Europeo Under 21, cinque giocatori da tenere d’occhio: da Mudryk a Openda

Fabian Ruiz, Klaas-Jan Huntelaar, Thiago Alcantara, Alberto Gilardino. Sono solo alcuni degli Mvp, i migliori giocatori, della storia dell’Europeo Under 21. L’edizione 2023, in programma dal 21 giugno in Romania e Georgia, si preannuncia come le precedenti ricca di stelle e astri nascenti del calcio continentale. Spiccano gli italiani Sandro Tonali e Giorgio Scalvini, ma anche alcuni gioielli della Premier League. Su tutti l’ucraino Mykhaylo Mudryk, acquistato a gennaio dal Chelsea per 70 milioni di euro dallo Shakhtar Donetsk. Con il Belgio giocherà invece Charles De Ketelaere, che spera di lasciarsi alle spalle la difficile stagione col Milan. Ecco i cinque giocatori più interessanti delle varie nazionali.

Europeo Under 21, da Mudryk a Openda: le 5 stelle del torneo

Ryan Gravenberch (Olanda), l’ex Ajax già al Bayern Monaco

Il più prezioso Under 21 dell’Olanda è, secondo i dati Transfermarkt, Ryan Gravenberch. Ex centrocampista dell’Ajax, dopo alcuni anni in patria nel luglio 2022 si è accasato al Bayern Monaco. Pur avendo collezionato solamente 33 presenze fra Bundesliga e coppe per appena 938 minuti complessivi, sta guadagnando man mano spazio nel centrocampo bavarese ma potrebbe andar via. «Voglio giocare», ha sottolineato al quotidiano olandese Telegraaf. «Se non al Bayern, in un club che me lo consenta al 100 per cento». Non a caso il Liverpool di Jürgen Klopp starebbe pensando a lui per rinfoltire la linea di metà campo dopo gli addii di Nabi Keita, James Milner e Alex Oxlade-Chamberlain.

Dal belga Openda, nelle mire del Milan, al tedesco Bisseck, vicino all'Inter, passando per l'ucraino Mudryk. Le stelle dell'Europeo Under 21.
Ryan Gravenberch con la maglia dell’Olanda durante il riscaldamento (Getty Images).

Cole Palmer (Inghilterra), uno dei talenti di Pep Guardiola al Manchester City

Classe 2002 e pupillo di Pep Guardiola, Cole Palmer rappresenta una delle maggiori promesse del Manchester City e della Nazionale inglese. Grazie alla sua duttilità, può giocare sia da mezzala sia da trequartista seguendo le orme dei suoi compagni di squadra Kevin De Bruyne e Phil Foden. Memorabile la sua settimana perfetta nella seconda metà di ottobre 2021. Convocato il 16 ottobre da Guardiola, ha giocato i minuti di recupero contro il Burnley e poche ore dopo era già in campo con l’Under 23 per la partita di Premier. In 90 minuti ha segnato una tripletta e portato a casa il pallone. Tre giorni dopo, il 19 ottobre, ha giocato ancora una volta con gli uomini di Guardiola in Champions contro il Bruges e, dopo tre minuti, è andato a segno.

Dal belga Openda, nelle mire del Milan, al tedesco Bisseck, vicino all'Inter, passando per l'ucraino Mudryk. Le stelle dell'Europeo Under 21.
Cole Palmer accanto al suo allenatore del City Pep Guardiola (Getty Images).

Mykhaylo Mudryk (Ucraina), l’Under 21 più costoso del torneo

Talento puro ma discontinuo dell’Ucraina, Mykhaylo Mudryk è l’Under 21 più costoso del pianeta. Secondo Transfermarkt, infatti, il suo valore attuale è di 50 milioni di euro, ma a marzo aveva toccato i 60 milioni. Passato al Chelsea nel gennaio 2023 nel mezzo della faraonica campagna acquisti dei Blues, ha faticato ad ambientarsi nel calcio inglese, ma ha numeri da campione. In Nazionale ha messo a segno tre reti in 16 presenze, mentre con la maglia dello Shakhtar ha collezionato nove centri in 26 partite. Dotato di rapidità e dribbling nello stretto, si diverte spesso sui social network (soprattutto su Instagram, dove conta 1,4 milioni di follower) mettendo in mostra le sue abilità in varie sfide di freestyle. Sarà probabilmente la sua ultima apparizione nella categoria, dato che a gennaio ha compiuto 22 anni ed è nel giro della nazionale maggiore.

Dal belga Openda, nelle mire del Milan, al tedesco Bisseck, vicino all'Inter, passando per l'ucraino Mudryk. Le stelle dell'Europeo Under 21.
Mykhaylo Mudryk contende il pallone ad Harry Kane (Getty Images).

Yann Aurel Bisseck (Germania), il difensore a un passo dall’Inter

Sirene di mercato italiane per Yann Aurel Bisseck, difensore centrale che sarà in campo con la Germania Under 21. Classe 2000 di origini camerunensi, è infatti nel mirino dell’Inter per la stagione 2023-24, dove arriverebbe per sostituire Milan Skriniar volato al Psg e far rifiatare Francesco Acerbi. Solitamente schierato al centro della difesa, può anche giocare da mediano, data la sua statura di 196 centimetri. In carriera ha debuttato ad appena 16 anni e 11 mesi in Bundesliga, diventando il più giovane a giocare nel massimo campionato tedesco con la maglia del Colonia. La stagione precedente ha invece militato nell’Aarhus, club della prima divisione danese.

Dal belga Openda, nelle mire del Milan, al tedesco Bisseck, vicino all'Inter, passando per l'ucraino Mudryk. Le stelle dell'Europeo Under 21.
Yann Aurel Bisseck con la maglia della Germania (Getty Images).

Lois Openda (Belgio), la stella del Lens che potrebbe andare al Milan

I tifosi del Milan avranno due motivi per guardare le partite del Belgio all’Europeo Under 21. Con i Diavoli rossi infatti ci saranno Charles De Ketelaere e Lois Openda. Il primo ha giocato una stagione opaca con la maglia rossonera, conclusa senza riuscire a segnare e con un solo assist all’esordio. Una manifestazione continentale potrebbe aiutarlo a ritrovare freschezza e brillantezza per il futuro, convincendo i dirigenti del Milan a dargli una seconda chance. Lois Openda è invece attualmente nelle mire dei rossoneri grazie alla sua brillante stagione con il Lens, culminata al secondo posto per una storica qualificazione in Champions Laegue. Su di lui però anche il Lipsia, forte della vendita di Christopher Nkunku al Chelsea. Grazie alle 21 reti in 38 presenze, il suo valore di mercato è schizzato a 20 milioni di euro.

Dal belga Openda, nelle mire del Milan, al tedesco Bisseck, vicino all'Inter, passando per l'ucraino Mudryk. Le stelle dell'Europeo Under 21.
L’attaccante belga Lois Openda con la maglia del Lens in Ligue 1 (Getty Images).

Salvini e le contraddizioni sul codice stradale, tra velocità e tolleranza zero

Molti slogan “di pancia”, sulla scia dell’ultima tragedia della strada, qualche misura annunciata e rimangiata, in generale parecchia confusione. Non si capisce bene quale sia la linea politica del ministro dei Trasporti Matteo Salvini in tema di sicurezza stradale. Il leader della Lega aveva appena parlato di inasprimento del codice della strada, con pene esemplari per chi guida in stato d’ebrezza e regole ferree per i neo-patentati. Anche perché non poteva certo farsi scappare la possibilità di commentare, sull’onda emotiva dello sdegno generale, l’incidente mortale che ha visto coinvolti gli youtuber TheBordeLine a Casal Palocco. Ma intanto il Capitano ha aperto anche all’idea che il limite di 130 chilometri orari possa essere eliminato, su alcune tipologie di strade. Nonostante l’eccesso di velocità sia, secondo uno studio Aci/Istat, la terza causa di incidenti dopo le distrazioni alla guida e il mancato rispetto di una precedenza o di un semaforo. E soprattutto è il principale responsabile dei sinistri più gravi, spesso fatali. Secondo i dati della polizia stradale, dei 70.554 incidenti del 2022, 1.362 sono stati mortali, con 1.489 vittime, 28.914 persone con lesioni e 42.300 feriti. Numeri in aumento rispetto al 2021. Non è la prima delle contraddizioni di Salvini, che sul tema è già scivolato altre volte.

Matteo Salvini ha annunciato di voler alzare il limite di 130 km/h
Matteo Salvini presente ai funerali di Silvio Berlusconi (Getty).

Salvini vuole regole rigide, ma anche aumentare il limite di velocità

In un’intervista su Radio24, Salvini ha affermato di essere «convinto che su alcune tratte italiane a tasso di incidentalità prossimo allo zero, in alcuni orari, laddove ci sono tre, quattro o addirittura cinque corsie un superamento controllato degli attuali 130 chilometri orari come negli altri Paesi europei possa essere preso in considerazione». Al di là del riferimenti all’Europa, dove soltanto Bulgaria e Polonia hanno limiti in alcuni casi fissati a 140 km/h, l’idea pare cozzare con quanto detto più volte e ribadito, poche ore dopo, anche al Tg1: «Serve educazione stradale, ma serve anche tolleranza zero per chi sbaglia. Quindi revoca della patente per chi è recidivo, guidando drogato o ubriaco. E per i neopatentati l’impossibilità di guidare auto di grossa cilindrata per i primi tre anni e la sospensione della patente per chi viene trovato alla guida mentre usa il telefonino».

Salvini nel 2013 twittava: «Assenzio, limoncello e ora… sereni al volante»

E proprio sulla revoca della patente per chi viene trovato alla guida in stato d’ebrezza si registra un altro scivolone. Salvini nel 2013 twittava, dopo una «gran serata coi Fratelli Leghisti», qualcosa che lasciava intendere come lui stesso si fosse messo alla guida dopo aver bevuto: «Ginepro, assenzio, limoncello e ora… sereni al volante con Vasco! Liberi liberi siamo Noi!!!». Un tweet che oggi, dopo 10 anni, risulta incoerente con le posizioni prese, come gli è stato contestato già nel novembre 2022. In quell’occasione Salvini ha annunciato di essere «al lavoro sui codici» per cambiare le regole dopo la strage avvenuta in Emilia-Romagna, quando in un incidente automobilistico morirono tre bambini e una giovane donna di 22 anni. 

Il caso delle targhe alle biciclette: prima l’annuncio, poi il dietrofront

Ma non è finita, perché in tema di viabilità e sicurezza, Salvini ha recentemente annunciato alla Camera di voler presentare un «pacchetto che interverrà anche sulla mobilità dolce, sulle due ruote, prevedendo casco, assicurazione, targa e freccia obbligatorie per monopattini e biciclette». Poi, dopo 48 ore di polemiche e allarmi lanciati dalle varie associazioni, lui stesso ha smentito sul giornale Libero, dicendo che «qualcuno ha giocato a fare confusione». Salvini ha spiegato che «targhe, frecce, casco, assicurazioni e limiti di velocità sono per i monopattini, non per le biciclette». Un dietrofront in piena regola. E pensare che nel 2015, con un altro tweet, definiva «matti!» i membri del Partito democratico, dopo che «un senatore ha proposto di mettere targa, e di far pagare il bollo, anche a proprietari di BICICLETTA».

Matteo Salvini ha annunciato di voler alzare il limite di 130 km/h
Matteo Salvini durante Assarmatori 2023 (Imagoeconomica).

L’ex ds dell’Udinese Dal Cin: «Oggi li prendono più scuri del solito». Poi le scuse

Franco Dal Cin, ex direttore sportivo dell’Udinese, è intervenuto durante la trasmissione di Sky Sport, Speciale Calciomercato, e ha causato non pochi grattacapi al conduttore Alessandro Bonan, che ha dovuto interrompere il collegamento. L’ex dirigente bianconero, infatti, nel raccontare come sono stati completati alcuni grandi colpi di mercato del suo passato sportivo, ha fatto il paragone con il calcio di oggi. «Noi siamo partiti da quello che oggi non succede più, siamo partiti dal settore giovanile», ha dichiarato, prima dello scivolone: «Prendono i prefiniti, preformati, un po’ più scuri del solito». Bonan è immediatamente intervenuto per prendere la linea.

Dal Cin parla di Zico: «Pagato in nero, lo sanno tutti»

La controversa intervista di Dal Cin ha generato molte polemiche sui social. Oltre alle parole già citate, poco prima Dal Cin ha anche parlato di uno dei suoi più grandi colpi, Zico. I giornalisti gli chiedono come sia stato possibile portare il fuoriclasse brasiliano in Serie A e come sia stato concretizzato l’affare. Lui risponde e parla anche del pagamento: «Lo facemmo in nero. Con due valigie piene di dollari. Ora è tutto prescritto e lo possiamo dire». Un’altra frase che ha fatto calare il gelo in studio, prima dello scivolone più grave con il commento considerato razzista.

Dal Cin in diretta tv è scivolato su un commento razzista
La stella brasiliana Zico in visita allo stadio dell’Udinese nel 2017 (Getty).

Le scuse di Dal Cin: «Parole infelici, mai stato razzista»

Dal Cin, interrotto dai giornalisti, è tornato in onda soltanto nel finale di puntata per un saluto fugace. Attaccato sui social, ha poi risposto scusandosi in un’intervista a Il Messaggero Veneto: «Ho usato parole infelici, mai stato razzista. Per vent’anni io e mio figlio Michele abbiamo gestito per vent’anni una scuola calcio a Lagos, in Nigeria. Se c’è qualcuno che vuole ricamarci su, faccia pure». Dal Cin è stato all’Udinese dal 1976 al 1984, prima di un’avventura all’Inter da direttore sportivo, conclusa nel dicembre del 1985.

Dal Cin in diretta tv è scivolato su un commento razzista
Una visuale esterna della Dacia Arena, stadio dell’Udinese (Getty).

Usa, il figlio di Joe Biden patteggia per reati fiscali e possesso d’arma da fuoco

Hunter Biden, secondogenito del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha raggiunto un accordo per patteggiare con il Dipartimento di Giustizia e si dichiarerà colpevole di reati fiscali. A riferirlo è il Washington Post, che spiega come il 53enne abbia depositato, tramite i propri legali, una lettera presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti nel Delaware. Hunter Biden è stato accusato di non aver pagato l’imposta federale sul reddito, ma in base all’accordo raggiunto si dichiarerà colpevole anche per un altro reato, il possesso illegale di un’arma da fuoco in quanto tossicodipendente.

Hunter Biden, 53 anni, ammetterà la propria colpevolezza per evitare processo e carcere
L’abbraccio tra i componenti della famiglia Biden (Getty).

Hunter Biden evita il processo e il carcere

Adesso toccherà a un giudice federale approvare il patteggiamento, che permetterà al figlio di Joe Biden di evitare il carcere, oltre a un processo che avrebbe causato non pochi grattacapi al presidente degli Stati Uniti, in vista delle elezioni del 2024. L’indagine è stata aperta nel 2018 e riguardava sia una dichiarazione dei redditi incompleta sia una sovrastima di alcune spese, reati ammessi ora dallo stesso Hunter Biden e che riguardano una cifra complessiva di circa 1,2 milioni di dollari. Per la difesa, vista la condizione di tossicodipendente in fase di recupero e i reati considerati minori, l’indagine sarebbe stata archiviata se non fosse stato il figlio del presidente.

L’ammissione di Hunter Biden: «Sono un alcolista e un drogato»

Hunter Biden lotta ormai da tempo con la dipendenza da alcol e droga. Nella biografia Beautiful Things, pubblicata nel 2021, ha ampiamente parlato della sua condizione e ha ammesso: «Sono anche un alcolista e un drogato. Ho comprato crack sulle strade di Washington Dc e cucinato la mia in un bungalow di un hotel a Los Angeles». Scritta durante la campagna presidenziale di Donald Trump, la biografia è servita anche per attaccare l’ex presidente: «Trump credeva di potere distruggere me e di conseguenza mio padre».

Hunter Biden, 53 anni, ammetterà la propria colpevolezza per evitare processo e carcere
In una foto del 2010, Barak Obama, Joe Biden e Hunter Biden (Getty).

Europeo Under 21: gironi, nazionali e partite dell’Italia

Si accendono i riflettori sull’Europeo Under 21 di calcio, in programma dal 21 giugno all’8 luglio 2023 in Romania e Georgia. Sono 16 le nazionali in gara, suddivise in quattro gironi da quattro squadre. L’Italia è stata inserita nel Gruppo D assieme a Francia, Svizzera e Norvegia. Le prime due si qualificheranno ai quarti di finale, previsti per l’1 e il 2 luglio. Le due finaliste e la vincitrice dello spareggio per il terzo posto staccheranno un pass per l’Olimpiade di Parigi 2024. Qualora fra queste dovesse esserci la Francia, già qualificata in quanto nazione ospitante, si aggiungerebbe anche la quarta semifinalista. Tutte le partite della Nazionale saranno disponibili sui canali Rai1 e Rai2, mentre RaiSport trasmetterà i match più importanti degli altri gironi.

Europeo Under 21, tutte le nazionali dei quattro gironi

Ad aprire la rassegna continentale Under 21 saranno, per il Gruppo A, Georgia e Portogallo, in campo a Tbilisi mercoledì 21 giugno alle 18. Nel raggruppamento anche Belgio e Olanda, in campo alla stessa ora. Nel secondo raggruppamento figurano invece la Romania, altro paese organizzatore del torneo, assieme a Croazia, Spagna e Ucraina. I rumeni se la vedranno con i temibili iberici sempre il 21 giugno, alle 20.45, mentre i croati scenderanno in campo qualche ora prima, alle 18, contro gli ucraini. Nel Gruppo C invece sono favorite per il passaggio del turno Inghilterra e Germania, tra l’altro detentrice del trofeo, ma occhio alle sorprese Repubblica Ceca e soprattutto Israele, che ha brillato al Mondiale Under 20. Quest’ultimo affronterà i tedeschi giovedì 22 giugno alle 18, alla stessa ora del match fra le altre due nazionali.

Come annunciato, l’Italia giocherà nel Gruppo D assieme a Francia, Svizzera e Norvegia. Nel primo impegno, in programma il 22 giugno alle 20.45, gli Azzurrini di Paolo Nicolato affronteranno la Francia, in cui militano anche i due “italiani” Pierre Kalulu, in forze al Milan, e Valentin Gendrey, terzino destro del Lecce. Il torneo della Nazionale proseguirà poi domenica 25 alle 18 contro la Svizzera, mentre il girone finirà mercoledì 28 alle 20.45 contro la Norvegia. Fra gli scandinavi occhio all’attaccante della Salernitana Erik Botheim e al centrocampista classe 2001 del Sassuolo Emil Konradsen Ceïde. Per quanto riguarda gli elvetici, tutti i 23 convocati giocano nel campionato di casa, molti dei quali nello Young Boys vincitore del torneo.

Dai quarti alla finale, il programma completo del torneo

Alla conclusione della fase a gironi, le prime due si qualificheranno per i quarti di finale ad eliminazione diretta. Se due nazionali termineranno il raggruppamento a pari punti, prima discriminante saranno gli scontri diretti. Con ulteriore parità si procederà con differenza reti complessiva, maggior numero di gol fatti e infine i cartellini ricevuti. Qualora dovesse permanere l’equilibrio, il regolamento prevede una sfida ai calci di rigore. Nei quarti di finale, in caso di parità nei 90 minuti regolamentari, si procederà come in tutte le competizioni Uefa con i supplementari e gli eventuali calci di rigore. I quattro match sono previsti per l’1 e il 2 luglio alle ore 18 e 21. Il cartellone dell’Europeo Under 21 prevede le semifinali per il 5 luglio, l’una alle 18 e l’altra alle 21. La finale, in programma alla Batumi Arena in Georgia, si terrà sabato 8 luglio.

Il 21 giugno parte l’Europeo Under 21 in Georgia e Romania. L’Italia, in campo giovedì 22, è nel girone D con Francia, Svizzera e Norvegia.
Il commissario tecnico della Nazionale Paolo Nicolato (Getty Images).

Chi è Joseph Tsai, nuovo presidente di Alibaba

Cambio al vertice del gigante cinese dell’e-commerce Alibaba. Daniel Zhang a settembre lascerà la carica di presidente e amministratore delegato, per dedicarsi alla guida della divisione cloud computing del gruppo. Come ceo sarà sostituito da Eddie Wu, ora presidente delle divisioni commerciali Taobao e Tmall, mentre come presidente dal miliardario taiwanese Joseph Tsai.

Chi è Joseph Tsai, nuovo presidente di Alibaba. Il profilo del miliardario taiwanese proprietario dei Brooklyn Nets.
La sede di Alibaba a Hangzhou (Imagoeconomica).

Nel 2019 ha acquistato i Brooklyn Nets per la cifra record di 2,1 miliardi di dollari

Nato nel 1964 a Taipei in una famiglia fuggita a Taiwan durante l’esodo del Kuomintang dopo che il Partito Comunista Cinese aveva preso il controllo della Cina continentale, Joseph Tsai a 13 anni fu mandato negli Stati Uniti dai genitori per frequentare le scuole superiori nel New Jersey. Successivamente ha studiato giurisprudenza a Yale, università che aveva frequentato anche il padre, laureandosi in Economia nel 1986 e successivamente in legge presso la Yale Law School. Ammesso come avvocato all’ordine degli avvocati di New York nel 1991, dopo pochi anni nello studio legale Sullivan & Cromwell è passato al private equity, entrando a far parte di Rosecliff, Inc., piccola società di management buyout. Poi il salto a Hong Kong nel 1995, dove ha conosciuto Jack Ma. Colpito dall’idea di quest’ultimo di creare un mercato internazionale di importazione ed esportazione, ha lasciato il lavoro da 700 mila dollari all’anno presso Investor AB, unendosi a Ma e altri 16 co-fondatori di Alibaba. Diventato nel 2013 vicepresidente esecutivo della società oltre che secondo azionista individuale dopo Ma, nel 2019 ha acquisito i Brooklyn Nets per la cifra record di 2,1 miliardi, la più alta mai pagata per una franchigia Nba: la valutazione era stata concordata l’anno prima, quando il magnate era entrato in società con il russo Mikhail Prokhorov, proprietario della squadra dal 2010. Oggi Tsai ha un patrimonio stimato di 7,7 miliardi di dollari.

Chi è Joseph Tsai, nuovo presidente di Alibaba. Il profilo del miliardario taiwanese proprietario dei Brooklyn Nets.
Joseph Tsai (Getty Images).

Secondo cambio al vertice per Alibaba: quattro anni fa Jack Ma era stato sostituito da Daniel Zhang

Si tratta del secondo cambio al vertice di Alibaba: la multinazionale con sede ad Hangzhou dal 1999 al 2019 è stata guidata dal fondatore Jack Ma, che ora si dedica alla filantropia, a cui appunto era succeduto il già citato Daniel Zhang. Il colosso cinese sta rispondendo con un’imponente riorganizzazione alle sfide del post-Covid: a marzo ha infatti annunciato l’intenzione di dividersi in sei unità separate (tra cui cloud, e-commerce, logistica, media e intrattenimento), supervisionate da un proprio amministratore delegato, per permettere a ciascuna di esse di cercare finanziamenti indipendenti.

TIM accelera sulla cybersecurity e premia l’innovazione a supporto delle tecnologie Made in Italy

Un mercato nazionale della cybersecurity in forte sviluppo – con un tasso di crescita media annua dell’11-12 per cento per un valore stimato in circa 2,5 miliardi di euro nel 2025 – e caratterizzato da un’elevata frammentazione, con oltre 3 mila aziende metà delle quali concentrate in tre regioni (Lazio, Campania e Lombardia). Partendo da queste evidenze il Centro Studi TIM ha elaborato il white paper Cybersecurity Made in Italy, presentato oggi a Roma durante l’evento che ha premiato le migliori soluzioni innovative in ambito cyber.

L’evento di TIM sulla cybersecurity

Ad aprire i lavori Elio Schiavo, Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer TIM, che ha illustrato il ruolo delle tecnologie cyber e le prospettive di crescita nell’ambito dell’offerta di servizi digitali a 360 gradi che TIM Enterprise rende disponibili alle aziende e alla Pubblica Amministrazione. Dopo un’analisi del mercato della cybersecurity in Italia a cura di Giorgia Dragoni, ricercatrice dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano, hanno fatto seguito gli interventi di Eugenio Santagata, Chief Public Affairs and Security Officer di TIM e Amministratore Delegato di Telsy, e di Bruno Frattasi, Direttore Generale Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che hanno evidenziato l’importanza di fare rete per sviluppare un ecosistema nazionale della cybersecurity, in linea con le iniziative di paesi come Francia e Germania, per consolidare al proprio interno la crescita del settore.

L’analisi dello stato dell’arte del settore

Nel 2022, gli attacchi cyber hanno registrato il valore più elevato di sempre e la maggior percentuale di crescita annua: rispetto al 2021 + 169 per cento in Italia, mentre a livello mondiale + 21 per cento. Gli attacchi nel paese hanno rappresentato il 7,6 per cento del totale globale (Fonte: CLUSIT, Rapporto 2023 sulla Sicurezza ICT in Italia). A fronte di questo scenario, come rilevato dall’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano, il valore del mercato italiano della cybersecurity ha registrato elevati tassi di crescita: 15 per cento e 18 per cento, rispettivamente nel 2021 e 2022.

Secondo quanto emerso dal rapporto del Centro Studi TIM, le realtà dedicate ai servizi cyber che sono riuscite ad affermarsi seguendo un chiaro percorso di crescita rappresentano appena il 10-15 per cento del mercato. Tra queste prevalgono due modelli alternativi: società che si focalizzano su un unico segmento di clientela – ad esempio con servizi dedicati al sistema bancario – e società con un’offerta più ampia “one stop shop” (più della metà delle imprese esaminate) al cui interno è presente almeno una tecnologia proprietaria (tre quarti delle imprese del campione).

Tuttavia, la gran parte del mercato rimane oggi polarizzata tra i grandi gruppi ICT il cui portafoglio di offerta include anche i servizi cyber e piccole realtà molto specializzate che faticano a crescere, e presenta un livello di polverizzazione molto maggiore rispetto a quello degli altri grandi paesi europei. In particolare, l’Italia, secondo le stime del Centro Studi TIM, ha 1,6 imprese di cybersecurity per miliardo di PIL, un numero doppio rispetto al Regno Unito (0,8 imprese per miliardo di PIL) e superiore anche a quello della Spagna (1,2 imprese per miliardo di PIL).

Le dichiarazioni di Santagata  

A fronte dei dati presentati, Eugenio Santagata ha così affermato: «Oggi serve dotarsi di tecnologie proprietarie certificate e gestite internamente al perimetro nazionale e occorrono quindi esperti e competenze specifiche ma anche una cultura nuova. Le aziende premiate oggi testimoniano il potenziale delle imprese italiane nel campo della cybersecurity e sottolineano l’importanza di creare un ecosistema collaborativo per garantire la sicurezza digitale. L’obiettivo è quello di costruire una solida base di cybersecurity italiana che possa competere a livello internazionale. Vogliamo attrarre investimenti e talenti nel nostro paese, promuovere lo sviluppo di tecnologie innovative e creare un ambiente favorevole all’innovazione. In questo modo, potremo affrontare le sfide della cybersecurity in modo efficace e fornire soluzioni affidabili e all’avanguardia per proteggere le nostre infrastrutture digitali».

La Cybersecurity Made in Italy Challenge e le realtà premiate da TIM

Proprio con l’obiettivo di sviluppare nuove soluzioni volte a contrastare il crescente fenomeno legato ai rischi informatici e di arricchire il portafoglio dei servizi TIM Enterprise e Telsy che fanno uso di tecnologie innovative e proprietarie nazionali è stata realizzata la Cybersecurity Made in Italy Challenge.

L’iniziativa rientra tra le attività previste nell’ambito del programma di Open Innovation TIM Growth Platform, il nuovo modello di innovazione basato sulla collaborazione industriale con società ad alto potenziale con l’obiettivo di accelerarne la crescita. La Challenge punta a facilitare l’incontro tra le imprese, soprattutto italiane, che dispongono di soluzioni e competenze ultra-specialistiche e le esigenze ed i bisogni espressi dalle PMI, con l’obiettivo di far crescere tutta la filiera e accelerare la digitalizzazione e l’innovazione del paese.

La sfida ha coinvolto, nel giro di pochi giorni, oltre 50 aziende, PMI, startup e scaleup italiane e internazionali per individuare soluzioni innovative. Ai vincitori verrà offerta una partnership tecnologica e commerciale con TIM Enterprise e Telsy. Le società selezionate avranno infatti un accesso privilegiato al mercato della cybersecurity e la possibilità di crescere ulteriormente.

In particolare, nel corso dell’evento sono state premiate:

  • Ermes per la soluzione che, grazie ad avanzati algoritmi di machine learning, garantisce sicurezza del browser consentendo una navigazione online sicura e protetta, difendendo gli utenti dalle minacce web, preservando la loro privacy e proteggendo i loro dati;
  • Pikered per aver ideato ZAIUX Evo, un “hacker virtuale” che, grazie all’Intelligenza Artificiale, effettua “attacchi etici”, con l’obiettivo di individuare le falle di una rete informatica e fornire le indicazioni per la mitigazione delle vulnerabilità;
  • Sensoworks per aver proposto una soluzione per il monitoraggio intelligente di infrastrutture strategiche (viadotti, tunnel, reti idriche) che acquisisce e analizza in real-time i dati provenienti dai sensori connessi e consente di intervenire tempestivamente migliorando efficienza e sicurezza.

WhatsApp, la nuova funzione per silenziare le chiamate da numeri sconosciuti

L’applicazione statunitense ha rilasciato una nuova funzione chiamata «Controllo della privacy», grazie alla quale sarà possibile proteggersi da eventuali truffatori che potrebbero usare la piattaforma di messaggistica per scopi illeciti. Al centro dunque la privacy dell’utente, una linea già tracciata da WhatsApp e introdotta con i backup crittografati, le funzioni dei messaggi «visualizza una volta», e ancora l’autenticazione forte a due fattori, oltre alla possibilità di abbandonare silenziosamente i gruppi, di bloccare e segnalare gli utenti indesiderati, così come la definizione dei messaggi effimeri, senza dimenticare la penultima novità, il «lucchetto chat».

La piattaforma ha introdotto la nuova impostazione con l'obiettivo di tutelare i consumatori dalle chiamate truffa.
Smartphone, WhatsApp (Getty Images)

La nuova funzione di WhatsApp per silenziare le chiamate

Per iniziare a usare la nuova funzione basterà aprire il menu principale dell’app per iOS o iPhone, andare su Privacy, successivamente su Controllo della Privacy, Inizia e infine Scegli chi può contattarti. In questo modo, quando si riceveranno delle chiamate dai numeri sconosciuti, che non sono quindi tra i contatti WhatsApp, non verrà generato lo squillo telefonico. La chiamata resterà archiviata tra le notifiche, nella lista dedicata, così da poter comunque prendere visione del numero sconosciuto. L’obiettivo è quello di ridurre le chiamate truffa, motivo di lamentela degli utenti.

 

Expo 2030, Roma è tra le tre città in lizza

Il lungo iter per decidere chi ospiterà l’Expo 2030 è vicino alla sua conclusione e Roma resta in lizza, insieme ad altre due città. La capitale potrebbe rappresentare quindi l’Italia, a patto di battere la concorrenza di Busan e Ryad. La prima è una grande città portuale nella parte meridionale della Corea del Sud, mentre la seconda è la capitale dell’Arabia Saudita. A comunicarlo è stato oggi il Bureau International des Expositions. In una nota, è stato spiegato che il Comitato esecutivo del Bie ha ritenuto «fattibili e conformi alle regole dell’organizzazione» i tre progetti. La scelta di candidare Roma è partita nel 2021 dall’esecutivo guidato da Mario Draghi.

Expo 2030, Roma in lizza con Busan e Ryad
Una foto del Colosseo di notte (Getty).

Expo 2030: restano in tre, esclusa Odessa

Roma, Busan e Ryad hanno battuto la concorrenza di Odessa, città dell’Ucraina che affaccia sul Mar Nero, al confine con la Moldavia, e ultima in ordine temporale tra le escluse dal comitato. Martedì 20 e mercoledì 21 giugno, il Bureau International d’Exposition, con i suoi 170 membri, darà la possibilità ai Paesi in lizza di presentare i propri progetti. A Parigi anche la premier Giorgia Meloni, accompagnata dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Ad ogni città viene dato un tempo di 20 minuti al massimo per esporre i dossier.

Expo 2030, Roma in lizza con Busan e Ryad
Roma vista dall’alto (Getty).

Si vota a novembre: ogni Stato ha un voto

Si voterà nel novembre 2023 durante la 173esima assemblea generale del Bie. Ogni Stato membro avrà a disposizione un voto e le preferenze saranno espresse a scrutinio segreto. Il progetto italiano è stato curato dall’archistar Carlo Ratti e prevede di rigenerare l’area di Tor Vergata, con parchi in serie fino al centro storico, nell’area che nel 2009 avrebbe dovuto ospitare i campionati mondiali di nuoto. Tra i punti di forza del masterplan ideato da Ratti, c’è il più grande parco solare urbano al mondo. Tra le avversarie, sembra essere Ryad la città da battere, soprattutto grazie alla disponibilità economica del Paese arabo.

Kataleya, l’ipotesi del padre: rapita per sbaglio

Kataleya potrebbe essere stata rapita per errore, al posto di un’altra bambina. Lo sostiene il padre Miguel Angel Romero Chicclo, che ne ha parlato con il sostituto procuratore Christine von Borries. Come scrive La Nazione, il papà della piccola scomparsa nel nulla – che il 10 giugno si trovava nel carcere di Sollicciano – avrebbe ricordato dei fatti avvenuti all’ex hotel Astor qualche mese fa, che lo avrebbero indirizzato a formulare questa ipotesi.

Kataleya, l’ipotesi del padre: rapita per sbaglio. Dopo lo sgombero e l'ispezione dell’ex hotel Astor non ci sono ancora sue tracce.
L’ex hotel Astor di Firenze.

Il vero obiettivo dei rapitori era una coetanea di Kataleya?

Miguel Angel ha spiegato che il vero obiettivo dei rapitori poteva essere una coetanea di Kataleya. Tuttavia, pare che il papà della bambina scomparsa non abbia raccontato nulla di così rilevante da far scatenare una sorta di vendetta tramite rapimento. Tra l’altro, la possibilità di uno scambio di persona era già stata presa in carico dalla procura e, comunque, mancherebbe in generale un valido movente per il rapimento di un qualsivoglia minore.

Kataleya, l’ipotesi del padre: rapita per sbaglio. Dopo lo sgombero e l'ispezione dell’ex hotel Astor non ci sono ancora sue tracce.
La piccola Kataleya, cinque anni.

Le piste seguite dagli investigatori non hanno portato a nulla

È praticamente ormai certo che Kataleya non si trovi – viva o morta – all’interno della struttura di via Maragliano, appena sgomberata. L’ultima ispezione ha visto l’entrata in scena di droni e autospurghi, ma della bimba nessuna traccia. Una notizia tutto sommato positiva agli occhi degli inquirenti. Il problema è che le varie piste seguite al momento, da quella del racket degli affitti al rapimento a scopo estorsivo (non è stato chiesto alcun riscatto), fino alla vendetta personale, non hanno portato a nulla. La madre di Kataleya aveva detto ai giornalisti di sapere chi fosse stato a rapire la figlia, facendo riferimento a uno scontro avvenuto tra gruppi rivali presenti nell’edificio, risalente al 28 maggio. A niente ha poi portato la posta degli occupanti che si sono allontanati dall’Astor proprio in concomitanza del 10 giugno, giorno della scomparsa. Il fratello maggiore, di otto anni, ha parlato di un uomo con i palloncini presente nel cortile dell’albergo, quel giorno: la sua identità rimane un mistero.

Andrew Tate incriminato in Romania per stupro e tratta di esseri umani

Le accuse sono state formalizzate da un tribunale in Romania: Andrew Tate, influencer 37enne ed ex campione di kickboxing, insieme al fratello Tristan e ad altri due soci, sono stati incriminati per formazione di un gruppo criminale volto a sfruttare sessualmente le donne e a produrre contenuti pornografici per siti specializzati. Ognuno di loro si è dichiarato estraneo ai fatti. Il processo, che dovrebbe durare diversi anni, non avrà inizio immediato. Il giudice ha infatti 60 giorni di tempo per esaminare i fascicoli prima del processo a carico dei quattro. Un portavoce di Andrew Tate ha dichiarato: «Accogliamo questa opportunità per dimostrare la nostra innocenza».

Andrew Tate e il fratello sono stati incriminati con l'accusa di stupro e tratta di esseri umani. Il processo non avrà inizio immediato.
Andrew Tate (Getty Images)

Andrew Tate incriminato insieme al fratello

Il primo arresto dei fratelli Tate nella casa di Bucarest risale allo scorso dicembre. Nel mese di marzo, entrambi hanno beneficiato degli arresti domiciliari a seguito di una sentenza di un giudice rumeno. Secondo l’atto di accusa depositato presso il tribunale, i quattro imputati hanno organizzato un gruppo criminale nel 2021, con la finalità  di avviare una tratta di esseri umani in Romania, ma anche in altri paesi tra cui Stati Uniti e Regno Unito. Il reato sarebbe aggravato da sette presunte vittime che parrebbero essere state reclutate dai fratelli Tate attraverso false promesse di amore e matrimonio.

Per Chi Crea, prorogata al 19 luglio la presentazione delle candidature

È stata prorogata al 19 luglio la scadenza per inviare la propria candidatura e aderire a Per Chi Crea, il programma promosso dal Ministero della Cultura e gestito da SIAE che destina il 10 per cento dei compensi della “Copia privata” a supporto della creatività e della promozione culturale dei giovani sotto i 35 anni di età. Interrotto durante la pandemia, il progetto si presenta nell’edizione 2023 con un investimento di oltre 14 milioni di euro che serviranno a favorire la creatività di giovani artiste e artisti residenti in Italia operanti nelle arti visive, performative e multimediali, cinema, danza, letteratura, musica e teatro.

Per Chi Crea, prorogato l’invio delle candidature 

Il cosiddetto compenso della “Copia privata” è quello che si applica ai supporti e agli apparecchi idonei alla registrazione audio/video in cambio della possibilità di effettuare copie ad uso personale di opere protette dal diritto d’autore. SIAE, per legge, riscuote tale compenso e lo ripartisce ad autori, produttori, artisti ed interpreti. Nel 2016, il governo ha previsto che il 10 per cento delle somme così riscosse dovesse essere investito in attività che favoriscano la creatività e la promozione culturale nazionale ed internazionale dei giovani.

Per questo, dal 2 maggio 2023, è possibile aderire al programma Per Chi Crea articolato in tre bandi rivolti ad aziende, scuole, enti e associazioni che presentano un progetto a sostegno di autori, artisti, interpreti ed esecutori under 35 e residenti in Italia. Si tratta, nello specifico, del bando Nuove opere per la realizzazione e promozione di opere inedite, del bando Formazione e promozione culturale nelle scuole riservato alle istituzioni scolastiche ed educative statali del primo e secondo ciclo e del bando Live e promozione nazionale e internazionale per la realizzazione di live tour o rassegne, sia nazionali che internazionali, e progetti di traduzione in altre lingue e relativa distribuzione all’estero.

I bandi privilegiano in particolare i seguenti aspetti:

  • l’ampliamento dell’offerta e della domanda culturale, attraverso azioni volte al superamento del cultural divide;
  • la specializzazione delle professionalità artistiche, anche attraverso il sostegno alla creazione, composizione, edizione, diffusione, esecuzione e promozione di nuove opere di giovani autrici e autori;
  • l’internazionalizzazione, attraverso il sostegno alla diffusione di opere nel mercato internazionale;
  • la promozione e la diffusione degli aspetti più qualificanti della cultura italiana, nella sua dimensione artistica, letteraria e storica, per rafforzare tra i giovani il senso di appartenenza alla Nazione e il ruolo da questa svolto nello sviluppo culturale mondiale;
  • il coinvolgimento di più istituzioni o la realizzazione sulla base di accordi di partenariato tra più soggetti proponenti;
  • l’inclusione sociale.

I dettagli in merito ai progetti da presentare, con materiali e guide operative, sono disponibili sul sito www.perchicrea.it/. Come anticipato, i soggetti interessati potranno inviare la propria candidatura entro mercoledì 19 luglio 2023 attraverso la piattaforma dedicata disponibile sul medesimo sito. I progetti vincitori verranno pubblicati entro il 27 ottobre 2023.

Cristiana Pedersoli, chi è la figlia di Bud Spencer

La seconda figlia di Bud Spencer, Cristiana Pedersoli, è nata a Roma nel 1962 (oggi ha dunque 61 anni): dal padre, amatissimo attore interprete di numerosi spaghetti western all’italiana, la donna avrebbe presto assorbito la passione per l’arte, in tutte le sue forme. Ecco la sua storia e la sua biografia.

Chi è Cristiana Pedersoli, la seconda figlia di Bud Spencer

Bud Spencer ha avuto due figli: Giuseppe nato nel 1961 e Cristiana nata nel 1962. Fin da piccola, Cristiana ha vissuto in un ambiente ricco di stimoli artistici. Il nonno Peppino Amato, infatti, era un produttore cinematografico che aveva contribuito a far uscire molte importanti pellicole mentre il padre è stato per anni uno degli attori più amati e riconoscibili del panorama italiano, senza contare che il genitore era anche un apprezzato paroliere, musicista e scrittore.

Dal padre assorbirà così un particolare estro creativo che influenzerà moltissimo il suo percorso di crescita interiore ed espressiva. Proprio grazie a tutti questi stimoli, la donna si avvicinerà presto al mondo della pittura e inizierà a dipingere, senza mai fermarsi, supportata dall’amata zia.

Cristiana Pedersoli è dunque oggi un’apprezzata artista figurativa, una scrittrice e un’imprenditrice. Nel 2010 ha lanciato la sua personale linea di salvadanai, NO REGRETS, dipinti in terracotta da lei e altri artisti con i quali ha organizzato anche diverse mostre, eventi e aste di beneficenza. Nell’ultimo periodo si è occupata di realizzare la serie pittorica e scultorea Legami, composta da opere in bianco e nero e da sculture in ferro arrugginito.

Nata a Roma nel 1962, Cristiana Pedersoli è la seconda figlia di Bud Spencer: ecco la sua biografia personale.
Cristiana Pedersoli e Bud Spencer (Facebook)

Il libro dedicato al papà e il ricordo del genitore

Cristiana era molto legata a Bud Spencer. Proprio al genitore, tra l’altro, ha deciso di dedicare il suo primo libro, Bud. Un gigante per papà, che contiene al suo interno tantie aneddoti e ricordi inediti su Bud Spencer, oltre a molti contenuti inediti come ricette e lettere scritte di suo pugno.

In un’intervista concessa a Mangialibri, l’artista aveva così parlato del rapporto con il defunto padre: «Era concreto, è vero, con i piedi saldamente per terra, ma anche un gran sognatore con la testa per aria come quando pilotava i suoi aerei. Io non ho mai provato gelosia, solo un enorme orgoglio e tantissima stima, per quello che ha fatto, per come ha vissuto la sua vita, senza mai venire meno ai suoi grandissimi valori e ai suoi principi, senza mai trasgredire, perseguendo sempre la strada della gioia e della positività, e il pubblico lo ha capito e la sorte lo ha ripagato. Papà è il mio manuale, quando io mi innervosisco penso a lui».

Le incognite sul futuro del Giornale dopo la morte di Berlusconi

L’ultimo Cavaliere. Con questo titolo a tutta pagina il Giornale ha salutato Silvio Berlusconi nell’edizione speciale del 13 giugno 2023: 38 pagine dedicate all’uomo che entrò nel capitale del quotidiano fondato da Indro Montanelli già nel 1976, ne prese la proprietà e lo controllò per oltre 40 anni. Proprio finora quando, ironia della sorte se ce n’è una, Berlusconi ha scelto di andarsene, a pochi giorni dall’arrivo programmato della famiglia Angelucci, nuovo editore del Giornale con il 70 per cento del capitale, in attesa del via libera dell’autorità Antitrust, stimato per il 18 luglio.

Le incognite sul futuro de il Giornale dopo la morte di Berlusconi
La prima pagina de il Giornale dopo la morte di Silvio Berlusconi.

Redazione ormai ridotta da 200 giornalisti a 50

Trentotto pagine composte dalla redazione guidata da Augusto Minzolini che, in poche ore, le ha pensate, impaginate e realizzate da zero, non essendoci al Giornale niente di preparato: i “coccodrilli” su Berlusconi, di qualsiasi natura, erano vietati, fin dai tempi del suo ricovero per il Covid. Una redazione composta ormai da 50 giornalisti, così ridotta dagli oltre 200 che popolavano via Negri fino a 25 anni fa, quando, dopo Montanelli, Berlusconi aveva chiamato Vittorio Feltri a dirigere il Giornale. E ora che succederà?

Le incognite sul futuro de il Giornale dopo la morte di Berlusconi
Alessandro Sallusti e Augusto Minzolini con Silvio Berlusconi (Imagoeconomica).

Addio via Negri: destinazione scalo Farini, via dell’Aprica

Nella redazione sanno ben poco del loro futuro. Nessuno ha fornito loro informazioni. Scontato solo il ritorno di Alessandro Sallusti, atteso in luglio, con Minzolini che tornerà a sua volta a scrivere di politica. Con Sallusti verrebbe anche Feltri. Ma gli Angelucci non hanno ancora fatto sapere quale sarà il progetto editoriale per la testata montanelliana. Anche se da qualche giorno la redazione è in fibrillazione perché gira voce che tra i primi atti della nuova gestione ci sarà un trasferimento di sede: addio a via Negri, “la via Solferino” del Giornale, destinazione scalo Farini, via dell’Aprica, palazzo di LaPresse, dove gli Angelucci intendono trasferire anche la redazione di Libero, quelle dei siti web delle due testate, e pure la radio del gruppo. Il tutto a partire dal gennaio 2024. Risparmi e sinergie di costi in una zona destinata a svilupparsi nei prossimi anni, ma che al momento risulta un po’ isolata e lontana dai palazzi del potere meneghino della politica e della finanza. Un bel cambiamento rispetto a Cordusio e Porta Venezia.

Le incognite sul futuro de il Giornale dopo la morte di Berlusconi
Vittorio Feltri (Imagoeconomica).

In arrivo il manager di Rcs Spagna, Nicola Speroni

A livello aziendale, solo dopo l’ok dell’Antitrust si può procedere a nominare il prossimo Consiglio. E pare che per guidare il Giornale sia stato scelto un manager di Rcs, Nicola Speroni, che arriva dalla Spagna, e come direttore finanziario una dirigente donna, anch’essa da Rcs Spagna, e cioè Stefania Bedogni. La famiglia del Cavaliere, tramite la See spa di Paolo Berlusconi, ha tenuto il 30 per cento del capitale. Ma ora, con la scomparsa del patriarca, la cosa assume un significato molto diverso, anche in vista della futura governance.

Le incognite sul futuro de il Giornale dopo la morte di Berlusconi
Paolo Berlusconi (Imagoeconomica).

Galli della Loggia, Orsina, Ricolfi, Battista: firme da dream team

Per quanto riguarda gli organici, le indicazioni arrivano da voci giornalistiche. In ordine sparso sono circolati i nomi di: Daniele Capezzone, Giacomo Amadori, Osvaldo De Paolini, Salvatore Merlo, Francesco Verderami e poi editorialisti quali Ernesto Galli della Loggia, Giovanni Orsina, Luca Ricolfi, Pigi Battista. Se oltre a questo dream team ci sia anche qualcuno che andrà a rimpolpare la redazione nulla è dato sapere.

Le incognite sul futuro de il Giornale dopo la morte di Berlusconi
L’editore Antonio Angelucci (Imagoeconomica).

Via lo smart working, in scadenza il contratto integrativo dei giornalisti

Quello che appare certo invece è la volontà dei nuovi editori di smantellare lo smart working, che oggi al Giornale è utilizzabile al 50 per cento con un accordo sindacale che scade a fine 2023. In scadenza c’è anche il contratto integrativo dei giornalisti, conquistato e consolidato negli anni grazie alle relazioni sindacali che non sono mai venute meno. E che ora si preparano ad affrontare la nuova era. Il primo assaggio sarà già mercoledì 21 giugno, con la prima assemblea di redazione convocata nell’era del dopo Cavaliere.

Isobel Kinnear: età, origini, Amici e fidanzato della ballerina

Isobel Kinnear è una ballerina nata in Australia nel 2003. La giovane si è fatta conoscere partecipando all’ultima edizione di Amici di Maria De Filippi e balla da quando aveva tre anni.

Isobel Kinnear, la sua carriera di ballerina e l’ingresso ad Amici

Prima di partecipare ad Amici 2022/2023, Isobel era entrata a far parte della compagnia Dream Dance Company e nel 2018 aveva anche vinto il premio Australia’s dancer of the year. È quindi arrivata in Italia dove, dopo aver frequentato un corso di lingua, l’estate scorsa ha partecipato ad uno stage con Christian Stefanelli, allievo di Raimondo Todaro lo scorso anno ad Amici. Nel talent è entrata grazie ad una sfida immediata nei confronti di Claudia Bentrovato, che ha vinto con tante acclamazioni. Insieme a Nicolò De Devitiis e Giulia Stabile, è stata scelta per condurre, martedì 20 giugno 2023, l’evento Amici Full Out in onda su Italia 1 in prima serata.

Isobel Kinnear, scopri qualcosa in più sulla ballerina di Amici e il suo rapporto con Cricca
Isobel Kinnear e il presunto fidanzato Cricca (Facebook).

Isobel Kinnear e la storia con Cricca

All’interno della scuola di Amici di Maria De Filippi, fin da subito Isobel ha creato un bel rapporto con Cricca, uno degli allievi di questa edizione. Durante il programma i due si erano messi insieme per qualche settimana ma, dopo il rientro di lui nel programma, prima del serale, si erano lasciati perché lei lo vedeva cambiato.

Dopo l’eliminazione dal serale di Cricca, Isobel aveva promesso che si sarebbero visti fuori. Una promessa che pare essere stata mantenuta, dato che i due sono stati paparazzati insieme a Roma lasciando i fan in un vortice di emozioni e speculazioni. Potrebbe essere l’inizio di un nuovo capitolo nella loro storia d’amore, un capitolo che li vede superare gli ostacoli del passato e riavvicinarsi l’uno all’altra? Solo il futuro potrà parlare.

Balneazione, Latronico: promossi a pieni voti i mari lucani

I mari lucani godono di ottima salute. La stagione estiva si apre con una buona notizia per l’ambiente e il turismo in Basilicata. Anche quest’anno, in continuità con i risultati degli ultimi quattro anni, i prelievi a campione delle acque costiere eseguiti nei punti e nelle aree di balneazione hanno promosso a pieni voti le acque del Tirreno e dello Ionio. Nel rispetto dei parametri normativi, dei circa 60 chilometri di spiagge monitorate, il 93,7 per cento ha ricevuto il bollino di “eccellente”, il 3,4 per cento è risultata di qualità “buona”, il 2,9 per cento “sufficiente”. Nessuna delle aree destinate alla balneazione è stata definita “scarsa”. Le acque che sono risultate di qualità “buona” sono quelle in corrispondenza delle foci del fiume Cavone, del Fosso della Rivolta e del Canale Bufaloria nello Ionio; mentre le acque di qualità “sufficiente” sono quelle situate in prossimità delle foci del fiume Bradano a Metaponto e del torrente Fiumicello a Maratea.
Sono questi i dati resi noti questa mattina, in una conferenza stampa, dall’assessore regionale all’Ambiente, Cosimo Latronico, e dal direttore generale dell’Arpab, Donato Ramunno.
“Il controllo della qualità delle acque di balneazione – ha spiegato l’assessore Latronico – è solo una delle molteplici attività messe in campo, in primis con il Programma nazionale di monitoraggio della strategia marina insieme a Calabria e Sicilia, altri componenti della sottoregione Mare Ionio centrale. Poniamo anche una grande attenzione alla tutela e alla valorizzazione degli ecosistemi, che racchiudono non solo le acque ma tutte le componenti che caratterizzano gli habitat naturali delle nostre coste e che ne fanno un unicum. Rispettare l’ambiente, salvaguardando le peculiarità naturalistiche del sito e le specie che lo popolano, vuol dire anche tutelare la salute umana”. Nello specifico, ha aggiunto Latronico, “la Regione sta lavorando all’istituzione di un’area protetta a Maratea, dove studi realizzati da Arpab hanno evidenziato l’esistenza di praterie di posidonia oceanica uniche nel panorama italiano. Inoltre, nel tratto della costa ionica siamo impegnati nella valorizzazione degli habitat di interesse comunitario, da quelli dunali a quelli retrodunali e alle pinete fino agli ambienti caratterizzati dalla macchia mediterranea. La spiaggia ospita il fratino, uno degli uccelli a rischio di estinzione. La Regione ha approvato misure per la tutela e la conservazione della duna e il Piano di gestione legato ai quattro siti ‘Zona speciale di conservazione’. Per bosco Pantano – ha concluso – è stato approvato il Piano di gestione della riserva”.
Ramunno si è soffermato sulle attività di monitoraggio eseguite costantemente dai tecnici di Arpab, che certificano la qualità dei mari lucani, come “testimoniano anche le cinque bandiere blu assegnate alla Basilicata nel 2023 e il prestigioso riconoscimentio delle “cinque vele” assegnate a Maratea”.
La costa jonica lucana presenta un punto di prelievo ogni 900 metri di area marina balneabile rispetto alla media italiana che è di circa 1400 metri. In questo contesto, l’Arpab monitora le acque marine nelle quali la balneazione è espressamente autorizzata o non vietata. Il monitoraggio si svolge dal primo aprile al trenta settembre di ogni anno, con frequenza di campionamento mensile, e gli indicatori di riferimento sono due: Enterococchi intestinali ed Escherichia coli.
E, per il cittadino che vuole essere costantemente informato sulla qualità delle acque di balneazione, c’è una novità: si tratta del Portale acque di balneazione del sistema Nsis elaborato dal ministero della Salute, ora accessibile non solo da Internet ma scaricando un’app sul cellulare.
Il Portale Ministeriale NSIS è visionabile all’indirizzo http://www.portaleacque.salute.gov.it/
  

Balneazione, Latronico: promossi a pieni voti i mari lucani

I mari lucani godono di ottima salute. La stagione estiva si apre con una buona notizia per l’ambiente e il turismo in Basilicata. Anche quest’anno, in continuità con i risultati degli ultimi quattro anni, i prelievi a campione delle acque costiere eseguiti nei punti e nelle aree di balneazione hanno promosso a pieni voti le acque del Tirreno e dello Ionio. Nel rispetto dei parametri normativi, dei circa 60 chilometri di spiagge monitorate, il 93,7 per cento ha ricevuto il bollino di “eccellente”, il 3,4 per cento è risultata di qualità “buona”, il 2,9 per cento “sufficiente”. Nessuna delle aree destinate alla balneazione è stata definita “scarsa”. Le acque che sono risultate di qualità “buona” sono quelle in corrispondenza delle foci del fiume Cavone, del Fosso della Rivolta e del Canale Bufaloria nello Ionio; mentre le acque di qualità “sufficiente” sono quelle situate in prossimità delle foci del fiume Bradano a Metaponto e del torrente Fiumicello a Maratea.
Sono questi i dati resi noti questa mattina, in una conferenza stampa, dall’assessore regionale all’Ambiente, Cosimo Latronico, e dal direttore generale dell’Arpab, Donato Ramunno.
“Il controllo della qualità delle acque di balneazione – ha spiegato l’assessore Latronico – è solo una delle molteplici attività messe in campo, in primis con il Programma nazionale di monitoraggio della strategia marina insieme a Calabria e Sicilia, altri componenti della sottoregione Mare Ionio centrale. Poniamo anche una grande attenzione alla tutela e alla valorizzazione degli ecosistemi, che racchiudono non solo le acque ma tutte le componenti che caratterizzano gli habitat naturali delle nostre coste e che ne fanno un unicum. Rispettare l’ambiente, salvaguardando le peculiarità naturalistiche del sito e le specie che lo popolano, vuol dire anche tutelare la salute umana”. Nello specifico, ha aggiunto Latronico, “la Regione sta lavorando all’istituzione di un’area protetta a Maratea, dove studi realizzati da Arpab hanno evidenziato l’esistenza di praterie di posidonia oceanica uniche nel panorama italiano. Inoltre, nel tratto della costa ionica siamo impegnati nella valorizzazione degli habitat di interesse comunitario, da quelli dunali a quelli retrodunali e alle pinete fino agli ambienti caratterizzati dalla macchia mediterranea. La spiaggia ospita il fratino, uno degli uccelli a rischio di estinzione. La Regione ha approvato misure per la tutela e la conservazione della duna e il Piano di gestione legato ai quattro siti ‘Zona speciale di conservazione’. Per bosco Pantano – ha concluso – è stato approvato il Piano di gestione della riserva”.
Ramunno si è soffermato sulle attività di monitoraggio eseguite costantemente dai tecnici di Arpab, che certificano la qualità dei mari lucani, come “testimoniano anche le cinque bandiere blu assegnate alla Basilicata nel 2023 e il prestigioso riconoscimentio delle “cinque vele” assegnate a Maratea”.
La costa jonica lucana presenta un punto di prelievo ogni 900 metri di area marina balneabile rispetto alla media italiana che è di circa 1400 metri. In questo contesto, l’Arpab monitora le acque marine nelle quali la balneazione è espressamente autorizzata o non vietata. Il monitoraggio si svolge dal primo aprile al trenta settembre di ogni anno, con frequenza di campionamento mensile, e gli indicatori di riferimento sono due: Enterococchi intestinali ed Escherichia coli.
E, per il cittadino che vuole essere costantemente informato sulla qualità delle acque di balneazione, c’è una novità: si tratta del Portale acque di balneazione del sistema Nsis elaborato dal ministero della Salute, ora accessibile non solo da Internet ma scaricando un’app sul cellulare.
Il Portale Ministeriale NSIS è visionabile all’indirizzo http://www.portaleacque.salute.gov.it/
  

Nicolò De Devitiis: età, fidanzata e biografia del conduttore televisivo

Nicolò De Devitiis è un conduttore televisivo nato a Roma il 6 luglio 1990. Dopo aver iniziato la sua carriera come content creator, in particolare bike blogger, è stato notato dai primi programmi tv e radiofonici.

Nicolò De Devitiis, la carriera televisiva

Nel 2014 è stato nel cast del programma Le iene di Italia 1 e successivamente ha condotto su SkySport1 Estate Mondiale (2016) e, fino al 2019, Goal Deejay. Nel 2015 ha fatto parte degli inviati per la trasmissione televisiva Open Space condotta su Italia 1 da Nadia Toffa e nell’estate 2017 ha condotto con Alessia Marcuzzi e Daniele Battaglia il Summer Festival in prima serata su Canale 5.

Nel 2018 ha condotto la seconda edizione di DanceDanceDance, in prima serata su Fox Life e TV8, con Andrea Delogu. A dicembre dell’anno seguente ha iniziato a condurre Storytellers per VH1, il canale del digitale terrestre di MTV.

Scopri chi è Nicolò De Devitiis, una vita tra conduzione in radio e televisione
Nicolo De Devitiis a un evento Paramount+ (Getty Images).

La radio e la conduzione

Oltre alle trasmissioni per la televisione, Nicolò è stato speaker radiofonico per Radio 105 con le Kris in Kris & Love e su Radio 2 con Angela Rafanelli in Radio2 Sunset. Dal 2020 fino al 2022 è stato il conduttore ufficiale del Giffoni Film Festival. Da agosto 2021 ha condotto, su Radio Zeta, Collettivo Zeta insieme al cantante Alfa e, su Sky, la 2ª stagione di On The Road Again con Guido Meda. Da gennaio 2022 è anche speaker radiofonico per Radio 105 con la conduzione di puntate settimanali del programma 105 Loves Music. Il 20 giugno 2023 è conduttore, insieme a Isobel Kinnear, di Amici Full Out, il concerto all’Ippodromo delle Capannelle dedicato ai giovani artisti del talent di Maria De Filippi.

Nicolò De Devitiis, la vita privata

Dal giugno del 2019 Nicolò è fidanzato con l’ex Iena Veronica Ruggeri e la relazione è stata confermata proprio da lui durante un’intervista a Grazia: «Mi sento molto bene con lei. Per via del lavoro che ci impegna entrambi, non abbiamo mai avuto molto tempo per stare insieme». Tra le sue ex più note c’è l’ex Miss Italia Eleonora Pedron.

In Ucraina mezzi inutilizzabili e armi obsolete: cosa non va nelle forniture militari

Dall’indipendenza nel 1991, l’Ucraina nel corso degli anni ha venduto un’ampia porzione delle sue vaste scorte di armi dell’era sovietica, ottenendo grossi profitti: l’arsenale del Paese, in particolare, si è ridotto durante la presidenza del filorusso Viktor Yanukovich. Il problema della scarsità degli armamenti è venuto alla luce in occasione dell’annessione unilaterale della Crimea da parte della Federazione Russa, poi con la guerra del Donbass e, ancor di più, con l’invasione su larga scala iniziata il 24 febbraio 2022. Quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, Kyiv si è trovata alla disperata ricerca di armi e munizioni. Come sottolineato a inizio aprile dal segretario generale della NatoJens Stoltenberg, «gli alleati hanno erogato quasi 150 miliardi di euro di sostegno all’Ucraina, inclusi 65 miliardi di euro di aiuti militari». Ma, come riporta un’inchiesta del New York Times, le autorità ucraine hanno pagato più di 800 milioni di dollari ai fornitori occidentali nel corso dell’anno passato, in base a contratti rimasti in tutto o in parte inadempiuti: moltissime le armi che non sono state consegnate, tanti i mezzi incapaci di muoversi o sparare, buoni tutt’al più per recuperare qualche pezzo di ricambio.

Mezzi inutilizzabili e armi obsolete, cosa non va nelle forniture militari all'Ucraina
La bandiera ucraina apposta su un mezzo arrivato dagli Usa (Getty Images).

Il 30 per cento dell’arsenale di Kyiv è costantemente in riparazione

Che qualcosa vada male, nella frenesia della corsa alle armi, ci sta. Molti delle forniture da parte degli alleati occidentali comprendevano armi di ultima generazione, come i sistemi di difesa aerea americani che si sono dimostrati altamente efficaci contro droni e missili russi. Ma in altri casi gli alleati hanno fornito attrezzature finite da tempo nei magazzini che, nella migliore delle ipotesi, necessitavano di ampie revisioni. Come scrive il Nyt, il 30 per cento dell’arsenale di Kyiv è costantemente in riparazione: un tasso elevato, soprattutto per un esercito che ha bisogno di tutte le armi per dare il via all’attesa controffensiva.

Il caso dei 33 obici donati dall’Italia, poi riparati (male) in Florida

L’inchiesta del quotidiano statunitense cita la consegna di 33 obici semoventi M109 messi fuori servizio alcuni anni fa, donati all’Ucraina dall’Italia, «richiesti, comunque, da parte ucraina, nonostante le condizioni, per essere revisionati e messi in funzione, vista la urgente necessità di mezzi per fronteggiare l’aggressione russa», come precisato dal ministero della Difesa. Non è tanto il fatto che gli obici fossero da revisionare: Roma lo ha messo in chiaro e Kyiv li ha voluti lo stesso. Ma quanto successo dopo. Come scrive il New York Times, il governo ucraino ha inviato i pezzi d’artiglieria alla Ultra Defense Corporation di Tampa, in Florida, pagando quasi 20 milioni di dollari per la riparazione. Quando 13 dei 33 obici sono finalmente arrivati in Ucraina, si sono rivelati «non adatti a missioni di combattimento».

Mezzi inutilizzabili e armi obsolete, cosa non va nelle forniture militari all'Ucraina. L'inchiesta del New York Times.
Un Humvee dell’esercito americano (Getty Images).

Gli Humvee arrivati in Polonia con le gomme a terra

Nell’estate del 2022 a un’unità dell’esercito americano è stato ordinato di spedire 29 Humvee in Ucraina da un deposito a Camp Arifjan, una base in Kuwait. Alla fine di agosto, gli appaltatori privati incaricati di revisionare i mezzi avevano riparato trasmissioni, batterie scariche, perdite di fluidi, luci rotte, serrature delle porte e cinture di sicurezza sugli Humvee, facendo sapere che tutti e 29 gli automezzi militare da ricognizione dell’esercito americano erano pronti per l’Ucraina. Il lavoro era stato verificato, a quanto pare, dall’unità dell’esercito Usa di stanza in Kuwait. Ma, quando gli Humvee sono arrivati in Polonia, si è scoperto che le gomme di 26 mezzi su 29 erano inutilizzabili. Ci è voluto quasi un mese per trovare abbastanza pneumatici sostitutivi, il che «ha ritardato la spedizione di altre attrezzature in Ucraina e ha richiesto manodopera e tempo significativi», ha rilevato un rapporto del Pentagono. Ma gli appaltatori si sono fatti comunque pagare a caro prezzo per il loro servizio.

Manutenzione pessima, ma pagata a caro prezzo

La stessa cosa, aggiunge il Nyt, è successa con una fornitura di obici M777, sempre da parte della stessa unità. I pezzi di artiglieria erano in condizioni talmente pessime da essere stati rimandati al mittente, che dunque li ha riparati due volte. Ma sono solo alcuni esempi, riguardanti peraltro mezzi e armi che, alla fine, sono arrivate nella disponibilità di Kyiv.

Mezzi inutilizzabili e armi obsolete, cosa non va nelle forniture militari all'Ucraina. L'inchiesta del New York Times.
Lo sparo di un obice M777 a Bakhmut (Getty Images).

Come hanno precisato gli interlocutori del New York Times, che hanno partecipato all’acquisto di armi, in diversi casi la fornitura non è nemmeno avvenuta e non sempre gli intermediari hanno restituito il denaro. Diversi i contratti che non sono stati rispettati dall’inizio della primavera 2023, come persi nella frenesia da controffensiva. Che, forse non a caso, tarda ad arrivare.

L’accordo tra Neymar e la fidanzata Bruna Biancardi: lui la può tradire, ma a tre condizioni

Un giornale di gossip brasiliano, “Em Off”, ha riportato una notizia (o per meglio dire un pettegolezzo) decisamente curiosa su Neymar da Silva Santos Júnior, in questo periodo storico fermo a causa di un post operatorio per un intervento ai legamenti della caviglia.

L’accordo fra Neymar e la fidanzata: lui la può tradire, ma a tre condizioni

La notizia, ripresa anche dal media spagnolo “Marca” fa riferimento ad una decisione che Neymar avrebbe preso di comune accordo con la fidanzata Bruna Biancardi, con la quale sembra in realtà essere più innamorato che mai. A quanto pare, Neymar avrebbe ricevuto l’autorizzazione per farle le corna, ma a tre condizioni specifiche.

Neymar potrebbe dunque non solo flirtare con altre donne ma persino andarci a letto a patto che, prima di tutto, lo faccia in maniera discreta: il calciatore, insomma, non dovrebbe farsi vedere con altre in maniera plateale. La seconda regola che gli è concessa è fare sesso con altre donne ma utilizzando sempre il preservativo, per proteggersi da malattie veneree e dal rischio di gravidanze indesiderate. Infine Biancardi ha imposto a Neymar di non baciare in bocca le donne con cui la potrebbe tradire.

Voci di corridoio che per il momento non trovano conferme né smentite

Quanto detto fino a questo punto corrisponde, chiaramente, a semplici rumor. Eppure il media brasiliano ha portato anche delle prove a sostegno di questa tesi: di recente, infatti, Neymar avrebbe effettivamente tradito la ragazza con un’altra influencer, per di più alla vigilia di San Valentino. Nonostante le “corna”, il gesto di Neymar non avrebbe in alcun modo infastidito Biancardi.

Pare inoltre che lo stesso media abbia provato a entrare in contatto con Neymar per una conferma o una smentita dell’indiscrezione. Per il momento, tuttavia, il diretto interessato non ha ancora fornito spiegazioni nel merito della questione.