Corea del Sud, l’addio alla carne di cane entro il 2027
La Corea del Sud dice addio alla carne di cane sulle tavole dei cittadini e dei turisti. Secondo quanto riferisce il Washington Post, il Partito popolare del potere avrebbe stilato anche un calendario per arrivare al divieto totale, con misure graduali che potrebbero entrare in vigore già entro la fine del 2023. I giovani sudcoreani hanno chiesto da tempo l’introduzione della norma, per fermare quella che viene definita non un’usanza ma una «crudeltà». Secondo uno studio, nonostante sia diminuito il consumo di carne di cane, esistono ancora circa 1.150 allevamenti di cani con oltre mezzo milione di esemplari utilizzati per questo scopo.
L’annuncio: «La legge speciale emanata entro l’anno»
Dopo un incontro in Parlamento con i funzionari del ministero dell’Agricoltura e attivisti per i diritti degli animali, è stato il deputato Yu Eui-dong a dare l’annuncio. Il politico ha spiegato: «Prevediamo l’emanazione di una Legge speciale per vietare la carne di cane entro quest’anno». E ha aggiunto: «Garantiremo pieno sostegno ad allevatori, macellai e altri imprenditori». Il governo prevederà indennizzi per le attività registrate e per tutti quegli allevamenti legalizzati che dovranno riconvertire la propria produzione. Tra l’altro, il presidente della Corea del Sud, Yoon Suk Yeol, e sua moglie, Kim Keon Hee, hanno sei cani e cinque gatti. E da tempo sono promotori della battaglia in favore del divieto.
La scomparsa entro tre anni
La normativa che le autorità sono in procinto di lanciare, prevede un avvicinamento graduale alla scomparsa dell’intero comparto. Il divieto totale dovrebbe scattare quindi nel 2027, mentre nel corso dei prossimi tre anni si provvederà a sostenere le attività collegate nelle riconversione. Chae Jung-ah di Humane Society International ha dichiarato: «La notizia che il governo sudcoreano sia pronto a vietare l’industria della carne di cane è come un sogno che diventa realtà per tutti noi che ci siamo battuti per porre fine a questa crudeltà». Contraria, invece, l’associazione coreana degli allevatori di cani.