Pucci e l’Ambrogino d’oro, l’assurda premiazione del politicamente scorretto e lo sbandamento di Sala

Sono uscite le liste dei personaggi che il 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio, verranno insigniti dal sindaco di Milano Beppe Sala del prestigioso encomio meneghino, l’Ambrogino d’oro. A leggere la lista ci è scappata una risata, e cosa ancor più strana, ci è scappata una risata leggendo il nome di un personaggio che, fino a oggi, di risate non ce ne aveva strappata mai una, neanche per sbaglio: quello di Andrea Pucci. Il comico – così recita Wikipedia – milanese, lanciato a suo tempo da Simona Ventura e da tempo immemore onnipresente dentro le nostre televisioni (almeno quelle televisioni che non subiscono una qualche forma di selezione da parte dei loro possessori), viene quindi considerato, inspiegabilmente, un milanese che abbia fatto qualcosa di abbastanza meritevole per venir insignito di quella che è la massima benemerenza da parte dell’amministrazione pubblica locale.

Sala è passato dai calzini arcobaleno a premiare Pucci

Ora, è chiaro che negli ultimi tempi Sala stia sbandando, viste le tante, troppe scelte fatte in ambito di urbanistica, una svolta green in forte odor di svendita del capoluogo a fondi di investimento e immobiliaristi, un presenzialismo ormai solo di facciata – si pensi alla promo fatta in video per il ritorno dei Club Dogo, passati dall’essere antieroi lì a rappare di bamba, fighe e pistole all’essere omaggiati dal primo cittadino milanese -, ma che ora il tutto converga nella premiazione simbolo di un chiaro caso di comico politicamente scorretto sembra davvero troppo. Specie da chi si è fregiato a lungo di essere inclusivo e open mind: lo testimoniano l’incontro coi rapper di Seven 7oo a Piazza Selinunte, tutti di seconda generazione, e i famosi calzini arcobaleno esibiti a favore di camera per dare sostegno alla comunità Lgbtq+ su tutto.

Battute contro le minoranze e non sul potere, sia mai che Pucci faccia satira

Infatti, neanche il tempo di metabolizzare la notizia – non che l’Ambrogino d’oro sia poi così centrale nella nostra vita, di italiani e anche di milanesi – che sui social è montata la polemica. Ovunque sono apparse tante battute e meme che Pucci ha diffuso negli ultimi mesi, tutte scorrette e anche poco divertenti, tutte per altro rivolte contro quelle minoranze che già di loro vengono discriminate, mai contro il potere, sia mai che Pucci intenda fare satira. Ecco quelle in cui il nostro eroe si chiede se Tommaso Zorzi sia uso fare il tampone non dal naso ma dal retto, per altro al termine di un “pezzo” che intendeva criminalizzare l’atto del fare tamponi: più volte durante il periodo Covid Pucci si è dimostrato intollerante alle restrizioni, con tesi non troppo distanti dai no vax.

Pucci e l'Ambrogino d'oro, l'assurda premiazione del politicamente scorretto e lo sbandamento di Sala
La battuta di Pucci su Tommaso Zorzi.

Repertorio di omofobia, sessismo e body shaming

Ecco quelle in cui si paragona Elly Schlein di volta in volta a Pippo Franco o Alvaro Vitali, suggerendole interventi di chirurgia estetica per correggere dentatura e orecchie a sventola. Insomma, un giusto mix di omofobia, sessismo e body shaming, ma tutto per comicità, ci mancherebbe pur altro. Un pensiero che sembra essere il medesimo di quello contenuto nel libro del generale Vannacci, Il mondo al contrario: mai prendersela con chi è parte della maggioranza, solo con chi è già di suo tenuto a bordo campo. Le voci su un suo passato da picchiatore allo stadio e anche quelli su certi suoi precedenti penali, voci appunto, hanno ripreso a circolare vorticosamente, come già era accaduto in passato, quando il nome di Pucci era cominciato a essere una costante dei programmi del servizio pubblico.

Pucci e l'Ambrogino d'oro, l'assurda premiazione del politicamente scorretto e lo sbandamento di Sala
Le stories di Pucci su Elly Schelin.

Il fatto è che Beppe Sala sembra oggi come oggi incarnare alla perfezione un certo pensiero ricorrente, da bravo politico sempre sul pezzo. Cioè da una parte sembra essere in costante necessità di praticare di volta in volta green washing come rainbow washing, con tutta una serie di iniziative di facciata che poco riscontro trovano poi nella vita di tutti i giorni; dall’altra sembra costantemente interessato a dare alla maggioranza quel che la maggioranza vuole, cioè pane e circo, appunto. Così un premio a un comico dal repertorio assai discutibile appare perfettamente coerente con una modalità d’azione che negli ultimi tempi sembra aver davvero poca aderenza col comune sentire dei suoi cittadini.

Becere sparate da bar e da caserma elevate a comicità

Però, questo dicono sui social coloro che stanno alzando barricate in difesa di Pucci e del suo prossimo Ambrogino d’oro, la maggior parte della gente ride di quelle battute bieche e triviali, si riconosce in chi attacca gay e pratica il body shaming, in chi ostenta un modo di vivere da Milanese Imbruttito, senza però avere in quel caso ambizioni comiche, e in chi, più che altro, cerca il plauso della pancia della gente, elevando a comicità, o presunta tale, le battute da bar, da caserma, insomma, quelle che solitamente nessuno avrebbe provato a portare in televisione perché troppo becere, oltre che poco divertenti.

Dalla stessa parte Pio e Amedeo, Maurizio Battista, Pino Insegno…

E se da una parte Pio e Amedeo, che potrebbero essere additati come i capostipiti di questa genia di non-comici, sembrano avere una marcia in più, visto che in loro il rovesciamento delle istanze del politicamente corretto ha un filo conduttore preciso, come per Checco Zalone, sbattendoci in faccia i nostri peggiori vizi e i nostri più evidenti tic, dall’altra ci sono poi figure come appunto Pucci, Maurizio Battista, gente che ride alle proprie battute, come per necessità di imboccare il pubblico, ma anche lo stesso Pino Insegno, ormai capace di farci ridere solo quando non è in onda, a metà mattina, nel momento in cui escono impietosi i dati Auditel che dimostrano come neanche il pubblico immobile di mamma Rai lo apprezzi più.

Ambrogino d’oro negato a chi lo meritava davvero, cioè Marracash

Un florilegio di comici triviali, pronti a mettersi dalla parte del vincitore, che il 7 dicembre vedranno un loro rappresentante celebrato dal sindaco Sala a Palazzo Marino, con un Ambrogino d’oro che, per la cronaca, è stato negato a quel Marracash che giusto qualche settimana fa ha portato per la prima volta in zona Ippodromo oltre 80 mila persone a un concerto interamente dedicato al rap, Marragheddon, dimostrandosi King di una scena che comunque domina il mercato musicale ormai da parecchi anni. Ma sia mai che a Palazzo Marino ci finisca qualcuno di davvero meritevole.

Pucci fa ridere quelli che rigettavano i tamponi e le mascherine

L’idea che il politicamente corretto sia un capestro imposto da non si sa bene chi – immagino intellettualoni e radical chic -, qualcosa che in fondo è lontano dal mondo reale, in concreto abitato da una pletora di analfabeti funzionali incapaci di distinguere una battuta da una offesa gratuita, l’assenza di sensibilità rivendicata neanche fosse un vanto si sta diffondendo come un virus. Normale che i primi a prenderselo siano quelli come Pucci, che rigettavano i tamponi e le mascherine e ne facevano oggetto di battute, incuranti delle emergenze.

Proposta di candidatura arrivata da Silvia Sardone della Lega

Resta l’imbarazzo di sapere che, stando a quanto ha deliberato Sala, che ha diritto di veto sulle indicazioni ricevute dalla giunta comunale, non abbia fatto nulla per impedire questo scempio, indicando come Milano si senta rappresentata da chi ha costruito la sua carriera di comico su battute su gay e donne, così come dal rap in stile gangsta dei Club Dogo. Sappiamo che a caldeggiare il nome di Pucci è stata Silvia Sardone della Lega, forse in assenza di degni rappresentanti da che per ovvie ragioni non ci sono più i Fichi d’India. Ci manca solo di vedere un post si Sala con l’hashtag #FreeShiva, il medesimo che molti trapper e rapper stanno usando, discutibilmente, per chiedere la scarcerazione, appunto, di Shiva, agli arresti per aver sparato a due suoi presunti aggressori, e sarà compiuto il salto da uomo eletto dal centrosinistra a prossimo rappresentante di quel neoliberismo accelerazionista che già nel decennio scorso faceva tremare intellettuali e filosofi, Mark Fisher in testa.

La strada del salto della quaglia, con un ritorno a destra, nel suo caso decisamente più repentino, è stato già indicato da Letizia Moratti. Mica è un caso che proprio Sala fosse al suo fianco ai tempi di Expo. In questa Milano che nel video di lancio dei Club Dogo viene descritta come novella Gotham City – percezione piuttosto diffusa tra i milanesi – non ci sarebbe da stupirsi se il primo cittadino decidesse di seguire le orme di colei che un tempo è stata la mamma di Batman.

Pucci e l'Ambrogino d'oro, l'assurda premiazione del politicamente scorretto e lo sbandamento di Sala
Silvia Sardone e Matteo Salvini (Imagoeconomica).

Il ruolo della Siria nella guerra tra Israele e Hamas

Il contagio nell’intera regione mediorientale del conflitto tra Hamas e Israele è più di un rischio. In Cisgiordania, territorio amministrato da Fatah di Abu Mazen, si moltiplicano gli scontri con l’esercito di Tel Aviv che, al confine settentrionale, sta affrontando un conflitto a bassa intensità con i miliziani di Hezbollah, formazione libanese foraggiata dall’Iran. Proprio come i ribelli yemeniti Houthi che hanno lanciato droni e missili contro lo Stato ebraico. Inoltre sono state colpite basi statunitensi in Iraq. E poi c’è la Siria, da dove transitano i rifornimenti di Hezbollah e per questo nel mirino di Israele.

Il ruolo della Siria di Assad nella guerra in Medio Oriente tra Israele e i miliziani palestinesi di Hamas.
Bashar al-Assad e il presidente iraniano Ebrahim Raisi (Getty Images).

La Siria non ha mai stipulato accordi di pace con Israele

Martoriata da 12 anni dalla guerra civile, a differenza di altri vicini come Egitto e Giordania, la Siria non ha mai stipulato accordi di pace con Israele, né riconosce lo Stato ebraico con cui si contende le alture del Golan, territorio conquistato dalle forze israeliane nel 1967 nell’ambito della Guerra dei sei giorni e poi annesso unilateralmente nel 1981. Nel Paese, dove il dittatore Bashar al-Assad è sopravvissuto alla sollevazione popolare del 2011 e alla successiva guerra civile grazie all’appoggio di Russia e Iran, sono operative diverse milizie legate a Teheran, compresi miliziani di Hezbollah. L’Idf ha colpito infrastrutture militari nella zona di Daraa, nel sud della Siria, in risposta al lancio di missili verso il Golan. Più “corposa” la campagna aerea di Israele, che in realtà al pari di quella di terra va avanti da anni, sempre con l’obiettivo di impedire i rifornimenti ai combattenti sostenuti dall’Iran: dall’attacco di Hamas, ad esempio, sono stati colpiti più volte gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo.

Il ruolo della Siria di Assad nella guerra in Medio Oriente tra Israele e i miliziani palestinesi di Hamas.
Siria, manifesto contro il presidente Assad (Getty Images).

Siria-Hamas, storia di un rapporto lungo e complesso

Il rapporto della Siria con Hamas è lungo e complicato. L’organizzazione palestinese trae infatti origine dai Fratelli Musulmani, formazione politica che si richiama al dovere di fedeltà ai valori islamici tradizionali e per questo punto di riferimento per molti integralisti. Anzi, come specificato nel suo stesso statuto del 1988, nacque come suo braccio palestinese. In Siria, i Fratelli Musulmani si sono sempre opposti al potere della famiglia Assad. Nel 1982, mentre era al potere Hafiz al-Assad, padre dell’attuale presidente, le truppe siriane repressero una rivolta guidata proprio dai Fratelli Musulmani ad Hama, uccidendo almeno 10 mila abitanti. Più tardi, il governo di Damasco ha sostenuto con forza la causa palestinese, ospitando circa mezzo milione di rifugiati provenienti da Israele. Tra essi anche uno dei leader di Hamas in esilio, Khaled Mashaal. E questo nonostante la famiglia Assad si trovasse spesso in contrasto con l’organizzazione palestinese. I rapporti si sono davvero inaspriti a partire dal 2011, quando Hamas evitò di schierarsi con Damasco nella guerra civile: l’anno successivo Mashaal riparò in Qatar, dove vive ancora oggi. Successivamente l’esercito regolare prese di mira i civili del distretto di Yarmouk, area che da campo profughi si era trasformata in quartiere a maggioranza palestinese controllata dai ribelli: le forze di Assad nel 2015 assediarono il campo, impedendo l’ingresso di cibo, energia, medicine e altri rifornimenti. Una piccola Gaza.

Il ruolo della Siria di Assad nella guerra in Medio Oriente tra Israele e i miliziani palestinesi di Hamas.
La devastazione di Yarmouk dopo l’assedio (Getty Images).

Altamente improbabile il coinvolgimento diretto di Damasco 

Nel discorso tenuto al vertice della Lega araba che si è svolto a Riad, Assad ha criticato gli accordi di normalizzazione tra altri Paesi del Medio Oriente e lo Stato ebraico, accusando Israele di crimini di guerra contro i civili di Gaza, allineandosi agli altri leader nel chiedere l’immediato cessate il fuoco e la fine dell’assedio della Striscia. Parole che però non possono non suonare ipocrite, considerati gli attacchi chimici di Ghūṭa prima e Khan Shaykhun poi, sferrati dalle forze governative durante la guerra civile siriana. E quanto accaduto a Yarmouk. È altamente improbabile che Damasco entri nel conflitto in corso, cosa che invece potrebbero fare le varie milizie operanti all’interno del Paese sostenute dall’Iran e indipendenti dal governo siriano. Da parte sua, anche Israele finora ha evitato di colpire obiettivi prettamente siriani, concentrandosi sui rifornimenti a Hezbollah. E pure gli Stati Uniti si sono limitati a colpire le presunte basi iraniane in Siria. «Nonostante il susseguirsi di attacchi e contrattacchi, nessuna delle due parti – gli Usa e Israele, da un lato, e l’Iran e i gruppi che sostiene, dall’altro – sembra volere una grande escalation regionale», hanno spiegato i ricercatori del think tank International Crisis. Group. Ma se la guerra a Gaza dovesse continuare, avvertono, «il rischio che proprio ciò accada potrà aumentare».

Balneari, l’Ue invia a Roma la lettera d’infrazione

La Commissione Ue ha inviato all’Italia la lettera con il parere motivato riguardo alla procedura d’infrazione per la questione delle concessioni balneari. Il mancato adeguamento del Paese alla direttive Bolkenstein preoccupa Bruxelles da mesi. Un portavoce della Commissione, durante l’incontro quotidiano con la stampa, ha affermato: «Abbiamo inviato un parare motivato. Questo dà ora al governo italiano due mesi per fornire risposte e allora decideremo sui prossimi passi». E ha spiegato che le trattative in corso non si fermeranno: «La nostra preferenza è sempre di trovare un accordo con gli Stati membri, piuttosto che andare in giudizio. È un parere motivato e non pregiudica le trattative continue che avremo con le autorità italiane».

La mappatura un nodo centrale

Nel febbraio 2023, dopo la bozza del decreto Milleproroghe, la Commissione europea aveva parlato di «sviluppi preoccupanti», analizzando le norme previste dall’Italia che prevedevano la possibile proroga delle concessioni balneari. Queste scadrebbero nel 2023 secondo il Consiglio di Stato, ma nel 2024 per il Milleproroghe. E intanto l’Italia ha anche avviato la mappatura delle coste e a ottobre è stata conclusa. Si è giunti alla conclusione che non si tratta di una risorsa «scarsa», come spiega Repubblica, poiché soltanto un terzo dell’intero territorio mappato è occupato dagli stabilimenti balneari. Per l’Europa, però, la mappatura non va effettuata soltanto sul litorale, ma a livello nazionale, con un focus poi sulle coste, così da poterne determinare il valore economico reale.

Balneari, l'Ue invia a Roma la lettera d'infrazione
Diversi stabilimenti balneari lungo la costa ionica della Sicilia orientale, in provincia di Catania (Getty Images).

Dossier balneari al palo

Intanto nemmeno nel decreto Omnibus il governo ha inserito nuove regole per i balneari. Il 2023 volge al termine ma le eventuali gare per le concessioni demaniali marittime non sono nemmeno vicine. Soltanto la trattativa con l’Ue potrà risolvere la situazione. Intanto, però, la procedura d’infrazione prosegue.

Napoli, spara contro auto con bimbo e donne a bordo: arrestato

Per un banale diverbio sorto per questioni di viabilità, una mancata precedenza a un incrocio, un uomo ha esploso alcuni colpi con un potente revolver contro una Fiat 500 ferendo il conducente e malgrado a bordo ci fossero anche donne e bambini. La Squadra mobile della questura di Napoli, coordinata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini, l’ha arrestato con l’accusa di tentato omicidio, porto di arma comune da sparo.

L’autore arrestato due giorni prima di diventare maggiorenne

Il fatto è avvenuto nel capoluogo campano all’alba del 15 ottobre 2023, due giorni prima che l’arrestato diventasse maggiorenne. Il conducente della vettura rimase ferito alla mano sinistra e di striscio alla gamba sinistra, ma in auto c’erano anche due sue sorelle, la moglie e il figlio piccolo della coppia. La Fiat 500 ha incrociato la vettura guidata da un maggiorenne e a bordo della quale viaggiava il ragazzo che ha sparato, legato non in maniera diretta ad ambienti malavitosi partenopei. Il provvedimento cautelare nei confronti del giovane è stato emesso dopo indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli.

Pedro Sanchez eletto premier di Spagna per la terza volta

Con 179 voti a favore e 171 contrari, il Parlamento spagnolo ha concesso la fiducia al leader socialista Pedro Sanchez che, per la terza volta nella sua vita politica, è stato eletto premier. Un voto che conferma l’intesa sull’amnistia tra il Psoe e gli indipendentisti catalani, scelta che sta dividendo fortemente il Paese e causando molte polemiche.

Contrari i popolari, Vox e il partito navarro

Hanno votato a favore di Pedro Sanchez otto forze politiche: il Psoe, la coalizione di sinistra Sumar, i partiti indipendentisti catalani Erc e Junts, quelli baschi Bildu e Pnv, il partito galiziano Bng e quello delle Canarie CC. Contrari i popolari, i deputati della destra estrema di Vox e il partito navarro. Grazie alla fiducia ottenuta oggi il leader socialista Pedro Sánchez, nato a Madrid il 29 febbraio del 1972, conquista il suo terzo mandato da premier spagnolo.

Treviso, mangiano funghi selvatici e si sentono male: grave una coppia di coniugi

Una coppia di coniugi è stata ricoverata nel reparto di Medicina d’urgenza dell’ospedale Cà Foncello di Treviso dopo aver mangiato dei funghi raccolti in un prato. A quanto si apprende sarebbero in gravi condizioni, con l’intossicazione, confermata dai tecnici delle Prevenzione esperti micologi dell’Ulss 2, che avrebbe loro causato una grave insufficienza epatica.

I funghi ingeriti sono molto nocivi per l’uomo

Dopo i primi sintomi gastroenterici, la coppia si era recata al Pronto soccorso e, dalle analisi, era emersa l’intossicazione. La verifica macroscopica effettuata dai micologi ha permesso di riconoscere la specie di funghi raccolti e ingeriti dalla coppia. Si tratta di esemplari di piccola taglia di Lepiota, una specie velenosa. A rendere potenzialmente mortali questi funghi è la presenza, al loro interno, di un alto quantitativo di amatossine, molto nocive per l’uomo.

Le indicazioni per la sicurezza di chi raccoglie i funghi

L’episodio di Treviso, purtroppo, non rappresenta una rarità, specie in un periodo come questo che è molto produttivo per chi ha l’usanza di raccogliere funghi selvatici. In tal senso arrivano da più parti delle indicazioni per la sicurezza, le quali sottolineano l’importanza di far controllare sempre tutti i funghi raccolti prima di mangiarli. Questa pratica dovrebbe essere seguita da chiunque, anche da coloro che credono di essere molto esperti sul tema.

Gli interessi cinesi in Libia e l’ombra della Russia

A metà settembre, dopo che il passaggio della tempesta Daniel sulla Libia aveva causato delle inondazioni devastanti causando migliaia di vittime, alcuni osservatori internazionali avevano ipotizzato che la tragedia potesse essere l’occasione per superare la divisione di un Paese divorato da oltre un decennio da guerre civili e tensioni interne. E che la gestione degli aiuti umanitari provenienti dall’estero favorisse un avvicinamento fra i due governi in nome di un rinnovato spirito di unità nazionale.

Gli interessi cinesi in Libia e l'ombra della Russia
Derna distrutta dalle inondazioni (Getty Images).

I piani del Bfi Management Consortium nella ricostruzione di Derna

Non è andata così. Il governo di Tripoli, guidato da Abdul Hamid Dbeibah e riconosciuto a livello internazionale, è finito sotto accusa per corruzione e inefficienza a causa della mancata manutenzione delle dighe che hanno ceduto causando le inondazioni. Mentre le grandi potenze che hanno offerto aiuti e sostegno in realtà miravano a espandere la propria influenza nel Paese tessendo relazioni economiche strategiche. È il caso della Cina che, tramite il Bfi Management Consortium, che fa capo alla società cinese China Railways International Group Company e alla britannica Arup International Engineering Company, si è detta pronta a stanziare un corposo investimento per la ricostruzione dell’interna città di Derna, un tempo roccaforte dell’Isis libico. E questo dopo che il 2 novembre scorso, il generale Khalifa Haftar, che controlla l’Est della Libia, aveva inaugurato una conferenza internazionale per la ricostruzione delle regioni devastate dalle inondazioni ricevendo ben 162 aziende provenienti da 26 diversi Paesi. A rivelare l’interesse cinese per la ricostruzione di Derna è stato il quotidiano libico Lybia Herald. Il ministro dell’Economia del cosiddetto governo di stabilità nazionale (Gsn) Ali Al Saidi ha recentemente ricevuto una delegazione del consorzio esprimendo ottime impressioni in seguito alla discussione del progetto. «L’economia libica richiede un deciso impulso verso l’apertura agli investimenti come alternativa alla dipendenza dallo Stato», ha spiegato Al Saidi, sottolineando che i progetti attualmente in fase di proposta «avranno un impatto significativo sul miglioramento dei servizi forniti ai cittadini».

Gli investimenti cinesi per il completamento della metro di Tripoli

Non è la prima volta che il consorzio Bfi, che comprende anche dei partner francesi, tedeschi e britannici, entra in contatto con l’ex Jamahiriya. Nel 2019, il consorzio a guida cinese si offrì di completare la realizzazione della linea 1 della metropolitana di Tripoli, progetto fermo dal 2009, oltre a gestire un moderno sistema di autobus. Un investimento complessivo del valore di 30 miliardi di dollari senza spese né altri oneri per lo Stato libico. Gli interessi cinesi in Libia d’altronde non sono una novità ma risalgono ai tempi di Gheddafi. In questi anni di divisioni interne Pechino ha sempre mantenuto una sorta di neutralità rispetto ai due governi in nome di quel primato dell’economia sulla politica che caratterizza la politica estera del Dragone. Già prima dello scoppio del conflitto del 2011, oltre a investimenti nel settore infrastrutturale per un valore di circa 5 miliardi dollari, la società cinese China National Petroleum Corp disponeva nel Paese di una forza lavoro complessiva di 30 mila operai, garantendosi il 10 per cento delle esportazioni di greggio dal Paese nordafricano.

La Libia sempre più stretta tra Pechino e Mosca

Con la guerra civile, la destituzione di Gheddafi e la divisione del Paese, gli affari cinesi hanno subito una battuta d’arresto ma oggi, a distanza ormai di più di 10 anni, entrambi i governi del Paese, ma soprattutto quello guidato da Haftar, si stanno dimostrando aperti ad accogliere gli investimenti di Pechino. Lo confermano le parole del ministro dell’Economia al Saidi che lo scorso ottobre nel corso di un’intervista a Radio France International, ha definito la Cina «la potenza che potrebbe costruire ponti, infrastrutture e strade in brevissimo tempo». Se a questo si somma la notizia diffusa da Bloomberg della costruzione di una base navale russa nell’Est in base all’accordo stretto fra Putin e Haftar a fine settembre, è ormai chiaro come la la Libia si stia avvicinando a partner antagonisti di quell’alleanza occidentale che si sarebbe dovuta occupare della rinascita del Paese.

Roma, studenti fanno il saluto romano davanti al prof che annuisce

È già diventato virale, nelle chat degli studenti, un video in cui si vedono sei ragazzi di una classe dell’Istituto superiore Federico Caffè, nel quartiere Monteverde di Roma, fare il saluto romano. Nel filmato, pubblicato da Repubblica Roma, è possibile vedere i ragazzo in piedi, sulla sedia o sul banco, mentre tendono il braccio destro in alto. Davanti a loro un docente che attende quei saluti romani e annuisce. E al suo fianco un altro studente che riprende la scena con uno smartphone. Repubblica ha contattato il dirigente scolastico Vincenzo Colucci,che ha assicurato di aver immediatamente provveduto a convocare un consiglio di classe straordinario, venerdì 17 novembre, per l’adozione dei provvedimenti disciplinari.

Spagna, aggrediti alcuni deputati del Psoe fuori dal Congresso

Tre deputati socialisti sono stati aggrediti nella mattinata del 16 novembre in un bar vicino al Congresso di Spagna, prima della seduta, dopo che avevano fatto colazione. Alcuni contestatori li hanno insultati, minacciati, quindi hanno lanciato loro contro delle tazze e delle uova. Un uovo ha colpito in testa uno dei deputati. La zona in cui si sono verificati questi piccoli incidenti si trova fuori dal perimetro di sicurezza controllato dalla polizia, che circonda il parlamento.

La Cina ha lanciato la rete Internet più veloce del mondo

Un trasferimento dati capace di scaricare 150 film in alta definizione al secondo. È l’ultimo progetto della Cina che il 13 novembre ha lanciato quella che definisce come «la rete Internet più veloce al mondo». Il progetto, presentato da Huawei in collaborazione con China Mobile, Cernet China e l’Università Tsinghua, promette di decuplicare la potenza di qualsiasi altra banda larga al mondo, raggiungendo addirittura 1,2 terabit o 1200 gigabit al secondo. Un traguardo storico, se si pensa che le reti dorsali più evolute finora non superavano i 400 gigabit con una media di 100 in Occidente. «Non solo un traguardo di successo, ma un punto di partenza», ha detto Wu Jianping, responsabile del progetto, al South China Morning Post. «La Cina è già pronta a costruire un’infrastruttura ancora più veloce».

La rete Internet della Cina vanta una fibra ottica di 3 mila chilometri

Parlando di una «rete dorsale di primissima generazione ad alta velocità», come afferma l’agenzia Xinhua, la Cina ha presentato un’infrastruttura in fibra ottica lunga 3 mila chilometri. Collega infatti l’intero Paese attraversando le città di Pechino a Nord, Wuhan al centro e Guangzhou nel Sud. Un successo interamente cinese, dato che sia software sia hardware sono stati progettati e realizzati sul territorio nazionale. La linea era già stata attivata nel mese di luglio per una serie di test sperimentali, il cui esito positivo ha condotto le autorità al lancio ufficiale con due anni di anticipo rispetto alle previsioni iniziali. Attualmente è disponibile solamente per le industrie che necessitano di una rete a banda larga e per il mercato azionario, ma non a livello domestico. Non è chiaro però se e quando ci saranno ulteriori aggiornamenti e sviluppi.

Velocità da 1,2 terabit al secondo, tanto da scaricare 150 film in alta definizione. Cosa sapere sulla rete Internet ultraveloce della Cina.
La fibra ottica dei cavi sottomarini per la rete Internet (Getty Images).

Il nuovo collegamento Internet ultraveloce è parte del progetto Future Internet Technology Infrastructure attivo a Pechino già da 10 anni e del programma China Education and Research Network. Per realizzarlo, stanno collaborando circa 40 università di 35 città del Paese, fornendo informazioni e materiale tra cui vari processori, sistemi di cablaggio e software. L’annuncio è arrivato proprio durante i colloqui tra il presidente Xi Jinping con il suo omologo americano Joe Biden a San Francisco, seguendo una tendenza già diffusa in passato. Come ha ricordato la Cnn, non è la prima volta che Pechino sfrutta un incontro con gli Usa per il lancio di prodotti hi-tech. A settembre 2023 Huawei aveva infatti presentato il nuovo smatphone Mate 60 Pro, dotato di chip 5G di matrice cinese, mentre i diplomatici statunitensi si trovavano in visita nel Paese.

LEGGI ANCHE: L’incontro tra Biden e Xi Jinping visto dall’Asia

Ex Ilva, lavoratori bloccano la strada per l’aeroporto a Genova

In seguito a un’assemblea che ha seguito lo stato di mobilitazione generale degli stabilimenti ex Ilva dopo gli incontri a Roma con il governo e in attesa della prossima assemblea del Consiglio di amministrazione, i lavoratori dell’ex Ilva di Genova hanno organizzato una manifestazione. Durante il corteo, hanno bloccato la strada per l’aeroporto Cristoforo Colombo, causando disagi al traffico. Inoltre, sono stati bruciati copertoni di camion, generando un denso fumo.

Fiom: «Dobbiamo dare un segnale»

Armando Palumbo della Rsu Fiom dell’ex Ilva di Genova, ha detto: «Daremo un segnale alla città e al Paese che il tempo è scaduto, c’è bisogno di investimenti. Speriamo che terminino presto queste liti tra pubblico e privato perché a farne le spese sono i lavoratori che pagano con la cassa e un deterioramento degli impianti troppo rischioso per chi lavora. Le preoccupazioni sono forti, la trattativa è ingessata. Uno stabilimento come Genova, ma anche Novi e Taranto, sono inchiodati sulla produzione. Genova finirà l’anno a 200 mila tonnellate su un milione, Taranto è sotto i 3 milioni di tonnellate: un’azienda così non può durare». I lavoratori hanno voluto ricordare anche Anila Grishaj, l’operaia 26enne morta nei giorni precedenti in fabbrica a Pieve di Soligo (Treviso).

Schlein: «Ha ragione Cortellesi, su violenza di genere io e Meloni dobbiamo lavorare insieme»

Magari non sarà Atreju il momento di confronto per farlo, ma Elly Schlein ha accolto l’appello della regista di C’è ancora domani, Paola Cortellesi, affinché la segretaria dem e la premier Giorgia Meloni mettendo da parte le differenze per lavorare insieme nel contrasto alla violenza di genere.

Schlein a Meloni: «Mettiamo da parte l’aspra dialettica»

Ai microfoni di Fanpage.it, Schlein ha detto: «Ha ragione Cortellesi. E io ci sto. Da qualche tempo rivolgo un appello alla presidente Meloni affinché almeno sul contrasto alla violenza di genere possiamo mettere da parte l’aspra dialettica tra maggioranza e opposizione e far fare passi avanti al Paese, non solo sulla repressione ma anche sulla prevenzione». La segretaria ha così risposto all’invito di Paola Cortellesi, che in un’intervista a Vanity Fair aveva chiesto al governo di essere più incisivo nella lotta alla violenza di genere. Aggiungendo che «per la prima volta a capo del governo e a capo dell’opposizione due donne: è evidente che non basta alla causa, a meno che questa concomitanza di circostanze non porti a tendersi una mano». Al momento Giorgia Meloni non ha ancora commentato le dichiarazioni dell’attrice e regista.

A NOVEMBRE PAGATA LA PREMIALITA’ AI DIPENDENTI ASP

Verranno pagati con gli stipendi di novembre i premi del 2021 a tutto il personale dipendente. La Direzione Generale – si legge in una nota dell'Asp –  lo aveva promesso nei mesi scorsi ed oggi si tramutano in realtà quelle erogazioni dovute per i quali si era fermi da tempo. A beneficiare dei premi produzione saranno in totale 1698 dipendenti per i quali andranno distribuiti 5.165.987,34 euro lordi tra Dirigenza area sanitaria, Dirigenza Funzioni Locali- A.P.T. e Comparto.
Al pagamento di dette cifre – prosegue la nota dell'Asp –  si è giunti dopo un lungo percorso valutativo che ha visto coinvolti vari soggetti istituzionali quali gli uffici amministrativi preposti (controllo di gestione e personale) oltre a decine di valutatori e centinaia di valutati. A far giungere in tempi rapidi alla disamina della questione ha contribuito molto l’attività dell’organismo indipendente di valutazione che negli ultimi mesi ha trovato un rinnovato assetto. Non a caso, all’atto di insediamento del Direttore Generale Antonello Maraldo avvenuto a metà luglio scorso, l’Oiv era da riorganizzare per via di membri dimissionari o da rinominare. Per cui, in poche settimane si è proceduto agli adempimenti richiesti dalla legge e con la nomina dei componenti.
Il Dg Asp Basilicata Maraldo, alla luce di questo nuovo traguardo che interessa l’anima dell’azienda e quindi il personale nella sua interezza, si è detto soddisfatto “per aver potuto mantenere un impegno relativamente al saldo di tutto quanto dovuto nei termini più brevi possibili”. Ha poi espresso vivo ringraziamento “per il lavoro eccellente fatto dagli uffici personale e controllo di gestione e dal ricostituito OIV che hanno lavorato in sinergia e con grande impegno. La soddisfazione del personale è un fattore che permette indirettamente una migliore qualità delle cure ed è un volano di sviluppo di un buon clima aziendale”. L’Asp si è impegnata dunque sul fronte della premialità perseguendo finalità e obiettivi importanti che riguardano gli emolumenti da dare ai dipendenti. Ragioni naturali hanno portato a fare celermente questo passo “ritenendolo prioritario rispetto al Piano Formativo 2024 che comunque andrà presentato per contratto entro la fine del 2023. ”Anche su questo la Direzione- aggiunge Maraldo- è in corsa ed in linea con le tempistiche, avendo già presentato gli approfondimenti scaturiti dalla discussione già effettuata”. Per cui, in risposta a quanto asserito in maniera non del tutto corrispondente alla realtà da parte di Fials, “si stenta a comprendere il tono polemico del sindacato che, oltre a rendere dichiarazioni pubbliche in materia di formazione non esattamente aderenti allo stato delle cose, ha pressato la Direzione con l’invio- nella sola ultima settimana- di tre note distinte alla amministrazione costringendo gli uffici a doversi spendere in lunghe e complesse risposte rallentando lo sviluppo ordinato delle attività istituzionali”.
Quanto all’Oiv, il Direttore generale ha ricordato che sono in corso le valutazioni per la nomina del terzo ed ultimo membro dell’Organismo e che ora andranno esaminati attentamente tutti i 95 candidati di cui sedici nuovi rispetto ai precedenti bandi. La nomina verrà fatta entro la fine dell’anno in corso.
  

ASM: SABATO A MATERA CONVEGNO SULLA TALASSEMIA

Si svolgerà sabato 18 novembre, a partire dalle ore 8,45, all’Auditorium dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera il convegno dal titolo “Talassemia 2023” patrocinato dall’Azienda Sanitaria Locale di Matera. Sarà un momento di confronto – spiega una nota dell'Asm –  per fare il punto della situazione sulle ultime novità terapeutiche inerenti questa malattia. Dal 2010, ogni 2 anni, l’Ematologia di Matera ha organizzato eventi sul tema. La Talassemia è una malattia ereditaria del sangue molto grave causata da un difetto genetico che provoca la distruzione dei globuli rossi. La mutazione genetica causa una minore presenza di emoglobina e quindi una scarsa ossigenazione di tessuti, organi e muscoli che porta stanchezza e scarsa crescita. Chi ne soffre deve sottoporsi a frequenti trasfusioni di sangue.
Nell’augurare buon lavoro ai partecipanti, il commissario straordinario dell’ASM, Maurizio Friolo ha sottolineato come “la partecipazione al convegno dei massimi esperti ma anche dei pazienti, permetta un confronto ed una crescita su temi di grande attualità per la gestione della malattia, esplorando anche le ultime novità terapeutiche e l’ambito sperimentale delle cure”.
Grazie alla prevenzione l’incidenza si è drasticamente ridotta e la prognosi della malattia, grazie alla ricerca, alle terapie farmacologiche ed alla disponibilità di sangue, è significativamente migliorata. Nel corso del convegno si parlerà anche delle nuove frontiere di cura rappresentate dalla terapia genica. Come si realizza? Si prelevano cellule staminali del paziente, in laboratorio il gene patologico di queste cellule viene sostituito da una copia funzionante del gene ed infine tali cellule, così modificate, sono poi reinfuse al paziente. L’attenzione sarà poi focalizzata sulle ultime novità terapeutiche, molte ancora in fase sperimentale, che potranno incidere positivamente sulla qualità di vita dei pazienti. Al termine un confronto con i pazienti ed i loro familiari che potranno esporre agli esperti quesiti in tema di cure e, più ampiamente, di gestione della talassemia.
 

Il 17/11 conferenza stampa su iniziativa Regione – ENEA – FEEM

La strategia regionale nel quadro della transizione energetica e decarbonizzazione sarà al centro della prima Conferenza Energia e Ambiente “Strategia energetica e traiettorie di sviluppo”, in programma presso Centro Ricerche ENEA Trisaia di Rotondella il 21 e 22 novembre. Autorità, rappresentanti istituzionali, ricercatori e accademici, operatori del settore energetico si confronteranno nel corso delle due giornate sulle principali sfide che caratterizzano la transizione energetica sia su scala nazionale sia su scala regionale. È prevista tra l’altro la partecipazione del Ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto.

Il programma e i contenuti dell’iniziativa, promossa dall’Assessorato all’Ambiente, Territorio ed Energia della Regione Basilicata con la collaborazione di ENEA e FEEM, saranno illustrati dal presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e dall’assessore Cosimo Latronico in una conferenza stampa che avrà luogo venerdì 17 novembre, alle ore 10,30, nella sala Inguscio della Regione Basilicata (via Verrastro, 9 – Potenza).

Gmail, da dicembre addio agli account inattivi: cosa fare per non perdere posta e foto

A partire da dicembre 2023, gli account Gmail di Google personali (e non aziendali o istituzionali) inattivi da almeno due anni saranno eliminati. Nell’operazione saranno inclusi anche i dati nelle librerie di Google Foto, gli appuntamenti di Google Calendar e gli archivi di Google Docs. Tuttavia, ci sono alcuni semplici metodi da adottare per non perdere i propri dati.

Google cancella gli account Gmail inattivi contro i malintenzionati

Secondo l’azienda, la ragione dietro questa decisione è legata alla sicurezza più che allo spazio. Ruth Kricheli, vicepresidente del Product Management di Google, ha affermato che l’eliminazione degli account mira a ridurre le vulnerabilità nei confronti di individui malintenzionati. Gli account dimenticati o non utilizzati spesso presentano rischi di sicurezza, poiché potrebbero utilizzare password vecchie o compromesse, non avere l’autenticazione a due fattori attivata e ricevere meno controlli da parte degli utenti. I rischi associati ad account compromessi possono variare dal furto d’identità alla diffusione di contenuti dannosi.

Come fare per non perdere i dati

Kricheli ha anche delineato un semplice metodo per mantenere attivo un account Gmail: effettuare l’accesso almeno una volta ogni due anni. Ha precisato che se l’utente ha effettuato l’accesso di recente, l’account è considerato attivo e non sarà eliminato, includendo sia la posta elettronica sia le foto e i calendari. Le azioni considerate valide per mantenere un account attivo sono le seguenti:

  • fffettuare l’accesso;
  • leggere o mandare una mail;
  • utilizzare il Drive;
  • scaricare un’applicazione da Play Store;
  • fare una ricerca su Google.

Le microplastiche possono influenzare il clima terrestre

Grandi quanto un chicco di sesamo, le microplastiche hanno invaso l’intero pianeta. Grazie a dimensioni non superiori ai cinque millimetri, si trovano in acqua, aria e cibo, persino nel sangue umano. Un team di scienziati dell’American Chemical Society ha scoperto che possono anche influenzare il clima terrestre. Analizzando una serie di campioni prelevati su una montagna della Cina, gli esperti hanno infatti ipotizzato che potrebbero giocare un ruolo cruciale nella formazione delle nubi. «Le particelle aerodisperse possono percorrere lunghe distanze e subire diversi processi», hanno scritto gli studiosi. «Sappiamo ancora molto poco sulle interazioni tra microplastiche e condizioni meteo».

Le microplastiche sono il collante per il vapore acqueo delle nuvole

La ricerca, disponibile integralmente sulla rivista Environmental Science & Technology Letters, ha analizzato i campioni di alcune nubi sulla cima del monte Tai, in Cina. Tracciando il percorso che le microplastiche hanno effettuato per raggiungere un’esatta posizione geografica, si è potuto scoprire un dettaglio finora sconosciuto sul loro possibile coinvolgimento nella meteorologia. Le nubi infatti, come ha spiegato la Cnn, si formano quando il vapore acqueo si tramuta in milioni di goccioline d’acqua che si aggregano fra loro. Per farlo, necessitano di un collante che di solito è rappresentato da polvere e cenere oppure dallo stesso sale marino che evapora dagli oceani. Gli scienziati hanno però intuito che le microplastiche si stanno aggiungendo all’elenco. Nello specifico, provengono dalle vicine metropoli cinesi dell’entroterra, vittima di un alto livello di inquinamento nell’aria e nel suolo. Sollevate dal vento, le particelle hanno potuto raggiungere anche le montagne.

Secondo uno studio americano, le microplastiche fungono da collante per il vapore acqueo nella formazione delle nubi. Influenzando il clima.
Una tipica microplastica sul palmo di una mano (Getty Images).

Sfruttando la loro proprietà idrofila, tipica degli elementi attratti dall’acqua, le microplastiche si attaccano alle goccioline d’acqua, formando così una catena che poi forma le nubi. Il processo, come hanno spiegato gli scienziati, è simile alla propagazione di un incendio in un campo. Come una scintilla può far bruciare un’intera foresta, così le microplastiche impattano sull’atmosfera originando precipitazioni e fenomeni temporaleschi. Numerose però sono ancora le domande senza risposta. Non si è ancora capito se una maggiore concentrazione di microplastiche possa portare alla formazione di maggiori nubi nel cielo né se tale eventualità possa incentivare la crisi climatica già in corso. Ulteriori ricerche già in programma per il prossimo futuro aiuteranno gli scienziati a comprendere il fenomeno.

Dal cibo all’acqua, dove si trovano e come si formano le microparticelle di plastica

Le microplastiche hanno solitamente la dimensione di 100 micrometri, ossia 0,1 millimetri, ma possono anche raggiungere il mezzo centimetro. Si tratta di particelle minuscole, spesso impercettibili all’occhio umano, che si formano quando la plastica usata quotidianamente si decompone o si consuma in pezzi più piccoli. «Sono ovunque», ha spiegato la dottoressa Judith Enck del Beyond Plastics, progetto statunitense che lavora contro l’inquinamento. «Si trovano nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo e nel cibo che consumiamo ogni giorno». Più le microplastiche sono piccole, più è facile che penetrino nei vari cicli ambientali e finiscano nel corpo umano. Sebbene i loro effetti sulla salute non siano ancora chiari, una ricerca su Publimed del marzo 2023 ha supposto che possono causare danni preoccupanti tra cui malattie polmonari e tumori del sangue.

Secondo uno studio americano, le microplastiche fungono da collante per il vapore acqueo nella formazione delle nubi. Influenzando il clima.
Le microplastiche viste al microscopio (Getty Images).

Investimenti Pnrr, evento promosso da Regione, Anci e CDP

Finanziamenti agli enti locali e agli enti pubblici non territoriali beneficiari di contributi Pnrr o Pnc, Prestiti green e presentazione del servizio di tesoreria offerto da Poste Italiane insieme alle anticipazioni di tesoreria di Cassa Depositi e Presiti: sono questi i temi al centro dell’incontro pubblico, promosso da Regione Basilicata, CDP e Anci, che si è svolto questa mattina in Regione.
L’incontro, rivolto principalmente alla partecipazione di sindaci, assessori, funzionari e dirigenti degli uffici finanziari delle amministrazioni locali e revisori dei conti, ha visto la partecipazione del Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi; dell’Assessore all’Ambiente Territorio ed Energia, Cosimo Latronico; del Presidente dell’Anci, Andrea Bernardo; e della Responsabile Relazioni Business Pubblica Amministrazione Sud Italia di CDP Simona Magliacano.
Nel corso della mattinata hanno tenuto specifiche relazioni i referenti territoriali di CDP e di Poste Italiane Antonietta Malatesta (Prestito green e fondo rotativo progettualità), Mariana Liuzzi (Prestito investimenti Pnrr-Pnc) e Antonio Caporale (Servizio di tesoreria e anticipazioni di tesoreria).
“Siamo in un momento storico nel quale gli Enti locali, grazie ai fondi del PNRR e alla Programmazione 2021-2027, hanno la possibilità di mettere in campo investimenti e azioni che possono generare processi di valorizzazione dei territori. Sapere di poter contare sul supporto di Cassa Depositi e Prestiti significa avere a portata di mano tutti gli strumenti per implementare gli investimenti delle pubbliche amministrazioni”, ha dichiarato il Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.
“Gli strumenti finanziari proposti da Cassa Depositi e Prestiti e da Poste Italiane a supporto degli Enti locali lucani rappresentano una grande opportunità per migliorare la fruibilità delle città e dei paesi lucani. È questa una opportunità che può rafforzare anche i progetti già messi in campo per il rilancio dei borghi allargando le sinergie che stanno nascendo in alcuni nostri piccoli Comuni per generare opportunità di crescita e lavoro”, ha commentato l’Assessore all’Ambiente, Territorio ed Energia Cosimo Latronico.
“Consideriamo fondamentale essere presenti sul territorio per intercettare tempestivamente i fabbisogni degli Enti Pubblici. Il nostro obiettivo è proporre soluzioni che possano generare un impatto positivo sul tessuto socio-economico, valorizzando sostenibilità, inclusività e innovazione. I nuovi strumenti che mettiamo a disposizione della PA testimoniano la nostra attenzione alle comunità locali, che sosteniamo operando in sinergia con tutti gli stakeholder impegnati per la crescita del Paese e del Mezzogiorno, come dimostra l’evento di oggi”, ha evidenziato la Responsabile Relazioni Business Pubblica Amministrazione Sud Italia di CDP Simona Magliacano.
“Oggi abbiamo ascoltato i contenuti di questo nuovo prodotto, sperando che possa esserci di utilità trattandosi, di fatto, di una anticipazione di liquidità che daranno ai Comuni e dovremmo partire e andare più veloci perché, in questo momento, molte imprese hanno sospeso i lavori in alcuni comuni proprio perché non riescono ad andare avanti, i Comuni hanno anticipato delle somme ma più di tanto, per motivi di norme e di tesoreria non possono anticipare”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Anci Basilicata, Andrea Bernardo.

  

Sciopero 17 novembre, NurSind: «Sperimentiamo il sistema sanitario del futuro: senza infermieri»

Alla vigilia dello sciopero nazionale di 24 ore proclamato dal NurSind, il sindacato degli infermieri e delle infermiere, per venerdì 17 novembre, il segretario Andrea Bottega mette in fila le principali ragioni della protesta. «La misura è colma. E il nodo pensioni è solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Oltre al ricalcolo degli assegni previdenziali, sul quale restano blande le rassicurazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, infatti, la Manovra non dà le risposte che gli infermieri si aspettavano neppure sul fronte delle risorse per il prossimo rinnovo del contratto di comparto».

In piazza contro il ricalcolo retributivo degli assegni previdenziali

«In piazza ribadiremo il nostro no secco all’articolo 33 del ddl Bilancio, che riguarda appunto il ricalcolo retributivo degli assegni previdenziali, di cui chiediamo l’abrogazione. Tutte le altre soluzioni cui il governo sta pensando in questo momento, infatti, non fanno altro che accelerare la fuga degli infermieri. Un’ulteriore emorragia che davvero non possiamo permetterci», sottolinea Bottega. Ma è sul fronte delle risorse contrattuali che il sindacato è ancora più duro: «Sembra una farsa e invece è tutto vero. Col risultato che ancora una volta la tanto attesa e sbandierata valorizzazione della professione resterà lettera morta. Del resto, dei 1.450 milioni di euro in dote al monte salari per il comparto sanità, secondo le nostre stime, circa 1.050 milioni serviranno solo a evitare riduzioni stipendiali. Ci chiediamo quale valorizzazione sarà possibile con 400 milioni quando nel contratto 2022 alla specificità infermieristica sono stati assegnati 335 milioni di euro, pari soltanto a 73 euro lordi mensili».

La «drammatica» carenza del personale nel Ssn

Ma il NurSind è contrariato soprattutto di fronte alla totale assenza di iniziative concrete da parte delle istituzioni «per risolvere la drammatica carenza di personale». «Domani i cittadini toccheranno con mano il Ssn del futuro, con ospedali e territorio senza infermieri. La prospettiva purtroppo è proprio questa. La proposta di importarli in particolare dall’India, infatti, non risolve il problema. Casomai, lo sposta in avanti. Col rischio che più tempo passa e più sarà difficile da una parte fermare gli abbandoni, tra licenziamenti e fughe all’estero, e dall’altra attrarre giovani. Che cosa ci propongono di strutturale?», si domanda Bottega. Che aggiunge: «Se davvero si vuole cominciare a risolvere la questione alla radice, e non in maniera spot, la strada è una soltanto: agire innanzitutto sulla leva economica, visto che i nostri stipendi sono i più bassi d’Europa, e dare finalmente maggiore autonomia agli infermieri nello svolgimento del loro lavoro. Proprio quello che ribadiremo in piazza, convinti che sia l’unico modo per cominciare a invertire il trend e a vedere i numeri crescere, dando così sollievo anche a chi è già in servizio nel Ssn perché potrà sperare in una più equa distribuzione dei carichi professionali».

Carcere di Siracusa, droga e telefoni dentro i calamari: 19 arresti

Nella casa circondariale Cavadonna di Siracusa assumere droga e comunicare con l’esterno tramite cellulare era diventato molto semplice. Cocaina nascosta nell’insalata di mare, microcellulari inseriti nei calamari ripieni, smartphone incartati come tavolette di cioccolato e telefoni criptati recapitati con i droni. Due anni di indagini da parte delle forze dell’ordine guidate dal colonnello Gabriele Barecchia hanno documentato tutti i modi con cui gli apparecchi e stupefacenti venivano portati in carcere.

19 arresti dopo due anni di indagini

I carabinieri hanno impiegato 100 militari nell’operazione, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Catania su richiesta della Dda nei confronti di 19 persone del quartiere Borgata. Sono accusate di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e reati legati alle armi. Il gruppo criminale manteneva forti legami con i membri detenuti nel carcere di Siracusa e ha ideato vari modi creativi per mantenere i contatti. Nel corso del blitz, i carabinieri hanno colto due degli indagati in flagrante vicino al carcere mentre legavano tre cellulari a un drone per inviarlo oltre le mura della casa circondariale. Altri quattro smartphone, insieme a confezioni di cocaina e hashish, sono stati trovati nascosti all’interno di calamari e barrette di cioccolata, pronti per essere consegnati.