L’incontro Conte-Haftar è l’ultimo flop dell’Italia sulla Libia

La visita del generale della Cirenaica a Palazzo Chigi poteva essere uno dei tanti meeting inconcludenti. Rischia addirittura di essere un boomerang clamoroso per la diplomazia italiana.

Il generale della Cirenaica Khalifa Haftar è giunto a Palazzo Chigi per incontrare il premier Giuseppe Conte. In serata era atteso a Roma anche Fayez al Serraj, leader del governo sostenuto dall’Onu. Ma quando ha saputo che anche Haftar era stato a Roma, ha deciso di tirare dritto verso Tripoli. Così quello che doveva essere il tentativo italiano di tornare rilevante sulla questione rischia di diventare un boomerang clamoroso, con il nostro partner di riferimento (Serraj) che perde fiducia nella Farnesina.

Sul dossier libico l’Italia (con l’Ue) è restata al palo mentre Russia e Turchia entravano prepotentemente nella partita e il governo ha tentato in extremis di ritagliarsi un ruolo di mediazione. E lo ha fatto attraverso l’unico strumento a sua disposizione, quello degli incontri faccia a faccia con i protagonisti dello scontro. Un copione già visto e rivisto, che in passato non ha portato a grandi risultati e che in questo caso si è rivelata addirittura una debacle diplomatica. Il problema di fondo è che Roma da sola ha poco da offrire ai leader avversari, e l’Ue non è mai riuscita a trovare una linea unitaria sulla questione. “Stiamo facendo quello che bisogna fare”, spiega una fonte italiana vicina al dossier libico. Ma il rischio è che i bilaterali a Palazzo Chigi si aggiungano alla girandola di incontri a vuoto che da mesi si succedono senza risultati.

Nel novembre del 2018 la conferenza di
Palermo aveva portato in Italia sia al Sarraj che Haftar. Un meeting
su cui il governo aveva puntato molto per ritagliarsi il ruolo da
protagonista nella partita, ma dal quale era uscito senza la
necessaria investitura delle grandi potenze straniere, che avevano
mandato in Sicilia rappresentanti di secondo piano.

Il 23 dicembre è stato Conte ad andare
in Libia con una missione lampo a Tripoli e Bengazi, ma da allora la
situazione non è migliorata, con Mosca e Ankara a far sempre più la
parte del leone.

L’agenda futura del premier è
destinata ad essere mutuata sulle crisi in Iraq e in Libia. Secondo
fonti di governo è probabile dalla che verso la metà del mese Conte
si muova per alcune visite nei Paesi del Golfo. Non sarà un vero e
proprio tour ma il premier potrebbe fare più tappe nell’area. In
quali Paesi ancora non è noto. Di certo il presidente del Consiglio
ha sentito lo sceicco Mohamed bin Zayed al Nahyan, principe
ereditario di un alleato solido dell’Italia (e sponsor di Haftar in
Libia) come gli Emirati Arabi Uniti. L’obiettivo è riprendere
quell’azione politico-diplomatica che permetta all’Italia di avere di
non essere tagliata fuori dallo scacchiere libico. L’arrivo di Conte
in quell’area potrebbe peraltro precedere – o anche succedere di poco
– la visita ufficiale del presidente Sergio Mattarella in Qatar,
prevista dal 20 al 22 gennaio, e subito dopo in Israele.

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