Università, presentata la ricerca di Intesa Sanpaolo e italiadecide

Una fotografia dell’istruzione universitaria e le proposte per migliorare il sistema. L’Italia presente con il 40% degli atenei nei primi 1.000 al mondo

Presentata
oggi, 19 novembre 2019, a Milano la ricerca pluriennale di italiadecide,
svolta in collaborazione con Intesa Sanpaolo, sulla reputazione
dell’Italia
che quest’anno si focalizza sul sistema universitario.
La ricerca a cura di Domenico Asprone, Pietro Maffettone e Massimo
Rubechi
, è stata presentata dal Presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria
Gros-Pietro
e del Presidente onorario di italiadecide Luciano
Violante
.

Lo
studio analizza la situazione dell’università, istituzione cardine di uno
stato avanzato, nel Bel Paese e propone indicazioni concrete in termini
di politiche pubbliche. Un mezzo importante per capire anche la valutazione
della sua qualità a livello internazionale e come essa viene
giudicata dal resto del mondo.

Luciano Violante e Gian Maria Gros-Pietro

I RISULTATI

Lo studio parla chiaro e mostra una fotografia nitida della nostra università in confronto al resto del mondo. Buono è il posizionamento medio dell’Italia, presente in classifica con il 40% degli atenei inclusi nei primi 1.000 a livello mondiale, migliore di Stati Uniti, Cina e Francia, con meno del 10% delle loro università, ma anche di Regno Unito, Germania e Spagna. Tuttavia, nessun ateneo italiano è tra i primi 100 nei due principali ranking internazionali. Poche, inoltre, le università per abitante rispetto ai principali Paesi europei, meno della metà rispetto a Francia, Germania, Regno Unito e circa un terzo degli Stati Uniti.

La
ricerca evidenzia inoltre come la realtà italiana venga penalizzata dai
parametri utilizzati dai principali ranking internazionali che valutano le singole
università
e non il sistema universitario nel suo complesso. Ciò
nonostante il posizionamento delle istituzioni universitarie italiane
sta rapidamente migliorando, risultato significativo in uno scenario che
vede la forte crescita della domanda di istruzione terziaria dall’Africa, dal
Medio Oriente e dall’Asia. Poca, ancora, la competitività del Bel
Paese. Il motivo? La scarsità delle risorse economiche a
disposizione.

Per
migliorare qualità e ranking delle università italiane e la loro percezione
all’estero, spiega la ricerca, servono politiche di reclutamento competitive,
maggior efficienza della macchina amministrativa, internazionalizzazione,
collaborazione con soggetti privati e tra gli atenei stessi e, infine, una
comunicazione più positiva.

UNIVERSITÀ, UN FATTORE SUL QUALE INVESTIRE

«La ricerca realizzata da italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo presenta una situazione non sorprendente per una Banca come la nostra che conosce bene l’università italiana lavorando con oltre 100 atenei, apprezzandone quotidianamente la qualità e il dinamismo con cui affrontano le nuove sfide – ha commentato Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa Sanpaolo – Quasi uno su due degli atenei italiani è tra i migliori mille al mondo. Per questo i nostri studenti possono trovare in Italia le opportunità per un’alta formazione addirittura più qualificata rispetto a tanti atenei stranieri. Per promuovere l’istruzione universitaria, Intesa Sanpaolo offre a tutti gli studenti la possibilità di concentrarsi pienamente sullo studio grazie a un prestito a lungo termine senza garanzie. Di fronte a un contesto sempre più complesso, il potenziale di cui è dotata l’università italiana, apprezzata all’estero, deve rappresentare in misura maggiore un fattore nel quale investire per aumentare la competitività del nostro Paese».

FIDUCIA E STIMA SULL’ITALIA

«La ricerca di italiadecide con Intesa Sanpaolo sulla reputazione dell’Italia ha finora dimostrato, con dati oggettivi, che la posizione dell’Italia in settori importanti come la giustizia civile, il turismo e ora l’alta formazione è migliore di quanto comunemente ritenuto e competitiva con quella dei principali paesi con cui ci confrontiamo – ha concluso Luciano Violante, presidente onorario di italiadecide – Se dobbiamo migliorare nella qualità delle politiche pubbliche e nella collaborazione tra queste e le imprese, i risultati dimostrano che, come Paese, possiamo avere fiducia e stima in noi stessi e nel nostro futuro»

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