TIM, donato al FAI il convento di San Bernardino a Ivrea: era la storia casa degli Olivetti
Il convento di San Bernardino a Ivrea, che fu casa degli Olivetti, sarà un nuovo bene del FAI grazie alla donazione del Gruppo TIM e degli eredi della famiglia. Ad annunciarlo sono stati, direttamente dalla chiesa del convento, Marco Magnifico, presidente del FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, Beniamino de’ Liguori Carino, nipote di Adriano Olivetti – tra i numerosi eredi che hanno donato la chiesa e primo ad aver intuito quest’opportunità -, dal segretario generale della Fondazione Adriano Olivetti e dalla stessa TIM, che ha donato il convento ed è stata rappresentata in un video messaggio dal presidente Salvatore Rossi e di persona da Maria Enrica Danese, direttrice Institutional Communications, Sustainability Projects & Sponsorship.
Il convento di San Bernardino a Ivrea donato al FAI
Il convento con la sua chiesa, così riuniti nella proprietà e nella gestione del FAI, saranno oggetto di un grande progetto di restauro e valorizzazione reso possibile dal finanziamento di 6 milioni di euro da parte del ministero della Cultura, rappresentato in loco dal sottosegretario Vittorio Sgarbi. Elaborato dal FAI, supportato da studi storico-archivistici e campagne diagnostiche e condiviso in tutto con la soprintendenza competente, il progetto di restauro sarà coordinato dallo stesso ministero attraverso il segretariato regionale come stazione appaltante.
Concluse le necessarie procedure amministrative, il cantiere aprirà a metà 2024 e durerà due anni. Saranno affrontati il restauro conservativo degli edifici storici, l’adeguamento normativo e impiantistico, il miglioramento sismico, con massima attenzione a soluzioni per la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico, la rifunzionalizzazione degli spazi interni ed esterni per l’apertura completa e la regolazione del pubblico e l’offerta di servizi culturali e di accoglienza. Si procederà per lotti: dapprima sul convento, bisognoso di lavori strutturali e ingenti, poi sulla chiesa e di seguito sulle pertinenze novecentesche dell’edificio – dai campi da tennis e di bocce al sentiero attrezzato nel parco sulla collina di Monte Navale. Complessivamente verranno recuperati oltre 40 mila mq di edifici storici e di verde nel cuore delle architetture della città industriale di Ivrea, riconosciute patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Il convento di San Bernardino, che dal 1908 è stato la casa della famiglia Olivetti – di Camillo, di sua moglie Luisa Revel e dei loro sei figli -, dagli Anni 50 è divenuto sede del gruppo sportivo ricreativo Olivetti e tornerà a essere un centro culturale e ricreativo aperto a tutti. Un bene storico da visitare, di cui saranno conservate e valorizzate le testimonianze architettoniche e artistiche quattrocentesche, ma anche un luogo antico che racconterà una storia moderna: la vicenda umana e familiare, culturale, politica e imprenditoriale di Adriano Olivetti, che ha segnato la storia del nostro Paese con sorprendenti echi di notorietà internazionale e straordinaria attualità.
Le dichiarazioni dei vertici FAI e TIM
Il presidente del FAI Marco Magnifico ha così commentato l’iniziativa: «A Giulia Maria Crespi, nel centesimo anno dalla nascita, il FAI ha deciso di dedicare questa sua nuova impresa nella consapevolezza dell’unità di atteggiamento, di spirito e di intenti che, pur senza mai essersi conosciuti e facendo parte di due generazioni diverse seppur assai contigue, lega la sua figura a quella di Adriano Olivetti, che come lei ha fatto bene all’Italia e agli italiani. Due figure egualmente mosse da un rigore morale e da un travaglio interiore e spirituale che li spinse tutta la vita a dedicare le proprie forze migliori a‘far bene alla comunità».
Gli ha fatto eco Maria Enrica Danese, direttrice Institutional Communication, Sustainability & Sponsorship di TIM: «Con la nostra donazione al FAI del complesso di San Bernardino, un’area di oltre 40 mila mq che include spazi boschivi e ricreativi, abbiamo voluto far diventare patrimonio del territorio, ossia accessibile al pubblico, un bene unico sotto il profilo artistico e culturale. Sono molte le iniziative che stiamo mettendo in campo per la valorizzazione dei beni artistici e culturali italiani, la maggior parte delle quali ci vedono impegnati sul fronte delle tecnologie e dei servizi per la loro digitalizzazione. Questa volta era necessario partire da un progetto di recupero, restauro e gestione dell’accesso del pubblico e in questo senso il FAI rappresenta per TIM il partner d’eccellenza, in quanto da sempre impegnato nel restituire alla collettività le grandi bellezze italiane. Siamo infatti convinti che la sfida dello sviluppo del nostro Paese debba passare necessariamente per il mondo della cultura attraverso progetti come quello del Complesso che partono da risorse pubbliche e private e si sviluppano attraverso un modello virtuoso di gestione economica. Essere parte di questa iniziativa oggi ci rende particolarmente orgogliosi».