La torre Garisenda, assieme a quella degli Asinelli, è una delle principali attrazioni di Bologna e rappresenta un simbolo per la città e per l’Italia intera. Mercoledì 15 novembre 2023, i membri del comitato presieduto dalla dirigente dei Lavori pubblici di Palazzo d’Accursio Manuela Faustini hanno siglato un report di 30 pagine per aggiornare sulle condizioni della struttura, il cui basamento è gravemente malmesso. Una relazione recapitata al primo cittadino Matteo Lepore e che gli dà quindi ragione sulla scelta di transennare l’area delle due torri e inibire il passaggio di pedoni, auto e bus.
Condizioni peggiorate dal 2018
Il deterioramento era già stato evidenziato in maniera significativa negli anni precedenti. La prima segnalazione risale al 2018 quando, a seguito dell’analisi dei dati del monitoraggio avviato da Comune e Università di Bologna nel 2011, emersero delle anomalie portate all’attenzione della giunta all’epoca guidata dal sindaco Virginio Merola. In risposta a questa situazione, all’inizio del 2019 venne istituito il primo comitato tecnico-scientifico il quale, alla fine dello stesso anno, consegnò una relazione conclusiva sottolineando la necessità di un piano di emergenza e sicurezza, in quanto superati i limiti di prudenza.
Vista della Torre degli Asinelli (Getty Images).
Gli scenari: caduta verso la chiesa o contro l’altra torre
Durante la riunione più ristretta del comitato del 4 ottobre 2023, è stato chiaramente indicato un livello di criticità «codice rosso». La relazione presentata il 15 novembre suggerisce soluzioni operative moderate, come la posa di barriere di protezione e interventi provvisori. Tuttavia, i professionisti presenti nel comitato hanno avanzato l’ipotesi che, dopo una prima fase di implosione, la Garisenda potrebbe rovesciarsi verso la chiesa di San Bartolomeo. Viene anche menzionata la possibilità di un crollo in direzioni diverse, compresa la torre degli Asinelli. La torsione a Sud della torre, emersa nelle scorse settimane, è un motivo di ulteriore preoccupazione nel comitato, che elogia la scelta precauzionale del sindaco di modificare la mobilità per il bene dei cittadini.
Sono 32 i presunti sacerdoti, i catechisti e insegnanti di religione che hanno compiuto abusi sessuali a danno di 54 presunte vittime che hanno denunciato i fatti nel corso del 2022 agli sportelli della Chiesa cattolica (fatti avvenuti anche in passato). È quanto emerge dal secondo report della Cei presentato ad Assisi.
I presunti abusatori sono quasi tutti uomini
La maggior parte delle segnalazioni fa riferimento a casi dal vivo (29), meno ad episodi via web (tre). La maggior parte dei casi di abuso si è verificata in parrocchia (17 su 29). L’età delle presunte vittime all’epoca dei fatti si concentra nella fascia 15-18 anni (25 su 54) e sono in prevalenza ragazze (44) rispetto ai ragazzi (10). Nel rapporto della Cei vengono inquadrati i profili dei presunti abusatori, che sono sia chierici sia laici sia religiosi. Tra i laici, i ruoli ricoperti dai casi riscontrati sono educatore (cinque casi), catechista (un caso), fondatore di associazione ecclesiale, insegnante di religione, seminarista. Per lo più celibi, ma anche due persone sposate. I soggetti, di età compresa tra i 40 e i 60 anni, con una media di 43 anni, sono per la quasi totalità maschi (31 su 32).
Il 16 novembre la storia del tennis italiano è cambiata: Jannik Sinner è matematicamente qualificato alle semifinali delle Atp Finals di Torino, primo italiano in 54 anni di storia del torneo. Il passaggio del turno deriva dal fatto che Novak Djokovic ha perso il secondo set per 6-4 nella sfida pomeridiana di giovedì con Hubert Hurkacz (il primo lo ha vinto 7-6). In base alle possibili combinazioni, quindi, con qualsiasi risultato si concluda la sfida prevista per giovedì sera con il danese Holger Rune, il giovane talento azzurro è comunque promosso al secondo turno.
Signore e signori:
Col set appena vinto da Hubert Hurkacz, JANNIK SINNER VOLA IN SEMIFINALE A TORINOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
È arrivato il via libera definitivo dell’aula della Camera al divieto di produzione e vendita in Italia di carne coltivata. Il nostro è il primo Paese in Europa ad averlo introdotto.
Il Pd astenuto, M5s e Avs contrari
L’assemblea di Montecitorio ha approvato con 159 sì, 53 no e 34 astenuti il disegno di legge presentato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che proibisce la produzione e l’immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Il testo è stato votato dalla maggioranza. Il Pd si è astenuto, mentre il M5s e Avs hanno votato contro il provvedimento. Un tema, quello della carne coltivata, che ha fatto sfiorare una rissa davanti a Palazzo Chigi. Durante la discussione in Aula, infatti, alcuni deputati di +Europa e Sinistra italiana hanno protestato con cartelli e cori. Durante la manifestazione, però, è arrivato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, che si è diretto verso Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi urlando loro «delinquenti».
L’ex vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha cantatol’inno della Roma in diretta tv durante un programma olandese. Un gesto apprezzato non soltanto dai presenti in studio e dai conduttori, che hanno iniziato a cantare con lui, ma anche da decine di tifosi romanisti, che sui social hanno rilanciato la clip.
La cosa più bella che vedrete oggi: Frans Timmermans, politico olandese, vicepresidente della commissione europea dal 2014, canta Roma Roma in un programma olandese e tutto lo studio lo segue pic.twitter.com/XNAAXcqGcx
Timmermans non ha mai nascosto la sua passione per l’As Roma. Il politico è diventato romanista da ragazzino. Nel 1972, allora 11enne, infatti, si è trasferito a Roma dove il padre, archivista, ha lavorato per l’ambasciata olandese in Italia. Nella Capitale ha vissuto per quattro anni. In quel periodo, come ha raccontato lui stesso in più occasioni, è stato di nascosto allo stadio con alcuni amici. Ed è in Curva Sud che è nata la sua passione. A distanza di diversi anni ha dichiarato: «Della partita non ricordo nulla, ma l’atmosfera, i colori, i cori mi emozionarono come niente altro».
Frans Timmermans (Getty Images).
Timmermans: «Dopo quarant’anni sono romano e romanista»
L’amore per il club giallorosso non è più svanito. Nel 2016, durante l’evento Growth Goal – The path of the institutional reforms in EU and in Italy, organizzato al Parlamento europeo da Formiche ed Eunews, ha dichiarato: «Da ragazzo ho vissuto e studiato a Roma. Dopo quarant’anni sono rimasto romano e romanista». Tutt’ora sui propri profili social pubblica foto della Roma. Ad esempio, scorrendo fino al 5 maggio 2022, sul profilo Facebook di Timmermans si vede un post del sindaco Roberto Gualtieri. I due, insieme, hanno assistito alla semifinale di ritorno di Conference League vinta dalla Roma 1-0 contro il Leicester.
Non è destinato a cessare nel breve termine lo scontro tra governo e sindacati sulla precettazione dello sciopero del 17 novembre decisa dal ministro Matteo Salvini. «Insieme alla Uil stiamo lavorando per presentare il ricorso», ha annunciato il segretario della Cgil Maurizio Landini, aggiungendo di aver «formalmente deciso» che lo faranno, e di aver per questo dato «mandato ai legali per predisporlo nei tempi previsti, quindi in pochi giorni». La precettazione durante uno sciopero può essere impugnata dai lavoratori interessati, che possono presentare ricorso al giudice amministrativo. Il giudice valuterà se la precettazione è stata disposta in conformità alla legge e se sono state rispettate le garanzie previste per i lavoratori.
L’erba cattiva non muore mai. Proverbio della tradizione antica, ha ora una conferma in più grazie alle nuove rivelazioni di uno studio secolare della Michigan State University, negli Usa. Dopo 144 anni, infatti, alcuni semi hanno generato dei germogli di verbasco, specie erbacea appartenente alle angiosperme. Si tratta di una ricerca inaugurata nel lontano 1879 dal botanico William J. Beal, che intendeva aiutare gli agricoltori a combattere le erbacce ancor prima dello sviluppo dei fertilizzanti. Oggi fondamentale per il mantenimento delle banche dei semi e per la conservazione delle specie rare e in via di estinzione, tale analisi proseguirà almeno fino al 2100, quando è prevista la raccolta dell’ultimo campione.
Gli scienziati a lavoro per studiare i semi (MCU, Screenshot YouTube).
Semi di piante infestanti in bottiglia, i dettagli dell’esperimento secolare
Lo studio, che riporta anche l’identikit genetico delle piantine, è disponibile integralmente sulla rivista American Journal of Botany. Qui è possibile anche avere una panoramica dell’intero esperimento, che prosegue ininterrottamente da quasi 150 anni. Nel 1879, infatti, il professor Beal posizionò 50 semi di 23 specie differenti di piante infestanti in 20 bottigliette di vetro. Dopo averle riempite con sabbia, le mise a testa in giù nel terreno affinché l’acqua non potesse accumularsi e stagnare all’interno. Inizialmente, il protocollo prevedeva di disseppellirne una a cadenza regolare di cinque anni per verificare la salute dei semi e controllare che fossero in grado di germogliare. Nel 1920, tuttavia, si decise di allungare l’intervallo a 10 anni, mentre nel 1980 si optò per portarlo a un ventennio.
In 2021, four MSU plant scientists unearthed a bottle of seeds buried by botanist William J. Beal over 144 years ago. Now, genetic testing has revealed an unexpected hybrid plant, a surprising revelation given the lack of DNA knowledge in Beal's time. https://t.co/WZythwL5he
Il numero dei germogli si è ridotto sistematicamente con il passare del tempo. I semi conservati all’interno della 14esima bottiglia, prelevata nel 2021, hanno generato 20 piantine di verbasco. Sfruttando anche le moderne tecnologie della genetica, gli scienziati americani hanno scoperto sorprendentemente che si tratta di due specie distinte. Sebbene 19 infatti appartenessero al Verbascum blattaria, presente anche in Italia, una è invece un ibrido fra il blattaria e il Verbascum Thapsus. «Nell’Ottocento, il professor Beal disse di aver utilizzato solo semi di un tipo, ma eventualmente deve esserci stato un errore», ha spiegato Grace Fleming, assistente di biologia, sul sito della Michigan University. «Non poteva però saperlo, dato che la struttura del Dna era sconosciuta all’epoca».
La prossima raccolta dei campioni avverrà solamente nel 2040
«Negli oltre 140 anni trascorsi dall’inizio dell’esperimento, la questione della longevità dei semi ha acquisito maggiore rilevanza», ha dichiarato il professor Lars Brudvig. «I risultati aiuteranno a capire quali specie di piante infestanti possono risultare più problematiche di altre». Il prossimo rilevamento è attualmente in programma per il 2040, ma non si esclude che la tabella di marcia possa cambiare ancora. «Potremmo prendere in considerazione di allungare i tempi di raccolta a un trentennio», ha precisato David Lowry, che si è occupato di sequenziare il Dna delle piantine. «È però ancora troppo presto per fare progetti».
L’Ue ha raggiunto un accordo sulla sua prima legge specificatamente indirizzata alla riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico. Secondo la norma le compagnie del carbone, del petrolio e del gas saranno tenute a segnalare le proprie emissioni di metano e, successivamente, ad adottare misure per evitarle, tra cui la limitazione dello sfiato (venting) e della combustione alla fonte (flaring).
Le aziende dell’Ue dovranno misurare, comunicare e verificare le emissioni di metano (Getty Images).
Entro quattro anni ogni fonte di metano nell’Ue dovrà essere segnalata e rendicontata annualmente
Il metano è un gas con un potenziale di riscaldamento dell’atmosfera oltre 80 volte superiore a quello dell’anidride carbonica. Questo nel breve periodo (inteso come 20 anni). Non dura però nell’atmosfera quanto la CO2: ridurne le emissioni è un modo tutto sommato semplice ed economico per impedire che le condizioni meteorologiche estreme diventino più violente nel breve termine. In base all’accordo, le aziende dovranno misurare, comunicare e verificare le emissioni di metano. Le società dovranno iniziare a riportare i dati a livello generale di fonte entro i 18 mesi successivi all’entrata in vigore. Entro quattro anni, invece, ogni singola fonte di metano nell’Ue dovrà essere segnalata e rendicontata annualmente. Le autorità, da parte loro, ispezioneranno periodicamente i siti – dalle miniere di carbone abbandonate ai pozzi di petrolio appena perforati – per verificare la conformità ai requisiti stabiliti. Il periodo tra un’ispezione e l’altra non supererà i tre anni.
Il rigassificatore Cavaou di Fos-sur-Mer, Francia (Getty Images).
Il regolamento prevede inoltre la limitazione di venting e flaring entro il 2027
Al centro della legge Ue c’è l’obbligo per le società energetiche di rilevare e riparare le perdite dalle infrastrutture del petrolio e del gas, eventualmente rilevate durante le ispezioni. Per quanto riguarda le perdite, i negoziatori hanno stabilito una soglia di 17 grammi di metano all’ora per quelle sottomarine, di cinque grammi per quelle sotterranee e di un grammo per quelle fuori terra. La riparazione/sostituzione dei componenti dovrà avvenire immediatamente dopo il rilevamento di una perdita, in ogni caso non oltre cinque giorni. Per una riparazione completa sono concessi 30 giorni. Il regolamento prevede poi la limitazione di venting e flaring del metano entro il 2027. A partire dal 2030, poi, inizieranno a essere applicati valori massimi di intensità di metano: ciò vuol dire che agli importatori dell’Ue potrebbe essere impedito l’acquisto di gas, petrolio e carbone. Ma tale disposizione si applicherà solo ai nuovi contratti.
L’accordo è stato raggiunto dall’Unione europea in vista della COP28
«L’Unione europea sta finalmente introducendo misure vincolanti per ridurre il metano, il killer del clima», ha dichiarato Jutta Paulus, verde tedesca che ha negoziato l’accordo per conto dell’Europarlamento. «In quanto maggiore acquirente mondiale di gas naturale, l’Ue è pronta a usare la sua influenza per contribuire a ridurre le emissioni globali di metano. È un messaggio molto chiaro da parte dell’Europa in in vista della COP28: la responsabilità climatica non si ferma ai suoi confini», ha detto al Guardian Flavia Sollazzo, esperta di energia della filiale europea del gruppo no-profit Environmental Defense Fund. Con la conferenza globale sul clima inizierà il 30 novembre: Cina e Stati Uniti avevano già annunciato in precedenza i propri piani per affrontare il problema del metano.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha definito un «clamoroso errore» l’eventuale scelta di Inter e Milan di costruire i rispettivi stadi fuori dal Comune milanese. Le due società stanno proseguendo per le rispettive strade verso la creazione di impianti di proprietà. I nerazzurri puntano a Rozzano, mentre i rossoneri sembrano ormai vicini a San Donato. E così il primo cittadino ha lanciato il proprio messaggi, parlando della potenziale ingestibilità degli impianti fuori città. E intanto il 21 novembre il Tar della Lombardia si pronuncerà sul vincolo posto dalla Sovrintendenza sul secondo anello dello storico stadio di San Siro.
Lo stadio San Siro di Milano (Imagoeconomica).
Sala: «Si stanno raccontando un sacco di frottole»
Il primo cittadino di Milano ha dichiarato: «Le società possono legittimamente andare a fare lo stadio dove ritengono, io personalmente ritengo che sia un errore clamoroso per le società non fare lo stadio a Milano. Credo che uno stadio fuori Milano sia ingestibile perché io non so quanti vigili ha Rozzano, come fa a schierare 100 vigili quando c’è la partita? Secondo me si stanno raccontando anche un sacco di frottole». E ha fatto anche un esempio: «Una frottola che sento dire – ha aggiunto Sala – è che le società garantiscono la sicurezza, ma dove? Non lo possono fare».
Il sindaco: «La partita non è finita»
«Credo che sia un errore macroscopico delle società», ha proseguito poi Beppe Sala. E come raccontato da Calcio e Finanza, ha insistito sul tema: «Credo che dal loro punto di vista possono recriminare il fatto che da noi c’è il vincolo e le nostre lentezze, non siamo riusciti a dare risposte in tempi brevi. Non voglio considerare questa partita finita». Poi il sindaco ha concluso parlando del possibile stadio del Milan a San Donato: «Ci sarebbero difficoltà perché i parcheggi sono necessari essendo la metropolitana a un chilometro e mezzo. Non credo che si possa fare un parcheggio nel parco Sud né alla Maura. Io invito solamente le squadre a ripensarci».
È disponibile dal 16 novembre la prima parte di The Crown 6, ultima stagione della serie Netflix che segue gli eventi attorno alla famiglia reale britannica. Online le prime quattro puntate, mentre le restanti sei che condurranno all’atteso finale usciranno il 14 dicembre. In attesa di scoprire i dati degli ascolti in streaming, l’epilogo della storia scritta da Peter Morgan deve fare i conti con la spietata critica internazionale, che ne ha bocciato quasi in toto gli episodi inaugurali. Dura soprattutto la stampa britannica, che ha recensito The Crown 6 con votazioni pienamente insufficienti, parlando di «cattiva scrittura» e di «fallimenti formali». C’è però anche chi ha riservato parole al miele, ricordando «scene commoventi e indimenticabili».
The Crown 6, la critica britannica ha stroncato la serie Netflix
Particolarmente duri il Telegraph e il Guardian, che hanno attribuito rispettivamente due e una stella su cinque a The Crown 6, «una serie ossessionata dal fantasma di Lady Diana». Le prime puntate della sesta stagione, infatti, raccontano gli eventi attorno alla morte della principessa del popolo, pur non mostrando mai l’incidente a Parigi. Tuttavia, l’ex moglie di Carlo appare continuamente sotto forma di spettro o visione alla Royal Family, confortando i figli e l’erede al trono nonché dando consigli persino alla regina Elisabetta II. «Il bizzarro fantasma di Diana rappresenta la disperazione dello sceneggiatore», ha scritto la stampa britannica. «La serie ha iniziato a vacillare già durante la terza stagione, per poi perdere l’equilibrio nelle due successive», ha ricordato il Telegraph. «Ora sta invece precipitando nell’abisso».
Il poster ufficiale della serie The Crown 6 (Netflix, Facebook).
Contrariamente alla narrazione, i media inglesi hanno però elogiato le performance degli attori. Sugli scudi per il Times, curiosamente, proprio la performance di Elizabeth Debicki, che veste i panni di Diana. «La sua empatia nel ritrarre le ultime otto settimane della principessa è straordinaria», si legge nella recensione. Le star della serie rappresentano il punto di forza anche per Empire che, assegnando quattro stelle su cinque a The Crown 6, ha descritto le quattro puntate iniziali come «un mix di lacrime, filmati realistici e fantasmi per piangere ancora una volta la principessa». Sulla produzione Netflix si è espresso anche il Financial Times che per un giorno ha abbandonato l’economia per raccontare lo show del momento, descritto però come «privo di ispirazione».
Non solo il fantasma di Lady D, sotto accusa anche inesattezze storiche
Non sono mancate anche alcune precisazioni circa importanti incongruenze con la realtà. «Come storica, a volte mi è venuto da piangere», ha raccontato Kelly Swaby, esperta della Royal Family, alla Bbc. «La gente si aspetta un elevato grado di precisione, data la qualità eccelsa della produzione. Qualche licenza artistica di troppo però c’è, scaturita dal fatto che nessuno sa come sono andati gli eventi a corte». Per esempio, non è noto come l’allora principe Carlo abbia comunicato ai figli la notizia del decesso di Lady D. Sotto accusa poi anche l’immagine di Mohamed Al-Fayed, padre di Dodi che intraprese una relazione con Diana. «The Crown sostiene che abbia organizzato lui la storia d’amore, ma è una totale assurdità», ha detto a DeadlineMichael Cole, ex portavoce dell’imprenditore egiziano. «Era felice di quel rapporto, ma non ha imposto la loro unione».
Davanti Palazzo Chigi è stata sfiorata la rissa a causa della carne coltivata. Mentre è in Aula la legge con cui il governo vuole vietare la produzione di questo prodotto, alcuni deputati di +Europa e Sinistra italiana hanno protestato con cartelli e cori. Proprio durante la manifestazione, però, è arrivato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, che si è diretto verso Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi, urlando loro «delinquenti». Tra spintoni e urla, alcuni agenti di polizia hanno poi sedato gli animi separando i due gruppi.
Carne coltivata, rissa sfiorata davanti Palazzo Chigi tra i deputati di #PiùEuropa Riccardo #Magi e Benedetto #DellaVedova e il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. I due parlamentari erano lì per manifestare contro il provvedimento che introduce il divieto di carne… pic.twitter.com/ksQKlXFYTv
Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini (Imagoeconomica).
Della Vedova e Magi: «Prandini deve dimettersi»
I due parlamentari hanno poi chiesto le dimissioni del presidente della Coldiretti. Come rivela Repubblica, Magi ha commentato così la vicenda: «Prandini dovrebbe dimettersi. È un teppista». Rientrati in Aula, Della Vedova ha mostrato il video al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida: «Guarda qui. Intimidazione e violenza, questo è il clima. Ma ti rendi conto?». E il ministro ha risposto: «Contrarietà e solidarietà. La violenza non è mai uno strumento di battaglia politica».
Benedetto Della Vedova e Riccardo Magi (Imagoeconomica).
Mercoledì 15 novembre un gruppo di 200 musulmani conservatori ha marciato nella capitale indonesiana, Jakarta, chiedendo la cancellazione di un concerto dei Coldplay in programma per quella sera, a causa del sostegno della band britannica alla comunità Lgbtqia+. Il concerto si è poi regolarmente svolto.
Venduti oltre 70 mila biglietti per la tappa a Jakarta
I Coldplay sono conosciuti per esibire i propri valori durante i loro spettacoli, e il cantante Chris Martin è noto per indossare i colori dell’arcobaleno e sventolare bandiere del Pride durante le esibizioni. Nonostante le proteste del gruppo conservatore, che si è presentato anche davanti al luogo del concerto, per la tappa del tour Music of the Sphere allo stadio Gelora Bung Karno sono stati venduti più di 70 mila biglietti in meno di due ore. Jakarta, inoltre, è uno dei principali hub di streaming della band, con circa 1,6 milioni di fan in città.
Due fan all’entrata del Gelora Bung Karno per il concerto dei Coldplay a Jakarta (Getty Images).
I Coldplay dopo il concerto: «Torneremo!»
L’Indonesia è laica e ha una lunga storia di tolleranza religiosa, ma negli ultimi anni una piccola frangia estremista si è fatta più forte, e le coppie Lgbtqia+ subiscono spesso discriminazioni. Anwar Abbas, vicepresidente del Consiglio indonesiano degli Ulema, il più potente organismo di regolamentazione islamico dell’Indonesia, ha criticato la decisione di portare avanti lo spettacolo. «Sappiamo che i Coldplay sostengono la comunità Lgbtq+, ma ora la domanda è: il comportamento di questa comunità è in linea con la nostra costituzione?» ha detto in una dichiarazione riportata dal The Borneo Post. La band non ha commentato la protesta, e sul profilo Instagram ha scritto: «Grazie per una delle notti migliori di sempre, Jakarta! Torneremo».
La scorsa estate, la Venere influencer di Open to Meraviglia è scomparsa dai social, per riapparire il 30 agosto. A distanza di quasi tre mesi, la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è tornata a parlarne rispondendo alle domande ricevute durante la X Commissione. Il deputato di Azione, Fabrizio Benzoni, ha chiesto alla ministra di spiegare cosa sia successo nel lasso di tempo tra il 27 giugno e il 29 agosto. Per quei due mesi d’estate, infatti, i canali social della campagna di comunicazione sono stati in totale silenzio. Santanchè ha spiegato: «Era in vacanza».
La ministra Daniela Santanchè (Imagoeconomica).
Santanchè: «Fatte riprese e shooting»
«Non ha mai fatto una pausa dal 27 giugno al 29 agosto. La Venere di Botticelli era in vacanza in giro per tutta l’Italia. Abbiamo fatto tutta una serie di riprese, di shooting», ha spiegato Daniela Santanchè. La ministra ha parlato in generale anche dell’intera campagna di comunicazione: «La strategia social si poteva anche fare meglio? Forse sì. Non ho la presunzione di pensare che quello che facciamo al ministero sia il meglio in assoluto. Ma questo è ciò che siamo riusciti a fare».
Santanchè: «Grandi soddisfazione in Cina»
Daniela Santanchè poi ha parlato anche dell’impatto di Open to Meraviglia in Cina. Grazie a un accordo con Tencent, il colosso cinese che possiede la piattaforma WeChat utilizzata da 1,3 miliardi di persone, la Venere diventerà un videogioco. La ministra ha dichiarato: «Ho avuto una grande soddisfazione quando sono andata in Cina. WeChat, il loro social più popolare, sta lavorando per fare un gioco con la nostra influencer. Credo che sarebbe un risultato importante».
Benzoni: «Era in vacanza? Situazione ilare»
La spiegazione sulle vacanze della Venere, però, ha fatto ridere alcuni deputati di opposizione. Santanchè ha replicato: «Se vi fa ridere sono contenta». Poco dopo, l’attacco di Benzoni: «La campagna promozionale del nostro paese era in vacanza a fare shooting durante la stagione turistica. C’è molto poco da dire, la situazione è già abbastanza ilare».
Trasporto ferroviario gratuito sui treni regionali in Liguria per gli studenti under 19 e introduzione di un abbonamento mensile e annuale con sconti specifici per gli under 26. Sono queste le misure annunciate dal presidente della Regione Giovanni Toti in vista dell’approvazione definitiva della Manovra 2024 da parte del Consiglio regionale.
Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria (Imagoeconomica).
La rimodulazione delle tariffe per il Cinque Terre Express
Le agevolazioni saranno possibili grazie ad una rimodulazione delle tariffe per il Cinque Terre Express. «Gli aumenti riguarderanno esclusivamente i turisti mentre per i residenti sono previsti sconti di almeno il 50 per cento sugli abbonamenti», commentano il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e Augusto Sartori, assessore regionale ai Trasporti e al Turismo. Nello specifico, il documento stilato da Regione Liguria insieme a Trenitalia intende tutelare cittadini e Comuni con nuove risorse da investire sul territorio. I fondi per la gratuità dedicata agli under 19 sono a valere su un lieve aumento delle tariffe del Cinque Terre Express per i turisti sulla base dell’andamento dei picchi di domanda. Previsto inoltre il blocco degli aumenti sugli abbonamenti mensili e annuali per tutto il 2024.
L’Antitrust ha avviato un’indagine conoscitiva sull’uso degli algoritmi di prezzo nel trasporto aereo passeggeri sulle rotte di collegamento tra la penisola e la Sicilia e la Sardegna, caratterizzate da particolari esigenze di mobilità. Lo fa sapere l’Autorità garante della concorrenza e del mercato. «Alla base di questa decisione», si legge in una nota, «il fatto che, in concomitanza con la ripresa della domanda di trasporto aereo passeggeri, a partire dal 2022, sono stati rilevati, da soggetti istituzionali e non, livelli di prezzo elevati in corrispondenza dei periodi di picco di domanda».
Secondo alcuni quotidiani la premier Giorgia Meloni avrebbe invitato la segretaria del Pd Elly Schlein ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia che si terrà dal 14 al 17 dicembre. Al momento non sono arrivati inviti formali ma, in base a quanto si apprende, al Nazareno non sarebbero comunque favorevoli all’idea di una partecipazione della segretaria dem. «Con FdI ci confrontiamo e discutiamo in parlamento, a partire dalla Manovra di bilancio», tagliano corto.
Donzelli: «Sto gestendo io gli inviti, e mi sembra prematuro».
Anche se, secondo quanto riporta La Stampa, il responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, ha smentito l’invito spiegando di averlo «letto dai giornali» e che comunque «sembra tutto un po’ prematuro». Nel corso della trasmissione Agorà su Rai3, anche il ministro per i Rapporti con il parlamento, Luca Ciriani, ha glissato alla domanda sul presunto invito a Elly Schlein a partecipare alla kermesse: «È una nostra tradizione quella di invitare tutti gli avversari politici. Invitammo anche Conte ai tempi, Letta e tutti i rappresentanti delle opposizioni, ma allora le parti erano invertite, per dire che secondo noi il terreno di scontro è il parlamento ma non ci deve essere né ghettizzazione né criminalizzazione dell’avversario. Noi le abbiamo subite e non le facciamo. Sarebbe bello che il Pd di Schlein sapesse cogliere la sfida che la premier Meloni ha lanciato, cioè quella di cambiare l’Italia insieme». Proprio qualche giorno fa, Ciriani aveva lanciato un appello alle due leader a collaborare per cambiare il Paese.
Sono uscite le liste dei personaggi che il 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio, verranno insigniti dal sindaco di Milano Beppe Sala del prestigioso encomio meneghino, l’Ambrogino d’oro. A leggere la lista ci è scappata una risata, e cosa ancor più strana, ci è scappata una risata leggendo il nome di un personaggio che, fino a oggi, di risate non ce ne aveva strappata mai una, neanche per sbaglio: quello di Andrea Pucci. Il comico – così recita Wikipedia – milanese, lanciato a suo tempo da Simona Ventura e da tempo immemore onnipresente dentro le nostre televisioni (almeno quelle televisioni che non subiscono una qualche forma di selezione da parte dei loro possessori), viene quindi considerato, inspiegabilmente, un milanese che abbia fatto qualcosa di abbastanza meritevole per venir insignito di quella che è la massima benemerenza da parte dell’amministrazione pubblica locale.
Sala è passato dai calzini arcobaleno a premiare Pucci
Ora, è chiaro che negli ultimi tempi Sala stia sbandando, viste le tante, troppe scelte fatte in ambito di urbanistica, una svolta green in forte odor di svendita del capoluogo a fondi di investimento e immobiliaristi, un presenzialismo ormai solo di facciata – si pensi alla promo fatta in video per il ritorno dei Club Dogo, passati dall’essere antieroi lì a rappare di bamba, fighe e pistole all’essere omaggiati dal primo cittadino milanese -, ma che ora il tutto converga nella premiazione simbolo di un chiaro caso di comico politicamente scorretto sembra davvero troppo. Specie da chi si è fregiato a lungo di essere inclusivo e open mind: lo testimoniano l’incontro coi rapper di Seven 7oo a Piazza Selinunte, tutti di seconda generazione, e i famosi calzini arcobaleno esibiti a favore di camera per dare sostegno alla comunità Lgbtq+ su tutto.
Battute contro le minoranze e non sul potere, sia mai che Pucci faccia satira
Infatti, neanche il tempo di metabolizzare la notizia – non che l’Ambrogino d’oro sia poi così centrale nella nostra vita, di italiani e anche di milanesi – che sui social è montata la polemica. Ovunque sono apparse tante battute e meme che Pucci ha diffuso negli ultimi mesi, tutte scorrette e anche poco divertenti, tutte per altro rivolte contro quelle minoranze che già di loro vengono discriminate, mai contro il potere, sia mai che Pucci intenda fare satira. Ecco quelle in cui il nostro eroe si chiede se Tommaso Zorzi sia uso fare il tampone non dal naso ma dal retto, per altro al termine di un “pezzo” che intendeva criminalizzare l’atto del fare tamponi: più volte durante il periodo Covid Pucci si è dimostrato intollerante alle restrizioni, con tesi non troppo distanti dai no vax.
La battuta di Pucci su Tommaso Zorzi.
Repertorio di omofobia, sessismo e body shaming
Ecco quelle in cui si paragona Elly Schlein di volta in volta a Pippo Franco o Alvaro Vitali, suggerendole interventi di chirurgia estetica per correggere dentatura e orecchie a sventola. Insomma, un giusto mix di omofobia, sessismo e body shaming, ma tutto per comicità, ci mancherebbe pur altro. Un pensiero che sembra essere il medesimo di quello contenuto nel libro del generale Vannacci, Il mondo al contrario: mai prendersela con chi è parte della maggioranza, solo con chi è già di suo tenuto a bordo campo. Le voci su un suo passato da picchiatore allo stadio e anche quelli su certi suoi precedenti penali, voci appunto, hanno ripreso a circolare vorticosamente, come già era accaduto in passato, quando il nome di Pucci era cominciato a essere una costante dei programmi del servizio pubblico.
Le stories di Pucci su Elly Schelin.
Il fatto è che Beppe Sala sembra oggi come oggi incarnare alla perfezione un certo pensiero ricorrente, da bravo politico sempre sul pezzo. Cioè da una parte sembra essere in costante necessità di praticare di volta in volta green washing come rainbow washing, con tutta una serie di iniziative di facciata che poco riscontro trovano poi nella vita di tutti i giorni; dall’altra sembra costantemente interessato a dare alla maggioranza quel che la maggioranza vuole, cioè pane e circo, appunto. Così un premio a un comico dal repertorio assai discutibile appare perfettamente coerente con una modalità d’azione che negli ultimi tempi sembra aver davvero poca aderenza col comune sentire dei suoi cittadini.
Becere sparate da bar e da caserma elevate a comicità
Però, questo dicono sui social coloro che stanno alzando barricate in difesa di Pucci e del suo prossimo Ambrogino d’oro, la maggior parte della gente ride di quelle battute bieche e triviali, si riconosce in chi attacca gay e pratica il body shaming, in chi ostenta un modo di vivere da Milanese Imbruttito, senza però avere in quel caso ambizioni comiche, e in chi, più che altro, cerca il plauso della pancia della gente, elevando a comicità, o presunta tale, le battute da bar, da caserma, insomma, quelle che solitamente nessuno avrebbe provato a portare in televisione perché troppo becere, oltre che poco divertenti.
Dalla stessa parte Pio e Amedeo, Maurizio Battista, Pino Insegno…
E se da una parte Pio e Amedeo, che potrebbero essere additati come i capostipiti di questa genia di non-comici, sembrano avere una marcia in più, visto che in loro il rovesciamento delle istanze del politicamente corretto ha un filo conduttore preciso, come per Checco Zalone, sbattendoci in faccia i nostri peggiori vizi e i nostri più evidenti tic, dall’altra ci sono poi figure come appunto Pucci, Maurizio Battista, gente che ride alle proprie battute, come per necessità di imboccare il pubblico, ma anche lo stesso Pino Insegno, ormai capace di farci ridere solo quando non è in onda, a metà mattina, nel momento in cui escono impietosi i dati Auditel che dimostrano come neanche il pubblico immobile di mamma Rai lo apprezzi più.
Ambrogino d’oro negato a chi lo meritava davvero, cioè Marracash
Un florilegio di comici triviali, pronti a mettersi dalla parte del vincitore, che il 7 dicembre vedranno un loro rappresentante celebrato dal sindaco Sala a Palazzo Marino, con un Ambrogino d’oro che, per la cronaca, è stato negato a quel Marracash che giusto qualche settimana fa ha portato per la prima volta in zona Ippodromo oltre 80 mila persone a un concerto interamente dedicato al rap, Marragheddon, dimostrandosi King di una scena che comunque domina il mercato musicale ormai da parecchi anni. Ma sia mai che a Palazzo Marino ci finisca qualcuno di davvero meritevole.
Pucci fa ridere quelli che rigettavano i tamponi e le mascherine
L’idea che il politicamente corretto sia un capestro imposto da non si sa bene chi – immagino intellettualoni e radical chic -, qualcosa che in fondo è lontano dal mondo reale, in concreto abitato da una pletora di analfabeti funzionali incapaci di distinguere una battuta da una offesa gratuita, l’assenza di sensibilità rivendicata neanche fosse un vanto si sta diffondendo come un virus. Normale che i primi a prenderselo siano quelli come Pucci, che rigettavano i tamponi e le mascherine e ne facevano oggetto di battute, incuranti delle emergenze.
Proposta di candidatura arrivata da Silvia Sardone della Lega
Resta l’imbarazzo di sapere che, stando a quanto ha deliberato Sala, che ha diritto di veto sulle indicazioni ricevute dalla giunta comunale, non abbia fatto nulla per impedire questo scempio, indicando come Milano si senta rappresentata da chi ha costruito la sua carriera di comico su battute su gay e donne, così come dal rap in stile gangsta dei Club Dogo. Sappiamo che a caldeggiare il nome di Pucci è stata Silvia Sardone della Lega, forse in assenza di degni rappresentanti da che per ovvie ragioni non ci sono più i Fichi d’India. Ci manca solo di vedere un post si Sala con l’hashtag #FreeShiva, il medesimo che molti trapper e rapper stanno usando, discutibilmente, per chiedere la scarcerazione, appunto, di Shiva, agli arresti per aver sparato a due suoi presunti aggressori, e sarà compiuto il salto da uomo eletto dal centrosinistra a prossimo rappresentante di quel neoliberismo accelerazionista che già nel decennio scorso faceva tremare intellettuali e filosofi, Mark Fisher in testa.
La strada del salto della quaglia, con un ritorno a destra, nel suo caso decisamente più repentino, è stato già indicato da Letizia Moratti. Mica è un caso che proprio Sala fosse al suo fianco ai tempi di Expo. In questa Milano che nel video di lancio dei Club Dogo viene descritta come novella Gotham City – percezione piuttosto diffusa tra i milanesi – non ci sarebbe da stupirsi se il primo cittadino decidesse di seguire le orme di colei che un tempo è stata la mamma di Batman.
Il contagio nell’intera regione mediorientale del conflitto tra Hamas e Israele è più di un rischio. In Cisgiordania, territorio amministrato da Fatah di Abu Mazen, si moltiplicano gli scontri con l’esercito di Tel Aviv che, al confine settentrionale, sta affrontando un conflitto a bassa intensità con i miliziani di Hezbollah, formazione libanese foraggiata dall’Iran. Proprio come i ribelli yemeniti Houthi che hanno lanciato droni e missili contro lo Stato ebraico. Inoltre sono state colpite basi statunitensi in Iraq. E poi c’è la Siria, da dove transitano i rifornimenti di Hezbollah e per questo nel mirino di Israele.
Bashar al-Assad e il presidente iraniano Ebrahim Raisi (Getty Images).
La Siria non ha mai stipulato accordi di pace con Israele
Martoriata da 12 anni dalla guerra civile, a differenza di altri vicini come Egitto e Giordania, la Siria non ha mai stipulato accordi di pace con Israele, né riconosce lo Stato ebraico con cui si contende le alture del Golan, territorio conquistato dalle forze israeliane nel 1967 nell’ambito della Guerra dei sei giorni e poi annesso unilateralmente nel 1981. Nel Paese, dove il dittatore Bashar al-Assad è sopravvissuto alla sollevazione popolare del 2011 e alla successiva guerra civile grazie all’appoggio di Russia e Iran, sono operative diverse milizie legate a Teheran, compresi miliziani di Hezbollah. L’Idf ha colpito infrastrutture militari nella zona di Daraa, nel sud della Siria, in risposta al lancio di missili verso il Golan. Più “corposa” la campagna aerea di Israele, che in realtà al pari di quella di terra va avanti da anni, sempre con l’obiettivo di impedire i rifornimenti ai combattenti sostenuti dall’Iran: dall’attacco di Hamas, ad esempio, sono stati colpiti più volte gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo.
Siria, manifesto contro il presidente Assad (Getty Images).
Siria-Hamas, storia di un rapporto lungo e complesso
Il rapporto della Siria con Hamas è lungo e complicato. L’organizzazione palestinese trae infatti origine dai Fratelli Musulmani, formazione politica che si richiama al dovere di fedeltà ai valori islamici tradizionali e per questo punto di riferimento per molti integralisti. Anzi, come specificato nel suo stesso statuto del 1988, nacque come suo braccio palestinese. In Siria, i Fratelli Musulmani si sono sempre opposti al potere della famiglia Assad. Nel 1982, mentre era al potere Hafiz al-Assad, padre dell’attuale presidente, le truppe siriane repressero una rivolta guidata proprio dai Fratelli Musulmani ad Hama, uccidendo almeno 10 mila abitanti. Più tardi, il governo di Damasco ha sostenuto con forza la causa palestinese, ospitando circa mezzo milione di rifugiati provenienti da Israele. Tra essi anche uno dei leader di Hamas in esilio, Khaled Mashaal. E questo nonostante la famiglia Assad si trovasse spesso in contrasto con l’organizzazione palestinese. I rapporti si sono davvero inaspriti a partire dal 2011, quando Hamas evitò di schierarsi con Damasco nella guerra civile: l’anno successivo Mashaal riparò in Qatar, dove vive ancora oggi. Successivamente l’esercito regolare prese di mira i civili del distretto di Yarmouk, area che da campo profughi si era trasformata in quartiere a maggioranza palestinese controllata dai ribelli: le forze di Assad nel 2015 assediarono il campo, impedendo l’ingresso di cibo, energia, medicine e altri rifornimenti. Una piccola Gaza.
La devastazione di Yarmouk dopo l’assedio (Getty Images).
Altamente improbabile il coinvolgimento diretto di Damasco
Nel discorso tenuto al vertice della Lega araba che si è svolto a Riad, Assad ha criticato gli accordi di normalizzazione tra altri Paesi del Medio Oriente e lo Stato ebraico, accusando Israele di crimini di guerra contro i civili di Gaza, allineandosi agli altri leader nel chiedere l’immediato cessate il fuoco e la fine dell’assedio della Striscia. Parole che però non possono non suonare ipocrite, considerati gli attacchi chimici di Ghūṭa prima e Khan Shaykhun poi, sferrati dalle forze governative durante la guerra civile siriana. E quanto accaduto a Yarmouk. È altamente improbabile che Damasco entri nel conflitto in corso, cosa che invece potrebbero fare le varie milizie operanti all’interno del Paese sostenute dall’Iran e indipendenti dal governo siriano. Da parte sua, anche Israele finora ha evitato di colpire obiettivi prettamente siriani, concentrandosi sui rifornimenti a Hezbollah. E pure gli Stati Uniti si sono limitati a colpire le presunte basi iraniane in Siria. «Nonostante il susseguirsi di attacchi e contrattacchi, nessuna delle due parti – gli Usa e Israele, da un lato, e l’Iran e i gruppi che sostiene, dall’altro – sembra volere una grande escalation regionale», hanno spiegato i ricercatori del think tank International Crisis. Group. Ma se la guerra a Gaza dovesse continuare, avvertono, «il rischio che proprio ciò accada potrà aumentare».
La Commissione Ue ha inviato all’Italia la lettera con il parere motivato riguardo alla procedura d’infrazione per la questione delle concessioni balneari. Il mancato adeguamento del Paese alla direttive Bolkenstein preoccupa Bruxelles da mesi. Un portavoce della Commissione, durante l’incontro quotidiano con la stampa, ha affermato: «Abbiamo inviato un parare motivato. Questo dà ora al governo italiano due mesi per fornire risposte e allora decideremo sui prossimi passi». E ha spiegato che le trattative in corso non si fermeranno: «La nostra preferenza è sempre di trovare un accordo con gli Stati membri, piuttosto che andare in giudizio. È un parere motivato e non pregiudica le trattative continue che avremo con le autorità italiane».
La mappatura un nodo centrale
Nel febbraio 2023, dopo la bozza del decreto Milleproroghe, la Commissione europea aveva parlato di «sviluppi preoccupanti», analizzando le norme previste dall’Italia che prevedevano la possibile proroga delle concessioni balneari. Queste scadrebbero nel 2023 secondo il Consiglio di Stato, ma nel 2024 per il Milleproroghe. E intanto l’Italia ha anche avviato la mappatura delle coste e a ottobre è stata conclusa. Si è giunti alla conclusione che non si tratta di una risorsa «scarsa», come spiega Repubblica, poiché soltanto un terzo dell’intero territorio mappato è occupato dagli stabilimenti balneari. Per l’Europa, però, la mappatura non va effettuata soltanto sul litorale, ma a livello nazionale, con un focus poi sulle coste, così da poterne determinare il valore economico reale.
Diversi stabilimenti balneari lungo la costa ionica della Sicilia orientale, in provincia di Catania (Getty Images).
Dossier balneari al palo
Intanto nemmeno nel decreto Omnibus il governo ha inserito nuove regole per i balneari. Il 2023 volge al termine ma le eventuali gare per le concessioni demaniali marittime non sono nemmeno vicine. Soltanto la trattativa con l’Ue potrà risolvere la situazione. Intanto, però, la procedura d’infrazione prosegue.
Per un banale diverbio sorto per questioni di viabilità, una mancata precedenza a un incrocio, un uomo ha esploso alcuni colpi con un potente revolver contro una Fiat 500 ferendo il conducente e malgrado a bordo ci fossero anche donne e bambini. La Squadra mobile della questura di Napoli, coordinata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, l’ha arrestato con l’accusa di tentato omicidio, porto di arma comune da sparo.
L’autore arrestato due giorni prima di diventare maggiorenne
Il fatto è avvenuto nel capoluogo campano all’alba del 15 ottobre 2023, due giorni prima che l’arrestato diventasse maggiorenne. Il conducente della vettura rimase ferito alla mano sinistra e di striscio alla gamba sinistra, ma in auto c’erano anche due sue sorelle, la moglie e il figlio piccolo della coppia. La Fiat 500 ha incrociato la vettura guidata da un maggiorenne e a bordo della quale viaggiava il ragazzo che ha sparato, legato non in maniera diretta ad ambienti malavitosi partenopei. Il provvedimento cautelare nei confronti del giovane è stato emesso dopo indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli.