A un anno dalle elezioni, gli Stati Uniti si interrogano su chi sarà il prossimo presidente. La sfida tra l’attuale leader americano Joe Biden e il precedente, il tycoon Donald Trump, sembra vedere in vantaggio quest’ultimo. Ma il settimanale The Economist ha già le idee chiare e ha definito Trump «il più grande pericolo» mondiale del 2024, qualora dovesse essere eletto.
The Economist: «Sarebbe la più grande minaccia degli Usa»
I giornalisti dell’Economist hanno spiegato che un «secondo mandato di Trump sarebbe una svolta diversa dalla prima» e che la scelta dei cittadini americani influenzerà il «destino del mondo». Anzi il giornale parla di «decine di migliaia di elettori solo in una manciata di stati», aghi della bilancia nella sfida elettorale. La spiegazione è di facile intuizione. Per l’Economist l’eventuale vittoria di Trump incoraggerebbe Vladimir Putin e Xi Jinping, rispettivamente alla guida di Russia e Cina, antagonisti statunitensi.
I sondaggi premiano Trump
Intanto Donald Trump resta davanti a Joe Biden nei sondaggi. A inizio novembre è stato il New York Times a pubblicare i dati di una prima rilevazione secondo cui il Tycoon sarebbe davanti all’attuale presidente in cinque dei sei Stati “battleground”, ovvero in bilico tra Repubblicani e Democratici. Avrebbe un margine di vantaggio tra i 3 e i 10 punti in Arizona, Georgia, Michigan, Nevada e Pennsylvania. Qualche giorno più tardi è stata la Cnn a rendere noto il proprio sondaggio. I numeri attuali vedrebbero Trump al 49 per cento contro il 45 a cui si fermerebbero i consensi di Joe Biden.
Nicholas Foresti, un giovane di 22 anni di Albegno di Treviolo in provincia di Bergamo, stava lavorando come rider in una pizzeria d’asporto per pagarsi gli studi quando, intorno alle 21 di mercoledì 15 novembre 2023, una Volkswagen Touran gli avrebbe tagliato la strada in via Grumello a Bergamo, già teatro di incidenti del genere. Il conducente dell’auto è rimasto illeso, mentre le ferite riportate da Foresti sono state subito giudicate gravi. Il giovane, infatti, non ce l’ha fatta ed è deceduto il giorno dopo, 16 novembre, all’ospedale Papa Giovanni XXIII.
Nicholas era prossimo alla laurea
Il 22enne lavorava come pony express per pagarsi gli studi all’Università di Bergamo, facoltà di Economia, dove avrebbe conseguito la laurea il mese prossimo. «Sono un entusiasta del settore economico, in particolare dell’ambito finanziario. Ho iniziato la mia esperienza come investitore poco prima di compiere i 18 anni e attualmente gestisco un mio portfolio personale. Oh, quasi dimenticavo di dire che nel tempo libero studio Economia e finanza all’Università di Bergamo», si presentava su LinkedIn. Nicholas, grande appassionato di calcio e tifoso dell’Atalanta, aveva giocato a lungo nella Giovanile Trealbe. Amante dei viaggi, come testimoniato dalle numerose foto pubblicate sul suo profilo Instagram, aveva visitato diverse città tra cui Düsseldorf, Stoccolma, Barcellona e Roma. La data del funerale non è ancora stata fissata, ma i genitori hanno già dato il consenso per la donazione degli organi.
Nicholas Foresti, un giovane di 22 anni di Albegno di Treviolo in provincia di Bergamo, stava lavorando come rider in una pizzeria d’asporto per pagarsi gli studi quando, intorno alle 21 di mercoledì 15 novembre 2023, una Volkswagen Touran gli avrebbe tagliato la strada in via Grumello a Bergamo, già teatro di incidenti del genere. Il conducente dell’auto è rimasto illeso, mentre le ferite riportate da Foresti sono state subito giudicate gravi. Il giovane, infatti, non ce l’ha fatta ed è deceduto il giorno dopo, 16 novembre, all’ospedale Papa Giovanni XXIII.
Nicholas era prossimo alla laurea
Il 22enne lavorava come pony express per pagarsi gli studi all’Università di Bergamo, facoltà di Economia, dove avrebbe conseguito la laurea il mese prossimo. «Sono un entusiasta del settore economico, in particolare dell’ambito finanziario. Ho iniziato la mia esperienza come investitore poco prima di compiere i 18 anni e attualmente gestisco un mio portfolio personale. Oh, quasi dimenticavo di dire che nel tempo libero studio Economia e finanza all’Università di Bergamo», si presentava su LinkedIn. Nicholas, grande appassionato di calcio e tifoso dell’Atalanta, aveva giocato a lungo nella Giovanile Trealbe. Amante dei viaggi, come testimoniato dalle numerose foto pubblicate sul suo profilo Instagram, aveva visitato diverse città tra cui Düsseldorf, Stoccolma, Barcellona e Roma. La data del funerale non è ancora stata fissata, ma i genitori hanno già dato il consenso per la donazione degli organi.
Un fascio di luci in omaggio a Taylor Swift è stato proiettato nella notte di giovedì 16 novembre 2023 sul Cristo Redentore di Rio de Janeiro, dove venerdì 17 la cantante americana terrà un suo concerto, reduce dal successo delle sue esibizioni in Argentina. «Benvenuta in Brasile», si leggeva in un messaggio, mentre il monumento veniva “vestito” con una maglietta simile a quelle usate dai fan dell’artista. La grafica è stata realizzata da Gabriel Dadam, un membro del fan club di Swift nel Paese sudamericano. In cambio dell’omaggio, il rettore del Santuario del Cristo, padre Omar, ha chiesto ai fan di donare 20 mila confezioni di panettoni e acqua alla «popolazione in situazioni vulnerabili». La proposta mira a sensibilizzare i giovani anche in vista della Giornata mondiale dei poveri istituita da Papa Francesco, in programma il 19 novembre.
Giorgia Meloni ha risposto sul tema delle concessioni balneari, a 24 ore dalla lettera sulla procedura d’infrazione ricevuta dall’Italia e inviata dalla Commissione europea. La premier ha risposto ai giornalisti nel corso di un punto stampa a Zagabria, dov’è in programma la cena organizzata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel per proseguire il dibattito sull’Agenda strategica Ue da adottare per la prossima legislatura. Sulle concessioni ha mostrato serenità e affermato che bisognerà «iniziare una nuova contrattazione» con l’Unione Europea. Una tesi che la stessa Commissione Ue aveva ribadito già nelle scorse ore attraverso un portavoce.
Giorgia Meloni (Getty Images).
Meloni: «Situazione ereditata, si trascina da anni»
La presidente del Consiglio ha spiegato: «Noi ereditiamo una situazione che si trascina da qualche anno. Il tavolo tecnico ha fatto una cosa che curiosamente non è stata fatta fino ad oggi e cioè la mappatura delle spiagge stabilendo che tecnicamente non c’è scarsità della risorsa. Oggi bisogna iniziare una nuova contrattazione con la Commissione Ue, noi dobbiamo dare la certezza del diritto, stiamo facendo dei passi in avanti». Proprio quello della mappatura resta uno dei nodi centrali. L’Italia ha redatto il documento mappando soltanto il litorale. Per l’Europa, però, va effettuata a livello nazionale, con un focus poi sulle coste, così da poterne determinare il valore economico reale.
Joel Guerriau, senatore francese del gruppo parlamentare di centrodestra Les Independants, è stato arrestato a Parigi perché sospettato di aver drogato una deputata allo scopo di stuprarla. La vittima si sarebbe sentita male dopo aver bevuto qualcosa nella casa del 66enne Guerriau: campioni di sangue hanno rivelato la presenza di ecstasy, è filtrato dalla procura della capitale transalpina. I fatti sarebbero avvenuti nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 novembre.
Joel Guerriau (Senat.fr).
Trovata ecstasy nell’ufficio e nella casa del senatore
La procura ha spiegato all’Agence France-Presse che Guerriau è sospettato di «aver somministrato a una persona, contro la sua conoscenza, una sostanza che potrebbe alterare il suo discernimento o il controllo delle sue azioni al fine di commettere uno stupro o una violenza sessuale». L’Afp scrive che la donna che ha presentato la denuncia alla polizia è un membro della camera bassa del parlamento, l’Assemblée Nationale. Durante le perquisizioni nell’ufficio e nella casa del senatore gli investigatori hanno trovato ecstasy.
Palais du Luxembourg, sede del Senato francese (Getty Images).
Il legale: «Interpretazione indecente da parte dei media»
Banchiere di professione, eletto nel 2011, Joel Guerriau è segretario del Senato e vicepresidente della commissione per gli affari esteri, la difesa e le forze armate. Il suo avvocato ha dichiarato che la realtà dei fatti è «molto lontana dall’interpretazione indecente che si può dedurre dai primi articoli dei media», dicendosi «indignato nel vedere che sulla stampa si trovano elementi dell’indagine».
YouTube ha allentato le sue regole in merito alla monetizzazione dei video che contengono nudità. L’elenco dei filmati idonei per generare introiti pubblicitari infatti comprende anche quelli che mostrano i capezzoli del seno durante l’allattamento e le immagini che presentano danze sensuali come il twerking e il grinding. La piattaforma di proprietà di Google ha anche rilasciato una clip dove Conor Kavanagh, responsabile per le politiche di monetizzazione, spiega nel dettaglio i principali aggiornamenti relativi alle linee guida per tutta la community. Restano infatti importanti restrizioni, soprattutto per quanto riguarda i filmati che mirano a enfatizzare contenuti sessualmente espliciti e volgari.
YouTube ha modificato le sue linee guida per la community (Getty Images).
Dall’allattamento al twerking, le nuove linee guida di YouTube sulle nudità
Come si legge sul blog ufficiale della piattaforma, nonostante l’allentamento YouTube ha mantenuto alcune restrizioni importanti. Per quanto riguarda l’allattamento, infatti, è fondamentale che nel video sia presente un bambino. In tal caso, sarà possibile monetizzare anche se nell’inquadratura sono visibili i capezzoli, prima invece vietati. Passando invece ai filmati coreografici di danza, la piattaforma ha deciso di consentire anche il twerking e il grinding oltre a una serie di «balli sensuali». Resteranno però interdette inquadrature intenzionali e ricorrenti di seno, glutei e genitali, movimenti che imitano l’atto sessuale nonché un vestiario «estremamente minimal». YouTube non ha però specificato quali siano i limiti per definire l’abbigliamento consono o meno alla monetizzazione online. «Come sempre, tutti i contenuti dovranno rispettare le regole della community», ha concluso Kavanagh.
Per quanto riguarda la nudità in generale, invece, non ci sono limitazioni per quanto riguarda espressioni di stampo artistico come sculture, schizzi e bozzetti nonché immagini al computer che coinvolgono le intimità illustrate. Consentiti anche abiti traslucidi o trasparenti per seni e décolleté femminili, glutei e torsi maschili «a patto che siano in contesti appropriati come passerelle di moda, esami medici e spiagge». È possibile poi mostrare anche il fondoschiena con vestiti trasparenti purché non rappresentino «il punto focale del video» e non siano «indirizzati per un contenuto sessualmente esplicito». Esclusi dall’elenco filmati, documentari e reportage legati all’industria del sesso, alle sex worker o contenenti immagini pornografiche. Nella danza, si bandiscono infine twerking e grinding se uno dei partner mette le mani sotto i vestiti dell’altro oppure ci sia uno zoom deliberato sulle parti intime.
All’alba della mattina di venerdì 17 novembre 2023, un commando di una quindicina di persone ha preso d’assalto la Cam, un’azienda tessile nella zona industriale di Antegnate, in provincia di Bergamo.
Una dinamica simile ad altri furti avvenuti in Lombardia
Il maxi furto è stato preparato nei minimi dettagli: i ladri hanno bloccato la strada con i furgoni e auto rubate nella zona, disseminando chiodi per bucare le gomme e bloccare l’arrivo dei carabinieri. A questo punto, con un furgone, hanno buttato giù il cancello d’entrata e il portellone del capannone. Una dinamica simile ad altri furti avvenuti nelle zone industriali della Lombardia negli ultimi mesi. Nel piazzale della Cam è arrivato poi un camion con una quindicina di uomini che si sono precipitati nel magazzino saccheggiando cappotti e abiti, già ultimati e confezionati, che avrebbero dovuto essere spediti il giorno seguente. Quando sul posto sono arrivati i carabinieri per i rilievi, i ladri erano già fuggiti con il bottino, che supera diverse centinaia di migliaia di euro.
La Corea del Sud dice addio alla carne di cane sulle tavole dei cittadini e dei turisti. Secondo quanto riferisce il Washington Post, il Partito popolare del potere avrebbe stilato anche un calendario per arrivare al divieto totale, con misure graduali che potrebbero entrare in vigore già entro la fine del 2023. I giovani sudcoreani hanno chiesto da tempo l’introduzione della norma, per fermare quella che viene definita non un’usanza ma una «crudeltà». Secondo uno studio, nonostante sia diminuito il consumo di carne di cane, esistono ancora circa 1.150 allevamenti di cani con oltre mezzo milione di esemplari utilizzati per questo scopo.
L’annuncio: «La legge speciale emanata entro l’anno»
Dopo un incontro in Parlamento con i funzionari del ministero dell’Agricoltura e attivisti per i diritti degli animali, è stato il deputato Yu Eui-dong a dare l’annuncio. Il politico ha spiegato: «Prevediamo l’emanazione di una Legge speciale per vietare la carne di cane entro quest’anno». E ha aggiunto: «Garantiremo pieno sostegno ad allevatori, macellai e altri imprenditori». Il governo prevederà indennizzi per le attività registrate e per tutti quegli allevamenti legalizzati che dovranno riconvertire la propria produzione. Tra l’altro, il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, e sua moglie, Kim Keon Hee, hanno sei cani e cinque gatti. E da tempo sono promotori della battaglia in favore del divieto.
Una donna tiene in braccio il proprio cane (Getty Images).
La scomparsa entro tre anni
La normativa che le autorità sono in procinto di lanciare, prevede un avvicinamento graduale alla scomparsa dell’intero comparto. Il divieto totale dovrebbe scattare quindi nel 2027, mentre nel corso dei prossimi tre anni si provvederà a sostenere le attività collegate nelle riconversione. Chae Jung-ah di Humane Society International ha dichiarato: «La notizia che il governo sudcoreano sia pronto a vietare l’industria della carne di cane è come un sogno che diventa realtà per tutti noi che ci siamo battuti per porre fine a questa crudeltà». Contraria, invece, l’associazione coreana degli allevatori di cani.
Barbara Exignotis, moglie dell’attore Nino Frassica, durante una diretta su Instagram a inizio mese di novembre ha ammesso: «Io sono distrutta. Prendo Xanax, Frontal, Prozac da quando Hiro è entrato in quella maledetta casa. Chiedo scusa». La donna si è scusata per aver pronunciato «frasi indicibili» rivolte alla sua vicina di casa, ritenuta colpevole di aver cacciato il suo gatto Hiro, scomparso da settimane, entrato da una finestra.
La moglie di Nino Frassica indagata
La procura di Spoleto ha avviato un’indagine dopo la scomparsa di Hiro, il gatto della famiglia di Nino Frassica. Il felino, un Sacro della Birmania, era sparito alla fine di settembre quando si era allontanato dall’appartamento affittato dall’attore nella cittadina umbra dove stava lavorando sul set della serie televisiva Rai Don Matteo. I magistrati sono intervenuti dopo che la famiglia Conti, vicina di casa della coppia, ha presentato una denuncia il 3 novembre contro la moglie di Nino Frassica e la figlia Valentina Lubrano. Secondo la versione dei Conti, le due donne non solo sarebbero state diffamate sui social media, ma avrebbero anche subito veri e propri atti persecutori.
La sinistra tedesca ha un problema: sta crollando e se andrà avanti così rischia di diventare insignificante. La Spd, la socialdemocrazia dalla lunga storia e un passato importante, ha perso ormai il suo ruolo di partito di massa e nonostante sia riuscita ad andare al governo con il cancelliere Olaf Scholz è in caduta verticale di consensi. Dimenticati i fasti di Willy Brandt tra gli Anni 70 e 80 e archiviati pure quelli di Gerhard Schröder capace tra il 1998 e il 2005 di tenere il partito intorno al 40 per cento e sbaragliare due volte di fila la Cdu, con e senza Helmut Kohl, oggi Scholz governicchia insieme a Verdi e Liberali e i sondaggi danno il suo partito al 15 per cento, tendenza decrescente.
Olaf Scholz (Getty Images).
La Linke spaccata dalla ‘ribellione’ di Sarah Wagenknecht
Se alla sinistra moderata socialdemocratica va male, a quella estrema della Linke va pure peggio. Il partito, entrato per un soffio al Bundestag nel 2021 solo grazie al complesso sistema elettorale tedesco, si è spaccato. Il gruppo parlamentare non esiste più e un manipolo di ribelli guidati da Sahra Wagenknecht ha messo in piedi una nuova formazione (Bündnis Sarah Wagenknecht, Bws) che si presenterà per la prima volta alle Europee di giugno 2024. La Linke, erede della Pds a sua volta scaturita dalle ceneri delle vecchia Sed della Ddr e che solo nel 2009 aveva raccolto quasi il 12 per cento, è arrivata insomma al capolinea, o almeno così pare. Per ora nel campo di centrosinistra resistono Scholz alla Cancelleria e il governatore della Turingia, alfiere della sinistra radicale, Bodo Ramelow.
Sahra Wagenknecht (Getty Images).
Dai Grünen agli eredi di Honecker fino all’Afd: i terremoti della politica tedesca
Lo spettro politico tedesco si è modificato progressivamente negli ultimi decenni. Se negli Anni 80 erano stati i Grünen, allora davvero verdi e pacifisti, a scardinare il quadro tripartitico fatto da socialdemocratici (Spd), conservatori (Cdu-Csu) e liberali (Fdp), la riunificazione del 1990 aveva portato gli eredi di Erich Honecker in parlamento a sinistra della Spd (Pds-Linke). Nel 2017 poi a sparigliare le carte è stata l’Alternative für Deutschland diventata il quinto partito a livello nazionale, stavolta più a destra dell’Unione (Cdu-Csu). Oggi l’Afd, il partito più giovane al Bundestag, dopo aver mancato l’ingresso nel 2013, anno della sua fondazione, mancando la soglia del 5 per cento per un soffio, è dato dai sondaggi in seconda posizione oltre il 20 per cento dietro l’Unione, prima con circa il 30 per cento. Seguono, a livello della Spd, i Verdi, mentre Liberali e Linke sono sul filo dell’esclusione dal parlamento. Dovrebbe invece superare senza problemi la soglia il partito di Wagenknecht, mina vagante che potrebbe dare un altro scossone alla struttura del Bundestag.
L’incognita Wagenknecht, variante rossobruna in grado di scippare voti all’Alternative für Deutschland
L’arco parlamentare vedrebbe dunque a Berlino, andando dall’estrema destra all’estrema sinistra: Afd, Unione, Fdp, Spd, Verdi, Linke, Wagenknecht. Tre partiti di destra e quattro di sinistra. Così in teoria, ma in realtà se i verdi hanno perso la loro innocenza già dal primo governo nel 1998 e la Spd ha smesso di fare la sinistra proprio con Schröder, anche il Bws non è proprio per puristi e si presenta come una sorta di variante rossobruna destinata a pescare molto nell’elettorato della AfD. Se infatti il nuovo movimento di Wagenknecht facesse il botto al Bundestag, salendo da zero al 14 per cento accreditato dagli ultimi sondaggi, l’Alternative für Deutschland potrebbe scendere a livello di tutti gli altri.
Stephan Brandner e Alice Weidel leader della Afd (Getty Images).
L’elettorato alla fine sceglie l’originale: Spd e Cdu sono avvisati
I numeri e le previsioni di oggi dovranno essere messi alla prova alle urne, sia alle Europee che alle Amministrative dell’autunno del prossimo anno, con il voto in tre regioni dell’est: Turingia, Sassonia e Brandenburgo. Per la sinistra si tratterà di un disastro annunciato, eccetto che per Wagenknecht; per l’AfD il botto è prevedibile, visto che al momento è nei tre Länder in questione il primo partito. Per i moderati dell’Unione basterà il disastro della Spd alle Europee per sentirsi vincitori. Quel che è certo è che visto come stanno andando le cose, e ciò vale sia per i socialdemocratici che per i conservatori, è che se si predicano politiche radicali di destra da pulpiti che dovrebbero essere moderati, allora gli elettori tedeschi dimostrano di preferire l’originale, non i surrogati.
La sinistra tedesca ha un problema: sta crollando e se andrà avanti così rischia di diventare insignificante. La Spd, la socialdemocrazia dalla lunga storia e un passato importante, ha perso ormai il suo ruolo di partito di massa e nonostante sia riuscita ad andare al governo con il cancelliere Olaf Scholz è in caduta verticale di consensi. Dimenticati i fasti di Willy Brandt tra gli Anni 70 e 80 e archiviati pure quelli di Gerhard Schröder capace tra il 1998 e il 2005 di tenere il partito intorno al 40 per cento e sbaragliare due volte di fila la Cdu, con e senza Helmut Kohl, oggi Scholz governicchia insieme a Verdi e Liberali e i sondaggi danno il suo partito al 15 per cento, tendenza decrescente.
Olaf Scholz (Getty Images).
La Linke spaccata dalla ‘ribellione’ di Sarah Wagenknecht
Se alla sinistra moderata socialdemocratica va male, a quella estrema della Linke va pure peggio. Il partito, entrato per un soffio al Bundestag nel 2021 solo grazie al complesso sistema elettorale tedesco, si è spaccato. Il gruppo parlamentare non esiste più e un manipolo di ribelli guidati da Sahra Wagenknecht ha messo in piedi una nuova formazione (Bündnis Sarah Wagenknecht, Bws) che si presenterà per la prima volta alle Europee di giugno 2024. La Linke, erede della Pds a sua volta scaturita dalle ceneri delle vecchia Sed della Ddr e che solo nel 2009 aveva raccolto quasi il 12 per cento, è arrivata insomma al capolinea, o almeno così pare. Per ora nel campo di centrosinistra resistono Scholz alla Cancelleria e il governatore della Turingia, alfiere della sinistra radicale, Bodo Ramelow.
Sahra Wagenknecht (Getty Images).
Dai Grünen agli eredi di Honecker fino all’Afd: i terremoti della politica tedesca
Lo spettro politico tedesco si è modificato progressivamente negli ultimi decenni. Se negli Anni 80 erano stati i Grünen, allora davvero verdi e pacifisti, a scardinare il quadro tripartitico fatto da socialdemocratici (Spd), conservatori (Cdu-Csu) e liberali (Fdp), la riunificazione del 1990 aveva portato gli eredi di Erich Honecker in parlamento a sinistra della Spd (Pds-Linke). Nel 2017 poi a sparigliare le carte è stata l’Alternative für Deutschland diventata il quinto partito a livello nazionale, stavolta più a destra dell’Unione (Cdu-Csu). Oggi l’Afd, il partito più giovane al Bundestag, dopo aver mancato l’ingresso nel 2013, anno della sua fondazione, mancando la soglia del 5 per cento per un soffio, è dato dai sondaggi in seconda posizione oltre il 20 per cento dietro l’Unione, prima con circa il 30 per cento. Seguono, a livello della Spd, i Verdi, mentre Liberali e Linke sono sul filo dell’esclusione dal parlamento. Dovrebbe invece superare senza problemi la soglia il partito di Wagenknecht, mina vagante che potrebbe dare un altro scossone alla struttura del Bundestag.
L’incognita Wagenknecht, variante rossobruna in grado di scippare voti all’Alternative für Deutschland
L’arco parlamentare vedrebbe dunque a Berlino, andando dall’estrema destra all’estrema sinistra: Afd, Unione, Fdp, Spd, Verdi, Linke, Wagenknecht. Tre partiti di destra e quattro di sinistra. Così in teoria, ma in realtà se i verdi hanno perso la loro innocenza già dal primo governo nel 1998 e la Spd ha smesso di fare la sinistra proprio con Schröder, anche il Bws non è proprio per puristi e si presenta come una sorta di variante rossobruna destinata a pescare molto nell’elettorato della AfD. Se infatti il nuovo movimento di Wagenknecht facesse il botto al Bundestag, salendo da zero al 14 per cento accreditato dagli ultimi sondaggi, l’Alternative für Deutschland potrebbe scendere a livello di tutti gli altri.
Stephan Brandner e Alice Weidel leader della Afd (Getty Images).
L’elettorato alla fine sceglie l’originale: Spd e Cdu sono avvisati
I numeri e le previsioni di oggi dovranno essere messi alla prova alle urne, sia alle Europee che alle Amministrative dell’autunno del prossimo anno, con il voto in tre regioni dell’est: Turingia, Sassonia e Brandenburgo. Per la sinistra si tratterà di un disastro annunciato, eccetto che per Wagenknecht; per l’AfD il botto è prevedibile, visto che al momento è nei tre Länder in questione il primo partito. Per i moderati dell’Unione basterà il disastro della Spd alle Europee per sentirsi vincitori. Quel che è certo è che visto come stanno andando le cose, e ciò vale sia per i socialdemocratici che per i conservatori, è che se si predicano politiche radicali di destra da pulpiti che dovrebbero essere moderati, allora gli elettori tedeschi dimostrano di preferire l’originale, non i surrogati.
“La transizione energetica rappresenta uno dei pilastri del governo regionale e l’evento scientifico che si svolgerà nei prossimi giorni nel centro Enea di Rotondella, a cui prenderanno parte anche i ministri Gilberto Pichetto Fratin e Raffaele Fitto, mette la Basilicata al centro del dibattito nazionale sui temi dell’energia e dell’ambiente. Stiamo lavorando per valorizzare il nostro territorio e impiegare nel modo migliore le risorse di cui disponiamo, dal fossile al fotovoltaico all’idroelettrico, come abbiamo già fatto con il bonus gas e il bando non metanizzati e come faremo con altre iniziative in programma, dai progetti no oil all’utilizzo delle risorse del Pnrr”.
È quanto ha dichiarato stamane il presidente della giunta, Vito Bardi, nel corso della conferenza stampa di presentazione della prima conferenza su “Strategia energetica e traiettorie di sviluppo”, promossa dall’assessorato regionale all’Ambiente, territorio ed energia in collaborazione con Enea e Feem, in programma il 21 e 22 novembre al centro ricerche della Trisaia di Rotondella.
L’assessore all’Ambiente, territorio ed energia Cosimo Latronico, nel presentare l’agenda del governo lucano legata alla transizione energetica, ha ricordato l’ammontare delle risorse messe in campo dalla Regione attraverso le compensazioni ambientali, “tra cui i 90 milioni di euro per andare incontro alle famiglie che, in mancanza di gas, desiderano dotarsi di un impianto autonomo, ma anche i 18 milioni di euro destinati al bando sulla produzione di idrogeno, rispetto al quale abbiamo già selezionato le prime tre pratiche e abbiamo chiesto al ministero dell’Ambiente di consentirci di scorrere la graduatoria con le altre tre pratiche che valgono ulteriori 32 milioni di euro. Inoltre, stiamo lavorando al percorso sulla decarbonizzazione, assieme a Fondazione Mattei, Enea, università e altri players che operano in Basilicata, per l’importante questione legata ai crediti di carbonio derivanti dai nostri boschi e dalle nostre foreste, fabbriche d’aria naturale indispensabili per la loro capacità di catturare il carbonio ed essere al contempo strumenti di finanza creativa da impiegare per rafforzare la transizione energetica valorizzando la bioenergia”. Latronico ha ricordato che “l’evento in programma il 21 e 22 novembre ricade nel sessantesimo anniversario della fondazione dell’Enea, tra i principali centri di ricerca del Mezzogiorno d’Italia che dobbiamo ulteriormente potenziare e rilanciare. La conferenza – ha concluso il componente del governo regionale – punta proprio ad analizzare i punti di forza del nostro sistema e a immaginare gli scenari futuri. L’energia derivante dalle nostre risorse naturali deve di certo contribuire al fabbisogno energetico del Paese, ma soprattutto deve rientrare in una strategia di sviluppo dei nostri territori e delle nostre comunità”.
“Come Enea siamo molto contenti di ospitare un evento della portata di questa prima conferenza Energia e Ambiente nel nostro centro di Trisaia che da oltre 30 anni concentra le proprie attività di ricerca e sviluppo tecnologico sui temi della green economy, della decarbonizzazione e della transizione energetica. Si tratta di temi di forte attualità anche per la Regione Basilicata e di cui l’Enea può costituire un interlocutore privilegiato per la loro attuazione in ambito regionale” ha sottolineato Giacobbe Braccio, Responsabile della Divisione Bioenergia, Bioraffineria e Chimica Verde dell’Enea. “Questa iniziativa – ha aggiunto – rientra pienamente in quelle che sono le nostre attività e i nostri obiettivi nel più ampio contesto della transizione energetica e della sostenibilità che ci vedono impegnati con progetti a livello nazionale ed europeo”.
Il responsabile dei Progetti Territorio della Fondazione Enrico Mattei, Cristiano Re, nel condividere con i giornalisti presenti l’attesa per l’appuntamento scientifico organizzato in Basilicata, ha evidenziato l’impegno della Fondazione nelle iniziative legate allo sviluppo sostenibile nella nostra regione e in Italia.
Per partecipare alla conferenza nei giorni 21 e 22 novembre sarà necessario iscriversi tramite il sito istituzionale dell'Enea.
Krystyna Mykhalchuk, la 27enne ucraina arrestata mercoledì 15 novembre dalla Squadra mobile di Bergamo con l’accusa di omicidio volontario ai danni dell’anziana che assisteva, si è avvalsa nella mattina del 17 novembre della facoltà di non rispondere alle domande del gip di Bergamo, al quale ha voluto tuttavia rilasciare una breve dichiarazione spontanea – messa a verbale – per negare ogni responsabilità nella morte di Rosanna Aber, la pensionata di 77 anni morta il 22 aprile del 2022 precipitando dal balcone di casa dal quarto piano di un palazzo di Colognola (Bergamo).
Nessun riferimento al prelievo di denaro dal bancomat dell’anziana
Krystyna Mykhalchuk – accusata anche di aver sottratto denaro all’anziana – è comparsa davanti al gip di Bergamo Alessia Solombrino e ai pm Emanuele Marchisio e Guido Schininà, assistita dal suo legale di fiducia, l’avvocato Andrea Pezzotta. Proprio Pezzotta, rispondendo alle domande dei giornalisti all’uscita dal carcere, ha sottolineato che l’indagata nella sua breve dichiarazione spontanea non ha toccato nessun altro argomento dell’indagine: nessun riferimento dunque ai prelievi di denaro con il bancomat della vittima e nemmeno alla sua presunta ludopatia che, secondo gli inquirenti, sarebbe all’origine dell’omicidio, inizialmente scambiato per suicidio.
Krystyna Mykhalchuk, la 27enne ucraina arrestata mercoledì 15 novembre dalla Squadra mobile di Bergamo con l’accusa di omicidio volontario ai danni dell’anziana che assisteva, si è avvalsa nella mattina del 17 novembre della facoltà di non rispondere alle domande del gip di Bergamo, al quale ha voluto tuttavia rilasciare una breve dichiarazione spontanea – messa a verbale – per negare ogni responsabilità nella morte di Rosanna Aber, la pensionata di 77 anni morta il 22 aprile del 2022 precipitando dal balcone di casa dal quarto piano di un palazzo di Colognola (Bergamo).
Nessun riferimento al prelievo di denaro dal bancomat dell’anziana
Krystyna Mykhalchuk – accusata anche di aver sottratto denaro all’anziana – è comparsa davanti al gip di Bergamo Alessia Solombrino e ai pm Emanuele Marchisio e Guido Schininà, assistita dal suo legale di fiducia, l’avvocato Andrea Pezzotta. Proprio Pezzotta, rispondendo alle domande dei giornalisti all’uscita dal carcere, ha sottolineato che l’indagata nella sua breve dichiarazione spontanea non ha toccato nessun altro argomento dell’indagine: nessun riferimento dunque ai prelievi di denaro con il bancomat della vittima e nemmeno alla sua presunta ludopatia che, secondo gli inquirenti, sarebbe all’origine dell’omicidio, inizialmente scambiato per suicidio.
Un venerdì 17 novembre decisamente complicato per gli utenti delle app BancoPosta e PostePay che si sono trovati a dover fronteggiare nelle prime del mattino un codice di errore, il GC01, che ha loro limitato la possibilità di utilizzo del servizio. Si tratta di un segnale che compare nel momento in cui l’app dei servizi postali si blocca, il che lascia intendere che le problematiche riscontrate riguardino i server dell’azienda che gestiscono le suddette app.
Il codice GC01 e i problemi per gli utenti
BancoPosta e PostePay sono le applicazioni maggiormente utilizzare da chi ha uno smartphone e un conto presso Poste Italiane. Così come riportato da Nextme, circa 800 utenti, intorno alle 9.45 del 17 novembre, si sono ritrovati senza la possibilità di poter accedere alle app, con il sistema che continuava a fornire loro il codice di errore GC01. Bloccate dunque tutte le funzioni, da quelle di semplice consultazione delle informazioni del proprio conto a quelle relative ai pagamenti. Poste Italiane non ha ancora diramato alcuna comunicazione ufficiale sul tema. Intorno alle ore 10.00 le applicazioni avrebbero ripreso a funzionare per qualche minuto, salvo poi bloccarsi nuovamente.
È il giorno più atteso dell’anno per gli acquisti online. Il Black Friday 2023 è ormai alle porte, in programma per il 24 novembre, il primo venerdì dopo il Giorno del Ringraziamento americano. Per l’occasione, Amazon presenta migliaia di prodotti in offerta, con prezzi ribassati anche oltre il 50 per cento. Numerosi però gli sconti già attivi, dato che venerdì 17 novembre il colosso dell’e-commerce ha già inaugurato la settimana che porterà all’evento clou del Black Friday. Ci sarà tempo per comprare smartphone, computer, prodotti per l’igiene personale e molto altro fino a lunedì 27 novembre, il Cyber Monday dedicato all’hi-tech. Ecco una guida per districarsi tra le migliori occasioni online e le informazioni su come aderire.
Black Friday 2023, come funziona e quali aziende aderiscono
Sebbene nato come unica giornata di promozioni, negli anni il Black Friday si è espanso sempre più tanto da comprendere nel 2023 ben 10 giorni di offerte. La data ufficiale si calcola ogni anno allo stesso modo, dato che cade nel giorno che segue il Ringraziamento americano, che si celebra il quarto giovedì di novembre sin dai tempi di Abramo Lincoln. L’iniziativa, che inaugura la stagione dello shopping in vista del Natale, su Amazon nel 2023 si apre già da venerdì 17, con una serie di sconti già attivi sulla piattaforma online. Per potervi accedere, a differenza dei Prime Day riservati agli utenti iscritti, non occorre aver sottoscritto in precedenza alcun piano di abbonamento alla piattaforma. Chiunque infatti può usufruire delle offerte su tutti i prodotti nel catalogo venduti e spediti da Amazon o dalle aziende che hanno deciso di aderire.
I pacchi di Amazon pronti per la spedizione (Getty Images).
L’iniziativa, che raggiungerà l’apice venerdì 24 novembre, si protrarrà poi fino a lunedì 27, il Cyber Monday. Riservato al settore hi-tech, è un’invenzione recente in quanto nato solamente nel 2005 per opera di Ellen Davis della National Retail Federation americana e di Scott Silverman con l’obiettivo di incrementare gli incassi delle vendite online. Giornata conclusiva della settimana del Black Friday, presenta le promozioni più allettanti, con sconti che possono sfiorare anche il 70 per cento sul prezzo di partenza. Seppur celebre su Amazon, il Black Friday non è un’esclusiva dell’azienda fondata da Jeff Bezos. Vi aderiscono infatti varie catene commerciali, da Unieuro a Mediaworld, passando per Euronics. Senza dimenticare singole aziende come Samsung, Xiaomi, Dyson e OnePlus, solo per citarne alcuni.
Come trovare le migliori offerte da non lasciarsi scappare
Sebbene basti navigare online sui siti ufficiali per trovare le promozioni, è possibile avvantaggiarsi sfruttando una serie di strumenti sul web. Su tutti, i tracker dei prezzi, efficaci per monitorare le oscillazioni del costo dei prodotti su Amazon, mostrando se l’offerta è davvero conveniente o meno. Per i possessori degli smartphone Android c’è l’app Price Tracker, mentre tutti gli altri possono optare per i servizi online di Keepa, MaxSpar e Watch4Price, oltre al più famoso CamelCamelCamel, disponibile anche per l’Italia. Non meno utili risultano poi le piattaforme che aggregano i volantini dei negozi fisici dove poter risparmiare qualche spicciolo negli acquisti. I più gettonati sono Doveconviene, Ultimoprezzo e Promoqui.
Dal 24 febbraio 2022 al 31 agosto 2023, 19.740 persone hanno attraversato illegalmente il confine ucraino con i Paesi vicini, allo scopo di evitare l’arruolamento nell’esercito ucraino. Lo riferisce la Bbc, che ha visionati i dati delle autorità di Romania, Moldavia, Polonia, Ungheria e Slovacchia sugli attraversamenti illegali delle frontiere. La maggior parte dei trasgressori (14.313 persone) ha attraversato il confine a piedi o a nuoto. Le restanti 6.800 persone hanno utilizzato documenti falsi, attestanti ad esempio malattie inesistenti.
La frontiera tra Moldova e Ucraina a Palanca (Getty Images).
Gli uomini tra i 18 e i 60 anni possono lasciare l’Ucraina solo con un permesso speciale
Altre 21.113 persone, ha riferito Kyiv, hanno tentato di lasciare l’Ucraina illegalmente ma sono state fermate dalle autorità locali. Dall’invasione russa alla maggior parte degli uomini ucraini di età compresa tra i 18 e i 60 anni è stata vietata l’uscita dal Paese: in questa fascia è infatti possibile lasciare l’Ucraina solo con un permesso speciale. In generale, sono esclusi dalla coscrizione gli uomini con problemi di salute, quelli con responsabilità di assistenza e i padri di tre o più figli. Chi tenta di scappare e viene catturato rischia fino a otto anni di carcere.
A piedi o a nuoto, utilizzando documenti falsi: le storie di chi è scappato
La Bbc ha raccolto la testimonianza di Yevgeny, che ha attraversato a piedi il confine con la Moldova, segnato il larga parte dal fiume Dnestr: in tanti hanno tentato di attraversare il corso d’acqua, trovando in diversi casi la morte. Dopo essere stato processato dalla polizia moldava, Yevgeny ha presentato domanda di asilo, cosa che deve essere fatta entro 24 ore dall’ingresso nel Paese per evitare precedenti penali. «Cosa avrei dovuto fare? Non siamo tutti guerrieri. Non devono tenere sotto chiave l’intero Paese», ha detto alla Bbc. Storia simile quella di Erik, 26enne di Kharkiv, che ha raccontato di essere arrivato in Moldova camminando attraverso le pianure della regione separatista della Transnistria e poi nuotando attraverso il Dnestr. In tanti organizzano la fuga tramite Telegram, dove i contrabbandieri organizzano le traversate dei corsi d’acqua e la fornitura di falsi documenti, attestanti inesistenti problemi di salute o terzi figli. Circa 4 mila euro la tariffa.
La zona di Plauru, villaggio della Romania al confine con l’Ucraina (Getty Images).
Secondo la più recente stima sono 70 mila gli ucraini morti in guerra
Fyodor Venislavsky, rappresentante del presidente Volodymyr Zelensky alla Verkhovna Rada, ha detto alla Bbc che tra l’1 e il 5 per cento degli uomini ucraini tra i 18 e i 60 anni sta cercando di evitare la mobilitazione nell’esercito. «Sicuramente non sono di importanza decisiva per la difesa del Paese», ha dichiarato. Secondo la più recente stima degli Stati Uniti – trapelata malgrado i dati ufficiali di Kyiv restino secretati – il totale di soldati ucraini uccisi in guerra è salito almeno a 70 mila, con circa 120 mila feriti.
La città di Napoli è stata proclamata Capitale europea dello sport 2026. A stabilirlo è stata Aces Europe, Federazione delle capitali e città europee dello sport, che lo ha comunicato al Coni Campania, presieduto da Sergio Roncelli, informando che la città partenopea ha vinto il ballottaggio con Saragozza. Dopo Tbilisi, dunque, sarà il capoluogo campano a essere insignito dell’importante riconoscimento.
Roncelli: «Il premio di un lungo cammino»
Sul tema è intervenuto festante il presidente del Coni Campania Sergio Roncelli: «Questa investitura premia il lungo cammino fatto in stretta collaborazione fra il CONI Campania, il Comune di Napoli e l’USSI Campania. Un doveroso ringraziamento al sindaco Gaetano Manfredi e ad Emanuela Ferrante, assessore allo Sport del Comune di Napoli, che hanno sempre fermamente creduto nell’importanza di questa avventura proposta loro dal CONI Campania e dall’USSI Campania. È anche sicuramente un grande successo per lo sport campano che ha avuto un ruolo importantissimo nel condizionare la scelta. Basti pensare agli oltre 50 eventi di carattere nazionale ed internazionale ed ai numerosi eventi sociali e culturali organizzati». In quest’ultimo passaggio il riferimento è a quanto fatto dalla città nel 2023 a sostegno della propria candidatura a capitale europea dello sport.
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e il presidente del Coni Campania Sergio Roncelli (Facebook).
«Significa premiare, confermare e rilanciare la scelta di investire nello sport»
«Ancora una volta», ha aggiunto Sergio Roncelli, «il mondo sportivo campano ha evidenziato la sua compattezza e le sue grandi competenze e capacità organizzative. Dopo le Universiadi del 2019, Napoli si prepara a vivere un altro periodo di grande fermento sportivo in quanto il titolo di Capitale europea dello sport ha un significato molto profondo. Significa premiare, confermare e rilanciare la scelta di investire nello sport come fattore unificante del territorio per la sua crescita economica e sociale, per il rilanc/io dell’impiantistica sportiva e come potente antidoto al forte disagio giovanile che colpisce le giovani generazioni».
Filippo Turetta, il ragazzo padovano di 22 anni scomparso da sabato sera, 11 novembre, con l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato inserito nel registro degli indagati per tentato omicidio dalla procura di Venezia. Lo ha comunicato la procura stessa venerdì 17 novembre, sottolineando che è un atto dovuto a seguito della denuncia di sparizione esposta dai famigliari.
Trovati dei capelli vicino alle macchie di sangue
Alle 13 della giornata di giovedì 16 novembre, i sommozzatori hanno trovato un pezzo di tessuto bianco nel fiume Muson, incastrato in una rete metallica, vicino al Castello di Stigliano, nel Veneziano. Il reperto sta venendo analizzato insieme alle tracce di sangue e a dei capelli ritrovati a Fossò, in un parcheggio della zona industriale, vicino al luogo in cui un testimone ha riferito che avrebbe visto i due giovani litigare. Di quella zona sono state anche acquisite le riprese delle telecamere di videosorveglianza. I genitori di Filippo hanno consegnato agli inquirenti un suo spazzolino per prelevare materiale da confrontare con i reperti trovati.