Il discorso di Johnson dopo la vittoria alle elezioni in Gran Bretagna

Il leader dei Tory: «Realizzerò la Brexit entro gennaio, senza se e senza ma». Lunedì rimpasto di governo, la prossima settimana la Regina approverà l’accordo di divorzio fra Londra e Bruxelles. Poi un anno di tempo per negoziare tutti i dettagli.

Dopo la vittoria schiacciante alle elezioni anticipate in Gran Bretagna, Boris Johnson ha tenuto un discorso a Londra ai suoi sostenitori, invitando tutti a ripetere in coro lo slogan della campagna per il voto: «Get Brexit done!». E la promessa verrà mantenuta, non ci sono più dubbi: «È una decisione del popolo, inconfutabile e indiscutibile», ha scandito il leader dei conservatori, «basta con le miserabili minacce di un secondo referendum».

LE PROSSIME TAPPE PER L’USCITA DALL’UE

Lunedì 16 dicembre è previsto un rimpasto di governo, mentre la prossima settimana la Regina approverà l’accordo di divorzio fra Londra e Bruxelles. L’Europa preme per ratificarlo presto, ma poi ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2020 per negoziare nei dettagli i termini dei futuri rapporti tra le due entità. Una partita complessa in cui si è subito inserito il presidente americano Donald Trump, che ha evocato la possibilità di firmare un nuovo accordo commerciale tra americani e britannici «potenzialmente molto più vantaggioso».

MA LA SCOZIA PUÒ SPACCARE IL PAESE

«Con questo mandato finalmente realizzeremo la Brexit, metterò la parola fine a tutte le assurdità degli ultimi tre anni. Usciremo dall’Ue entro gennaio, senza se e senza ma», ha ribadito Johnson. Le urne hanno regalato ai Tory «la più grande vittoria dagli Anni 80, quando molti di voi non erano neanche nati». Ma adesso occorre «unire il Paese», ha sottolineato il premier, ben consapevole che anche gli indipendentisti scozzesi si sono rafforzati e puntano a chiedere una nuova consultazione popolare, due anni dopo quella del 2014, per staccarsi dal Regno Unito e restare nell’Ue. Il parlamento di Westminster potrà respingere la richiesta, ma le tensioni sono destinate a crescere. «Facciamo la Brexit, ora però facciamo colazione», ha concluso Johnson con una battuta. A lui il compito di «capire che tipo di terremoto abbiamo provocato» e affrontarne le conseguenze.

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