato il minaccioso agitar di mani di contro i due ex Radicali, si è poi subito allineato alla teoria giustificazionista della provocazione evocata dal riottoso Prandini. Niente e nulla può incrinare la consustanzialità tra Coldiretti e governo che deve essere totale, senza alcun distinguo.
Francesco Lollobrigida con Ettore Prandini (Imagoeconomica).
Un rapporto che Fratelli d’Italia ha sottratto all’egemonia della Lega
Sono molti i segnali che indicano la granitica solidità del rapporto. Per esempio il fatto che all’indomani delle Politiche del 2022, con i voti ancora caldi nelle urne, Meloni si sia precipitata al Villaggio Coldiretti di Milano ringraziare/omaggiare l’organizzazione firmando la loro petizione contro il cibo sintetico. Una visita che si è ripetuta uguale un anno dopo, allo stesso evento stavolta però ospitato nella cornice romana del Circo Massimo. E con lo stesso mantra: difendere l’eccellenza dell’italico mangiare dal rischio omologazione e la minaccia delle multinazionali e che a suon di ogm lo vogliono snaturare. Ma soprattutto difendere un rapporto che Fratelli d’Italia non può consentirsi di perdere, dopo averlo sapientemente sottratto all’egemonia della Lega e del suo segretario, ossia il partito che dai tempi della rivolta dei Forconi ne costituiva il naturale megafono, e che solo dopo una ferocia trattativa durante la composizione del governo si è rassegnato a lasciare l’Agricoltura nelle mani degli alleati rivali. Grossa perdita. Perché non c’è organizzazione sindacale, dalla trimurti confederale a Confindustria, il cui peso e relativo potere di rappresentanza sia così forte. C’è persino chi arriva a dire che senza Coldiretti dalla propria parte non si governa il Paese. Se poi a questa si aggiungono tassisti e balneari, chi siede Palazzo Chigi sta in una botte (vino italiano, ovviamente) di ferro.
Giorgia Meloni alla fiera di Coldiretti (Imagoeconomica).
Il rapper e produttore discografico Puff Daddy è stato denunciato presso la Corte Federale Distrettuale di Manhattan per stupri e abusi domestici da parte dell’ex compagna Cassie, cantante R&B che l’artista – vero come Sean Combs – aveva messo sotto contratto con la sua etichetta.
Cassie e Puff Daddy nel 2018 (Getty Images).
Gli abusi sarebbero andati avanti per più di un decennio
Gli abusi denunciati dalla cantante – il cui vero nome è Cassandra Ventura – sarebbero iniziati poco dopo il loro primo incontro nel 2005, quando lei aveva 19 anni, e sarebbero durati più di un decennio. L’artista sostiene che Combs l’avrebbe picchiata, drogata e costretta a fare sesso con escort maschi mentre lui filmava gli incontri e si masturbava. In più, quando nel 2018 la relazione era arrivata al capolinea, l’avrebbe persino stuprata dopo essersi introdotto a forza nella sua abitazione.
Cassie: «Lo faccio per le altre donne vittime di violenza e abusi»
«Dopo anni di silenzio e buio sono finalmente pronta a raccontare la mia storia. Lo faccio per le altre donne vittime di violenza e abusi nel corso di una relazione», ha dichiarato Cassie, che ha avuto una relazione con Puff Daddy (noto anche come Diddy) dal 2007 al 2018. Dovranno difendersi dalle accuse di aggressione sessuale, traffico di esseri umani, molestie sessuali, percosse e violenza di genere anche l’etichetta di Combs, la Bad Boy Entertainment, Epic Records e Combs Enterprises, LLC, tutte aziende di cui Cassie è stata dipendente dal 2006 al 2019.
Puff Daddy sul palco (Getty Images).
Tramite il suo avvocato Puff Daddy ha respinto le accuse
Tramite il suo legale, Puff Daddy ha respinto ogni accusa. «Negli ultimi sei mesi a Combs sono stati chiesti ripetutamente 30 milioni di dollari da parte della signora Ventura», ha detto l’avvocato, spiegando che Cassie a più riprese ha minacciato di scrivere un libro sulla loro relazione, proposta «respinta in quanto palese ricatto». Nella causa, la cantante ha chiesto un risarcimento non meglio specificato.
Dicono dalle parti di largo del Nazareno, Roma, sede del Pd, che i confronti col governo si fanno in parlamento. Ed è per questo che Elly Schlein non andrà a dialogare, ma che dico, a duellare, alla convention nazionale di Fratelli d’Italia, Atreju. Meglio non fare la fine di Enrico Letta, che prima si prese gli applausi dai meloniani alla loro festa, e poi lanciò l’allarme fascismo e il rischio deriva autoritaria alle elezioni politiche (con noti risultati).
Pd in difficoltà tra sondaggi in calo, iperattivismo di Conte e una linea politica poco cristallina
Sarà che i conti dei sondaggi non tornano e che il Pd è sempre sotto il 20 per cento, nonostante piazza del Popolo e i 50 mila scesi a manifestare contro «le destre», come garba dire ai vertici dei democratici; sarà che le elezioni europee incombono e Beppe Conte imperversa sontuoso come nel 2022, per le Politiche, quando sembrava che dovesse diventare il capo di una forza politica extraparlamentare, e invece sopravvisse a tutto, persino a se stesso; sarà che serve urgentemente una linea politica chiara e il ‘no’ è sempre una risposta sufficientemente cristallina. Sarà insomma quel che sarà, ma tra i progressisti va fortissimo il Frontismo Democratico. Con i fascisti non ci si parla, nientemeno, perché il dialogo rivela debolezza.
Elly Schlein e Giuseppe Conte (Imagoeconomica).
Il ritorno del centralismo democratico e l’allergia per le primarie: il caso sardo
Per la verità, il Pd non sembra interessato a parlare nemmeno con i suoi e tra i suoi, sui territori, in giro per l’Italia. Eppure ne avrebbe di cose di cui occuparsi un partito che è all’opposizione e quindi ha la possibilità di ristrutturarsi senza la preoccupazione di governare. L’anno prossimo non ci sono, d’altronde, solo le elezioni europee ma pure quelle locali, dalle Amministrative alle Regionali, e con il passare del tempo si scopre che il Pd non ama solo il frontismo, ma pure il vecchio centralismo democratico: i candidati si scelgono nelle segrete stanze, come ai vecchi tempi. Il professor Arturo Parisi da giorni si sgola su X, ex Twitter, per spiegare quanto sarebbero necessarie le primarie in Sardegna, dove l’ex presidente di Regione e fondatore di Tiscali Renato Soru se n’è appena andato, dopo la scelta di candidare la candidata unica-unitaria di Pd e M5s, Alessandra Todde, contiana col turbo nonché vicepresidente del M5s. «Non si è capito che le primarie rappresentano il principale strumento disponibile per costruire la coalizione», ha detto Parisi all’AdnKronos.
Arturo Parisi (Imagoeconomica).
Il gran caos fiorentino per il dopo Nardella
E dire che Schlein stessa è stata scelta con le primarie, ed è grazie alle primarie che è diventata segretaria, dopo che gli iscritti durante la fase congressuale avevano premiato il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Senza le primarie insomma Schlein non avrebbe potuto lanciare un OccupyPd di successo. Anche a Firenze, città fondamentale per gli equilibri politici del sinistra-centro dei prossimi anni, il Pd sta decidendo di non fare le primarie per scegliere l’aspirante successore di Dario Nardella alla guida del Comune di Firenze nel 2024. La città è così strategica che anche a Roma e Milano si parla di quel che sta succedendo nel capoluogo toscano. In parlamento, sui divanetti del Transatlantico, si ragiona del gran casino fiorentino. Il Pd locale non vorrebbe fare le primarie, appunto, e avrebbe individuato – per interposto Nardella – la candidata giusta, Sara Funaro, attuale assessore in Comune. Funaro, qualora fosse candidata, non romperebbe mai le scatole a Nardella, che si giocherà l’elezione alle Europee in un collegio molto competitivo, quello dell’Italia Centrale, dove c’è anche il popoloso Lazio (e dove abbondano agguerriti aspiranti europarlamentari che conoscono bene le dinamiche del potere romano, tra cui Nicola Zingaretti). Il problema di Nardella, già coordinatore nazionale della mozione Bonaccini, si chiama però Cecilia Del Re. Ex assessora, cacciata da Nardella per alcune sue dichiarazioni favorevoli al passaggio della linea della tramvia dal Duomo di Firenze (un tabù della politica locale), Del Re, che è figlia di un avvocato del lavoro molto potente e che non dimentica gli spregi fatti alla figlia, ha organizzato, mercoledì scorso, una serata al Tuscany Hall da oltre 1000 persone, arrivate nonostante il boicottaggio dei vertici del Pd. Un boicottaggio denunciato dalla stessa possibile candidata sindaca: «C’è chi ha avuto paura stasera a venire qua, chi è stato impaurito a venire da telefonate e non è venuto, e ci dispiace», ha detto Del Re nel suo intervento. «Anche il rifiuto delle primarie nasce dalla paura di un confronto, di un movimento che non si governa, che può togliere la palla di mano a chi vuole mantenerla, e per questo si fa finta che non esista, tanto da spingerci a creare oggi questa iniziativa. Nessuno di noi è stato mai chiamato in questi mesi per un confronto, mentre chi chiedeva primarie è stato sempre disponibile al dialogo». Insomma a Elly Schlein, fra Sardegna e Toscana, fischieranno non poco le orecchie.
La Asl Toscana ha comunicato che una donna di 50 anni di Fucecchio, in provincia di Firenze, è morta dopo aver contratto la febbre Dengue. La 50enne era ritornata da un viaggio in Thailandia. Dopo i primi sintomi il quadro clinico è notevolmente peggiorato e la donna, che già soffriva di altre patologie, è stata ricoverata in terapia intensiva all’ospedale fiorentino di Careggi dove poi è deceduta.
Prima del ricovero la donna era andata a lavoro: al via la disinfestazione
Prima del ricovero si era recata anche a lavoro, in una conceria di San Miniato in provincia di Pisa. In accordo con i sindaci dei comuni di Fucecchio e San Miniato è stata disposta un’ordinanza urgente per motivi di sanità pubblica per predisporre una disinfestazione straordinaria nelle aree interessate nel raggio approssimativo di 100 metri dalla residenza e dal luogo di lavoro della donna. Le operazioni sono state svolte nella notte tra giovedì 16 e venerdì 17 novembre.
È il 42esimo giorno di guerra: il bilancio tra i palestinesi è di 11.470 morti, di cui 4630 bambini. In Israele si contano 1200 morti nell’attacco del 7 ottobre. Nelle prime ore di venerdì 17 novembre novembre un raid aereo ha colpito Jenin. Fonti palestinesi nella città, in Cisgiordania, affermano che due persone sono state uccise e sette ferite durante un’operazione militare israeliana. Lo riportano i media locali. Secondo il rapporto, alcune persone sono rimaste ferite in un attacco aereo e altre da colpi di arma da fuoco. Due dei feriti sarebbero in gravi condizioni.
Il campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, il 17 novembre (Getty Images)
Cisgiordania: «Israele ha circondato ospedale Ibn Sina a Jenin, chiesto sgombero»
Le forze israeliane (Idf) avrebbero chiesto «lo sgombero» dell’ospedale Ibn Sina, a Jenin, in Cisgiordania. Lo affermano fonti locali citate dall’agenzia palestinese Wafa secondo cui i militari israeliani avrebbero circondato all’alba di oggi l’ospedale, perquisito le ambulanze e chiesto lo sgombero della struttura tramite annunci con gli altoparlanti. Secondo le fonti, paramedici sarebbero stati costretti a uscire dall’ospedale con le mani in alto, per poi essere perquisiti nel cortile e alcuni sarebbero stati interrogati.
Israele: «Presa roccaforte Jihad islamica nel nord della Striscia»
I soldati israeliani hanno continuato ad operare nella Striscia durante la notte. Lo ha detto il portavoce militare, secondo cui aerei israeliani hanno colpito «numerosi obiettivi» nell’enclave palestinese. I soldati – ha continuato – hanno preso il controllo di una roccaforte del comandante della Jihad islamica nel nord della Striscia. «La roccaforte conteneva gli uffici di capi terroristi dell’organizzazione e una sito per la produzione di armi». Inoltre, i soldati hanno operato all’interno di una scuola – dove erano nascoste molte armi – in «cui si erano celati terroristi di Hamas» e molti sono stati uccisi.
Onu: «I civili di Gaza rischiano la morte per fame»
I civili di Gaza rischiano di morire fame poiché cibo e acqua sono diventati «praticamente inesistenti». Lo afferma il Programma alimentare mondiale dell’Onu (Pam). «Con l’inverno che si avvicina velocemente, i rifugi insicuri e sovraffollati e la mancanza di acqua pulita, i civili si trovano ad affrontare l’immediata possibilità di morire di fame», ha detto in una nota la direttrice esecutiva del Pam, Cindy McCain.
Netanyahu: «Non riusciamo a ridurre il numero di civili morti»
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato Hamas per gli sforzi «infruttuosi» volti a ridurre al minimo le morti civili a Gaza. In una intervista alla Cbs, Netanyahu ha affermato che Israele sta facendo tutto il possibile per tenere i civili lontani dal pericolo mentre combatte Hamas nella Striscia, anche «lanciando volantini» che li avvertono di fuggire, ma che i suoi tentativi di ridurre al minimo le vittime «non hanno avuto successo».
Per ripulire l’Arco della Pace dalla vernice gettata mercoledì 15 novembre da alcuni attivisti di Ultima Generazione non sarà possibile procedere con un semplice intervento di idropulizia e potrebbero volerci tempi più lunghi. È quanto precisa il Comune di Milano in seguito a un’analisi più approfondita e al sopralluogo avvenuto nel pomeriggio di giovedì 16 novembre, a cui hanno partecipato gli uffici della soprintendenza della Città Metropolitana di Milano e i tecnici del Nuir, dal quale è emersa infatti la necessità di un accurato intervento di restauro. A gestire tutte le operazioni sarà la Soprintendenza di Milano.
Terza vittoria in tre partite per Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino: il campione azzurro – già qualificato per le semifinali grazie al risultato di giovedì pomeriggio Djokovic e Hurkacz – ha battuto il danese Holger Rune, numero otto al mondo, in tre set con il risultato di 6-2, 5-7, 6-4. Sinner ha così chiuso la prima fase del torneo in testa. Anche Novak Djokovic passa il turno e va in semifinale. Non era mai successo che un azzurro arrivasse a questo turno in 54 anni di storia del torneo.
Jannik Sinner durante la partita contro Holger Rune (Getty Images)
Sinner: «Non è stato facile tornare a giocare dopo le emozioni del match con Djokovic»
«Oggi era una partita difficile», ha commentato Sinner dopo la vittoria. «Non avevo mai vinto contro di lui. Sono partito bene, poi nel secondo lui ha servito meglio. Ho giocato un brutto game sul 6-5, poi nel terzo sono ripartito da zero. Grazie del supporto, mi avete dato tantissimo oggi. Vediamo come va sabato». E ancora: «Non è stato facile tornare a giocare dopo le emozioni del match con Djokovic, sono entrato in campo più teso e agitato».
C’è grande attesa per l’apertura delle Borse europee e per lo spread dopo la giornata negativa di ieri, giovedì 16 novembre 2023. Milano ha ceduto lo 0,71%, ma è stata Londra la peggiore (-1,01%). Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi, invece, ha chiuso in calo e riparte da 175 punti base.
Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha voluto aggiornare i fan sulle sue condizioni di salute. A distanza di quattro mesi dall’incidente in bicicletta ai Caraibi, l’artista ha parlato della sua situazione attuale durante una diretta Facebook. Jovanotti ha spiegato: «Sono quattro mesi dal botto. Non cammino ancora senza stampelle ma conto per dicembre di cominciare. Adesso sto iniziando ad appoggiare il piede. I muscoli fanno male ma insomma procediamo».
Jovanotti: «Non so quanto mi ci vorrà»
Il cantante è alle prese con fratture di vario tipo tra la spalla e il femore. Quelle alle gambe sono le più gravi. Jovanotti ha proseguito: «Non so quanto ci vorrà per rimettermi in piedi. Forse sei mesi. Non lo so. Nessuno lo sa, nemmeno gli ortopedici. Mi fanno delle previsioni però poi io le smentisco. Tra poco dovrò operarmi di nuovo per togliermi la placca alla clavicola perché mi sta staccando. Rido per non piangere. Volevo fare un breve bollettino perché in tanti mi scrivete e mi chiedete come va. Va bene. Ci vuole tempo e pazienza ma va bene, va molto bene. Appena mi rimetto ci vediamo e festeggiamo. Nel frattempo prendo appunto, scrivo, leggo molto. Sto leggendo un sacco di libri belli, poi faccio la fisioterapia due volte al giorno e poi penso a quando ci rivedremo».
«Che casino ho combinato»
Poi ridendo ha raccontato: «Che casino che ho combinato. Ho combinato un gran casino. Chi se l’aspettava? Ma gli incidenti non te li aspetti mai. Sto ascoltando tantissima musica, mi sono rimesso ad ascoltare anche del jazz. Soprattutto del jazz elettrico. Mi sono rimesso a sentire musica, soprattutto quella che non ha forma di canzone tradizionale. Musica cosmica che mi apra spazi. Se ascolto canzoni, dopo mi metto a scrivere canzoni. Invece voglio stare senza gravità, visto che la forza di gravità in questo momento è il mio problema. Ci sono tre modi per evitarla: andare nello spazio, che per ora non è previsto, stare nell’acqua, che mi fa stare bene, e ascoltare musica».
Prove di maturità per Fratelli d’Italia. Dopo un anno di governo, i big del partito si rendono conto che le scale di priorità sono cambiate. E mano a mano che si avvicina l’appuntamento identitario di Atreju, il festival per eccellenza di Fdi convocato dal 14 al 17 dicembre a Castel Sant’Angelo a Roma, ci si accorge che rispetto al passato la festa storicamente simbolo della “generazione” omonima che ha seguito Giorgia Meloni dalla lotta al governo potrà apparire sottotono rispetto al passato. Meloni, alla prima Atreju da premier, ha ottenuto la presenza di due leader internazionali come Rishi Sunak ed Edi Rama, primi ministri di Regno Unito e Albania, e ci sta provando con la mossa istituzionale dell’invito (per ora rifiutato) alla rivale Elly Schlein per consolidare una tradizione che ha visto il dialogo tra destra e sinistra centrale nella kermesse. Da Massimo D’Alema a Giuseppe Conte, passando per Fausto Bertinotti, gli inviti ai leader del campo avversario del centrodestra sono un classico. Ma la realtà dei fatti parla della prospettiva di un Atreju ridimensionata.
Giorgia Meloni e Rishi Sunak (Getty).
Da Azione Giovani a Fratelli d’Italia, la scalata verso il potere
«Il domani appartiene a noi», cantavano i giovani nati tra gli Anni 70 e 80 che al seguito di Meloni hanno scalato il partito, da Azione Giovani a Fratelli d’Italia. Dopo lunghi anni di lavoro, lotta identitaria e consolidamento di un “cerchio magico” interno, ora quel «domani» è arrivato. Bocche cucite da Fdi sugli ospiti papabili, al di là dell’indiscrezione Schlein. Ma la sensazione è di un festival scivolato, giocoforza, in secondo piano nella lista di priorità dei suoi storici promotori.
La kermesse di Atreju del 2021 (Imagoeconomica).
Arianna, Donzelli, Lollo: le storiche anime lavorano ad altro
Tra i registi di Atreju, oltre a Meloni, c’è chi è nel governo, come Francesco Lollobrigida. Chi, come il duplex Giovanni Donzelli–Andrea Delmastro, ha in passato incarnato posizioni divisive davanti all’opinione pubblica. Arianna Meloni, sorella di «Giorgia» (nel partito la premier è rigorosamente chiamata per nome), storica anima di Atreju, sta lavorando alla gestione dei congressi, a cui si sta impegnando in nome dell’opposizione interna anche il “Gabbiano” Fabio Rampelli.
Arianna Meloni (Imagoeconomica).
Colosimo è sempre stata la regista della macchina organizzativa
Soprattutto, nell’economia dell’organizzazione di Atreju il vero cambio di passo è però quello dell’agenda di Chiara Colosimo, deputata romana vicinissima a Meloni e da sempre attiva nel tirare le fila della macchina organizzativa di Atreju. Colosimo oggi studia da big del partito di domani, guida la Commissione Antimafia del parlamento, un impiego che, spiegano fonti vicine al vertice Fdi romano, «è paragonabile a quello di un ministro per la mole di lavoro, atti e impegni che comporta, e soprattutto per la discrezione che impone» a chi la presiede.
Chiara Colosimo (Imagoeconomica).
Di convention nell’area romana Colosimo ne fa, ma di lavoro: ad Anzio e Nettuno, per esempio, si è tenuta di recente una seduta comune tra le Commissioni Antimafia di governo e Regione Lazio. Nelle quali molti romani di Fdi si sono trovati per motivi di lavoro, dai consiglieri regionali Emanuela Mari e Flavio Cera al presidente del Consiglio Regionale Antonio Aurigemma, passando per il senatore Giorgio Salvitti di Colleferro. Tutti presieduti dalla stessa Colosimo. Una riunione che è da esempio per capire quanto, in seguito alla crescita dimensionale del partito e degli impegni, la priorità debba essere giocoforza sull’attività istituzionale.
Gadget da vecchie edizioni di Atreju (Imagoeconomica).
Com’è difficile evolversi in festa “di governo”
Logico che Atreju passi in secondo piano, anche se il crinale è stretto: Fdi si trova di fronte alla necessità di rimarcare nel suo impegno la visione ideologica e politica tradizionale, nazional-conservatrice e di destra sociale a cui la sua base fa riferimento, coniugandola con le conseguenze dei compromessi di un anno di governo su molti temi, dalle battaglie identitarie all’Europa. Dentro Fdi il leitmotiv è che Atreju nasce come kermesse di posizionamento ideale per un partito di opposizione, ma è difficile evolverla a festa “di governo”.
Il Consiglio dei ministri ha approvato nel pomeriggio di giovedì 16 novembre il nuovo decretosicurezza. Il governo ha voluto aumentare in maniera consistente le pene per chi truffa gli anziani, borseggiatori e per chi aggredisce un qualsiasi esponente delle forze dell’ordine. All’interno del documento, stretta anche su reati minori. E adesso anche per le mamme con figli piccoli potrà scattare la detenzione, soprattutto se recidive. Resta off limits il carcere per le donne incinte e per le madri con bambini sotto l’anno di età. Introdotto, inoltre, anche il reato di rivolta in carcere.
Stretta sulle truffe aggravate ad anziani e fragili
Le nuove regole sulle truffe prevedono una forte stretta, soprattutto se le vittime sono anziani o persone con fragilità. La pena di reclusione, nel nuovo decreto, passa da due a sei anni per la truffa aggravata. Inoltre in questi casi sarà data la possibilità agli agenti delle forze dell’ordine di procedere con l’arresto in flagranza.
Pene più severe per chi aggredisce esponenti delle forze dell’ordine
Saranno inasprite le pene per i reati di violenza, minaccia o resistenza a pubblico ufficiale. E questo varrà sia contro gli agenti di pubblica sicurezza sia contro la polizia giudiziaria. Costerà caro anche imbrattare il muro di una caserma o di un commissariato, oltre che di altri soggetti pubblici, qualora la finalità sia quella di ledere il prestigio o il decoro dell’istituzione stessa.
Il reato di rivolta in carcere
Inoltre il Consiglio dei ministri ha introdotto il nuovo reato contro chi organizza o partecipa a una rivolta in carcere. I detenuti non potranno compiere atti di violenza, minacce o altre condotte considerate pericoloso. La pena prevista va dai due agli otto anni per chi organizza la rivolta e da uno a cinque per chi partecipa. Chi istigherà gli scontri, invece, potrà essere punito, anche se a farlo dovesse essere qualcuno dall’esterno. Previste le aggravanti: in caso di armi si va fino a dieci anni di pena.
Meloni: «Orgogliosa»
Giorgia Meloni su X ha commentato: «Orgogliosa dell’importante “pacchetto sicurezza” approvato oggi in Consiglio dei Ministri». La premier ha proseguito sottolineando «tra le iniziative più rilevanti, più tutele per le Forze dell’Ordine; contrasto alle occupazioni abusive con procedure “lampo” per la liberazione degli immobili e l’introduzione di un nuovo delitto che prevede la reclusione da 2 a 7 anni contro gli occupanti abusivi; stretta sulle truffe commesse ai danni degli anziani e delle persone più fragili, con un aumento della pena di reclusione da 2 a 6 anni per il reato di truffa aggravata».
Orgogliosa dell’importante “pacchetto sicurezza” approvato oggi in Consiglio dei Ministri.
Tra le iniziative più rilevanti:
Più tutele per le Forze dell’Ordine. Contrasto alle occupazioni abusive con procedure “lampo” per la liberazione degli immobili e l’introduzione di… pic.twitter.com/NTAHGKdfDq
I servizi di telecomunicazione nella Striscia sono stati interrotti a causa dell’esaurimento di tutte le fonti di energia che sostenevano la rete: lo hanno dichiarato le principali società di Gaza, Paltel e Jawwal, in un comunicato. Questo nella giornata in cui l’esercito israeliano ha completato la «cattura e il rastrellamento della parte occidentale della città di Gaza», come comunicato dal ministro della difesa Yaov Gallant. L’operazione di terra dell’esercito «si sta muovendo verso la fase successiva», ha spiegato.
Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant (Ansa).
L’Idf aveva già preso il controllo dell’area portuale di Gaza in un’operazione condotta dalle forze dei commando navali Shayetet 13, che «hanno eliminato dieci terroristi e sgomberato tutti gli edifici del porto». Nell’operazione sono anche stati scoperti anche diversi ingressi di tunnel, successivamente distrutti. Il porto, afferma l’Idf, «è stato utilizzato da Hamas come struttura di addestramento per le sue forze di commando navale per pianificare ed eseguire attacchi terroristici».
The IDF has gained operational control over the Hamas-operated Gaza Harbor.
Disguised as a civilian area, the harbor was used by Hamas as a training facility for their naval commando forces to plan and execute terrorist attacks.
L’ospedale al-Ahli nella Striscia di Gaza è sotto assedio
L’ospedale al-Ahli nella Striscia di Gaza è sotto assedio da parte dei carri armati israeliani. Lo segnala la Mezzaluna Rossa palestinese su Facebook. L’organizzazione ha denunciato che le loro equipe non sono in grado di muoversi per raggiungere e curare i feriti.
Lazzarini: «Tentativo di paralizzare le operazioni Unrwa»
Philippe Lazzarini, capo dell’Unrwa, ha denunciato la volontà da parte di Israele di paralizzare le operazioni dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. «Credo che ci sia un tentativo deliberato di strangolare il nostro intervento e paralizzare le operazioni dell’Unrwa», ha dichiarato in conferenza stampa a Ginevra.
L’Idf ha scoperto foto e video degli ostaggi nei computer portatili dell’al-Shifa
L’Idf ha scoperto foto e video degli ostaggi nei computer portatili rinvenuti all’interno dell’ospedale al-Shifa di Gaza. Lo riporta l’emittente britannica Bbc, entrata nella struttura insieme con il portavoce militare Jonathan Conricus. L’emittente ha tuttavia precisato di non aver potuto vedere le immagini contenute nei portatili. I soldati israeliani stanno ancora operando nel complesso dell’ospedale al-Shifa, dove ci sono ancora pazienti e personale. Il ministero della Sanità di Hamas ha dichiarato che Israele ha distrutto alcuni dipartimenti medici nel corso di un raid.
Blackout a Gaza (Getty Images).
Hamas: 200 medici e infermieri uccisi a Gaza
Almeno 200 operatori sanitari sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Lo affermano le autorità dell’enclave palestinese. Il bilancio delle vittime comprende medici, infermieri e paramedici. Un totale di 25 ospedali e 52 centri medici sono stati messi fuori uso dai pesanti bombardamenti israeliani sull’enclave, hanno detto ancora le autorità di Hamas, aggiungendo che un totale di 55 ambulanze sono state colpite dal fuoco israeliano.
Agguato a Betlemme, uccisi tre palestinesi
Tre palestinesi sono stati uccisi dopo che avevano ferito sei civili israeliani in un agguato condotto all’ingresso di un tunnel nella zona di Betlemme, in Cisgiordania. I tre attentatori erano giunti in automobile da Hebron, facendo poi fuoco con un fucile M-16 e due pistole a un posto di blocco militare.