Pil, Confindustria: «La crescita dell’Italia è ferma, colpa dei tassi ai massimi»

All’indomani della valutazione di Moody’s, che ha confermato il rating dell’Italia a Baa3 e alzato l’outlook da negativo a stabile, Confindustria ha lanciato l’allarme sulla crescita del nostro Paese. «Il Pil è rimasto fermo nel terzo trimestre e gli indicatori dicono che all’inizio del quarto l’attività nei servizi è in lieve calo, come nell’industria», si legge nella congiuntura flash. Anche se l’inflazione in Italia è tornata sotto il 2,0 per cento, i tassi sono infatti ai massimi e bloccano il canale del credito, frenando consumi e investimenti, mentre l’export aiuta poco. «Con le guerre in corso sale l’incertezza, ma non il costo dell’energia (finora), che è però ben più alto del pre-crisi energetica», continua il rapporto.

Il rallentamento dell’inflazione e i tassi Usa e Bce

L’analisi si è concentrata sull’inflazione italiana, «che si è ridotta a ottobre a +1,7 per cento annuo (da +5,3 per cento a settembre) grazie a un “effetto base” molto favorevole sui prezzi energetici, crollati al -19,7 per cento annuo (+26,8 per cento nello stesso mese del 2022 a causa del picco del gas)». I prezzi core di beni e servizi continuano a frenare, ma solo lentamente (+3,7 per cento), come quelli alimentari (+6,3 per cento), grazie alla parziale moderazione delle commodity. Sono valori non ancora pienamente in linea con la soglia del +2,0 per cento. Per quanto riguarda i tassi, a inizio novembre la Fed ha tenuto, per la seconda volta, fermo quello statunitense (a 5,50 per cento) e lo stesso ha fatto la Bce a fine ottobre (4,50 per cento): «Lo scenario base è che i tassi sono giunti ai massimi, come indicano i future che scontano i primi tagli nel 2024. Tuttavia, Powell ha sottolineato il rischio di nuovi rialzi se la crescita Usa non frena e l’inflazione resta alta. E Lagarde (ndr la presidente della Bce) ha ribadito che altri rialzi potrebbero esserci anche nell’Eurozona, in caso di nuovi shock che modifichino lo scenario».

Cadavere di una donna trovato nel lago di Barcis durante le ricerche di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

Un cadavere di donna è stato trovato nei pressi del lago di Barcis in provincia di Pordenone. La scoperta nella mattinata di sabato 18 novembre 2023 da parte degli uomini impiegati nelle ricerche di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, i ragazzi scomparsi dal Veneziano nella notte tra sabato 11 e domenica 12. Proprio intorno al bacino si stavano concentrando le operazioni dei vigili del fuoco, non perché avessero a disposizione puntuali elementi ma perché il lago si trova lungo la direttrice seguita dalla vettura del giovane dopo l’aggressione all’ex fidanzata.

Reggio Emilia, camion perde il carico che travolge tre auto: due morti e cinque feriti, arrestato l’autista scappato

È stato rintracciato e arrestato dai carabinieri di Guastalla il presunto conducente del camion che, nella serata di venerdì 17 novembre 2023, aveva perso un carico di impalcature causando due morti e cinque feriti a Caprara di Campegine (Reggio Emilia). Il materiale caduto dall’autocarro aveva travolto tre auto e il camionista aveva abbandonato il luogo dell’incidente senza prestare soccorso. L’uomo, 39 anni, era alla guida con patente sospesa – gli era stata ritirata ad agosto per guida in stato di ebbrezza – e si è rifiutato di sottoporsi all’alcol-test. È accusato di omicidio stradale, lesioni personali gravissime e fuga da incidente in caso di omicidio e lesioni.

Due ragazzi di 19 e 12 anni sono morti sul colpo

Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, i tubi per le impalcature che stava trasportando l’autocarro hanno inizialmente travolto una Citroen Picasso con a bordo il conducente di 19 anni, morto sul colpo, e due passeggeri 21enni, uno dei quali deceduto. L’altro è rimasto gravemente ferito ed è stato ricoverato all’ospedale di Parma. Il carico ha quindi sfiorato una Bmw, il cui guidatore è rimasto illeso, e una Peugeot 208 con a bordo quattro persone, portate in via precauzionale in ospedale. Le salme delle vittime sono state trasferite al cimitero di Coviolo di Reggio Emilia e sono a disposizione della procura diretta dal procuratore Calogero Gaetano Paci.

Reggino, dottoressa della guardia medica uccisa in un agguato: ferito il marito

Dramma nel Reggino, dove una dottoressa della guardia medica di Santa Cristina in Aspromonte è stata uccisa in un agguato. La donna, 67 anni, stava rientrando a casa in auto, dopo avere finito il proprio turno, assieme al marito Antonio Napoli, anche lui medico, che è rimasto ferito di striscio a un braccio. Secondo quanto emerso, due persone nascoste nei terreni circostanti avrebbero fatto fuoco contro l’autovettura nei pressi di una curva a gomito sulla strada che collega Santa Cristina a Taurianova.

Si indaga sul contesto in cui è maturato l’omicidio

La vittima, Francesca Romeo, era originaria di Seminara dove risiedeva con il marito, originario di Locri e in servizio nel Csm di Palmi. I due erano a bordo della loro auto quando sono stati colpiti dai proiettili. Sul luogo dell’agguato sono intervenuti gli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria che hanno eseguito i primi rilievi e stanno cercando di ricostruire la dinamica del fatto, su cui è stata aperta un’inchiesta dalla procura della Repubblica di Palmi. La magistratura sta cercando di capire il contesto in cui è maturato il delitto che, dalle primissime ipotesi, tutte da verificare, sembrerebbe non collegato alla criminalità organizzata.

Mandato di arresto europeo per Filippo Turetta: in un video l’aggressione a Giulia Cecchettin

La procura di Venezia ha firmato un mandato d’arresto europeo per Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia Cecchettin scomparso insieme a lei sabato 11 novembre. Il giovane risulta indagato per tentato omicidio dopo che gli investigatori hanno acquisito un video che lo mostra aggredire ripetutamente la ragazza per poi caricarla in auto sanguinante. La sua Fiat Punto nera targata FA015YE è stata avvistata l’ultima volta domenica in località Ospitale di Cortina, in direzione Dobbiaco. Potrebbe dunque aver attraversato il confine con l’Austria – dove, secondo il direttore del Gazzettino intervenuto a Quarto Grado, sarebbe stata segnalata nella giornata di mercoledì – e per questo la magistratura ha ritenuto di estendere le ricerche del ragazzo oltreconfine.

Il video dell’aggressione a Giulia Cecchettin

Il filmato che mostra Filippo aggredire Giulia è stato registrato dalle telecamere di un’azienda lungo la strada di Fossò, dove nei giorni scorsi erano state rinvenute macchie di sangue e alcuni capelli. A poca distanza dalla casa della giovane e dal punto in cui, intorno alle 25.15 di sabato, un testimone aveva riferito di una discussione accesa tra due ragazzi. Nelle riprese si vede Turetta colpire l’ex «a mani nude» e porre in essere «atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte colpendola nuovamente al fine di evitare che la stessa fuggisse» (così riporterebbero le carte degli inquirenti secondo quanto scritto dall’Adnkronos). Dopo essere stata caricata in auto, Giulia sarebbe riuscita a fuggire ma, rincorsa, sarebbe stata colpita alle spalle. Un’azione che le avrebbe provocato «ulteriori ferite e ulteriori copiosi sanguinamenti» a seguito dei quali «Filippo ha caricato il suo corpo nella propria auto allontanandosi dal luogo dei fatti e rendendosi immediatamente irreperibile». Gli investigatori stanno analizzando le macchie di sangue rinvenute comparandole con il Dna dei due ragazzi.

Ricerche anche con droni e cani

Intanto proseguono incessanti le ricerche, coordinate dalla prefettura e svolte dal comando provinciale dei Vigili del fuoco con personale specializzato nella ricerca persone. Le squadre stanno scandagliando la zona del lago di Barcis, anche con droni e cinofili, non perché siano in possesso di puntuali elementi ma perché il bacino si trova lungo la direttrice seguita dalla vettura dopo l’aggressione. Le verifiche sono state estese, anche grazie all’utilizzo di un elicottero, all’impervia strada secondaria che collega con la località turistica del Piancavallo e lungo l’intera strada regionale 251, fino alla diga del Vajont.

Così i prezzi alle stelle delle case nelle metropoli hanno trasformato la scena musicale: il racconto della settimana

Nell’ultimo mese mi è capitato di entrare due volte in una famosa libreria in centro a Milano che per i nostalgici dei pomeriggi di una volta era tappa fissa anche per l’approvvigionamento di musica tra dischi, spartiti, pianoforti e chitarre elettriche dai colori sgargianti. La prima volta in diffusione suonava l’ultimo album dei Rolling Stones, Hackney Diamond, e una parete vicino all’entrata era interamente dedicata alla band con in esposizione una sfilza di vinili, cd e libri con in copertina le facce di Keith Richards, di Mick Jagger and company. La seconda volta, tre settimane più tardi, la stessa parete era stata riempita con album dei Beatles, in occasione dell’uscita di Now and Then (la nuova canzone della resuscitata band di Liverpool ottenuta anche grazie al lavoro dell’intelligenza artificiale), e in diffusione suonavano uno dopo l’altro i brani del Red e del Blue Album, le due celebri raccolte, recentemente ridate alle stampe in una nuovissima riedizione extralarge, pubblicate 50 anni fa che in realtà s’intitolavano 1962-1966 e 1967-1970. Considerate da tutti, probabilmente, i due più significativi greatest hits di tutta la storia della musica.

«Quando vedi nel Village al posto di un liutaio che vendeva le chitarre a Keith Richards, a Eric Clapton, a Jimi Hendrix, un negozio di Manolo che vende scarpe di merda, capisci dove siamo arrivati. E questo influisce in maniera determinante sulla creatività delle persone anche nella musica»

Vinili, Beatles e Stones, le loro canzoni in diffusione nei negozi, la gente in fila alle casse con i loro dischi sottobraccio: di colpo sembrava di essere stati catapultati in un pomeriggio degli Anni 60. Passano due giorni e sull’iPhone mi arrivano due whatsapp di Seriosound, il ragazzo che per anni è stato il terzo componente della band di PopUp, nonché insostituibile regista della trasmissione, che mi segnala due strepitosi live in programma nei prossimi mesi a Milano: quello di Kruder & Dorfmeister da Base a dicembre e quello degli Air che rifaranno dopo 25 anni Moon Safari al Fabrique a febbraio. Che dire? Per quanto riguarda Kruder & Dorfmeister basta sottolineare che il loro triplo album in compact disc, K&D Sessions, quando uscì negli Anni 90 divenne un vero e proprio oggetto di culto che ha venduto più di un milione di copie nel mondo. Un disco pazzesco zeppo di infinite contaminazioni che vanno dal funk al jazz, dall’house all’hip hop, con l’aggiunta di inserti dub, reggae, ambient e fusion, brasiliana. Su Moon Safari ogni commento ancora oggi appare superfluo, perché fu il disco, quando uscì nel 1998, che trasformò un semisconosciuto duo di musica elettronica francese in autentiche star, una versione 2.0 dei Velvet Underground. Dolce eppure terribilmente intossicante come una dose di morfina. Sul finire degli Anni 90, era tutta una questione di beat, e sicuramente sia i viennesi K&D, che il duo nato alla corte di Versailles, Nicolas Godin e Jean-Benoit Dunckel (che si fecero chiamare appunto Air in onore del grande architetto svizzero Le Corbusier) furono tra i maggiori esponenti di quella scena che compì nel mondo della musica un vero e proprio golpe rivoluzionando tutto e dando una nuova vita alla musica da dancefloor.

«Beatles, Stones, Air, Kruder & Dorfmeister… perché nella musica c’è questo continuo e reiterato ritorno al passato?», domando, seduto al bar del Palace in Piazza della Repubblica, inviato dal Messaggero, per intervistare un tizio che nella New York degli Anni 80 e 90 da corrispondente Rai ha dato del tu a tutte le leggende del rock in circolazione. «È soprattuto un problema sociale», mi risponde, «perché un tempo le città, come New York ad esempio, erano un formidabile crogiolo di persone e idee. Oggi è cambiato tutto e le grandi metropoli, innanzitutto per i prezzi delle case che sono saliti alle stelle, non sono più luoghi dove si vive, al massimo sono diventati posti dove ci si incontra. Quando vedi nel Village al posto di un liutaio che vendeva le chitarre a Keith Richards, a Eric Clapton, a Jimi Hendrix, un negozio di Manolo che vende scarpe di merda, capisci dove siamo arrivati. E questo influisce in maniera determinante sulla creatività delle persone anche nella musica».

Probabilmente, la soluzione per ricominciare a progredire e abbandonare il passato è questa: perdersi completamente, annullare la forza di gravità e ricominciare a inseguire una farfalla in giardino

Mezz’ora più tardi mentre slego la mia bici da un palo davanti all’hotel, stretto nella mia giacca di velluto con le mie college ai piedi, e rifletto sulle sue parole il sole sta tramontando su Piazza della Repubblica. La risposta a questo problema forse l’ha data Andre 3000, ex componente degli Outkast, che dopo 17 anni di silenzio è tornato con un nuovo album, New Blue Sun, un disco completamente strumentale di jazz sperimentale, composto con Carlos Nino nei seminterrati di Los Angeles. «Quando ho fatto ascoltare i nuovi brani ad alcuni colleghi più giovani, come Tyler the Creator e Frank Ocean, che probabilmente si aspettavano da me un disco rap, Tyler mi ha detto: “Ascoltando questo pezzo ho avuto la sensazione che tu stessi inseguendo una farfalla in giardino”». E infatti, probabilmente, la soluzione per ricominciare a progredire e abbandonare il passato è questa: perdersi completamente, annullare la forza di gravità e ricominciare a inseguire la nostra personale farfalla.

Dal Mes al Piano Mattei, un governo di indecisionisti che bluffano

Gli indecisionisti. Del Mes, per esempio, si sono perse le tracce. Come ha fatto notare il sito Pagella politica, il dibattito in Italia è precox. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a discussioni spente nel giro di qualche ora come sul missile francese della strage di Ustica dopo un’intervista a Giuliano Amato: stupore, furore, opinionismo inviperito e poi alla sera tutti a letto a dormire. Del finanziamento tedesco alle Ong nel Mediterraneo si è scritto come se dovesse essere la fine di qualsiasi relazione diplomatica tra Italia e Germania. A leggere il giornali sembrava la fine dell’Europa come l’abbiamo sempre pensata, con dirigenti di partito che apparivano pronti alla crocifissione. Passata la buriana sono ricominciati i baci, gli abbracci e le scatole di cioccolatini in regalo.

Gentiloni nemico del giorno e il caos sullo spot Esselunga

Paolo Gentiloni accusato di «giocare con un’altra maglia a Bruxelles» è stato l’episodio breve della serie “un nemico al giorno” tanto cara al governo. Si è chiusa talmente presto e bene che si può saltare senza la paura di perdere il filo. Imbarazzante a dir poco è stato il duello sulla pesca dell’Esselunga che ha visto in prima fila anche la presidente del Consiglio, sempre parca nelle dichiarazioni di intenzioni politiche ma sorprendentemente prodiga di opinioni sulla frutta tradizionale. Chissà cosa avranno pensato all’estero di una nazione che si accapigliava su uno spot pubblicitario.

Apostolico era il male della Patria, poi tutti appresso a Giambruno

La giudice di Catania Iolanda Apostolico è stata presentata come nemica della Patria, possibile elemento di rovesciamento della pace sociale italiana. La giustizia italiana non ha ancora deciso se la sua decisione di non convalidare il trattenimento di quattro migranti tunisini, ma la politica ha già emesso la sua sentenza della sua Cassazione: disinteressato silenzio. Della separazione di Giorgia Meloni e Andrea Giambruno si è scritto talmente tanto e tumultuosamente che a ripensarci oggi provoca quasi imbarazzo. I litigi tra Marina Berlusconi e la presidente del Consiglio promettono di essere pillole che torneranno a giorni alterni.

Tante scenate sul Mes, però alla fine il governo dovrà cedere

Poi c’è il Mes. Il Mes che è diavolo e acqua santa, salvifico e poi subito drammatico, indispensabile e poi truffa. Ma sul Mes gli indecisionisti non potranno bluffare a lungo. Per questo il caso fa specie. Come degli immaturi di fronte ai problemi dalle parti del governo decidono di non parlarne, chiedono di non farne parlare. Però l’Europa bussa e non si potrà fingere che in casa non ci sia nessuno ancora per molto. «Alla fine dovremo cedere, ma almeno speriamo di chiedere qualcosa in cambio», mi disse qualche settimana fa a microfono spento un alto dirigente della Lega.

Dal Mes al Piano Mattei, un governo di indecisionisti che bluffano
Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Ma quale pugno duro, Meloni si è inginocchiata davanti ai balneari

È ormai un genere letterario invece il tira e molla sui balneari con Bruxelles che ormai ha aperto una linea diretta per le infrazioni rivolte al governo italiano. Chissà come racconteremo tra vent’anni che il governo che vorrebbe essere del “pugno duro” non riesca a non inginocchiarsi di fronte a un chiosco sulla piaggia. Decidere di non decidere. Anche l’assegno unico universale resta sotto infrazione a livello europeo. Bruxelles ha formalizzato, con l’invio di un parere motivato all’Italia, la contestazione mossa contro la principale misura di sostegno per le famiglie, entrata in vigore a marzo 2022. Il governo aveva spedito delle valutazioni che non sono state ritenute soddisfacenti.

Piano Mattei pubblicato in Gazzetta eppure è tutto rinviato

Decidere di non decidere. Sulla Gazzetta ufficiale la pubblicazione del “Piano Mattei” è un’imperdibile scena di nonsense: dalla rivoluzionaria strategia sull’immigrazione della presidente del Consiglio sparisce l’articolo che ci dice quando dovrebbe partire. Tutto rinviato: un proposito pubblicato in Gazzetta è un capolavoro di propaganda. Gli indecisionisti sono squali panpenalisti quando si tratta di punire (di più i poveracci), ma si incagliano su tutto il resto. Doveva essere il governo della “donna forte” circondata da “uomini forti”, invece è un bullo che balbetta. Ma quanto può funzionare? Questo è il tarlo che consuma ogni indecisionista.

Israele chiede l’evacuazione dell’ospedale Al Shif «entro un’ora»: colpito il Sud di Gaza

Non si placano gli scontri tra Israele e Hamas, con l’esercito israeliano che secondo l’Afp ha ordinato l’evacuazione «entro un’ora» dell’ospedale al-Shifa di Gaza. Medici, pazienti e sfollati hanno dunque pochi minuti per evacuare la più grande struttura sanitaria della Striscia dove attualmente, secondo le Nazioni Unite, si trovano 2.300 persone. Un medico ha spiegato ad Al-Jazeera che «le forze di occupazione» li hanno informati che devono evacuare il complesso, cosa che ha generato «uno stato di panico e paura». Intanto continua l’offensiva dello Stato ebraico nel Sud di Gaza, dove il bombardamento di un quartiere residenziale avrebbe provocato 26 vittime secondo quanto riporta Al Jazeera Arabic. Anche Wafa, l’agenzia di stampa statale palestinese, ha affermato che «circa 26 persone» sono state uccise, la maggior parte delle quali bambini. La stessa informazione è stata confermata dal direttore dell’ospedale Nasser di Khan Younis, la località presa di mira.

Attaccate postazioni Hezbollah nel Sud del Libano

L’esercito israeliano ha reso noto che i suoi aerei da combattimento ed elicotteri hanno attaccato postazioni e obiettivi di Hezbollah nel Sud del Libano. Un’azione in risposta al lancio di razzi dal territorio libanese verso Israele nelle ultime 24 ore. Come riporta Haaretz, le stesse forze armate hanno anche affermato di aver attaccato il sito di lancio di razzi utilizzato per colpire una loro posizione nella regione di Har Dov nella mattinata di venerdì 17 novembre.

Biden sente Al-Thani: «Hamas liberi subito tutti gli ostaggi»

In un post su X, la Casa Bianca ha reso noto che «il presidente americano Joe Biden ha parlato con Amir Sheikh Tamim Bin Hamad Al-Thani del Qatar». I due leader hanno discusso dell’urgente necessità che tutti gli ostaggi detenuti da Hamas vengano rilasciati senza ulteriori indugi.

Moody’s conferma il rating dell’Italia a Baa3 e alza l’outlook da negativo a stabile

L’agenzia di rating Moody’s ha confermato il rating dell’Italia a Baa3 e alzato l’outlook da negativo a stabile. Un taglio alla valutazione avrebbe portato l’Italia al cosiddetto livello junk, ovvero spazzatura. Come si legge in una nota, le prospettive di breve termine dell’Italia «sono sostenute dall’attuazione del Pnrr, ma anche dai recenti miglioramenti del settore bancario. I rischi legati alle forniture energetiche sono diminuiti in parte per il clima buono dello scorso inverno, ma anche per le azioni del governo per la diversificazione delle forniture e del rafforzamento dell’infrastruttura energetica». L’agenzia ha sottolineato anche che la forza del settore bancario italiano è migliorata significativamente: «Un lento ma graduale consolidamento nel sistema bancario ha portato a una migliore efficienza operativa e a complessivi miglioramenti della redditività».

Soddisfatto il ministro Giorgetti: «Conferma che stiamo operando bene»

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha così commentato la valutazione di Moody’s: «Accolgo con molta soddisfazione la pronuncia di questa sera (ndr venerdì 17 novembre). È una conferma che, seppure tra tante difficoltà, stiamo operando bene per il futuro dell’Italia. Quindi, alla luce del giudizio espresso da Moody’s e delle altre agenzie di rating, ci auguriamo che le prudenti, responsabili e serie politiche di bilancio del governo, pur nelle legittime critiche di un sistema democratico, siano confermate anche dal Parlamento». Nelle settimane precedenti le valutazioni di S&P, Dbrs e Fitch avevano lasciato immutato il rating e anche l’outlook sul debito sovrano dell’Italia.

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito

Costruire il giocattolo, rompere il giocattolo. C’è qualcosa del regresso all’infantilismo in questa assurda stagione del Napoli fresco di scudetto. E di questo regresso l’artefice è colui che dopo essersi cucito il tricolore sul petto ha deciso di mettere da parte ogni indugio per scendere in campo da protagonista assoluto: il presidente e patron Aurelio De Laurentiis. Che dall’inizio della sua avventura nel mondo del calcio, anno 2004, è stato elogiato e indicato come un modello di gestione dell’azienda calcio. Ma che proprio dopo avere raggiunto il culmine, con la vittoria del campionato nell’approssimarsi del ventennio al vertice della società azzurra, ha dato il via a uno spettacolare cammino versi lo smantellamento dei risultati e della reputazione. Come fosse una stagione di sabbatica dissipazione e con l’augurio, per i tifosi del Napoli, che soltanto di un anno si tratti.

Il Napoli aveva azzeccato l’azzardo tecnico di Kim e Kvaratskhelia

Un anno fa di questi tempi ci si trovava a elogiare uno stile gestionale che, oltre all’equilibrio economico, programmava l’azzardo tecnico. Il Napoli era riuscito a centrare un triplice obiettivo: cedere a prezzi di estremo vantaggio alcuni fra i calciatori più importanti della sua rosa (Kalidou Koulibaly e Fabiàn Ruiz), lasciare andare via da svincolati alcuni fra i protagonisti principali delle stagioni più recenti (nonché idoli della tifoseria, come Lorenzo Insigne e Dries Mertens) con l’effetto di alleggerire il monte-ingaggi, e infine impiegare soltanto parte del saldo attivo da calciomercato e dismissioni acquisendo atleti che hanno reso più forte la squadra (come il sudcoreano Kim e l’impetuoso georgiano Kvicha Kvaratskhelia).

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Il difensore sudcoreano Kim passato dal Napoli al Bayern Monaco (Getty).

Interrotto l’oligopolio Inter-Juventus-Milan che durava dal 2001-2002

Un’impresa da dieci e lode che ha fatto del Napoli 2022-23 una storia da raccontare e tramandare, espressa sul campo attraverso una squadra capace di incantare l’Italia e l’Europa per almeno tre quarti di stagione e di portare finalmente a Napoli l’agognato terzo scudetto, oltre a rompere l’oligopolio InterJuventusMilan che in Serie A durava ininterrottamente dalla stagione 2001-02. Insomma, un’avventura unica e forse irripetibile. Ma proprio qui sta il punto: unica e irripetibile. Sia la stagione, sia l’ardita mossa di rivoluzionare i ranghi della squadra durante un’estate presentandosi più forti ai nastri di partenza.

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Aurelio De Laurentiis con Luciano Spalletti (Getty).

Con Spalletti e Giuntoli lui poteva fare il patron illuminato

Il Napoli che ha trionfato è stato il frutto di un’eccezionale chimica, un mix di elementi che hanno saputo dare il massimo sia in termini individuali sia di contributo all’insieme: squadra che giocava un calcio di massima avanguardia; allenatore Luciano Spalletti, che ruotava con maestria una rosa di giocatori abbondante e assortita; società in cui ciascuno riusciva a svolgere il suo ruolo senza sconfinare nelle prerogative di altri. In particolare c’era la funzione chiave del capo dell’area tecnica, Cristiano Giuntoli, che negli anni più recenti ha costruito pezzo dopo pezzo il Napoli del terzo scudetto lavorando in silenzio e lasciando che la scena venisse occupata dal presidente. Che dal canto suo ha potuto disegnarsi intorno un profilo da patron illuminato, capace di mettere su un modello di azienda calcistica straordinariamente virtuoso, specie se lo si confronta col generale panorama dissipatorio del calcio nazionale.

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Aurelio De Laurentiis allo stadio. Dietro di lui anche Osimhen (Getty).

Gasato dall’impresa, De Laurentiis ha pensato di essere il vero fuoriclasse del Napoli

C’è da aggiungere un elemento, forse il più significativo nell’annata che ha dato al Napoli il terzo scudetto: mai come durante la stagione 2022-23 il presidente è stato dentro il proprio ruolo, resistendo alla tentazione dell’invasione nelle prerogative altrui. Ma poi con l’avvicinarsi del trionfo gli equilibri sono andati in mutamento. Il rapporto con Spalletti, giunto soltanto alla seconda stagione, era già logorato; né, visto il carattere dei due e la lunga tradizione di rapporti con gli allenatori che per il presidente sono andati regolarmente a chiudersi in modo pessimo, ci si poteva aspettare qualcosa di diverso. E infine c’è stata la conclusione del rapporto con Giuntoli, che ha preferito rispondere alla chiamata della Juventus. A quel punto De Laurentiis, gasato dall’impresa del terzo scudetto e convinto di essere artefice unico del modello Napoli e dell’impresa realizzata, deve avere creduto di possedere il dono dell’infallibilità e di essere lui il vero e unico fuoriclasse del Napoli. Una fuga dalla realtà che ha immediatamente segnato le sorti della stagione 2023-24.

Scelte funzionali a rafforzare il profilo dell’uomo solo al comando

Nelle analisi dei motivi che hanno portato a una stagione fin qui così al di sotto delle aspettative ci si sofferma molto sulla partenza di Kim, che nella stagione della vittoria aveva sostituito Koulibaly facendolo dimenticare in fretta. Il sudcoreano non è stato adeguatamente sostituito al centro della difesa e questo è stato certamente un punto di debolezza. Ma gli stenti del Napoli 2023-24 non possono certo essere imputati alla partenza di un calciatore, né alla sola dimensione di campo. Vanno piuttosto prese in considerazione le scelte fatte in estate, tutte oggettivamente funzionali a rafforzare il profilo dell’uomo solo al comando.

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Rudi Garcia (Getty).

Garcia, Meluso, ora Mazzarri: la piazza è sempre più sconcertata

L’allenatore, Rudi Garcia, è stato accolto da un immediato scetticismo che purtroppo si è rivelato motivato col passare delle settimane. Ma anche la decisione di affidare il ruolo di Giuntoli a Mauro Meluso, serio professionista e degnissima persona ma rimasto fuori dal giro, ha avuto l’effetto di rafforzare la figura del presidente-patron. Fra l’altro, circola con sempre maggiore insistenza la voce che vorrebbe anche Meluso in uscita. Con l’effetto di far segnare una clamorosa sconfessione delle scelte compiute da De Laurentiis in estate, senza che lo stesso presidente ne paghi le conseguenze. Lui costruisce, lui sfascia. Provando fra l’altro colpi a sensazione che per il momento hanno il solo effetto di sconcertare la piazza. Come il ritorno sulla panchina di un Walter Mazzarri in fase calante di carriera e dopo che 10 anni fa il rapporto fra le parti si era interrotto in modo tempestoso.

Come Aurelio De Laurentiis è riuscito a rompere il giocattolo Napoli da lui costruito
Walter Mazzarri (Getty).

Auguri a tutti. Compreso lo stesso De Laurentiis, avvistato al fianco del governatore campano Vincenzo De Luca per la presentazione del libro Nonostante il Pd. Chi c’era racconta che il numero uno del Napoli ha detto di essere «né di destra né di sinistra, ma un uomo libero», e che quanto al Partito democratico «sta vivendo il momento meno valido della sua storia». Beh, non è che di questi tempi il suo sia tanto meglio, caro presidente.

Lecco, 12enne finisce nel lago a dieci metri di profondità: è in condizioni disperate

Un ragazzo di 12 anni è stato riportato a riva dopo essere finito in acqua mentre si trovava su un pontile a Civiate, sulle rive del lago in provincia di Lecco con altri giovani. L’adolescente, inizialmente disperso, è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco a una decina di metri di profondità. A dare l’allarme sono stati i passanti. Rianimato sul posto dai soccorritori, il 12 enne è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Lecco in condizioni disperate. Sono in corso le indagini per accertare il motivo che ha causato la caduta del ragazzino in acqua. In quel momento tra l’altro le condizioni del lago erano particolarmente critiche per le alte onde e le forti raffiche di vento.

 

Dietrofront di Augias, condurrà sulla Rai un’altra stagione di La Gioia della Musica

Corrado Augias è sì approdato a La7, dove sarà al timone di un programma settimanale in prima serata intitolato La torre di Babele. Ma non dirà del tutto addio alla Rai. Raccogliendo l’invito dell’amministratore delegato Roberto Sergio, il giornalista ha infatti accettato di preparare e condurre 20 puntate del programma La Gioia della Musica, considerando anche il lavoro già svolto dagli autori e gli impegni presi con l’Orchestra Nazionale Sinfonica della Rai. Lo si apprende da una nota di Viale Mazzini.

Dietrofront di Augias, condurrà in Rai un’altra stagione di La Gioia della Musica dopo aver parlato con l'ad Sergio.
Giampaolo Rossi e Roberto Sergio (Imagoeconomica).

Si tratta di una decisione a sorpresa, visto il botta e risposta con il direttore generale Rossi

Si tratta di un clamoroso dietrofront dopo l’addio al veleno che si è (o meglio era) consumato. Augias, prendendosela con il governo Meloni, «approssimativo e incompetente», nonché in grado di produrre «il massimo di efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione italiana», aveva detto addio alla Rai rendendosi protagonista di un un caldissimo botta e risposta con il direttore generale Giampaolo Rossi. «Se la Rai è sopravvissuta all’addio di Pippo Baudo, sopravviverà anche a quello di Augias», aveva detto quest’ultimo nel corso di un’audizione in commissione Cultura alla Camera, aggiungendo: «Il nostro obiettivo non è salvaguardare lo stipendio di Augias, ma occuparci di 12 mila dipendenti». Dalle pagine di Repubblica, il giornalista aveva risposto: «Le parole con le quali il direttore generale della Rai Giampaolo Rossi ha commentato la mia uscita dall’azienda sono così improprie da suonare come smarrite, gravate per di più da un’ombra di volgarità», sottolineando di non aver mai parlato di soldi. E poi aveva rincarato la dose: «Un alto dirigente dovrebbe trovare il modo di polemizzare senza però lasciarsi andare all’ingiuria. Rispondere nel merito non è impossibile se si ha netta coscienza del proprio operato e delle proprie scelte culturali». Ora la marcia indietro.

Dietrofront di Augias, condurrà in Rai un’altra stagione di La Gioia della Musica dopo aver parlato con l'ad Sergio.
Corrado Augias (Imagoeconomica).

Meloni a Schlein dopo il no ad Atreju: «Bertinotti non temeva il dialogo»

Giorgia Meloni ha commentato l’invito rifiutato da parte di Elly Schlein di partecipare alla festa di Fratelli d’Italia ad Atreju. Incalzata dai giornalisti a Zagabria, la premier è stata chiara: «Cosa penso della scelta di Schlein di non accettare l’invito ad Atreju? La nostra è una festa aperta per antonomasia, è stata la prima festa a immaginare confronti anche con leader molto diversi tra loro. C’era un tempo molto lontano da oggi, anche in un altro clima, in cui Fausto Bertinotti non aveva timore a dialogare, pur dall’orgoglio della diversità delle proprie posizioni, con qualcuno che era molto distante da lui. Prendi atto che le cose sono cambiate».

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Meloni: «Io mi sono sempre presentata quando invitata»

La presidente del Consiglio poi ha continuato: «Non so come interpretare la decisione di Schlein. Io mi sono sempre presentata quando sono stata invitata. E sono stata quella che ha aperto agli inviti ai leader della sinistra quando ero presidente di Azione giovani. I leader che hanno partecipato alla festa nel corso di questi oltre 25 anni sono stati tutti, ricordo diversi capi di governo della sinistra, dall’attuale commissario europeo a Enrico Letta. Sarebbe una delle pochissime volte in cui qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicarla. La manifestazione si svolge lo stesso: supereremo».

Schlein aveva risposto: «Parleremo in Parlamento»

La risposta al presunto invito arrivata dalla segreteria del Pd è stata: «Con FdI ci confrontiamo e discutiamo in parlamento, a partire dalla Manovra di bilancio». Nelle stesse ore, il responsabile organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, ha smentito l’invito spiegando di averlo «letto dai giornali» e che comunque «sembra tutto un po’ prematuro».

La premier ha attaccato la segretaria dem: «Sarebbe una delle pochissime volte in cui qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicarla. La manifestazione si svolge lo stesso: supereremo». 
ELLY SCHLEIN, SEGRETARIA DEL PARTITO DEMOCRATICO

Milano, auto investe e uccide un ciclista di 63 anni: alla guida un 87enne

Ennesimo incidente stradale nel Milanese con protagonista un ciclista. Stavolta è successo a Basiglio, quando un uomo di 63 anni è morto dopo essere stato investito da un’auto mentre era in bicicletta. Secondo la ricostruzione dei soccorritori, alla guida della vettura, una Fiat Panda, c’era un 87enne, rimasto lievemente ferito. L’impatto è avvenuto sulla strada statale 113. La vittima è caduta battendo la testa e perdendo conoscenza, mentre l’auto è finita in un canale che costeggia la carreggiata. Inutili i tentativi di rianimarlo, all’arrivo del personale del 118 e dei vigili del fuoco.

Everton penalizzato in Premier: City e Chelsea rischiano la retrocessione?

Pugno duro della Premier League nei confronti dell’Everton. Il club di Liverpool è infatti stato penalizzato di 10 punti in classifica per aver violato il fair play finanziario, sforando i parametri imposti dal regolamento di circa 20 milioni di sterline (23 milioni di euro). È la prima volta che nel massimo campionato di calcio inglese si va incontro a una punizione simile per tali irregolarità. Con la nuova classifica, con appena quattro punti l’Everton è sprofondato dal 14esimo all’ultimo posto alla pari del Burnley. La sentenza storica tuttavia fa aleggiare lo spettro di una pesante penalizzazione anche per il Manchester City e il Chelsea. I vincitori della Champions League 2022, come emerse a febbraio 2023, avrebbero violato le regole finanziarie per nove anni di fila dal 2009 al 2018. Per i Blues si parla di pagamenti irregolari durante la presidenza di Roman Abramovich.

L'Everton è stato penalizzato di 10 punti in classifica per violazione del fair play finanziario. Spettro retrocessione per Chelsea e City.
Roman Abramovich nel 2021 con la Champions League (Getty Images).

Everton, il comunicato della Premier League e la reazione del club

«Il club ha ammesso di aver violato il PSR (regole di redditività e sostenibilità della Premier, ndr.) durante la stagione 2021-22», si legge nel comunicato ufficiale della Lega. «La Commissione ha determinato che le perdite nel periodo ammontavano a 124,5 milioni di sterline (142 milioni di euro), che superano la soglia consentita pari a 105 milioni. Imposta pertanto una sanzione sportiva sotto forma di una penalizzazione di 10 punti, che avrà effetto immediato». Non si è fatta attendere la reazione dell’Everton che ha già annunciato di voler fare ricorso con un comunicato sul sito ufficiale e sulle pagine social. Rilasciato anche un video in cui Colin Chong, Ceo del club, sottolinea gli stessi concetti. «Siamo scioccati e delusi», recita la dichiarazione. «Si tratta di una pena del tutto sproporzionata e ingiusta. La durezza e la severità della Commissione non riflettono in modo ragionevole le prove presentate».

Manchester City e Chelsea, a rischio anche le big della Premier League?

La penalizzazione dell’Everton potrebbe far tremare anche i campioni in carica del City e il Chelsea. «Mi sembra una pena severa per l’Ffp», ha spiegato al Daily Mail Stefan Borson, ex avvocato della squadra di Manchester vincitrice del Treble. «Rafforza però il fatto che le sanzioni contro Citizens e Blues potrebbero indurre alla retrocessione in Championship». Il legale ha ipotizzato l’arrivo di novità per gennaio 2024, ma al momento è impossibile trarre conclusioni. Lo spettro di una clamorosa discesa nella Serie B britannica per i due club però potrebbe materializzarsi sempre più rapidamente. La società in mano allo sceicco Mansur infatti potrebbe aver commesso gli stessi illeciti dell’Everton addirittura per nove stagioni e per cifre molto più ampie. «Allarmante o meno, la portata delle accuse potrebbe indurre alla retrocessione», ha spiegato Borson.

Come ha riportato anche il Sun, il Manchester City avrebbe infatti sovrastimato le entrate dagli sponsor con denaro proveniente dai proprietari piuttosto che dalle partnership con aziende di Abu Dhabi. Sotto accusa anche lo stipendio di Roberto Mancini, sulla panchina dei Citizens dal 2009 al 2013, raddoppiato tramite un accordo segreto con un club degli Emirati Arabi. Per quanto riguarda invece il Chelsea, i media britannici hanno riportato le accuse di presunti pagamenti di Roman Abramovich tramite una serie di proprietà offshore. I nuovi proprietari sarebbero anche venuti a conoscenza di «vari report finanziari potenzialmente incompleti» legati all’era del magnate russo. Intanto però tutto tace, tanto che secondo alcuni tabloid il caso potrebbe richiedere anche diversi anni. Per l’Everton però sono bastati pochi mesi.

Blitz degli studenti, maxi bandiera della Palestina sulla Torre di Pisa

Blitz di una quindicina di studenti aderenti ai movimenti antagonisti, che hanno fatto irruzione all’interno della Torre di Pisa, superando i controlli, per poi esporre una maxi bandiera della Palestina dal campanile più famoso del mondo. I manifestanti hanno anche acceso un paio di fumogeni prima di scendere. Non risultano danni.

Il blitz è durato pochi minuti e si è concluso in modo ordinato

Gli studenti hanno agito al termine del corteo composto da circa 500 persone che in mattinata ha attraversato le principali vie del centro di Pisa fino a Piazza dei Miracoli. Arrivati di fronte al campanile, un gruppetto di studenti ha colto di sorpresa il servizio delle forze dell’ordine e anche gli addetti alla vigilanza della Torre Pendente, riuscendo a entrare con la forza nel monumento. Sono così saliti di alcuni piani prima di srotolare un grande stendardo con i colori della Palestina per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza. Il blitz è durato pochi minuti e si è concluso in modo ordinato. La Digos e la polizia scientifica, attraverso i filmati, cercheranno di identificare gli autori del gesto.

Blitz degli studenti, maxi bandiera della Palestina sulla Torre di Pisa. Accesi anche dei fumogeni. Non risultano danni.
Il corteo in Piazza dei Miracoli (Ansa).

Palazzo Chigi e Colosseo in rosso per i cristiani perseguitati

«In un mondo sempre più segnato dai conflitti, la progressiva erosione del diritto alla libertà religiosa rischia di passare inosservata». Lo sottolinea la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, protagonista di un’iniziativa che ogni anno promuove l’illuminazione di rosso dei luoghi di culto ed edifici civili in tutto il mondo. «Il colore rosso ricorda il sangue versato dai fedeli appartenenti alle diverse religioni, a cominciare da quella cristiana, i quali non possono professare pubblicamente la propria fede», spiega Acs. La Settimana Rossa comincia il 17 novembre e si estende fino al 26 dello stesso mese. In Italia troverà il suo culmine mercoledì 22 novembre 2023, il Red Wednesday.

Coinvolte anche le ambasciate presso la Santa Sede di diversi paesi

Su iniziativa di Acs Italia verranno illuminati di rosso il Colosseo, Palazzo Madama, Palazzo Montecitorio, Palazzo Chigi, la Farnesina e alcune parrocchie in varie zone d’Italia. Coinvolte nel progetto anche le ambasciate presso la Santa Sede di Burkina Faso, Camerun, Francia, Italia, Macedonia del Nord, Slovenia, Spagna e Ungheria, mentre hanno espresso sostegno all’iniziativa le Ambasciate presso la Santa Sede di Brasile e Israele. «Acs Italia manifesta gratitudine nei confronti dei Presidenti La Russa, Fontana e Meloni, e dei Ministri Tajani e Sangiuliano per aver aderito all’iniziativa, dimostrando così la sensibilità delle Istituzioni italiane al dramma della violazione della libertà religiosa» sottolinea la fondazione.

Lazio, Lotito sul logo Expo 2030: «Non ce l’hanno inviato»

Roma scoprirà il 23 novembre prossimo se si sarà aggiudicata l’Expo 2030. Un evento unico al mondo, che la Capitale sta contendendo a Riyad, altra città in corsa per ospitare la manifestazione. La questione ha sfiorato anche il calcio, perché l’As Roma ha scelto di mettere sulla propria maglia lo sponsor Ryad Season già dalla fine di settembre. Il 6 ottobre, è stata poi la Lazio a tentare di sfruttare la situazione per contrapporsi alla società antagonista. In un comunicato si leggeva: «La Lazio metterà in atto ogni iniziativa possibile per sostenere la candidatura di Roma per Expo 2030». Ma l’appello è stato snobbato e sulla maglia biancoceleste non è mai arrivato il logo del Comitato promotore.

Lotito: «Li ho chiamati quattro volte, nessuna risposta»

Il quotidiano Repubblica è tornato sull’argomento evidenziando come il logo di Roma Expo 2030 non sia arrivato sulle maglie della Lazio neanche in occasione del derby di domenica scorsa. A commentare la vicenda è stato il presidente dei biancocelesti, Claudio Lotito: «Nessuno mi ha inviato il logo di Roma Expo 2030. Li ho chiamati quattro volte, nessuno mi ha risposto. Mica posso mettere un marchio senza l’autorizzazione». E ancora: «Qualcuno non ha voluto, forse per non alimentare la polemica con la Roma».

La replica: «Abbiamo mirato più in alto»

Il Comitato promotore di Roma Expo 2030 ha risposto a Lotito dichiarando che «le nostre trattative hanno mirato ai livelli più alti del calcio italiano». Uno smacco alla Lazio? No, perché gli organizzatori del comitato hanno deciso di puntare direttamente alla Nazionale italiana, che stasera, venerdì 17 novembre, giocherà allo Stadio Olimpico contro la Macedonia del Nord, nel match valido per la qualificazione a Euro 2024. A promuovere la candidatura sui social sono stati Gianluigi Buffon e la calciatrice della Roma femminile Elena Linari. Il primo ha dichiarato: «È il momento di segnare un gol tutti insieme, perché non si vince mai da soli, si vince tutti insieme». La seconda, invece: «Sosteniamo Roma Expo 2030 perché crediamo nei suoi valori di connessione, umanità e inclusione».

Filippo Turetta avrebbe aggredito Giulia Cecchettin: un video ha ripreso la scena

Un video, girato dalla telecamera di sicurezza di un capannone nella zona industriale di Fossò, avrebbe ripreso l’aggressione di Filippo Turetta, iscritto venerdì mattina nel registro degli indagati della procura di Venezia per tentato omicidio. A riferirlo ai giornali sono fonti vicine agli inquirenti. I due ragazzi, di 22 anni, risultano scomparsi dallo scorso sabato.

Filippo avrebbe aggredito Giulia nel piazzale dove sono state trovate tracce di sangue

Nel video si vedrebbe Filippo aggredire fisicamente Giulia nel piazzale in cui sono state trovate le macchie di sangue e i capelli. I carabinieri, guidati dal comandate provinciale Nicola Conforti e dal comandante del reparto operativo Giuseppe Battaglia, stanno intanto facendo delle perquisizioni nell’abitazione del 22enne e potrebbero farle anche in quella della ragazza. Lo riferisce la Repubblica. Vanno intanto avanti le ricerche in almeno quattro province: da Venezia a Treviso, da Pordenone a Belluno, dunque dal Veneto al Friuli. Ma anche l’Alto Adige nelle scorse ore è stato interessato dall’operazione, perché non lontano da quelle zone di montagna, domenica scorsa, la Fiat Grande Punto nera di Filippo è stata registrata l’ultima volta. La storia tra Giulia e Filippo era finita nell’agosto del 2023, ma i familiari della giovane hanno raccontato che il ragazzo aveva un atteggiamento possessivo e controllante nei confronti dell’ex fidanzata.

Mosca vuole rendere fuorilegge il movimento internazionale Lgbtq in quanto «estremista»

Il ministero della Giustizia russo ha chiesto alla Corte Suprema di mettere fuori legge il movimento internazionale per i diritti Lgbt in quanto le sue attività «incitano alla discordia sociale e religiosa» in violazione delle leggi anti-estremismo del Paese. L’omosessualità è stata un reato in Russia fino al 1993 ed è stata poi considerata una malattia mentale fino al 1999.

Mosca vuole rendere fuorilegge il movimento internazionale Lgbtq in quanto «estremista». Per il ministero della Giustizia incita «alla discordia sociale e religiosa».
Gay Pride a San Pietroburgo (Getty Images).

La Corte si pronuncerà il 30 novembre

Negli ultimi anni i diritti Lgbt sono stati messi in forte discussione nella Federazione Russa, in quanto ritenuti dalle autorità in antitesi con i valori tradizionali della società. Nel corso del 2022 il presidente Vladimir Putin ha approvata una legge che vieta la «propaganda dei rapporti sessuali non tradizionali e della pedofilia», rafforzando una norma già esistente dal 2013. In seguito all’adozione della legge, librerie e biblioteche hanno rimosso dai loro scaffali i volumi dove erano presenti riferimenti a relazioni omosessuali, che sono stati eliminati anche da film, serie tv e giochi. La Corte si pronuncerà il 30 novembre: non è chiaro in che modo le autorità russe dimostreranno l’esistenza di un movimento Lgbt globale organizzato.