Condannato il genetista cinese che ha modificato il Dna umano

He Jiankui aveva contribuito a far nascere due gemelline “immuni” al virus dell’Hiv. Tre anni di carcere e 400 mila euro di multa.

Lo scienziato cinese He Jiankui, autore degli esperimenti che hanno portato alla nascita dei primi esseri umani con Dna modificato, è stato condannato a tre anni di carcere per pratica illegale della medicina. Il ricercatore, secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua, è stato multato per tre milioni di yuan (circa 400 mila euro) e altri due scienziati che hanno lavorato con lui – Zhang Renli e Qin Jinzhou – sono stati condannati a pene minori con la stessa accusa.

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LA NASCITA DELLE GEMELLINE LULA E NANA

Jiankui, laureato in Fisica in Cina, ha studiato Biofisica alla Rice University in Texas. Poi ha fatto ricerca a Stanford e nel 2012 è tornato in patria, all’Università di Shenzhen. Nel 2018 è intervenuto sul genoma umano mediante la tecnica CRISPR, contribuendo a far nascere due gemelline – Lula e Nana – “immuni” al virus dell’Hiv.

SUPERATI «I LIMITI ETICI» DELLA RICERCA MEDICA

L’agenzia di stampa Xinhua, nel dar conto della sentenza, spiega che Jiankui e gli altri due scienziati condannati «non avevano titoli adeguati per praticare la medicina». E per ottenere «fama e ricchezza» avrebbero «deliberatamente violato le normative nazionali in materia di ricerca scientifica e cure mediche», superando «i limiti etici» della professione.

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Fallito l’esperimento delle gemelle cinesi col dna modificato

Secondo una rivista del Mit il test del professore Hi Jiankui non sarebbe andato a buon fine. E anzi avrebbe introdotto altre mutazioni.

Il controverso esperimento in cui il ricercatore cinese Hi Jiankui ha affermato di aver fatto nascere due bimbe con il Dna modificato con la tecnica Crispr è probabilmente fallito, e non ha dato alle gemelle alcuna protezione dall’infezione da Hiv. Lo affermano alla rivista del Mit alcuni esperti che hanno visionato lo studio originale che il ricercatore aveva inviato ad alcune riviste scientifiche.

L’intenzione di Jiankui, che aveva annunciato l’esperimento circa un anno fa ad un congresso scientifico, era di conferire alle bimbe una mutazione genetica che protegge dall’infezione da Hiv. Nel manoscritto, che fu rifiutato da Nature e Jama, il ricercatore aveva affermato nell’abstract di essere riuscito a riprodurre la variante nelle bimbe, e che la tecnica poteva aiutare milioni di persone a rischio di contrarre l’Aids.

Dai dati contenuti nello stesso manoscritto, ha spiegato però alla rivista Fyodor Urnov, genetista dell’università di Berkeley, emerge un’altra realtà. «L’affermazione di aver riprodotto la variante è uno sfacciato travisamento della verità, che può essere descritta solo in un modo: un falso deliberato. Lo studio mostra che il team di ricercatori invece ha fallito nel riprodurre la variante, e al suo posto hanno provocato delle altre mutazioni, il cui effetto è sconosciuto».

NESSUN TEST PRIMA DELLE GRAVIDANZE

Secondo il manoscritto inoltre, ha scritto ancora la rivista, i ricercatori non hanno condotto nessun test sulle mutazioni ottenute sugli embrioni per verificarne l’efficacia contro l’Hiv prima di iniziare le gravidanze. I genitori delle gemelline inoltre potrebbero non essere stati informati correttamente sull’esperimento, che non avrebbe ricevuto nessuna approvazione da comitati etici.

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