In Francia riesplode il caso dei presepi nei luoghi pubblici

La legge del 1905 sulla laicità incombe sugli allestimenti in vista del Natale. Epicentro delle polemiche la cittadina di Béziers. E le associazioni già minacciano i ricorsi.

Puntuali come ogni anno prima delle feste di Natale riesplodono in Francia i veleni sulla questione del presepe negli edifici pubblici. La Fédération de la Libre Pensée ha diramato una sorta di vademecum agli esponenti locali per ricordare le «pratiche da eseguire prima di rivolgersi ai giudici amministrativi», in caso di violazione della legge del 1905 sulla laicità, tra i valori fondanti della République.

LA CITTADINA DI BÉZIERS EPICENTRO DELLE POLEMICHE

Epicentro delle polemiche, come ormai di consueto da qualche tempo, è Béziers, la cittadina del Sud della Francia ad alta densità di immigrati guidata da Robert Ménard, il sindaco ‘sceriffo’ eletto nel 2014 con il sostegno del Front National. Ex presidente di Reporter senza Frontiere, passato da una gioventù di militanza comunista al ‘mito’ di Matteo Salvini – nella sua raffica quotidiana di tweet sono numerosi gli omaggi al leader della Lega, a cominciare dalla chiusura dei porti ai migranti – Ménard ha presieduto nei giorni scorsi una solenne cerimonia nella piazza del municipio per inaugurare il nuovo controverso presepio del comune.

IL PRESEPE PRONTO A ESSERE SPOSTATO

Come lo scorso anno, la rappresentazione della nascita di Gesù poggia su una grande tavola a rotelle in modo da poterla spostare rapidamente in caso di proteste o condanne della giustizia. Rivolgendosi ai concittadini presenti, tra cui rappresentanti e fedeli di cinque religioni, Ménard ha assicurato che la Natività «non è una polemica, non è una provocazione, ma un tratto d’unione». E ancora: «Questo presepe non è fatto contro nessuno, ma è per tutti. Qui siamo nella nostra casa comune. Un municipio è una casa comune in cui ciascuno ha il proprio posto» ha aggiunto nel lungo discorso dai toni quasi messianici.

LE CONDANNE PASSATE PER VIOLAZIONE DELLA LAICITÀ

«Sono affranto nel vedere un rappresentante della Repubblica giocare contro questa Repubblica. Affranto nel vedere un simbolo familiare come il presepe di Natale trasformato in un’arma di lotta politica», deplora su Twitter Pascal Resplandy, il candidato indipendente che si è lanciato nella difficile sfida di sconfiggere Ménard nelle elezioni comunali di marzo. «L’appartenenza a una religione» – avverte – «non è il fondamento della nostra cittadinanza, la Repubblica è laica, democratica e sociale». Anche l’associazione Libre pensée de l’Hérault deplora che un «presepe cattolico» venga «sistemato tra le mura di un edificio pubblico» e si dice pronta a «presentare ricorso». Del resto, il comune di Béziers è già stato condannato in passato per violazione delle regole sulla ‘Laicité’. Condanne che non sembrano scuotere più di tanto gli autoctoni, sostanzialmente favorevoli all’iniziativa. Ma le polemiche sul presepe nei luoghi pubblici riguardano anche altre zone di Francia, dalla regione Auvergne-Rhone-Alpes a quello vivente previsto a Tolosa. Nel cosiddetto ‘Paese della Laicità’ (alla francese) l’annuale duello sui simboli natalizi è solo cominciato.

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