Gli Usa, l’Ue e il braccio di ferro sul vaccino anti coronavirus

Gli Stati Uniti puntano ad assicurarsi le prime dosi grazie agli investimenti nella ricerca. Sanofi chiarisce: «Non daremo la priorità a Washington». Ma chiede un maggiore sforzo all’Unione europea.

Il gigante farmaceutico francese Sanofi non distribuirà prioritariamente negli Usa un eventuale vaccino contro Covid-19, come dichiarato il 13 maggio – suscitando un’ ondata di polemiche – dal suo dg. Sanofi ha però sottolineato che non darà preferenza agli Usa se l’Unione Europea si mostrerà «altrettanto efficace» nel finanziare lo sviluppo del vaccino. «In questo periodo gli americani sono efficaci – ha detto a BFM-TV il presidente di Sanofi France, Olivier Bogillot – anche l’Ue deve esserlo altrettanto, aiutandoci a mettere a disposizione molto rapidamente il vaccino».

PARIGI E BRUXELLES ALZANO LA VOCE

Il 13 maggio, Sanofi, attraverso il dg Paul Hudson, aveva fatto sapere che avrebbe distribuito agli Usa, prima che agli altri Paesi, un eventuale vaccino, poiché le autorità americane hanno investito finanziariamente per sostenere le ricerche del gruppo farmaceutico. Hudson aveva precisato che l’anticipo potrebbe essere di qualche giorno o di qualche settimana. L’annuncio era stato definito inaccettabile dalla sottosegretaria all’Economia francese, Agnès Pannier-Runacher. Anche l’Ue, attraverso un portavoce della Commissione europea, si era fatta sentire, spiegando che l’accesso al vaccino contro il coronavirus deve essere universale e ricordando che la «solidarietà e lo stretto coordinamento è la migliore risposta».

Siamo in grado di vedere, se tutto procede come previsto, che alcuni di essi (vaccini) potrebbero essere pronti per l’approvazione tra un anno

Ema

I tempi ancora restano incerti. Il vaccino potrebbe essere pronto in un anno in uno scenario «ottimistico», basato sui dati degli studi in corso, ha affermato l’Agenzia europea del farmaco. «Siamo in grado di vedere, se tutto procede come previsto, che alcuni di essi (vaccini) potrebbero essere pronti per l’approvazione tra un anno», ha detto Marco Cavaleri, responsabile dell’Ema per le minacce alla salute biologica e la strategia dei vaccini, durante una conferenza stampa video.

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