La sepoltura di Soleimani a Kerman e la vendetta ordinata da Khamenei

Folla oceanica nella città natale del generale ucciso dagli americani. La Guida suprema vuole un attacco diretto agli interessi statunitensi. Valutati 13 scenari, 200 milioni per le Forze al-Quds.

Una folla enorme si è radunata a Kerman, cittadina dell’Iran sud-occidentale, per la sepoltura del generale Qassem Soleimani, ucciso da un drone americano all’aeroporto internazionale di Baghdad. Almeno 35 persone sono morte e altre 48 sono rimaste ferite nella calca.

RIFINANZIATE LE FORZE AL-QUDS OPERATIVE ALL’ESTERO

Dopo il corteo funebre in memoria dell’ufficiale che si è svolto lunedì a Teheran, le cerimonie del 7 gennaio concludono i tre giorni di lutto nazionale proclamati dalla Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, per la morte del comandante delle Forze al-Quds. A sostegno delle quali il parlamento iraniano ha stanziato 200 milioni di euro, da destinare agli agenti operativi all’estero entro i prossimi due mesi.

LA VENDETTA ORDINATA DA KHAMENEI

L’Iran ritiene ufficialmente che «solo l’espulsione degli americani» dal Medio Oriente possa vendicare l’assassinio mirato di Soleimani. Ma secondo il New York Times lo stesso Khamenei avrebbe ordinato in risposta «un attacco diretto e proporzionato» agli interessi degli Stati Uniti, che dovrà essere condotto dalle forze armate iraniane in modo riconoscibile.

VALUTATI TREDICI POSSIBILI SCENARI

I possibili scenari valutati dal Supremo consiglio di sicurezza nazionale sono tredici e «anche il più debole di questi sarà un incubo storico per gli Stati Uniti», ha detto il contrammiraglio Ali Shamkhani, segretario dell’organismo. Per poi aggiungere: «Prometto alla nazione eroica che la rappresaglia non avrà luogo in una sola operazione, perché sulla base delle dichiarazioni della nostra Guida tutte le forze di resistenza sono pronte a vendicare l’azione degli Stati Uniti».

L’IRAQ CHIEDE ALL’ONU DI CONDANNARE IL RAID

Nel frattempo l’Iraq ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di condannare formalmente il raid aereo americano all’aeroporto internazionale di Baghdad, affinché «la legge della giunga» non domini le relazioni internazionali. Mentre la Germania ha annunciato il ritiro parziale delle truppe schierate nel Paese nell’ambito della coalizione anti-Isis. Circa 30 soldati, attualmente di stanza a Baghdad e Taji, verranno «presto» trasferiti in Giordania e Kuwait.

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