In arrivo piogge e venti forti al Centrosud

Colpirà inizialmente il Centro, per poi toccare anche il Sud, la nuova perturbazione in arrivo martedì 21 novembre dalla Scozia. Sarà in queste parti dell’Italia, informa il direttore de iLMeteo.it Antonio Sanò, che ci sarà un’importante fase di maltempo, soprattutto su Marche, Umbria, Appennini e poi Abruzzo, Campania e zone interne di Toscana e Lazio. Inizialmente verrà coinvolta anche l’Emilia Romagna. La posizione del minimo depressionario favorirà l’ingresso di venti nord orientali al Nord e ancora da ovest/sudovest sul resto d’Italia. Mercoledì il ciclone, precisa Sanò, si sposterà rapidamente verso il basso Tirreno, sarà così che la ventilazione fredda da nordest aumenterà d’intensità. Le temperature inizieranno a diminuire e la neve potrà scendere diffusa sugli Appennini centrali anche sotto i 1200 metri pure sotto forma di temporale. Le precipitazioni raggiungeranno anche il Sud, ancora la Campania, ma pure Sicilia e Calabria e localmente Puglia.

Sole al Nord

Al Nord, continua Sanò, invece splenderà il sole. Il ciclone giovedì scenderà ulteriormente e raggiungerà la Sicilia. In questa giornata ci saranno condizioni di maltempo proprio sull’isola, ma anche su Calabria e Puglia meridionale, i venti a rotazione ciclonica soffieranno intensamente da nord sui bacini centro-meridionali, più deboli altrove. L’aria fredda inizierà a farsi sentire con un sensibile calo delle temperature. Torneranno le gelate notturne al Nord.

Il caso della lettera di Osama bin Laden diventata virale su TikTok

Lunedì 13 novembre 2023 un utente di TikTok con 371 follower che utilizza il nome “_monix2” ha pubblicato un video in cui leggeva parti della “Lettera all’America” di Osama bin Laden, in cui il defunto leader terrorista affermava, tra le altre cose, che gli attacchi dell’11 settembre erano stati giustificati anche dal sostegno degli Stati Uniti all’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele. Giovedì pomeriggio, quando TikTok ha annunciato di aver bandito l’hashtag, i video taggati #lettertoamerica avevano ottenuto più di 15 milioni di visualizzazioni.

Perché la lettera è diventata virale 

Una parte rilevante della lettera, originariamente pubblicata nel 2002 dal Guardian, riguarda appunto Israele e la Palestina, uno degli argomenti forti della propaganda di bin Laden. Il leader di Al Qaida sosteneva che «il sangue che sgorga dalla Palestina deve essere vendicato in maniera proporzionale», e accusava l’Occidente di essersi «arreso agli ebrei», aggiungendo numerosi pregiudizi antisemiti. Alcuni utenti di TikTok, dopo aver letto la lettera di bin Laden, hanno commentato di aver «aperto gli occhi» sui crimini degli Stati Uniti e di Israele. La lettera è stata diffusa in momento di estrema polarizzazione emotiva legata al conflitto tra Israele e Hamas. Ma la diffusione della lettera riflette anche uno dei problemi principali legati ai social media, dove le persone– molte delle quali sono giovani nati dopo l’11 settembre e che tendono ad essere più critici dei propri genitori nei confronti dell’Occidente – condividono e ricevono informazioni su delle app progettate per rendere i video virali, spesso disincentivando l’approfondimento delle notizie e degli eventi storici.

TikTok e il Guardian hanno rimosso il contenuto dalle loro piattaforme

Quando nel 2002 il Guardian aveva pubblicato la “Lettera all’America”, l’aveva collegata a un articolo di spiegazione in cui forniva il contesto su chi era bin Laden e su quali erano gli intenti della lettera, cioè di giustificare gli attacchi terroristici del gruppo. Sui social network, invece, alcuni utenti hanno interpretato la lettera come un appello morale contro gli Stati Uniti. Il portavoce di TikTok, Alex Haurek, ha dichiarato che la società sta rimuovendo i video che diffondo la lettera per aver violato le regole dell’azienda sul «sostegno a qualsiasi forma di terrorismo» sulla piattaforma. Un portavoce del Guardian, invece, ha dichiarato in un comunicato che la lettera è stata rimossa dal sito della testata giornalistica inglese dopo essere stata «ampiamente condivisa sui social media senza il contesto completo».

La manovra 2024 alla prova del Parlamento: martedì il termine per gli emendamenti

Per la legge di Bilancio 2024 è tempo di affrontare il test del Parlamento. La scadenza per depositare gli emendamenti è fissata per martedì 21 novembre, prima prova per la maggioranza e l’accordo di non presentare modifiche. Non significa che la manovra non cambierà, a partire proprio dal capitolo più caldo delle pensioni per alcune categorie di dipendenti pubblici, fra cui i medici, su cui il governo sta ancora lavorando. Anche gli affitti brevi sono in cima alla lista, mentre sale il pressing bipartisan sul rafforzamento del bonus psicologo.

Tajani: «Credo sulle pensioni si possa aggiustare qualcosa»

Il vincolo delle modifiche possibili solo a saldi invariati resta, ma lo spazio per evitare grossi tagli agli assegni previdenziali nel pubblico per colpa del ricalcolo si troverà, anche se dovesse essere solo temporaneo, cioè limitato al prossimo anno. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani sul tema: «La manovra in Parlamento si può migliorare sicuramente, credo che sulla questione delle pensioni si possa aggiustare qualcosa per impedire che medici e infermieri lascino il lavoro per andare in pensione anticipatamente».

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani (Imagoeconomica.

La soluzione verso cui si starebbe convergendo è limitare il pesante ricalcolo solo a chi andrà in pensione anticipata grazie al metodo contributivo, salvando chi va via avendo raggiunto l’età massima. L’ipotesi è però legata al nodo delle coperture: per garantire gli stessi risparmi della stretta in manovra (dagli 11,5 milioni netti nel 2024 ai 2,27 miliardi del 2043), la caccia alle risorse è ad ampio raggio e tra le ipotesi ci sarebbe anche un nuovo taglio all’indicizzazione delle pensioni più ricche (oltre 10 volte il minimo).

L’aumento della cedolare secca solo per i secondi immobili affittati

Sugli affitti brevi l’accordo in maggioranza, da trasferire nelle modifiche alla Manovra, prevede che la cedolare secca sulla prima casa messa a frutto rimanga al 21 per cento, e salga al 26 per cento solo dal secondo appartamento affittato. Sempre dagli azzurri c’è anche un altro emendamento per rafforzare con 40 milioni di euro il bonus psicologo, un tema su cui insiste anche il Pd.

Cina: «Siamo pronti a lavorare per la pace in Medio Oriente»

La Cina è disposta a lavorare per aiutare a «ristabilire la pace in Medio Oriente il prima possibile» e «per raffreddare rapidamente la situazione a Gaza». È quanto ha detto domenica 19 novembre il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, nel discorso di apertura tenuto a Pechino in occasione dell’incontro con una delegazione di diplomatici provenienti da Paesi arabi e a maggioranza musulmana.

Tra i paesi presenti Arabia Saudita, Giordania e Palestina

Tra i profili che si sono riuniti, i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Giordania, Indonesia, Egitto e Palestina, nonché il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione islamica Hissein Brahim Taha.

Filippo Turetta ha accettato l’estradizione: in Italia entro 15 giorni

Si è conclusa in Germania, a Bad Durremberg, la fuga di Filippo Turetta, accusato di aver ucciso a coltellate e aver abbandonato il corpo dell’ex fidanzata di Giulia Cecchettin. Il giovane, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto che si è tenuta in Germania nella giornata del 19 novembre, ha accettato l’estradizione in Italia, con le procedure che dovrebbero svolgersi in tempi rapidi, sembra entro un massimo di 15 giorni, trascorsi i quali Turretta sarà a disposizione della giustizia italiana.

La procedura per l’estradizione

A riferire del consenso all’estradizione è stato il suo avvocato Emanuele Compagno, informato a sua volta da un collega tedesco che lo ha assistito d’ufficio: «Dice di aver trovato il ragazzo provato, stanco, ma non in cattive condizioni. Per trasferirlo in Italia potrebbero servire una quindicina di giorni». Il giovane è attualmente detenuto nel carcere di Lipsia in attesa che la richiesta italiana venga esaminata e approvata dal Tribunale regionale tedesco.

Nordio: «Previsti tempi rapidi»

Così come sottolineato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, «tutto dipende dalla magistratura di Venezia, ma generalmente i tempi sono molto rapidi». Lo stesso concetto è stato ribadito dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale ha sottolineato che Filippo Turetta «potrà essere affidato in pochi giorni alle forze dell’ordine e alla giustizia italiana per subire un giusto processo». L’Italia ha già provveduto a tradurre in tedesco il mandato di cattura internazionale e a inviarlo alle autorità competenti. Nel momento in cui tutte le pratiche per l’estradizione verranno svolte, la polizia giudiziaria italiana andrà in Germania a prendere il ragazzo per trasferirlo in Italia e metterlo a disposizione delle autorità giudiziaria. Solo in quel momento la magistratura potrà avviare il percorso volto a far emergere i dettagli ancora non noti dell’intera vicenda che ha portato alla morte e all’occultamento del cadavere di Giulia.

Argentina, l’ultraliberista Milei è il nuovo presidente

L’ultraliberista di destra Javier Milei é il nuovo presidente eletto dell’Argentina. Con l’86 per cento dei voti scrutinati l’anarcocapitalista ha vinto con il 56 per cento il ballottaggio contro il candidato peronista progressista Sergio Massa (44,04 per cento), in un’elezione storica e cruciale per il Paese. «Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Iniziamo la ricostruzione e a voltare la pagina della nostra storia. Riprendiamo il cammino che non avremmo mai dovuto perdere. Finisce il modello dello stato che impoverisce e benedice solo alcuni mentre la maggioranza soffre. È una notte storica, torniamo ad abbracciare l’idea della libertà», ha detto il nuovo capo dello Stato nel suo primo discorso. Milei si è presentato in giacca e cravatta al fianco della sorella Karina, suo sostegno durante tutta la campagna elettorale: «Sappiamo che ci sono persone che resisteranno per mantenere i loro privilegi. Saremo implacabili: dentro la legge tutto, fuori la legge niente», ha avvertito mettendo in guardia la casta, e chiedendo al governo peronista di Alberto Fernandez di «prendersi carico del Paese fino alla fine del mandato». La vittoria di Milei era già nell’aria già nell’immediato della chiusura dei seggi. «Disponiamo di dati preliminari che ci danno fiducia. In Argentina comincia un cambiamento», avevano spiegato i portavoce de La Libertad Avanza senza nascondere un certo entusiasmo.

Argentina, l'ultraliberista Milei è il nuovo presidente
Javier Milei, nuovo presidente dell’Argentina (Ansa)

Milei: «Non c’è spazio per la gradualità, per le mezze misure»

Milei assumerà il suo mandato il 10 dicembre, proprio nel quarantesimo anniversario della democrazia dall’ultima dittatura militare. «La situazione è drammatica, non c’è spazio per la gradualità, per le mezze misure», ha indicato il vincitore, elencando l’inflazione, la povertà, la miseria e l’insicurezza come le sfide più urgenti. «L’Argentina ha un futuro ed è liberale», ha poi osservato promettendo che, tra 35 anni, il Paese sarà «una potenza mondiale». Nella sua presentazione, Milei ha evitato di parlare dei suoi cavalli di battaglia come la dollarizzazione o la chiusura della Banca Centrale. Ma non ha potuto fare a meno di vibrare il suo motto: «Viva la libertà, maledizione», acclamato dal ruggito della sua gente, prima di abbracciare i suoi genitori, mentre nelle città del Paese, da Buenos Aires a Cordoba a Mendoza, a migliaia con le bandiere biancocelesti si sono riunite per festeggiare con canti, balli, rulli di tamburo e caroselli di auto.

Massa: «L’esito non è quello che ci aspettavamo»

Alcune ore prima in un drammatico discorso, Massa aveva ammesso la sconfitta abbandonando la scena mentre era ancora in corso lo spoglio delle schede. «L’Argentina ha un sistema democratico solido e forte che rispetta sempre i risultati. Ovviamente l’esito non è quello che ci aspettavamo e ho contattato Javier Milei per congratularmi con lui e augurargli buona fortuna perché sarà il prossimo presidente. È il presidente eletto dalla maggioranza per i prossimi quattro anni», ha spiegato il ministro dell’Economia, nella delusione dei supporter, che gli hanno comunque concesso l’abbraccio di un applauso. «L’ho fatto, ha commentato, convinto che la cosa più importante che dobbiamo lasciare stasera è il messaggio che la convivenza, il dialogo e il rispetto della pace di fronte a tanta violenza e squalificazione è la strada migliore che possiamo intraprendere». Gli argentini però «hanno scelto un’altra strada, ha evidenziato. «E da domani la responsabilità di dare certezze, di trasmettere garanzie sul piano sociale, politico ed economico, spetta al presidente eletto. Speriamo che lo faccia».