Con 179 voti a favore e 171 contrari, il Parlamento spagnolo ha concesso la fiducia al leader socialista Pedro Sanchez che, per la terza volta nella sua vita politica, è stato eletto premier. Un voto che conferma l’intesa sull’amnistia tra il Psoe e gli indipendentisti catalani, scelta che sta dividendo fortemente il Paese e causando molte polemiche.
Contrari i popolari, Vox e il partito navarro
Hanno votato a favore di Pedro Sanchez otto forze politiche: il Psoe, la coalizione di sinistra Sumar, i partiti indipendentisti catalani Erc e Junts, quelli baschi Bildu e Pnv, il partito galiziano Bng e quello delle Canarie CC. Contrari i popolari, i deputati della destra estrema di Vox e il partito navarro. Grazie alla fiducia ottenuta oggi il leader socialista Pedro Sánchez, nato a Madrid il 29 febbraio del 1972, conquista il suo terzo mandato da premier spagnolo.
Una coppia di coniugi è stata ricoverata nel reparto di Medicina d’urgenza dell’ospedale Cà Foncello di Trevisodopo aver mangiato dei funghi raccolti in un prato. A quanto si apprende sarebbero in gravi condizioni, con l’intossicazione, confermata dai tecnici delle Prevenzione esperti micologi dell’Ulss 2, che avrebbe loro causato una grave insufficienza epatica.
I funghi ingeriti sono molto nocivi per l’uomo
Dopo i primi sintomi gastroenterici, la coppia si era recata al Pronto soccorso e, dalle analisi, era emersa l’intossicazione. La verifica macroscopica effettuata dai micologi ha permesso di riconoscere la specie di funghi raccolti e ingeriti dalla coppia. Si tratta di esemplari di piccola taglia di Lepiota, una specie velenosa. A rendere potenzialmente mortali questi funghi è la presenza, al loro interno, di un alto quantitativo di amatossine, molto nocive per l’uomo.
Le indicazioni per la sicurezza di chi raccoglie i funghi
L’episodio di Treviso, purtroppo, non rappresenta una rarità, specie in un periodo come questo che è molto produttivo per chi ha l’usanza di raccogliere funghi selvatici. In tal senso arrivano da più parti delle indicazioni per la sicurezza, le quali sottolineano l’importanza di far controllare sempre tutti i funghi raccolti prima di mangiarli. Questa pratica dovrebbe essere seguita da chiunque, anche da coloro che credono di essere molto esperti sul tema.
A metà settembre, dopo che il passaggio della tempesta Daniel sulla Libia aveva causato delle inondazioni devastanti causando migliaia di vittime, alcuni osservatori internazionali avevano ipotizzato che la tragedia potesse essere l’occasione per superare la divisione di un Paese divorato da oltre un decennio da guerre civili e tensioni interne. E che la gestione degli aiuti umanitari provenienti dall’estero favorisse un avvicinamento fra i due governi in nome di un rinnovato spirito di unità nazionale.
Derna distrutta dalle inondazioni (Getty Images).
I piani del Bfi Management Consortium nella ricostruzione di Derna
Non è andata così. Il governo di Tripoli, guidato da Abdul Hamid Dbeibah e riconosciuto a livello internazionale, è finito sotto accusa per corruzione e inefficienza a causa della mancata manutenzione delle dighe che hanno ceduto causando le inondazioni. Mentre le grandi potenze che hanno offerto aiuti e sostegno in realtà miravano a espandere la propria influenza nel Paese tessendo relazioni economiche strategiche. È il caso della Cina che, tramite il Bfi Management Consortium, che fa capo alla società cinese China Railways International Group Company e alla britannica Arup International Engineering Company, si è detta pronta a stanziare un corposo investimento per la ricostruzione dell’interna città di Derna, un tempo roccaforte dell’Isis libico. E questo dopo che il 2 novembre scorso, il generale Khalifa Haftar, che controlla l’Est della Libia, aveva inaugurato una conferenza internazionale per la ricostruzione delle regioni devastate dalle inondazioni ricevendo ben 162 aziende provenienti da 26 diversi Paesi. A rivelare l’interesse cinese per la ricostruzione di Derna è stato il quotidiano libico Lybia Herald. Il ministro dell’Economia del cosiddetto governo di stabilità nazionale (Gsn) Ali Al Saidi ha recentemente ricevuto una delegazione del consorzio esprimendo ottime impressioni in seguito alla discussione del progetto. «L’economia libica richiede un deciso impulso verso l’apertura agli investimenti come alternativa alla dipendenza dallo Stato», ha spiegato Al Saidi, sottolineando che i progetti attualmente in fase di proposta «avranno un impatto significativo sul miglioramento dei servizi forniti ai cittadini».
Gli investimenti cinesi per il completamento della metro di Tripoli
Non è la prima volta che il consorzio Bfi, che comprende anche dei partner francesi, tedeschi e britannici, entra in contatto con l’ex Jamahiriya. Nel 2019, il consorzio a guida cinese si offrì di completare la realizzazione della linea 1 della metropolitana di Tripoli, progetto fermo dal 2009, oltre a gestire un moderno sistema di autobus. Un investimento complessivo del valore di 30 miliardi di dollari senza spese né altri oneri per lo Stato libico. Gli interessi cinesi in Libia d’altronde non sono una novità ma risalgono ai tempi di Gheddafi. In questi anni di divisioni interne Pechino ha sempre mantenuto una sorta di neutralità rispetto ai due governi in nome di quel primato dell’economia sulla politica che caratterizza la politica estera del Dragone. Già prima dello scoppio del conflitto del 2011, oltre a investimenti nel settore infrastrutturale per un valore di circa 5 miliardi dollari, la società cinese China National Petroleum Corp disponeva nel Paese di una forza lavoro complessiva di 30 mila operai, garantendosi il 10 per cento delle esportazioni di greggio dal Paese nordafricano.
La Libia sempre più stretta tra Pechino e Mosca
Con la guerra civile, la destituzione di Gheddafi e la divisione del Paese, gli affari cinesi hanno subito una battuta d’arresto ma oggi, a distanza ormai di più di 10 anni, entrambi i governi del Paese, ma soprattutto quello guidato da Haftar, si stanno dimostrando aperti ad accogliere gli investimenti di Pechino. Lo confermano le parole del ministro dell’Economia al Saidi che lo scorso ottobre nel corso di un’intervista a Radio France International, ha definito la Cina «la potenza che potrebbe costruire ponti, infrastrutture e strade in brevissimo tempo». Se a questo si somma la notizia diffusa da Bloomberg della costruzione di una base navale russa nell’Est in base all’accordo stretto fra Putin e Haftar a fine settembre, è ormai chiaro come la la Libia si stia avvicinando a partner antagonisti di quell’alleanza occidentale che si sarebbe dovuta occupare della rinascita del Paese.
È già diventato virale, nelle chat degli studenti, un video in cui si vedono sei ragazzi di una classe dell’Istituto superiore Federico Caffè, nel quartiere Monteverde di Roma, fare il saluto romano. Nel filmato, pubblicato da Repubblica Roma, è possibile vedere i ragazzo in piedi, sulla sedia o sul banco, mentre tendono il braccio destro in alto. Davanti a loro un docente che attende quei saluti romani e annuisce. E al suo fianco un altro studente che riprende la scena con uno smartphone. Repubblica ha contattato il dirigente scolastico VincenzoColucci,che ha assicurato di aver immediatamente provveduto a convocare un consiglio di classe straordinario, venerdì 17 novembre, per l’adozione dei provvedimenti disciplinari.
Tre deputati socialisti sono stati aggrediti nella mattinata del 16 novembre in un bar vicino al Congresso di Spagna, prima della seduta, dopo che avevano fatto colazione. Alcuni contestatori li hanno insultati, minacciati, quindi hanno lanciato loro contro delle tazze e delle uova. Un uovo ha colpito in testa uno dei deputati. La zona in cui si sono verificati questi piccoli incidenti si trova fuori dal perimetro di sicurezza controllato dalla polizia, che circonda il parlamento.
Un trasferimento dati capace di scaricare 150 film in alta definizione al secondo. È l’ultimo progetto della Cina che il 13 novembre ha lanciato quella che definisce come «la rete Internet più veloce al mondo». Il progetto, presentato da Huawei in collaborazione con China Mobile, Cernet China e l’Università Tsinghua, promette di decuplicare la potenza di qualsiasi altra banda larga al mondo, raggiungendo addirittura 1,2 terabit o 1200 gigabit al secondo. Un traguardo storico, se si pensa che le reti dorsali più evolute finora non superavano i 400 gigabit con una media di 100 in Occidente. «Non solo un traguardo di successo, ma un punto di partenza», ha detto Wu Jianping, responsabile del progetto, al South China Morning Post. «La Cina è già pronta a costruire un’infrastruttura ancora più veloce».
China has launched the world's first ultra-high-speed next-generation Internet backbone with a bandwidth of 1,200G bits per second (1.2T), according to a press conference held at Tsinghua University in Beijing on Monday. #GLOBALinkpic.twitter.com/DOnikSSjxE
La rete Internet della Cina vanta una fibra ottica di 3 mila chilometri
Parlando di una «rete dorsale di primissima generazione ad alta velocità», come afferma l’agenzia Xinhua, la Cina ha presentato un’infrastruttura in fibra ottica lunga 3 mila chilometri. Collega infatti l’intero Paese attraversando le città di Pechino a Nord, Wuhan al centro e Guangzhou nel Sud. Un successo interamente cinese, dato che sia software sia hardware sono stati progettati e realizzati sul territorio nazionale. La linea era già stata attivata nel mese di luglio per una serie di test sperimentali, il cui esito positivo ha condotto le autorità al lancio ufficiale con due anni di anticipo rispetto alle previsioni iniziali. Attualmente è disponibile solamente per le industrie che necessitano di una rete a banda larga e per il mercato azionario, ma non a livello domestico. Non è chiaro però se e quando ci saranno ulteriori aggiornamenti e sviluppi.
La fibra ottica dei cavi sottomarini per la rete Internet (Getty Images).
Il nuovo collegamento Internet ultraveloce è parte del progetto Future Internet Technology Infrastructure attivo a Pechino già da 10 anni e del programma China Education and Research Network. Per realizzarlo, stanno collaborando circa 40 università di 35 città del Paese, fornendo informazioni e materiale tra cui vari processori, sistemi di cablaggio e software. L’annuncio è arrivato proprio durante i colloqui tra il presidente Xi Jinping con il suo omologo americano Joe Biden a San Francisco, seguendo una tendenza già diffusa in passato. Come ha ricordato la Cnn, non è la prima volta che Pechino sfrutta un incontro con gli Usa per il lancio di prodotti hi-tech. A settembre 2023 Huawei aveva infatti presentato il nuovo smatphone Mate 60 Pro, dotato di chip 5G di matrice cinese, mentre i diplomatici statunitensi si trovavano in visita nel Paese.
In seguito a un’assemblea che ha seguito lo stato di mobilitazione generale degli stabilimenti ex Ilva dopo gli incontri a Roma con il governo e in attesa della prossima assemblea del Consiglio di amministrazione, i lavoratori dell’ex Ilva di Genova hanno organizzato una manifestazione. Durante il corteo, hanno bloccato la strada per l’aeroporto Cristoforo Colombo, causando disagi al traffico. Inoltre, sono stati bruciati copertoni di camion, generando un denso fumo.
Fiom: «Dobbiamo dare un segnale»
Armando Palumbo della Rsu Fiom dell’ex Ilva di Genova, ha detto: «Daremo un segnale alla città e al Paese che il tempo è scaduto, c’è bisogno di investimenti. Speriamo che terminino presto queste liti tra pubblico e privato perché a farne le spese sono i lavoratori che pagano con la cassa e un deterioramento degli impianti troppo rischioso per chi lavora. Le preoccupazioni sono forti, la trattativa è ingessata. Uno stabilimento come Genova, ma anche Novi e Taranto, sono inchiodati sulla produzione. Genova finirà l’anno a 200 mila tonnellate su un milione, Taranto è sotto i 3 milioni di tonnellate: un’azienda così non può durare». I lavoratori hanno voluto ricordare anche Anila Grishaj, l’operaia 26enne morta nei giorni precedenti in fabbrica a Pieve di Soligo (Treviso).
Magari non sarà Atreju il momento di confronto per farlo, ma Elly Schlein ha accolto l’appello della regista di C’è ancora domani, Paola Cortellesi, affinché la segretaria dem e la premier Giorgia Meloni mettendo da parte le differenze per lavorare insieme nel contrasto alla violenza di genere.
Schlein a Meloni: «Mettiamo da parte l’aspra dialettica»
Ai microfoni di Fanpage.it, Schlein ha detto: «Ha ragione Cortellesi. E io ci sto. Da qualche tempo rivolgo un appello alla presidente Meloni affinché almeno sul contrasto alla violenza di genere possiamo mettere da parte l’aspra dialettica tra maggioranza e opposizione e far fare passi avanti al Paese, non solo sulla repressione ma anche sulla prevenzione». La segretaria ha così risposto all’invito di Paola Cortellesi, che in un’intervista a Vanity Fair aveva chiesto al governo di essere più incisivo nella lotta alla violenza di genere. Aggiungendo che «per la prima volta a capo del governo e a capo dell’opposizione due donne: è evidente che non basta alla causa, a meno che questa concomitanza di circostanze non porti a tendersi una mano». Al momento Giorgia Meloni non ha ancora commentato le dichiarazioni dell’attrice e regista.
Verranno pagati con gli stipendi di novembre i premi del 2021 a tutto il personale dipendente. La Direzione Generale – si legge in una nota dell'Asp – lo aveva promesso nei mesi scorsi ed oggi si tramutano in realtà quelle erogazioni dovute per i quali si era fermi da tempo. A beneficiare dei premi produzione saranno in totale 1698 dipendenti per i quali andranno distribuiti 5.165.987,34 euro lordi tra Dirigenza area sanitaria, Dirigenza Funzioni Locali- A.P.T. e Comparto.
Al pagamento di dette cifre – prosegue la nota dell'Asp – si è giunti dopo un lungo percorso valutativo che ha visto coinvolti vari soggetti istituzionali quali gli uffici amministrativi preposti (controllo di gestione e personale) oltre a decine di valutatori e centinaia di valutati. A far giungere in tempi rapidi alla disamina della questione ha contribuito molto l’attività dell’organismo indipendente di valutazione che negli ultimi mesi ha trovato un rinnovato assetto. Non a caso, all’atto di insediamento del Direttore Generale Antonello Maraldo avvenuto a metà luglio scorso, l’Oiv era da riorganizzare per via di membri dimissionari o da rinominare. Per cui, in poche settimane si è proceduto agli adempimenti richiesti dalla legge e con la nomina dei componenti.
Il Dg Asp Basilicata Maraldo, alla luce di questo nuovo traguardo che interessa l’anima dell’azienda e quindi il personale nella sua interezza, si è detto soddisfatto “per aver potuto mantenere un impegno relativamente al saldo di tutto quanto dovuto nei termini più brevi possibili”. Ha poi espresso vivo ringraziamento “per il lavoro eccellente fatto dagli uffici personale e controllo di gestione e dal ricostituito OIV che hanno lavorato in sinergia e con grande impegno. La soddisfazione del personale è un fattore che permette indirettamente una migliore qualità delle cure ed è un volano di sviluppo di un buon clima aziendale”. L’Asp si è impegnata dunque sul fronte della premialità perseguendo finalità e obiettivi importanti che riguardano gli emolumenti da dare ai dipendenti. Ragioni naturali hanno portato a fare celermente questo passo “ritenendolo prioritario rispetto al Piano Formativo 2024 che comunque andrà presentato per contratto entro la fine del 2023. ”Anche su questo la Direzione- aggiunge Maraldo- è in corsa ed in linea con le tempistiche, avendo già presentato gli approfondimenti scaturiti dalla discussione già effettuata”. Per cui, in risposta a quanto asserito in maniera non del tutto corrispondente alla realtà da parte di Fials, “si stenta a comprendere il tono polemico del sindacato che, oltre a rendere dichiarazioni pubbliche in materia di formazione non esattamente aderenti allo stato delle cose, ha pressato la Direzione con l’invio- nella sola ultima settimana- di tre note distinte alla amministrazione costringendo gli uffici a doversi spendere in lunghe e complesse risposte rallentando lo sviluppo ordinato delle attività istituzionali”.
Quanto all’Oiv, il Direttore generale ha ricordato che sono in corso le valutazioni per la nomina del terzo ed ultimo membro dell’Organismo e che ora andranno esaminati attentamente tutti i 95 candidati di cui sedici nuovi rispetto ai precedenti bandi. La nomina verrà fatta entro la fine dell’anno in corso.
Si svolgerà sabato 18 novembre, a partire dalle ore 8,45, all’Auditorium dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera il convegno dal titolo “Talassemia 2023” patrocinato dall’Azienda Sanitaria Locale di Matera. Sarà un momento di confronto – spiega una nota dell'Asm – per fare il punto della situazione sulle ultime novità terapeutiche inerenti questa malattia. Dal 2010, ogni 2 anni, l’Ematologia di Matera ha organizzato eventi sul tema. La Talassemia è una malattia ereditaria del sangue molto grave causata da un difetto genetico che provoca la distruzione dei globuli rossi. La mutazione genetica causa una minore presenza di emoglobina e quindi una scarsa ossigenazione di tessuti, organi e muscoli che porta stanchezza e scarsa crescita. Chi ne soffre deve sottoporsi a frequenti trasfusioni di sangue.
Nell’augurare buon lavoro ai partecipanti, il commissario straordinario dell’ASM, Maurizio Friolo ha sottolineato come “la partecipazione al convegno dei massimi esperti ma anche dei pazienti, permetta un confronto ed una crescita su temi di grande attualità per la gestione della malattia, esplorando anche le ultime novità terapeutiche e l’ambito sperimentale delle cure”.
Grazie alla prevenzione l’incidenza si è drasticamente ridotta e la prognosi della malattia, grazie alla ricerca, alle terapie farmacologiche ed alla disponibilità di sangue, è significativamente migliorata. Nel corso del convegno si parlerà anche delle nuove frontiere di cura rappresentate dalla terapia genica. Come si realizza? Si prelevano cellule staminali del paziente, in laboratorio il gene patologico di queste cellule viene sostituito da una copia funzionante del gene ed infine tali cellule, così modificate, sono poi reinfuse al paziente. L’attenzione sarà poi focalizzata sulle ultime novità terapeutiche, molte ancora in fase sperimentale, che potranno incidere positivamente sulla qualità di vita dei pazienti. Al termine un confronto con i pazienti ed i loro familiari che potranno esporre agli esperti quesiti in tema di cure e, più ampiamente, di gestione della talassemia.
La strategia regionale nel quadro della transizione energetica e decarbonizzazione sarà al centro della prima Conferenza Energia e Ambiente “Strategia energetica e traiettorie di sviluppo”, in programma presso Centro Ricerche ENEA Trisaia di Rotondella il 21 e 22 novembre. Autorità, rappresentanti istituzionali, ricercatori e accademici, operatori del settore energetico si confronteranno nel corso delle due giornate sulle principali sfide che caratterizzano la transizione energetica sia su scala nazionale sia su scala regionale. È prevista tra l’altro la partecipazione del Ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto.
Il programma e i contenuti dell’iniziativa, promossa dall’Assessorato all’Ambiente, Territorio ed Energia della Regione Basilicata con la collaborazione di ENEA e FEEM, saranno illustrati dal presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e dall’assessore Cosimo Latronico in una conferenza stampa che avrà luogo venerdì 17 novembre, alle ore 10,30, nella sala Inguscio della Regione Basilicata (via Verrastro, 9 – Potenza).
A partire da dicembre 2023, gli account Gmail di Google personali (e non aziendali o istituzionali) inattivi da almeno due anni saranno eliminati. Nell’operazione saranno inclusi anche i dati nelle librerie di Google Foto, gli appuntamenti di Google Calendar e gli archivi di Google Docs. Tuttavia, ci sono alcuni semplici metodi da adottare per non perdere i propri dati.
Google cancella gli account Gmail inattivi contro i malintenzionati
Secondo l’azienda, la ragione dietro questa decisione è legata alla sicurezza più che allo spazio. Ruth Kricheli, vicepresidente del Product Management di Google, ha affermato che l’eliminazione degli account mira a ridurre le vulnerabilità nei confronti di individui malintenzionati. Gli account dimenticati o non utilizzati spesso presentano rischi di sicurezza, poiché potrebbero utilizzare password vecchie o compromesse, non avere l’autenticazione a due fattori attivata e ricevere meno controlli da parte degli utenti. I rischi associati ad account compromessi possono variare dal furto d’identità alla diffusione di contenuti dannosi.
Come fare per non perdere i dati
Kricheli ha anche delineato un semplice metodo per mantenere attivo un account Gmail: effettuare l’accesso almeno una volta ogni due anni. Ha precisato che se l’utente ha effettuato l’accesso di recente, l’account è considerato attivo e non sarà eliminato, includendo sia la posta elettronica sia le foto e i calendari. Le azioni considerate valide per mantenere un account attivo sono le seguenti:
Grandi quanto un chicco di sesamo, le microplastiche hanno invaso l’intero pianeta. Grazie a dimensioni non superiori ai cinque millimetri, si trovano in acqua, aria e cibo, persino nel sangue umano. Un team di scienziati dell’American Chemical Society ha scoperto che possono anche influenzare il clima terrestre. Analizzando una serie di campioni prelevati su una montagna della Cina, gli esperti hanno infatti ipotizzato che potrebbero giocare un ruolo cruciale nella formazione delle nubi. «Le particelle aerodisperse possono percorrere lunghe distanze e subire diversi processi», hanno scritto gli studiosi. «Sappiamo ancora molto poco sulle interazioni tra microplastiche e condizioni meteo».
In The News! New science in ES&T Letters understands microplastic–cloud interactions and the potential impacts on atmospheric metal cycles and cloud formation. Read the full story: https://t.co/I3dwi5ruwApic.twitter.com/4IlgDb8CPH
— Environmental Science & Technology Journals (@EnvSciTech) November 15, 2023
Le microplastiche sono il collante per il vapore acqueo delle nuvole
La ricerca, disponibile integralmente sulla rivista Environmental Science & Technology Letters, ha analizzato i campioni di alcune nubi sulla cima del monte Tai, in Cina. Tracciando il percorso che le microplastiche hanno effettuato per raggiungere un’esatta posizione geografica, si è potuto scoprire un dettaglio finora sconosciuto sul loro possibile coinvolgimento nella meteorologia. Le nubi infatti, come ha spiegato la Cnn, si formano quando il vapore acqueo si tramuta in milioni di goccioline d’acqua che si aggregano fra loro. Per farlo, necessitano di un collante che di solito è rappresentato da polvere e cenere oppure dallo stesso sale marino che evapora dagli oceani. Gli scienziati hanno però intuito che le microplastiche si stanno aggiungendo all’elenco. Nello specifico, provengono dalle vicine metropoli cinesi dell’entroterra, vittima di un alto livello di inquinamento nell’aria e nel suolo. Sollevate dal vento, le particelle hanno potuto raggiungere anche le montagne.
Una tipica microplastica sul palmo di una mano (Getty Images).
Sfruttando la loro proprietà idrofila, tipica degli elementi attratti dall’acqua, le microplastiche si attaccano alle goccioline d’acqua, formando così una catena che poi forma le nubi. Il processo, come hanno spiegato gli scienziati, è simile alla propagazione di un incendio in un campo. Come una scintilla può far bruciare un’intera foresta, così le microplastiche impattano sull’atmosfera originando precipitazioni e fenomeni temporaleschi. Numerose però sono ancora le domande senza risposta. Non si è ancora capito se una maggiore concentrazione di microplastiche possa portare alla formazione di maggiori nubi nel cielo né se tale eventualità possa incentivare la crisi climatica già in corso. Ulteriori ricerche già in programma per il prossimo futuro aiuteranno gli scienziati a comprendere il fenomeno.
Dal cibo all’acqua, dove si trovano e come si formano le microparticelle di plastica
Le microplastiche hanno solitamente la dimensione di 100 micrometri, ossia 0,1 millimetri, ma possono anche raggiungere il mezzo centimetro. Si tratta di particelle minuscole, spesso impercettibili all’occhio umano, che si formano quando la plastica usata quotidianamente si decompone o si consuma in pezzi più piccoli. «Sono ovunque», ha spiegato la dottoressa Judith Enck del Beyond Plastics, progetto statunitense che lavora contro l’inquinamento. «Si trovano nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo e nel cibo che consumiamo ogni giorno». Più le microplastiche sono piccole, più è facile che penetrino nei vari cicli ambientali e finiscano nel corpo umano. Sebbene i loro effetti sulla salute non siano ancora chiari, una ricerca su Publimed del marzo 2023 ha supposto che possono causare danni preoccupanti tra cui malattie polmonari e tumori del sangue.
Le microplastiche viste al microscopio (Getty Images).
Finanziamenti agli enti locali e agli enti pubblici non territoriali beneficiari di contributi Pnrr o Pnc, Prestiti green e presentazione del servizio di tesoreria offerto da Poste Italiane insieme alle anticipazioni di tesoreria di Cassa Depositi e Presiti: sono questi i temi al centro dell’incontro pubblico, promosso da Regione Basilicata, CDP e Anci, che si è svolto questa mattina in Regione.
L’incontro, rivolto principalmente alla partecipazione di sindaci, assessori, funzionari e dirigenti degli uffici finanziari delle amministrazioni locali e revisori dei conti, ha visto la partecipazione del Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi; dell’Assessore all’Ambiente Territorio ed Energia, Cosimo Latronico; del Presidente dell’Anci, Andrea Bernardo; e della Responsabile Relazioni Business Pubblica Amministrazione Sud Italia di CDP Simona Magliacano.
Nel corso della mattinata hanno tenuto specifiche relazioni i referenti territoriali di CDP e di Poste Italiane Antonietta Malatesta (Prestito green e fondo rotativo progettualità), Mariana Liuzzi (Prestito investimenti Pnrr-Pnc) e Antonio Caporale (Servizio di tesoreria e anticipazioni di tesoreria).
“Siamo in un momento storico nel quale gli Enti locali, grazie ai fondi del PNRR e alla Programmazione 2021-2027, hanno la possibilità di mettere in campo investimenti e azioni che possono generare processi di valorizzazione dei territori. Sapere di poter contare sul supporto di Cassa Depositi e Prestiti significa avere a portata di mano tutti gli strumenti per implementare gli investimenti delle pubbliche amministrazioni”, ha dichiarato il Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.
“Gli strumenti finanziari proposti da Cassa Depositi e Prestiti e da Poste Italiane a supporto degli Enti locali lucani rappresentano una grande opportunità per migliorare la fruibilità delle città e dei paesi lucani. È questa una opportunità che può rafforzare anche i progetti già messi in campo per il rilancio dei borghi allargando le sinergie che stanno nascendo in alcuni nostri piccoli Comuni per generare opportunità di crescita e lavoro”, ha commentato l’Assessore all’Ambiente, Territorio ed Energia Cosimo Latronico.
“Consideriamo fondamentale essere presenti sul territorio per intercettare tempestivamente i fabbisogni degli Enti Pubblici. Il nostro obiettivo è proporre soluzioni che possano generare un impatto positivo sul tessuto socio-economico, valorizzando sostenibilità, inclusività e innovazione. I nuovi strumenti che mettiamo a disposizione della PA testimoniano la nostra attenzione alle comunità locali, che sosteniamo operando in sinergia con tutti gli stakeholder impegnati per la crescita del Paese e del Mezzogiorno, come dimostra l’evento di oggi”, ha evidenziato la Responsabile Relazioni Business Pubblica Amministrazione Sud Italia di CDP Simona Magliacano.
“Oggi abbiamo ascoltato i contenuti di questo nuovo prodotto, sperando che possa esserci di utilità trattandosi, di fatto, di una anticipazione di liquidità che daranno ai Comuni e dovremmo partire e andare più veloci perché, in questo momento, molte imprese hanno sospeso i lavori in alcuni comuni proprio perché non riescono ad andare avanti, i Comuni hanno anticipato delle somme ma più di tanto, per motivi di norme e di tesoreria non possono anticipare”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Anci Basilicata, Andrea Bernardo.
Alla vigilia dello sciopero nazionale di 24 ore proclamato dal NurSind, il sindacato degli infermieri e delle infermiere, per venerdì 17 novembre, il segretario Andrea Bottega mette in fila le principali ragioni della protesta. «La misura è colma. E il nodo pensioni è solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Oltre al ricalcolo degli assegni previdenziali, sul quale restano blande le rassicurazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, infatti, la Manovra non dà le risposte che gli infermieri si aspettavano neppure sul fronte delle risorse per il prossimo rinnovo del contratto di comparto».
In piazza contro il ricalcolo retributivo degli assegni previdenziali
«In piazza ribadiremo il nostro no secco all’articolo 33 del ddl Bilancio, che riguarda appunto il ricalcoloretributivo degli assegni previdenziali, di cui chiediamo l’abrogazione. Tutte le altre soluzioni cui il governo sta pensando in questo momento, infatti, non fanno altro che accelerare la fuga degli infermieri. Un’ulteriore emorragia che davvero non possiamo permetterci», sottolinea Bottega. Ma è sul fronte delle risorse contrattuali che il sindacato è ancora più duro: «Sembra una farsa e invece è tutto vero. Col risultato che ancora una volta la tanto attesa e sbandierata valorizzazione della professione resterà lettera morta. Del resto, dei 1.450 milioni di euro in dote al monte salari per il comparto sanità, secondo le nostre stime, circa 1.050 milioni serviranno solo a evitare riduzioni stipendiali. Ci chiediamo quale valorizzazione sarà possibile con 400 milioni quando nel contratto 2022 alla specificità infermieristica sono stati assegnati 335 milioni di euro, pari soltanto a 73 euro lordi mensili».
La «drammatica» carenza del personale nel Ssn
Ma il NurSind è contrariato soprattutto di fronte alla totale assenza di iniziative concrete da parte delle istituzioni «per risolvere la drammatica carenza di personale». «Domani i cittadini toccheranno con mano il Ssn del futuro, con ospedali e territorio senza infermieri. La prospettiva purtroppo è proprio questa. La proposta di importarli in particolare dall’India, infatti, non risolve il problema. Casomai, lo sposta in avanti. Col rischio che più tempo passa e più sarà difficile da una parte fermare gli abbandoni, tra licenziamenti e fughe all’estero, e dall’altra attrarre giovani. Che cosa ci propongono di strutturale?», si domanda Bottega. Che aggiunge: «Se davvero si vuole cominciare a risolvere la questione alla radice, e non in maniera spot, la strada è una soltanto: agire innanzitutto sulla leva economica, visto che i nostri stipendi sono i più bassi d’Europa, e dare finalmente maggiore autonomia agli infermieri nello svolgimento del loro lavoro. Proprio quello che ribadiremo in piazza, convinti che sia l’unico modo per cominciare a invertire il trend e a vedere i numeri crescere, dando così sollievo anche a chi è già in servizio nel Ssn perché potrà sperare in una più equa distribuzione dei carichi professionali».
Nella casa circondariale Cavadonna di Siracusa assumere droga e comunicare con l’esterno tramite cellulare era diventato molto semplice. Cocaina nascosta nell’insalata di mare, microcellulari inseriti nei calamari ripieni, smartphone incartati come tavolette di cioccolato e telefoni criptati recapitati con i droni. Due anni di indagini da parte delle forze dell’ordine guidate dal colonnello Gabriele Barecchia hanno documentato tutti i modi con cui gli apparecchi e stupefacenti venivano portati in carcere.
19 arresti dopo due anni di indagini
I carabinieri hanno impiegato 100 militari nell’operazione, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Catania su richiesta della Dda nei confronti di 19 persone del quartiere Borgata. Sono accusate di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e reati legati alle armi. Il gruppo criminale manteneva forti legami con i membri detenuti nel carcere di Siracusa e ha ideato vari modi creativi per mantenere i contatti. Nel corso del blitz, i carabinieri hanno colto due degli indagati in flagrante vicino al carcere mentre legavano tre cellulari a un drone per inviarlo oltre le mura della casa circondariale. Altri quattro smartphone, insieme a confezioni di cocaina e hashish, sono stati trovati nascosti all’interno di calamari e barrette di cioccolata, pronti per essere consegnati.
Più ombre che luci. in Asia, il vertice tra Joe Biden e Xi Jinping andato in scena a San Francisco ha destato molte perplessità. Se è vero che Stati Uniti e Cina hanno ristabilito le comunicazioni militari e deciso di rafforzare la cooperazione in materia di contrasto al fentanyl, sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e nella lotta al cambiamento climatico, è pur vero che i dossier più delicati sono rimasti, irrisolti, sul tavolo delle trattative. A partire dal futuro di Taiwan.
Taiwan, la volontà di riunificazione cinese e le resistenze di Taipei
Xi l’ha definita la questione «più pericolosa» nelle relazioni bilaterali con gli Usa e, non a caso, ha tracciato una chiara linea rossa. Da un lato, il leader cinese ha provato a rassicurare Biden, spiegando di non aver piani di imminenti aggressioni militari nei confronti di Taiwan. Dall’altro ha però chiesto all’omologo statunitense di smettere di armare l’isola. Il South China Morning Post si è concentrato sul punto citando alcuni funzionari americani. A quanto pare, Xi avrebbe rimarcato la volontà di Pechino di ottenere una riunificazione pacifica con Taipei, pur sottolineando le condizioni per cui il Dragone potrebbe usare la forza per realizzare il tanto agognato obiettivo. Secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua, Xi avrebbe insomma ribadito la sua posizione, dichiarando che «la Cina inevitabilmente sarà riunificata». In tutto ciò, il ministero degli Esteri taiwanese ha risposto ai commenti di Xi affermando che l’isola continuerà a rafforzare la propria capacità di difesa e a prepararsi per qualsiasi potenziale attacco da Pechino. «Non sapremo mai se la Cina attaccherà Taiwan o quando lo farà. La politica del governo è però abbastanza chiara: continueremo a rafforzare la nostra capacità di difesa», ha nel frattempo dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri taiwanese, Jeff Liu, in una conferenza stampa a Taipei.
Le delegazioni cinesi e statunitensi all’incontro di San Francisco (Getty Images).
I media giapponesi e sudcoreani si concentrano sulla ripresa delle comunicazioni militari tra Usa e Cina
I media giapponesi e sudcoreani si sono invece soffermati sulla ripresa delle comunicazioni militari tra Stati Uniti e Cina. Secondo quanto riportato dall’agenzia nipponica Kyodo News, Xi avrebbe accettato di creare non meglio specificati meccanismi di dialogo tra le parti affinché le autorità della Difesa dei due Paesi possano tenere colloqui sia a livello politico che operativo. Il tutto, va da sé, per evitare il rischio di incomprensioni militari, ovvero incidenti o provocazioni nel complesso scenario dell’Indo-Pacifico che potrebbero sfociare in un conflitto aperto. Biden e Xi avrebbero inoltre accettato di aprire un canale tra il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, e la controparte cinese (in attesa di capire chi sostituirà l’epurato Li Shangfu). In particolare, quest’ultimo accordo è stato considerato significativo data la preoccupazione di Washington e dei suoi partner asiatici per le frequenti manovre pericolose di navi e aerei da guerra cinesi in vari scenari regionali. Il quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo, pur citando la ripresa dei colloqui militari, ha sottolineato l’assenza di progressi rilevanti tra Usa e Cina. Non solo: i pochi progressi effettuati da Biden e Xi rischiano di essere messi a dura prova dalle stesse questioni che, nel corso degli ultimi anni, hanno portato i due Paesi sull’orlo di una guerra.
Bandiere degli Usa e della Cina esposte a San Francisco (Getty Images).
L’incontro di San Francisco visto dalla Cina
Diversa, invece, è la ricostruzione dell’incontro Xi-Biden offerta dai media cinesi. Il Global Times ha evidenziato l’ospitalità e il rispetto che gli Usa hanno mostrato nell’accoglienza riservata a Xi: «La cerimonia di benvenuto prima del vertice è stata breve, ma ha mostrato segni di scrupolosa preparazione» e «(la scelta di un luogo separato diverso dalla sala conferenze dell’Apec) indica che gli Stati Uniti hanno attribuito un alto grado di importanza all’incontro». Il Quotidiano del popolo, il principale quotidiano cinese, ha dedicato ampio risalto al vertice tra i due leader, rimarcando le questioni strategiche affrontate da Biden e Xi definite cruciali non solo per le relazioni tra Cina e Usa ma anche per il mondo intero. La narrazione offerta dai media di Pechino segue tuttavia lo stesso copione, con il leader cinese descritto desideroso di tracciare un percorso di pace e prosperità per attenuare le tensioni con gli Stati Uniti. Sotto la superficie emergono però questioni irrisolte e dossier scottanti. Gli stessi che preoccupano gli alleati asiatici di Washington.
Ultime ore di bel tempo, poi già dalla serata di giovedì 16 novembre 2023 arriveranno le prime nuvole. Per venerdì 17 previste piogge e vento forte. In calo anche le temperature, che da sabato 18 novembre scenderanno di 6-9 gradi. Sono queste in sintesi le previsioni di Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it.
In Italia torna il maltempo
Nella giornata di giovedì dominerà ancora l’alta pressione con prevalenza di sole, mentre dalla sera inizieranno ad arrivare nubi sparse, specie in Valle d’Aosta, settori alpini occidentali del Piemonte e Alta Toscana con qualche piovasco. Venerdì 17 una veloce fase instabile porterà qualche pioggia sulla fascia tirrenica dalla Toscana alla Campania al mattino e poi, dal pomeriggio, verso medio Adriatico e gran parte del Sud peninsulare. Prevista anche una rapida intensificazione dei venti verso le Alpi e tutto il Centro-Sud. Raffiche di burrasca sono previste soprattutto sulla Sardegna, sulla fascia appenninica e tra Calabria e Sicilia. Da sabato 18 novembre, invece, il cielo tornerà sereno ma il termometro crollerà di 6-9 gradi sia per quanto riguarda le temperature minime che quelle massime. A Milano si sfioreranno lo zero al mattino e massime di 10 gradi di giorno, a Roma è prevista una minima di 2 gradi e una massima di 15, a Catania le massime scenderanno fino a 19 gradi contro i 28 degli ultimi giorni. Anche la domenica vedrà temperature frizzanti al mattino complici i cieli stellati della notte che permetteranno un sensibile raffreddamento. I venti forti del sabato al Centro-Sud tenderanno ad attenuarsi, salvo in Puglia e Calabria.
Le previsioni in dettaglio
Giovedì 16 novembre: al Nord sarà poco nuvoloso, ma coperto entro sera. Al Centro poco nuvoloso, peggiora dalla sera/notte. Al Sud è previsto bel tempo e caldo oltre la media del periodo;
Venerdì 17 novembre: al Nord prevalenza di bel tempo, ventoso. Al Centro attesi piovaschi occasionali sugli Appennini, e vento. Al sud previsto un peggioramento in serata con qualche pioggia sulle peninsulari, ventoso;
Sabato 18 novembre: al Nord e al Centro ci sarà sole e freddo al mattino, con molti venti sul Medio Adriatico. Al Sud prevalenza di bel tempo con vento forte.
Continuano senza esito le ricerche di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, i due ex fidanzati scomparsi da Marghera sabato 11 novembre. Nel frattempo, mercoledì i famigliari sono stati convocati in caserma a Vigonovo, dove hanno fornito ai carabinieri tutte le informazioni necessarie per cercare di ricostruire il quadro della vicenda. Rimane ignoto il motivo della fuga, così come non è chiaro se sia stata forzata o condivisa, o se i due ragazzi siano insieme: l’unica cosa che emerge dal resoconto della famiglia di Cecchettin è che Turetta non aveva superato la fine della relazione, e che aveva nei confronti della giovane un atteggiamento possessivo e controllante. Lo ha raccontato Elena Cecchettin, la sorella della ragazza, in un’intervista al Corriere della Sera.
La sorella di Giulia Cecchettin: «Era geloso anche del tempo che passava con me»
Elena Cecchettin, che vive a Vienna dove studia Microbiologia, è molto legata alla sorella, con la quale si sente costantemente, e aveva notato da tempo da un atteggiamento anomalo di Filippo Turetta: «Lui era molto possessivo nei suoi confronti, era geloso anche del tempo che lei passava con me e questa cosa non mi faceva stare tranquilla, soprattutto quando uscivano da soli dopo che lei l’aveva lasciato». Una preoccupazione che aveva portato Elena a «provare a dissuaderla dall’uscire con lui», ma Turetta «le diceva di sentirsi solo, di essere disperato, di non vedere un futuro senza di lei. Io li chiamo ricatti emotivi».E quindi alla fine «Giulia si dispiaceva e accettava. Ma uscire con lui, dopo che in agosto si sono lasciati, non era in cima ai suoi desideri». La sorella della giovane ricorda un episodio in particolare: «Lo scorso febbraio eravamo andate insieme a Milano a un concerto e lui continuava a scriverle. Allora Giulia mi ha dato il telefonino, gli rispondevo di stare tranquillo, di non essere in apprensione che Giulia era con me. Quel fatto mi ha lasciato un po’ interdetta perché ci ho visto un controllo anomalo nei confronti di mia sorella».
«Cerco di essere positiva ma ho paura»
In questo momento difficile, i familiari di Giulia Cecchettin non hanno perso la speranza: «Vorrei che lei avesse scelto di fuggire con lui, per assecondarlo», ha concluso la sorella nell’intervista, «mi auguro che Giulia sia viva e che lo sia anche Filippo. Cerco di essere positiva, mi sforzo di esserlo ma la verità è che ho tanta paura».
L’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrell e la Commissione Commissione europea hanno presentato al Consiglio una proposta per altro pacchetto di sanzioni – il dodicesimo – contro la Russia: previsti nuovi divieti di esportazione, ad esempio per i diamanti, nonché azioni per calmierare il tetto del prezzo del petrolio, allo scopo di diminuire le entrate della Russia. Nel “libro nero” dell’Ue verranno inserite altre 120 persone ed entità. Tra le 47 persone che la Commissione vuole aggiungere all’elenco dei sanzionati ci sono anche una cugina di Putin, Anna Tsivileva, che è a capo di una fondazione che sostiene i soldati russi in Ucraina, e Ilya Medvedev, unico figlio dell’ex presidente Dmitry, il quale avrebbe orchestrato una campagna di disinformazione e propaganda in Ucraina.
Dmitry Medvedev (Getty Images).
Previsto il divieto di vendita di diamanti grezzi russi nell’Unione europea
Al centro delle proposte, che dovranno essere approvate dai leader dell’Ue nel prossimo vertice di dicembre, ci sono le misure volte a soffocare le entrate commerciali della Russia. Queste includono il divieto totale della vendita all’interno dell’Unione europea di diamanti grezzi russi e di gioielli che utilizzano gemme provenienti dalle miniere siberiane. Ciò dovrebbe privare le casse del Cremlino di oltre 4,5 miliardi di euro all’anno. Il divieto era già in programma dal 2022, ma è diventato realtà solo dopo che il Belgio, sede del polo mondiale dei diamanti di Anversa, ha ritirato le sue obiezioni in estate, accettando le imposizioni durante il vertice del G7 in Giappone.
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione Ue (Getty Images).
Tra le società sanzionate anche la maggior compagnia assicurativa russa
Le sanzioni colpiranno anche l’industria degli armamenti di Mosca, società informatiche legate ai servizi di sicurezza dell’Fsb, i funzionari elettorali che lavorano nell’Ucraina occupata, milizie militari private (com’era la Wagner) e organizzazioni patriottiche responsabili della «militarizzazione dei bambini ucraini». Nell’elenco delle entità sanzionate, poi, anche aziende del settore civile accusate di far parte – a vario titolo – della macchina da guerra di Mosca. Tra esse AlfaStrakhovanie, principale compagnia assicurativa privata russa, che ha stipulato contratti con il ministero della Difesa russo. Nel mirino poi l’Ilyushin Aviation Complex, che produce l’aereo da trasporto militare Il-76, utilizzato regolarmente dall’esercito russo per il trasporto di personale e attrezzature. Così come lo sviluppatore del sistema satellitare di navigazione russo Glonass. Nell’elenco dei sanzionati, infine, anche funzionari bielorussi responsabili di aver fornito armi e altre forme di cooperazione militare alla Russia, come l’addestramento dei coscritti dell’esercito di Mosca nelle basi in dell’esercito di Minsk.