Risarcimento chiesto a due orfane per femminicidio: l’Inps fa marcia indietro
Pasquale Tridico, presidente dell’istituto di previdenza, ha fatto sapere che non ci sarà alcun atto esecutivo per riscuotere i 124 mila euro chiesti alle giovani di 12 e 14 anni.
Dopo le violente polemiche sembra che l’Inps abbia deciso di fare marcia indietro sulla richiesta di risarcimento da 124mila euro avanzata dall’istituto nei confronti delle due giovani, divenute orfane nel 2013 per l’assassinio della madre, Cristina Biagi, a opera del padre, poi suicidatosi. Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico intervenendo a Radio Capital, ha spiegato che «la lettera con la richiesta di risarcimento è un atto dovuto, ma l’Inps ha già contattato i familiari avvisandoli che non ci sarà alcun atto esecutivo».
INTERVENUTO ANCHE SERGIO MATTARELLA
Sulla vicenda era intervenuto anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il capo dello stato aveva, infatti chiamato la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo per parlare della richiesta di risarcimento nei confronti di due ragazzine. Lo stesso governo, in una nota il ministero del Lavoro, aveva fatto sapere stava seguendo da vicino il caso di Massa Carrara. Già il 7 dicembre le ministre Elena Bonetti e Nunzia Catalfo, avevano avuto un colloquio dal quale era nata l’intenzione di convocare un tavolo tecnico.
UNA VICENDA INIZIATA CON UN OMICIDIO-SUICIDIO NEL 2013
La vicenda è iniziata nel luglio del 2013 quando Marco Loiola, 40 anni, operaio, uccise la sua ex moglie, Cristina Biagi, 38 anni, sparandole all’interno del ristorante dove la donna lavorava suicidandosi subito dopo. Poche ore prima Loiola aveva tentato di uccidere un amico della coppia: raggiunto da sei colpi di pistola l’uomo riuscì a sopravvivere, con conseguenze per le quali l’Inps ha chiesto il conto alle due figlie di Loiola, un conto valutato in 124 mila euro, la cifra sostenuta dall’Istituto come indennità di malattia e per l’assegno di invalidità erogato all’uomo sopravvissuto.
UNA RICHIESTA PREVISTA PER LEGGE
Una «richiesta legittima, anche se immorale», aveva spiegato Francesca Galloni, avvocato della famiglia Biagi. «Se Loiola fosse stato ancora in vita, ovviamente l’Inps avrebbe chiesto a lui la somma. La legge prevede che si rifaccia sulle eredi». Le due ragazzine, dopo la morte dei genitori, hanno ereditato un immobile, la cui vendita tra l’altro non copre la cifra dovuta all’Inps e «una pensione che il nonno, loro tutore, mette da parte per il loro futuro». «Purtroppo», aveva chiarito la legale, «è previsto anche il recupero coattivo, se la somma non verrà erogata nei tempi. Per questo ho chiesto un incontro con Inps, sperando che, valutando la situazione, receda dalla richiesta o che si arrivi a transare una cifra inferiore, che possa essere pagata nel tempo dalle figlie di Cristina Biagi, che ricordo essere una vittima di femminicidio».
L’APPELLO DELLO ZIO AL CAPO DELLO STATO
«Il fatto che il presidente della Repubblica si sia interessato alle mie nipoti mi rassicura, finalmente, su una vicenda che non ci ha fatto dormire» a lungo, ha spiegato Alessio Biagi, lo zio delle minori. «Per noi Mattarella è un faro e ci commuove apprendere che una figura del suo spessore abbia deciso di aiutarci. Grazie». In precedenza Biagi si era appellato direttamente al Capo dello Stato per chiedere una soluzione con un post su Facebook. Spesso, aveva scritto, ci si dimentica «ciò che queste tragedie lasciano indietro: figli, in molti casi minorenni, affidati alle cure dei nonni, degli zii, che hanno il difficile compito di crescere, educare, arginare con tutto l’amore possibile un vuoto ed un dolore comunque impossibile da colmare. Nel nostro caso» si «è aggiunta una richiesta di risarcimento. Questa è la vicenda della famiglia Biagi, invitata a pagare una cifra mostruosa per evitare un procedimento giudiziario, che rendiamo pubblica per sensibilizzare l’Italia».
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