È una donna di 30 anni la persona arrestata dalla polizia, a Vercelli, perché gravemente indiziata del reato di tentato sequestro di persona, sottrazione di persone incapaci e violenza privata. Al momento la 30enne è sottoposta alla misura della custodia cautelare in carcere.
Polizia (Getty Images).
Arrestata la presunta autrice del tentato rapimento di una bimba di 4 mesi
Il tentato rapimento avvenne il 31 maggio, quando la giovane avrebbe tentato di sottrarre una bimba di 4 mesi alla madre mentre entrambe si trovavano in chiesa. La madre della piccola si era poi successivamente rifugiata nel cortile di un condominio in attesa dell’arrivo di una volante della polizia.
In California, durante un discorso fatto a braccio nel corso di un evento per la raccolta di fondi elettorali, il presidente americano Joe Biden è tornato sul caso dei palloni-spia definendo «dittatore» il suo omologo cinese Xi Jinping. Le parole dell’inquilino della Casa Bianca rischiano di cancellare i «progressi» confermati dal capo della diplomazia a stelle e strisce Anthony Blinken che, primo segretario di Stato a visitare la Cina in cinque anni, sta cercando di allentare le tensioni tra i due Paesi.
«Non sapeva che il pallone-spia fosse lì, è una cosa che suscita imbarazzo nei dittatori»
«Il motivo per cui Xi Jinping si è molto arrabbiato quando ho abbattuto quel pallone pieno di equipaggiamento per spionaggio perché non sapeva che fosse lì», ha detto Biden riferendosi all’incidente di febbraio. «Era andato fuori rotta. È stato portato fuori rotta attraverso l’Alaska e poi giù attraverso gli Stati Uniti e lui non lo sapeva. Quando è stato abbattuto era molto imbarazzato e ha negato che fosse anche lì. È una di quelle cose che suscita grande imbarazzo nei dittatori». E poi: «Ora siamo in una situazione in cui vuole avere di nuovo una relazione. Blinken è appena andato là. Ha fatto un buon lavoro e ci vorrà del tempo».
L’incontro tra Antony Blinken e Xi Jinping (Getty Images).
La risposta di Pechino: «Le parole di Biden violano la dignità politica della Cina»
La risposta di Pechino non si è fatta attendere: la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel corso del briefing quotidiano, ha detto che le parole di Biden sono «assurde e irresponsabili» e che violano la «dignità politica della Cina». La Repubblica Popolare, ha aggiunto, esprime «disappunto e forte disapprovazione». Le parole di Biden sono arrivate a stretto giro dalla visita di Blinken a Pechino: nella capitale cinese il segretario di Stato Usa ha anche incontrato il presidente Xi.
Blinken in Cina, gli accordi raggiunti su cinque fronti dai due Paesi
Al termine della visita di Blinken a Pechino Yang Tao, direttore generale del Dipartimento per gli Affari nordamericani e dell’Oceania del ministero degli Esteri cinese, ha dichiarato che Cina e Stati Uniti hanno raggiunto accordi su cinque fronti. In primo luogo i due Paesi attueranno le intese comuni raggiunte dai presidenti Xi e Biden a Bali nell’incontro a margine del G20 di novembre 2022, al fine di «gestire efficacemente le divergenze e di promuovere il dialogo, gli scambi e la cooperazione». Cina e Usa hanno poi concordato di mantenere interazioni «di alto livello». Al terzo punto Yang ha riferito che c’è l’impegno a continuare a portare avanti le consultazioni «sui principi guida delle relazioni bilaterali»: Al quarto, invece, che le parti continueranno a portare avanti le consultazioni attraverso il gruppo di lavoro congiunto per affrontare questioni specifiche nelle relazioni. Infine, Cina e Usa hanno concordato di incoraggiare più scambi interpersonali ed educativi, con discussioni positive sull’ipotesi di aumentare i voli passeggeri tra i due Paesi, per favorire più visite reciproche di studenti, accademici e uomini d’affari.
L’intervento di Biden al National Safer Communities Summit (Getty Images).
Biden e quel «God save the Queen» diventato virale sui social
Le parole di Biden hanno provocato un certo imbarazzo negli Stati Uniti. Ed è la seconda volta che accade nel giro di pochi giorni. Sabato 17 giugno il presidente Usa aveva chiuso il suo intervento al National Safer Communities Summit in Connecticut, dopo aver parlato per una trentina di minuti chiedendo leggi più severe sul controllo delle armi, con la frase «Alright? God save the Queen, man», forse “scambiandola” con il «God bless America» spesso usato dai presidenti Usa per congedarsi. Ovviamente, la gaffe di Biden è diventata virale sui social.
President Biden ends gun control speech in Connecticut by saying ‘God save the Queen, man.’pic.twitter.com/3jdKqarg9m
— The Spectator Index (@spectatorindex) June 16, 2023
Nicolas Vaporidis, nato a Roma il 22 dicembre 1981, è un attore conosciuto soprattutto per il film Notte prima degli esami del 2007 di Fausto Brizzi. Da tempo ha lasciato il cinema ed è proprietario di un ristorante.
Nicolas Vaporidis, i film
L’attore, nato da padre greco e madre romana, dopo la maturità si è trasferito a Londra per seguire i corsi di recitazione al Lee Strasberg Theatre Institute. L’anno seguente è tornato in Italia e ha iniziato a frequentare Teatro Azione (una scuola di recitazione), cominciando a recitare a teatro. Nel 2002 ha debuttato al cinema nel film Il ronzio delle mosche di Dario D’Ambrosi e l’anno seguente ha ottenuto un ruolo da protagonista nel film 13dici a tavola di Enrico Oldoini.
Nel 2006 è la volta del fortunato Notte prima degli esami, seguito l’anno dopo da Notte prima degli esami – Oggi. Tra gli altri film del periodo ci sono Last Minute Marocco, Cemento armato e Come tu mi vuoi, con la regia di Volfango De Biasi.
Questa notte è ancora nostra, diretto da Paolo Genovese e Luca Miniero è il film che lo ha visto protagonista nel 2008. Nel 2009 invece, è tornato sul grande schermo con il film Iago, per la regia di Volfango De Biasi. Sempre nel 2009 ha interpretato e prodotto il film di Riccardo Grandi Tutto l’amore del mondo. L’anno seguente è tornato a lavorare con Fausto Brizzi nel film Maschi contro femmine mentre nel 2012 ha girato Ci vediamo a casa di Maurizio Ponzi. Nel 2017 ha ottenuto un ruolo nel film Tutti i soldi del mondo diretto da Ridley Scott.
Nicolas Vaporidis (Getty Images).
La carriera in televisione e la vittoria all’Isola dei Famosi 2022
Dopo aver ottenuto un ruolo nel film 13dici a tavola per la regia di Enrico Oldoini, con lo stesso regista ha girato la miniserie tv A casa di Anna, in onda su Rai 1 nel 2004. Nel 2005 è nel cast della serie tv Orgoglio capitolo terzo, trasmessa da Rai 1 nel 2006 e diretta da Giorgio Serafini e Vincenzo Verdecchi. Nel 2006, anno in cui è diventato famoso, è apparso nell’episodio Testimone silenzioso della serie tv di Canale 5 R.I.S. 2 – Delitti imperfetti, per la regia di Alexis Sweet. La sua ultima apparizione in tv è del 2022, quando Vaporidis ha vinto la sedicesima edizione de L’isola dei famosi condotta da Ilary Blasi su Canale 5.
Nicolas Vaporidis e Giorgia Surina al Taormina Filmfest nel 2013 (Getty Images).
Nicolas Vaporidis, la vita privata
Per quanto riguarda la sua vita privata, dal 2006 al 2007 è stato insieme alla collega di Notte prima degli esamiCristiana Capotondi. Subito dopo essersi lasciato con lei, sul set del film Questa notte è ancora nostra (2008) si è innamorato di Ilaria Spada (oggi felicemente sposata con l’attore Kim Rossi Stuart) e con lei ha vissuto una profonda storia d’amore, anche se durata pochi mesi.
Il grande amore è arrivato però con Giorgia Surina. I due si sono sposati con una cerimonia a Mykonos nel 2012 e purtroppo hanno divorziato nel 2014. Attualmente l’attore vive a Londra ed è proprietario di un ristorante, Taverna Trastevere London, specializzato in cucina romana. L’anno scorso a Verissimo ha confessato di essere fidanzato, ma non ha rivelato l’identità della fortunata.
Importanti aggiornamenti sulle ricerche del Titan, il sottomarino disperso nel Nord Atlantico durante una visita al relitto del Titanic. La Guardia costiera canadese, al lavoro assieme a quella americana, ha rilevato tramite i sonar alcuni rumori di colpi nell’area di ricerca. «Un velivolo P-8 ha sentito dei suoni ripetuti ogni 30 minuti», si legge in una mail del dipartimento per la Sicurezza interna degli Usa. «Quattro ore dopo con un altro sonar si sentivano ancora dei rumori». A confermare la notizia anche un promemoria interno del governo degli Stati Uniti, che però non ha specificato la durata dei colpi e soprattutto quale sarebbe la fonte dato che ulteriori operazioni hanno dato poi esito negativo. Il tempo stringe: ai cinque occupanti del sommergibile della OceanGate Expeditions non rimarrebbero più di 40 ore di ossigeno.
L’eventuale recupero del sottomarino si svolgerà in tre fasi
Diversi esperti tuttavia concordano che i colpi ripetuti possano provenire dal sottomarino. Ne è convinto David Gallo, esperto oceanografo nonché amico di Paul-Henri Nargeolet, uno dei cinque dispersi. «Il tempo però è denaro e ora bisogna concentrare le forze per portare la strumentazione in quella zona», ha commentato. Sul posto potrebbero presto intervenire anche gli esperti di Magellan, che con la loro strumentazione avevano fornito la prima mappatura digitale del Titanic. Grazie al loro personale e ai veicoli teleguidati, potrebbero raggiungere più facilmente il relitto.
Il sottomarino Titan usato per la visita (Facebook).
Per gli eventuali tempi di recupero, si parla di un processo lungo e articolato in più fasi. La Cnn ha infatti intervistato Rick Murcar, proprietario della Aquatic Adventures of Florida, che ha descritto tre momenti chiave delle operazioni. «Dopo il ritrovamento, bisognerà confermare lo stato di salute degli occupanti e delineare i margini del recupero stesso», ha sottolineato. «Speriamo di arrivare poi alla fase tre, quando si cercherà di riportare il sottomarino in superficie». Intanto emergono le preoccupazioni circa la sicurezza del Titan espresse anni fa da un ex direttore della OceanGate, poi licenziato. Nel 2018, il pilota e sommozzatore David Lochridge sollevò dubbi per un «progetto sperimentale e non testato». In particolare Lochridge aveva contestato il rifiuto di realizzare un portellone con oblò in grado di reggere la pressione di 4 mila metri. Quello del Titan è certificato per appena 1300.
Dal 1985 il 21 giugno si festeggia in Europa la Festa della Musica. Ne avevamo davvero bisogno? In genere si tende a dire che queste giornate siano utili per accendere l’attenzione dell’opinione pubblica intorno a un tema altrimenti tenuto sottotraccia, quasi invisibile. Per questo, per dire, esiste una Giornata contro la violenza sulle donne e non una contro la violenza sugli uomini. O una giornata contro l’omotransfobia e persino un mese dedicato al Pride. La musica è argomento sicuramente sensibile, se vi si guarda pensando ai lavoratori della filiera, quelli che durante i periodi di fermo a causa della pandemia sono rimasti letteralmente a bocca asciutta, senza lavoro e senza sostegno economico, ma non è a loro che è dedicata la giornata del 21 giugno, quanto proprio alla musica. E mai come oggi la musica è ovunque, pervasiva, onnipresente. Pensateci un attimo, quando avete passato una intera giornata senza che una canzone o un motivetto vi sia arrivato anche involontariamente alle orecchie? Certo, parlo di una condizione di vita quotidiana tipo, non certo di chi magari opera come guardiano del faro di un’isola deserta. Ecco, la musica, quella cui è dedicata la giornata del 21 giugno, è ovunque. Sempre.
Se Lars Von Trier girasse oggi il sequel de Le onde del destino lo infarcirebbe di musica
Facciamo un salto indietro nel tempo. È il 1996, è appena uscito quello che viene considerato, a ragione, il film che ha regalato al controverso regista danese Lars Von Trier la fama che di lì in poi lo ha sempre accompagnato: Le onde del destino. Ai tempi si parlò molto di questa pellicola, la cui protagonista era una ancora sconosciuta Emily Watson, e se ne parlò anche per l’adesione del regista al manifesto del movimento Dogma 95 sui valori di un cinema dedito alla recitazione, lontano da effetti speciali e tecnologie elaborate. Una sorta di purismo non troppo diverso da quello portato in letteratura, qualche anno dopo, dai New Puritans, capitanati da Nicholas Blincoe. Chiunque, ai tempi, fosse incappato nel trailer del film sarebbe rimasto affascinato dal susseguirsi suggestivo delle scene ambientate nei mari del Nord, accompagnate da una colonna sonora a suon di rock, dai Mott The Hopple ai Roxy Music, passando per i Procol Harum e i T-Rex. Chi, invece, fosse poi andato a vedere il film, due ore e mezzo circa di storia iperdrammatica, avrebbe notato come di quella colonna sonora vi fosse poca traccia. E come fosse tutta concentrata nelle cornici tra un capitolo e l’altro, praticamente assente durante lo svolgimento della trama. Del resto, un film che ambisca a una onestà di fondo, cioè a una adesione totale e totalizzante con il reale, ai tempi, non poteva che muoversi così. Dubito che in un borgo scozzese ci fosse costantemente musica nell’aria. Ecco, se oggi Lars Von Trier, per ragioni che onestamente ci sfuggono, dovesse provare a fare un remake del suo stesso film, ambientandolo negli stessi luoghi e volesse ancora essere fedele al Dogma 95, come non sempre ha fatto in tutti questi anni, credo che potrebbe regalarci una colonna sonora costante, onnipresente, invasiva e capillare. Perché nel mentre, qui volevo arrivare, certo avendola presa decisamente alla lunga, oggi la musica non ci molla mai un attimo, è presente in ogni istante del nostro vivere, in ogni spazio e in modi molteplici.
Emily Watson in una scena di Le onde del destino.
Dalla filodiffusione alle cuffiette, siamo sottoposti a un bombardamento musicale
Se un tempo, neanche troppi anni fa – Le onde del destino è, ripeto, del 1996 – per ascoltare musica toccava impegnarsi, a meno che non ci fosse una qualche radio in filodiffusione, non così comune come adesso, oggi dai negozi ai ristoranti ai bar, siamo bombardati ogni secondo da canzoni, siano esse fornite da chi ci circonda, al supermercato come in metropolitana, o ascoltate tramite i device e le immancabili cuffiette che ci accompagnano mentre camminiamo, facciamo jogging, studiamo, lavoriamo, cuciniamo e chi più ne ha più ne metta. Questo oltre alla musica che ascoltiamo in auto, a casa, in ufficio. Musica che diventa sottofondo, con buona pace di chi a suo tempo ha pensato a quali motivetti usare come colonna sonora nei nostri viaggi in ascensore (parlo degli ascensori dei grattacieli, quelli destinati a ospitarci per più di qualche secondo) o, Brian Eno santo subito, negli aeroporti. Musica da ascoltare distrattamente e in quanto tale scritta proprio con una cifra destinata a essere coerente al tipo di ascolto preposto.
Viva il Giorno senza musica proposto da Drummond
Musica, musica ovunque. Musica sempre. Musica molto spesso prescindibile, irrilevante, destinata a non lasciare traccia nel tempo. Figuriamoci per noi che la ascoltiamo mentre facciamo altro. Musica che proprio oggi, 21 giugno, primo giorno d’estate, celebra la sua festa, con tutta una serie di iniziative che, toh, vedranno artisti e addetti ai lavori propiziarci altra musica, in nome della musica stessa. A tal proposito potrebbe essere cosa buona e giusta riprendere una vecchia proposta fatta da quel genio situazionista di Bill Drummond, già a capo del gruppo The KLF, oltre che parte dei Big In Japan, scrittore e artista. Anni fa, infatti, Drummond – che già si era fatto notare nel 1994 per aver dato alle fiamme in una performance punk senza precedenti qualcosa come un milione di sterline in banconote, tanto aveva guadagnato con la sua band e divenuta un video artistico dal titolo Watch the K Foundation Burn a Million Quid, quando si dice essere eversivi – buttò lì di istituire il 21 novembre il Giorno senza musica, un digiuno auricolare atto a specificare come esista musica deprecabile, destinata a fungere da colonna sonora di sottofondo per qualsiasi luogo e qualsiasi momento, e musica invece preposta a accompagnarci in momenti specifici, quella che appunto col tempo rischia di scomparire sepolta dal rumore di fondo. Iniziativa, questa, andata avanti per cinque anni, dal 2005 al 2009. L’idea, lanciata da Drummond attaccando alla maniera di artisti quali Banksy, manifesti all’ingresso del Mercey Tunnel di Liverpool, era quella di un piano quinquennale atto a salvaguardare la musica, certo, ma anche l’umanità, ma mai come oggi suona necessario, se non addirittura salvifico.
Niente di nuovo sul fronte nomine. Il governo Meloni non è ancora riuscito a trovare una quadra definitiva sulle presidenze Istat e Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione). Il presidente dell’Istituto nazionale di statistica infatti è ancora pro tempore. Francesco Maria Chelli indicato come reggente dell’Istituto dopo la scadenza, lo scorso 22 marzo, del mandato di Gian Carlo Blangiardo, il 9 maggio è stato nominato con un decreto della Presidenza del Consiglio come “facente funzione”. Insomma, è presidente ma senza prospettive, visto che l’esecutivo ha altre intenzioni. Il problema è che in parlamento non si riescono a trovare i numeri per riportare Blangiardo su quella poltrona. E la stessa situazione rischia di riproporsi alla Covip dove al momento siede una presidente supplente.
Francesco Maria Chelli (Imagoeconomica).
Lo stallo sull’Istat: il centrodestra non ha i numeri per riconfemare Blangiardo
Il caso dell’Istat è emblematico, perché va avanti da ormai tre mesi senza che si intraveda uno sbocco. La presidenza è ostaggio di una forzatura politica, una sorte di ossessione, mentre al comando si è accomodato Chelli che rischia di diventare un “facente funzioni” a tempo indeterminato. Palazzo Chigi è intenzionato a riconfermare Blangiardo, fortemente voluto dal vicepremier Matteo Salvini, che lo aveva già indicato già ai tempi del governo gialloverde, il primo di Giuseppe Conte. In questo modo il leader leghista sa di poter contare su un profilo amico in una casella importante, l’Istituto che fotografa il Paese. E che, soprattutto, è allineato alla destra sulla battaglia per l’incremento demografico. Per rieleggerlo serve però il passaggio nelle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, chiamate a esprimere il proprio parere con una votazione vincolante. E al governo hanno fatto i conti senza l’oste: per avallare la nomina è necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi, significa 20 voti su 30 nella commissione a Montecitorio e 14 su 21 a Palazzo Madama. Nonostante i numeri schiaccianti in entrambi i rami del Parlamento, il centrodestra non può farcela da solo. Da qui è iniziato il lungo braccio di ferro con le opposizioni che, almeno una volta, si sono trovate compatte nel respingere la proposta. Nemmeno la mano del Terzo polo sarebbe sufficiente e per questo è stata intavolata una trattativa con Movimento 5 stelle e Partito democratico, provando sotto traccia a inserire una contropartita con le presidenze delle altre commissioni. Un tentativo naufragato e che ha provocato lo stallo per settimane. Le opposizioni hanno dato la disponibilità a votare un tecnico voluto dalla destra, a patto che non sia Blangiardo, anche perché non è sopita l’irritazione per il modus operandi della maggioranza che inizialmente ha pensato di tirare dritto. Fatto sta che all’ordine del giorno delle commissioni è sparito il parere sulla presidenza dell’Istat. Secondo fonti interpellate da Lettera43, l’unica soluzione sarebbe la rinuncia del presidente uscente. Inevitabilmente Chelli è stato investito della presidenza, nelle vesti del facente funzione, in attesa di trovare una soluzione.
Gian Carlo Blangiardo (Imagoeconomica).
Il lungo braccio di ferro su Inps e Inail e i tentennamenti sulla presidenza Covip
Il caso-Istat segue la lunga querelle su Inps e Inail: con un decreto, il governo aveva azzerato la vecchia governance, ma poi ha impiegato un mese e mezzo per indicare i commissari. La scelta, quasi per sfinimento, è caduta su Micaela Gelera per l’ente di previdenza e Fabrizio D’Ascenzo per l’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni. Lo stesso film si sta per ripetere sulla presidenza Covip: Mario Padula ha concluso a marzo il mandato di presidenza. Da allora è subentrata, sempre come facente funzione, l’ex vice sindaca di Milano (giunta Pisapia), Francesca Balzani, che nel frattempo ha illustrato in parlamento la relazione sullo stato della previdenza complementare. Aveva tutti i titoli per farlo, certo, ma anche in questo caso, senza l’assegnazione ufficiale dell’incarico da parte del governo, manca una prospettiva a lungo termine. Si prospettano tempi non proprio brevi: occorre trovare l’accordo politico per individuare il profilo adatto da sottoporre poi al vaglio delle commissioni parlamentari competenti.
Francesca Balzani, presidente supplente Covip (Imagoeconomica).
Il commissario per l’alluvione in Emilia-Romagna? Può attendere
Sul fronte delle nomine in stand-by c’è inoltre quella a più elevato impatto mediatico: l’indicazione del commissario per l’alluvione in Emilia-Romagna. Il niet sul nome del presidente della Regione Stefano Bonaccini da parte di Meloni e Salvini è irremovibile. Così, in linea con la propria strategia, si va avanti a tentoni. Anzi a facente funzioni.
Michela Murgia, che ha curato la direzione artistica del prossimo numero di Vanity Fair, in una lunga intervista concessa al settimanale, ha scelto di raccontarsi ancora una volta, toccando le diverse esperienze che sta vivendo da quando ha scoperto di avere un tumore, ma non solo. Il numero uscirà nel mese del Pride e sarà dedicato alle famiglie queer. La scrittrice, che solo poche settimane fa ha reso noto di avere un tumore ai reni al quarto stadio, attualmente sottoposta a immunoterapia a base di biofarmaci, ha raccontato il rapporto assente col padre, la scelta di fare testamento, la sua malattia e, naturalmente, gli aspetti della sua famiglia queer.
Michela Murgia per Vanity Fair (foto Facebook).
Michela Murgia e il testamento redatto da Cathy La Torre
L’autrice e opinionista, ha annunciato di volersi prendere una pausa dagli appuntamenti pubblici, per potersi dedicare alla famiglia. Nelle librerie con il suo ultimo libro Tre ciotole, pubblicato da Mondadori, ha raccontato di aver chiuso la questione testamento, redatto assieme all’avvocata Cathy La Torre e a Claudia, così da poter valutare insieme le decisioni relative ai figli: «Dopo che hai risolto la questione immobili, che nel nostro caso era facile perché non siamo dei palazzinari, è stato divertente per le cose affettive. Tutto il mio armadio va in capo a Tagliaferri che lo distribuirà a seconda delle sue scelte. Patrizia avrà il patrimonio di gioielli e bigiotteria. Non ho mai amato l’oro e nemmeno l’argento, ma tutte le cianfrusaglie che ho accumulato nella vita peseranno circa trenta chili. La cosa buffa è stata la richiesta di Alessandro. Un elenco in cui mi ha detto: voglio i tuoi computer, le password dei tuoi account, il titolo di cavalierato francese e la pennetta usb con tutte le giocate nella community. Chiara Valerio invece non ne vuole sapere niente, lei è nella fase rifiuto».
Il rapporto con suo padre e quello con i figli
La scrittrice ha parlato del rapporto con i suoi quattro figli e della scelta di una co-genitorialità mutevolte: «Abbiamo mantenuto delle relazioni più o meno vicine in anni diversi ma nei momenti di transizione importanti erano tutti presenti in modo parentale». La Murgia ha anche parlato dell’assenza di suo padre, che non ha perdonato in quanto non lo ha mai visto pentirsi: «Non ha mai ammesso di avermi fatto male. Ha sempre detto che avevo capito male io. Che ero io a provocarlo». Famiglia, relazioni familiari e poi lei, la malattia: «Quando è arrivata la diagnosi del tumore» dopo il primo ricovero d’urgenza in ospedale «era una buona notizia, perché avevo ancora tempo, perché non sarei morta in terapia intensiva. […] Sto facendo le cose che volevo, sto amando le persone che ho voluto, ho scritto i libri che ho voluto. Quanti possono dire: Tutto quello che volevo fare, l’ho fatto?».
Come ogni anno, alle 8:30 è stata inviata la chiave del ministero dell’Istruzione che ha sbloccato le tracce della prima prova della maturità 2023. Tra gli autori presenti c’è Salvatore Quasimodo con la poesia Alla nuova luna contenuta nella raccolta La terra impareggiabile. Ma anche Alberto Moravia, con un passaggio de Gli indifferenti, e Federico Chabod con un estratto da L’idea di nazione. Tra le tracce proposte ci sono anche il brano Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp tratto da un testo di di Marco Belpoliti, un estratto del libro-testamento di Piero Angela e una lettera all’ex ministro Patrizio Bianchi sugli esami.
Le tracce della prima prova della maturità 2023
Queste le indicazioni che gli studenti hanno trovato, una volta aperto il plico, per ogni tipologia:
Analisi del testo (tipologia A): Alla nuova luna di Salvatore Quasimodo e Alberto Moravia con un brano tratto da Gli indifferenti
Testo argomentativo (tipologia B): L’idea di Nazione di Federico Chabod, Dieci cose che ho imparato di Piero Angela, Intervista con la storia di Oriana Fallaci
Tema di attualità (tipologia C): Lettera aperta al Ministro Bianchi sull’esame di maturità ed Elogio dell’attesa nell’era di Whatsapp di Marco Belpoliti
Superata la fase dell’emergenza sanitaria, quest’anno l’esame è tornato definitivamente alla normalità con due prove scritte a carattere nazionale (decise dal ministero) e un colloquio orale, commissari interni ed esterni e svolgimento delle prove Invalsi come requisito di ammissione. Domani la seconda prova scritta, sempre in contemporanea in tutti gli istituti, elaborata dal ministero e diversa a seconda dell’indirizzo e delle materie: al liceo Classico verterà su latino, allo Scientifico su matematica, al liceo Linguistico sulla prima lingua e cultura straniera.
La poesia di Quasimodo
Questi i versi di Salvatore Quasimodo scelti dal ministero per l’analisi del testo:
«In principio Dio creò il cielo
e la terra, poi nel suo giorno
esatto mise i luminari in cielo
e al settimo giorno si riposò
Dopo miliardi di anni l’uomo,
fatto a sua immagine e somiglianza,
senza mai riposare, con la sua
intelligenza laica,
senza timore, nel cielo sereno
d’una notte d’ottobre,
mise altri luminari uguali
a quelli che giravano
dalla creazione del mondo. Amen».
La lettera al ministro Bianchi
La lettera fu scritta durante il periodo della pandemia e invitava l’allora titolare dell’Istruzione a reintrodurre le prove scritte alla maturità. Ecco un estratto: «Lei sarebbe orientato a riproporre un esame di maturità senza gli scritti come lo scorso anno, quando molti degli stessi studenti, interpellati dai giornali, l’hanno giudicato più o meno una burletta. Nonostante i problemi causati dalla pandemia, per far svolgere gli scritti in sicurezza a fine anno molte aule sono libere per ospitare piccoli gruppi di candidati. E che l’esame debba essere una verifica seria e impegnativa è nell’interesse di tutti. In quello dei ragazzi – per cui deve costituire anche una porta di ingresso nell’età adulta – perché li spinge a esercitarsi e a studiare, anche affrontando quel tanto di ansia che conferma l’importanza di questo passaggio. Solo così potranno uscirne con soddisfazione. È nell’interesse della collettività, alla quale è doveroso garantire che alla promozione corrisponda una reale preparazione. Infine la scuola, che delle promozioni si assume la responsabilità, riacquisterebbe un po’ di quella credibilità che ha perso proprio scegliendo la via dell’indulgenza a compenso della sua frequente inadeguatezza nel formare culturalmente e umanamente le nuove generazioni. Non si tratta quindi solo della reintroduzione delle prove scritte, per molte ragioni indispensabile (insieme alla garanzia che non si copi e non si faccia copiare, come accade massicciamente ogni anno), ma di trasmettere agli studenti il messaggio di serietà e di autorevolezza che in fondo si aspettano da parte degli adulti».
E’ stato colpito con un calcio alla schiena il dirigente della squadra Polis SGP dell’oratorio che, a Seregno, in provincia di Monza, ha perso un rene, e ha rischiato di perdere la milza. L’aggressione è avvenuta domenica 18 giugno: il 45enne era intervenuto per sedare una rissa fra genitori di bambini di otto anni nel corso di un torneo di calcio. Nel tentativo di separare i padri è stato raggiunto dal colpo. I carabinieri hanno identificato alcuni partecipanti e, a seguito dell’acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, già nelle prossime ore potrebbe esserci un indagato. Le accuse andrebbero dalle lesioni aggravate al tentato omicidio.
Partita di calcio bambini (Getty Images).
Seregno: rissa tra genitori, dirigente perde un rene
In base alla prime ricostruzioni dei carabinieri, gli animi si sono scaldati durante un’azione di gioco quando, tra una tifoseria e l’altra, per lo più composta da madri e padri, sono volate parole non ripetibili dirette ai piccoli calciatori. Alcuni genitori hanno poi oltrepassato il limite passando a insulti ben peggiori, fino agli spintoni e alla rissa. E’ proprio in quel momento che il dirigente della Polis è salito sugli spalti per dividere i padri impegnati a litigare, facendo notare loro che si stavano aggredendo di fronte ai bambini. Nel tentativo di riportare la calma l’uomo è stato colpito alle spalle da un violento calcio alla schiena, che lo ha fatto cadere a terra, tra le panche di cemento. La rissa è stata sedata solo poco dopo, mentre il torneo è stato sospeso.
Il rientro a casa e il peggioramento delle condizioni
Il dirigente, una volta sedata la rissa tra i genitori dei bambini, è tornato a casa dolorante ma, poche ore dopo, le sue condizioni si sono aggravate. All’arrivo in ospedale, i medici lo hanno immediatamente ricoverato in terapia intensiva, con una diagnosi di spappolamento del rene e gravi lesioni alla milza. Il 45enne è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico, durante il quale ha subito l’asportazione del rene danneggiato e la sutura delle ferite alla milza, che i medici sono riusciti a salvare. Al momento, dopo tre giorni di terapia intensiva, le sue condizioni sono stabili.
Stasera 21 giugno 2023 alle ore 21:10 su La5 andrà in onda il film Come tu mi vuoi. Si tratta di una produzione italiana di genere commedia sentimentale e rappresenta l’esordio per il regista Volfgango De Biasi, noto anche per aver diretto il film Una Famiglia Mostruosa. Il regista si è occupato altresì di scrivere la sceneggiatura della pellicola coadiuvato da Gabriella Tomasetti, Alessandra Magnaghi e Tiziana Martini. Il cast del film include volti noti del mondo dello spettacolo italiano, vale a dire Nicolas Vaporidis, Cristiana Capotondi, Niccolò Senni e Giulia Steigerwalt.
Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi (Getty Images).
Come tu mi vuoi, trama e cast del film in onda stasera 21 giugno 2023 su La5
La trama di Come tu mi vuoi ruota intorno alle vicende di Giada (Cristiana Capotondi), una studentessa di Scienze della Comunicazione di Roma. Giada è la classica studente nerd e “secchiona” che vive la sua vita studiando e cercando di ottenere buoni voti agli esami. Per questa ragione, passa la maggior parte del suo tempo sui libri, cercando di ricordare nozioni e informazioni ed esercitandosi nell’esporle in modo corretto. Inoltre, Giada non si preoccupa molto del suo aspetto anche perché proviene da una famiglia di umili origini e per mantenersi lavora come cameriera in un ristorante e dà ripetizioni agli altri ragazzi.
Riccardo (Nicolas Vaporidis) è un ragazzo che molti etichettano come «figlio di papà»: non si concentra affatto sull’università ma pensa solo al divertimento, alle feste e alla vita mondana. Visti i suoi risultati disastrosi negli studi, il padre di Riccardo minaccia di tagliargli i fondi. Per questo motivo, le strade di Riccardo e Giada si intersecano. Per non pagare le sue ripetizioni, lui decide di sedurla. A poco a poco, questo semplice gioco diventa sempre più vero, visto che il giovane è attratto dalla personalità della studentessa modello.
Giada, però, sa bene che con il suo stile di vita non può interessare a Riccardo fino in fondo. Dunque, decide di farsi aiutare da un’amica del ragazzo, la iper-snob Fiamma Luciani (Giulia Steigerwalt). In poco tempo, Giada cambia completamente aspetto e diventa molto più carina. Anche se Riccardo è affascinato dalla nuova Giada, non perde le sue cattive abitudini e decide di avere altre storie e di dedicarsi a feste sfrenate. A quel punto Giada non transige questo comportamento e rompe ogni rapporto con il ragazzo mondano. Tuttavia, proprio in questo momento, Riccardo scopre quali sono i reali sentimenti che prova per la sua «tutor» e si trova dinanzi una scelta: cambiare le sue abitudini o perdere l’amore della sua vita. Cosa sceglierà?
Come tu mi vuoi, 4 curiosità sul film
Come tu mi vuoi, ennesimo successo per Nicolas Vaporidis
Il film è stato uno dei lavori che ha contribuito al lancio della carriera di Nicolas Vaporidis. L’attore, nato a Roma, grazie a questa pellicola ha consolidato il suo stato di attore in rampa di lancio dopo il successo ottenuto con i film Notte prima degli esami e Notte prima degli esami – Oggi. Inoltre, dopo questo progetto, Vaporidis ha continuato a lavorare con il regista De Biasi partecipando al film Iago basato sull’Otello di William Shakespeare.
L’attore Nicolas Vaporidis (Getty Images).
Come tu mi vuoi, le riprese della pellicola
Il film è stato girato a Roma. Durante le varie scene è facile distinguere quelli che sono luoghi celebri e monumenti della capitale. Tuttavia, come riporta il sito Movieplayer.it, alcune riprese della pellicola sono state effettuate anche a Terni, in Umbria.
Come tu mi vuoi, la relazione tra Vaporidis e Capotondi
I due attori principali della commedia romantica, Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi sono stati realmente fidanzati per circa un anno. Tuttavia, la loro relazione non è finita bene. Al sito Ilsussidario.net, Vaporidis aveva svelato qualche retroscena del rapporto con la Capotondi: «Con Cristiana ci siamo scannati. Ci tiravamo i piatti, ci siamo mandati a quel paese. Ma è stato un grande amore. Anche se non siamo amici, le voglio bene e sono fiero dei suoi successi. È una bella persona. Con lei ho vissuto un momento importante della vita. Quando è finita è finita».
Come tu mi vuoi, l’esordio dietro la macchina da presa per Volfgango De Biasi
Come tu mi vuoi rappresenta l’esordio per il regista italiano Volfgango De Biasi. Questo lungometraggio ha inaugurato una carriera finora molto proficua per il regista romano che ha diretto diversi successi come Iago, Crazy for Football – Matti per il Calcio, L’Agenzia dei bugiardi e Una famiglia mostruosa.
Una notte da leoni 2 è il film che andrà in onda stasera alle ore 21.20 sul canale televisivo Italia 1. Si tratta di una pellicola diretta dal regista Todd Philips di genere commedia che ha debuttato nei cinema di tutto il mondo nel 2011. Sequel del fortunato esordio del franchise Una notte da leoni, uscito nel 2009 e prodotto dalla Warner Bros Productions insieme a Legendary Pictures, all’interno del cast ci sono attori del calibro di Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis e Ken Jeong.
Gli attori Ed Helms, Zach Galifianakis e Bradley Cooper con il regista Todd Phillips (Getty Images).
Una notte da leoni 2, trama e cast del film in onda stasera 21 giugno 2023 su Italia 1
La trama del film ruota intorno all’organizzazione di un matrimonio, quello di Stu (Ed Helms) con la fidanzata Lauren (Jamie Chung). Lauren è originaria di Bangkok e Stu organizza il suo matrimonio in Thailandia così da onorare la famiglia di lei. Per questa ragione, Stu invita i suoi storici amici Phil (Bradley Cooper) e Doug (Justin Bartha) ma non Alan (Zach Galifianakis). Stu infatti, teme che Alan possa rovinare il suo matrimonio ed è deciso a non invitarlo. Tuttavia, le cose non vanno come il futuro sposo sperava e Alan riesce ad integrarsi con il gruppo in viaggio per la Thailandia. I quattro, una volta riuniti, conoscono anche Teddy (Mason Lee), fratello di Lauren che viene ostacolato costantemente da Alan perché considerato come intruso. I cinque si recano poi in un resort in Thailandia, evitando il tradizionale addio al celibato su richiesta esplicita di Stu, ma riunendosi su una spiaggia per brindare.
Comunque, dopo la notte trascorsa insieme, Stu, Phil, Doug e Alan si ritrovano in una sporca stanza d’albergo in un quartiere di Bangkok e non ricordano nulla della notte precedente. Oltre a ciò, il fratello di Lauren sembra essere scomparso e non si hanno tracce di lui. Il gruppo di amici partirà quindi alla ricerca del giovane, tentando di ricostruire ciò che è accaduto la sera precedente. In questo loro stravagante viaggio scopriranno di aver fatto delle vere e proprie follie: Stu ha un tatuaggio sul viso, Alan si è rasato i capelli a zero e sono costantemente seguiti da una scimmietta che ruba e fuma. Inoltre, il gruppo si ritroverà invischiato con gli affari loschi del gangster Leslie Chow (Ken Jeong) e dovrà riuscire a trovare Teddy prima dell’inizio del matrimonio. Alla fine, dopo tante disavventure, i quattro riusciranno nel loro intento e Stu potrà partecipare al suo matrimonio.
Una notte da leoni 2, 5 curiosità sul film
Una notte da leoni 2, le improvvisazioni del film
Nel film ci sono alcune scene che non erano previste nel copione. Infatti, quando Stu, interpretato da Ed Helms, si sveglia e scopre di avere la faccia tatuata, Phil, il personaggio di Bradley Cooper gli dice: «Sì lavalo, vedrai che viene via!». Dopo questa battuta, nelle scene successive, è possibile vedere lo stesso Cooper insieme a Galifianakis ridere spontaneamente. La scena non era prevista nel copione originale ma il regista ha deciso di mantenerla nel film.
L’attore Bradley Cooper al tempo delle riprese (Getty Images).
Una notte da leoni 2, il malessere di Ed Helms
Ed Helms, uno dei protagonisti della pellicola, ha avuto un malessere durante parte delle riprese del film. In particolar modo, nella scena in cui il suo personaggio, Stu, balla senza maglia in strada, l’attore è stato vittima di una forte intossicazione alimentare. Dopo aver terminato le riprese di una scena, Helms si è rifugiato vicino al regista sotto le coperte per poi riprendere qualche minuto dopo. Anche la controfigura di Ed Helms, Scott McLean, è stata sfortunata durante le riprese. Infatti, si infortunò gravemente durante una scena e finì in coma per un mese, riportando poi seri danni cerebrali.
Una notte da leoni 2 e le nomination ai Razzie Awards
Nonostante Una notte da leoni 2 sia stato un successo al botteghino, guadagnando complessivamente circa 586 milioni di dollari, la critica non apprezzò il film al momento della sua uscita. Non a caso, questo lungometraggio ha ricevuto ben due candidature ai Razzie Awards 2011, vale a dire gli Oscar per i peggiori film dell’anno. Nel dettaglio, il film ricevette una nomination per il Peggior prequel, remake, rip-off o sequel e una nomination per il Peggior attor non protagonista a Ken Jeong. Comunque, il film non «vinse» questi premi che andarono rispettivamente al film Jack and Jill e all’attore Al Pacino.
Una notte da leoni 2 e la presenza di Bill Clinton
Durante le riprese del film, sul set arrivò anche l’ex presidente americano Bill Clinton. In quei giorni, Clinton si trovava a Bangkok per un suo viaggio personale e decise di visitare il regista Todd Philips e i membri del cast. Per un certo periodo di tempo, prima dell’uscita del film, si vociferava di un possibile cameo dell’ex presidente. Tuttavia, Clinton non appare nella pellicola e sembra che non sia stata girata nessuna scena con lui.
Una notte da leoni 2 e il rischio copyright
Il tatuaggio di Stu è lo stesso di Mike Tyson, che compare nella pellicola proprio come aveva fatto nel film precedente, Una notte da leoni. Tuttavia, il tatuaggio è protetto da copyright e a causa di ciò il film ha seriamente rischiato di non uscire nelle sale cinematografiche. Solo dopo una lunga diatriba legale, la pellicola ha avuto l’ok per essere distribuita nei cinema di tutto il mondo.
Stasera 21 giugno 2023 andrà in onda alle ore 21.25 su Rai 3 un’altra puntata del programma Chi l’ha visto? condotto come sempre da Federica Sciarelli. La trasmissione, che ha come obiettivo primario ritrovare le persone scomparse in Italia, si occuperà del caso della piccola Kata, scomparsa da giorni a Firenze e secondo il padre rapita per sbaglio. Ci sarà inoltre spazio per il caso di Tiziana Cantone, ragazza originaria della Campania che si suicidò nel 2016 dopo la diffusione in rete di alcuni suoi video pornografici amatoriali. Come sempre, la puntata si potrà rivedere on demand sulla piattaforma streaming Rai Play.
La piccola Kata, la bimba scomparsa a Firenze (Twitter).
Chi l’ha visto?, le anticipazioni di stasera 21 giugno 2023 su Rai 3
Chi l’ha visto? questa sera si occuperà ancora del caso della piccola Kataleya che sta tenendo con il fiato sospeso l’Italia intera. Le autorità continuano a indagare sugli ultimi spostamenti sulla bimba e su ciò che succedeva all’interno dell’hotel Astor, albergo occupato da diverse famiglie che avevano bisogno di un alloggio. A quanto pare, il caso di Kata ha messo in evidenza un vero e proprio racket delle stanze, con i nuclei familiari che pagavano per poter entrare. I giornalisti della trasmissione cercheranno di far luce proprio su questo e mostreranno testimonianze, filmati, messaggi e dichiarazioni dei protagonisti che possono essere coinvolti sul caso, cercando di far luce su dettagli che possono essere importanti per ritrovare la piccola.
Nella prossima puntata
“Kata è stata rapita”, nessuna traccia di lei nell’ex hotel
La seconda parte della puntata si concentrerà invece sul caso di Tiziana Cantone. La ragazza si suicidò nel 2016 dopo un periodo trascorso tra depressione e ansia per alcuni suoi video hard pubblicati sul web dal suo ex. In studio ci sarà la madre della donna che chiede ancora giustizia perché, secondo il suo parere, il caso non è stato gestito in modo appropriato. «Qualcuno voleva ammazzare mia figlia, perché lei era pronta a fare i nomi di chi aveva girato i video», sostiene. Il team di Chi l’ha visto? si occuperà anche di capire come sia possibile che i video hard della Cantone siano ancora in circolazione sul web.
Tiziana Cantone (Twitter).
Ai due casi sopra illustrati, nel corso della puntata si affiancheranno gli appelli, le richieste d’aiuto e le segnalazioni delle persone scomparse in tempi recenti su tutto il territorio italiano.
Stasera 21 giugno 2023 andrà in onda su Rai 1 alle ore 21.30 il film intitolato Il faro dei ricordi. Si tratta di una pellicola sentimentale trasmessa per il ciclo Destinazione Amore e prodotta da Hallmark, nota casa di produzione canadese. È diretto dal regista Rich Newey e vede come protagonisti gli attori Sam Page e Sarah Drew.
L’attore protagonista Sam Page (Getty Images).
Il faro dei ricordi, trama e cast del film in onda stasera 21 giugno 2023 su Rai 1
La trama del film Il faro dei ricordi si concentra sulle vicende di Jack (Sam Page), un veterano della guerra in Iraq colpito da una malattia grave. Jack stava affrontando un periodo di salute migliore quando, in vista del Natale, la moglie Lizzie (Amanda Schnull) muore improvvisamente. Dopo quest’evento sconvolgente, Jack decide di onorarla raggiungendo la città natale di lei, una località sul mare, accompagnato dai suoi due figli: la quindicenne Mikki (Madeline Grace Popvich) e il piccolo di 10 anni Tyler (Gavin Borders). La famiglia ha l’obiettivo di voler trascorrere l’estate in quella che era stata la casa di Lizzie, moglie e madre deceduta. Attraverso quest’esperienza i familiari sperano di poter superare finalmente il lutto e riuscire ad andare avanti con le loro vite.
Dopo essersi stabilito con i suoi figli, Jack decide di iniziare a lavorare come falegname. Inoltre, anche Mikki prova ad ambientarsi nella nuova località, iniziando a lavorare nel locale di Jenna (Sarah Drew), madre del giovane Liam (Bryant Price) divorziata da poco. Allo stesso tempo, Jack è attratto dal faro del paese che versa in stato di abbandono. Per questa ragione, decide di dedicarsi al suo restauro. Una volta lì, comunque, inizia a comunicare con la moglie defunta. Attraverso queste conversazioni toccanti Jack riuscirà a superare il trauma della morte della moglie e trascorrerà alcuni momenti indimenticabili con l’amore della sua vita. Potrà anche rendersi conto che forse la chiave per voltare pagina possa essere Jenna, che si dimostra affettuosa con lui e con i suoi figli. Inoltre, anche Mikki e Tyler riusciranno ad andare avanti non dimenticando mai l’amore che la loro madre gli ha mostrato.
Il faro dei ricordi, 4 curiosità sul film
Il faro dei ricordi e il protagonista maschile insolito
Il faro dei ricordi è una produzione Hallmark ma rappresenta una sorta di anomalia nei film realizzati dalla casa produttrice canadese. Infatti, il protagonista è un uomo mentre nella maggior parte dei lungometraggi prodotti il personaggio principale è una donna. A sottolineare quest’aspetto ci ha pensato anche l’attrice Amanda Schnull, che ha dichiarato: «Il faro dei ricordi è una produzione Hallmark anomala, se vogliamo. Per prima cosa, ha un protagonista maschile quando invece tutte le produzioni del canale solitamente presentano una protagonista femminile. E ha come personaggio centrale una persona che non è più in vita che non solo appare nei flashback ma anche nel presente e solamente a Jack».
L’attrice Amanda Schull (Getty Images).
Il faro dei ricordi, il libro che ha ispirato la pellicola
Il faro dei ricordi non ha una sceneggiatura originale. Infatti, la storia e la trama della pellicola sono basate sul libro dello scrittore David Baldacci che si intitola One Summer. In effetti, le vicende all’interno del film si svolgono proprio nel corso di una sola estate che serve all’intera famiglia per elaborare il lutto e trovare nuovi stimoli nelle proprie vite.
Il faro dei ricordi, dove sono state effettuate le riprese
Le riprese del film sono state effettuate in North Carolina, negli Stati Uniti d’America. Precisamente, la città che ospita le vicende dei protagonisti è Wilmington. Inoltre, il faro che ha un ruolo principale nella trama esiste davvero. Si tratta dell’Old Baldy, il più antico faro presente nel North Carolina. Questo monumento venne costruito nel XVIII secolo e in passato era fondamentale perché attraverso la sua luce guidava le imbarcazioni oltre le pericolose secche del fiume Cape Fear.
Il faro dei ricordi, le parole dell’attore protagonista Sam Page
Il protagonista del film Il faro dei ricordi, l’attore Sam Page, ha dichiarato che, secondo il suo parere, questa produzione non è una semplice pellicola sentimentale ma nasconde al suo interno molteplici sfumature. Le sue parole a questo riguardo sono state: «Abbiamo affrontato temi universali: perdita, guarigione, crescita, ricostruzione familiare. Sono contento di aver fatto parte di una produzione così diversa e di essermi messo alla prova per una storia, per me, speciale».