Alla nuova luna, testo e significato della poesia di Quasimodo nella prima prova di maturità 2023

Alle ore 8.30 di quest’oggi, mercoledì 21 giugno, migliaia di studenti in tutta Italia sono tornati sui banchi per affrontare la temuta prima prova degli Esami di maturità 2023. Tre come sempre le tipologie di tracce proposte, tra le quali l’analisi del testo letterario. Per l’occasione il ministero ha scelto un brano di Alberto Moravia (Gli indifferenti) e uno di Salvatore Quasimodo, intitolato Alla nuova luna. Ecco di cosa si tratta.

Alla nuova luna di Salvatore Quasimodo alla prima prova della Maturità 2023: il testo

Il brano in questione è una delle poesie dell’autore Nobel per la letteratura incluse nella sezione Domande e risposte della raccolta La terra impareggiabile, pubblicata nel 1958. Questa sezione in modo particolare è aperta dalla poesia scelta dal Miur per la prima prova di quest’anno ed è composta da un totale di tre poesie che raccontano del complesso rapporto fra scienza e fede, fra razionalità e Dio. Qui il testo integrale del componimento:

«In principio Dio creò il cielo
e la terra, poi nel suo giorno
esatto mise i luminari in cielo
e al settimo giorno si riposò
Dopo miliardi di anni l’uomo,
fatto a sua immagine e somiglianza,
senza mai riposare, con la sua
intelligenza laica,
senza timore, nel cielo sereno
d’una notte d’ottobre,
mise altri luminari uguali
a quelli che giravano
dalla creazione del mondo. Amen.».

Di cosa parla Alla nuova luna di Quasimodo: il significato della poesia

La nuova luna di cui si parla nella poesia rappresenta una voglia di rinnovamento, di cambiamento, lo stesso che le nuove scoperte scientifiche hanno garantito agli uomini, particolarmente nei primissimi anni del Novecento in cui Quasimodo ha vissuto e operato. Il poeta si interroga così sul significato di noi esseri umani nel mondo, visto che siamo stati in grado con le nostre scoperte “laiche”a rivoluzionare molte delle nostre certezze con il nostro impegno costante e con la nostra intelligenza.

 

Cristiana Pedersoli, chi è la figlia di Bud Spencer

La seconda figlia di Bud Spencer, Cristiana Pedersoli, è nata a Roma nel 1962 (oggi ha dunque 61 anni): dal padre, amatissimo attore interprete di numerosi spaghetti western all’italiana, la donna avrebbe presto assorbito la passione per l’arte, in tutte le sue forme. Ecco la sua storia e la sua biografia.

Chi è Cristiana Pedersoli, la seconda figlia di Bud Spencer

Bud Spencer ha avuto due figli: Giuseppe nato nel 1961 e Cristiana nata nel 1962. Fin da piccola, Cristiana ha vissuto in un ambiente ricco di stimoli artistici. Il nonno Peppino Amato, infatti, era un produttore cinematografico che aveva contribuito a far uscire molte importanti pellicole mentre il padre è stato per anni uno degli attori più amati e riconoscibili del panorama italiano, senza contare che il genitore era anche un apprezzato paroliere, musicista e scrittore.

Dal padre assorbirà così un particolare estro creativo che influenzerà moltissimo il suo percorso di crescita interiore ed espressiva. Proprio grazie a tutti questi stimoli, la donna si avvicinerà presto al mondo della pittura e inizierà a dipingere, senza mai fermarsi, supportata dall’amata zia.

Cristiana Pedersoli è dunque oggi un’apprezzata artista figurativa, una scrittrice e un’imprenditrice. Nel 2010 ha lanciato la sua personale linea di salvadanai, NO REGRETS, dipinti in terracotta da lei e altri artisti con i quali ha organizzato anche diverse mostre, eventi e aste di beneficenza. Nell’ultimo periodo si è occupata di realizzare la serie pittorica e scultorea Legami, composta da opere in bianco e nero e da sculture in ferro arrugginito.

Nata a Roma nel 1962, Cristiana Pedersoli è la seconda figlia di Bud Spencer: ecco la sua biografia personale.
Cristiana Pedersoli e Bud Spencer (Facebook)

Il libro dedicato al papà e il ricordo del genitore

Cristiana era molto legata a Bud Spencer. Proprio al genitore, tra l’altro, ha deciso di dedicare il suo primo libro, Bud. Un gigante per papà, che contiene al suo interno tantie aneddoti e ricordi inediti su Bud Spencer, oltre a molti contenuti inediti come ricette e lettere scritte di suo pugno.

In un’intervista concessa a Mangialibri, l’artista aveva così parlato del rapporto con il defunto padre: «Era concreto, è vero, con i piedi saldamente per terra, ma anche un gran sognatore con la testa per aria come quando pilotava i suoi aerei. Io non ho mai provato gelosia, solo un enorme orgoglio e tantissima stima, per quello che ha fatto, per come ha vissuto la sua vita, senza mai venire meno ai suoi grandissimi valori e ai suoi principi, senza mai trasgredire, perseguendo sempre la strada della gioia e della positività, e il pubblico lo ha capito e la sorte lo ha ripagato. Papà è il mio manuale, quando io mi innervosisco penso a lui».

L’accordo tra Neymar e la fidanzata Bruna Biancardi: lui la può tradire, ma a tre condizioni

Un giornale di gossip brasiliano, “Em Off”, ha riportato una notizia (o per meglio dire un pettegolezzo) decisamente curiosa su Neymar da Silva Santos Júnior, in questo periodo storico fermo a causa di un post operatorio per un intervento ai legamenti della caviglia.

L’accordo fra Neymar e la fidanzata: lui la può tradire, ma a tre condizioni

La notizia, ripresa anche dal media spagnolo “Marca” fa riferimento ad una decisione che Neymar avrebbe preso di comune accordo con la fidanzata Bruna Biancardi, con la quale sembra in realtà essere più innamorato che mai. A quanto pare, Neymar avrebbe ricevuto l’autorizzazione per farle le corna, ma a tre condizioni specifiche.

Neymar potrebbe dunque non solo flirtare con altre donne ma persino andarci a letto a patto che, prima di tutto, lo faccia in maniera discreta: il calciatore, insomma, non dovrebbe farsi vedere con altre in maniera plateale. La seconda regola che gli è concessa è fare sesso con altre donne ma utilizzando sempre il preservativo, per proteggersi da malattie veneree e dal rischio di gravidanze indesiderate. Infine Biancardi ha imposto a Neymar di non baciare in bocca le donne con cui la potrebbe tradire.

Voci di corridoio che per il momento non trovano conferme né smentite

Quanto detto fino a questo punto corrisponde, chiaramente, a semplici rumor. Eppure il media brasiliano ha portato anche delle prove a sostegno di questa tesi: di recente, infatti, Neymar avrebbe effettivamente tradito la ragazza con un’altra influencer, per di più alla vigilia di San Valentino. Nonostante le “corna”, il gesto di Neymar non avrebbe in alcun modo infastidito Biancardi.

Pare inoltre che lo stesso media abbia provato a entrare in contatto con Neymar per una conferma o una smentita dell’indiscrezione. Per il momento, tuttavia, il diretto interessato non ha ancora fornito spiegazioni nel merito della questione.

Clochard accoltellato nel parcheggio dell’aeroporto di Firenze: è grave

Intorno alle 3:30 di notte del 20 giugno la Polizia di Firenze ha soccorso un clochard riverso a terra e ferito nel parcheggio dell’aeroporto di Firenze Perentola, proprio di fronte alle partenze.

Clochard aggredito nella notte all’aeroporto di Firenze: è gravissimo

La vittima dell’aggressione è un uomo tedesco di 72 anni che al momento del ritrovamento presentava una terribile e profondissima ferita a livello della gola, causata evidentemente da un’arma da taglio. Dopo essere stato trovato dalle autorità, l’uomo è stato trasportato d’urgenza al vicino ospedale Careggi, dove si trova attualmente ricoverato in prognosi riservata.

Indagini in corso: tre giorni fa un caso simile

Le forze dell’ordine sono attualmente al lavoro sul caso per cercare di ricostruire cosa possa essere accaduto con precisione. Nessuno ha idea di chi si potrebbe essere reso protagonista di un gesto così folle, per ora. Sul grave episodio di cronaca sta dunque lavorando la squadra mobile di Firenze, con la collaborazione della polizia scientifica.

Tre giorni fa Firenze era finita al centro delle cronache per un’altra grave aggressione dove un altro clochard aveva perso la vita. Tutto è accaduto nella notte fra il 17 e il 18 giugno, sulla soglia della chiesa di Santa Maria Novella, in una zona che di norma è gremita di turisti. In questo caso a morire è stato un uomo senza fissa dimora di origini ceche, Jacob Kuapil, il cui corpo esanime è stato trovato in mattinata. La vittima avrebbe sbattuto la testa a terra in modo violento dopo aver avuto un acceso diverbio con un altro clochard, pare di nome Peter. L’alterco, stando alle ricostruzioni di un terzo uomo che ha assistito alla scena, sarebbe avvenuto per futili motivi. Il 118 aveva provato ad assistere Kuapil dopo l’incidente, ricevendo però un netto rifiuto da parte dell’uomo. Sul caso, il pubblico ministero Sandro Cutrignelli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.

Marco Mazzoli: età, moglie e carriera del vincitore dell’Isola dei Famosi 2023

Lo scorso lunedì 19 giugno i telespettatori di Canale 5 hanno finalmente scoperto chi è stato incoronato come vincitore dell’Isola dei famosi 2023: a portarsi a casa il traguardo più ambito è stato Marco Mazzoli, ecco tutto quello che c’è da sapere su di lui.

Chi è Marco Mazzoli, il vincitore dell’Isola dei famosi 2023: la sua storia e la sua biografia

Nato il 19 ottobre del 1972 (oggi ha dunque 51 anni) a Milano, Mazzoli ha passato gran parte della sua infanzia negli Stati Uniti, a Los Angeles, dove il padre lavorava come direttore artistico per la Walt Disney Company. Fin da subito si appassiona al mondo radiofonico, iniziando a collaborare con piccole radio locali della Lombardia. Sbarca nella sua prima radio importante nel 1993, iniziando a lavorare come speaker per la nota RTL 102.5, dove rimarrà per due anni. Dal 1995 al 1996 collaborerà con Radio Capital insieme a DJ Angelo, poi passerà a Station One fino al 1998.

La collaborazione con Radio 105 inizia proprio nel 1998: a partire da questo momento Mazzoli tornerà negli USA, a New York, per presentare un programma nel fine settimana. Una volta tornato dagli USA inventa il format Lo Zoo di 105, programma particolarmente sboccato e sopra le righe che scatenerà non poche polemiche ma che, allo stesso tempo, diventerà uno dei format di maggior successo di 105.

Marco Mazzoli è il vincitore dell'Isola dei famosi 2023: alle spalle, lo speaker ha una lunga carriera in radio, allo zoo di 105 soprattutto.
Marco Mazzoli e i suoi colleghi allo Zoo di 105 (Instagram)

Negli ultimi anni Mazzoli è tornato a vivere in pianta stabile negli Stati Uniti, ottenendo la cittadinanza nel 2015 e diventando editore della radio locale Miami Evolution 935. Il pubblico televisivo l’ha imparato a conoscere e apprezzare proprio grazie alla sua partecipazione all’Isola dei famosi, dove ha gareggiato al fianco del collega e amico Paolo Noise.

Chi è la moglie di Marco Mazzoli

Mazzoli, che oggi lavora a distanza su 105 da Miami, vive negli Stati Uniti in pianta stabile con la moglie Stefania Pittaluga. La coppia si è conosciuta nel 2009 e si è sposata nel 2010: almeno per il momento, i due non hanno avuto figli.

Marco Mazzoli è il vincitore dell'Isola dei famosi 2023: alle spalle, lo speaker ha una lunga carriera in radio, allo zoo di 105 soprattutto.
Marco Mazzoli e Stefania Pittaluga (Instagram).

Concerto di Povia annullato a Sulmona, il cantante contro il Comune: «Mafiosi»

Per usare un eufemismo, il cantante Povia non ha esattamente preso con filosofia l’annullamento di un suo imminente concerto previsto a luglio a Sulmona. La risposta del cantante non si è certo fatta attendere e non è stata delle più accomodanti.

Cancellato il concerto di Povia di Sulmona all’ultimo: le motivazioni

Partiamo dai fatti: il prossimo 6 luglio, fra neanche un mese, Povia si sarebbe dovuto esibire con il suo attuale tour a Sulmona, in provincia dell’Aquila. La decisione della cancellazione del live è stata a quanto pare presa dai commercianti locali, che in un primo momento avevano ingaggiato il cantante, resosi però protagonista negli ultimi tempi di dichiarazioni controverse contro la comunità LGBT e riguardo alla delicatissima emergenza Covid.

La decisione, dunque, non è stata in alcun modo presa dall’amministrazione locale, che si è però ritrovata al centro delle accuse social del cantante.

Povia risponde al Comune di Sulmona: «Mafiosi»

Con un lungo video sfogo pubblicato sul suo profilo Facebook, l’artista si è scagliato contro il sindaco e il suo team, utilizzando parole davvero molto pesanti. Nel merito della questione il cantante ha commentato: «Il Comune crede che possa succedere qualcosa per motivi di ordine pubblico e ti annulla il concerto. Io canto e non ammazzo la gente. Se l’istituzione si prende paura del nulla e si fa intimidire da quattro critiche, non solo gliela dà vinta a questi quattro beoti ma subisce quell’atteggiamento comunque mafioso perché per paura viene portato ad annullare l’evento. Se è cosi un’istituzione, parlo in generale, deve cambiare mestiere».

La risposta da parte del Comune, ad ogni modo, non ha tardato ad arrivare. L’amministrazione locale ora non esclude la possibilità di querelare l’artista. Qui sotto il comunicato ufficiale del Comune: «L’Amministrazione, in seguito alle numerose notizie apparse sulla stampa locale, intende fornire una doverosa precisazione in merito alla manifestazione prevista per i giorni 6/7/8 luglio 2023, già inserita nel Cartellone estivo presentato alla stampa lo scorso 16 Giugno».

Il Comune ha dunque specificato: «La complessiva proposta “Saldi in Corso 2023”, elaborata ed organizzata da locale Associazione di categoria del settore Commercio, prevede in una serie di eventi da ospitare in centro storico (animazione itinerante, trampolieri, mascotte, facepainting e concerto del cantante Povia); a tale iniziativa, ritenuta idonea a contribuire all’animazione dell’estate sulmonese, l’Ente ha stabilito di fornire sostegno economico a parziale copertura delle spese di realizzazione. Per quanto sopra il Comune, non avendo avuto contatti con alcuno degli artisti deputati alla realizzazione delle attività, non ha curato la loro contrattualizzazione né nello specifico ha disposto, non avendone titolo, l’annullamento dell’ingaggio del cantante Povia».

Rimini, marito e moglie trovati morti in casa: ipotesi omicidio-suicidio

Nella giornata di ieri, lunedì 19 giugno, le autorità locali di Rimini ha trovato un uomo e una donna privi di vita all’interno della loro abitazione, situata al numero civico 74 di via Gambalunga. La coppia era sposata da tempo: al momento della morte il marito aveva 50 anni mentre la moglie, di origine moldava, era di due anni più giovane del compagno.

Coppia trovata morta in casa a Rimini: spunta l’ipotesi omicidio-suicidio

Gli inquirenti sono tuttora al lavoro per cercare di capire cosa possa essere accaduto ai due, ma dalle prime informazioni trapelate pare che si stia facendo sempre più insistente la voce secondo cui si sarebbe trattato di un caso di omicidio-suicidio.

A lanciare l’allarme è stato il figlio della coppia, di soli 16 anni, che era rimasto lontano da casa per qualche giorno per passare un po’ di tempo insieme alla fidanzata. Quando è tornato il giovane ha trovato sbarrata la porta di casa e si è affidato ai vicini. Dopo essere riusciti a forzare l’entrata dell’abitazione, al terzo piano di una palazzina, il ragazzo e i vicini hanno fatto la terribile scoperta: i due corpi delle vittime giacevano ormai privi di vita nella loro camera da letto, in mezzo ad un lago di sangue. Accanto ai corpi c’era l’arma utilizzata per il delitto, una pistola. Le forze dell’ordine mantengono ancora il massimo riserbo sulle indagini, ma si pensa che uno dei due coniugi abbia sparato all’altro prima di togliersi la vita.

Indagini in corso

Immediato l’intervento dei soccorsi del 118, che non hanno però potuto fare altro che confermare il decesso di marito e moglie.  Sul posto sono anche arrivati in breve tempo le volanti della polizia e gli agenti della polizia scientifica, oltre alle pattuglie dei carabinieri. In base alle prime ricostruzioni sembra che il delitto sia avvenuto circa tre giorni fa, con un’arma che il 50enne possedeva con un regolare permesso per uso sportivo.

Prima prova maturità 2023, cosa portare domani e quali strumenti sono vietati

Ci siamo quasi, a partire da domani, mercoledì 21 giugno, scatterà ufficialmente l’ora X per migliaia di studenti in giro per l’Italia: da domani riprendono i tanto temuti esami di Maturità con la classica prima prova di italiano, identica per tutti gli istituti. Ecco un breve vademecum per tutti i ragazzi e le ragazze maturandi che stanno preparando lo zaino per la prima di tre prove che li condurranno fuori dalle scuole superiori.

Prima prova di italiano alla Maturità 2023: cosa si può portare e cosa è proibito

Va da sé che per scrivere un tema come si deve sarà necessario portare con sé un dizionario di italiano cartaceo. Tanto più ricco di contenuti sarà, tanto meglio sarà per gli studenti impegnati nella prova. Si tratta ovviamente di uno strumento che i ragazzi di tutta Italia hanno imparato ad usare molto spesso nei temi redatti in questi 5 anni di scuole superiori. Secondo quanto riporta Studenti.it, la piattaforma per eccellenza di riferimento per i maturandi, non sarà invece in alcun modo possibile  portare con sé il dizionario dei sinonimi e contrari.

Assolutamente vietati, anche tutti gli strumenti digitali come gli smartphone o i tablet, che saranno requisiti dalla commissione e riconsegnati agli studenti a fine esame. Qualsiasi tipo di strumento collegabile ad un wi-fi o un bluetooth, in generale, non sarà concesso in aula.

I consigli utili

La prova sarà lunga e complessa e durerà molte ore. Inoltre, si svolgerà nel pieno di un’importante ondata di calore che interesserà il nostro Paese in concomitanza con il solstizio d’estate. È dunque importante vestirsi in modo adeguato per l’evenienza (si parla pur sempre di un contesto scolastico), preferendo abiti comunque leggeri che assicurino la traspirazione della pelle. Di estrema importanza è inoltre l’idratazione: è consigliabile portarsi con sé un buon quantitativo d’acqua, possibilmente all’interno di una borraccia riutilizzabile.

Pino Daniele: canzoni, moglie, figli e causa della morte del cantautore

Il 19 marzo del 1955 nasceva a Napoli quello che è diventato nel corso degli anni uno dei più grandi poeti della musica italiana: stiamo parlando dell’indimenticabile Pino Daniele, interprete per eccellenza della canzone napoletana nonché apprezzatissimo chitarrista. Ecco tutto quello che c’è da sapere su di lui.

Pino Daniele: biografia e canzoni

Nato nel quartiere napoletano di Porto, in una famiglia piuttosto povera, Pino Daniele iniziò a suonare la chitarra da autodidatta, esordendo nel complesso dei New Jet e contribuendo alla fondazione del gruppo dei Batracomomachia insieme a Enzo Avitabile, Paolo Raffone, Rosario Jermano, Rino Zurzolo ed Enzo Ciervo.

Le prime esperienze musicali come musicista arriveranno per lui nei primi anni ’70, mentre il suo disco d’esordio uscirà nel 1977 (Terra mia). Nel corso della sua lunga carriera Pino Daniele avrebbe poi pubblicato un totale di 21 album in studio, 7 album dal vivo e 19 raccolte.

Tra i più prolifici cantatutori della tradizione napoletana. Pino Daniele è morto nel 2015 per un infarto.
Pino Daniele sul palco del Festivalbar (Getty).

Le sue canzoni sono entrate nell’immaginario collettivo come delle splendide e toccanti cartoline della sua Napoli, i cui colori, suoni, profumi erano spesso al centro dei suoi brani. Celeberrime da questo punto di vista sono state per esempio Napule è, ‘O Scarrafone, ‘Na tazzulella ‘e cafè, Quando, Che male c’è, A me me piace ‘o blues, Quanno chiove e Je so’ pazzo.

Pino Daniele: moglie, figli e causa della morte

Pino Daniele ha avuto due mogli e una compagna. La prima si chiama Dorina Giangrande ed è stata in passato una sua corista: dalla relazione Daniele aveva avuto due figli, Alessandro e Cristina. Dopo il divorzio da Giangrande ha poi sposato, nel 1991, Fabiola Sciabbarrassi, dalla quale ha avuto i tre figli Sara, Sofia e Francesco. L’ultima compagna di Pino Daniele in ordine di tempo è stata infine Amanda Bonini. Affetto da problemi di cuore da tempo, Pino Daniele si è spento all’età di 60 anni dopo essere stato colpito da un infarto.

Pino Daniele: canzoni, moglie, figli e causa della morte del cantautore

Il 19 marzo del 1955 nasceva a Napoli quello che è diventato nel corso degli anni uno dei più grandi poeti della musica italiana: stiamo parlando dell’indimenticabile Pino Daniele, interprete per eccellenza della canzone napoletana nonché apprezzatissimo chitarrista. Ecco tutto quello che c’è da sapere su di lui.

Pino Daniele: biografia e canzoni

Nato nel quartiere napoletano di Porto, in una famiglia piuttosto povera, Pino Daniele iniziò a suonare la chitarra da autodidatta, esordendo nel complesso dei New Jet e contribuendo alla fondazione del gruppo dei Batracomomachia insieme a Enzo Avitabile, Paolo Raffone, Rosario Jermano, Rino Zurzolo ed Enzo Ciervo.

Le prime esperienze musicali come musicista arriveranno per lui nei primi anni ’70, mentre il suo disco d’esordio uscirà nel 1977 (Terra mia). Nel corso della sua lunga carriera Pino Daniele avrebbe poi pubblicato un totale di 21 album in studio, 7 album dal vivo e 19 raccolte.

Tra i più prolifici cantatutori della tradizione napoletana. Pino Daniele è morto nel 2015 per un infarto.
Pino Daniele sul palco del Festivalbar (Getty).

Le sue canzoni sono entrate nell’immaginario collettivo come delle splendide e toccanti cartoline della sua Napoli, i cui colori, suoni, profumi erano spesso al centro dei suoi brani. Celeberrime da questo punto di vista sono state per esempio Napule è, ‘O Scarrafone, ‘Na tazzulella ‘e cafè, Quando, Che male c’è, A me me piace ‘o blues, Quanno chiove e Je so’ pazzo.

Pino Daniele: moglie, figli e causa della morte

Pino Daniele ha avuto due mogli e una compagna. La prima si chiama Dorina Giangrande ed è stata in passato una sua corista: dalla relazione Daniele aveva avuto due figli, Alessandro e Cristina. Dopo il divorzio da Giangrande ha poi sposato, nel 1991, Fabiola Sciabbarrassi, dalla quale ha avuto i tre figli Sara, Sofia e Francesco. L’ultima compagna di Pino Daniele in ordine di tempo è stata infine Amanda Bonini. Affetto da problemi di cuore da tempo, Pino Daniele si è spento all’età di 60 anni dopo essere stato colpito da un infarto.

Due alpinisti francesi morti sul Monviso: i corpi ritrovati in un canale

Tragedia sul Monviso, dove nelle scorse ore due scialpinisti sono morti in circostanze ancora da chiarire con precisione. I soccorsi hanno recuperato i loro corpi senza vita all’interno di un canalone: ecco tutti gli ultimi aggiornamenti nel merito della vicenda.

Incidente sul Monviso, morti due scialpinisti francesi

Le vittime sono due persone di nazionalità francese, un uomo e una donna le cui generalità ancora non sono state rivelate da parte delle autorità. Le salme sono state recuperate al confine delle province di Cuneo e Torino da parte dei tecnici del soccorso alpino e speleologico piemontese nella serata di domenica 18 giugno.

Nella mattinata di domenica era partito l’allarme. I soccorritori francesi del peloton de gendarmerie de haute montagne avevano infatti ricevuto una chiamata da parte dei familiari dei due individui, preoccupati perché non li avevano più visti tornare dopo l’escursione in alta quota. In base alle prime ricostruzioni, sembra che i due fossero teoricamente partiti nella giornata di sabato 17 giugno per percorrere la cresta Berhault che dal colle delle Traversette porta in vetta sul Monviso.

Il ritrovamento dei corpi rallentato dalle condizioni meteo

Una volta arrivata la segnalazione, è immediatamente scattata la macchina dei soccorsi. In un primo momento le ricerche sono state rallentate dalle avverse condizioni del meteo: un miglioramento intorno alle ore 19.30 ha reso così possibile far partire l’elisoccorso in zona, per un’ultima perlustrazione subito prima che calasse la notte.

Nel corso di uno degli ultimi trasferimenti le due vittime sono finalmente state individuate all’interno di un canalone alla base della cresta, fra il passo del Colonnello e la punta Gastaldi. Non c’è ovviamente stato nulla da fare per i due, che erano morti ormai da diverse ore. L’equipe sanitaria giunta sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso recuperando poi i corpi con il verricello.

Due alpinisti francesi morti sul Monviso: i corpi ritrovati in un canale

Tragedia sul Monviso, dove nelle scorse ore due scialpinisti sono morti in circostanze ancora da chiarire con precisione. I soccorsi hanno recuperato i loro corpi senza vita all’interno di un canalone: ecco tutti gli ultimi aggiornamenti nel merito della vicenda.

Incidente sul Monviso, morti due scialpinisti francesi

Le vittime sono due persone di nazionalità francese, un uomo e una donna le cui generalità ancora non sono state rivelate da parte delle autorità. Le salme sono state recuperate al confine delle province di Cuneo e Torino da parte dei tecnici del soccorso alpino e speleologico piemontese nella serata di domenica 18 giugno.

Nella mattinata di domenica era partito l’allarme. I soccorritori francesi del peloton de gendarmerie de haute montagne avevano infatti ricevuto una chiamata da parte dei familiari dei due individui, preoccupati perché non li avevano più visti tornare dopo l’escursione in alta quota. In base alle prime ricostruzioni, sembra che i due fossero teoricamente partiti nella giornata di sabato 17 giugno per percorrere la cresta Berhault che dal colle delle Traversette porta in vetta sul Monviso.

Il ritrovamento dei corpi rallentato dalle condizioni meteo

Una volta arrivata la segnalazione, è immediatamente scattata la macchina dei soccorsi. In un primo momento le ricerche sono state rallentate dalle avverse condizioni del meteo: un miglioramento intorno alle ore 19.30 ha reso così possibile far partire l’elisoccorso in zona, per un’ultima perlustrazione subito prima che calasse la notte.

Nel corso di uno degli ultimi trasferimenti le due vittime sono finalmente state individuate all’interno di un canalone alla base della cresta, fra il passo del Colonnello e la punta Gastaldi. Non c’è ovviamente stato nulla da fare per i due, che erano morti ormai da diverse ore. L’equipe sanitaria giunta sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso recuperando poi i corpi con il verricello.

Yahya Hkimi, chi era il 18enne trovato morto nel fiume Secchia: il tuffo per un video social

Yahya Hkimi è il 18enne che nei giorni scorsi si era gettato nel fiume Secchia, a Modena, senza però più riuscire a tornare a galla. Nelle scorse ore una squadra fluviale dei vigili del fuoco ha recuperato il corpo senza vita del giovane, che si era buttato in acqua perché voleva registrare un video da pubblicare sui social.

Chi era Yahya Hkimi, morto annegato nel fiume Secchia

A raccontare qualcosa in più sul ragazzo e sulla drammatica vicenda è stato un amico che si trovava sul posto insieme a lui al momento del tuffo fatale, avvenuto mercoledì 14 giugno. Il suo compagno di avventure ha a proposito raccontato: «Mi aveva chiesto di fare un video. Un filmato scherzoso dove voleva fingere di essere portato via dall’acqua. Poi, dopo il tuffo, il terzo della serie, purtroppo è scomparso».

A parlare della vittima è stato anche l’istituto Cattaneo-Deledda, dove Hkimi studiava. La dirigente della scuola Alessandra Zoppello a riguardo ha aggiunto: «Siamo tutti profondamente dispiaciuti per la perdita di un ragazzo volenteroso, che si affacciava all’età adulta pieno di sogni, con la spensieratezza dei suoi 18 anni».

Il ragazzo. che si stava preparando per affrontare gli esami di Maturità, era inoltre impegnato nel sociale. Come racconta la coordinatrice responsabile della Cra Ramazzini di Modena dove il giovane aveva fatto uno stage di recente gli anziani della struttura avevano composto una canzone (Noi Eroi) dove Yahya era citato nel testo.

Il video dell’amico come elemento chiave per le ricerche

Il corpo del ragazzo è stato affidato al medico legale: è stato possibile recuperarlo proprio grazie al video girato dall’amico della vittima, che ha aiutato la polizia di Stato ad identificare il luogo esatto dov’era annegato.

Yahya Hkimi, chi era il 18enne trovato morto nel fiume Secchia: il tuffo per un video social

Yahya Hkimi è il 18enne che nei giorni scorsi si era gettato nel fiume Secchia, a Modena, senza però più riuscire a tornare a galla. Nelle scorse ore una squadra fluviale dei vigili del fuoco ha recuperato il corpo senza vita del giovane, che si era buttato in acqua perché voleva registrare un video da pubblicare sui social.

Chi era Yahya Hkimi, morto annegato nel fiume Secchia

A raccontare qualcosa in più sul ragazzo e sulla drammatica vicenda è stato un amico che si trovava sul posto insieme a lui al momento del tuffo fatale, avvenuto mercoledì 14 giugno. Il suo compagno di avventure ha a proposito raccontato: «Mi aveva chiesto di fare un video. Un filmato scherzoso dove voleva fingere di essere portato via dall’acqua. Poi, dopo il tuffo, il terzo della serie, purtroppo è scomparso».

A parlare della vittima è stato anche l’istituto Cattaneo-Deledda, dove Hkimi studiava. La dirigente della scuola Alessandra Zoppello a riguardo ha aggiunto: «Siamo tutti profondamente dispiaciuti per la perdita di un ragazzo volenteroso, che si affacciava all’età adulta pieno di sogni, con la spensieratezza dei suoi 18 anni».

Il ragazzo. che si stava preparando per affrontare gli esami di Maturità, era inoltre impegnato nel sociale. Come racconta la coordinatrice responsabile della Cra Ramazzini di Modena dove il giovane aveva fatto uno stage di recente gli anziani della struttura avevano composto una canzone (Noi Eroi) dove Yahya era citato nel testo.

Il video dell’amico come elemento chiave per le ricerche

Il corpo del ragazzo è stato affidato al medico legale: è stato possibile recuperarlo proprio grazie al video girato dall’amico della vittima, che ha aiutato la polizia di Stato ad identificare il luogo esatto dov’era annegato.

Swan morto a 41 anni: addio al ballerino pugliese conosciuto in tutto il mondo

Il mondo della danza italiano è attualmente in lutto: nelle scorse ore è morto prematuramente Luigi Piccione in arte Swan, un apprezzatissimo coreografo e ballerino di origini pugliesi (era nato a Taranto) ma vissuto negli ultimi anni a Bologna.

L’annuncio della morte del ballerino Swan

Il danzatore, di soli 41 anni al momento della morte, era molto noto a livello italiano e internazionale soprattutto per una particolare tecnica di hip hop, il cosiddetto popping e locking. Considerato tra i pionieri dell’arte nel nostro Paese, ha formato numerosissimi ballerini con le sue lezioni e workshop organizzati nel corso degli anni in tutta Italia.

Luigi Piccione conosciuto come Swan è morto nelle scorse ore all'età di 41 anni: il ballerino è scomparso per cause ancora ignote.
Il ballerino Luigi Piccione in arte Swan con due amici (Instagram).

Piccione era molto attivo a Roma, dove aveva tenuto diverse lezioni presso la Santinelli Dance Acedemy di Balduina e in via Mattia Battistini. A ricordarlo sui social è stato l’amico storico MOKO Lils, che con un toccante post Facebook ha omaggiato il compagno di numerose avventure scrivendo: «Il mio mondo si ferma e tutto a d’un tratto il fiume in pienaprecisamente 3 settimane fa abbiamo passato due giornate insieme come i vecchi tempi dove ti ho presentato le mie bimbe e tutta la mia nuova vita eri entusiasto…forse più di me ! Dal lontano 2003 ad oggi ho colorato il mio percorso artistico con una tavolozza tutta tua! Eri… oppure preferisco pensare SEI ancora ! Per me lo sarai sempre UNICO e INIMITABILE. Se prima eri un esempio da portare adesso sei la legenda da nominare, cercherò di continuare a gridarlo al mondo intero. Certo amico mio troppo inaspettato Ma una cosa la so certe cose te le porti dentro tutta la vita! Tu nella mia eri fondamentale MISS YOU MUCH my TEACH/FRIEND And FAM!».

Il cordoglio per la moglie del ballerino sui social e le cause della morte

Sono state tantissime le persone che sotto al post Facebook di cui sopra hanno scritto i loro messaggi per ricordare Swan. Nel frattempo, come riporta Leggo, trapelano via social le possibili cause della morte, che però non sono state confermate: sembra il ballerino abbia avuto un malore improvviso mentre si trovava in casa.

Swan morto a 41 anni: addio al ballerino pugliese conosciuto in tutto il mondo

Il mondo della danza italiano è attualmente in lutto: nelle scorse ore è morto prematuramente Luigi Piccione in arte Swan, un apprezzatissimo coreografo e ballerino di origini pugliesi (era nato a Taranto) ma vissuto negli ultimi anni a Bologna.

L’annuncio della morte del ballerino Swan

Il danzatore, di soli 41 anni al momento della morte, era molto noto a livello italiano e internazionale soprattutto per una particolare tecnica di hip hop, il cosiddetto popping e locking. Considerato tra i pionieri dell’arte nel nostro Paese, ha formato numerosissimi ballerini con le sue lezioni e workshop organizzati nel corso degli anni in tutta Italia.

Luigi Piccione conosciuto come Swan è morto nelle scorse ore all'età di 41 anni: il ballerino è scomparso per cause ancora ignote.
Il ballerino Luigi Piccione in arte Swan con due amici (Instagram).

Piccione era molto attivo a Roma, dove aveva tenuto diverse lezioni presso la Santinelli Dance Acedemy di Balduina e in via Mattia Battistini. A ricordarlo sui social è stato l’amico storico MOKO Lils, che con un toccante post Facebook ha omaggiato il compagno di numerose avventure scrivendo: «Il mio mondo si ferma e tutto a d’un tratto il fiume in pienaprecisamente 3 settimane fa abbiamo passato due giornate insieme come i vecchi tempi dove ti ho presentato le mie bimbe e tutta la mia nuova vita eri entusiasto…forse più di me ! Dal lontano 2003 ad oggi ho colorato il mio percorso artistico con una tavolozza tutta tua! Eri… oppure preferisco pensare SEI ancora ! Per me lo sarai sempre UNICO e INIMITABILE. Se prima eri un esempio da portare adesso sei la legenda da nominare, cercherò di continuare a gridarlo al mondo intero. Certo amico mio troppo inaspettato Ma una cosa la so certe cose te le porti dentro tutta la vita! Tu nella mia eri fondamentale MISS YOU MUCH my TEACH/FRIEND And FAM!».

Il cordoglio per la moglie del ballerino sui social e le cause della morte

Sono state tantissime le persone che sotto al post Facebook di cui sopra hanno scritto i loro messaggi per ricordare Swan. Nel frattempo, come riporta Leggo, trapelano via social le possibili cause della morte, che però non sono state confermate: sembra il ballerino abbia avuto un malore improvviso mentre si trovava in casa.

Prima prova Maturità 2023, le possibili tracce: anniversari e temi

Il 21 giugno, fra un paio di giorni appena, migliaia di studenti delle scuole superiori di tutta Italia torneranno sui banchi per cominciare i tanto temuti esami di Maturità 2023. Come ogni anno i maturandi sperano di riuscire in qualche modo ad anticipare le tracce del MIUR, provando ad indovinare quello che il Ministero ha in serbo per loro per quanto riguarda la prima prova, il tema di italiano. Quale sarà dunque l’autore per la traccia dell’analisi del testo? Quali gli argomenti di attualità e storici al centro della prova? Ecco quali potrebbero essere gli scenari più probabili.

Esami di Maturità 2023, prima prova: i possibili autori per l’analisi del testo

Anche quest’anno, come sempre, saranno essenzialmentre tre le categorie di traccia che gli studenti potranno selezionare: l’analisi del testo letterario, il saggio breve/testo argomentativo e il tema storico o di attualità. Per quanto riguarda il primo si dice che l’autore più papabile sia Alessandro Manzoni, del quale nel 2003 si celebrano i 150 anni dalla morte. Si parla però anche della possibilità che in prima prova escano testi di Gabriele d’Annunzio, di Giovanni Verga, o ancora di Luigi Pirandello o Italo Svevo. Inoltre, è possibile che il MIUR abbia selezionato un testo di Italo Calvino, di cui si ricordano i 100 anni dalla nascita.

I temi di attualità e storici: dalla nascita del Mercato Unico Europeo alla Costituzione

30 anni fa nasceva il Mercato Unico Europeo, il primo step verso la creazione di una moneta unica come l’Euro. 75 anni fa, inoltre, entrava in vigore la Costituzione italiana. Ma non sono certo gli unici argomenti possibili per il tema storico, che potrebbe includere la morte della Regina Elisabetta, oppure il ricordo degli 80 anni della caduta del Fascismo in Italia.

Per quanto riguarda il saggio breve d’opinione, chi lo sa, potrebbe essere prevista una riflessione sull’arrivo dell’Intelligenza Artificiale e di ChatGPT, che com’è noto potrebbe rivoluzionare le nostre vite per sempre. Di grande interesse in questo periodo storico è anche il tema del femminicidio e delle violenze sulle donne, o ancora quello dei diritti civili e delle recenti proteste contro il regime iraniano. Sempre nel 2023, inoltre, si celebra un altro importante anniversario, ovvero quello relativo alla prima chiamata con il cellulare, avvenuta 50 anni fa, il 3 aprile 1973.

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