Andrea Viero verso la presidenza di Invitalia

Accordo politico sulle due caselle più importanti della controllata del Mef. Al posto dell’uscente Tesauro potrebbe sedersi il manager Fincantieri. Confermato l’ad Domenico Arcuri. Sempre che dopo 14 assemblee si riescano a fare le nomine per il cda.

Tredici assemblee non sono state sufficienti a rinnovare i vertici di Invitalia, la holding per lo sviluppo del governo. La prima si è tenuta all’inizio di giugno. Non solo: da una decina di giorni la guida dell’azienda di proprietà del Mef e vigilata dal Mise, è affidata – come prevede la legge – al Collegio sindacale, che può occuparsi solo dell’ordinaria amministrazione.

Una situazione che di fatto ha sostanzialmente bloccato le attività dell’Agenzia e delle sue controllate, a partire da Mediocredito Centrale e Infratel, solo per citare quelle più importanti. Un dato per tutti: il gruppo, nell’ultimo anno ha movimentato circa 8 miliardi di euro in incentivi, gare e appalti pubblici. Ovvero mezzo punto di Pil. Oggi, l’ennesimo rinvio: l’assemblea si è aggiornata a venerdì 29 novembre, nella speranza che l’esecutivo trovi un’intesa.

Per la verità il tema era già arrivato a Palazzo Chigi giovedì 21 novembre, quasi al termine di una riunione del Consiglio dei ministri dedicata quasi per intero a Taranto e poco prima che il premier Giuseppe Conte invitasse a cena la squadra di governo. E, a quanto risulta, sarebbe stato raggiunto un accordo politico sulle due caselle più importanti. In particolare, sulla poltrona del presidente, al posto dell’uscente Claudio Tesauro, potrebbe sedersi un manager Fincantieri, Andrea Viero.

Confermato, invece, l’attuale amministratore delegato, Domenico Arcuri, fortemente voluto dal presidente del Consiglio, da Pd e da un’importante parte del M5s. Poi, però, tutto si è arenato quando si è passato a discutere gli altri tre nomi da scegliere per il nuovo Cda dell’Agenzia. Se ne parlerà, probabilmente, la prossima settimana. In tempo utile per la quattordicesima assemblea. Sperando che, finalmente, qualcuno decida di decidere.

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Massimo Perotti è l’Imprenditore dell’Anno

Ieri sera a Milano la cerimonia di consegna del premio nazionale giunto alla sua XXIII edizione organizzato da EY

È
stato premiato a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana a Milano, Massimo Perotti,Executive Chairman di
Sanlorenzo S.p.A., vincitore nazionale
della XXIII edizione del Premio EY L’Imprenditore dell’Anno®

che si è svolto con il supporto di Banca Akros (Gruppo Banco BPM) e Board
International
. Il riconoscimento conferito da EY, leader mondiale
nei servizi professionali
di revisione e organizzazione contabile,
assistenza fiscale e legale, transaction e consulenza, è riservato agli imprenditori
italiani
alla guida di aziende con un fatturato di almeno 25
milioni di euro
che creano valore, con spirito innovativo e visione
strategica, contribuendo alla crescita dell’economia.

Oltre
a Perotti altri sei vincitori di categoria, più un Premio Speciale
della Giuria e il Premio EY Start Up. Tutti i riconoscimenti sono stati assegnati
dalla giuria che, presieduta da Gianni Mion, Presidente di Edizione, e
composta dall’imprenditore Alberto Baban, da Paolo Boccardelli,
Direttore di LUISS Business School; Guido Corbetta, Professore ordinario
di Corporate Strategy presso l’Università Bocconi di Milano; Monica Mandelli,
Managing Director in KKR &  Co. a New
York; Marco Nocivelli, Presidente e Amministratore Delegato Gruppo Epta;
Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di KIKO S.p.A.; Paolo
Scudieri
, Amministratore Delegato di Adler Plastic S.p.A. e Nunzio
Tartaglia
, Responsabile CDP Imprese, ha dichiarato specifiche
motivazioni
per ogni premio assegnato.

TUTTO SUL VINCITORE

La giuria ha decretato Massimo Perotti imprenditore dell’anno «per essere riuscito a trasformare una bella realtà italiana in un brand riconosciuto a livello mondiale come massima espressione dell’eleganza e dell’esclusività del Made in Italy, affrontando il percorso di crescita con coraggio e determinazione, investendo costantemente sul territorio e sulle persone».

Grande
la soddisfazione da parte dell’imprenditore che appresa la notizia ha
commentato: «È per me un grande onore ricevere questo riconoscimento che
premia innanzitutto l’impegno e la dedizione che l’intera
azienda
ha profuso in questi anni – ha detto Perotti – All’origine di ogni
successo c’è sempre un lavoro di squadra e se abbiamo raggiunto i
vertici della produzione mondiale di yacht e superyacht, devo ringraziare gli
uomini e le donne che lavorano in Sanlorenzo. È soprattutto merito loro se
siamo in grado di realizzare progetti la cui qualità e cura ineguagliabile
sono apprezzate in tutto il mondo grazie a una combinazione unica di
artigianalità, tecnologia, design e passione
».

LE IMPRESE ITALIANE DEVONO FARE SISTEMA

«L’Italia, nel corso della sua storia, ha continuato a creare imprese straordinarie, realtà imprenditoriali eccellenti e uniche che hanno saputo superare le difficoltà, crescere e spesso affermarsi anche su scala internazionale – ha precisato Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY in Italia e Managing Partner dell’area Mediterranea – EY le ha sostenute e, con questo Premio, celebrate. Oggi l’accresciuta competitività a livello globale impone nuove sfide. Per vincerle, le imprese italiane devono investire e fare sistema con l’obiettivo di recuperare produttività, puntando soprattutto sulle aree in cui siamo più distintivi, come la meccanica, il design, il manifatturiero e l’automazione. E devono agire da stimolo per il rinnovamento della Pubblica Amministrazione, fattore determinante per la progressione del sistema paese».

«Attraverso
il Premio EY L’Imprenditore dell’Anno da ventitré anni premiamo le eccellenze
italiane. Le storie di questa edizione includono Family Business longeve
e imprenditori di prima generazione che in poco più di un decennio hanno
saputo conquistare una leadership internazionale – ha puntualizzato Luca Pellizzoni, Partner EY,
Responsabile italiano del Premio L’Imprenditore dell’Anno – Sono storie che
testimoniano come l’imprenditoria italiana sia rinomata a livello
mondiale per l’eccellenza delle proprie aziende capaci, creative e
all’avanguardia».

SEI CATEGORIE, I PREMIATI

Perrotti non è stato l’unico ad ottenere un riconoscimento. Affianco a lui altri sei grandi imprenditori che si sono distinti nel loro lavoro.

Va ad Angelo Benedetti, Presidente e
Amministratore Delegato di Unitec S.p.A ilpremioIndustrial & Diversified Products «per essere riuscito a creare un
gruppo diventato leader nel proprio settore attraverso una lungimirante
direzione strategica che ha sempre posto al centro innovazione e affidabilità».
Per la categoria Food & Beverage,
invece, premiato Michele Andriani, Presidente e Amministratore Delegato
di Andriani S.p.A., «per il suo grande impegno per la
sostenibilità che ha consentito di coniugare crescita economica con la
salvaguardia dell’ambiente e della società».

Giancarlo e Alberto Zanatta, rispettivamente Fondatore e Presidente di
Tecnica Group S.p.A., hanno ricevuto
il Premio Fashion, Design & Luxury
«per essere riusciti a costruire un gruppo riconosciuto a livello
internazionale per i marchi di assoluta eccellenza simboli di qualità,
innovazione, tecnologia e design italiano». Il Premio Innovation è andato a Emidio Zorzella e Massimo
Bonardi
, rispettivamente CEO e Founder e Managing Director e Founder di Antares Vision S.p.A., «per la
passione, lo sviluppo tecnologico e la fiducia nelle persone che hanno
consentito di trasformare in poco più di 10 anni un “laboratorio di idee” in un
gruppo leader a livello internazionale nel proprio settore».

Si
affianca il Premio Globalization
che quest’anno è stato consegnato a Laura
Colnaghi Calissoni
, Presidente e Amministratore Delegato di Gruppo Carvico, «per la tenacia con
cui è riuscita ad affermarsi a livello globale, attraverso importanti
investimenti, sperimentazione continua e diversificazione dell’offerta, sempre
all’insegna della più alta qualità». Chiudono la rosa dei premiati i fratelli Attilio Zanetti, Vice
Presidente e Consigliere Delegato, Matteo Zanetti, Vice Presidente e
Consigliere Delegato, e Paolo Zanetti, Consigliere Delegato, che
rappresentano la quarta generazione alla guida dell’azienda di famiglia Zanetti
S.p.A.
a cui va il premio Family Business «per aver portato
l’eccellenza italiana in tutto il mondo conciliando tradizione e innovazione,
legame con il territorio e rispetto per l’ambiente. Un filo conduttore che si
tramanda con grande passione di padre in figlio da oltre 100 anni».

PREMIO SPECIALE E EY START UP

La giuria 2019 ha, inoltre, assegnato altri due riconoscimenti. Il Premio Speciale della Giuria a Paolo Maggioli, Presidente e Amministratore Delegato di Maggioli S.p.A., «per l’importante contribuito alla trasformazione digitale, all’innovazione e alla semplificazione della Pubblica Amministrazione, delle aziende e dei professionisti» e il Premio EY Start Up, giunto alla quinta edizione e sostenuto da P10, a Mattia Capulli, Co-fondatore, e Andrea Riposati, Co-fondatore e CEO di Dante Labs «per aver portato la scienza alla portata di tutti, contribuendo allo sviluppo del territorio e all’affermazione dell’Italia in un settore all’avanguardia».

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Al via MySisal: nuovi servizi per il canale retail

L’azienda ha lanciato un’unica e innovativa piattaforma con un portafoglio ricchissimo pensato a misura dei rivenditori

Sisal lancia MySisal l’innovativo
progetto ideato per supportare i rivenditori ed il loro business, per
migliorare l’attrattività del punto vendita e la qualità di
vita
del titolare e dei suoi familiari. MySisal, tramite un’unica e
innovativa piattaforma
, offre un portafoglio ricco di servizi
studiato a misura dei rivenditori per soddisfare le loro esigenze.

Il
progetto di MySisal è stato studiato, nell’ambito della recente gara per l’aggiudicazione
della concessione del SuperEnalotto e degli altri giochi numerici, per
garantire a Sisal di consolidare il valore della propria rete,
selezionando e qualificando i propri partner commerciali, migliorandone
l’approccio al mercato. Un investimento che guarda al futuro e che punta
alla crescita del canale retail
sul quale Sisal ha sempre investito garantendo
servizi all’avanguardia attraverso programmi di formazione,
coinvolgimento e visibilità per i propri ricevitori.

Parte
dunque una nuova fase per l’azienda che non solo lancia MySisal ma anche
una rinnovata rete di ricevitorie: ad oggi sono già circa 4mila
quelli che hanno accolto con interesse la proposta Sisal, confermandone la validità
e convenienza.

TUTTO SULLA PIATTAFORMA

Tre le aree di interesse sulle quali la piattaforma MySisal si concentra realizzate grazie al costante ascolto delle necessità dei rivenditori. MY CUSTOMER è il servizio che consente di aumentare i clienti e il traffico presso il punto vendita grazie ad un’esclusiva territoriale, la visibilità sui siti del Gruppo e sul web con pagine dedicate. I rivenditori potranno inoltre richiedere e ricevere a domicilio materiali di marketing per il proprio punto di vendita e allestire il proprio locale per promozioni e iniziative in-store. MY BUSINESS,invece, è il canale che consente di incrementare i ricavi grazie alla copertura degli oneri relativi alla garanzia finanziaria e tecnologica legata alla concessione per il SuperEnalotto e gli altri giochi numerici, oltre che un’assicurazione a copertura delle principali esigenze del punto vendita. MY LIFE, infine, dà la possibilità ai rivenditori di accedere ad una polizza sanitaria permettendo loro di migliorare la propria vita privata e quella delle loro famiglie. È inclusa in questo servizio anche l’opportunità di vivere momenti di intrattenimento, occasioni di crescita culturale e altri benefit personali. 

Per aderire alla
piattaforma MySisal i rivenditori possono chiamare il numero verde 800 778866,
già attivo (digitando l’opzione 3).

Marco Caccavale, Direttore della Business Unit Lottery

LA PIATTAFORMA È PRONTA AD ARRICCHIRSI

«Sono particolarmente orgoglioso di annunciare l’avvio del percorso di selezione e qualificazione del nostro network di ricevitori, che integrato con il progetto MySisal, rappresenta un investimento sul futuro del retail nel nostro Paese – ha sottolineato Marco Caccavale, Direttore della Business Unit Lottery del Gruppo Sisal – Un’innovativa piattaforma che si arricchirà nel tempo, ideata e realizzata da un team interno di elevata professionalità, che certamente contribuirà a far evolvere il canale di prossimità nel suo complesso, migliorare la qualità del rapporto e consolidare la partnership tra Sisal e i punti vendita che aderiranno al progetto».

SISAL SI ESPANDE A LIVELLO INTERNAZIONALE

Un nuovo tassello quello di My Sisal per l’azienda che dopo l’aggiudicazione della concessione del business Giochi Numerici per altri nove anni, sta portando avanti una significativa espansione internazionale con una business purpose sempre più competitiva. Nel 2018, infatti, Sisal si è aggiudicata la gara indetta dalla Société de Gestion de la Loterie Nationale del Marocco che prevede, dal primo gennaio del 2019, la gestione delle Lotterie Nazionali in Marocco per ben 9 anni. Dal 2019, inoltre, il Gruppo è presente anche sul mercato spagnolo grazie alla licenza conseguita sul mercato del gioco online, traguardo che si affianca al contratto decennale per la gestione e lo sviluppo di un sistema giochi in Turchia.

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Poste Italiane, la comunicazione interna come chiave di successo aziendale

Un’app per 130 mila dipendenti. Una nazionale di calcio allenata da un ex campione. L’ascolto delle persone. E il piano al 2022 punta a fare anche di più.

Un’app che connette 130 mila dipendenti, una nazionale di calcio aziendale e poi ascolto, pari opportunità, servizi di welfare e iniziative che coinvolgono anche la famiglia. Nel piano industriale di Poste Italiane “Deliver 2022”, lanciato dall’amministratore delegato Matteo Del Fante a febbraio 2018, il coinvolgimento dei dipendenti, e dunque la comunicazione interna, diventa ancora più importante. Tante le iniziative originali. Basti pensare che i lavoratori possono perfino trasformarsi in reporter: così almeno è stato per 42 persone selezionate per il ruolo di corrispondenti dalle diverse regioni italiane. Il loro compito è condividere con la redazione di Poste News storie e notizie dal territorio di competenza. L’azienda sta anche per lanciare “Posteaperte tutto l’anno” una serie di iniziative, sia in presenza sia online, che prevedono il coinvolgimento dei dipendenti e dei loro figli.  

L’APP CHE METTE IN COMUNICAZIONE I 130 MILA DIPENDENTI

Tra le ultime novità c’è l’applicazione “NoidiPoste” che connette tutti i 130mila dipendenti. Viene usata per gestire le trasferte, segnalare le assenze per malattia o trovare i contatti dei colleghi, che sono diffusi in oltre 12.800 uffici postali. La funzione “Camera con vista” consente ai dipendenti che rispondono ad una serie di requisiti di prenotare alloggi per le vacanze gratuiti in località turistiche. Sull’app si può consultare il menù della mensa, esprimere opinioni su prodotti e servizi di Poste e leggere tutte le ultime notizie aziendali.

LA NAZIONALE DI CALCIO DI POSTE.

Per fare squadra tra colleghi, Poste Italiane ha creato la sua “Nazionale” di calcio. È formata da 30 dipendenti tesserati in società dilettantistiche che praticano il calcio a livello agonistico, scelti tra 700 candidati e allenati dall’ex campione di Padova, Juventus e Fiorentina Angelo Di Livio. La comunicazione interna ha gestito attraverso la intranet tutto il processo di ricerca e selezione dei calciatori candidati alla Nazionale Gialloblù. Un’iniziativa premiata dalla “Intranet Italia Champions” (il contest che premia le migliori iniziative intranet italiane) come una tra le più interessanti case history di successo.

LE INIZIATIVE DI ASCOLTO DEI DIPENDENTI.

Poste Italiane, inoltre, fa un ampio uso di sondaggi interni per valorizzare il punto di vista di tutti i dipendenti. Per esempio, ha messo in pista InEvidenza, un’indagine sulla valutazione della comunicazione interna. Poi c’è Valore, rivolta ad un target specifico di colleghi, tra cui i portalettere, per la rilevazione del grado di soddisfazione su alcuni aspetti rilevanti della propria attività lavorativa. #DaiVocealFuturo invece è un sondaggio d’opinione per la popolazione di BancoPosta e BancoPosta Fondi SGR, con l’obiettivo di ricevere opinioni e spunti per migliorare performance e soddisfazione. Infine, Progetto Sport, la survey dedicata agli sport praticati in Poste su tutto il territorio, con l’obiettivo di ragionare su nuove iniziative di aggregazione tra colleghi. 600 lavoratori sono stati inoltre coinvolti nell’iniziativa “Libera il tuo talento”, progetto di autopromozione di team di dipendenti con un’idea originale. Il dialogo ha avuto poi un ulteriore sbocco concreto con l’accordo raggiunto lo scorso giugno 2018 con le organizzazioni sindacali che prevede, per il triennio 2018-2020, il coinvolgimento di 6 mila lavoratori con nuove assunzioni, stabilizzazione dei rapporti a tempo determinato e conversione di “part time” in “full time”.

UN PIANO SANITARIO PER TUTTI I DIPENDENTI.

Altre iniziative di comunicazione interna sono poi legate ai progetti aziendali in tema di welfare. Nell’ultimo rinnovo del contratto di lavoro del personale, Poste ha istituito un Fondo di Assistenza sanitaria gratuito per i dipendenti. Al Piano possono iscriversi tutti i dipendenti con contratto a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti e i neoassunti. Nell’ambito del progetto “Piano Salute”, inoltre, sono previsti seminari informativi, oltre a visite gratuite per la prevenzione oncologica realizzate in collaborazione con la Fondazione ANT (Assistenza Nazionale Tumori).

ATTENZIONE ALLE PARI OPPORTUNITÀ.

I servizi di welfare non si fermano però alla sanità: infatti, le lavoratrici del gruppo in congedo di maternità hanno diritto al 100% della retribuzione per tutti e cinque i mesi di assenza dal lavoro (meglio rispetto all’80% previsto per legge). Poste Italiane è attenta alle pari opportunità e allo sviluppo della managerialità femminile: al punto che il 44% dei componenti del CdA e il 45% dei quadri e dei dirigenti è donna (dati 2018). Una presenza resa possibile da iniziative di welfare come realizzazione di asili nido, adozione di modelli flessibili di organizzazione del lavoro e introduzione di percorsi formativi. La comunicazione interna, infine, è stata determinante per il successo di numerose iniziative di Poste Italiane legate alla solidarietà, come per esempio “Valori ritrovati”: un progetto di economia circolare realizzato in collaborazione con la Fondazione Caritas Roma Onlus, a cui vengono affidati i pacchi che non possono essere recapitati al destinatario per aiutare le famiglie socialmente svantaggiate.

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Tutto da rifare per Alitalia, commissari verso l’ottava proroga

Il 21 novembre scadono i termini per l’acquisto della compagnia, ma non ci sono offerte. Nessun partner commerciale si è fatto avanti.

Le tessere sul tavolo non sono sufficienti e per Alitalia è tutto da rifare.

Il 21 novembre scade il termine per la presentazione delle offerte d’acquisto della compagnia, ma nessun partner commerciale si è fatto avanti.

E così Ferrovie dello Stato, tra Lufthansa che non intende aprire il portafoglio e Atlantia che si sfila, non può fare altro che prendere atto della mancanza delle «condizioni necessarie» per costituire il consorzio.

LEGGI ANCHE: Alitalia, dallo Stato 9 miliardi in 40 anni

PATUANELLI CI CREDE ANCORA

Il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ritiene che ci sia ancora un margine di trattativa con gli americani di Delta e con la stessa Lufthansa. Ma la palla adesso torna ai commissari, che con ogni probabilità decideranno l’ennesima proroga (l’ottava) per la presentazione di un’offerta vincolante. Una proroga di un paio di settimane, venti giorni al massimo, purché l’intera operazione venga chiusa entro marzo 2020.

SULLO SFONDO IL RISCHIO LIQUIDAZIONE

Sullo sfondo resta sempre l’ipotesi della liquidazione. Il board di Fs, da 13 mesi capofila della cordata per la nuova Alitalia, il 20 novembre si è riunito per fare il punto sulla posizione dei partner coinvolti nelle trattative: Delta ha «confermato la disponibilità a partecipare all’equity» con 100 milioni per una quota del 10%; Lufthansa ha invece «prospettato la disponibilità a un accordo commerciale, ma non a un ingresso immediato nell’equity»; infine Atlantia, pur restando disponibile a proseguire il confronto, non vede ancora realizzate le condizioni per l’adesione al progetto.

FS COSTRETTA A PROSEGUIRE LE TRATTATIVE

Alla luce di tutto questo, Fs è costretta a proseguire le negoziazioni e attende le valutazioni dei commissari su come procedere. Ma la strada, come detto sopra, è già segnata e passerà per una nuova proroga. Secondo il ministro Patuanelli, Lufthansa chiede cose che si possono ottenere, ma dovrebbe «fare un piccolo sforzo iniziale e cioè compartecipare all’equity da subito». Anche la proposta di Delta sarebbe interessante, ma mancherebbe «quel quid in più che cercheremo di creare nelle prossime ore».

IL PESSIMISMO DI SALVINI

Gli fa eco la titolare dei Trasporti, Paola De Micheli: «Lufthansa o Delta, siamo ragionevolmente ottimisti sulla chiusura positiva della vertenza». Ma non mancano le critiche. Matteo Salvini non crede in una soluzione: «Rinvieranno ancora e ci metteranno soldi pubblici». Mentre Stefano Fassina suggerisce il passaggio degli asset a una società controllata dallo Stato. Intanto Alitalia prosegue il trend in crescita dei ricavi. Novembre verrà chiuso con un aumento di circa il 6%, mentre a dicembre la crescita sarà del 7%, promette il chief business officer Fabio Lazzerini, assicurando che «Alitalia non è guarita, ma sta meglio di prima».

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Come il cibo è diventato uno status symbol anche per gli italiani

Uno studio fotografa il nuovo prototipo di consumatore 4.0. Mangia poco, ma bene. Non ha “fame”, bensì appetito. Cerca il piacere e la salute. L’analisi delle evolute abitudini alimentari.

Non ditelo a Matteo Salvini, che ingurgita fiero piatti iper calorici a qualsiasi ora del giorno e della notte vantandosene su Twitter, per comunicare a quelli del “popolo”che lui è come loro, divora un po’ di tutto e male: ormai il cibo è uno status symbol, all’insegna del “dimmi come mangi e ti dirò chi sei”. E il consumatore è diventato 4.0, post-moderno e sempre più attento al rapporto con l’alimentazione.

TRA INNOVAZIONE E ACQUISTI CERTIFICATI

A delineare questo ritratto è stato l’Osservatorio cibi, produzioni, territorio (Cpt) di Eurispes, Uci e Univesitas Mercatorum, che ha raccolto dati, approfondito fenomeni e osservato come cambiano le abitudini dei consumatori nel position paper “I consumi alimentari: conoscere per agire”. Si parla di sempre di più di persone che non hanno “fame”, ma appetito, saziano la mente più che la pancia, sono sempre più informate e consapevoli, cercano l’innovazione e il piacere così come la salute, acquistano prodotti certificati ma non si fidano più solo di un bollino.

I CONSUMI ALIMENTARI SONO L’11% DEL PIL

I consumi delle famiglie rappresentano la quota più importante del Prodotto interno lordo (Pil) italiano e, in quest’ambito, quelli alimentari pesano l’11% (secondo dati Istat del 2018). Ma conoscere il consumo, spiega questo studio, significa capire le persone, i loro valori, i loro desideri. E il consumatore di oggi «è un misto di antico e contemporaneo, è un consumatore post moderno che sta ribaltando il suo rapporto con il consumo: dopo una lunga fase post bellica, nella quale il consumo ha sostanzialmente dominato sulla persona, è maturato un cambiamento di stato che mostra un altro soggetto, che ribalta i termini del proprio esistenziale socio-economico da consumatore-persona a persona-consumatore, attraverso alcuni atteggiamenti nuovi».

DA FATTO INDIVIDUALE A RELAZIONALE

Siamo al culmine, sostiene l’osservatorio, di un percorso di trasformazione intellettuale del cibo: da alimento a strumento di piacere, da fatto individuale a relazionale. «Una trasformazione a cui hanno contribuito i media innanzitutto con i format televisivi, l’ascesa dei cuochi star».

IL RIFERIMENTO: LA CERTIFICAZIONE BIOLOGICA

Il nuovo consumatore è inoltre molto attento alla qualità, che individua attraverso alcuni elementi come la sicurezza alimentare, e in questo senso l’etichetta è fondamentale per convogliare le informazioni necessarie a rassicurare il consumatore; la qualità ambientale della terra d’origine dei prodotti; la naturalità dei processi dei prodotti, la certificazione biologica che è un riferimento per molti. E l’aspetto salutistico: il cibo è di qualità se «svolge funzioni positive per l’organismo».

SI DIVENTA “PRODUTTORI DI SIGNIFICATI”

In definitiva, il consumatore è diventato «attraverso l’insieme delle proprie scelte di consumo, un “produttore di significati“». Perché «non è il singolo atto di scelta che definisce la persona, ma l’intero insieme delle scelte di acquisto che, nell’identità che le sottende, assurgono a “sistema”». E «il possesso, la proprietà e l’utilizzo di simboli è un tratto essenziale del consumo: ieri l’automobile era probabilmente il simbolo-guida, poi è divenuta la griffe della moda, oggi il focus è sui comportamenti alimentari». E se anche Salvini la smettesse di condividere cibo spazzatura sui social? Per adesso resta ancora un’utopia.

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Cultura Crea, 107 milioni per la filiera culturale e creativa

La misura gestita da Invitalia si rivolge alle micro, piccole e medie imprese del settore in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia

Tra
i tanti incentivi alle imprese istituiti dal Governo c’è anche Cultura
Crea
, la misura di agevolazione, promossa dal Mibact (Ministero dei
beni e delle attività culturali e del turismo) e gestita da Invitalia,
che sostiene la nascita e la crescita di iniziative
imprenditoriali
e no profit nel settore della filiera culturale e
creativa.

Un
sostegno a tutte quelle realtà che puntano a valorizzare le risorse
culturali
del territorio di Basilicata, Calabria, Campania,
Puglia e Sicilia oltre che a consolidare i settori produttivi
collegati, rafforzando la competitività delle micro, piccole e medie imprese
in attuazione del PON FESR “Cultura e Sviluppo” 2014-2020 (Asse
Prioritario II). Le risorse
finanziarie stanziate ammontano a circa 107 milioni di euro. È prevista
una dotazione aggiuntiva di 7 milioni di euro.

A CHI SI RIVOLGE

Cultura Crea si rivolge alle micro, piccole e medie imprese dell’industria culturale e creativa, inclusi i team di persone che vogliono costituire una società, e ai soggetti del terzo settore che vogliono realizzare i loro programmi di investimento in Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.  

TRE SOTTOMISURE

Esistono tre sottomisure dI Cultura Crea, tutte rivolte alle PMI, che finanziano l’acquisizione di beni materiali ed immateriali, mai opere murarie. Le agevolazioni sono concesse nei limiti del regolamento de minimis

  1. TITOLO II per le newco:  imprese dell’industria culturale costituite da meno di 36 mesi, comprese, le cooperative. Si rivolge anche ai team di persone fisiche che vogliono costituire un’impresa ma la costituzione deve avvenire  entro i 30 giorni successivi alla comunicazione di ammissione alle agevolazioni. E’ possibile presentare domanda da tutti i Comuni delle cinque regioni oggetto dell’intervento. I programmi presentati possono prevedere spese fino a 400.000 euro, il 20% delle quali riferite alla gestione (consulenze specialistiche, costo del personale interno qualificato e spese per l’acquisizione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione). Cultura Crea finanzia iniziative che prevedono la creazione o l’introduzione di prodotti o servizi innovativi in specifiche aree tematiche: a) economia della conoscenza:  si intende lo sviluppo o l’applicazione di tecnologie che permettano di creare, organizzare, archiviare e accedere a dati e alle informazioni sull’industria culturale; b) conservazione:  indica lo sviluppo o l’applicazione di modalità e processi innovativi per le attività legate a restauro/manutenzione e recupero del patrimonio culturale; c) fruizione: si sviluppano modalità e strumenti innovativi di offerta di beni, anche in forma integrata con le risorse del territorio, processi innovativi per la gestione, acquisizione, classificazione, valorizzazione, diffusione del patrimonio culturale e risorse del territorio; piattaforme digitali, prodotti hardware e software per nuove modalità di fruizione e nuovi format narrativi, di comunicazione e promozione; d) gestione: indica lo sviluppo di strumenti e soluzioni applicative in grado di ingegnerizzare le attività di gestione di beni e attività culturali. Le agevolazioni prevedono congiuntamente: un finanziamento agevolato a tasso zero e un contributo a fondo perduto, entrambi fino al 40% della spesa ammessa.  In entrambi i casi il tetto delle agevolazioni è elevabile al 45% per i progetti presentati da imprese femminili, giovanili o in possesso del rating di legalità.
  • TITOLO III per il consolidamento di imprese
    già costituite
    : le
    proposte devono essere presentate da imprese costituite da più di 36 mesi. La
    localizzazione dell’impresa deve essere fissata in uno dei Comuni agevolati
    (quelli previsti dall’Allegato 1 sezione A del Decreto dell’11 Maggio del 2016
    direttamente riferiti agli Attrattori); è interamente escluso il territorio della Regione Sicilia. I programmi presentati possono prevedere
    spese fino a 500.000 euro, il 20% delle quali riferite alla gestione (consulenze
    specialistiche e costo del personale interno qualificato, spese per
    l’acquisizione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione). In
    questa sottomisura è possibile presentare iniziative imprenditoriali che si
    riferiscano anche all’accoglienza turistica ed all’incoming, all’artigianato ed
    alla ristorazione, purché connesse agli attrattori individuati, oltre ai già
    citati interventi connessi all’industria culturale e creativa in senso stretto.
    Le agevolazioni prevedono
    congiuntamente: un finanziamento agevolato a tasso zero fino al 60% e un
    contributo a fondo perduto fino al 20% della spesa ammessa.  In entrambi i casi il tetto delle
    agevolazioni è elevabile rispettivamente al 65% ed al 25% per i progetti
    presentati da imprese femminili, giovanili o in possesso del rating di
    legalità.
  • TITOLO IV per il terzo settore: iniziative già
    costituite al momento della presentazione della domanda, programmid’investimento
    nel limite di 400.000 euro. Le imprese devono essere localizzate nel territorio
    dei Comuni agevolati (individuati dall’Allegato 1 sezione B del Decreto dell’11 Maggio del 2016 e direttamente
    riferiti agli Attrattori). Non è
    prevista l’agevolazione delle spese di gestione
    . Le tipologie di iniziative
    ammesse sono: attività culturali ed artistiche, ricreative e di socializzazione,
    di protezione dell’ambiente e degli animali, manifatturiere, alberghi e
    ristoranti.  L’agevolazione concessa è
    nell’ordine dell’80% delle spese ammesse, interamente sotto forma di fondo
    perduto. L’agevolazione sale al 90% in caso di compagine a prevalente
    titolarità giovanile o femminile o in possesso del rating di legalità.

COME PRESENTARE LA DOMANDA

La domanda può essere inviata esclusivamente online, attraverso la piattaforma informatica di Invitalia che gestisce l’incentivo e valuta i business plan, eroga i finanziamenti e monitora la realizzazione dei progetti d’impresa.

Lo
sportello è aperto e le domande di finanziamento sono valutate, entro
60 giorni
, secondo l’ordine cronologico di arrivo.

Per
richiedere le agevolazioni è necessario registrarsi ai servizi online di
Invitalia (www.invitalia.it) per compilare direttamente online la domanda,
caricare il business plan e la documentazione da allegare. Per concludere la
procedura di presentazione della domanda è necessario disporre di una firma
digitale
e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).

TRE STORIE DI SUCCESSO

Tra le diverse attività finanziate con la misura Cultura Crea ci sono tre storie di successo che arrivano da Caserta, Napoli e Catania. Energreenup s.r.l., è la start-up innovativa di Caserta che realizza sistemi di monitoraggio ambientale per i musei ed i monumenti attraverso strumenti digitali che mettono in campo l’utilizzo di tecnologie efficienti e rinnovabili per garantire un reale abbattimento dei costi e migliorare le performances ambientali. Le mostre impossibili di Napoli realizza, invece, mostre di grandi artisti (Caravaggio, Leonardo, Botticelli etc.), con riproduzioni a dimensione reali ad altissima definizione in un unico luogo. Smartourism a Catania realizza applicazioni mobile per i Teatri dell’Opera che permettono agli spettatori di seguire su smartphone e tablet il libretto dell’Opera.

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Cultura Crea, 107 milioni per la filiera culturale e creativa

La misura gestita da Invitalia si rivolge alle micro, piccole e medie imprese del settore in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia

Tra
i tanti incentivi alle imprese istituiti dal Governo c’è anche Cultura
Crea
, la misura di agevolazione, promossa dal Mibact (Ministero dei
beni e delle attività culturali e del turismo) e gestita da Invitalia,
che sostiene la nascita e la crescita di iniziative
imprenditoriali
e no profit nel settore della filiera culturale e
creativa.

Un
sostegno a tutte quelle realtà che puntano a valorizzare le risorse
culturali
del territorio di Basilicata, Calabria, Campania,
Puglia e Sicilia oltre che a consolidare i settori produttivi
collegati, rafforzando la competitività delle micro, piccole e medie imprese
in attuazione del PON FESR “Cultura e Sviluppo” 2014-2020 (Asse
Prioritario II). Le risorse
finanziarie stanziate ammontano a circa 107 milioni di euro. È prevista
una dotazione aggiuntiva di 7 milioni di euro.

A CHI SI RIVOLGE

Cultura Crea si rivolge alle micro, piccole e medie imprese dell’industria culturale e creativa, inclusi i team di persone che vogliono costituire una società, e ai soggetti del terzo settore che vogliono realizzare i loro programmi di investimento in Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia.  

TRE SOTTOMISURE

Esistono tre sottomisure dI Cultura Crea, tutte rivolte alle PMI, che finanziano l’acquisizione di beni materiali ed immateriali, mai opere murarie. Le agevolazioni sono concesse nei limiti del regolamento de minimis

  1. TITOLO II per le newco:  imprese dell’industria culturale costituite da meno di 36 mesi, comprese, le cooperative. Si rivolge anche ai team di persone fisiche che vogliono costituire un’impresa ma la costituzione deve avvenire  entro i 30 giorni successivi alla comunicazione di ammissione alle agevolazioni. E’ possibile presentare domanda da tutti i Comuni delle cinque regioni oggetto dell’intervento. I programmi presentati possono prevedere spese fino a 400.000 euro, il 20% delle quali riferite alla gestione (consulenze specialistiche, costo del personale interno qualificato e spese per l’acquisizione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione). Cultura Crea finanzia iniziative che prevedono la creazione o l’introduzione di prodotti o servizi innovativi in specifiche aree tematiche: a) economia della conoscenza:  si intende lo sviluppo o l’applicazione di tecnologie che permettano di creare, organizzare, archiviare e accedere a dati e alle informazioni sull’industria culturale; b) conservazione:  indica lo sviluppo o l’applicazione di modalità e processi innovativi per le attività legate a restauro/manutenzione e recupero del patrimonio culturale; c) fruizione: si sviluppano modalità e strumenti innovativi di offerta di beni, anche in forma integrata con le risorse del territorio, processi innovativi per la gestione, acquisizione, classificazione, valorizzazione, diffusione del patrimonio culturale e risorse del territorio; piattaforme digitali, prodotti hardware e software per nuove modalità di fruizione e nuovi format narrativi, di comunicazione e promozione; d) gestione: indica lo sviluppo di strumenti e soluzioni applicative in grado di ingegnerizzare le attività di gestione di beni e attività culturali. Le agevolazioni prevedono congiuntamente: un finanziamento agevolato a tasso zero e un contributo a fondo perduto, entrambi fino al 40% della spesa ammessa.  In entrambi i casi il tetto delle agevolazioni è elevabile al 45% per i progetti presentati da imprese femminili, giovanili o in possesso del rating di legalità.
  • TITOLO III per il consolidamento di imprese
    già costituite
    : le
    proposte devono essere presentate da imprese costituite da più di 36 mesi. La
    localizzazione dell’impresa deve essere fissata in uno dei Comuni agevolati
    (quelli previsti dall’Allegato 1 sezione A del Decreto dell’11 Maggio del 2016
    direttamente riferiti agli Attrattori); è interamente escluso il territorio della Regione Sicilia. I programmi presentati possono prevedere
    spese fino a 500.000 euro, il 20% delle quali riferite alla gestione (consulenze
    specialistiche e costo del personale interno qualificato, spese per
    l’acquisizione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione). In
    questa sottomisura è possibile presentare iniziative imprenditoriali che si
    riferiscano anche all’accoglienza turistica ed all’incoming, all’artigianato ed
    alla ristorazione, purché connesse agli attrattori individuati, oltre ai già
    citati interventi connessi all’industria culturale e creativa in senso stretto.
    Le agevolazioni prevedono
    congiuntamente: un finanziamento agevolato a tasso zero fino al 60% e un
    contributo a fondo perduto fino al 20% della spesa ammessa.  In entrambi i casi il tetto delle
    agevolazioni è elevabile rispettivamente al 65% ed al 25% per i progetti
    presentati da imprese femminili, giovanili o in possesso del rating di
    legalità.
  • TITOLO IV per il terzo settore: iniziative già
    costituite al momento della presentazione della domanda, programmid’investimento
    nel limite di 400.000 euro. Le imprese devono essere localizzate nel territorio
    dei Comuni agevolati (individuati dall’Allegato 1 sezione B del Decreto dell’11 Maggio del 2016 e direttamente
    riferiti agli Attrattori). Non è
    prevista l’agevolazione delle spese di gestione
    . Le tipologie di iniziative
    ammesse sono: attività culturali ed artistiche, ricreative e di socializzazione,
    di protezione dell’ambiente e degli animali, manifatturiere, alberghi e
    ristoranti.  L’agevolazione concessa è
    nell’ordine dell’80% delle spese ammesse, interamente sotto forma di fondo
    perduto. L’agevolazione sale al 90% in caso di compagine a prevalente
    titolarità giovanile o femminile o in possesso del rating di legalità.

COME PRESENTARE LA DOMANDA

La domanda può essere inviata esclusivamente online, attraverso la piattaforma informatica di Invitalia che gestisce l’incentivo e valuta i business plan, eroga i finanziamenti e monitora la realizzazione dei progetti d’impresa.

Lo
sportello è aperto e le domande di finanziamento sono valutate, entro
60 giorni
, secondo l’ordine cronologico di arrivo.

Per
richiedere le agevolazioni è necessario registrarsi ai servizi online di
Invitalia (www.invitalia.it) per compilare direttamente online la domanda,
caricare il business plan e la documentazione da allegare. Per concludere la
procedura di presentazione della domanda è necessario disporre di una firma
digitale
e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).

TRE STORIE DI SUCCESSO

Tra le diverse attività finanziate con la misura Cultura Crea ci sono tre storie di successo che arrivano da Caserta, Napoli e Catania. Energreenup s.r.l., è la start-up innovativa di Caserta che realizza sistemi di monitoraggio ambientale per i musei ed i monumenti attraverso strumenti digitali che mettono in campo l’utilizzo di tecnologie efficienti e rinnovabili per garantire un reale abbattimento dei costi e migliorare le performances ambientali. Le mostre impossibili di Napoli realizza, invece, mostre di grandi artisti (Caravaggio, Leonardo, Botticelli etc.), con riproduzioni a dimensione reali ad altissima definizione in un unico luogo. Smartourism a Catania realizza applicazioni mobile per i Teatri dell’Opera che permettono agli spettatori di seguire su smartphone e tablet il libretto dell’Opera.

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Alitalia, Atlantia avverte il governo: «Non ci sono le condizioni per l’offerta»

Dura nota della società Benetton che in «mancanza di significative evoluzioni», informa che per ora non aderisce al consorzio per rilanciare la compagnia di bandiera. Ma il confronto resta aperto.

Alitalia, storia infinita. In teoria ci si aspettava di chiudere la fase dell’offerta il 21 novembre. E invece a 48 dalla data prevista, uno dei tasselli principali e il più controverso per rimettere insieme il puzzle della compagnia di bandiera italiana tira il freno a mano. Atlantia, la società dei Benetton che controlla Autostrade per l’Italia, il 19 novembre ha diffuso una comunicazione che suona come un avvertimento al governo: «Preso atto della mancanza di significative evoluzioni» nelle problematiche rappresentate il 15 ottobre scorso, si legge nel comunicato, la società «informa che allo stato non si sono ancora realizzate le condizioni necessarie per l’adesione della società al Consorzio finalizzato alla presentazione di un’eventuale offerta vincolante su Alitalia». La nota precisa tuttavia che «resta in ogni caso ferma la disponibilità a proseguire il confronto per l’individuazione del partner industriale e per la definizione di un business plan condiviso, solido e di lungo periodo per il rilancio di Alitalia».

INDETTO LO SCIOPERO NAZIONALE DEL TRASPORTO AEREO IL 13/12

Il perdurare della crisi della compagnia aerea è anche alla base dello sciopero nazionale di 24 ore del trasporto aereo che i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl hanno indetto per venerdì 13 dicembre. Oltre ad Alitalia le organizzazioni dei lavoratori del comparto chiedono a tutte le aziende l’applicazione del contratto di settore, e il rifinanziamento del Fondo di Solidarietà del trasporto aereo.

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L’ad di Fs Battisti nominato Ambasciatore europeo per la diversità

La carica conferita all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato dalla Commissaria Ue ai Trasporti Violetta Bulc.

Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale di Ferrovie dello Stato Italiane, è stato nominato “Ambasciatore Europeo per la diversità“, con il ruolo di promuovere la strategia dell’inclusione nel settore dei trasporti. La nomina – spiega una nota di Ferrovie – è stata conferita da Violeta Bulc, Commissaria Europea ai Trasporti: «Il riconoscimento testimonia l’apprezzamento della Commissaria Bulc all’impegno e al contributo del Gruppo FS Italiane a sostegno della diversità e dell’inclusione nel settore dei trasporti, nell’ambito della Piattaforma per il Cambiamento (Platform for Change), istituita dalla Commissione Europea nel 2017».

«ORGOGLIOSI DEL RICONOSCIMENTO»

«Il riconoscimento testimonia il nostro impegno nel valorizzare i talenti professionali e nell’attuare best practices nei processi industriali», ha sottolineato Battisti. «Valori che ci consentiranno di essere leader nei mercati europei e, allo stesso tempo, di essere competitivi su quelli globali, cogliendo le opportunità di crescita e sviluppo grazie al contributo delle persone che fanno parte del Gruppo FS Italiane. È motivo d’orgoglio constatare che la Commissione Europea riconosca come il Gruppo abbia efficacemente coniugato, nel settore dei trasporti, lo sviluppo sostenibile con la creazione e il mantenimento di ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi delle diversità».

LA PIATTAFORMA UE PER IL CAMBIAMENTO

La Piattaforma per il Cambiamento (Platform for Change – Women in Transport) della Commissione Europea ha l’obiettivo di rafforzare l’occupazione femminile (al momento pari al 22% nel settore) e le pari opportunità per uomini e donne che lavorano nei trasporti.

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L’ad di Fs Battisti nominato Ambasciatore europeo per la diversità

La carica conferita all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato dalla Commissaria Ue ai Trasporti Violetta Bulc.

Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale di Ferrovie dello Stato Italiane, è stato nominato “Ambasciatore Europeo per la diversità“, con il ruolo di promuovere la strategia dell’inclusione nel settore dei trasporti. La nomina – spiega una nota di Ferrovie – è stata conferita da Violeta Bulc, Commissaria Europea ai Trasporti: «Il riconoscimento testimonia l’apprezzamento della Commissaria Bulc all’impegno e al contributo del Gruppo FS Italiane a sostegno della diversità e dell’inclusione nel settore dei trasporti, nell’ambito della Piattaforma per il Cambiamento (Platform for Change), istituita dalla Commissione Europea nel 2017».

«ORGOGLIOSI DEL RICONOSCIMENTO»

«Il riconoscimento testimonia il nostro impegno nel valorizzare i talenti professionali e nell’attuare best practices nei processi industriali», ha sottolineato Battisti. «Valori che ci consentiranno di essere leader nei mercati europei e, allo stesso tempo, di essere competitivi su quelli globali, cogliendo le opportunità di crescita e sviluppo grazie al contributo delle persone che fanno parte del Gruppo FS Italiane. È motivo d’orgoglio constatare che la Commissione Europea riconosca come il Gruppo abbia efficacemente coniugato, nel settore dei trasporti, lo sviluppo sostenibile con la creazione e il mantenimento di ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi delle diversità».

LA PIATTAFORMA UE PER IL CAMBIAMENTO

La Piattaforma per il Cambiamento (Platform for Change – Women in Transport) della Commissione Europea ha l’obiettivo di rafforzare l’occupazione femminile (al momento pari al 22% nel settore) e le pari opportunità per uomini e donne che lavorano nei trasporti.

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Università, presentata la ricerca di Intesa Sanpaolo e italiadecide

Una fotografia dell’istruzione universitaria e le proposte per migliorare il sistema. L’Italia presente con il 40% degli atenei nei primi 1.000 al mondo

Presentata
oggi, 19 novembre 2019, a Milano la ricerca pluriennale di italiadecide,
svolta in collaborazione con Intesa Sanpaolo, sulla reputazione
dell’Italia
che quest’anno si focalizza sul sistema universitario.
La ricerca a cura di Domenico Asprone, Pietro Maffettone e Massimo
Rubechi
, è stata presentata dal Presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria
Gros-Pietro
e del Presidente onorario di italiadecide Luciano
Violante
.

Lo
studio analizza la situazione dell’università, istituzione cardine di uno
stato avanzato, nel Bel Paese e propone indicazioni concrete in termini
di politiche pubbliche. Un mezzo importante per capire anche la valutazione
della sua qualità a livello internazionale e come essa viene
giudicata dal resto del mondo.

Luciano Violante e Gian Maria Gros-Pietro

I RISULTATI

Lo studio parla chiaro e mostra una fotografia nitida della nostra università in confronto al resto del mondo. Buono è il posizionamento medio dell’Italia, presente in classifica con il 40% degli atenei inclusi nei primi 1.000 a livello mondiale, migliore di Stati Uniti, Cina e Francia, con meno del 10% delle loro università, ma anche di Regno Unito, Germania e Spagna. Tuttavia, nessun ateneo italiano è tra i primi 100 nei due principali ranking internazionali. Poche, inoltre, le università per abitante rispetto ai principali Paesi europei, meno della metà rispetto a Francia, Germania, Regno Unito e circa un terzo degli Stati Uniti.

La
ricerca evidenzia inoltre come la realtà italiana venga penalizzata dai
parametri utilizzati dai principali ranking internazionali che valutano le singole
università
e non il sistema universitario nel suo complesso. Ciò
nonostante il posizionamento delle istituzioni universitarie italiane
sta rapidamente migliorando, risultato significativo in uno scenario che
vede la forte crescita della domanda di istruzione terziaria dall’Africa, dal
Medio Oriente e dall’Asia. Poca, ancora, la competitività del Bel
Paese. Il motivo? La scarsità delle risorse economiche a
disposizione.

Per
migliorare qualità e ranking delle università italiane e la loro percezione
all’estero, spiega la ricerca, servono politiche di reclutamento competitive,
maggior efficienza della macchina amministrativa, internazionalizzazione,
collaborazione con soggetti privati e tra gli atenei stessi e, infine, una
comunicazione più positiva.

UNIVERSITÀ, UN FATTORE SUL QUALE INVESTIRE

«La ricerca realizzata da italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo presenta una situazione non sorprendente per una Banca come la nostra che conosce bene l’università italiana lavorando con oltre 100 atenei, apprezzandone quotidianamente la qualità e il dinamismo con cui affrontano le nuove sfide – ha commentato Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo – Quasi uno su due degli atenei italiani è tra i migliori mille al mondo. Per questo i nostri studenti possono trovare in Italia le opportunità per un’alta formazione addirittura più qualificata rispetto a tanti atenei stranieri. Per promuovere l’istruzione universitaria, Intesa Sanpaolo offre a tutti gli studenti la possibilità di concentrarsi pienamente sullo studio grazie a un prestito a lungo termine senza garanzie. Di fronte a un contesto sempre più complesso, il potenziale di cui è dotata l’università italiana, apprezzata all’estero, deve rappresentare in misura maggiore un fattore nel quale investire per aumentare la competitività del nostro Paese».

FIDUCIA E STIMA SULL’ITALIA

«La ricerca di italiadecide con Intesa Sanpaolo sulla reputazione dell’Italia ha finora dimostrato, con dati oggettivi, che la posizione dell’Italia in settori importanti come la giustizia civile, il turismo e ora l’alta formazione è migliore di quanto comunemente ritenuto e competitiva con quella dei principali paesi con cui ci confrontiamo – ha concluso Luciano Violante, presidente onorario di italiadecide – Se dobbiamo migliorare nella qualità delle politiche pubbliche e nella collaborazione tra queste e le imprese, i risultati dimostrano che, come Paese, possiamo avere fiducia e stima in noi stessi e nel nostro futuro»

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Terna, presentato l’elettrodotto dei record tra Italia e Montenegro

Un cavo invisibile, lungo 445 km e adagiato sotto le acque del mare Adriatico. Il progetto è costato 1,1 miliardi di euro ed entrerà in funzione entro la fine dell’anno.

Terna collega per la prima volta i
Balcani all’Europa con un elettrodotto invisibile. La società che gestisce la
rete elettrica nazionale ha infatti completato un “ponte elettrico” di 445 km
tra le stazioni di Cepagatti, in provincia di Pescara, e Lastva, nel comune di
Kotor, in Montenegro. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il
suo omologo montenegrino, Milo Đukanović, hanno inaugurato lo scorso 15
novembre quella che è considerata un’eccellenza ingegneristica internazionale.
«Sono molto orgoglioso di questa importante e innovativa infrastruttura», ha
detto l’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris, «L’opera costituisce
il volano di sviluppo per una serie di opportunità relative alla sicurezza dei sistemi
energetici interconnessi e la gestione dei flussi sulla rete elettrica ed è
necessaria per la crescita di un mercato elettrico integrato affidabile,
efficiente e sostenibile».

Luigi Ferraris, amministratore delegato di Terna

ENTRERÀ IN FUNZIONE ENTRO LA FINE DELL’ANNO.

L’infrastruttura in corrente continua entrerà in funzione entro la fine dell’anno, in linea con le tempistiche pianificate. Consentirà ai due Paesi di scambiare elettricità in maniera bidirezionale: inizialmente per una potenza di 600 MW, che diventeranno successivamente 1.200 MW quando sarà realizzato anche il secondo cavo, previsto nei prossimi anni. L’importo complessivo del progetto è stimato in circa 1,1 miliardi di euro. Rappresenta il più lungo collegamento sottomarino in alta tensione mai realizzato da Terna: 423 km sono posati sotto le acque dell’Adriatico, a una profondità massima di 1.215 metri, a cui si aggiungono 22 km di cavo interrato, 16 in Italia (dall’approdo costiero fino alla stazione di Cepagatti) e 6 in Montenegro (da Budva alla stazione di Kotor). Le stazioni elettriche di Cepagatti e Kotor avranno un’ulteriore particolarità, perché dotate del convertitore di elettricità più potente mai realizzato da Terna.

L’intervento di Sergio Mattarella

I NUMERI: REALIZZATO IN 5 ANNI, DA 124 IMPRESE.

L’elettrodotto è il risultato del lavoro di anni di tecnici e professionisti altamente qualificati e specializzati: ha coinvolto complessivamente 124 imprese (80 in Italia, il 62% delle quali abruzzesi, e 44 in Montenegro) nei cantieri avviati nel 2012. I cavi sottomarini sono stati collocati sul fondale adriatico attraverso tre distinte campagne di posa, avvenute tra il 2015 e il 2017. Lo scambio bidirezionale dei flussi di elettricità permetterà di diversificare gli approvvigionamenti, rafforzare l’affidabilità, l’efficienza, la sicurezza, la sostenibilità ambientale e la resilienza delle reti elettriche delle due sponde adriatiche e consentirà di sfruttare pienamente il potenziale di produzione da fonti rinnovabili, disponibili sia in Italia che nell’area balcanica.

UN PROGETTO DI RILEVANZA STRATEGICA.

L’interconnessione Italia-Montenegro, frutto di una solida cooperazione bilaterale in ambito energetico sancita dai due accordi intergovernativi firmati tra i Paesi nel 2007 e nel 2010, è considerata di rilevanza strategica per l’integrazione dei mercati elettrici a livello continentale. A tal punto che l’infrastruttura è stata inserita tra i Progetti di Interesse Comune (PCI) dalla Commissione Europea, che nel 2008 ne ha co-finanziato gli studi di fattibilità nel quadro del programma di supporto alle infrastrutture elettriche prioritarie Trans-European Network (TEN) con la banca europea EBRD (European Bank for Reconstruction and Development) che ne ha finanziato l’analisi costi-benefici lato montenegrino. Il progetto porta a 26 le linee di interconnessione con l’estero gestite da Terna e consente all’Italia di rafforzare il ruolo di hub europeo e mediterraneo della trasmissione elettrica. Per il Montenegro e per la regione balcanica si tratta della prima interconnessione in corrente continua e rappresenta un contributo al rafforzamento dell’indipendenza energetica del Paese e dell’intera area.

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A Venezia arriva LiFE 2019, la nuova rotta dei Servizi

Il 21 e 22 novembre il più grande evento dedicato al settore in Italia. Dibattiti sul futuro dell’Economia e del Lavoro: appuntamento nel segno della solidarietà con la città colpita dal maltempo

Tutto
pronto, a Venezia, per la quarta edizione di LiFE 2019,
l’evento di punta per il mondo dei Servizi in Italia, in programma i
prossimi 21 e 22 novembre. Anche quest’anno l’evento (acronimo di Labour
Intensive Facility Event
), che ha come location la Serenissima che in
questi giorni si sta rialzando dai disagi dell’ondata di maltempo, si propone
come un luogo di confronto, dibattito oltre che di presentazione
dei prodotti e delle soluzioni per i Servizi industriali.

In
programma un’agenda di lavori molto ricca e con relatori di rilievo,
provenienti dal mondo delle imprese e delle istituzioni, con
professionisti e opinion maker che contribuiranno a definire il tema scelto per
quest’anno: “La nuova rotta dei Servizi industriali”.

UN
MEETING BUSINESS PER LE IMPRESE

LiFE
è promosso per la prima volta da CONFINDUSTRIA SERVIZI HYGIENE,
CLEANING & FACILITY SERVICES, LABOUR SAFETY SOLUTIONS
, costituita da quattro
associazioni imprenditoriali
quali ANIP-Confindustria (Associazione
Nazionale Imprese di Pulizia e Servizi Integrati), A.N.I.D.
(Associazione Nazionale delle imprese di disinfestazione), ASSOSISTEMA (Associazione
Sistema Industriale Integrato di beni e Servizi Tessili e Medici Affini) e UNIFerr
(Unione Nazionale Imprese esercenti attività di Pulizia e Servizi Integrati
Ferroviari) che hanno deciso di svolgere un ruolo comune sotto l’egida
confindustriale nel promuovere e sostenere il comparto dei Servizi.

«LiFE
– ricorda il direttore Paolo Valente – è promosso per la prima volta dalla
compagine confindustriale che raccoglie le associazioni più
rappresentative nel mondo dei Servizi: si configura come un vero e proprio
meeting business
per consentire alle imprese di rafforzare la
propria presenza nel mercato, contaminarsi ed esplorare nuovi modi di
fare impresa
: l’evento offrirà molto spazio per il matching e lo scambio
di esperienze
tra i partecipanti, una formula ‘aperta’ in grado di
far sentire ognuno come parte integrante dell’evento e poterlo vivere al
meglio. Nella scorsa edizione, hanno partecipato più di 50 relatori, 45 aziende
e 22 studi di consulenza; 15 enti ed istituzioni coinvolte, 400 partecipanti ai
lavori, più di 10.000 persone raggiunte attraverso i media con centinaia di
articoli stampa a carattere nazionale, con il risultato di circa 30 partnership
attivate».

Lorenzo Mattioli, presidente di CONFINDUSTRIA SERVIZI HYGIENE, CLEANING & FACILITY SERVICES, LABOUR SAFETY SOLUTIONS

NEL
SEGNO DELLA SOLIDARIETÀ PER VENEZIA

 Un’edizione quella 2019 ricca e speciale per
LiFE, a partire dalla location scelta, la città di Venezia, che
nell’immaginario collettivo rappresenta il luogo ideale per lanciare
sfide
e scoprire nuovi orizzonti. Stavolta è il mondo dei Servizi ad
essere protagonista, confrontandosi e lanciando proposte su questioni di grande
attualità in campo economico, politico e industriale.

L’organizzazione
dell’evento prosegue anche in questo momento difficile per Venezia e per
la sua comunità. CONFINDUSTRIA SERVIZI HYGIENE, CLEANING & FACILITY
SERVICES, LABOUR SAFETY SOLUTIONS vuole convintamente essere presente, tramite
l’evento LiFE, per testimoniare la vicinanza alla città, ai residenti,
alle imprese colpite dall’ondata eccezionale di maltempo, aderendo alle iniziative
di concreto aiuto messe in campo in questi giorni. In particolare, LiFE darà il via
alla raccolta fondi per sostenere Venezia che, coraggiosamente, si sta già
rimettendo in moto.

IL
PROGRAMMA

L’evento
si svolgerà nella cornice dell’Hilton Molino Stucky sull’isola della
Giudecca
a Venezia, in uno degli edifici più rappresentativi
dell’architettura industriale italiana.

Il
programma della due giorni è veramente ricco e prevede importanti
contributi
. L’apertura dei lavori, prevista per il 21 novembre, sarà
dedicata agli scenari futuri del mondo del lavoro, con l’intervento di Davide
Casaleggio
della Casaleggio Associati, Jean Paul Fitoussi, professore
di Economia all’istituto di Studi Politici di Parigi, Pierangelo Albini,
Direttore area Lavoro, welfare e capitale umano in Confindustria, Lorenzo
Mattioli
, presidente di CONFINDUSTRIA SERVIZI HYGIENE, CLEANING &
FACILITY SERVICES, LABOUR SAFETY SOLUTIONS. Presenti anche numerosi esponenti di Governo e
Parlamento, ed i presidenti delle associazioni che promuovono l’evento. Oltra a
Mattioli per ANIP-Confindustria, ci saranno Marco
Benedetti (A.N.I.D.), Marco Marchetti (ASSOSISTEMA) e Pietro Auletta (UNIFerr).

Previsto
anche un talk dal titolo “Arte, contemporaneità e la trasformazione
del mondo del Lavoro”
che si svolgerà alla Biennale Arte 2019 al
quale partecipa come guida esclusiva Leonardo Caffo, saggista, filosofo
e professore del Politecnico di Torino e al NABA di Milano .

Si
proseguirà con la seconda giornata, quella del 22 novembre, con
ben tre tavoli tematici (table&speech) su “Innovazione e
trasformazione digitale nel mondo dei Servizi”
; “Green e Blu Economy”;
Verso un nuovo ciclo di mercato: nuove regole, nuove opportunità?”.
Interverranno i più importanti stakeholder e decision maker,
esponenti delle istituzioni e del Governo che raccoglieranno le
proposte che dall’evento veneziano saranno indirizzate al Paese.

I
lavori si concluderanno nel pomeriggio con due talk incentrati su: “Peso
e misura dei Servizi industriali in Italia e in Europa”
dove verrà
delineata la dimensione del comparto a livello nazionale ed europeo, e “Una
nuova proposta industriale al Paese”
con la raccolta e il rilancio delle
sfide elaborate nel corso della due giorni.

LiFE
2019 prevede anche dei momenti conviviali e d’incontro che fanno della
manifestazione veneziana una kermesse unica nel suo genere. Parliamo della sera
di gala
nel seicentesco Palazzo Ca’ Vendramin con la vista al Casinò e il “Running
for Venice”
dedicato a quanti amano l’attività fisica senza stress.

Per
iscriversi e partecipare si può visitare il sito www.life-event.it dove sono disponibili tutte le notizie
aggiornate e le indicazioni utili per raggiungere la location via treno o areo
e poi tramite il servizio di trasporto attivo in laguna, sia pubblico, sia
privato, con relativi costi.

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Ilva, depositata la denuncia contro ArcerlorMittal: la procura di Taranto apre un fascicolo

L’esposto è stato presentato daI commissari straordinari. Si ipotizzano danni all’economia nazionale.

Il dossier Ilva ormai si gioca sui tavoli delle procure. Dopo l’apertura il 15 novembre di un fascicolo esplorativo a Milano scendendo in campo a difesa degli interessi pubblici anche nel giudizio civile (che dovrà decidere sul ricorso di ArcelorMittal per il recesso e sul controricorso presentato dagli amministratori straordinari dell’ex Ilva) ora è il turno di Taranto. La procura pugliese, infatti, il 16 novembre ha aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti (modello 44) dopo l’esposto denuncia presentato dai commissari straordinari dell’Ilva per «fatti e comportamenti inerenti al rapporto contrattuale con ArcelorMittal, lesivi dell’economia nazionale». Finora il procuratore Carlo Maria Capristo non ipotizza reati, ma è quasi certo che saranno quelli citati nell’esposto. Nei prossimi giorni saranno programmate le audizioni di alcuni testimoni che saranno ascoltati o dai pm o dalla polizia giudiziaria.

IPOTIZZATA LA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 449 DEL CODICE PENALE

L’esposto denuncia ipotizzava nei confronti di Arcelor Mittal la violazione dell’articolo 499 del Codice penale che punisce con la reclusione da 3 a 12 anni o con una multa non inferiore circa 2.000 euro «chiunque, distruggendo materie prime o prodotti agricoli o industriali, ovvero mezzi di produzione, cagiona un grave nocumento alla produzione nazionale» e quindi all’economia del nostro Paese, «o fa venir meno in misura notevole merci di comune o largo consumo». Per sostenere tale ipotesi di reato nella denuncia si fa riferimento al fatto che il processo messo in atto da parte del gruppo anglo-indiano di abbassamento della produzione degli impianti e di riduzione del loro calore li può danneggiare e si sottolinea che lo stabilimento di Taranto è strategico dal punto di vista nazionale “ex lege”.

LEGGI ANCHE: Chi è Lucia Morselli, amministratore delegato di ArcelorMittal Italia

CATALFO: «INACCETTABILI 5 MILA ESUBERI»

La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo a Sky Tg24 ha ribadito che sull’Ilva sono «allo studio delle norme che vadano a tutela dei lavoratori e garantiscano i livelli occupazionali». La ministra ha bollato come inaccettabile la proposta dell’azienda di tagliare 5.000 posti, così come inaccettabile era la richiesta di «andare in deroga delle norme sulla sicurezza sul lavoro». «Stiamo studiando», ha aggiunto l’esponente pentastellata, «anche delle norme che consentano una riqualificazione del personale nel caso in cui ci sia una possibile riconversione dell’azienda». Si tratta, ha concluso Catalfo, di «un progetto a lungo termine, però si può investire in nuove tecnologie e riqualificare nel frattempo i lavoratori. Ovviamente non si può fare subito, ora in emergenza bisogna tutelare quello che c’è già».

VINCENZO BOCCIA: «LA PRIMA COSA DA FARE È RIMETTERE LO SCUDO»

Per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, «la dimensione muscolare non serve a nessuno. Per l’Ilva occorrono soluzioni». Per Boccia «la prima cosa da fare è rimettere lo scudo, e occorre ammettere l’errore che si è fatto, da cui si determinata questa situazione». Della stessa opinione anche il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. «Se Mittal assicurasse il rispetto del contratto con lo Stato», ha detto, «il governo dovrebbe valutare velocemente un decreto che preveda uno scudo penale di carattere generale. Tale provvedimento dovrebbe essere valido per tutte le aziende che si muovono in contesti di forte criticità ambientale, a partire dall’ex Ilva».

LANDINI (CGIL): «SPEGNERE GLI IMPIANTI È INACCETTABILE»

Toni opposti per il segretario generale della CgilMaurizio Landini, secondo il quale «quello che ArcelorMittal sta facendo è illegittimo, perché c’è un accordo che va applicato e anche l’idea di spegnere gli impianti è per noi inaccettabile. Non saremo complici di una scelta di questo genere, troveremo tutti i modi e tutte le forme possibili, perché lì la gente vuole produrre acciaio senza inquinare, non vuole chiudere impianti». 

LEGGI ANCHE: Quanto pesa la possibile chiusura dall’ex Ilva sull’indotto

CONSIGLIO DI FABBRICA FISSATO PER LUNEDÌ

Lunedì mattina le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) dei sindacati metalmeccanici hanno convocato il consiglio di fabbrica dello stabilimento allargato ai delegati sindacali delle imprese dell’indotto, per fare il punto della situazione. I sindacati decideranno eventuali iniziative di mobilitazione considerando anche il fatto che ArcelorMittal ha comunicato il cronopogramma di sospensione degli impianti, con la fermata degli altiforni, delle cokerie e dell’agglomerazione entro il 15 gennaio 2020. La multinazionale ha scritto nella lettera inviata al governo e agli organi tecnici che andrà via il 4 dicembre, in concomitanza con la scadenza della procedura di retrocessione dei rami d’azienda e la restituzione degli impianti e dei lavoratori all’amministrazione straordinaria.

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Ilva, depositata la denuncia contro ArcerlorMittal: la procura di Taranto apre un fascicolo

L’esposto è stato presentato daI commissari straordinari. Si ipotizzano danni all’economia nazionale.

Il dossier Ilva ormai si gioca sui tavoli delle procure. Dopo l’apertura il 15 novembre di un fascicolo esplorativo a Milano scendendo in campo a difesa degli interessi pubblici anche nel giudizio civile (che dovrà decidere sul ricorso di ArcelorMittal per il recesso e sul controricorso presentato dagli amministratori straordinari dell’ex Ilva) ora è il turno di Taranto. La procura pugliese, infatti, il 16 novembre ha aperto un fascicolo d’indagine contro ignoti (modello 44) dopo l’esposto denuncia presentato dai commissari straordinari dell’Ilva per «fatti e comportamenti inerenti al rapporto contrattuale con ArcelorMittal, lesivi dell’economia nazionale». Finora il procuratore Carlo Maria Capristo non ipotizza reati, ma è quasi certo che saranno quelli citati nell’esposto. Nei prossimi giorni saranno programmate le audizioni di alcuni testimoni che saranno ascoltati o dai pm o dalla polizia giudiziaria.

IPOTIZZATA LA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 449 DEL CODICE PENALE

L’esposto denuncia ipotizzava nei confronti di Arcelor Mittal la violazione dell’articolo 499 del Codice penale che punisce con la reclusione da 3 a 12 anni o con una multa non inferiore circa 2.000 euro «chiunque, distruggendo materie prime o prodotti agricoli o industriali, ovvero mezzi di produzione, cagiona un grave nocumento alla produzione nazionale» e quindi all’economia del nostro Paese, «o fa venir meno in misura notevole merci di comune o largo consumo». Per sostenere tale ipotesi di reato nella denuncia si fa riferimento al fatto che il processo messo in atto da parte del gruppo anglo-indiano di abbassamento della produzione degli impianti e di riduzione del loro calore li può danneggiare e si sottolinea che lo stabilimento di Taranto è strategico dal punto di vista nazionale “ex lege”.

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CATALFO: «INACCETTABILI 5 MILA ESUBERI»

La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo a Sky Tg24 ha ribadito che sull’Ilva sono «allo studio delle norme che vadano a tutela dei lavoratori e garantiscano i livelli occupazionali». La ministra ha bollato come inaccettabile la proposta dell’azienda di tagliare 5.000 posti, così come inaccettabile era la richiesta di «andare in deroga delle norme sulla sicurezza sul lavoro». «Stiamo studiando», ha aggiunto l’esponente pentastellata, «anche delle norme che consentano una riqualificazione del personale nel caso in cui ci sia una possibile riconversione dell’azienda». Si tratta, ha concluso Catalfo, di «un progetto a lungo termine, però si può investire in nuove tecnologie e riqualificare nel frattempo i lavoratori. Ovviamente non si può fare subito, ora in emergenza bisogna tutelare quello che c’è già».

VINCENZO BOCCIA: «LA PRIMA COSA DA FARE È RIMETTERE LO SCUDO»

Per il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, «la dimensione muscolare non serve a nessuno. Per l’Ilva occorrono soluzioni». Per Boccia «la prima cosa da fare è rimettere lo scudo, e occorre ammettere l’errore che si è fatto, da cui si determinata questa situazione». Della stessa opinione anche il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. «Se Mittal assicurasse il rispetto del contratto con lo Stato», ha detto, «il governo dovrebbe valutare velocemente un decreto che preveda uno scudo penale di carattere generale. Tale provvedimento dovrebbe essere valido per tutte le aziende che si muovono in contesti di forte criticità ambientale, a partire dall’ex Ilva».

LANDINI (CGIL): «SPEGNERE GLI IMPIANTI È INACCETTABILE»

Toni opposti per il segretario generale della CgilMaurizio Landini, secondo il quale «quello che ArcelorMittal sta facendo è illegittimo, perché c’è un accordo che va applicato e anche l’idea di spegnere gli impianti è per noi inaccettabile. Non saremo complici di una scelta di questo genere, troveremo tutti i modi e tutte le forme possibili, perché lì la gente vuole produrre acciaio senza inquinare, non vuole chiudere impianti». 

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CONSIGLIO DI FABBRICA FISSATO PER LUNEDÌ

Lunedì mattina le Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie) dei sindacati metalmeccanici hanno convocato il consiglio di fabbrica dello stabilimento allargato ai delegati sindacali delle imprese dell’indotto, per fare il punto della situazione. I sindacati decideranno eventuali iniziative di mobilitazione considerando anche il fatto che ArcelorMittal ha comunicato il cronopogramma di sospensione degli impianti, con la fermata degli altiforni, delle cokerie e dell’agglomerazione entro il 15 gennaio 2020. La multinazionale ha scritto nella lettera inviata al governo e agli organi tecnici che andrà via il 4 dicembre, in concomitanza con la scadenza della procedura di retrocessione dei rami d’azienda e la restituzione degli impianti e dei lavoratori all’amministrazione straordinaria.

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La pizza gourmet di Saporè sbarca a Milano grazie ad Autogrill

Il nuovo locale dello chef veronese Renato Bosco, sarà presente al Mercato del Duomo, il Flagship Store del Gruppo Autogrill.

Autogrill rinnova ulteriormente la sua offerta e porta nel centro di Milano Saporè, il nuovo concept realizzato da Renato Bosco, lo chef veronese celebre per la sua sperimentazione sulla pizza. Lo store sarà aperto nel Flagship del Gruppo Autogrill al Mercato del Duomo. Bosco, che viene definito “pizzaricercatore”, grazie al suo lavoro di innovazione del “mondo pizza” parte dalla tradizione e arriva ad un concetto di “pizza contemporanea” basato sulla continua evoluzione degli impasti.

Da sempre
impegnata a interpretare i principali trend alimentari e ad anticipare i gusti
e le esigenze in continua evoluzione dei consumatori moderni, Autogrill vanta
numerose collaborazioni con chef internazionali. Tra queste, la partnership con
Renato Bosco, attiva dal 2017, focalizzata sull’esperienza artigiana messa al
servizio di una grande azienda che trova oggi un’evoluzione con l’apertura del
format Saporè al secondo piano del
Mercato del Duomo, all’interno della Galleria Vittorio Emanuele II. Il luogo
scelto è infatti iconico di una città viva e in movimento che vanta sempre più
un primato nazionale anche in tema di varietà e innovazione dell’offerta di ristorazione.
Con il lancio di Saporè Milano,
Autogrill vuole offrire una scelta gastronomica innovativa e varia che unisce
la genuinità alla tradizione nel gusto inconfondibile della pizza, piatto
tipico della cucina italiana.

Renato Bosco

E’ proprio l’innovazione il tratto distintivo che ha unito Autogrill a Renato Bosco. Quest’ultimo, inizia il suo percorso di sperimentazione su impasti e lievitati – in particolare sulla PastaMadreViva – scegliendo sempre farine di ottima qualità cui accompagna una meticolosa ricerca sugli ingredienti della farcitura che contemplano diverse eccellenze del mondo del food.

La pizza contemporanea di Bosco

Le caratteristiche principali della “pizza contemporanea” di Renato Bosco sono da ricercarsi nella continua ricerca e innovazione applicate all’impasto che, in primis, deve essere genuino, digeribile, gustoso, senza rinunciare all’attenzione verso i principi nutritivi dei singoli ingredienti e all’equilibrio complessivo.Salubrità e gusto sono le caratteristiche principali dell’offerta di Saporè, composta da diverse tipologie di impasti, poveri di sale e grassi, ma estremamente idratati e quindi più digeribili.

Presso Saporè Milano i
clienti potranno gustare la Pizza
Crunch®
e la Pizza Doppio Crunch®,
caratterizzate dalla croccantezza, la Mozzarella
di Pane®
, un impasto dall’estrema morbidezza nel quale l’incontro con
l’Oriente ha portato ad un approfondimento del metodo di cottura a vapore. La Pizza Tonda Classica, caratterizzata da
un cornicione voluminoso e realizzata con Pasta Madre Viva e farine meno
raffinate. Completano l’offerta il Pane
realizzato sempre con PastaMadreViva, i
piatti
pensati per una pausa pranzo “h12” (avranno sempre un richiamo al
mondo dei lievitati) ed infine i dessert,
dal dolce lievitato ai biscotti fino alle brioches.

Saporè: il locale

Il primo Saporè è stato
inaugurato da Bosco a San Martino Buon Albergo in provincia di Verona. La collaborazione con Autogrill
ha permesso a Saporè di crescere e di diventare un vero e proprio concept, in
grado di approdare in una location prestigiosa come Il Mercato Del Duomo, presso la Galleria Vittorio Emanuele II, a
Milano. Un luogo della città che, in questi anni, ha vissuto una profonda
trasformazione attraverso un radicale rinnovamento dell’offerta di ristorazione
caratterizzata, oggi, dalla presenza di diversi rinomati chef. Per questo
motivo anche il Flagship Store di Autogrill si evolve per soddisfare sempre di
più i desideri di cittadini e viaggiatori.

Passione per il cibo, centralità del cliente e grande cura per il
layout del locale, sono i tre elementi caratterizzanti il nuovo punto vendita.

Saporè, che è in grado di ospitare più di 100 clienti, è una location dove ogni dettaglio è curato: la sala degustazione ha un sapore familiare e informale che si rispecchia nell’allestimento volto a favorire l’esperienza del consumatore. L’arredamento è caratterizzato dall’utilizzo di materiali naturali.Sono previste ulteriori aperture del concept presso l’Outlet di Vicolungo e all’inizio del 2020 presso l’aeroporto internazionale di Milano Malpensa.

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A Taranto ArcelorMittal chiude le porte in faccia agli ispettori

Il ministro Patuanelli denuncia che l’azienda ha impedito ai commissari di entrare nello stabilimento. Intanto ha confermato a prefetto e governo il piano di spegnimento della fabbrica.
Attesa per l’incontro al Mise.

Gli ispettori non passano all’Ilva di Taranto. ArcelorMittal, secondo il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, l’azienda ha proibito ai commissari le ispezioni. E così la tensione sullo stabilimento di Taranto è destinata ad alzarsi ancora nel giorno in cui è fissato l’incontro tra l’azienda, il governo e i sindacati e in cui la multinazionale ha anche comunicato lo stop delle attività a prefetto ed esecutivo.

L’cciaio prodotto nello stabilimento dell’Ilva fermo in banchina del porto di Taranto, 15 novembre 2019.
ANSA/DONATO FASANO

Il 15 novembre ArcelorMittal Italia e ArcelorMittal Energy hanno comunicato al Governo e alla prefettura di Taranto, il piano di “sospensione” dell’esercizio dello stabilimento di Taranto e delle centrali elettriche. La sospensione sarà fatta «con le modalità atte a preservare l’integrità degli impianti». La comunicazione inviata anche agli enti locali è firmata dal Gestore dello stabilimento Stefan Michel R. Van Campe. Il 14 novembre l’azienda aveva anticipato il piano ai sindacati, dettagliando le date di spegnimento degli altiforni. L’azienda è tecnicamente tenuta a partecipare all’incontro al Mise dove ci saranno anche i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo; per ArcelorMittal dovrebbe esserci l’amministratrice delegata Lucia Morselli. Lo stesso giorno ha riferito il ministro dello Sviluppo Patuanelli l’azienda ha vietato le ispezioni ai commissari, credo che sia un atto gravissimo che dovrà avere un’adeguata risposta.

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ArcelorMittal inizia a spegnere Taranto il 12 dicembre

A fine novembre si ferma un treno nastri per mancanza di ordini. I forni invece verranno chiusi tra metà dicembre e metà gennaio. Il piano della multinazionale per abbandonare Taranto.

La data dello spegnimento degli altiforni di Taranto è già segnata nel calendario di ArcelorMittal. La mattina del 14 novembre, ha fatto sapere il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, «l’amministratore delegato della multinazionale franco-indiana, Lucia Morselli, ha incontrato le rsu di Taranto per smentire le notizie emerse dalla Regione Puglia al termine dell’incontro del 13 novembre. La Morselli ha invece comunicato il piano di fermate degli altiforni: Afo2 il 12 dicembre, Afo4 il 30 dicembre e Afo1 il 15 gennaio mentre verrà chiuso il treno nastri2 tra il 26 e il 28 novembre per mancanza di ordini».

«LA SITUAZIONE STA PRECIPITANDO»

«Se ancora non fosse chiaro la situazione sta precipitando in un quadro sempre più drammatico che non consente ulteriori tatticismi della politica», ha commentato Bentivogli. «Le RSU», ha aggiunto, «hanno chiesto in che prospettive ci si muove e se intendono fare dichiarazioni di esuberi, discussione che l’azienda ha rinviato al tavolo di domani. Il piano di fermate modifica le previsioni contenute nell’Aia, pertanto l’azienda si confronterà con il Ministero dell’Ambiente».

Maurizio Landini, segretario generale CGIL, al suo arrivo al Mise per il tavolo fra sindacati, governo e Arcelor Mittal, Roma, 9 luglio 2019. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

«LA DISCUSSIONE SUGLI ESUBERI NON È ACCETTABILE»

«Non voglio perdere neanche un posto di lavoro – ha detto – non è una discussione accettabile quella sugli esuberi. Lì si deve continuare a produrre acciaio, garantendo la salute di cittadini e lavoratori», ha detto a proposito il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ospite di Tagadà su La7. Il 15 novembre è fissato al Mise il «primo incontro con la presenza dell’azienda. La situazione è difficile e i tempi delle decisioni devono essere rapidi. Per noi non ci sono le condizioni per recedere dal contratto, per noi ArcelorMittal deve applicare tutte le parti del contratto», ha concluso.

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Politici e tivù giocano con l’agonia di Taranto e dell’Ilva

Mentre la città sembra sbalordita e incapace di reagire, la classe dirigente non prende decisioni e i media nazionali si gingillano e conduttori spietati lucrano sul dolore della povera gente.

Il caso Ilva racconta il fallimento di una classe dirigente. Non solo questa, ma anche molte di quelle che hanno governato la città, la Puglia e l’Italia negli scorsi anni.

Non bisogna fare di tutta erba un fascio. Qualcuno si è comportato bene. Nessuno però fra quelli che da qualche anno governano. La destra, che ormai sfiora nei sondaggi il 50%, sull’Ilva dice poco come Matteo Salvini diceva poco sulla finanziaria che avrebbe dovuto fare se non si fosse scolato bicchieroni di moijto.

L’immagine che l’Italia dà di sé è quella di un Paese diviso in cui le parti averse non cercano mai, dico mai, un punto di raccordo e che lascia andare le cose al loro naturale (naturale?) destino perché a) nessuno si vuole “sporcare” le mani, 2) nessuno ha un’idea bucata in testa.

L’ILLEGALITÀ È STATA MADRINA DELLA SECONDA VITA DELL’ILVA

Il caso Ilva è in questo senso emblematico. Dal raddoppio in poi la grande fabbrica siderurgica italiana è stata un grande imbroglio. Il 12 novembre, in una affollatissima assemblea che mi ha ospitato in un circolo Arci per ricordare un compagno, Vito Consoli, morto tanti anni fa per un infarto dovuto al superlavoro (politico), i più anziani hanno ricordato che si fece il raddoppio senza chiedere, se non ex post, le autorizzazioni necessarie per costruire i nuovi impianti. L’illegalità, insomma, è stata madrina della seconda fase della vita dell’Ilva, quella che sta portando la fabbrica alla lenta chiusura.

Anche Taranto è entrata nello show business di conduttori spietati che lucrano sul dolore della povera gente

La città sembra sbalordita e incapace di reagire. Quello che sta succedendo è enorme. I media nazionali si gingillano, basta guardare qualunque talk show con la falsa e ignobile contrapposizione fra l’operaio che difende il suo lavoro e la mamma che teme per la salute del suo bambino. Anche Taranto è entrata nello show business di conduttori spietati che lucrano sul dolore della povera gente.

LA CLASSE POLITICA ITALIANA SEMBRA NON SAPERE COSA FARE

L’Ilva fu una scelta strategica seria. Serviva l’acciaio all’Italia che produceva e serviva ridare a Taranto il suo profilo industriale e operaio. Non fu una “cattedrale nel deserto”, né un azzardo. La cultura dell’epoca, come accade a tutti i Paesi di nuova industrializzazione, non aveva al centro, purtroppo, la tematica ambientale che poi poco per volta si è fatta strada. Oggi si fronteggiano quelli che vogliono salvare la fabbrica (anche perché è già stato costruito, dalla ditta che ha messo in sicurezza l’impianto atomico di Chernobyl, un capannone per i materiali nocivi e il secondo è in costruzione) e quelli che, molti con grande onestà, immaginano un grande giardino al posto delle ciminiere.

Una veduta aerea dello stabilimento dell’Ilva di Taranto.

Giuseppe Berta ha scritto e pubblicato in questi giorni uno splendido libretto (Detroit. Viaggio nella città degli estremi, Il Mulino editore) su Detroit e il suo presente post-industriale. Il libro contiene molte suggestioni ma spiega come si può sopravvivere in una città de-industrializzata. Io penso, però, che ciò che in America è possibile in Italia e nel Sud è impossibile.

Taranto non credo che accetterà a lungo questo tira e molla senza costrutto

Tuttavia… tuttavia la classe dirigente, tutta quanta, non sa che cosa fare con l’altoforno che si sta spegnendo e i materiali per alimentare la produzione fermi nel porto. Taranto ha ricevuto il premier Giuseppe Conte che ha fatto bene ad andare. La città aspetta con ansia che qualcuno dica: si fa così, anche se una metà dei tarantini sarà scontenta della decisione. Taranto non credo che accetterà a lungo questo tira e molla senza costrutto. È un luogo di grandi ribellioni. La attuale maggioranza non ha idee né forza politica. I futuri governanti hanno già dato prova di sé sotto lo stesso premier. Non ci resta che pregare. E sperare nella rivolta.

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