Le condizioni di Conte ad ArcelorMittal su scudo e destino dell’ex Ilva

Dura presa di posizione del presidente del Consiglio contro il colosso indiano: «Prima di ogni richiesta rispettino gli impegni». E annuncia: «Pronti alla battaglia legale».

Il futuro dell’ex Ilva e il ruolo di ArcelorMittal restano ancora sospesi. Per il momento il governo sembra voler mantenere la linea della fermezza con il gruppo indiano. Posizione confermata anche dal premier Giuseppe Conte in un’intervista a Il Fatto Quotidiano.

«Soltanto se Mittal venisse a dirci che rispetterà gli impegni previsti dal contratto – cioè produzione nei termini previsti, piena occupazione e acquisto dell’ ex Ilva nel 2021 – potremmo valutare una nuova forma di scudo», ha spiegato il capo del gooverno.

«Per stanare il signor Mittal sulle sue reali intenzioni, gli ho offerto subito lo scudo: mi ha risposto che se ne sarebbe andato comunque, perché il problema è industriale, non giudiziario. Quindi chi vuole reintrodurre lo scudo per levare un alibi a Mittal trascura il fatto che Mittal non lo usa, quell’alibi», ha rilevato ancora il premier Conte, che poi ha confermato un nuovo incontro «risolutivo per capire che intenzioni hanno. Hanno avviato un’iniziativa giudiziaria con tempi lunghi e noi li anticipiamo», ha spegato, «con un procedimento cautelare ex articolo 700 del Codice di procedura civile per ottenere dal Tribunale di Milano una verifica giudiziaria sulle loro e le nostre ragioni entro 7-10 giorni».

A LAVORO SU POSSIBILI ALTERNATIVE

«Stiamo acquisendo col ministro Patuanelli tutti gli elementi in vista di eventuali soggetti alternativi, nel caso in cui Arcelor Mittal confermasse la dismissione dell’ex Ilva. Prepariamo la battaglia legale, convinti di avere ottime probabilità di successo. E intanto lavoriamo per una soluzione globale, che chiameremo ‘Cantiere Taranto‘», ha continuato il capo del governo. «Sto invitando tutti i ministri secondo le loro competenze, le autorità e i comitati locali e tutte le forze produttive del Paese a proporre progetti da inserire in un piano articolato per il rilancio economico, sociale, ambientale e culturale di Taranto».

VERSO GLI ULTIMI RITOCCHI ALLA MANOVRA

In merito alla manovra, «il parlamento è sovrano e, se emergeranno suggerimenti utili per migliorarla, il governo li valuterà con la massima apertura. Ma l’impianto e i contenuti essenziali non possono essere rimessi in discussione», ha spiegato. Sulla plastic tax e l’imposta per le auto aziendali, «il Mef, sta lavorando per rendere ancor più sostenibili quei due interventi». Sulla lotta all’evasione, il premier si è impegnato «a destinare pressoché integralmente le somme recuperate a un fondo per ridurre la pressione fiscale».

PRESTO VERTICE COI LEADER DELLA MAGGIORANZA

Nel corso dell’intervista Conte ha anche tracciato le mosse della maggioranza dopo la complicata gestione della finanziaria: «Dopo il varo della manovra», ha spiegato il premier, «ho già programmato di invitare i quattro leader della maggioranza a un week-end di lavoro: tutti parleranno fuori dai denti, poi raccoglieremo i rispettivi obiettivi, metteremo giù un cronoprogramma dettagliato perché tutti si impegnino sul che fare e sul quando farlo nei prossimi tre anni e mezzo». «Ora bisogna rinunciare a dichiarazioni estemporanee, smarcamenti tattici» e «marciare compatti», ha aggiunto.

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