Il lavoro di cura affonda il tasso di occupazione femminile in Italia

Solo il 57% delle donne con figli piccoli o parenti non autosufficienti riesce ad avere un impiego anche al di fuori dell’ambito familiare. Mentre per gli uomini la quota è pari all’89,3%.

Il lavoro di cura affonda il tasso di occupazione femminile in Italia e il confronto con quello maschile non lascia spazio a dubbi: le donne sono pesantemente penalizzate per quanto riguarda la possibilità di conciliare i tempi da dedicare alla famiglia con quelli richiesti da un impiego nella società.

Secondo gli ultimi dati Istat, infatti, il tasso di occupazione delle madri tra i 25 e i 54 anni che si occupano di figli piccoli o parenti non autosufficienti è fermo al 57%, mentre quello dei padri tocca l’89,3%.

Inoltre, le diverse dinamiche occupazionali tra madri e donne senza figli sono più evidenti al Sud, con uno scarto del 16% a favore delle seconde. Risultano invece più contenute al Centro e al Nord, con una differenza dell’11 e del 10% rispettivamente.

POCO MENO DI UN TERZO DELLE FAMIGLIE FA RICORSO AL WELFARE

In generale poco meno di un terzo delle famiglie italiane con figli piccoli usa servizi pubblici o privati come asili nido, scuole materne, ludoteche, baby sitter o altro. Al Nord il 34,5%, al Centro il 33,3% e al Sud il 24,9%.

AFFIDAMENTO SU NONNI E AMICI

Ben il 38% dei nuclei familiari conta sull’aiuto dei parenti, soprattutto dei nonni, oppure degli amici. I servizi sono infatti considerati troppo costosi nel 9,4% dei casi, oppure assenti o privi di posti disponibili (4,4%). Tra le madri con figli piccoli che dicono di non utilizzare i servizi, tuttavia, il 15% ne avrebbe bisogno. E la quota sale al 23,2% per chi ha figli fino a 5 anni.

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