L’assurdo no del Comune di Schio alle pietre d’inciampo per i deportati

Bocciata una mozione del Pd per il posizionamento nei luoghi dove risiedevano le vittime dei lager. Per alcuni membri del centrodestra porterebbero «odio e divisioni». Ma anche Zaia si schiera contro il no.

È diventato un caso politico il ‘no’ del Consiglio comunale di Schio a una mozione presentata dal Partito democratico per il posizionamento di pietre d’inciampo dove risiedevano i deportati della città morti nei lager. La motivazione, ha sottolineato dalle pagine del Giornale di Vicenza Alberto Bertoldo di ‘Noi cittadini’, lista di maggioranza del centrodestra, è che iniziative del genere «rischiano di portare di nuovo odio e divisioni». Renzo Sella, dello stesso gruppo consiliare, ha aggiunto: «Come possiamo pensare di ricordare solamente qualcuno, a discapito di altri?».

MOZIONE DEDICATA ALLE 14 VITTIME DELLA CITTÀ

La mozione, che voleva ricordare le 14 vittime subite dalla città, è stata respinta nell’aula consiliare dalla maggioranza, con l’astensione della Lega. Per la senatrice Daniela Sbrollini di Italia viva «a Schio è stata scritta una brutta pagina. La bocciatura non trova giustificazioni». Secondo la parlamentare, «proprio per occuparsi degli sclediensi, Schio deve avere il coraggio di ricordare. Chi perde la memoria perde il suo futuro». Stefano Fracasso, capogruppo democratico al Consiglio regionale del Veneto, ha sottolineato che «la maggioranza ha bocciato la dignità della città. Proprio a Schio, dove un lungo e paziente processo di riconciliazione della memoria ha dato buoni frutti».

ZAIA: «ASSURDO BOCCIARE UN’INIZIATIVA SIMILE»

Sulla questione è intervenuto anche il governatore del Veneto Luca Zaia. «Ho sentito oggi il presidente della Comunità ebraica di Venezia Paolo Gnignati, al quale ho espresso solidarietà e la disponibilità della Regione, offrendo gli immobili regionali e gli spazi attigui per l’apposizione di pietre d’inciampo laddove vi siano opportuni motivi e riferimenti storici». «È imbarazzante», ha aggiunto, «anche solo sapere che si debba andare a un voto per decidere se mettere o no il ricordo di un deportato o di una vittima della Shoah e trovo assolutamente ingiustificata la posizione assunta a Schio».

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