La vedova di Marco Beci e il ricordo di Nassiriya

Il 12 novembre 2013 un attentato in Iraq fece 19 morti italiani. Tra cui il funzionario della Farnesina. La moglie Carla racconta quella strage: «Mi crollò tutto. Mio marito era lì per un mondo di uguaglianza. E ora con la sua associazione proseguiamo la missione». L’intervista.

Nassiriya, Iraq. Il 12 novembre del 2003, alle ore 10.40 locali, un kamikaze al volante lanciò a tutta velocità un’autocisterna imbottita con 4 mila chili di tritolo contro la base “Maestrale” dei carabinieri. Il boato si avvertì a oltre 10 chilometri di distanza. Esplose anche il deposito di munizioni. Quando cadde a terra la polvere sollevata dalle macerie comparve solo distruzione, carcasse annerite di mezzi militari, un edificio sventrato e un cratere enorme. La “Ground zero” dell’Italia fece 28 morti, di cui 19 italiani, e fra questi due civili: il regista Stefano Rolla e Marco Beci, funzionario della Farnesina per la Cooperazione allo sviluppo.

«SI TROVAVA LÌ PER CASO»

Beci aveva 43 anni e tre figli, di cui l’ultima piccolissima, che lo aspettavano a casa. Era di Pergola, nel Pesarese. Carla Baronciani, sua moglie, dopo 16 anni da quella strage racconta a Lettera43.it: «Si trovava lì per caso. Era in una missione esplorativa. Doveva trovare un luogo adatto per aprire un ufficio governativo in rappresentanza della Farnesina. Aveva individuato la sede per l’ufficio con cui avrebbe gestito per conto del ministero degli Esteri i progetti per la ricostruzione dell’ospedale e dell’acquedotto. L’ultima volta che l’ho sentito è stato il giorno prima dell’attacco: l’11 novembre. Era sereno e tranquillo».

MISSIONI TRA AFRICA E BALCANI

Marco Beci nacque nel 1960. Una laurea in Scienze politiche e alle spalle lunghi anni di lavoro in Africa, nell’ambasciata in Etiopia, in Somalia, in Kenia, nell’ex Jugoslavia e in Kosovo. Nel 1995 entrò alla Farnesina come funzionario e poco dopo dalla Bosnia portò in Italia due bimbi mutilati dalle bombe, Sanja e Aladin, per garantire loro le giuste cure a Budrio. In Africa salvò Goitom, il suo autista eritreo “accerchiato” dal conflitto armato. Poi l’Iraq. L’ultima fermata.

Marco Beci in Iraq.

DOMANDA. Signora Carla, chi era suo marito?
RISPOSTA. Un uomo in trincea che ha fatto della cooperazione internazionale uno stile di vita. Per lui non era un lavoro, ma una missione dell’anima. Credeva in un mondo diverso, fatto di amore e di uguaglianza. Per questo era a Nassiriya, come in Etiopia o nei Balcani. Se lo dico sembro di parte. Invece era proprio così: un grande uomo.

Cosa si ricorda di quel giorno?
Ero a casa, con la piccola Maria Ludovica, mentre Giacomo e Vittoia erano a scuola. Mia madre mi chiamò verso mezzogiorno e mi disse: «Accendi la televisione. È successo qualcosa dove si trova Marco». Vidi le immagini confuse. Caserma. Fumo. Disastro. Ero frastornata. Poi mi tranquillizzai pensando che lo avevo sentito il giorno prima ed era sereno. Passarono le ore. Arrivò un primo bilancio della strage. Quando sentii che erano coinvolti due civili, chiamai l’unità di crisi della Farnesina.

E poi?
Ho iniziato a tempestarli di chiamate. Mi dicevano sempre di stare tranquilla, che mi avrebbero fatto sapere loro, appena avrebbero saputo il nome delle vittime. Il tempo passava ed ero sempre più terrorizzata. Verso le otto di sera, mentre Mentana faceva il nome di mio marito in tivù, i carabinieri di Pergola hanno bussato alla porta: un urlo di disperazione. Il mondo e la mia vita in pezzi in un istante con tre figli da crescere da sola.

Ora i suoi figli sono grandi.
Sì. Maria Ludovica è al quarto anno di liceo in America. Vittoria è una web designer e Giacomo sta facendo la specialistica per diventare medico infettivologo delle malattie tropicali. Sta seguendo le orme del padre. Ho tre figli d’oro. Marco mi diceva: «Mi raccomando, ai nostri figli non deve mancare nulla. Tanto amore e un futuro migliore». Sto cercando di rispettare quella promessa. Mi sono rimboccata le maniche. Ho fatto lavori umili e ho cercato di trasmettere amore e rispetto ai miei figli.

Lei volutamente non si è costituita parte civile al processo. Perché?
Rispetto la decisione degli altri familiari delle vittime. Ma ho agito da mamma. Che voleva far crescere i suoi figli nella totale serenità. Andare alla ricerca spasmodica di un colpevole o dei colpevoli non mi avrebbe restituito Marco. E sarebbe stata la negazione di quei valori in cui lui credeva e che donava agli altri: amore, serenità, libertà. E
posso dirle una cosa?

Certo.
La gioia più grande, oltre ai miei figli, è stata quando Aladin, il ragazzo salvato da mio marito, ci ha invitato al suo matrimonio in Bosnia. Un tuffo al cuore. Marco è sempre con noi. Ma in quel momento ero felicissima perché ho visto ciò che aveva fatto per gli altri. Credeva in un mondo pieno di amore.

Lei ha creato l’associazione “Marco Beci”. Di cosa si occupa?
È una no profit, intitolata a mio marito che senza clamore e nel silenzio cerca di aiutare gli altri. La missione d’umanità continua, anche se lui non c’è più. Abbiamo aperto una scuola in Congo. Aiutato bimbi cardiopatici in Iraq. Oppure semplicemente paghiamo le bollette di chi è in difficoltà. Diamo una mano a chi ne ha bisogno. Estero, Italia o nelle Marche, dove sia non importa. La missione di Marco in questo modo continua. E nessuno lo dimenticherà.

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A Padova negano l’ingresso della bandiera venetista allo stadio e la Lega insorge

Proteste sia dal governatore del Veneto Luca Zaia, sia dal deputato leghista Massimo Bitonci. Ma per la questura è tutto regolare.

Volevano entrare allo stadio con una bandiera raffigurante il leone di San Marco, simbolo del Veneto e dei venetisti, ma sono stati bloccati dagli addetti alla sicurezza che hanno trattenuto il vessillo. È quanto successo a un ragazzino di 14 anni, a sua madre e a suo fratello più piccolo, domenica 10 novembre, in occasione della partita Padova-Sudtirol del campionato di Serie C. La decisione ha scatenato immediatamente le polemiche degli ultrà che, nel secondo tempo, hanno staccato gli striscioni e sospeso i cori per cinque minuti in segno di protesta. E successivamente anche quelle della Lega.

LUCA ZAIA: «INCIVILE VIETARE L’INGRESSO DELLA BANDIERA»

A denunciare prontamente l’accaduto ci hanno pensato diversi esponenti del Carroccio, cominciando dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia, il quale ha affermato che «vietare l’ingresso allo stadio alla bandiera con il leone di San Marco dei tifosi veneti è un atto quantomeno incivile». Sono poi seguiti i commenti di Silvia Rizzotto, capogruppo veneto della Lista Zaia in consiglio regionale, per cui il gesto rappresenta «un atto contro il Veneto e le sue pressanti richieste di autonomia», e quelli di Nicola Finco, capogruppo della Lega in Regione, per il quale il gesto è ancor più grave perché «viene da un rappresentante dello Stato, il questore Paolo Fassari, che dovrebbe conoscere la storia della nostra Regione». Infine, è intervenuto anche il deputato leghista Massimo Bitonci, che ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per chiedere «se non ritenga opportuno approfondire la dinamica della vicenda».

PER LA QUESTURA LA NORMATIVA È STATA RISPETTATA

La risposta della questura non ha però tardato ad arrivare: secondo il questore Paolo Fassari, la normativa consente l’accesso libero solo alle bandiere delle due squadre in campo e al tricolore. Per le altre, invece, deve essere richiesta un’autorizzazione, in mancanza della quale gli addetti alla sicurezza sono costretti a proibirne l’ingresso.

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Autostrade chiude parzialmente quattro viadotti in Liguria

Divieti di transito in vigore fino al ripristino delle parti ammalorate. I lavori dureranno alcuni mesi.

Autostrade per l’Italia ha deciso di chiudere alcune corsie, vietare il transito ai mezzi eccezionali e vietare i sorpassi tra tir su quattro viadotti della Liguria, che dopo le ultime ispezioni hanno raggiunto un punteggio di ammaloramento più elevato di quello atteso. I divieti, in via cautelativa, resteranno in vigore fino al ripristino delle parti ammalorate. I lavori dureranno alcuni mesi. I quattro viadotti hanno totalizzato un punteggio di ammaloramento pari a 70 e presentano difetti che richiedono un rapido intervento di manutenzione, già avviato da Autostrade da alcune settimane. Nel dettaglio ecco quali sono le strutture coinvolte e le limitazioni previste.

A7 (Milano-Genova) Viadotto Coppetta Carreggiata Nord km 117+570

Segnaletica di flesso che sposta il traffico sul lato sinistro della carreggiata (la trave con voto 70 è quella sul bordo destro); chiusura della corsia di marcia; divieto di sorpasso per mezzi superiori alle 7,5 tonnellate; divieto di transito per tutti i trasporti eccezionali eccedenti il limite di massa ammesso dal Codice della strada (44 t). I lavori termineranno entro il prossimo dicembre.

A7 Ponte Scrivia a Busalla (Genova) Carreggiata Nord km 111+360

Chiusura corsia marcia; divieto di transito per tutti i trasporti eccezionali eccedenti in massa ammesso dal codice della strada (44 t). Autostrade ha fatto sapere che avendo già apposto un sostegno provvisionale alla trave con voto 70, la corsia di marcia potrebbe già essere riaperta, ma viene utilizzata per i sopralluoghi e per le indagini finalizzate alla progettazione dell’intervento, previsto entro giugno 2020.

A26 (Genova-Alessandria-Gravellona Toce) Viadotto Bormida Carreggiata Nord e Sud km 058+292

Chiusura delle corsie sorpasso (Nord e Sud); divieto di sorpasso per i mezzi superiori alle 7,5 tonnellate (Nord e Sud); divieto di transito per i trasporti eccezionali eccedenti le 90 tonnellate (Nord e Sud). La conclusione dei lavori è privista (meteo permettendo) entro marzo 2020.

A10 (Genova-Ventimiglia) Ponticello ad Arco Carreggiata Est km 016+782

Chiusura della corsia di marcia; divieto di sorpasso per i mezzi superiori alle 7,5 tonnellate; divieto di transito per tutti i trasporti eccezionali eccedenti in massa ammesso dal Codice della strada (44 t). Lavori in corso; ultimazione prevista (meteo permettendo) entro dicembre.

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Le cose da sapere sul nuovo segnale digitale terrestre

Da dicembre contributo di 50 euro in base al reddito per acquistare decoder e smart tv. La tecnologia sarà definitivamente in vigore su tutto il territorio nazionale a partire dal primo luglio 2022.

Il digitale terrestre cambia segnale passando alla tecnologia DVBT2 e si stima che circa 18 milioni di famiglie italiane dovranno sostiturie il proprio televisore. Per questo motivo, con la legge di bilancio 2019, il governo allora in carica aveva messo a punto un contributo di 50 euro basato sul reddito: il bonus sarà erogato a partire dal mese di dicembre ed è destinato all’acquisto di decoder e smart tv. Il ministero dello Sviluppo economico sta per pubblicare l’apposito decreto, ma l’obiettivo è di incrementare i 151 milioni di euro già stanziati, nel tentativo di allargare la platea dei beneficiari.

LE DATE DA TENERE D’OCCHIO

La nuova tecnologia entrerà ufficialmente e definitivamente in vigore su scala nazionale, con passaggi progressivi nelle varie aree del Paese, a partire dal primo luglio 2022. Entro il 30 giugno 2022, infatti, i network televisivi dovranno abbandonare completamente l’utilizzo delle frequenze sulla banda dei 700 MHz, per lasciare spazio alla connettività 5G. La “liberazione” dei 700 MHz da parte dei network imporrà la necessità di acquistare una smart tv o un decoder compatibili, se si vorrà continuare a vedere i programmi televisivi.

IN QUALI CASI NON SERVE CAMBIARE TELEVISORE

Come detto sopra, se queste frequenze venissero spente immediatamente secondo alcune stime quasi 18 milioni di famiglie italiane – più di otto su dieci – non potrebbero più vedere i canali terrestri, anche se è dal primo gennaio 2017 che i negozi hanno l’obbligo di vendere apparecchi predisposti. Quindi, se il televisore che si ha in casa è stato comprato dopo quella data, è già in grado di supportare il nuovo sistema. Per acquisti fatti negli anni precedenti dovrà invece essere verificata la compatibilità.

CHI HA DIRITTO AL CONTRIBUTO PUBBLICO

Ma come funzionerà il contributo pubblico? Per il momento si prevede che i beneficiari debbano essere «residenti nel territorio italiano» e «appartenenti alla I e II fascia dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee)». Parliamo di coloro che hanno un Isee rispettivamente di 10.632 e 21.265 euro, con aumenti progressivi in funzione del numero dei componenti del nucleo familiare. Si parla di un bonus di 50 euro a famiglia, fruibile una sola volta fino alla fine del 2022, che dovrebbe prendere la forma di uno sconto praticato direttamente dal negoziante. Si tradurrebbe così in un credito d’imposta a favore del commerciante, che non perderebbe nulla.

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Riace, decade il sindaco leghista Trifoli: era ineleggibile

Dipendente del comune, aveva preso un’aspettativa che non gli spettava per candidarsi. La candidata della lista di Mimmo Lucano che aveva presentato ricorso ha vinto la sua battaglia.

Un altro sindaco decaduto a Riace, il paesino calabrese divenuto celebre per il modello di accoglienza dei migranti che a ottobre 2018 ha visto arrestare il primo cittadino Mimmo Lucano e a maggio ha eletto il primo sindaco leghista della sua storia. L’11 novembre il Tribunale di Locri ha accolto il ricorso che era stato presentato dalla candidata a sindaco di Riace Maria Caterina Spanò, dichiarando l’ineleggibilità di Antonio Trifoli, eletto primo cittadino in occasione delle amministrative svoltesi il 27 maggio scorso.

TRIFOLI NON POTEVA CHIEDERE L’ASPETTATIVA DA VIGILE URBANO

Maria Caterina Spanò, assistita dall’avvocato Francesco Rotundo, aveva sostenuto l’ineleggibilità di Trifoli in quanto dipendente del Comune, con mansioni di vigile urbano con contratto a tempo determinato. E in quanto tale non poteva beneficiare dell’aspettativa per motivi politici. Spanò capeggiava la lista in cui era candidato a consigliere l’ex sindaco Mimmo Lucano, decaduto dopo il suo arresto nell’ottobre 2018 per i presunti illeciti nella gestione dei migranti. Lucano, comunque, non era stato eletto. La sentenza con cui è stato accolto il ricorso di Maria Caterina Spanò sarà esecutiva soltanto dopo i tre gradi giudizio. Fino ad allora Trifoli resterà in carica come sindaco.

INELEGGIBILITÁ CONFERMATA DAL MINISTERO DELL’INTERNO

Il ricorso della candidata a sindaco era stato riunito con un’analoga iniziativa che era stata promossa da tre cittadini di Riace. L’ineleggibilità di Trifoli era stata anche sancita in un parere espresso nel mese di settembre dal Ministero dell’Interno e notificato alla Prefettura di Reggio Calabria.

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Allerta meteo da Nord a Sud: temporali in tutta Italia

Allarme rosso in Calabria, Basilicata e Sicilia. Rischio nubifragi e allagamenti a Roma, maree eccezionali previste a Venezia. Neve sull’arco alpino sopra i 1.200 metri. Il quadro del maltempo nella giornata del 12 novembre.

Una forte perturbazione sta portando temporali in tutta Italia, da Nord a Sud. Per la giornata del 12 novembre la Protezione civile ha diramato l’allerta rossa su gran parte della Calabria, sui settori costieri della Basilicata e sulla Sicilia orientale. Allerta arancione per la Puglia e per i restanti settori di Basilicata, Calabria e Sicilia. Gialla su Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Campania e settori di Lombardia, Veneto, Toscana e Sardegna.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL NORD

Per l’Italia del Nord le previsioni meteo annunciano un 12 novembre ambivalente: nelle regioni occidentali (Liguria, Piemonte e Val d’Aosta) non sono previste piogge significative, anche se il cielo resterà grigio. Il grosso delle precipitazioni si abbatterà invece sulle regioni orientali (Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), piogge lievi su Lombardia ed Emilia-Romagna. Prevista neve sull’arco alpino sopra i 1.200 metri. Nel corso della giornata la tendenza si confermerà, per poi attenuarsi a partire dalla tarda mattinata del 13 novembre. A Venezia sono possibili maree eccezionali: martedì mattina è previsto un picco di 140 centimetri, martedì sera di 145 centimetri, mercoledì mattina di 145 centimetri.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL CENTRO

Il 12 novembre sarà molto nuvoloso anche sul Centro Italia. Le piogge potranno assumere carattere temporalesco su Sardegna, Umbria e regioni tirreniche. Per quanto riguarda in particolare la Sardegna, a causa di un ciclone sul Mediterraneo occidentale sono attesi pioggia, vento e mareggiate fino a sera. Nel Lazio le precipitazioni più intense colpiranno le province di Viterbo, Latina, Frosinone e Roma, con il rischio concreto di nubifragi e locali allagamenti. Anche sulla Capitale sussiste quindi la possibilità di violenti rovesci specie durante il pomeriggio di martedì, accompagnati da raffiche di vento in prevalenza dai quadranti meridionali.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL SUD

L’ondata di maltempo colpirà soprattutto le regioni del Sud, con allerta rossa per Calabria, Basilicata e Sicilia orientale, dove sarà elevato il rischio di fenomeni alluvionali. Forti venti di scirocco accompagneranno piogge intense, in risalita dal Mar Mediterraneo verso la Sicilia, a partire dalla serata di lunedì 11 novembre, con mareggiate e onde alte fino a quattro metri su tutte le coste esposte. In sole sei ore potrebbero cadere fino a 80 millimetri d’acqua, ovvero 80 litri d’acqua su una superficie di un metro quadrato. Non sono da escludere anche grandinate e locali trombe d’aria soprattutto a Ragusa, Agrigento, Siracusa, Caltanissetta, Enna e Catania. Nella notte e nelle prime ore del 12 novembre lo spostamento del minimo depressionario dalla Tunisia al Mar Tirreno farà sì che le intense precipitazioni si concentreranno tra la Sicilia orientale e la Calabria ionica, dove potranno verificarsi alluvioni e allagamenti. Il maltempo sarà associato anche in questo caso a forti venti di scirocco, sia sul Mar Ionio, sia sulle vette appenniniche della Sila e dell’Aspromonte. La situazione andrà migliorando nel corso della mattinata di martedì.

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Allerta meteo da Nord a Sud: temporali in tutta Italia

Allarme rosso in Calabria, Basilicata e Sicilia. Rischio nubifragi e allagamenti a Roma, maree eccezionali previste a Venezia. Neve sull’arco alpino sopra i 1.200 metri. Il quadro del maltempo nella giornata del 12 novembre.

Una forte perturbazione sta portando temporali in tutta Italia, da Nord a Sud. Per la giornata del 12 novembre la Protezione civile ha diramato l’allerta rossa su gran parte della Calabria, sui settori costieri della Basilicata e sulla Sicilia orientale. Allerta arancione per la Puglia e per i restanti settori di Basilicata, Calabria e Sicilia. Gialla su Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Campania e settori di Lombardia, Veneto, Toscana e Sardegna.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL NORD

Per l’Italia del Nord le previsioni meteo annunciano un 12 novembre ambivalente: nelle regioni occidentali (Liguria, Piemonte e Val d’Aosta) non sono previste piogge significative, anche se il cielo resterà grigio. Il grosso delle precipitazioni si abbatterà invece sulle regioni orientali (Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), piogge lievi su Lombardia ed Emilia-Romagna. Prevista neve sull’arco alpino sopra i 1.200 metri. Nel corso della giornata la tendenza si confermerà, per poi attenuarsi a partire dalla tarda mattinata del 13 novembre. A Venezia sono possibili maree eccezionali: martedì mattina è previsto un picco di 140 centimetri, martedì sera di 145 centimetri, mercoledì mattina di 145 centimetri.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL CENTRO

Il 12 novembre sarà molto nuvoloso anche sul Centro Italia. Le piogge potranno assumere carattere temporalesco su Sardegna, Umbria e regioni tirreniche. Per quanto riguarda in particolare la Sardegna, a causa di un ciclone sul Mediterraneo occidentale sono attesi pioggia, vento e mareggiate fino a sera. Nel Lazio le precipitazioni più intense colpiranno le province di Viterbo, Latina, Frosinone e Roma, con il rischio concreto di nubifragi e locali allagamenti. Anche sulla Capitale sussiste quindi la possibilità di violenti rovesci specie durante il pomeriggio di martedì, accompagnati da raffiche di vento in prevalenza dai quadranti meridionali.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL SUD

L’ondata di maltempo colpirà soprattutto le regioni del Sud, con allerta rossa per Calabria, Basilicata e Sicilia orientale, dove sarà elevato il rischio di fenomeni alluvionali. Forti venti di scirocco accompagneranno piogge intense, in risalita dal Mar Mediterraneo verso la Sicilia, a partire dalla serata di lunedì 11 novembre, con mareggiate e onde alte fino a quattro metri su tutte le coste esposte. In sole sei ore potrebbero cadere fino a 80 millimetri d’acqua, ovvero 80 litri d’acqua su una superficie di un metro quadrato. Non sono da escludere anche grandinate e locali trombe d’aria soprattutto a Ragusa, Agrigento, Siracusa, Caltanissetta, Enna e Catania. Nella notte e nelle prime ore del 12 novembre lo spostamento del minimo depressionario dalla Tunisia al Mar Tirreno farà sì che le intense precipitazioni si concentreranno tra la Sicilia orientale e la Calabria ionica, dove potranno verificarsi alluvioni e allagamenti. Il maltempo sarà associato anche in questo caso a forti venti di scirocco, sia sul Mar Ionio, sia sulle vette appenniniche della Sila e dell’Aspromonte. La situazione andrà migliorando nel corso della mattinata di martedì.

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Allerta meteo da Nord a Sud: temporali in tutta Italia

Allarme rosso in Calabria, Basilicata e Sicilia. Rischio nubifragi e allagamenti a Roma, maree eccezionali previste a Venezia. Neve sull’arco alpino sopra i 1.200 metri. Il quadro del maltempo nella giornata del 12 novembre.

Una forte perturbazione sta portando temporali in tutta Italia, da Nord a Sud. Per la giornata del 12 novembre la Protezione civile ha diramato l’allerta rossa su gran parte della Calabria, sui settori costieri della Basilicata e sulla Sicilia orientale. Allerta arancione per la Puglia e per i restanti settori di Basilicata, Calabria e Sicilia. Gialla su Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Campania e settori di Lombardia, Veneto, Toscana e Sardegna.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL NORD

Per l’Italia del Nord le previsioni meteo annunciano un 12 novembre ambivalente: nelle regioni occidentali (Liguria, Piemonte e Val d’Aosta) non sono previste piogge significative, anche se il cielo resterà grigio. Il grosso delle precipitazioni si abbatterà invece sulle regioni orientali (Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), piogge lievi su Lombardia ed Emilia-Romagna. Prevista neve sull’arco alpino sopra i 1.200 metri. Nel corso della giornata la tendenza si confermerà, per poi attenuarsi a partire dalla tarda mattinata del 13 novembre. A Venezia sono possibili maree eccezionali: martedì mattina è previsto un picco di 140 centimetri, martedì sera di 145 centimetri, mercoledì mattina di 145 centimetri.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL CENTRO

Il 12 novembre sarà molto nuvoloso anche sul Centro Italia. Le piogge potranno assumere carattere temporalesco su Sardegna, Umbria e regioni tirreniche. Per quanto riguarda in particolare la Sardegna, a causa di un ciclone sul Mediterraneo occidentale sono attesi pioggia, vento e mareggiate fino a sera. Nel Lazio le precipitazioni più intense colpiranno le province di Viterbo, Latina, Frosinone e Roma, con il rischio concreto di nubifragi e locali allagamenti. Anche sulla Capitale sussiste quindi la possibilità di violenti rovesci specie durante il pomeriggio di martedì, accompagnati da raffiche di vento in prevalenza dai quadranti meridionali.

LE PREVISIONI METEO PER LE REGIONI DEL SUD

L’ondata di maltempo colpirà soprattutto le regioni del Sud, con allerta rossa per Calabria, Basilicata e Sicilia orientale, dove sarà elevato il rischio di fenomeni alluvionali. Forti venti di scirocco accompagneranno piogge intense, in risalita dal Mar Mediterraneo verso la Sicilia, a partire dalla serata di lunedì 11 novembre, con mareggiate e onde alte fino a quattro metri su tutte le coste esposte. In sole sei ore potrebbero cadere fino a 80 millimetri d’acqua, ovvero 80 litri d’acqua su una superficie di un metro quadrato. Non sono da escludere anche grandinate e locali trombe d’aria soprattutto a Ragusa, Agrigento, Siracusa, Caltanissetta, Enna e Catania. Nella notte e nelle prime ore del 12 novembre lo spostamento del minimo depressionario dalla Tunisia al Mar Tirreno farà sì che le intense precipitazioni si concentreranno tra la Sicilia orientale e la Calabria ionica, dove potranno verificarsi alluvioni e allagamenti. Il maltempo sarà associato anche in questo caso a forti venti di scirocco, sia sul Mar Ionio, sia sulle vette appenniniche della Sila e dell’Aspromonte. La situazione andrà migliorando nel corso della mattinata di martedì.

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L’Isis ha rivendicato l’attacco ai militari italiani in Iraq

La notizia è stata riportata da Site. L’attentato ha provocato cinque feriti di cui tre gravi.

Il marchio dell’Isis sull’attentato ai militari italiani. Il sedicente Stato islamico ha rivendicato l’attacco in Iraq. L’attacco ha provocato cinque feriti di cui tre gravi. La notizia è stata riportata da Site.

IL MESSAGGIO CONTRO I «CROCIATI»

Sull’agenzia ufficiale del Califfato Amaq è apparso questo messaggio: «Con il favore di Dio, l’esercito dell’Isis ha preso di mira un veicolo 4×4 che trasportava membri della coalizione internazionale crociata e dell’antiterrorismo dei Peshmerga, nella zona di Qarajai, a Nord della zona di Kafri (nel distretto di Kirkuk, ndr), con l’esplosione di un ordigno. Questo ha causato la distruzione del veicolo e il ferimento di quattro crociati e di quattro apostati».

VERTICE IN PROCURA A ROMA

Intanto si è svolto in procura, a Roma, un vertice tra magistrati e carabinieri del Ros in relazione all’accaduto. All’attenzione del pm Sergio Colaiocco una prima informativa su quanto avvenuto. Una ricostruzione sulla quale gli inquirenti hanno mantenuto il più stretto riserbo, anche per ragioni di sicurezza legate al fatto che nella zona dell’attentato, a circa 100 chilometri da Kirkuk, sono tutt’ora presenti militari delle forze speciali italiane. I pm romani procedono per il reato di attentato con finalità di terrorismo.

DI MAIO HA INFORMATO I COLLEGHI A BRUXELLES

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio invece ha guidato la delegazione italiana al Consiglio Esteri dell’Unione europea, a Bruxelles, dove ha informato i colleghi sull’attacco. Tra i temi affrontati anche il Libano. Di Maio ha poi lasciato la riunione per rientrare a Roma, senza rilasciare dichiarazioni.

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L’Isis ha rivendicato l’attacco ai militari italiani in Iraq

La notizia è stata riportata da Site. L’attentato ha provocato cinque feriti di cui tre gravi.

Il marchio dell’Isis sull’attentato ai militari italiani. Il sedicente Stato islamico ha rivendicato l’attacco in Iraq. L’attacco ha provocato cinque feriti di cui tre gravi. La notizia è stata riportata da Site.

IL MESSAGGIO CONTRO I «CROCIATI»

Sull’agenzia ufficiale del Califfato Amaq è apparso questo messaggio: «Con il favore di Dio, l’esercito dell’Isis ha preso di mira un veicolo 4×4 che trasportava membri della coalizione internazionale crociata e dell’antiterrorismo dei Peshmerga, nella zona di Qarajai, a Nord della zona di Kafri (nel distretto di Kirkuk, ndr), con l’esplosione di un ordigno. Questo ha causato la distruzione del veicolo e il ferimento di quattro crociati e di quattro apostati».

VERTICE IN PROCURA A ROMA

Intanto si è svolto in procura, a Roma, un vertice tra magistrati e carabinieri del Ros in relazione all’accaduto. All’attenzione del pm Sergio Colaiocco una prima informativa su quanto avvenuto. Una ricostruzione sulla quale gli inquirenti hanno mantenuto il più stretto riserbo, anche per ragioni di sicurezza legate al fatto che nella zona dell’attentato, a circa 100 chilometri da Kirkuk, sono tutt’ora presenti militari delle forze speciali italiane. I pm romani procedono per il reato di attentato con finalità di terrorismo.

DI MAIO HA INFORMATO I COLLEGHI A BRUXELLES

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio invece ha guidato la delegazione italiana al Consiglio Esteri dell’Unione europea, a Bruxelles, dove ha informato i colleghi sull’attacco. Tra i temi affrontati anche il Libano. Di Maio ha poi lasciato la riunione per rientrare a Roma, senza rilasciare dichiarazioni.

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L’Isis ha rivendicato l’attacco ai militari italiani in Iraq

La notizia è stata riportata da Site. L’attentato ha provocato cinque feriti di cui tre gravi.

Il marchio dell’Isis sull’attentato ai militari italiani. Il sedicente Stato islamico ha rivendicato l’attacco in Iraq. L’attacco ha provocato cinque feriti di cui tre gravi. La notizia è stata riportata da Site.

IL MESSAGGIO CONTRO I «CROCIATI»

Sull’agenzia ufficiale del Califfato Amaq è apparso questo messaggio: «Con il favore di Dio, l’esercito dell’Isis ha preso di mira un veicolo 4×4 che trasportava membri della coalizione internazionale crociata e dell’antiterrorismo dei Peshmerga, nella zona di Qarajai, a Nord della zona di Kafri (nel distretto di Kirkuk, ndr), con l’esplosione di un ordigno. Questo ha causato la distruzione del veicolo e il ferimento di quattro crociati e di quattro apostati».

VERTICE IN PROCURA A ROMA

Intanto si è svolto in procura, a Roma, un vertice tra magistrati e carabinieri del Ros in relazione all’accaduto. All’attenzione del pm Sergio Colaiocco una prima informativa su quanto avvenuto. Una ricostruzione sulla quale gli inquirenti hanno mantenuto il più stretto riserbo, anche per ragioni di sicurezza legate al fatto che nella zona dell’attentato, a circa 100 chilometri da Kirkuk, sono tutt’ora presenti militari delle forze speciali italiane. I pm romani procedono per il reato di attentato con finalità di terrorismo.

DI MAIO HA INFORMATO I COLLEGHI A BRUXELLES

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio invece ha guidato la delegazione italiana al Consiglio Esteri dell’Unione europea, a Bruxelles, dove ha informato i colleghi sull’attacco. Tra i temi affrontati anche il Libano. Di Maio ha poi lasciato la riunione per rientrare a Roma, senza rilasciare dichiarazioni.

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L’Isis ha rivendicato l’attacco ai militari italiani in Iraq

La notizia è stata riportata da Site. L’attentato ha provocato cinque feriti di cui tre gravi.

Il marchio dell’Isis sull’attentato ai militari italiani. Il sedicente Stato islamico ha rivendicato l’attacco in Iraq. L’attacco ha provocato cinque feriti di cui tre gravi. La notizia è stata riportata da Site.

IL MESSAGGIO CONTRO I «CROCIATI»

Sull’agenzia ufficiale del Califfato Amaq è apparso questo messaggio: «Con il favore di Dio, l’esercito dell’Isis ha preso di mira un veicolo 4×4 che trasportava membri della coalizione internazionale crociata e dell’antiterrorismo dei Peshmerga, nella zona di Qarajai, a Nord della zona di Kafri (nel distretto di Kirkuk, ndr), con l’esplosione di un ordigno. Questo ha causato la distruzione del veicolo e il ferimento di quattro crociati e di quattro apostati».

VERTICE IN PROCURA A ROMA

Intanto si è svolto in procura, a Roma, un vertice tra magistrati e carabinieri del Ros in relazione all’accaduto. All’attenzione del pm Sergio Colaiocco una prima informativa su quanto avvenuto. Una ricostruzione sulla quale gli inquirenti hanno mantenuto il più stretto riserbo, anche per ragioni di sicurezza legate al fatto che nella zona dell’attentato, a circa 100 chilometri da Kirkuk, sono tutt’ora presenti militari delle forze speciali italiane. I pm romani procedono per il reato di attentato con finalità di terrorismo.

DI MAIO HA INFORMATO I COLLEGHI A BRUXELLES

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio invece ha guidato la delegazione italiana al Consiglio Esteri dell’Unione europea, a Bruxelles, dove ha informato i colleghi sull’attacco. Tra i temi affrontati anche il Libano. Di Maio ha poi lasciato la riunione per rientrare a Roma, senza rilasciare dichiarazioni.

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Condanna di 2 anni e 8 mesi alla foreign fighter italiana Lara Bombonati

La donna si era convertita all’Islam radicale e aveva sposato un combattente italiano in Siria. Per il suo legale soffre di disturbo di personalità dipendente e deve essere curata.

Una condanna destinata a fare discutere. Lara Bombonati, la foreign fighter italiana accusata di associazione con finalità di terrorismo, è stata condannata a 2 anni e 8 mesi. La donna è stata ritenuta colpevole di aver fiancheggiato associazioni terroristiche di matrice islamica mentre era in Siria. Arrestata nel giugno 2017, aveva abbracciato la fede islamica e sposato Francesco Cascio, un combattente italiano che risulterebbe morto in ‘battaglia’.

IL LEGALE: «LARA VA CURATA»

Dopo il carcere, Bombonati dovrà scontare anche un anno in comunità. «Sono convinto che a breve verrà scarcerata, perché no ci sono più le esigenze cautelari», ha commentato il suo difensore l’avvocato Lorenzo Repetti, osservando che la sua assistita ha già scontato 2 anni e 5 mesi di carcere. «Lara va curata – aggiunge il legale – È stato accertato dai periti che ha disturbi di personalità tali, per cui il posto ideale per essere curata è una comunità idonea. Lara è molto delusa perché la corte non ha creduto al fatto, sempre ribadito, di essersi recata in Siria per seguire il marito, cui era legata e non poteva dire no per il disturbo di personalità dipendente».

PENA GIÀ SCONTATA QUASI INTERAMENTE

«La constatazione amara è che ha quasi integralmente scontato la pena prima della sentenza di condanna», ha aggiunto l’avvocato. In aula in tribunale ad Alessandria erano presenti la sorella, i genitori e la suocera. «Non sono la persona adatta per esprimere un giudizio»”, le poche parole del padre, incalzato dai giornalisti. Tra 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza.

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La donna si era convertita all’Islam radicale e aveva sposato un combattente italiano in Siria. Per il suo legale soffre di disturbo di personalità dipendente e deve essere curata.

Una condanna destinata a fare discutere. Lara Bombonati, la foreign fighter italiana accusata di associazione con finalità di terrorismo, è stata condannata a 2 anni e 8 mesi. La donna è stata ritenuta colpevole di aver fiancheggiato associazioni terroristiche di matrice islamica mentre era in Siria. Arrestata nel giugno 2017, aveva abbracciato la fede islamica e sposato Francesco Cascio, un combattente italiano che risulterebbe morto in ‘battaglia’.

IL LEGALE: «LARA VA CURATA»

Dopo il carcere, Bombonati dovrà scontare anche un anno in comunità. «Sono convinto che a breve verrà scarcerata, perché no ci sono più le esigenze cautelari», ha commentato il suo difensore l’avvocato Lorenzo Repetti, osservando che la sua assistita ha già scontato 2 anni e 5 mesi di carcere. «Lara va curata – aggiunge il legale – È stato accertato dai periti che ha disturbi di personalità tali, per cui il posto ideale per essere curata è una comunità idonea. Lara è molto delusa perché la corte non ha creduto al fatto, sempre ribadito, di essersi recata in Siria per seguire il marito, cui era legata e non poteva dire no per il disturbo di personalità dipendente».

PENA GIÀ SCONTATA QUASI INTERAMENTE

«La constatazione amara è che ha quasi integralmente scontato la pena prima della sentenza di condanna», ha aggiunto l’avvocato. In aula in tribunale ad Alessandria erano presenti la sorella, i genitori e la suocera. «Non sono la persona adatta per esprimere un giudizio»”, le poche parole del padre, incalzato dai giornalisti. Tra 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza.

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Condanna di 2 anni e 8 mesi alla foreign fighter italiana Lara Bombonati

La donna si era convertita all’Islam radicale e aveva sposato un combattente italiano in Siria. Per il suo legale soffre di disturbo di personalità dipendente e deve essere curata.

Una condanna destinata a fare discutere. Lara Bombonati, la foreign fighter italiana accusata di associazione con finalità di terrorismo, è stata condannata a 2 anni e 8 mesi. La donna è stata ritenuta colpevole di aver fiancheggiato associazioni terroristiche di matrice islamica mentre era in Siria. Arrestata nel giugno 2017, aveva abbracciato la fede islamica e sposato Francesco Cascio, un combattente italiano che risulterebbe morto in ‘battaglia’.

IL LEGALE: «LARA VA CURATA»

Dopo il carcere, Bombonati dovrà scontare anche un anno in comunità. «Sono convinto che a breve verrà scarcerata, perché no ci sono più le esigenze cautelari», ha commentato il suo difensore l’avvocato Lorenzo Repetti, osservando che la sua assistita ha già scontato 2 anni e 5 mesi di carcere. «Lara va curata – aggiunge il legale – È stato accertato dai periti che ha disturbi di personalità tali, per cui il posto ideale per essere curata è una comunità idonea. Lara è molto delusa perché la corte non ha creduto al fatto, sempre ribadito, di essersi recata in Siria per seguire il marito, cui era legata e non poteva dire no per il disturbo di personalità dipendente».

PENA GIÀ SCONTATA QUASI INTERAMENTE

«La constatazione amara è che ha quasi integralmente scontato la pena prima della sentenza di condanna», ha aggiunto l’avvocato. In aula in tribunale ad Alessandria erano presenti la sorella, i genitori e la suocera. «Non sono la persona adatta per esprimere un giudizio»”, le poche parole del padre, incalzato dai giornalisti. Tra 90 giorni saranno depositate le motivazioni della sentenza.

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Ruby ter, una teste: «Pagò più di 50 mila euro per una vacanza alle Maldive»

Secondo la titolare di un’agenzia viaggi Karima El Mahrough versò la cifra in contanti chiedendo tutti i comfort. Per il suo compleanno in un locale di Milano «spesi 6 mila euro».

Vacanze extra lusso alle Maldive e spese faraoniche in ristoranti. Tutto pagato da Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, «in contanti». Denaro che, secondo i pm, sarebbe stato fornito alla donna da Silvio Berlusconi, tra gli imputati per corruzione in atti giudiziari nel processo Ruby ter. È quello che emerge dalle ultime testimonianze della titolare di un’agenzia di viaggi e di una ristoratrice.

QUEI «50 MILA EURO PAGATI IN CONTANTI»

«È stata sicuramente una situazione unica per me, ha pagato tutto in contanti, era un viaggio che costava molto, oltre 50 mila euro, mi pare», ha detto la prima testimone parlando di una vacanza fatta cinque anni fa da El Mahroug. Già a verbale nelle indagini nel 2015 la testimone aveva raccontato del viaggio organizzato per Ruby, sua figlia, la baby sitter e il compagno dell’epoca Luca Risso e pagato «tra i 55 mila e i 60 mila euro». Lunedì 11 novembre ha aggiunto: «Volevano avere tutti i comfort». «Voleva una bella struttura alle Maldive, le ho proposte soluzioni decisamente costose, lei mi ha chiesto di viaggiare in business assieme al compagno e l’economy per la tata e la bimba». Di certo, ha proseguito, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano in aula col collega Luca Gaglio, non era una «modalità normale pagare in contanti, io ho portato la busta coi soldi al tour operator».

LA FESTA DI COMPLEANNO DA 6 MILA EURO

Un’altra teste, titolare di un ristorante a Milano, ha raccontato che la giovane marocchina pagò «6 mila euro in contanti» per la sua festa di compleanno nel locale. Il preventivo per «75 coperti, una torta da 750 euro» era di 8.800 euro, ma poi Ruby alla fine verso in tutto «6 mila euro in contanti». La ristoratrice, poi, ha raccontato di essere diventata all’epoca «amica» di Ruby che frequentava spesso il suo locale in centro. Ai pm che le hanno chiesto se le risultasse che Karima «facesse qualche lavoro», la teste ha risposto: «No, mai saputo. Si occupava della bimba. Diceva che le sarebbe piaciuto aprire un ristorante».

SECONDO I PM RUBY AVREBBE INCASSATO DA BERLUSCONI TRA I 5 E I 7 MILIONI

Dalle indagini, sempre sul capitolo ‘spese’, erano emersi già diversi dettagli, tra cui i casi delle «banconote da 500 euro» tirate fuori in discoteca da Ruby e date a un dj «per fargli mettere una canzone a fine serata», degli «abiti su misura» per Daniele Leo, altro suo compagno, fino al «personale di servizio» per sbrigare le faccende domestiche in casa e al «noleggio auto con conducente». Ruby, secondo le indagini dei pm, avrebbe incassato tra i 5 e i 7 milioni di euro da Berlusconi, parte dei quali sarebbero serviti anche per l’acquisto di un ristorante con annesso pastificio e due edifici con mini-alloggi per operatori del settore turistico a Playa del Carmen, in Messico.

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Ruby ter, una teste: «Pagò più di 50 mila euro per una vacanza alle Maldive»

Secondo la titolare di un’agenzia viaggi Karima El Mahrough versò la cifra in contanti chiedendo tutti i comfort. Per il suo compleanno in un locale di Milano «spesi 6 mila euro».

Vacanze extra lusso alle Maldive e spese faraoniche in ristoranti. Tutto pagato da Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, «in contanti». Denaro che, secondo i pm, sarebbe stato fornito alla donna da Silvio Berlusconi, tra gli imputati per corruzione in atti giudiziari nel processo Ruby ter. È quello che emerge dalle ultime testimonianze della titolare di un’agenzia di viaggi e di una ristoratrice.

QUEI «50 MILA EURO PAGATI IN CONTANTI»

«È stata sicuramente una situazione unica per me, ha pagato tutto in contanti, era un viaggio che costava molto, oltre 50 mila euro, mi pare», ha detto la prima testimone parlando di una vacanza fatta cinque anni fa da El Mahroug. Già a verbale nelle indagini nel 2015 la testimone aveva raccontato del viaggio organizzato per Ruby, sua figlia, la baby sitter e il compagno dell’epoca Luca Risso e pagato «tra i 55 mila e i 60 mila euro». Lunedì 11 novembre ha aggiunto: «Volevano avere tutti i comfort». «Voleva una bella struttura alle Maldive, le ho proposte soluzioni decisamente costose, lei mi ha chiesto di viaggiare in business assieme al compagno e l’economy per la tata e la bimba». Di certo, ha proseguito, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano in aula col collega Luca Gaglio, non era una «modalità normale pagare in contanti, io ho portato la busta coi soldi al tour operator».

LA FESTA DI COMPLEANNO DA 6 MILA EURO

Un’altra teste, titolare di un ristorante a Milano, ha raccontato che la giovane marocchina pagò «6 mila euro in contanti» per la sua festa di compleanno nel locale. Il preventivo per «75 coperti, una torta da 750 euro» era di 8.800 euro, ma poi Ruby alla fine verso in tutto «6 mila euro in contanti». La ristoratrice, poi, ha raccontato di essere diventata all’epoca «amica» di Ruby che frequentava spesso il suo locale in centro. Ai pm che le hanno chiesto se le risultasse che Karima «facesse qualche lavoro», la teste ha risposto: «No, mai saputo. Si occupava della bimba. Diceva che le sarebbe piaciuto aprire un ristorante».

SECONDO I PM RUBY AVREBBE INCASSATO DA BERLUSCONI TRA I 5 E I 7 MILIONI

Dalle indagini, sempre sul capitolo ‘spese’, erano emersi già diversi dettagli, tra cui i casi delle «banconote da 500 euro» tirate fuori in discoteca da Ruby e date a un dj «per fargli mettere una canzone a fine serata», degli «abiti su misura» per Daniele Leo, altro suo compagno, fino al «personale di servizio» per sbrigare le faccende domestiche in casa e al «noleggio auto con conducente». Ruby, secondo le indagini dei pm, avrebbe incassato tra i 5 e i 7 milioni di euro da Berlusconi, parte dei quali sarebbero serviti anche per l’acquisto di un ristorante con annesso pastificio e due edifici con mini-alloggi per operatori del settore turistico a Playa del Carmen, in Messico.

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Ruby ter, una teste: «Pagò più di 50 mila euro per una vacanza alle Maldive»

Secondo la titolare di un’agenzia viaggi Karima El Mahrough versò la cifra in contanti chiedendo tutti i comfort. Per il suo compleanno in un locale di Milano «spesi 6 mila euro».

Vacanze extra lusso alle Maldive e spese faraoniche in ristoranti. Tutto pagato da Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, «in contanti». Denaro che, secondo i pm, sarebbe stato fornito alla donna da Silvio Berlusconi, tra gli imputati per corruzione in atti giudiziari nel processo Ruby ter. È quello che emerge dalle ultime testimonianze della titolare di un’agenzia di viaggi e di una ristoratrice.

QUEI «50 MILA EURO PAGATI IN CONTANTI»

«È stata sicuramente una situazione unica per me, ha pagato tutto in contanti, era un viaggio che costava molto, oltre 50 mila euro, mi pare», ha detto la prima testimone parlando di una vacanza fatta cinque anni fa da El Mahroug. Già a verbale nelle indagini nel 2015 la testimone aveva raccontato del viaggio organizzato per Ruby, sua figlia, la baby sitter e il compagno dell’epoca Luca Risso e pagato «tra i 55 mila e i 60 mila euro». Lunedì 11 novembre ha aggiunto: «Volevano avere tutti i comfort». «Voleva una bella struttura alle Maldive, le ho proposte soluzioni decisamente costose, lei mi ha chiesto di viaggiare in business assieme al compagno e l’economy per la tata e la bimba». Di certo, ha proseguito, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano in aula col collega Luca Gaglio, non era una «modalità normale pagare in contanti, io ho portato la busta coi soldi al tour operator».

LA FESTA DI COMPLEANNO DA 6 MILA EURO

Un’altra teste, titolare di un ristorante a Milano, ha raccontato che la giovane marocchina pagò «6 mila euro in contanti» per la sua festa di compleanno nel locale. Il preventivo per «75 coperti, una torta da 750 euro» era di 8.800 euro, ma poi Ruby alla fine verso in tutto «6 mila euro in contanti». La ristoratrice, poi, ha raccontato di essere diventata all’epoca «amica» di Ruby che frequentava spesso il suo locale in centro. Ai pm che le hanno chiesto se le risultasse che Karima «facesse qualche lavoro», la teste ha risposto: «No, mai saputo. Si occupava della bimba. Diceva che le sarebbe piaciuto aprire un ristorante».

SECONDO I PM RUBY AVREBBE INCASSATO DA BERLUSCONI TRA I 5 E I 7 MILIONI

Dalle indagini, sempre sul capitolo ‘spese’, erano emersi già diversi dettagli, tra cui i casi delle «banconote da 500 euro» tirate fuori in discoteca da Ruby e date a un dj «per fargli mettere una canzone a fine serata», degli «abiti su misura» per Daniele Leo, altro suo compagno, fino al «personale di servizio» per sbrigare le faccende domestiche in casa e al «noleggio auto con conducente». Ruby, secondo le indagini dei pm, avrebbe incassato tra i 5 e i 7 milioni di euro da Berlusconi, parte dei quali sarebbero serviti anche per l’acquisto di un ristorante con annesso pastificio e due edifici con mini-alloggi per operatori del settore turistico a Playa del Carmen, in Messico.

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Ruby ter, una teste: «Pagò più di 50 mila euro per una vacanza alle Maldive»

Secondo la titolare di un’agenzia viaggi Karima El Mahrough versò la cifra in contanti chiedendo tutti i comfort. Per il suo compleanno in un locale di Milano «spesi 6 mila euro».

Vacanze extra lusso alle Maldive e spese faraoniche in ristoranti. Tutto pagato da Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, «in contanti». Denaro che, secondo i pm, sarebbe stato fornito alla donna da Silvio Berlusconi, tra gli imputati per corruzione in atti giudiziari nel processo Ruby ter. È quello che emerge dalle ultime testimonianze della titolare di un’agenzia di viaggi e di una ristoratrice.

QUEI «50 MILA EURO PAGATI IN CONTANTI»

«È stata sicuramente una situazione unica per me, ha pagato tutto in contanti, era un viaggio che costava molto, oltre 50 mila euro, mi pare», ha detto la prima testimone parlando di una vacanza fatta cinque anni fa da El Mahroug. Già a verbale nelle indagini nel 2015 la testimone aveva raccontato del viaggio organizzato per Ruby, sua figlia, la baby sitter e il compagno dell’epoca Luca Risso e pagato «tra i 55 mila e i 60 mila euro». Lunedì 11 novembre ha aggiunto: «Volevano avere tutti i comfort». «Voleva una bella struttura alle Maldive, le ho proposte soluzioni decisamente costose, lei mi ha chiesto di viaggiare in business assieme al compagno e l’economy per la tata e la bimba». Di certo, ha proseguito, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano in aula col collega Luca Gaglio, non era una «modalità normale pagare in contanti, io ho portato la busta coi soldi al tour operator».

LA FESTA DI COMPLEANNO DA 6 MILA EURO

Un’altra teste, titolare di un ristorante a Milano, ha raccontato che la giovane marocchina pagò «6 mila euro in contanti» per la sua festa di compleanno nel locale. Il preventivo per «75 coperti, una torta da 750 euro» era di 8.800 euro, ma poi Ruby alla fine verso in tutto «6 mila euro in contanti». La ristoratrice, poi, ha raccontato di essere diventata all’epoca «amica» di Ruby che frequentava spesso il suo locale in centro. Ai pm che le hanno chiesto se le risultasse che Karima «facesse qualche lavoro», la teste ha risposto: «No, mai saputo. Si occupava della bimba. Diceva che le sarebbe piaciuto aprire un ristorante».

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Dalle indagini, sempre sul capitolo ‘spese’, erano emersi già diversi dettagli, tra cui i casi delle «banconote da 500 euro» tirate fuori in discoteca da Ruby e date a un dj «per fargli mettere una canzone a fine serata», degli «abiti su misura» per Daniele Leo, altro suo compagno, fino al «personale di servizio» per sbrigare le faccende domestiche in casa e al «noleggio auto con conducente». Ruby, secondo le indagini dei pm, avrebbe incassato tra i 5 e i 7 milioni di euro da Berlusconi, parte dei quali sarebbero serviti anche per l’acquisto di un ristorante con annesso pastificio e due edifici con mini-alloggi per operatori del settore turistico a Playa del Carmen, in Messico.

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Trattativa Stato-mafia, Berlusconi non risponde ai giudici

L’ex premier si è avvalso della facoltà di non rispondere. Era stato convocato dai legali del suo vecchio braccio destro, Marcello Dell’Utri.

L’ex premier Silvio Berlusconi, citato come teste assistito davanti alla Corte d’Assise d’Appello che celebra il processo di secondo grado sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’ex presidente del Consiglio ha negato anche il permesso di farsi riprendere e fotografare in aula. «Su indicazione dei miei legali, mi avvalgo della facoltà di non rispondere», ha detto l’ex premier alla corte. Citato dagli avvocati dell’imputato Marcello Dell’Utri, suo storico braccio destro, doveva essere sentito come testimone assistito.

IL SILENZIO GARANTITO DAL PROCESSO PARALLELO

Appena entrato in aula i giudici gli avevano illustrato le prerogative garantitegli dallo status di teste assistito, status determinato dal fatto che a suo carico pende una inchiesta a Firenze sulle stragi del ’93, quindi su fatti «probatoriamente collegati» a quelli oggetto del processo «trattativa». La corte, dunque, ha preliminarmente avvertito l’ex premier della possibilità di non rispondere precisando, inoltre, che qualora avesse risposto avrebbe assunto «l’ufficio di testimone», quindi avrebbe dovuto dire la verità. In aula c’erano anche i legali dell’ex premier, gli avvocati Franco Coppi e Nicolò Ghedini.

DI MAIO: «SONO SENZA PAROLE»

«Questo Paese non chiuderà mai i conti con il passato, se una persona che ha fatto per tre volte il Presidente del Consiglio si avvale della facoltà di non rispondere in un processo per mafia. Sono veramente senza parole», ha scritto in un tweet il ministro degli Esteri e capo politico del M5s, Luigi Di Maio.

L’INTERVISTA SULLA TRATTATIVA

«Non abbiamo ricevuto nel 1994, né successivamente nessuna minaccia dalla mafia o dai suoi rappresentanti. Vorrei ricordare che i miei governi hanno sempre operato nella direzione di un contrasto fortissimo nei confronti della mafia, abbiamo incrementato la pena del 41 bis rendendola più dura e l’abbiamo anche spostata sino alla fine della detenzione invece che per un certo più stretto periodo. Abbiamo individuato nuovi strumenti giuridici tra cui il codice antimafia che ha consentito da un lato la cattura di 32 dei più pericolosi latitanti capimafia, 32 su 34», era uno stralcio delle dichiarazioni rese dall’ex premier in una intervista video rilasciata il 20 aprile del 2018, dopo la sentenza di primo grado del processo sulla trattativa. I legali di Dell’Utri avevano chiesto di far vedere il video in aula, ma i giudici hanno negato la riproduzione del filmato in aula. «L’intervista è già acquisita agli atti», hanno detto i giudici, «quindi potrà essere visionata dalla corte in ogni momento e non c’è motivo di proiettarla in aula».

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