Via libera al Milleproroghe con una mina per i concessionari autostradali
In caso di revoca subentra Anas. Un modo del governo per nazionalizzare? Benetton, Gavio e gli altri sul piede di guerra. Nel decreto, licenziato dal Cdm “salvo intese”, salta la norma sui vertici di Anac.
Aria di nazionalizzazione? I concessionari autostradali sono in fermento per una norma infilata nella bozza del Milleproroghe che ha ottenuto il via libera del Consiglio dei ministri.
GESTIONE AFFIDATA IN ATTESA DI NUOVA GARA
L’articolo 33 prevede infatti che in caso di revoca, decadenza o risoluzione di concessioni di strade o autostrade, in attesa di individuare un nuovo concessionario, la gestione può passare all’Anas, l’ente nazionale per le strade.
AD ANAS ANCHE LE ATTIVITÀ DI MANUTENZIONE
Al concessionario è dovuto il valore delle opere realizzate, le penali e gli altri costi da sostenere in conseguenza dell’estinzione del rapporto, a meno che lo stop alla concessione sia per suo inadempimento. Anas potrà inoltre svolgere le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e quelle di investimento finalizzate alla loro riqualificazione o adeguamento. Una mina vagante per i concessionari, che dai Benetton al gruppo Gavio sono tutti in agitazione.


L’AISCAT: «UNA GRAVISSIMA LESIONE»
Sul tema Italia viva ha votato contro in Cdm, spiegando di aver messo a verbale il dissenso. Ovviamente anche l’associazione dei concessionari autostradali Aiscat non l’ha presa bene. E ha espresso «sconcerto e incredulità» per quell’articolo 33 che «sembra inficiato da forti dubbi di incostituzionalità», e «genera una gravissima lesione dello Stato di diritto, in quanto modifica per legge e in modo unilaterale i contratti in essere tra lo Stato e i concessionari autostradali». Insomma il provvedimento «rischia di provocare conseguenze estremamente gravi nei confronti di diverse società concessionarie, in particolare di quelle quotate in Borsa».
TESTO LICENZIATO SALVO INTESE: SALTA LA QUESTIONE ANAC
Il decreto è stato licenziato con la formula “salvo intese“: nel testo è saltata la norma «per assicurare la continuità» delle funzioni dell’Autorità nazionale anticorruzione. Un passaggio attribuiva al componente del consiglio con maggiore anzianità l’esercizio delle funzioni di presidente, ruolo ricoperto da Raffaele Cantone fino al 23 ottobre 2019. Il tema era affrontato anche in un emendamento alla manovra poi non ammesso.
SPORT E SALUTE, NIENTE MODIFICA ALLA GOVERNANCE
Altra questione saltata è quella della modifica alla governance di Sport e Salute Spa, la società che ha sostituito Coni Servizi. La nuova bozza del Milleproroghe infatti non contiene l’articolo che introduceva nuove “distribuzioni” delle funzioni, cambiamenti nella composizione del consiglio di amministrazione e nelle modalità di nomina.
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