La banche minacciano di non comprare più Btp se cambiano le regole del Mes
Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, avverte il governo sulle modifiche al fondo salva-Stati europeo: «Cosa fa la Repubblica per tutelare il debito pubblico?».
Le banche italiane sono pronte alla “rivolta” se le regole del Mes, il fondo salva-Stati europeo, dovessero cambiare.
Il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi), Antonio Patuelli, non ha usato mezzi termini: «Noi siamo liberi di comprare titoli sovrani, non abbiamo un vincolo di portafoglio e in questa fase abbiamo circa 400 miliardi di debito pubblico italiano». Ma il problema è «cosa fa la Repubblica italiana per tutelare il debito pubblico. Non si tratta di debito delle banche».
Quindi l’avvertimento: «Se le condizioni relative al debito si alterano, o per maggiori assorbimenti o per elementi che favoriscono sinistri, è chiaro che le banche sottoscriveranno meno debito pubblico, non compreremo più» Btp.
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I possibili cambiamenti evocati da Patuelli si riferiscono proprio all’approvazione definitiva della riforma del Mes. Al processo manca ancora una riunione dei capi di governo europei fissata a dicembre, poi toccherà ai parlamenti nazionali portare avanti il percorso di ratifica.
Alcuni Paesi nordici dell’Eurozona hanno chiesto con insistenza di modificare le cosiddette clausole di azione collettiva (Cac), che definiscono le procedure in caso di ristrutturazione di un debito sovrano facente parte della moneta unica.
In futuro, secondo questa impostazione, il fondo salva-Stati potrebbe intervenire per aiutare un Paese in difficoltà solo se il deficit non supera il 3% del Pil e solo se il rapporto debito/Pil è inferiore al 60%.
In alternativa il Paese in questione (ad esempio l’Italia, che ha un rapporto debito/Pil pari al 134,8%) dovrebbe approvare un piano di riforme strutturali con cui portare il differenziale alla soglia desiderata a un ritmo di un ventesimo all’anno nella media dei due anni precedenti. È inoltre richiesta l’assenza di «gravi vulnerabilità» del settore finanziario, capaci di mettere a rischio la stabilità.
Queste proposte di riforma hanno allarmato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: «I piccoli e incerti benefici di una ristrutturazione del debito devono essere ponderati rispetto all’enorme rischio che il mero annuncio di una sua introduzione possa innescare una spirale perversa di aspettative di default».
Tutto è infine tracimato nella polemica politica quando il leader della Lega, Matteo Salvini, ha accusato di «alto tradimento» il premier Giuseppe Conte, sostenendo che avesse dato «di nascosto» l’ok dell’Italia alle nuove regole del Mes.
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