Ultrà contro i giocatori del Napoli dopo l’ammutinamento
Striscioni e cori prima dell’allenamento al San Paolo aperto solo agli abbonati e non alla stampa. “Rispetto!”, “Meritiamo di più” e “Calciatori mercenari” tra i messaggi della contestazione. Intanto il presidente De Laurentiis pensa a quale sanzione applicare per la ribellione.
Dopo “l’ammutinamento“, i tifosi del Napoli non si sono schierati con i calciatori. Anzi: è scattata la contestazione. Circa 150 ultrà azzurri hanno manifestato all’esterno della rampa d’accesso dello stadio San Paolo dove alle 15.30 è iniziato l’allenamento della squadra di Carlo Ancelotti.
STRISCIONE SROTOLATO DAVANTI ALL’ENTRATA
Uno striscione con la scritta “Rispetto!” è stato srotolato davanti al varco da cui entrano i giocatori. Tra i cori intonati dagli ultrà i più gettonati sono stati “Meritiamo di più” e “Calciatori mercenari siete voi”.
SEDUTA CHIUSA A GIORNALISTI E FOTOGRAFI
La sessione di allenamento doveva essere aperta alla stampa, ma poi le cose sono cambiate ed è diventata una seduta speciale con libero accesso solo per gli abbonati. Lo staff di comunicazione del club azzurro aveva inizialmente annunciato che anche i giornalisti e i fotografi avrebbero potuto assistere dalla tribuna stampa. Ma in seguito alla difficile situazione ingenerata propri dal ritiro stabilito dal club e poi disertato dai calciatori e al conseguente silenzio stampa imposto dalla società, il Napoli ha revocato l’apertura per i cronisti.
OGNUNO A CASA SUA, TRANNE ANCELOTTI
Dopo l’1-1 con il Salisburgo di martedì 5 novembre in Champions league, la squadra si è rifiutata di andare a dormire a Castel Volturno come previsto dal programma del ritiro deciso dal presidente Aurielio De Laurentiis alla vigilia della sfida europea e dopo la sconfitta in campionato contro la Roma. Ognuno è tornato alla propria casa e si è presentato all’allenamento puntuale. A Castel Volturno hanno dormito solo l’allenatore Ancelotti e il suo staff.

LA SOCIETÀ PRONTA A TUTELARSI
Questo “no” al ritiro difficilmente rimarrà senza conseguenze, come ha precisato lo stesso Napoli una nota: «La società procederà a tutelare i propri diritti economici, patrimoniali, di immagine e disciplinari in ogni competente sede. Si precisa inoltre di aver affidato la responsabilità decisionale in ordine alla effettuazione di giornate di ritiro da parte della prima squadra all’allenatore della stessa Carlo Ancelotti».
DE LAURENTIIS STUDIA LE SANZIONI POSSIBILI
Il tecnico aveva criticato pubblicamente la decisione di mandare la squadra in ritiro, dicendosi pronto però a rispettarla. De Laurentiis e Ancelotti hanno parlato a lungo al telefono, il primo da Castel Volturno, il secondo dall’Hotel Vesuvio: lì infatti De Laurentiis alloggia a Napoli e lì ha ricevuto l’amministratore delegato Chiavelli ragionando anche sulle sanzioni previste dai contratti dei calciatori per la ribellione al ritiro, che, hanno ricordato dal club, non era stato “punitivo“, ma solo per cercare una migliore amalgama.

IL FUTURO: RISULTATI SUBITO O ADDIRITTURA L’ESONERO
Il senso della tregua è al momento quello di responsabilizzare squadra e tecnico: niente ritiro? Allora portate i risultati. Che devono arrivare già dalla sfida di sabato 9 novembre contro il Genoa, quando il Napoli cerca il successo che manca dal 23 ottobre, dalla gara vinta a Salisburgo. La città è sgomenta e divisa tra chi difende De Laurentiis, chi si schiera con Ancelotti – ma tra gli adetti ai lavori si è parlato anche di esonero – e chi con la squadra. Di certo a questo gruppo non appartengono gli ultrà.
Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it
Podcast: Play in new window | Download