Come costi e burocrazia soffocano la musica dal vivo nei locali

La Fipe, Federazione italiana dei pubblici esercizi, ha presentato una serie di proposte per valorizzare i locali. Sul tavolo sgravi fiscali, depenalizzazione del reato di disturbo della quiete e migliore disciplina Siae.

Depenalizzare il reato di disturbo della quiete e del riposo delle persone, prevedere sgravi fiscali per i locali che intendono adeguarsi alla normativa sull’impatto acustico, ridurre i costi della Siae per i giovani artisti e sottrarre la disciplina sugli spettacoli al controllo del Ministero degli interni. Sono le proposte illustrare dal consigliere delegato di Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, Rodolfo Citterio, nel corso di un incontro per valorizzare i locali e la musica dal vivo, che mirano a consolidare un settore fondamentale che muove un volume d’affari di un miliardo di euro l’anno.

LA BUROCRAZIA DIETRO LE PERFORMANCE

«Negli ultimissimi anni sono spuntati troppi paletti che rendono impossibile, per chi gestisce un bar o un ristorante, organizzare spettacoli dal vivo», ha spiegato Citterio, «basta che ci sia un piccolo palco o che sia previsto un sovrapprezzo per la prima consumazione ed ecco che una performance live in un locale da 150 persone viene equiparato a un vero e proprio concerto in piazza. Un’assurdità che penalizza anche i giovani talenti che spesso vedono in queste serate un trampolino di lancio».

SPOSTARE GLI SPETTACOLI DAL MINISTERO DEGLI INTERNI

Per Citterio «bisogna spostare la disciplina degli spettacoli in un altro ministero che non sia quello degli Interni, altrimenti continueranno ad essere vissuti solo come tema di ordine pubblico. Ma soprattutto occorre lavorare sugli incentivi economici». Fipe si è augurata che «il governo come anche i Comuni faccia la loro parte, prendendo spunto da Bologna e Milano che da anni stanno lavorando molto bene, tanto che su 3 mila spettacoli musicali organizzati in Italia nel 2017, mille si sono svolti in provincia di Milano».

Leggi tutte le notizie di Lettera43 su Google News oppure sul nostro sito Lettera43.it

PlayPlay