I mafiosi detenuti possono avere benefici anche se non collaborano con la giustizia
Ecco perché la Consulta ha dichiarato incostituzionale l’articolo 4 bis, primo comma dell’ordinamento penitenziario.
Il detenuto per un reato di mafia può essere premiato se collabora con la giustizia, ma non può essere punito ulteriormente – negandogli benefici riconosciuti a tutti, come i permessi premio – se non collabora. La Consulta ha infatti dichiarato incostituzionale l’articolo 4 bis, primo comma dell’ordinamento penitenziario. Le motivazioni della sentenza sono state pubblicate il 4 dicembre.
Per la Corte costituzionale se il mafioso detenuto non parla, si continua a presumere che sia socialmente pericoloso. Ma questa presunzione non va intesa in senso assoluto e può essere superata se il Tribunale di Sorveglianza raccoglie elementi tali da escludere che il detenuto stesso abbia ancora collegamenti con l’organizzazione criminale o che sussista il pericolo di ripristinarli.
Non bastano quindi la buona condotta o la mera partecipazione al percorso rieducativo, né tantomeno una semplice dichiarazione di dissociazione. La presunzione di pericolosità – non più assoluta ma relativa – può essere superata solo in presenza di elementi concreti che dimostrino il venir meno del vincolo mafioso.
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