Di Maio dice che Lannutti non guiderà la commissione banche
Luigi Di Maio ha confermato che il senatore grillino ha deciso di fare un «passo di lato» rinunciando alla presidenza. In pole per sostituirlo Maniero e Ruocco.
A piccoli passi verso l’intesa sulla commissione banche. Luigi Di Maio, dopo giorni di polemiche, ha annunciato il «passo di lato» di Elio Lannutti dalla presidenza della commissione banche fornendo così il suo volto più dialogante al Pd. È stato il segno di una relativa tregua che, all’indomani dell’arrivo di Beppe Grillo, ha sembrato caratterizzare le fine dell’anno della maggioranza. La nomina del senatore grillino aveva fatto scoppiare diverse polemiche. Da un lato c’era chi lo attaccava per vecchi post antisemiti, dall’altro chi evidenziava come il figlio fosse un dipendente della Banca popolare di Bari, salvata recentemente da un intervento del governo.
AL SUO POSTO FORSE RUOCCO O MANIERO
Di Maio ha annunciato il ritiro di Lannutti in tv, nel salotto di Bruno Vespa. Un ritiro volontario, ci ha tenuto a dire il capo politico, ben consapevole che, tuttavia, con il senatore M5s l’accordo con i Dem era impossibile. E ora gli occhi sono puntati sui secondi più votati dal M5S, il deputato Alvise Maniero e la presidente della commissione Finanze Carla Ruocco. Senza escludere dalla gara il Questore del Senato Laura Bottici e il deputato Raphael Raduzzi.
UN PASSAGGIO PER RINSALDARE LA MAGGIORANZA
L’accordo con il Pd ora è alla portata. La presidenza resterebbe comunque al M5s e si potrebbe incrociare con una girandola di nuove nomine (in sostituzione di Ruocco o di Bottici) e con l’elezione del presidente della commissione sui fatti di Forteto. Intesa che sarà concretizzata a gennaio, mese comunque decisivo per Conte: all’inizio del 2020 il premier lancerà il decreto sul “cantiere Taranto“, dove si potrebbe recare alla metà del mese, e conta di trovare un punto di caduta anche sul nodo prescrizione. Nelle prossime ore – o venerdì – un vertice di maggioranza sulla giustizia potrebbe invece trovare l’intesa sul dossier intercettazioni: il suo rinvio dovrebbe andare nel milleproroghe, che il Cdm varerà venerdì 20. Ma sarà un rinvio meramente tecnico, al quale il Pd vuole accompagnare un accordo politico.
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