Tempa Rossa, la Regione chiede a Total cinque piani di azione

Spegnimento caldaia, errata lettura del trasmettitore di vibrazioni, errata lettura del trasmettitore di pressione dovuta all’abbassamento delle temperature. Sono queste le principali cause delle fiammate improvvise avvenute al centro olio di Tempa Rossa rispettivamente nei giorni 14, 15 e 17 gennaio illustrate nel corso di un incontro voluto dal presidente della Regione, Vito Bardi, e dall’assessore all’Ambiente, Gianni Rosa, e che hanno portato a una diffida indirizzata alla Total da parte della Regione Basilicata.
Nel corso dell’incontro svoltosi stamane nella sede del dipartimento Ambiente sia on line che in presenza e al quale hanno partecipato oltre all’assessore Rosa e al dirigente generale, Giuseppe Galante, anche rappresentanti dell’Arpab, dell’Ispra, dei vigili del fuoco, del comune di Corleto Perticara, i dirigenti di Total hanno spiegato le ragioni delle tre fiammate e le azioni messe in campo per mitigare gli effetti. “Le fiammate – hanno detto – sono un elemento di protezione di questo impianto così complesso e ci aiutano a comprendere gli eventuali aspetti da modificare in presenza di eventi inaspettati come, ad esempio, un abbassamento improvviso delle temperature, o alcune vibrazioni”.
I dirigenti Total hanno anche spiegato le ragioni delle altre fiammate prolungate avvenute in diverse occasioni dal 25 al 28 gennaio. “L’incremento di visibilità della fiamma è stato dovuto a un improvviso fuori specifica del gpl prodotto nell’impianto e al successivo invio alla torcia di sicurezza”.
L’assessore Rosa ha espresso con determinazione la necessità di spiegare a tutte le istituzioni coinvolte e in particolare ai cittadini in modo chiaro e immediato le ragioni di questi avvenimenti “considerato che l’esperienza ventennale con altre compagnie petrolifere non aiuta a determinare tranquillità nella popolazione”.
Al termine della riunione l’assessore Rosa e il presidente Bardi hanno chiesto alla Total cinque azioni da porre in essere nel più breve tempo possibile: un piano della coibentazione dell’impianto e relativo cronoprogramma, un piano della ridondanza per il raddoppio dei rilevatori di misurazione finalizzato a ridurre al massimo gli errori, un piano per la mitigazione dei rilasci, un piano di riduzione, per questa fase, della produzione complessiva giornaliera, e, infine, un piano per la diminuzione dell’emungimento dai pozzi con maggiore carica acida”.
La Total si è impegnata a fornire rapidamente a tutte le istituzioni interessate questi cinque piani di attività.

  

Deposito scorie radioattive, tavolo tecnico “struttura antropica”

Un’area fortemente vocata all’agricoltura, con più di mille aziende impegnate soprattutto nell’attività cerealicola di altissima qualità, con produzioni come il grano Senatore Cappelli e la lenticchia dop di Altamura; un’area che rientra nella proposta di delimitazione delle zone di interesse archeologico del Piano paesaggistico regionale in corso di elaborazione, caratterizzata da molte masserie, fontane, alcune delle quali già vincolate, e tratturi che definiscono un paesaggio agrario antico e intatto, pur nella trasformazione delle tipologie agrarie avvenuta nel corso degli anni; un’area che coincide con la zona dell’antica via Appia indicata nella proposta progettuale del Ministero dei beni culturali denominata “Appia regina viarum” e che un altro ministero, quello dello Sviluppo economico, ha individuato per la realizzazione di progetti di “agricoltura di precisione”, dove da più di trent’anni si attende l’avvio (forse imminente) del completamento del Distretto G, che consentirà di irrigare un territorio molto vasto.

È l’area fra Genzano, Acerenza, Oppido lucano e Irsina, dove la Sogin ha individuato 7 zone (indicate con le sigle PZ 8, PZ 9, PZ 10, PZ 12, PZ 13, PZ 14 e MT _ PZ 6) classificate nella categoria C (aree in zona sismica 2) della carta dei siti potenzialmente idonei alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti nucleari.

“Una classificazione basata su informazioni vecchie e parziali e su un quadro evidentemente non aggiornato – afferma l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa -, che non tiene conto delle peculiarità produttive, paesaggistiche ed archeologiche di questo territorio e degli ingenti investimenti pubblici programmati dalla Regione e dallo Stato, con il coinvolgimento diretto di almeno tre Ministeri, per lo sviluppo del cosiddetto ‘granaio della Basilicata’, cioè a supporto di produzioni agricole di altissima qualità e dei beni culturali ed ambientali di grande interesse che sono presenti in quella zona”.

Ed è proprio per evidenziare queste caratteristiche del territorio dell’area bradanica che il gruppo di lavoro sulla “struttura antropica”, uno dei cinque istituiti presso il Dipartimento Ambiente della Regione per formulare le osservazioni tecniche che saranno inviate all’inizio di marzo per motivare la ferma opposizione della Regione ad ogni ipotesi di insediamento in Basilicata del deposito dei rifiuti nucleari, si è riunito nei giorni scorsi con i sindaci di Genzano, Oppido Lucano ed Acerenza ed i rappresentanti dell’Ordine degli agronomi di Matera, dell’Apt, delle Soprintendenze paesaggistica ed archeologica del Mibact, dell’Unibas, con i consulenti che si occupano del Piano paesaggistico regionale ed i funzionari del Dipartimento Agricoltura della Regione.

Il gruppo di lavoro, coordinato dall’architetto Anna Abate del Dipartimento Ambiente, si riunirà nuovamente nella prossima settimana per analizzare i problemi e le caratteristiche della struttura antropica delle altre aree individuate nella carta dei siti potenzialmente idonei nei territori di Matera, Montescaglioso, Bernalda e Montalbano Jonico.

“Come si vede – afferma il presidente della Regione Vito Bardi – la nostra opposizione netta alla localizzazione del deposito in Basilicata, si basa anche su solide motivazioni scientifiche, che riguardano le caratteristiche e le vocazioni dei nostri territori. Ringrazio i nostri tecnici ed i rappresentanti di tutte le istituzioni, degli ordini professionali e del tessuto associativo che ci stanno supportando in queste ore. L’attività dei gruppi di lavoro prosegue in un rapporto trasparente e proficuo con i territori, e credo che saremo in grado di produrre osservazioni molto ben curate e approfondite su tutti i siti indicati dalla Sogin e sui vari aspetti tematici. Osservazioni che rafforzano il nostro no chiaro e forte a qualunque ipotesi di ubicazione in Basilicata di una simile realizzazione”.

Tempa Rossa, l’assessore Rosa convoca un incontro

L’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa, ha convocato una riunione che si terrà il 1° febbraio alle 10 presso il Dipartimento, in relazione “ai recenti e frequenti episodi di innalzamento e visibilità della fiaccola del Centro Olio “Tempa Rossa”.
All’incontro sono stati invitati, oltre alla Total Italia, rappresentanti dell’Umnig, dell’Ispra, della direzione generale dei Vigili del Fuoco della Basilicata, oltre che l’Arpab e il sindaco di Corleto Perticara, Mario Montano.
Nel condividere “la più profonda preoccupazione e la forte apprensione manifestata dai cittadini”, l’assessore Rosa ha invitato gli enti preposti al monitoraggio e al controllo “a un’attenta verifica degli eventi” e “a mettere in campo tutte le azioni necessarie per porre fine a tale situazione”
“E’ palese che tale circostanza – ha evidenziato Rosa – influisce sia sui timori della popolazione, che vedono in tali attività un pericolo per la propria salute e per l’ambiente, sia sulla possibilità che si verifichino incidenti rilevanti”.

Programma Horizon, la Basilicata in partnership internazionali

In linea con la scelta di promuovere progetti ad alto contenuto innovativo, il Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata, in sintonia con la Presidenza della Giunta Bardi, ha aderito ad alcuni partenariati internazionali nell’ambito di Horizon 2020 – Research and innovation in support of the European Green Deal.
Il programma comunitario sostiene progetti di ricerca e innovazione che contribuiscono ad affrontare la crisi climatica e le sfide ambientali verso il Green Deal europeo. Punta anche a dare impulso alla ripresa dell'Europa, trasformando le sfide ambientali e climatiche in opportunità di innovazione.
La Basilicata ha candidato progetti nel campo della ricerca applicata, partecipando a tavoli strategici internazionali, per sperimentare azioni pilota innovative e incentivare la partecipazione di cittadini, imprese ed enti nella grande sfida dello sviluppo sostenibile.
“Dobbiamo cogliere – ha spiegato l’assessore Gianni Rosa – tutte le opportunità offerte dall’Unione europea, non solo quelle legate all’utilizzo dei Fondi strutturali. Vogliamo aprire una nuova fase, partecipando a programmi e stringendo partnership con enti e istituti di ricerca altamente qualificati. La prima possibilità ce la offre il Programma Horizon. Ma il nostro obiettivo è quello di stringere collaborazioni strategiche, non solo per migliorare la gestione dei temi ambientali, ma anche per avviare iniziative particolarmente significative finalizzate allo sviluppo sostenibile”. 
Le iniziative candidate dalla Regione Basilicata abbracciano tutte le opzioni date dal programma Horizon. A cominciare dal progetto Superscienceme – REsearch is your RE-Generation, che fa appello a tutte le generazioni, aprendo le porte dei laboratori scientifici, con l’intento di avvicinare i ricercatori al grande pubblico e incoraggiare i giovani ad intraprendere carriere scientifiche, fino al progetto REsiliAPTATIVE che mira a fornire soluzioni concrete per mitigare gli impatti della crisi climatica su scala regionale attraverso una valutazione di indicatori chiave, implementando un modello sistemico socioeconomico-culturale innovativo per la resilienza alle pressioni climatiche, passando per il progetto Utmost 4 FireMan –  Unmanned Teaming MultiObjective Strategy for Fire Management)  con l’intento di integrare e dimostrare l'efficacia di un sistema di piattaforme aeree eterogenee che collaborano secondo diverse competenze assegnate per l'individuazione, il targeting e l'estinzione degli incendi. La sfida è garantire un sistema gestionale in grado di operare in sicurezza in ambienti difficilmente raggiungibili in diverse condizioni meteorologiche. Infine,  la Regione partecipa al progetto RI-URBANS che mira a dimostrare come gli strumenti di servizio (ST) delle infrastrutture di ricerca atmosferica (IR) possano essere adattati e migliorati per affrontare meglio le sfide e le esigenze della società riguardanti la qualità dell'aria nelle città e nei siti industriali, rispondendo alle esigenze urgenti di ridurre sostanzialmente l'inquinamento atmosferico fornendo osservazioni migliorate sulla qualità della aria a supporto della policy.

Superamento emissioni impianti Tempa Rossa, diffida della Regione

La Regione Basilicata diffida la Total “dal porre in essere atti e comportamenti che possano reiterare la violazione del provvedimento di autorizzazione integrata ambientale e recare nocumento all’ambiente ed alla salute umana, provvedendo in tempi certi al ripristino delle corrette condizioni di esercizio dell’impianto ed all’ottemperanza delle prescrizioni di cui alla delibera della Giunta regionale n. 1888/20111”.

Con una lettera inviata oggi, l’Ufficio Compatibilità ambientale chiede inoltre alla società petrolifera una relazione tecnica, da consegnare entro 10 giorni, sulle cause che hanno determinato gli sforamenti nelle emissioni in atmosfera rilevati dall’Arpab nei giorni scorsi e sulle procedure adottate per ripristinare le normali condizioni operative degli impianti. Chiede inoltre “la descrizione delle modalità operative che saranno adottate per garantire il regolare esercizio con le tempistiche previste, le spiegazioni sulle diverse invalidità dei valori registrati dallo SME, i dati rilevati dal sistema di monitoraggio delle emissioni fuggitive ed i dati delle portate in torcia”.

La lettera è stata inviata anche all’Arpab. All’Agenzia regionale per l’Ambiente la Regione chiede di effettuare i necessari accertamenti “al fine di verificare l’eventuale perdurare dell’inosservanza delle prescrizioni di cui alla delibera della Giunta regionale n. 1888/20111, di verificare e valutare i dati registrati dalla data di messa in esercizio dell’impianto Centro Olio Tempa Rossa dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria e dal mezzo mobile, di fornire un riscontro tecnico sulla documentazione che sarà trasmessa dalla società Total E&P Italia spa in conseguenza della presente diffida”.

“Nessun intento punitivo nei confronti delle compagnie petrolifere, ma siamo fermi e determinati a richiedere il rispetto delle regole – afferma l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia Gianni Rosa –. La Basilicata offre un rilevante contributo al bilancio energetico dell’Italia ed intende continuare a farlo, ma in condizioni di sicurezza per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Per questo motivo il governo regionale guidato dal presidente Bardi ha inteso valorizzare il ruolo dell’Arpab, che in uno stretto rapporto di collaborazione con il Dipartimento Ambiente ha intensificato la vigilanza ed i controlli sulle attività impattanti. Prima di tutto viene la salute dei cittadini, lo ribadiamo ed auspichiamo che le stesse compagnie petrolifere provvedano prontamente ad adeguare il piano di monitoraggio delle emissioni ed a mettere in atto ogni utile misura per assicurare il corretto funzionamento degli impianti”.

Arpab, Rosa: si terranno regolarmente i concorsi per 80 posti

“Voglio assicurare i rappresentanti della Uil Fpl ma soprattutto tutti i giovani lucani che le prove concorsuali indette per 80 posti presso l’Arpab si terranno regolarmente. Oltre, verranno espletate anche le prove per gli ulteriori concorsi già banditi a tempo indeterminato. La ‘stagione dei concorsi’ voluta dal governo Bardi è stata interrotta, nostro malgrado, dall’emergenza Covid e dalle relative disposizioni emesse dal governo nazionale che hanno bloccato le prove concorsuali in tutto il Paese. Finalmente l’ultimo dpcm ha sbloccato la situazione dal 15 febbraio prossimo. Il governo regionale ha già dato disposizioni alla dirigenza Arpab di agire celermente.
Quanto al concorso evidenziato dall’organizzazione sindacale, per l’assunzione a tempo determinato di tre mesi, si è reso necessario nelle more dell’espletamento dei concorsi previsti per sopperire alla scadenza di 25 contratti di interinali che erano in forza presso l’Arpab fino al 31 dicembre, E’ chiaro che non potevano far rimanere sguarnita l’Agenzia nel periodo intercorrente. Fra l’altro la decisione era stata assunta già prima delle novità introdotte nell’ultimo dpcm. La meritocrazia per noi rimane un valore, i lucani ne possono stare certi”.
Lo dichiara l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa, in risposta al comunicato diffuso dalla Uil Fpl in merito ai concorsi Arpab.

“Infrastrutture verdi”, finanziati i primi sette progetti

Pubblicate sul Bollettino ufficiale della Regione Basilicata, il numero 7 del 16 gennaio 2021, le determine di finanziamento dei primi sette progetti in graduatoria presentati dai Comuni nell’ambito dell’avviso pubblico “Infrastrutture Verdi.
Destinatari dei fondi, complessivamente per tre milioni di euro, sono i Comuni di Tito, Bernalda, Filiano, Montescaglioso, Muro Lucano, Avigliano, Brindisi di Montagna. Le iniziative finanziate puntano alla riqualificazione di aste fluviali, di percorsi verdi turistico-culturali, di tracciati e riconnessioni tra zona urbana e aree protette e al ripristino di antichi orti monastici e di aree urbane paesaggisticamente rilevanti.
Subito dopo la notifica, si procederà a sottoscrivere gli Accordi che, sottolinea l’assessore all’Ambiente ed Energia Gianni Rosa, “consentiranno di perfezionare le progettazioni e avviare le procedure di realizzazione dei progetti, che rappresentano esempi concreti di infrastrutture verdi a scala locale. Gli obiettivi sono quelli di innalzare la qualità di spazi urbani e di manutenere il capitale naturale e il paesaggio, tracciando un filo conduttore nelle strategie del Dipartimento Ambiente volte al concetto di sviluppo sostenibile”.
“Come già anticipato, il governo Bardi – aggiunge Rosa – ha destinato ulteriori tre milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione al bando “Infrastrutture Verdi”, che ha visto un’ampissima partecipazione degli enti locali.  Potremo così scorrere la graduatoria e finanziare altri progetti presentati dai Comuni”.

Scorie, da tavoli tecnici le osservazioni contro il deposito unico

Facendo seguito alle intese raggiunte nella riunione del 7 gennaio per la creazione di una cabina di regia attraverso la quale esprimere una posizione univoca rispetto alla “localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”, il Dipartimento regionale all’Ambiente ha definito i tavoli tecnici che dovranno predisporre le osservazioni di carattere tecnico – scientifico contro l’ipotesi di una eventuale localizzazione del sito in Basilicata. Ipotesi sulla quale il governo Bardi si è più volte pronunciato con forza esprimendo la sua netta contrarietà.

Poiché la Sogin ha indicato una serie di luoghi nell’Alta Murgia ai confini tra la Basilicata e la Puglia, le due Regioni hanno stabilito un percorso comune per partecipare unitariamente e in modo coordinato alla consultazione pubblica sulla carta dei siti potenzialmente idonei.

I tavoli tecnici si svolgeranno in raccordo con la Regione Puglia e con la collaborazione della Farbas con l’obiettivo di arrivare alla stesura delle osservazioni in merito al valore naturalistico e faunistico delle aree interessate, che in parte rientrano nel patrimonio Unesco con i Sassi di Matera. Saranno approfondite la struttura idro-geomorfologica, la struttura naturalistica, la struttura antropica e le strutture strategiche di relazione delle zone indicate come potenziali siti. Ai tavoli, coordinati dalla direzione generale del Dipartimento Ambiente, partecipano gli enti locali, gli ordini professionali, l’Arpab, l’Apt e i soggetti portatori di interessi sul territorio.

Sono state stabilite anche le modalità di lavoro e il cronoprogramma per presentare le osservazioni nei 60 giorni a disposizione delle comunità locali.

“Arriviamo con voce unanime – hanno commentato il presidente Bardi e l’assessore all’Ambiente, Gianni Rosa – a dire no alla localizzazione del deposito unico delle scorie nucleari in Basilicata. La nostra regione ha già dato nel passato e continua a fare la sua parte contribuendo al fabbisogno energetico del Paese. Non accettiamo altri carichi. Perciò invitiamo i Comuni che non hanno ancora provveduto a indicare i nominativi dei loro rappresentanti ai tavoli tematici. Non stiamo perdendo tempo, anzi stiamo dando priorità massima e tutte le energie necessarie per scongiurare questa situazione di pericolo per la nostra terra”.

Scorie, da tavoli tecnici le osservazioni contro il deposito unico

Facendo seguito alle intese raggiunte nella riunione del 7 gennaio per la creazione di una cabina di regia attraverso la quale esprimere una posizione univoca rispetto alla “localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”, il Dipartimento regionale all’Ambiente ha definito i tavoli tecnici che dovranno predisporre le osservazioni di carattere tecnico – scientifico contro l’ipotesi di una eventuale localizzazione del sito in Basilicata. Ipotesi sulla quale il governo Bardi si è più volte pronunciato con forza esprimendo la sua netta contrarietà.

Poiché la Sogin ha indicato una serie di luoghi nell’Alta Murgia ai confini tra la Basilicata e la Puglia, le due Regioni hanno stabilito un percorso comune per partecipare unitariamente e in modo coordinato alla consultazione pubblica sulla carta dei siti potenzialmente idonei.

I tavoli tecnici si svolgeranno in raccordo con la Regione Puglia e con la collaborazione della Farbas con l’obiettivo di arrivare alla stesura delle osservazioni in merito al valore naturalistico e faunistico delle aree interessate, che in parte rientrano nel patrimonio Unesco con i Sassi di Matera. Saranno approfondite la struttura idro-geomorfologica, la struttura naturalistica, la struttura antropica e le strutture strategiche di relazione delle zone indicate come potenziali siti. Ai tavoli, coordinati dalla direzione generale del Dipartimento Ambiente, partecipano gli enti locali, gli ordini professionali, l’Arpab, l’Apt e i soggetti portatori di interessi sul territorio.

Sono state stabilite anche le modalità di lavoro e il cronoprogramma per presentare le osservazioni nei 60 giorni a disposizione delle comunità locali.

“Arriviamo con voce unanime – hanno commentato il presidente Bardi e l’assessore all’Ambiente, Gianni Rosa – a dire no alla localizzazione del deposito unico delle scorie nucleari in Basilicata. La nostra regione ha già dato nel passato e continua a fare la sua parte contribuendo al fabbisogno energetico del Paese. Non accettiamo altri carichi. Perciò invitiamo i Comuni che non hanno ancora provveduto a indicare i nominativi dei loro rappresentanti ai tavoli tematici. Non stiamo perdendo tempo, anzi stiamo dando priorità massima e tutte le energie necessarie per scongiurare questa situazione di pericolo per la nostra terra”.

No a deposito scorie, strategia comune di Basilicata e Puglia

Le Regioni Basilicata e Puglia parteciperanno in modo coordinato e unitario alla consultazione pubblica sulla carta dei siti potenzialmente idonei per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, “esprimendo la loro netta contrarietà ad ogni ipotesi di ubicazione del deposito nelle aree a cavallo fra Basilicata e Puglia indicate nella carta, che sono di particolare pregio naturalistico, vicine a Parchi naturali, e sono assolutamente inidonee ad ospitare una simile realizzazione”. A tale scopo saranno svolti i necessari approfondimenti tecnici, con il contributo degli enti locali, delle università, degli enti di ricerca e del mondo associativo, per presentare in tempo utile le osservazioni.

Lo si è appreso al termine dell’incontro che il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa (presenti il capo di gabinetto della Presidenza Michele Busciolano e il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Galante) hanno avuto in videoconferenza con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e con l’assessore all’Ambiente Anna Maria Maraschio.

“L’indicazione da parte della Sogin di una serie di siti in Puglia e in Basilicata è motivo di preoccupazione per tutti noi e ci batteremo perché le scorie non vengano portate nei nostri territori”, ha detto Bardi chiedendo agli interlocutori pugliesi “di concordare una linea univoca per contrastare questa ipotesi, qualora dovesse concretizzarsi”. Una proposta che ha trovato il pieno consenso del presidente Emiliano e dell’assessore Maraschio, che hanno concordato sulla necessità di portare a sintesi gli accertamenti avviati dalle due Regioni con le agenzie di riferimento per acquisire i dati tecnici.

Intanto, dopo aver coinvolto l’Unibas e gli ordini professionali, che parteciperanno ai tavoli tematici promossi dalla Regione per la formulazione delle osservazioni sulle aree indicate nella carta dei siti potenzialmente idonei per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, il governo regionale ha scritto anche ai rappresentanti dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl), delle associazioni imprenditoriali (Confindustria, Confapi, Confimi Industria, Claai), dell’agricoltura (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri), del commercio (Confcommercio, Confesercenti), dell’artigianato (Confartigianato, Casartigiani, Cna), delle cooperative (Legacoop, Confcooperative, Agci), della tutela dell’ambiente e del territorio (Endas, Legambiente, Lipu, Movimento Azzurro, Italia Nostra, Scanziamo le scorie), chiedendo loro di “di voler contribuire, attraverso la formulazione di osservazioni e di proposte tecniche in forma scritta sulla valutazione potenziale di queste aree, alla redazione del documento unitario”. 

Amianto, convenzione con il Cnr per la mappatura dei fabbricati

La Regione Basilicata mette un altro tassello alla mappatura dell’amianto sul territorio lucano. Dopo il catasto che censisce le aree dove il pericoloso minerale si trova naturalmente, sarà presto avviata un’indagine a tappeto su tutti i fabbricati per verificare la presenza di amianto sulle coperture e il loro stato di conservazione. E’ quanto prevede una convenzione con il Cnr-Itc, per un importo complessivo di 435.550 euro, nell’ambito della collaborazione tra la Regione Basilicata e il Consiglio nazionale delle ricerche per attività di comune interesse, tra le quali si inserisce l’aggiornamento della mappatura dell’amianto.
“Un altro pezzo del progetto “Liberi dall’amianto” viene attuato e questo – commenta l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa – ci porterà ad avere una visione complessiva della situazione, che oggi non esiste, per affrontare in maniera definitiva questa atavica problematica. Avremo finalmente un quadro chiaro che ci consentirà di programmare con compiutezza gli investimenti necessari a mettere in sicurezza il territorio dal rischio amianto”.

Deposito scorie, azione comune delle Regioni Basilicata e Puglia

Coordinare un’azione comune delle Regioni Basilicata e Puglia contro l’individuazione di siti lucani e pugliesi come possibili luoghi dove costruire il Deposito unico delle scorie nucleari.
Ne parleranno nel pomeriggio alle 17 in una videoconferenza i presidenti Vito Bardi e Michele Emiliano e gli assessori all’Ambiente delle due Regioni, Gianni Rosa e Anna Maria Maraschio.
 

Deposito scorie, Bardi e Rosa scrivono a rettore e professionisti

Chiesto il contributo dell’Unibas e degli ordini professionali lucani per la formulazione delle osservazioni alla carta dei siti potenzialmente idonei per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

Una lettera al rettore dell’Unibas, Ignazio Mancini, ed una ai presidenti degli ordini professionali degli ingegneri, degli architetti, dei geologi, degli agronomi e degli avvocati, per chiedere il loro contributo nella formulazione delle osservazioni alla carta dei siti potenzialmente idonei per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Le ha inviate l’assessore all’Ambiente della Regione Gianni Rosa, d’intesa con il presidente della Regione Vito Bardi, dopo la riunione di ieri con i Comuni lucani chiamati in causa dalla proposta della Sogin, “dalla quale è mersa la totale unanime contrarietà” della Regione e delle altre istituzioni locali sull’ipotesi di localizzare in Basilicata il sito unico dei rifiuti radioattivi.

“Nella riunione – scrivono Bardi e Rosa – è stato deciso, di istituire specifici tavoli di lavoro con esperti qualificati per la formulazione delle osservazioni e delle proposte tecniche sulla valutazione potenziale delle aree, in riferimento ai criteri redatti da IAEA e ISPRA in base alle caratteristiche fisiche dei luoghi (geologia, morfologia, idrogeologia, meteorologia), le condizioni di esposizione a rischio da eventi naturali, (sismicità, tettonica e vulcanismo, stabilità dei versanti) e le condizioni che possono determinare pericolosità per le generazioni future e per l’ambiente (migrazione dei radionuclidi alla biosfera come conseguenza del danneggiamento delle strutture)”.

A tal fine, Bardi e Rosa chiedono al rettore ed ai responsabili degli ordini professionali di indicare entro il 13 gennaio i nomi di propri rappresentanti tecnici ed esperti che la Regione coinvolgerà in specifici tavoli di lavoro o di studiare altre modalità di collaborazione istituzionale “per un’analisi critica, la formulazione di osservazioni e di proposte tecniche sulla valutazione potenziale delle aree”. Le osservazioni dovranno essere presentate entro 60 giorni dalla pubblicazione della carta dei siti potenzialmente idonei, cioè entro il 6 marzo 2021, così come prevede la procedura di consultazione pubblica avviata in base alle disposizioni del decreto legislativo n. 31/2010. 

Deposito scorie radioattive, Bardi: “Né ora e né mai”

“Mettereste un deposito di scorie nucleari a Pompei, o magari nella laguna di Venezia? Non credo proprio. Ed è per questo motivo che è impensabile anche solo ipotizzare che una simile realizzazione debba essere fatta nei pressi di Matera o in altre aree della Basilicata, una regione, è bene ricordarlo ancora una volta, che ha già dato e sta continuando a dare tanto all’Italia in termini di risorse energetiche ed uso del territorio. Ben venga quindi la consultazione pubblica, che speriamo si svolga con il massimo coinvolgimento delle istituzioni e di tutti i soggetti portatori di interessi. Ma sin d’ora deve essere chiaro che nel nostro territorio non sorgerà nessun deposito di rifiuti nucleari, né ora e né mai”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi che in mattinata ha portato il proprio saluto all’incontro svolto in videoconferenza per fare il punto sulla procedura di consultazione pubblica attraverso la quale, entro i prossimi 60 giorni, i soggetti portatori di interessi qualificati potranno esprimersi in merito alla “localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”.

All’incontro, introdotto dall’assessore all’Ambiente Gianni Rosa e dal dirigente generale del Dipartimento Giuseppe Galante, hanno partecipato il vicepresidente della Giunta ed assessore all’Agricoltura Francesco Fanelli, l’assessore alla Sanità Rocco Leone, i consiglieri regionali Pasquale Cariello e Giovanni Vizziello, Il direttore generale dell’Arpab Antonio Tisci con i tecnici Achille Palma e Carmela Fortunato, Salvatore Adduce, Andrea Bernardo e Mario Guarente in rappresentanza dell’Anci, i presidenti delle Province di Potenza e Matera, Rocco Guarino e Piero Marrese, il sindaco Domenico Bennardi e l’assessore all’ambiente di Matera Lucia Summa, i sindaci di Genzano (Viviana Cervellino), Oppido Lucano (Antonietta Fidanza), Irsina (Nicola Massimo Morea), Montescaglioso (Vincenzo Zito), il vicesindaco del Comune di Montalbano Jonico Giuseppe Di Sanzo e l’assessore Giusy Cirigliano in rappresentanza del Comune di Bernalda.

Nel corso della riunione si è appreso che i tecnici della Regione e dell’Arpab stanno svolgendo tutti gli approfondimenti necessari per redigere, in stretto rapporto con le amministrazioni locali interessate, le osservazioni di carattere tecnico – scientifico a supporto della netta contrarietà già espressa dal governo regionale lucano sull’eventuale localizzazione del deposito in Basilicata. In particolare, saranno formulate osservazioni in merito al valore naturalistico e faunistico delle aree interessate, che in parte, come è stato rilevato da più parti, rientrano nel patrimonio Unesco con i Sassi di Matera.

“La Basilicata si presenta unità: diciamo no al piano del Governo con una sola lingua ed unità d’intenti – ha detto alla fine dell’incontro l’assessore Rosa –, perché riteniamo che la nostra regione non possa subire questo nuovo aggravio. Dopo aver già dato tanto all’Italia in termini energetici, la nostra regione vuole svilupparsi guardando alle sue peculiarità, il turismo e le bellezze naturali. Questo insediamento non ci interessa. Lo sviluppo della Basilicata deve andare oltre. Voglio rimarcate che noi non siamo mai stati interpellati su questo documento ma solo sul Piano nazionale, sul quale abbiamo già espresso la nostra netta contrarietà con un documento del 31 luglio 2019, a cui è seguito un pronunciamento contrario della stessa Conferenza delle Regioni. La settimana prossima ci sarà un approfondimento in Consiglio regionale, invieremo una nota alle parti sociali, agli ordini professionali, alle associazioni ambientaliste, all’Unibas, alla stessa Regione Puglia, perché ci supportino con le loro motivazioni. L’idea è quella di arrivare ad un documento unitario che rappresenti il territorio. Abbiamo inoltre chiesto all’Anci di coinvolgere tutti i Comuni della Basilicata”.

“Siamo contrari nel merito e nel metodo, la Basilicata già paga un prezzo alto in termini ambientali”, gli ha fatto eco il vicepresidente della Giunta Fanelli, mentre il consigliere Vizziello ha sottolineato che la Basilicata non ha mai avuto adeguate compensazioni ambientali per le attività petrolifere e la persistenza di depositi di amianto e vecchi insediamenti industriali. 

Deposito scorie radioattive, giovedì 7 gennaio riunione in Regione

Un incontro urgente per fare il punto sulla procedura di consultazione pubblica, avviata oggi, attraverso la quale, entro i prossimi 60 giorni, i soggetti portatori di interessi qualificati potranno esprimersi in merito alla “localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”. L’ha convocato, d’intesa con il presidente della Regione Bardi, l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa.

La riunione avrà luogo in modalità telematica giovedì 7 gennaio 2021 alle ore 10,30. Sono stati invitati a partecipare i presidenti delle Province di Potenza e Matera, il direttore generale dell’Arpab, il presidente dell’Anci ed i sindaci dei Comuni lucani i cui territori ricadono fra le aree indicate dalla Sogin nella “Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”: Acerenza, Genzano, Irsina, Oppido Lucano, Matera, Montescaglioso, Bernalda, Montalbano Jonico. Sarà presente all’incontro anche il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Galante.

L’incontro, già annunciato da Bardi e Rosa in una nota in cui hanno espresso la loro ferma contrarietà “ad ogni ipotesi di ubicazione in Basilicata del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”, servirà “per condividere le attività preparatorie alla formulazione delle osservazioni nei tempi previsti”.

Al termine della riunione è previsto un punto stampa, che si svolgerà orientativamente intorno alle 12,00 presso la sede del Dipartimento Ambiente della Regione.

Deposito scorie radioattive, Bardi e Rosa: “La Basilicata dice no”

“La Regione Basilicata si opporrà con tutte le sue forze ad ogni ipotesi di ubicazione nel proprio territorio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”. Lo hanno dichiarato il presidente della Regione Vito Bardi e l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa a seguito delle notizie diffuse nella tarda serata di ieri sulla pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che vede anche alcune zone della Basilicata fra le aree indicate dalla Sogin.

“Non eravamo stati informati – hanno aggiunto Bardi e Rosa – e ribadiamo la nostra contrarietà a questa scelta, certi di interpretare il comune sentire del popolo lucano che come è noto a tutti ha già manifestato questo orientamento, in maniera composta ma decisa, 17 anni fa quando fu indicato il sito di Scanzano Jonico. Ora come allora il nostro territorio, che contribuisce in maniera rilevante al bilancio energetico del Paese con le proprie risorse naturali, non può essere ulteriormente gravato da una attività che rischierebbe di mettere in discussione e di pregiudicare la prospettiva di sviluppo sostenibile che con tanta fatica, in questa difficile congiuntura dovuta all’emergenza sanitaria in atto, le istituzioni e le forze economiche e sociali stanno cercando di concretizzare”.

“Nella consultazione pubblica che è stata prevista – concludono Bardi e Rosa – la Regione produrrà una serie di osservazioni negative che in queste ore sono in corso di elaborazione. A questo scopo giovedì mattina alle 10,30 si terrà una riunione via web con tutti gli organismi regionali coinvolti, Arpab, sindaci interessati e presidenti delle Province per discutere e approfondire ogni aspetto della vicenda”.

Giunta regionale approva ddl su emissioni odorigene

La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa, ha adottato il disegno di legge “Norme per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene”.
“E’ un altro impegno che il governo Bardi sta mantenendo. Avevamo annunciato da tempo il provvedimento – spiega l’assessore Rosa – che diventerà esecutivo dopo i dovuti passaggi in Consiglio regionale. Più volte ci sono stati segnalati disagi delle comunità per gli odori molesti derivanti dalle attività industriali, soprattutto di quelle connesse alle estrazioni petrolifere e in tutti questi casi abbiamo attivato controlli e monitoraggi. Ora, in assenza di una legislazione nazionale che stabilisce limiti e valori soglia, la Regione Basilicata si dota di uno strumento normativo per contenere l’impatto ambientale prodotto dalle emissioni odorigene e restituire tranquillità ai cittadini lucani interessati per la salute e per l’ambiente”.
Lo studio delle emissioni odorigene è complesso e comporta un insieme di competenze e tecniche di indagine, tra loro integrate, da selezionare di volta in volta in considerazione di quelle che, nello specifico, possono risultare più efficaci.
Perciò il disegno di legge, in attuazione delle norme nazionali che attribuiscono tali poteri alle Regioni, prevede che possano essere prese misure di contenimento delle emissioni odorigene, alla luce delle caratteristiche degli impianti, delle attività presenti nello stabilimento e delle particolarità della zona interessata.
Tali misure consistono in valori limite di emissione, portate volumetriche o flussi di massa, riferiti sia a specifiche sostanze (espressi in concentrazione) ma anche in termini di unità odorimetriche o olfattometriche considerate al metro cubo. Tra le misure, anche specifiche prescrizioni relative agli impianti che hanno un potenziale impatto odorigeno, incluso l’obbligo di attuazione di piani di contenimento, così come le procedure volte a definire, in sede di autorizzazione, i criteri di localizzazione in funzione della presenza di ricettori sensibili intorno agli stabilimenti.
Le indicazioni per il contenimento delle emissioni odorigene potranno essere contenute, oltre che nelle autorizzazioni, anche all’interno di atti normativi regionali.

Estrazioni Total, l’assessore Rosa risponde a Braia

“Non mi sono premurato prima di rispondere al Consigliere Braia ed alle sue falsità sul fatto che Total stia estraendo gratis perché avrei dovuto dirgli che sono appunto falsità e chiedergli se questo mentire sia consapevole o solo dettato da ignoranza dei fatti; cosa, quest’ultima, che è altrettanto grave. Non ho voluto svergognare prima il Consigliere ma, visto che Braia insiste, e basta leggere la sua ultima esternazione su facebook, non posso continuare a sottrarmi. E allora, diciamo che è una falsità bella e buona affermare che “con il mese di dicembre si conclude un anno di prove di esercizio senza un euro per la Basilicata”. Non so quali siano le ‘fonti’ del Consigliere Braia ma, evidentemente, sono fantasiose.
Innanzitutto diciamo che la proroga delle prove di esercizio da 6 a 12 mesi è stata concessa, giustificata dal periodo di lockdown dovuto al Covid19, dal Governo nazionale del Consigliere Braia. Bardi non c’entra nulla con questa decisione, così come non c’entro io o la Giunta regionale nel suo complesso.
Cosa ancor più importante: le royalties e le compensazioni ambientali dovute alla Basilicata per il 2020 sono maturate e verranno regolarmente versate. Parliamo di un importo presuntivo totale di circa 30 milioni di euro.
Io non so perché Braia stia mentendo da mesi su questo argomento. Certo è che, in questo modo, dimostra che lui e i suoi compagni non sono stati in grado di essere una buona maggioranza perché ci hanno consegnato una Regione disastrata e che, oggi, non sanno essere opposizione perché, invece di sollevare critiche costruttive, riescono solo a fare figuracce.
Il tentativo maldestro di voler trasformare una menzogna in verità risulta alquanto puerile soprattutto se viene da una persona che viene da importanti responsabilità di Governo in questa Regione.”

  

Estrazioni Total, l’assessore Rosa risponde a Braia

“Non mi sono premurato prima di rispondere al Consigliere Braia ed alle sue falsità sul fatto che Total stia estraendo gratis perché avrei dovuto dirgli che sono appunto falsità e chiedergli se questo mentire sia consapevole o solo dettato da ignoranza dei fatti; cosa, quest’ultima, che è altrettanto grave. Non ho voluto svergognare prima il Consigliere ma, visto che Braia insiste, e basta leggere la sua ultima esternazione su facebook, non posso continuare a sottrarmi. E allora, diciamo che è una falsità bella e buona affermare che “con il mese di dicembre si conclude un anno di prove di esercizio senza un euro per la Basilicata”. Non so quali siano le ‘fonti’ del Consigliere Braia ma, evidentemente, sono fantasiose.
Innanzitutto diciamo che la proroga delle prove di esercizio da 6 a 12 mesi è stata concessa, giustificata dal periodo di lockdown dovuto al Covid19, dal Governo nazionale del Consigliere Braia. Bardi non c’entra nulla con questa decisione, così come non c’entro io o la Giunta regionale nel suo complesso.
Cosa ancor più importante: le royalties e le compensazioni ambientali dovute alla Basilicata per il 2020 sono maturate e verranno regolarmente versate. Parliamo di un importo presuntivo totale di circa 30 milioni di euro.
Io non so perché Braia stia mentendo da mesi su questo argomento. Certo è che, in questo modo, dimostra che lui e i suoi compagni non sono stati in grado di essere una buona maggioranza perché ci hanno consegnato una Regione disastrata e che, oggi, non sanno essere opposizione perché, invece di sollevare critiche costruttive, riescono solo a fare figuracce.
Il tentativo maldestro di voler trasformare una menzogna in verità risulta alquanto puerile soprattutto se viene da una persona che viene da importanti responsabilità di Governo in questa Regione.”

  

Tempa Rossa, postazione mobile per monitorare qualità dell’aria

La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa, prendendo atto della messa in esercizio degli impianti del Centro Olio Tempa Rossa con decorrenza 12 dicembre e che da quella data ha efficacia definitiva il provvedimento Aia, ha inserito nuove prescrizioni, tra le quali l’obbligo per la Total spa di fornire all’Arpab una postazione mobile che sarà utilizzata per monitorare la qualità dell’aria nelle zone della concessione Tempa Rossa, in aggiunta alle quattro centraline già installate.
Il protocollo operativo, inoltre, sarà ampliato e prevederà “misure e azioni per garantire ai cittadini, anche in attuazione della Convenzione di Aarhus, il pieno diritto di informazione ambientale individuando forme di comunicazione, elaborazione e divulgazione dei dati ambientali rilevati”.
“L’Arpab adesso – ha commentato l’assessore Rosa – avrà a disposizione un’altra unità di controllo mobile dedicata esclusivamente ai territori interessati dalla concessione Gorgoglione. Stiamo mettendo in campo ogni iniziativa possibile per rassicurare i cittadini sulle tematiche ambientali e della salute pubblica. Mai in tutti questi anni vi è stata un’attenzione per i controlli ambientali che sono una prerogativa qualificante del governo Bardi“