Ultrà contro i giocatori del Napoli dopo l’ammutinamento

Striscioni e cori prima dell’allenamento al San Paolo aperto solo agli abbonati e non alla stampa. “Rispetto!”, “Meritiamo di più” e “Calciatori mercenari” tra i messaggi della contestazione. Intanto il presidente De Laurentiis pensa a quale sanzione applicare per la ribellione.

Dopo “l’ammutinamento“, i tifosi del Napoli non si sono schierati con i calciatori. Anzi: è scattata la contestazione. Circa 150 ultrà azzurri hanno manifestato all’esterno della rampa d’accesso dello stadio San Paolo dove alle 15.30 è iniziato l’allenamento della squadra di Carlo Ancelotti.

STRISCIONE SROTOLATO DAVANTI ALL’ENTRATA

Uno striscione con la scritta “Rispetto!” è stato srotolato davanti al varco da cui entrano i giocatori. Tra i cori intonati dagli ultrà i più gettonati sono stati “Meritiamo di più” e “Calciatori mercenari siete voi”.

SEDUTA CHIUSA A GIORNALISTI E FOTOGRAFI

La sessione di allenamento doveva essere aperta alla stampa, ma poi le cose sono cambiate ed è diventata una seduta speciale con libero accesso solo per gli abbonati. Lo staff di comunicazione del club azzurro aveva inizialmente annunciato che anche i giornalisti e i fotografi avrebbero potuto assistere dalla tribuna stampa. Ma in seguito alla difficile situazione ingenerata propri dal ritiro stabilito dal club e poi disertato dai calciatori e al conseguente silenzio stampa imposto dalla società, il Napoli ha revocato l’apertura per i cronisti.

OGNUNO A CASA SUA, TRANNE ANCELOTTI

Dopo l’1-1 con il Salisburgo di martedì 5 novembre in Champions league, la squadra si è rifiutata di andare a dormire a Castel Volturno come previsto dal programma del ritiro deciso dal presidente Aurielio De Laurentiis alla vigilia della sfida europea e dopo la sconfitta in campionato contro la Roma. Ognuno è tornato alla propria casa e si è presentato all’allenamento puntuale. A Castel Volturno hanno dormito solo l’allenatore Ancelotti e il suo staff.

L’allenatore del Napoli Carlo Ancelotti. (Ansa)

LA SOCIETÀ PRONTA A TUTELARSI

Questo “no” al ritiro difficilmente rimarrà senza conseguenze, come ha precisato lo stesso Napoli una nota: «La società procederà a tutelare i propri diritti economici, patrimoniali, di immagine e disciplinari in ogni competente sede. Si precisa inoltre di aver affidato la responsabilità decisionale in ordine alla effettuazione di giornate di ritiro da parte della prima squadra all’allenatore della stessa Carlo Ancelotti».

DE LAURENTIIS STUDIA LE SANZIONI POSSIBILI

Il tecnico aveva criticato pubblicamente la decisione di mandare la squadra in ritiro, dicendosi pronto però a rispettarla. De Laurentiis e Ancelotti hanno parlato a lungo al telefono, il primo da Castel Volturno, il secondo dall’Hotel Vesuvio: lì infatti De Laurentiis alloggia a Napoli e lì ha ricevuto l’amministratore delegato Chiavelli ragionando anche sulle sanzioni previste dai contratti dei calciatori per la ribellione al ritiro, che, hanno ricordato dal club, non era stato “punitivo“, ma solo per cercare una migliore amalgama.

Il presidente Aurelio De Laurentiis. (Ansa)

IL FUTURO: RISULTATI SUBITO O ADDIRITTURA L’ESONERO

Il senso della tregua è al momento quello di responsabilizzare squadra e tecnico: niente ritiro? Allora portate i risultati. Che devono arrivare già dalla sfida di sabato 9 novembre contro il Genoa, quando il Napoli cerca il successo che manca dal 23 ottobre, dalla gara vinta a Salisburgo. La città è sgomenta e divisa tra chi difende De Laurentiis, chi si schiera con Ancelotti – ma tra gli adetti ai lavori si è parlato anche di esonero – e chi con la squadra. Di certo a questo gruppo non appartengono gli ultrà.

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Morta Maria Pia Fanfani, vedova dell’ex leader della Dc

Aveva 97 anni. Staffetta partigiana, scrittrice e fotografa dedicò gran parte della sua vita al volontariato con la Croce rossa.

Maria Pia Fanfani, vedova di Amintore, tra i fondatori della Dc ed ex presidente del Consiglio, è morta a Roma all’età di 97 anni. Staffetta partigiana, scrittrice e fotografa dedicò gran parte della sua vita al volontariato con la Croce rossa: dal 1983 al 1994 fu presidente del Comitato nazionale femminile. Inoltre per quattro anni è stata vicepresidente della Lega internazionale della Croce rossa e della mezzaluna rossa a Ginevra.

LA PARTECIPAZIONE A CENTINAIA DI MISSIONI UMANITARIE

Centinaia le missioni umanitarie alle quali ha partecipato, sia in Paesi in guerra che in quelli colpiti da calamità. A dare notizia della scomparsa la Croce rossa italiana, che la ricorda «per la grande passione e l’impegno attivo che la vide protagonista anche in numerose missioni umanitarie. La sua scomparsa rappresenta una perdita per tutta l’associazione». «Il nostro impegno è quello di trasmetterne la memoria come esempio anche per le nuove generazioni», conclude in una nota la Croce rossa.

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La Cina vieta i videogame online di notte ai minorenni

I ragazzi sotto i 18 anni dovranno registrarsi con la vera identità e non potranno giocare su Internet dalle 22 alle 8. La misura estrema per prevenire i fenomeni di dipendenza.

Le autorità cinesi hanno varato una serie di norme restrittive sull’accesso ai giochi online da parte dei minorenni per cercare di prevenire i fenomeni di dipendenza. I ragazzi sotto i 18 anni non potranno giocare a videogame online dalle 22 alle 8. In settimana, avranno a disposizione 90 minuti per giocare di giorno, un limite che viene dilatato a tre ore nei fine settimana e nelle feste. Le nuove regole, emanate dall’Amministrazione nazionale per la stampa e l’editoria, pongono l’accento sulla condivisione delle responsabilità tra i provider di giochi, le agenzie governative e gli attori sociali nella gestione e nel governo di questo fenomeno.

TUTTI I MINORENNI DOVRANNO REGISTRARSI

In base alle normative, tutti gli utenti di giochi online dovranno registrarsi con la propria identità

LIMITAZIONI PER I PAGAMENTI

Il documento vieta inoltre l’accesso ai giochi a pagamento online agli utenti di età inferiore agli 8 anni e pone un limite su base giornaliera e mensile alle somme di denaro che i minori di età superiore agli 8 anni possono spendere per questi servizi. I provider di giochi online dovranno inoltre impostare una serie di promemoria dedicati agli utenti di diverse fasce di età. Qualsiasi contenuto pericoloso compresa la pornografia, la violenza e il gioco d’azzardo è proibito nei giochi destinati ai minori.

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Ex Ilva, proclamato uno sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti ArcelorMittal

L’agitazione è stata indetta per venerdì 8 novembre e prenderà il via a partire dalle 7 del mattino. Intanto i lavoratori dell’indotto sono pronti a un blocco a oltranza.

Uno sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti di ArcelorMittal, prima programmato solo per il sito di Taranto, è stato proclamato dai sindacati Fiom, Fim e Uil per venerdì 8 novembre. La protesta avrà inizio dalle ore 7 del mattino e le segreterie territoriali definiranno le modalità di mobilitazione. ArcelorMittal, sostengono i sindacati, «ha posto condizioni provocatorie e inaccettabili e le più gravi riguardano la modifica del piano ambientale, il ridimensionamento produttivo a 4 milioni di tonnellate e la richiesta di licenziamento di 5 mila lavoratori, oltre alla messa in discussione del ritorno al lavoro dei 2 mila in amministrazione straordinaria». I sindacati «chiedono all’azienda l’immediato ritiro della procedura e al governo di non concedere nessun alibi alla stessa per disimpegnarsi».

I LAVORATORI DELL’INDOTTO PRONTI AL BLOCCO A OLTRANZA

Intanto, i segretari di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Fist Cisl, Uiltrasporti e Uiltucs Uil, che rappresentano gli operai dell’indotto, hanno fatto sapere di essere pronti al blocco dell’attività. «L’auspicio è che governo e istituzioni creino le condizioni per una soluzione definitiva. Senza una risposta esaustiva, unitariamente alle confederazioni di Cgil, Cisl e Uil e al fianco dei colleghi degli altri settori del siderurgico, saremo pronti a tutte le iniziative fino al blocco a oltranza delle attività lavorative nei propri settori».

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Due persone accoltellate sul Frecciarossa: l’aggressore fermato a Bologna

A colpire un addetto alle pulizie: dietro il gesto un movente di natura passionale. Il convoglio partito da Torino era diretto a Roma.

Un uomo e una donna sono stati colpiti con varie coltellate sul treno Frecciarossa partito da Torino e diretto a Roma: il ferimento è avvenuto poco dopo le 10.30 in territorio modenese, tra le stazioni di Reggio Emilia e Bologna. La donna, una 41enne di Milano, è stata portata via intubata e sarebbe in gravi condizioni, mentre l’aggressore, un calabrese 47enne, è stato bloccato dalla polizia ferroviaria nella stazione sotterranea di Bologna, grazie anche alla collaborazione di alcuni viaggiatori. L’uomo, ora in stato di fermo, affronterà l’udienza di convalida a Bologna. Successivamente gli atti saranno trasferiti alla procura di Modena per competenza territoriale. L’accusa che pende sul suo capo è quella di tentato omicidio. Il treno è stato fermo per diversi minuti per consentire i rilievi della Scientifica.

L’AGGRESSORE È UN ADDETTO ALLE PULIZIE

L’aggressore, secondo una prima ricostruzione fornita da Ferrovie dello Stato, sarebbe un operatore della ditta esterna che effettua servizi di pulizie a bordo dei Frecciarossa. La donna accoltellata è una dipendente della ditta esterna che effettua i servizi di ristorazione sui treni dell’Alta velocità. I controlli a bordo del convoglio, spiega Fs, sono stati necessari per verificare la dinamica e le cause dell’aggressione.

FORSE UN MOVENTE DI NATURA PASSIONALE

Potrebbe esserci un movente passionale all’origine dell’accoltellamento. L’ipotesi è che l’aggressore, fermato dalla Polfer a Bologna, conoscesse la donna e avesse o avesse avuto con lei una relazione. L’altro uomo sarebbe un passeggero, con ogni probabilità intervenuto per separare i due, ma a sua volta rimasto colpito.

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Le pessime previsioni d’autunno dell’Ue sull’Italia

Tagliate le stime del Pil per il 2020: siamo il fanalino di coda in Europa. Deficit in aumento al 2,3%. Debito al 136% e mercato del lavoro in deterioramento.

Deciso aumento del debito italiano nelle previsioni Ue d’autunno: nel 2019 salirà a 136,2% e nel 2020 a 136,8%. Bruxelles rivede così al rialzo le stime di primavera che lo davano a 133,7% e 135,2%. Le cause principali sono «debole crescita del Pil nominale, deterioramento dell’avanzo primario» e «costo in aumento delle misure passate», cioè reddito di cittadinanza e quota 100.

DEFICIT IN LEGGERO AUMENTO NEL 2020

La Commissione Ue prevede per l’Italia un deficit «stabile» al 2,2% per il 2019 e in leggero aumento al 2,3% nel 2020. «La spesa del governo aumenta per l’introduzione del reddito di cittadinanza e delle misure che ampliano la possibilità di pensionamento anticipato», visto che entrambe le misure mostreranno solo a partire dal 2020 «il loro pieno costo annuale», scrive Bruxelles. I dati del deficit delle previsioni di primavera erano molto più alti (2,5% e 3,5%), ma non incorporavano ancora la correzione di bilancio estiva.

ITALIA MAGLIA NERA IN EUROPA NELLE STIME SUL PIL

«L’economia italiana è in stallo dall’inizio del 2018 e ancora non mostra segnali significativi di ripresa», prosegue Bruxelles. Invariata rispetto all’estate la stima sul Pil 2019 (+0,1%), tagliata invece quella sul Pil 2020 (da +0,7% a +0,4%). Nel 2020 c’è una «modesta» ripresa della crescita, «grazie a domanda esterna e spesa delle famiglie, che però è attenuata dal mercato del lavoro in deterioramento». L’Italia si conferma ultima in Europa sia nel 2019 che nel 2020.

MERCATO DEL LAVORO IN DETERIORAMENTO

Nel nostro Paese, «il mercato del lavoro è rimasto resiliente di fronte al recente rallentamento economico, ma gli ultimi dati puntano a un deterioramento» Il calo della produttività è probabile che spinga i datori di lavoro «a tagliare posti o ricorrere a contratti temporanei» e il «numero dei senza lavoro difficilmente calerà anche a causa del nuovo reddito di cittadinanza che indurrà progressivamente più persone a registrarsi come disoccupate». Per il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, le previsioni Ue «sono molto in linea» con quelle del governo, «sul 2019 sono le stesse», e riguardano «una situazione che abbiamo ereditato», anche se «in realtà dati più recenti dell’Istat ci dicono che si potrebbe chiudere anche a 0,2. Sul 2020 lo scostamento è molto limitato, ma noi pensiamo che la nostra previsione sia corretta, e anzi prudente, e quindi contiamo in una crescita maggiore nel 2020».

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Macron attacca la Nato: «È in stato di morte cerebrale»

Il presidente francese, con le ambizioni di una Difesa europea, si getta a testa bassa contro l’Alleanza Atlantica e gli Usa: «L’America sta voltando le spalle al progetto europeo. È tempo di svegliarsi».

Emmanuel Macron ritiene che la Nato sia in stato di «morte cerebrale»: è quanto afferma lo stesso presidente francese al settimanale The Economist. Macron, che ha da sempre l’ambizione di far nascere una Difesa europea autonoma, si è gettato a testa bassa contro l’Alleanza Atlantica e gli Usa: «L’America sta voltando le spalle al progetto europeo. È tempo di svegliarsi».

I TRE GRANDI RISCHI SECONDO MACRON

Il capo dell’Eliseo ha lanciato un duro avvertimento sul futuro dell’Europa la cui «straordinaria fragilità» rischia di farla «scomparire» se non comincerà a concepirsi «come una potenza del mondo». «Non credo di drammatizzare le cose, cerco di essere lucido», afferma il presidente francese, evidenziando tre grandi rischi per l’Europa: aver «dimenticato di essere una comunità», il «disallineamento» della politica Usa dal progetto europeo e l’emergere della potenza cinese che «mette chiaramente l’Europa a margine».

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La Turchia dice di aver arrestato altri famigliari di al-Baghdadi

Ankara ha confermato di aver arrestato almeno 10 parenti del defunto leader dell’Isis. Tra questi anche uno dei figli.

Il numero di familiari del defunto leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi che sono stati catturati dalla Turchia è «vicino alla doppia cifra». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che il 6 novembre aveva annunciato la cattura di una moglie dell’autoproclamato Califfo, Asma Fawzi Muhammad al-Qubaysi, dopo quella della sorella maggiore, del cognato, della loro nuora e di 5 figli.

Secondo il leader di Ankara, che ha parlato prima di partire per una visita in Ungheria, altri membri della «cerchia ristretta» di al-Baghdadi starebbero cercando di entrare in Turchia per fuggire dalla Siria.

Il presidente turco ha anche confermato che con la moglie di al-Baghdadi, la Turchia ha catturato anche un figlio del defunto leader dell’Isis, il cui «Dna è stato confermato». «La moglie era nelle nostre mani da un anno, un anno e mezzo», ha aggiunto il leader di Ankara.

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Cosa dice l’ultimo bollettino economico della Bce

In evidenza «una protratta debolezza nelle dinamiche di crescita» e «la persistenza di pronunciati rischi al ribasso».

I dati più recenti, fra cui la crescita economica rallentata allo 0,2% nel secondo trimestre dallo 0,4% precedente, «continuano a indicare un’espansione moderata seppur positiva nell’area dell’euro nella seconda metà di quest’anno». Lo scrive la Bce nel bollettino economico, notando tuttavia «una protratta debolezza nelle dinamiche di crescita» e «la persistenza di pronunciati rischi al ribasso».

«PRONTI AD ADEGUARE STIMOLI PER SPINGER L’INFLAZONE»

Anche per questo, il Consiglio direttivo della Bce ribadisce «la necessità di mantenere un orientamento di politica monetaria ampiamente accomodante per un prolungato periodo di tempo» e «resta pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente all’obiettivo».

«I RISCHI LEGATI A BREXIT RESTANO ELEVATI»

Infine, «i rischi legati a Brexit restano elevati». Il negoziato per l’addio della Regno Unito all’Ue viene indicato tra gli altri rischi per l’economia internazionale – dai dazi alle incertezze su alcune economie emergenti – che «restano orientati al ribasso».

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EICMA 2019, sulla via della sostenibilità

Attenzione all’ambiente e alle tematiche sociali durante l’evento dedicato alle due ruote che segue la certificazione ISO 20121

Viaggia
sulla linea della sostenibilità l’edizione 2019 di EICMA,
l’Esposizione Internazionale del Ciclo e Motociclo, in programma da oggi, 5
novembre
, fino a domenica 10 novembre a Fiera Milano-Rho.
EICMA S.p.A., l’organizzatore di EICMA, per la 77esima edizione dell’evento
fieristico di caratura mondiale che detiene la leadership nel settore delle due
ruote, ha deciso di impegnarsi nel rendere sostenibile dal punto di
vista ambientale e sociale la manifestazione analizzando
le caratteristiche di impatto ambientale e sociale nella progettazione e
organizzazione dell’evento, promuovendo buone pratiche prima, durante e
dopo l’evento. Obiettivo? La certificazione ISO 20121, ovvero lo
standard internazionale per la gestione sostenibile degli eventi grazie alla
quale EICMA sarà la prima esposizione al mondo del suo settore (ciclo e
motociclo) ad essere certificata secondo questo standard.

I PRINCIPI VERSO LA SOSTENIBILITÀ

Un nuovo approccio dunque che passa attraverso la valorizzazione e l’incremento dell’attenzione verso l’ambiente e le tematiche sociali, puntando al coinvolgimento di tutti gli attori facenti parte della manifestazione (organizzazione, fornitori, espositori, operatori, media e visitatori) il tutto con una gestione che si fonda su alcuni principi che per EICMA S.p.A. sono dei capisaldi: trasparenza, integrità, inclusività, accessibilità, eredità, partecipazione e miglioramento continuo. Per tutte le info nello specifico durante i cinque giorni dell’evento verrà organizzata una postazione fissa di riferimento, presso la palazzina uffici di Fiera Milano dedicata a tutti gli stakeholder che avessero necessità di eventuali chiarimenti e informazioni sulle attività previste dal programma e dalla certificazione ISO 20121.

OBIETTIVI PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Nello specifico due sono gli obiettivi che EICMA ha pianificato di raggiungere seguendo lo standard ISO 20121. Da una parte è importante «aumentare la  consapevolezza da parte dei visitatori, espositori e operatori di essere partecipi di un evento organizzato con un’attenzione particolare alla sostenibilità, mirando a creare un maggiore coinvolgimento di tutti gli stakeholder» hanno specificato gli organizzati e dall’altro è essenziale anche «migliorare e potenziare la gestione dei rifiuti prodotti prima, durante e dopo l’evento, con una particolare attenzione ad espositori e punti di ristoro, bar e ristoranti». Comunicazione e sensibilizzazione, gestione dei rifiuti e riciclo materiali sono dunque un quartetto imprescindibile in questa 77edizione dell’Esposizione attraverso il quale passa il profondo impegno per il miglioramento dell’impatto ambientale e sociale della manifestazione.

VADEMECUM DEL VISITATORE SOSTENIBILE

Per rendere possibile tutto questo l’organizzazione di EICMA ha stilato un vero vademecum del visitatore sostenibile che propone sei “regole”, o meglio consigli e indicazioni di comportamento da adottare durante la visita nei padiglioni fieristici. Niente di così difficile o restrittivo ma solo delle semplici linee guida che permettono di vivere l’evento in modo non solo corretto per sé stesso e gli altri ma anche per l’ambiente, pensando al futuro. Eccole qui di seguito:


  • REGOLA, RISPETTA LE REGOLE!

    Segui le nostre indicazioni e contribuisci anche tu a rendere più sostenibile
    l’evento EICMA 2019 e la vita di tutti i giorni.
  • DIFFERENZIA-TI
    Non gettare i rifiuti a
    terra. All’interno e all’esterno dei padiglioni trove­rai i contenitori per la
    raccolta differenziata.
  • FATTI
    PIÙ IN LÀ!
    Ricorda di non
    parcheggiare moto e auto nei parcheggi ri­servati ai disabili e non ingom­brare
    gli accessi a loro necessari.
  • USA
    LA TESTA ANCHE QUANDO TI DIVERTI

    Continua ad avere comporta­menti sostenibili anche quando ti diverti, non solo
    a casa. Non sprecare acqua ed energia nelle strutture che ti ospitano.
  • NO
    MOZZICONI A TERRA!
    Non
    gettare i mozziconi di sigaretta a terra, una volta spenti puoi gettarli nei
    contenitori per i rifiuti indifferenziati o, se presenti, negli appositi
    contenitori per i mozziconi. Se puoi usa il posacenere da tasca.
  • MUOVITI
    IN MODO SOSTENIBILE
    Per
    raggiungere l’esposizione In primis i mezzi pubblici, biciclette, scooter e i
    vari sistemi di sharing che sono ottime soluzioni per muoversi in modo
    sostenibile. Utilizza l’autovettura solo se strettamente necessario e condividi
    il viaggio con amici o colleghi di lavoro.

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Torna in Italia Alvin, il bimbo portato via dalla madre arruolata nell’Isis

Il bambino era stato preso dalla mamma nel 2014 ed era andato con lei in Siria. Dove vive nel campo profughi di al Hol. Lei sarebbe morta in un’esplosione.

Sta tornando in Italia, dopo ricerche da parte dello Scip della Polizia e del Ros dei carabinieri, il bimbo di 11 anni portato da Barzago (Lecco) in Siria dalla madre Valbona, che lasciò il marito e padre del bimbo per arruolarsi nell’Isis, il 17 dicembre 2014. Il ragazzino di nome Alvin, la cui madre sarebbe morta in un’esplosione, si trovava nel campo profughi di Al Hol in Siria. A Milano, dove pende un procedimento sulla donna coordinato dal pm Alberto Nobili, il gup Guido Salvini attivò le ricerche della donna e del figlio. Il bambino potrebbe rientrare in Italia già l’8 novembre.

«SI RICORDA DELL’ITALIA»

«Ricorda di avere avuto dei pregressi in Italia, il minore», ha spiegato in un verbale di fine settembre, di fronte al gup di Milano Guido Salvini, un investigatore del Ros dei carabinieri raccontando passo passo le ricerche per ritrovare e riportare in Italia il bambino. Una foto del piccolo, che veniva da personale della Croce Rossa, è stata mostrata al padre «che ha riconosciuto nel minore il figlio».

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La Cina annuncia l’intesa per una riduzione dei dazi con gli Usa

L’annuncio è stato dato dal portavoce del governo di Pechino Gao Feng, che ha parlato di una misura graduale senza fornire ulteriori dettagli.

Cina e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per la riduzione «graduale» dei dazi che erano stati posti reciprocamente per penalizzare le importazioni di prodotti. Lo ha detto all’agenzia Bloomberg Gao Feng, portavoce del governo di Pechino, senza fornire ulteriori dettagli sull’intesa.

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Il Corriere della Sera e il contributo non condizionante

In occasione dell’evento Tempo della salute, in Rcs si sono inventati una dicitura inedita nel mondo dei contenuti sponsorizzati: una genialata destinata ad aprire nuovi orizzonti per l’editoria agonizzante.

Peculiarità del tempo, anzi dei Tempi, direbbe la nota influencer Taylor Mega. Dopo quello delle donne, gigantesca macchina che alterna eventi, ospiti e sponsor generalmente catalogati come powered by in quanto fornitori di generoso contributo, il marketing del Corriere della sera replica con il Tempo della salute, una due giorni che inizia sabato 9 novembre e dove ciascuno può ritrovare l’universo mondo dei propri acciacchi e fior di esperti che pensosamente ne dibattono. Con tanto di aziende che per ciascun incontro aprono il portafoglio e finanziano.

Solamente che, a differenza delle Donne, qui lo sponsor puzza, trattandosi per la gran parte di aziende farmaceutiche che evidentemente potrebbero pesantemente condizionare il libero contenuto degli eventi. Naturalmente nessuno dubita della correttezza deontologica per cui se parlo di mal di testa non citerò ai quattro palmenti il marchio di una nota aspirina.

Però siccome a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca, in Rcs si sono inventati una dicitura inedita: il contributo non condizionante. Cosa vuol dire? Beh, che se si parla di osteoporosi e si illustreranno le medicine prodotte dalla Amgen non è perché il nome dell’azienda americana figura il calce come contributore, visto che il suo apporto è specificatamente indicato come non condizionante.

I NUOVI ORIZZONTI DEL CONTENUTO SPONSORIZZATO

Voi capite bene che nel rutilante e sempre più invasivo universo del contenuto sponsorizzato (del resto i giornali da soli faticano a stare in piedi) l’ingresso del contributo non condizionante è una genialata destinata ad aprire nuovi orizzonti. Prendiamo un caso: di recente il cdr del quotidiano si è lamentato dello spazio dato dalle sue austere colonne alla presentazione del calendario di For men magazine, che ha per protagonista una prorompente, sensuale e poco coperta Taylor Mega.

Siamo entusiasticamente convinti che il contributo non condizionante sarà la nuova frontiera, oltre che la panacea, dell’editoria agonizzante

I giornalisti hanno subito storto il naso, biasimando che la loro autorevole testata dedicasse spazio a un calendario per camionisti, ancorché realizzato su iniziativa di un periodico del loro editore. Ebbene, se Rcs avesse accompagnato all’occasione la performance di Taylor Mega con la dicitura di «contributo non condizionante della Cairo communication» si sarebbero evitata la ridda di mal di pancia. Siamo dunque entusiasticamente convinti che il contributo non condizionante sarà la nuova frontiera, oltre che la panacea, dell’editoria agonizzante. Fin da subito.

Urbano Cairo.

LEGGI ANCHE: La Lega di Salvini è all’opposizione, ma non in Rai

Infatti a guardare il calendario di Tempo della salute è tutto un florilegio di contributi non condizionanti. Con qualche effetto di involontaria ironia che deve essere sfuggito agli organizzatori. Quando per esempio si illustrano i contenuti della conferenza sull’emicrania, si definisce l’emicranico come «un malato in libertà condizionata tra una crisi e l’altra». Chissà che il contributo non condizionante della Novartis possa essere un benaugurante segno di guarigione possibile dalla fastidiosa malattia.

P.s. Questo articolo è stato scritto senza alcun contributo non condizionante, ma se qualcuno volesse farsi avanti, sempre senza condizionare, il marketing di Lettera43 è a diposizione.

Quello di cui si occupa la rubrica Corridoi lo dice il nome. Una pillola al giorno: notizie, rumors, indiscrezioni, scontri, retroscena su fatti e personaggi del potere.

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Il governo in bilico sulla partita ex Ilva

Il premier Conte richiama la maggioranza all’unità dopo le frizioni con ArcelorMittal, che per proseguire con l’acquisizione dell’acciaieria chiede ora il taglio di 5 mila posti di lavoro.

Sull’immunità per ArcelorMittal restano intatte le tensioni nella maggioranza e nel Movimento 5 stelle. «Lo scudo penale è stato offerto ed è stato rifiutato. Il problema è industriale», sottolinea il premier Giuseppe Conte dopo l’incontro con i vertici indiani, riferendo che dall’azienda è arrivata una richiesta di «5 mila esuberi». Una condizione che l’azienda franco-indiana pone non ritenendo sostenibile un così elevato numero di dipendenti. Conte chiama poi tutto il Paese e le forze di opposizione alla compattezza: «Chi viene in Italia deve rispettare le regole», aggiunge infatti il presidente del Consiglio durante le registrazioni di Porta a Porta, «il governo non potrà mai accettare le richieste di Mittal». E ancora: «Non è un problema legale, perché una battaglia legale ci vedrebbe tutti perdenti. Ove mai fosse giudiziaria, sarebbe quella del secolo. Non si può consentire che si vada via senza rispettare gli obblighi contrattuali».

IL GOVERNO SI SPACCA SULLO SCUDO PENALE

«Chiameremo tutto il Paese a raccolta», insiste Conte ribadendo il suo messaggio alla politica: è il momento dell’unione. Una compattezza che, sul decreto offerto a ArcelorMittal sullo scudo penale, manca del tutto vista la ferma contrarietà di una parte del M5s. Tanto che, dopo tre ore e mezza di Consiglio dei ministri quel decreto non salta fuori. Avanti così, sono i commenti dal Pd, non si può andare. Già le bordate arrivano da tutte le parti, dalla Lega di Matteo Salvini a Confindustria, almeno gli alleati devono mettere da parte strappi e polemiche, perché, è l’avvertimento che manda il Partito democratico, «a forza di tirare, la corda si spezza».

LE CONDIZIONI «INACCETTABILI» DI ARCELORMITTAL

Ma per il caso Ilva ora il problema non è questo. La norma sullo scudo penale, raccontano fonti di governo, è stata di fatto messa sul tavolo nell’incontro con ArcelorMittal, al pari di altre rassicurazioni, come il pieno sostegno a un piano che renda l’ex Ilva un «hub della transizione energetica». Tutto inutile. L’azienda vuole l’addio o un taglio draconiano della forza lavoro, che costringerebbe il governo a intervenire sulla cassa integrazione. Con un’appendice: il governo non accetterà mai i 5 mila esuberi richiesti. I sindacati Fiom, Fim e Uilm, proclamando uno sciopero di 24 ore in tutti gli stabilimenti ArcelorMittal, hanno definito le condizioni dell’azienda «provocatorie e inaccettabili».

PATUANELLI: «ARCELORMITTAL NON SA GESTIRE IL SUO PIANO»

Saranno 48 ore di suspense. Perché la trattativa con ArcelorMittal non è ancora definitivamente chiusa. Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli sottolinea che ArcelorMittal era a conoscenza della scadenza della «protezione legale» al marzo 2019, pur «auspicando» in una nota «che si risolvesse la criticità» della mancata estensione dello scudo fino al termine dell’esecuzione del Piano Ambientale nel 2023. Nonostante questo l’azienda «presentava offerta irrevocabile» e «palesava quindi di aderire alla misura restrittiva» relativa alla protezione legale. Secondo Patuanelli, non ci sono elementi per far scattare il recesso. «I rappresentanti di ArcelorMittal ci hanno detto chiaramente che non sono in grado di portare a termine il loro Piano industriale per rilanciare l’Ilva», dice Patuanelli.

FONTI DI GOVERNO: «PRATICAMENTE SIAMO GIÀ IN CAUSA»

«Al momento la via concreta è il richiamo alla loro responsabilità», spiega Conte che ha chiesto a Lakshmi Mittal e a suo figlio di aggiornarsi tra massimo due giorni per una nuova proposta. È una delle poche volte, da quando è a Palazzo Chigi, che Conte pone il suo accento sulla serietà del problema. Il premier, secondo alcuni quotidiani, starebbe già studiando di affidare l’azienda a un commissario. E sono parole che danno il tono della fumata nerissima registrata dopo l’incontro con i vertici di ArcelorMittal.

Nel governo si stanno cercando strade alternative. Un piano B che non includerebbe la partecipazione di Cdp ma che potrebbe concretizzarsi con una nuova cordata

«Vogliono il disimpegno o un taglio di 5 mila lavoratori» ma «nessuna responsabilità sulla decisione dell’azienda può essere attribuita al governo», spiega Conte sentenziando un concetto che sa di protesta di un intero sistema: «l’Italia è un Paese serio, non ci facciamo prendere in giro». Già perché, per il governo, semplicemente ArcelorMittal non rispetta un contratto aggiudicato dopo una gara pubblica. Tanto che fonti di governo descrivono lo scontro con l’azienda in questi termini: «Praticamente siamo già in causa». E, nell’esecutivo, emerge anche un’altra considerazione: quanto conviene che l’azienda resti? Per questo, parallelamente, si stanno cercando «strade alternative». Un piano B, insomma, che non includerebbe la partecipazione di Cdp ma che potrebbe concretizzarsi con una nuova cordata. È un’ipotesi che non riguarderebbe necessariamente Jindal o AcciaItalia. Sulla questione si è espresso anche il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, che a Tagadà, su La 7 ha detto: «Faremo di tutto per far rispettare a Mittal il suo contratto. Se ciononostante non dovessimo riuscirci, certamente l’Ilva non muore lì, e l’Italia non muore lì: questo deve essere chiaro».

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Due tifosi scozzesi accoltellati a Roma prima di Lazio-Celtic

Ore di tensione alla vigilia del match di Europa League in programma all’Olimpico. Il ferimento al culmine di una rissa davanti a un pub. In città è scattato il piano di sicurezza.

Alta tensione alla vigilia dell’incontro di Europa League tra Lazio e Celtic in programma allo stadio Olimpico di Roma nel tardo pomeriggio del 7 novembre. Due tifosi scozzesi sono stati soccorsi nella notte dopo essere stati accoltelli da supporter biancocelesti in pieno centro .

SCATTATO IL PIANO DI SICUREZZA

A quanto ricostruito finora alla polizia, c’è stata prima una rissa davanti a un pub e poi l’accoltellamento. A essere colpiti uno scozzese 52enne nei pressi del pub e un altro 35enne in piazza Beniamino Gigli, poco distante da lì. Nella giornata del 6 novembre era scattato il piano di sicurezza per la partita di Europa League in programma allo Stadio Olimpico.

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Assegnata la scorta a Liliana Segre

Dopo i continui messaggi d’odio sui social, le autorità hanno deciso di garantire la protezione alla senatrice a vita. Salvini: «Anch’io ricevo minacce ogni giorno».

I carabinieri del Comando provinciale di Milano garantiranno la scorta alla senatrice a vita Liliana Segre, deportata nel gennaio del 1944 dal binario 21 della stazione Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, e sopravvissuta all’Olocausto. Lo fa sapere il Corriere della Sera. La misura di protezione, da tempo sotto esame, è stata disposta nel pomeriggio di mercoledì, durante il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico presieduto dal prefetto Renato Saccone e con al tavolo i vertici cittadini delle forze dell’ordine.

SALVINI: «ANCH’IO RICEVO MINACCE OGNI GIORNO»

«Le minacce contro Segre, contro Salvini, contro chiunque sono gravissime», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini lasciando una manifestazione di Coldiretti in corso in piazza Montecitorio. «Anche io ne ricevo quotidianamente», ha aggiunto.

LA COMUNITÀ EBRAICA: «L’ANTISEMITISMO C’È»

«Il fatto che una senatrice sopravvissuta ad Auschwitz abbia bisogno della scorta indica che il Paese ha fallito e che l’antisemitismo c’è. Dopo l’attentato nell’82 a Roma le comunità ebraiche hanno iniziato ad essere sorvegliate, esigenza che non è mai venuta meno. Il rabbino Toaff era scortato, il rabbino Di Segni è scortato, come le presidenti di Roma, Dureghello, dell’Ucei, Di Segni. I nostri bambini entrano nelle nostre scuole scortati», ha dichiarato il vicepresidente della comunità di Roma Ruben Della Rocca.

SOLIDARIETÀ DAL PD

«A Liliana Segre, una delle ultime sopravvissute italiane alle camere a gas di Auschwitz-Birkenau, oggi lo Stato assegna una scorta perché la deve difendere da nuove minacce. È un terribile segnale, è un mondo che corre all’indietro. Difendere oggi chi ha attraversato l’inferno ieri è un dovere ma è anche una sconfitta»: così in una nota il deputato Pd Emanuele Fiano. Per la sottosegretaria ai rapporti con il parlamento Simona Malpezzi, «la decisione di mettere sotto tutela la senatrice Segre, per le continue minacce che riceve, rende l’idea del pericolo che corrono tutte le persone civili e democratiche nel nostro Paese. C’è un clima sociale e politico pesante in Italia che viene spesso sottovalutato, da oggi non deve essere più possibile tollerare qualsiasi manifestazione o cedimento verso posizioni razziste e fasciste. È un impegno che tutti i gruppi parlamentari devono assumere con chiarezza. Lo dobbiamo a Lilliana Segre, lo dobbiamo alla democrazia che va difesa senza alcuna ambiguità».

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La Borsa italiana e il valore dello spread del 7 novembre 2019

Piazza Affari in positivo: occhi puntati su Unicredit, che ha messo in vendita la sua quota in Mediobanca. Il differenziale Btp-Bund riparte da 132 punti base. I mercati in diretta.

Avvio di giornata positivo per Piazza Affari nella seduta di giovedì 7 novembre. L’indice Ftse Mib ha segnato in apertura un rialzo dello 0,49% a 22.490 punti, per poi crescere a +0,9%. La giornata precedente era terminata con un +0,04%. Occhi puntati su Unicredit, che ha messo in vendita l’intera quota di azioni possedute in Mediobanca. Seduta in rialzo per le principali Borse europee. Parigi guadagna lo 0,3% a 5.888 punti, Francoforte lo 0,7% a 13.258 punti e Londra lo 0,3% a 7.423 punti.

LO SPREAD APRE A QUOTA 132 PUNTI BASE

Lo spread tra Btp e Bund è poco mosso in avvio di giornata. Il differenziale ha segnato 132,4 punti, sostanzialmente sugli stessi livelli del giorno precedente. Il rendimento del titolo decennale italiano è pari allo 0,99%.

SEDUTA POSITIVA PER LE BORSE ASIATICHE

Listini di Borsa positivi in Asia e nel Pacifico dopo le dichiarazioni di Gao Feng, portavoce del governo cinese, sul raggiungimento di un accordo con gli Usa per ridurre «gradualmente» le tariffe incrociate che erano state poste sulle importazioni dai due Paesi. Tokyo ha guadagnato lo 0,11%, Shanghai ha chiuso a differenza di Taiwan (-0,4%). Stabile Seul (+0,01%), in deciso rialzo Sidney (+1%), favorita dal rialzo del greggio (Wti +0,5%). Positivi i futures sull’Europa e su Wall Street nonostante il rallentamento della produzione industriale tedesca e in attesa delle vendite al dettaglio in Italia e del bollettino economico della Bce.

GLI AGGIORNAMENTI DEI MERCATI IN DIRETTA

10.27 – L’EUROPA PROSEGUE IN TERRITORIO POSITIVO

Borse europee moderatamente positive in prospettiva di una soluzione sulla guerra dei dazi, dopo l’accordo con gli Usa annunciato da un portavoce del governo cinese. Milano (Ftse Mib +0,9%) è in testa, spinta dalle trimestrali di Unicredit (+4,55%), Generali (+3,63%) e da Pirelli (+2,46%), esposta sulla Cina. Seguono Francoforte (+0,7%), Madrid (+0,5%), Parigi e Londra (+0,3% entrambe). Al rallentatore la produzione industriale tedesca in settembre (-0,6%), mentre sono salite le vendite al dettaglio in Italia (+0,7%) e la Bce ha diffuso il tradizionale bollettino economico mensile. Positivi i futures su Wall Street, in vista delle richieste settimanali di sussidi e del rilascio di credito al consumo. Sugli scudi sulla piazza di Amsterdam ArcelorMittal (+7,27%), dopo un trimestre in linea con le stime degli analisti e le previsioni sulle vendite a fine anno, che rimarranno stabili.

9.58 – MILANO SALE ANCORA

Piazza Affari procede in territorio positivo (Ftse Mib +0,66%), spinta da Unicredit (+4,15%) dopo la cessione dell’8,4% in Mediobanca (-0,33%), piuttosto fiacca, e a seguito di un utile trimestrale salito di oltre l’8%.

9.21 – TUTTI I LISTINI EUROPEI IN RIALZO

Apertura in rialzo per le principali Borse europee. Parigi guadagna lo 0,38% a 5.888 punti, Francoforte lo 0,59% a 13.258 punti e Londra lo 0,36% a 7.423 punti.

9.06 – UNICREDIT CORRE IN BORSA

Avvio sprint per Unicredit in Piazza Affari dopo la cessione del pacchetto dell’8,4% in Mediobanca e i conti trimestrali. Il titolo ha segnato un rialzo del 3,8% a 12,55 euro. Piatto l’andamento delle azioni di Piazzetta Cuccia (-0,23% a 10,77 euro).

9.02 – PIAZZA AFFARI APRE IN POSITIVO

Avvio di seduta positivo per Piazza Affari. L’indice Ftse Mib segna un rialzo dello 0,49% a 22.490 punti.

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ArcelorMittal vuole 5 mila esuberi per tenersi l’ex Ilva

Conte in una drammatica conferenza stampa: «Richiesta inaccettabile, offrano soluzioni che ci rassicurino». Il governo è disponibile a ripristinare l’immunità. Altre 48 ore per trattare, ma lo scenario è fosco.

Il premier Giuseppe Conte ha confermato in conferenza stampa che ArcelorMittal vuole 5 mila esuberi – su un totale di 10.777 dipendenti, di cui 1.200 già in cassa integrazione – per tenersi l’ex Ilva, che ogni giorno a Taranto perde 2,5 milioni di euro. Una condizione durissima, che il governo ritiene «inaccettabile». L’esecutivo, ha detto Conte, «è disponibile al ripristino dell’immunità sul piano ambientale, per sgombrare il campo da un falso problema. Ma nella discussione con l’azienda è venuto fuori che non è questa la vera causa del disimpegno. Lo dico senza timore di essere smentito: lo scudo penale non è il tema. Il tema vero è che ArcelorMittal ritiene che gli attuali livelli di produzione non siano sostenibili per remunerare gli investimenti. Dunque non ritiene possibile garantire l’occupazione».

In diretta da Palazzo Chigi

Posted by Giuseppe Conte on Wednesday, November 6, 2019

LEGGI ANCHE: Quanto pesa la possibile chiusura dall’ex Ilva sull’indotto

Sul dossier scatta ufficialmente «un allarme rosso» ed è necessario che «il Paese regga l’urto di questa sfida». Ma secondo il premier «nessuna responsabilità sulla decisione dell’azienda può essere attribuita al governo. Siamo disponibili a tenere aperta una finestra negoziale, 24 ore su 24. Invitiamo ArcelorMittal a prendersi un paio di giorni per offrire soluzioni che ci rassicurino sulla continuità dei livelli occupazionali, dei livelli produttivi e sul piano di risanamento ambientale». Ma quali strumenti concreti ha il governo per tentare di convincere l’azienda a tornare sui suoi passi, senza finire in Tribunale? Ben pochi. E Conte lo ha ammesso: «Ho offerto lo scudo penale, è stato rifiutato. Ho quindi chiesto di aprire un tavolo di negoziazione». Ma le mani del governo sono sostanzialmente vuote, a meno di non voler immaginare un ricorso massiccio alla cassa integrazione o un costosissimo subentro dello Stato. «Al momento non c’è nessuna soluzione, nessuna richiesta nostra è stata accettata», ha aggiunto il premier.

PATUANELLI: «LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE È STRUTTURALE»

Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, visibilmente scosso, ha ribadito il concetto: «Questa è una vertenza industriale. ArcelorMittal vuole ridurre la produzione a 4 milioni di tonnellate e vuole 5 mila persone in meno. Ma ha vinto la gara promettendo 6 milioni di tonnellate e 8 milioni dal 2024. C’è un altro problema: se non si produce, non si investe nemmeno sul risanamento ambientale. Noi siamo disponibili ad accompagnare la situazione attuale, legata alle tensioni commerciali e alla crisi dell’automotive. Ma loro sono stati chiari: la riduzione della produzione è strutturale. Per noi è inaccettabile, il piano industriale di ArcelorMittal è stato proposto nel 2017, di fatto sono dentro da un anno».

SINDACATI CONVOCATI PER IL 7 NOVEMBRE

Conte ha promesso che gli operai e le comunità locali non saranno lasciati soli: «Domani convocheremo i sindacati. C’è l’assoluta determinazione di rilanciare l’ex Ilva e Taranto. Non è questione di minoranza o maggioranza, le polemiche politiche sono assolutamente inutili». Oltre agli esuberi, ArcelorMittal avrebbe chiesto anche una norma ad hoc per tenere in vita l’altoforno 2, che non è a norma e che rischia di essere spento dalla magistratura. Le organizzazioni dei lavoratori sono pronte alla mobilitazione. La Fim-Cisl si è mossa autonomamente con uno sciopero immediato, mentre in serata la Fiom e la Uilm hanno proclamato una giornata di astensione dal lavoro per l’8 novembre e una manifestazione a Roma, «di fronte all’arroganza» di ArceloMittal e alla «totale incapacità della politica».

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Seggiolini antiabbandono obbligatori dal 7 novembre

Il decreto fiscale ha creato un fondo che dà un incentivo di 30 euro per ciascun dispositivo acquistato. Per gli automobilisti inadempienti sanzioni da 81 a 326 euro e decurtazione di 5 punti dalla patente.

Doveva partire a marzo dell’anno prossimo, ma scatta invece il 7 novembre 2019 l’obbligo di montare sulle auto i seggiolini antiabbandono per il trasporto di bambini di età inferiore ai quattro anni. Il ministero dei Trasporti ha infatti appena pubblicato una circolare in cui spiega che il regolamento di attuazione dell’articolo 172 del nuovo Codice della Strada, pubblicato il 23 ottobre sulla Gazzetta Ufficiale, entra in vigore 15 giorni dopo, ovvero il 7 novembre. Chi non si doterà dei seggiolini antiabbandono incorrerà in una sanzione amministrativa da 81 a 326 euro e subirà la decurtazione di 5 punti dalla patente.

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Presunto dirottamento ad Amsterdam, per la compagnia è un falso allarme

La polizia olandese è intervenuta per una «situazione sospetta» nello scalo di Schiphol. Ma poi l’allarme si è rivelato infondato, come confermato dalla stessa compagnia coinvolta.

Momenti di grande paura questa sera all’aeroporto di Amsterdam Schiphol, quando si è temuto un tentativo di dirottamento di un aereo della Air Europa. Per fortuna, invece, si è trattato di un falso allarme, attivato per errore dal pilota, come ha reso noto in seguito la stessa compagnia aerea.

L’allerta è scattata intorno alle 19.30 nello scalo olandese, uno dei più trafficati d’Europa. Il pilota di un volo in partenza per Madrid ha premuto il pulsante che attiva l’allarme dirottamento. Immediate sono scattate le procedure d’emergenza a terra, con diverse ambulanze accorse sul posto, insieme con i reparti speciali della polizia, che nel frattempo ha diramato un avviso cosiddetto Grip 3, che indica un livello di rischio per «un elevato numero di persone».

L’ALLARME VISSUTO DAL GOVERNO

Notizie su un possibile dirottamento sono subito rimbalzate sui social, facendo temere il peggio, perché più fonti hanno confermato l’attivazione dell’allarme dirottamento dall’aeroplano, quando a bordo c’erano circa 27 persone tra passeggeri ed equipaggio. Creando agitazione fino ai piani alti del governo: «Sta succedendo qualcosa, spero che finisca bene», ha fatto sapere il premier Mark Rutte, costantemente aggiornato sulla situazione in corso. Un meeting alla Camera bassa è stato sospeso e un giornalista del quotidiano locale Telegraaf ha spiegato che il ministro della giustizia e sicurezza Ferdinand Bernhard Joseph Grapperhaus «aveva altro per la testa», evidentemente concentrato su quello che stava succedendo ad Amsterdam.

L’AMMISSIONE DI COLPA DELLA AIR EUROPA

Poco più di un’ora dopo, alle 20.30, c’è stata la prima volta che ha fatto tirare un sospiro di sollievo. La polizia ha reso noto che tutti i passeggeri e l’equipaggio erano stati sbarcati dall’aereo in sicurezza. Pochi minuti dopo, l’Air Europa ha chiarito tutta la vicenda, ammettendo la propria responsabilità: «Falso allarme. Nel volo Amsterdam-Madrid, questa sera, è stato attivato, per errore, un allarme che avvia protocolli sui dirottamenti. Non è successo nulla, tutti i passeggeri aspettano di volare presto. Siamo spiacenti». Anche l’aeroporto di Schiphol, che aveva chiuso il gate D, ha poi fatto sapere che l’operatività dello scalo è stata ripristinata.

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