Il governo delle tasse rimangiate
Conte dopo il vertice-fiume sulla manovra: «Azzerato il prelievo sulle auto aziendali». Plastic tax ridotta a 15 centesimi al chilo e rinviata a luglio. Mentre la sugar tax partirà soltanto a ottobre. Il premier: «Nessuno dica più che siamo l’esecutivo delle imposte». Ma preoccupano i tempi contingentati in parlamento.
Azzerata la tassa sulle auto aziendali, ridotta dell’85% quella sulla plastica che partirà dal primo luglio, mentre la sugar tax viene rinviata a ottobre.
Il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa, ha confermato che la maggioranza ha trovato un accordo sulla manovra. «Nessuno dica più che siamo il governo delle tasse», ha scandito Conte, «sarebbe una bugia inoppugnabile».
Il premier ha chiarito anche la natura del colloquio al Quirinale con il presidente Sergio Mattarella: «Era un incontro già programmato da tempo, rientra nelle mie abitudini aggiornare ogni tanto il Capo dello Stato. C’è stato anche un rapido ragguaglio sullo stato della manovra, ma nessun riferimento alla tenuta della maggioranza».
Alle fibrillazioni interne alla maggioranza, tuttavia, si somma il rischio di un esame compresso della legge di bilancio in parlamento. I tempi sono tanto stretti che le modifiche potrebbero essere concentrate tutte al Senato, mentre la Camera rischia di non toccare palla. Le opposizioni già minacciano ricorsi alla Consulta e sul punto anche i partiti che sostengono il governo avrebbero opinioni divergenti. Per evitare l’esercizio provvisorio ci sono solo 25 giorni, da qui al 31 dicembre.
E dunque nel vertice a Palazzo Chigi, e verosimilmente anche nel colloquio fra Conte e Mattarella, si sono affrontate questioni di calendario che non sono affatto mera burocrazia, perché richiamano gli equilibri fra le due Camere. Possibile che gli emendamenti presentati e votati al Senato vengano in parte condivisi con i deputati, chiamati a “travasare” le loro istanze.
Ma la Lega è pronta a dare battaglia. Claudio Borghi, presidente della commissione Bilancio a Montecitorio, ha dichiarato: «Non vorrei che il governo volesse procedere con un maxi emendamento al Senato, chiudere lì il testo e farlo arrivare alla Camera con la fiducia. Non ci sarebbero precedenti, e allora altro che l’intervento della Consulta dell’anno scorso…».
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