Alessandra Pederzoli morta a 48 anni: addio alla moglie del sindaco di Modena

Un terribile lutto ha colpito nelle scorse ore il sindaco di Modena: è morta a soli 48 anni Alessandra Pederzoli, la moglie del primo cittadino della città emiliana.

Chi era Alessandra Pederzoli, la moglie del sindaco di Modena

La compagna di vita del sindaco modenese Gian Carlo Muzzarelli era una docente universitaria, una commercialista e un revisore legale. Sconfitta da una lunga malattia, aveva reso il marito padre di una bambina, Emma.

Del male che l’aveva colpita Pederzoli aveva parlato in modo approfondito nel suo primo libro intitolato Al Volante della mia vita, pubblicato dalla casa editrice Artioli editore. L’opera era il racconto del suo toccante viaggio interiore e della sua voglia di essere protagonista della sua esistenza, in barba agli eventi. Come riporta Il Resto del Carlino, l’autrice aveva raccontato che l’idea del libro era nata circa 3 anni fa, quando il tumore che l’aveva colpita l’aveva costretta ad un ricovero di 5 mesi in ospedale.

Insieme al marito Muzzarelli Alessandra Pederzoli si era sposata nel 2012.

Tanti i messaggi di cordoglio, a partire da quello di Stefano Bonaccini

Tutta la comunità modenese e quella dell’Emilia-Romagna si è stretta in queste ore intorno alla famiglia della donna. Tra i messaggi di condoglianze arrivati subito dopo la conferma della tragica notizia anche quello del presidente di Regione Stefano Bonaccini, che ha commentato: «Hai affrontato la malattia con straordinario coraggio. Il tuo sorriso e la tua tenacia, unitamente ad una enorme sensibilità umana, sono stati e saranno un esempio non solo per coloro che ti sono stati accanto, ma per tutti quelli che ti hanno conosciuto e incontrato. Non c’è mai un tempo giusto per andarsene, ma chi vive nei cuori di chi resta non se ne va mai per davvero. E nei nostri cuori, ti garantisco, rimarrai per sempre. Hai dato immenso amore a Gian Carlo e alla meravigliosa Emma, e altrettanto amore da loro hai ricevuto. A loro, sappilo, staremo vicino tutti noi, perché sarà come stare a fianco a te. Fai buon viaggio, Alessandra».

Parole colme di dolore anche da parte del presidente del consiglio comunale locale, Gian Carlo Muzzarelli, che ha dichiarato: «Sono stati anni di speranza e di dolore. Gian Carlo è riuscito a non venir mai meno ai suoi impegni istituzionali e conosco, purtroppo, quali siano le difficoltà che si devono affrontare. Insieme ad Alessandra è stato un esempio, anche di impegno, per tutti noi».

Pescara, sparò ad un cuoco perché gli arrosticini non erano cotti: condannato a 12 anni

Le autorità hanno definitivamente condannato Federico Pecorale, il 30enne che nel 2022 sparò al cuoco 23enne Yelfry Rosado Guzman: il responsabile dell’aggressione, avvenuta per futili motivi, dovrà scontare 12 anni di prigione.

Sparò ad un giovane cuoco perché gli arrosticini non erano cotti: condannato

La vicenda ha dei tratti non solo tragici ma anche piuttosto surreali. Il crimine è stato commesso da Pecorale il 10 aprile del 2022, all’interno di un locale al centro di Pescara dove lavorava Yelfry Rosado Guzman. Il folle aveva aggredito a colpi di pistola il dipendente del locale perché, a detta sua, non gli aveva cucinato a dovere degli arrosticini.

Indispettito dal disservizio, Federico Pecorale aveva sparato cinque colpi di pistola al ragazzo del ristorante, ferendolo in modo molto grave. La vittima dell’attacco ha purtroppo perso l’uso delle gambe e dopo tre delicati interventi chirurgici si è ritrovato in sedia a rotelle.

Su Pecorale è stata effettuata anche una perizia

Alla luce dei fatti e del gesto folle compiuto, ci si è chiesti se l’uomo che ha aggredito Guzman per un motivo così banale fosse effettivamente in grado di intendere e di volere. In base alla perizia effettuata su di lui dagli esperti è dunque emerso che al momento della sparatoria non era pienamente in sé e dunque inconsapevole della gravità delle sue azioni.

Dei prossimi 12 anni che dovrà scontare in reclusione, 5 li passerà all’interno di una struttura sanitaria REMS, dedicata proprio ai detenuti che vengono considerati socialmente pericolosi o che sono ritenuti infermi di mente. Pecorale, inoltre, sarà costretto a pagare 200.000 euro di provisionale esecutiva.

Gioisce, nel frattempo, Guzman, che dopo la sentenza ha dichiarato: «Giustizia è stata fatta: ho tanto pregato in questi mesi perché trionfasse la giustizia e la fede mi ha molto aiutato. Certo, dovrò ancora combattere per tornare a camminare, ma questa sentenza mi dà coraggio».

Sara Pedri, oggi il compleanno. La sorella: «Difficile sia rimasto qualcosa di lei»

Sono due anni che della ginecologa forlivese Sara Pedri si sono perse le tracce. Quest’oggi, venerdì 23 giugno, la donna avrebbe compiuto 34 anni: ecco il toccante messaggio che la madre le ha voluto dedicare e le disperate parole della sorella.

Sara Pedri scomparsa, parla la sorella: «Difficile sia rimasto qualcosa di lei»

Le ricerche della donna non si sono mai fermate, e mai si fermeranno. La famiglia spera con tutto il cuore che, prima o poi, si possa trovare il corpo della donna, scomparsa il 4 marzo del 2021 dopo essere stata vittima di presunto mobbing nella struttura dove lavorava, l’ospedale Santa Chiara.

Sono due anni che gli inquirenti stanno concentrando la loro attenzione sul lago di Santa Giustina, con la speranza di poter ritrovare i resti della donna. I familiari, ad ogni modo, sembrano essersi ormai arresi alla possibilità che Pedri sia morta. La sorella della donna, Emanuela, a proposito ha dichiarato sconsolata in una recente intervista al Corriere della Sera: «Stiamo continuando a cercarla anche se siamo consapevoli che dopo due anni è difficile che di Sara sia rimasto qualcosa. Il lago di Santa Giustina, il principale sito in cui le ricerche sono localizzate, è continuamente sotto i riflettori».

Inoltre, ieri su Facebook Emanuela Pedri ha anche scritto: «Buon Giovedì a tutti! Vi anticipo con piacere che domani, 23 giugno, Sara compierà 34 anni! Sono 31 anni di vita terrena, di forte presenza fisica, perchè Sara amava il contatto fisico, le attenzioni e le coccole. Una presenza costante vissuta negli ultimi 10 anni tra una distanza e l’altra attraverso foto, video, messaggi, telefonate, vocali, perchè lei non mancava mai di raccontarsi esternando tutte le sue emozioni, belle e brutte. Sono 3 anni di vita “ultraterrena” in cui la sua dolorosa assenza è diventata una presenza infinitamente più grande. L”abbiamo cercata tanto fisicamente senza mai trovarla, ma poi abbiamo scoperto che era semplicemente nella stanza accanto, bastava solo aprire la porta e guardare meglio».

Le parole della madre

Molto emozionante anche il ricordo della madre della donna, Mirella Santoni, che su Facebook ha condiviso una lunga lettera dedicata alla figlia. Qui un estratto delle sue parole: «Sara, anima libera, leggera e luminosa, è la terza ricorrenza del tuo silenzio, quel silenzio che ti ha portata verso la libertà vera, volando tra le nuvole immersa in una luce diversa dove tutto è possibile, dove anch’io vorrei raggiungerti per liberarmi di questo macigno che grava senza interruzione sulla mia esistenza. Questa mia esistenza vissuta tra due luoghi del cuore e del ricordo… la tua stanza, dove entro in punta di piedi per avvertire l’odore di te che è ancora e sempre inconfondibile e che temo possa svanire; così apro poco la finestra e sono gelosa che qualcuno possa aspirare il tuo profumo e portarmelo via».

Alessandro Maja, chiesto l’ergastolo per l’autore della strage di Samarate

Per Alessandro Maja, l’uomo che a maggio del 2022 aveva massacrato a martellate la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia (aggredendo anche il figlio Nicolò), è stato chiesto l’ergastolo: questa è stata la richiesta per la sua condanna da parte della pm Martina Melita al lavoro sul caso.

Ergastolo per Alessandro Maja: la richiesta del pubblico ministero

In base alla perizia psichiatrica richiesta dal tribunale, Alessandro Maja è in grado di intendere di volere e ha quindi agito in maniera assolutamente consapevole quando ha aggredito i familiari nella notte fra il 3 e il 4 maggio 2022 nella sua villetta di Samarate (in provincia di Varese). Secondo l’accusa l’aggressore avrebbe agito con inaudita crudeltà verso i suoi familiari, per paura di poter perdere il suo benessere economico: in base alle ricostruzioni degli inquirenti sembra che l’uomo vedesse nella moglie e nei figli un ostacolo insormontabile per questo suo principale obiettivo. Consapevole della immensa gravità delle sue azioni, nella precedente udienza Maja aveva dichiarato: «Chiedo perdono per qualcosa di imperdonabile». Al di là del pentimento, presunto o reale che sia, la pm ha comunque richiesto per lui il carcere a vita, con l’aggiunta di 18 mesi di isolamento diurno.

La prossima mossa della difesa

L’avvocato difensore dell’uomo, pur ammettendo che «Maja deve senz’altro pagare per quella che è stata la sua condotta» si sta battendo in corte per cercare di escludere l’aggravante della crudeltà. Il legale, che vuole fare valutare l’entità del crimine, ha richiesto che venga applicato l’articolo 89 che corrisponde al vizio parziale di mente, in sostanza quell’infermità che diminuisce in modo sostanziale la capacità di intendere e di volere (pur non escludendola). Il figlio dell’uomo, tuttavia, è inflessibile. In una recente intervista concessa a Fanpage il giovane aveva dichiarato che non si sarebbe sentito soddisfatto nemmeno se al padre fosse stato assegnato un ergastolo. «Non mi sentirei liberato» aveva commentato il 21enne Nicolò Maja.

Florida, invasione di lumache giganti: città in quarantena

Sembra una storia da film dell’orrore, ma è successo davvero. Una cittadina in Florida è stata costretta ad andare in quaratena dopo la scoperta di un’enorme colonia di lumache terrestri giganti.

Cittadina della Florida in quarantena a causa delle lumache giganti: la scoperta e la decisione delle autorità

La zona dove è avvenuta l’invasione (che ricorda quella di alcuni racconti di fantascienza) è la contea di Pasco, particolarmente intorno alla zona di New Port Richey. Nei giorni scorsi è stata scoperta una colonia molto invasiva di lumache giganti africane in grado di riprodursi in modo rapidissimo. Tutta l’area cittadina è dunque stata messa in quarantena e trattata con particolari pesticidi in grado di uccidere gli animali, che di fatto sono dei molluschi terrestri.

A dare l’ok all’operazione è stata l’Agenzia di Protezione Ambientale degli Stati Uniti, che ha approvato per l’occasione l’utilizzo di un particolare prodotto a base di metaldeide.

Panico per i cittadini e colture a rischio

A raccontare più nel dettaglio quello che è accaduto nelle ultime ore è stata la CNN. I problemi più grossi per la popolazione si registrano a Broward Country, vicino a Fort Lauderdale, dove la comunità è stata sottoposta a isolamento. I guai principali causati da queste lumache sono legati alle colture: gli animali sono infatti molto pericolosi per i raccolti, essendo particolarmente voraci, ma possono persino cibarsi della calce degli stessi edifici. Ma non finisce qui. Alcuni degli esemplari portano con sé il verme polmonare del topo, in grado di provocare meningite negli esseri umani (come ha ricordato la direttrice di informazione pubblica del Dipartimento di Agricoltura e servizio al consumatore della Florida, Christina Chitty).

Soltanto pochi giorni fa, tra l’altro, un altro stato degli USA era stato oggetto di una terribile invasione di grilli mormone, che avevano causato più di qualche disagio agli abitanti e alle coltivazioni della cittadina di Elko, in Nevada.

Incidente al Mugello, morto Salvatore Pisanelli: era un militare presso la Capitaneria di Olbia

Addio a Salvatore Pisanelli, un motociclistica 53enne originario di Taranto che nelle scorse ore ha perso la vita in un tragico incidente avvenuto sul circuito del Mugello, in Toscana.

Morto Salvatore Pisanelli sul circuito del Mugello: la dinamica dell’incidente

Il circuito toscano, a volte, è a disposizione per alcuni piloti privati che si vogliono cimentare in una corsa a tutta velocità su una delle piste di moto più iconiche al mondo. Anche Salvatore Pisanelli ha voluto provare l’ebbrezza di correre in un luogo così celebre, ma purtroppo la sua corsa a bordo della sua Kawasaki è finita nel peggiore dei modi possibili.

Durante una sessione di prova in sella alla sua moto l’uomo avrebbe perso il controllo del mezzo su due ruote, cadendo in maniera molto violenta a terra. Nel giro di pochissimi secondi il team di sanitari presente sul posto che ha assistito alla scena è accorso per soccorrere Pisanelli, le cui condizioni sono però apparse fin da subito molto gravi.

In base a quanto riportato da La Nazione, sembra che in zona fosse già disponibile un elicottero del Pronto Soccorso che avrebbe portato il ferito al più vicino ospedale, quello di Firenze Careggi. Tuttavia, nel giro di poco il 118 si è reso conto che per la vittima dell’incidente non ci sarebbe stato nulla da fare: l’uomo è infatti morto sul posto poco dopo essere caduto dalla moto.

Sgomento a Olbia per la morte di Pisanelli

Olbia, la città dove l’uomo viveva e lavorava, è in queste ore sotto shock. Pisanelli era infatti piuttosto conosciuto in città, avendo lavorato a lungo presso la Capitaneria di Olbia in veste di militare. L’uomo lascia una moglie e due figli, che con lui vivevano a Golfo Aranci.

Numerosi in queste ore i messaggi di affetto e cordoglio da parte dei colleghi, che lo ricordano come una persona dal cuore grande, generosa ed affettuosa.

Il padre di Fabri Fibra e Nesli morto a 96 anni: addio a Ivaldo Tarducci

Grave lutto in casa Tarducci: si è spento ieri all’età di 96 anni Ivaldo Tarducci, il padre dei due rapper fratelli Fabri Fibra e Nesli, il cui rapporto è ormai compromesso da anni.

L’annuncio della morte del padre di Fabri Fibra e Nesli

«Ciao Pà, buon viaggio»: è con queste poche e semplici parole che Francesco Tarducci in arte Nesli ha annunciato ai suoi fan su Instagram la scomparsa dell’amato genitore. Per rendere omaggio al suo papà come si deve, Nesli ha per l’occasione anche pubblicato uno scatto rimasto fino ad oggi inedito, con padre e figlio insieme sorridenti qualche tempo fa.

Il padre di Fabri Fibra e Nesli morto a 96 anni: addio a Ivaldo Tarducci
Nesli e il padre Ivaldo Tarducci (Instagram)

Tutto tace, almeno per il momento, sui profili social del rapper di Applausi per Fibra, che non ha commentato la scomparsa del padre (uomo noto a Senigallia, era infatti il titolare di un negozio di abbigliamento) in alcun modo. Nel frattempo, tramite una nota, a rendere omaggio all’uomo è stato anche il sindaco della cittadina marchigiana, Massimo Olivetti, che ha così commentato la sua scomparsa: «Credo che quasi tutti i cittadini senigalliesi della mia generazione abbiano acquistato almeno una volta una capo di abbigliamento da Tarducci. Con la scomparsa di Ivaldo perdiamo un concittadino che ha investito nella piccola impresa contribuendo allo sviluppo economico della nostra città. Un abbraccio affettuoso ai suoi familiari».

I rapporti familiari complessi nella famiglia Tarducci

Non è certo un mistero che Fabri Fibra e il padre fossero in pessimi rapporti. Come riporta Vanity Fair, sembra che la frattura fra Ivaldo Tarducci e il figlio fosse legata al divorzio avvenuto quando Fabri Fibra e Nesli erano molto giovani. Anche nei confronti della stessa madre, ad onore del vero, Fabri Fibra serbaba un enorme rancore e in diversi pezzi le aveva dedicato rime al vetriolo.

Ben più conciliante invece Nesli, che aveva in qualche modo profetizzato uno scenario che, chissà, si potrebbe presentare ai funerali dell’uomo. Parlando della “resa dei conti” in famiglia, Nesli aveva infatti raccontato in un’intervista al Corriere: «Vive anche lei nell’assenza di Fabri. Mio padre ha quasi 90 anni, ho avuto questa visione: noi, al suo funerale. Succederà lì. Sarà quel giorno a chiudere i conti. Li pagheremo tutti. Capiremo che non è vero, che c’è sempre tempo».

Elizabeth Finch di Julian Barnes alla seconda prova del linguistico: di cosa parla

Il 22 giugno 2023 migliaia di studenti in tutta Italia sono tornati sui banchi di scuola per affrontare la temuta seconda prova degli esami di Maturità, che come ogni anno differisce da indirizzo a indirizzo. Se quelli dello Scientifico si sono ritrovati davanti studi di funzione e problemi di geometria e quelli del Classico hanno dovuto tradurre una versione di Seneca, i ragazzi e le ragazze del liceo linguistico hanno avuto l’occasione di approfondire un autore non particolarmente conosciuto come Julian Barnes. Ecco di cosa parlava la traccia di inglese.

Elizabeth Finch di Julian Barnes alla Maturità del linguistico: di cosa parla il libro

L’opera scelta dal MIUR per la maturità linguistica 2023 è stata definita dal suo stesso autore come «un tributo appassionato alla filosofia, una valutazione accurata della storia, un invito a pensare a noi stessi. Si tratta di un momento per riflettere e per esplorare gentilmente le nostre teorie e convinzioni, è un balsamo per i nostri tempi».

Il libro vede al centro Elizabeth Finch, descritta non soltanto come una semplice insegnante ma anche come una pensatrice e una fonte di ispirazione per i suoi studenti. Grazie al suo lavoro, la docente riesce a condurre i suoi pupilli in un percorso di crescita personale. Il libro si sviluppa dunque a partire dalle riflessioni di Neil, un suo ex studente che rilegge i diari della docente, ricordando così la sua mente eccelsa e la sua passione per la ragione.

Chi è Julian Barnes

L’autore dell’opera, classe 1946, è ad oggi uno dei più apprezzati scrittori inglesi contemporanei. A lungo conosciuto con lo pseudonimo di Dan Kavanagh (con il quale ha scritto diversi romanzi polizieschi) è un apprezzato rappresentante del postmodernismo letterario.

Barnes, il cui ultimo libro è proprio Elizabeth Finch uscito nell’aprile del 2022, ha alle spalle un importantissimo riconoscimento: nel 2011 ha infatti vinto il prestigioso Man Booker Prize per l’opera Il senso di una fine.

Di cosa parlano gli Scritti civili di Vittorio Bachelet nella seconda prova di Maturità 2023

Mentre gli studenti dello Scientifico affrontavano quesiti legati (tra gli altri) al teorema di Rolle e quelli del Classico si cimentavano nella traduzione di una versione di Seneca, i ragazzi e le ragazze del liceo delle Scienze Umane si trovavano di fronte alla seconda prova degli esami di Maturità 2023 un brano tratto dagli scritti civili di Vittorio Bachelet. Ecco di cosa si tratta.

Cosa sono gli scritti civili di Vittorio Bachelet, proposti agli esami di Maturità 2o23

Scritti Civili è la prima vera opera che ha raccolto in maniera eccellente ed esaustica tutta la produzione dell’ex vicepresidente del CSM Vittorio Bachelet: si tratta dunque di un compendio di testi di carattere politico, culturale, economico, giuridico e letterario che portano il lettore a importanti riflessioni su alcune tematiche laiche di rilievo.

I maturandi hanno dunque avuto modo di analizzare e commentare alcuni brani scritti da Bachelet per la stampa di Azione Cattolica Italiana e della Fuci, per altri giornali di stampo cattolico e hanno inoltre avuto a disposizione dichiarazioni e interviste fatte dall’autore nel corso degli ultimi anni della sua vita. Bachelet, in modo particolare, rifletteva sulle modalità in cui è possibile conciliare la vita politica con la propria responsabilità sociale e familiare.

Chi è stato Vittorio Bachelet per il nostro Paese

Dopo aver militato nella Democrazia Cristiana, Bechelet era diventato dirigente di Azione Cattolica, consigliere comunale a Roma e successivamente Consigliere superiore della Magistratura.

Tra i più importanti intellettuali del nostro Paese della fine degli anni ’70, fu assassinato nel corso di un brutale attentato organizzato dalle Brigate Rosse all’Università La Sapienza, dove insegnava da ormai diversi anni diritto pubblico dell’economia alla facoltà di scienze politiche.

Bachelet, in ogni caso, non è stato l’unico autore tra i quali gli studenti di Scienze Umane hanno potuto scegliere. In occasione della Maturità 2023 il MIUR ha fornito agli studenti anche una traccia di Edgar Morin tratta da Il metodo.

Previsioni meteo weekend 24-25 giugno 2023: meno caldo e qualche temporale

Come sarà il meteo per il primo vero weekend di questa estate 2023? Secondo le ultime previsioni dei metereologi, le temperature dovrebbero essere destinate a calare a partire dal fine settimana del 24 e 25 giugno, con alta pressione quasi ovunque e qualche acquazzone sparso.

Le previsioni del tempo per sabato 24 giugno 2023: ampie schiarite quasi ovunque e temperature in calo

Il calo delle temperature previsto per le prossime ore (che si porterà via la terribile afa di questi giorni) sarà registrato a dire il vero già a partire dalla serata di venerdì, soprattutto in certe parti dell’arco alpino e in alcune zone interne della Sardegna. La colonnina di mercurio scenderà poi anche nelle regioni centro-meridionali che si affacciano sul Mar Adriatico, grazie ad un provvidenziale fronte di aria fresca. Al Nord si registrerà la tendenza ad ampie schiarite, con variabilità sulle Alpi e sulla Romagna, e temperature in calo con massime tra i 28 e i 32 gradi; al Centro si registrerà ancora una possibile instabilità, con rovesci temporaleschi concentrati soprattutto su Abruzzo e Lazio (mentre altrove il cielo sarà piuttosto sgombro di nuvole); al Sud si segnala la possibilità di rovesci pomeridiani in modo particolare sugli Appennini, mentre sulle coste e sulle isole sono previste schiarite.

Il meteo di domenica 25 giugno 2023: previste lievi piogge al Sud

Il 25 giugno i metereologi prevedono ampie schiarite in quasi tutto il Nord Italia, con qualche nube sparsa sul Veneto e sulle Dolomiti. Per quanto riguarda il Centro invece si prevedono nubi sparse con ampie schiarite solo sul Gran Sasso e sulla dorsale, mentre sarà sereno sui litorali e sulle subappenniniche. Per la giornata di domenica si prevedono pioggie solo sul Sud Tirreno a livello della dorsale calabra, mentre sull’Adriatico è previsto tempo nuvoloso con locali aperture a livello della dorsale lucana. Le piogge sono previste solo nel Catanese e in alcune zone interne della Sicilia, mentre sarà piuttosto sereno sulle coste e nelle zone interne della Sardegna.

Teorema di Rolle alla seconda prova di Maturità 2023: cos’è

Il 22 giugno 2023 si è svolta in tutta Italia la seconda temutissima prova degli esami di Maturità, quella che rispetto al tema di italiano cambia a seconda dell’indirizzo di ogni singolo istituto. Per il liceo scientifico, come sempre, il MIUR ha selezionato matematica, invitando per quest’anno gli studenti ad affrontare anche il teorema di Rolle. Ecco di cosa si tratta.

Cos’è il teorema di Rolle proposto alla Maturità 2023

Secondo la Treccani, il teoema di Rolle stabilisce che «se una funzione ƒ(x), continua in un intervallo chiuso [a, b] e dotata di derivata nell’intervallo aperto (a, b), assume gli stessi valori ƒ(a) = ƒ(b) agli estremi dell’intervallo, allora esiste almeno un punto ξ ∈ (a, b) in cui la derivata ƒ′ (ξ) si annulla. Per esempio la funzione ƒ(x) = √(x) − x è continua in [0, 1], derivabile in (0, 1] e ƒ(0) = ƒ(1); la sua derivata formula si annulla per x = 1/4. Intuitivamente, nelle condizioni poste, o la funzione è costante, e allora la sua derivata si annulla in ogni punto dell’intervallo, oppure ha in esso almeno un punto di massimo o di minimo. Il teorema di Rolle è un caso particolare del teorema del valore medio».

L’applicazione del teorema di Rolle, ad ogni modo, è stata al centro solo di uno degli 8 quesiti proposti agli studenti maturandi in mattinata. Tra i problemi della seconda prova di matematica c’è infatti stato spazio anche per lo studio degli zeri in una funzione, il calcolo delle probabilità legato ad un dado truccato e alcuni esercizi di geometria legate a dimostrazioni su parallelepipedi e triangoli.

La storia del teorema di Rolle

Sembra che i primi studi sul teorema siano da attribuire al matematico indiano Bhaskara, vissuto tra il 1114 e il 1185. Il teorema, il cui nome deriva dallo studioso Michel Rolle, venne utilizzato per la prima volta da parte del tedesco Moritz Wilhelm Drobisch nel 1834 e dall’italiano Giusto Bellavitis nel 1846.

Cina, esplosione in un ristorante per una fuga di gas: 31 morti

Nella giornata di ieri, mercoledì 21 giugno, una tremenda esplosione avvenuta in un ristorante di Yinchuan, città nel Nord della Cina, ha causato una strage: sono infatti almeno 31 le vittime confermate dalle autorità locali dopo la deflagrazione. Ecco gli ultimi aggiornamenti in merito al disastro.

Cina, esplosione in un ristorante: è strage

Le ragioni dietro all’esplosione del locale sono state raccontate dall’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, che ha spiegato in queste ore la dinamica dell’incidente con queste parole: «Una fuga di gas di petrolio liquefatto (gpl) ha provocato un’esplosione durante il servizio di un ristorante barbecue». Il botto, tremendo, avrebbe inoltre provocato il ferimento di almeno altre 7 persone, attualmente ricoverate in ospedale per ricevere quelle che sono state definite come «cure intensive».

In particolare, una delle persone ferite si troverebbe attualmente in condizioni molto critiche. Altre due persone avrebbero riportato gravi ustioni, ma non sarebbero in pericolo di vita; gli altri feriti sarebbero semplicemente stati colpiti da schegge di vetro e sarebbero dunque stati interessati dalla deflagrazione ma in modo lieve. Tutto è accaduto a pochissime ore di distanza dall’inizio delle celebrazioni della Festa delle barche drago, tre giorni di festa in occasione dei quali molte famiglie cinesi si riuniscono.

Le immagini dei soccorsi al lavoro

Nel frattempo il canale statale CCTV ha informato i cittadini riguardo alle attività dei soccorritori impegnate sul posto trasmettendo i video dei vigili del fuoco al lavoro per mettere in sicurezza l’area e per assicurarsi che fra le macerie del locale (esploso intorno alle ore 20:40 locali) non ci siano altri corpi. Nelle immagini diffuse si vedono in particolare dieci vigili del fuoco farsi strada all’interno di una densa nube di fumo nera che fuoriesce da un buco creato dall’esplosione.

Immagini, quelle trasmesse dai canali cinesi, che non differiscono molto da quelle provenienti dalla lontana città di Parigi, dove ieri un’altra fuga di gas aveva fatto esplodere un palazzo in pieno centro.

Rovigo, i due studenti che spararono pallini alla prof promossi con nove in condotta

Com’è andata a finire la vicenda della prof della scuola di Rovigo a cui due studenti avevano sparato con una pistola a pallini? Ebbene, i due ragazzini responsabili del gesto non solo non sono stati puniti nella maniera adeguata, ma sono persino stati premiati con un bel nove in condotta. A riportare la notizia è stato il Corriere della Sera.

I due studenti che spararono pallini alla professoressa Maria Cristina Finatti sono stati promossi con il nove in condotta

Sono due i giovani coinvolti in questo deplorevole gesto: da un lato c’è lo studente che aveva effettivamente in mano la piccola pistola e che ha premuto sul grilletto, rischiando di far perdere un occhio alla docente; l’altro invece è il “collega” che ha filmato tutta la scena condividendo poi il video sui social.

Alla fine, l’istituto di Rovigo dove entrambi studiano ha scelto, incredibile ma vero, di promuoverli all’anno successivo, per di più con il nove in condotta. Come se non avessero rischiato di mettere a rischio l’incolumità della loro insegnante di scienze, che umiliata dai suoi due studenti e a questo punto anche dalla scuola dove insegna ha deciso di non arrendersi.

La reazione della prof colpita dai pallini: parlano i suoi legali

La vicenda verrà segnalata al ministero dell’Istruzione. Una delle due legali che seguono l’insegnante Finatti a proposito alla delicata vicenda ha dichiarato: «Quando avremo la conferma formale della promozione, come del fatto che, a quanto ci risulta, le sospensioni non sono mai state applicate, saremmo pronti ad aggiornare subito della situazione il ministro Valditara. Abbiamo sentito la professoressa Finatti e si è detta delusissima per le promozioni visto quanto accaduto a inizio anno; è rimasta inoltre mortificata del fatto che alla scuola di Abbiategrasso sia stato bocciato l’alunno che accoltellò una professoressa mentre a Rovigo tutto è filato liscio come nulla fosse. Due pesi e due misure, ma i princìpi e i valori della scuola, si è chiesta la nostra cliente, non dovrebbero essere sempre gli stessi? Per lei, dopo le percosse subite, è una ‘sberla’ morale’».

Ohio, bimbo di 2 anni spara e uccide la madre incinta all’ottavo mese

Una nuova tragedia legata all’uso e all’abuso di armi da fuoco sconvolge gli Stati Uniti: nelle scorse a rendersi inconsapevole carnefice è stato un bambino di soli due anni, che ha trovato una pistola in casa e ha sparato alla madre incinta.

Bambino spara alla madre incinta per errore in Ohio: la donna e il feto sono morti

Tutto è accaduto a Norwalk, dove viveva la 31enne Laura Ilg insieme al figlio e la compagno. A raccontare quello che è successo è stata lei stessa, poco prima di morire. Sembra che il figlio di due anni sia in qualche modo riuscito a entrare nella camera dei genitori mentre lei era impegnata a fare il bucato: nonostante la porta fosse stata chiusa a chiave il bambino è entrato, ha recuperato l’arma e ha iniziato a giocarci.  A ricostruire la dinamica dell’incidente è stato il sovrintendente delle forze dell’ordine locali, David Smith, che dopo aver ricevuto la telefonata della donna ha raccontato: «Ha spiegato di essere incinta di 33 settimane e che suo figlio di due anni le aveva accidentalmente sparato alla schiena con una pistola».

Alla luce di quanto accaduto la polizia ha poi effettuato una perquisizione in casa della donna uccisa accidentalmente dal figlio, scoprendo che nella stanza c’era un’altra pistola da 9 mm sul comodino e altre due armi cariche. In base a quanto riportano i media locali, sembra che tutte le armi appartenessero al marito della donna.

L’intervento del 911 è stato del tutto inutile: quando è stata trovata in casa la donna era ancora cosciente, ma ha perso la vita (e con lei il figlio che portava in grembo) una volta arrivata in ospedale.

Una scia di sangue senza fine

Gli incidenti e le stragi legati alle armi da fuoco negli USA sembrano ormai essere praticamente all’ordine del giorno. Appena ieri nel Kentucky un altro bambino di soli 5 anni era stato ucciso per errore con un colpo di arma da fuoco dal fratellino di 7.

Tommaso Zorzi, chi è il (presunto) nuovo fidanzato Andrea Incontri: ha 52 anni

Tommaso Zorzi ha finalmente ritrovato l’amore? Sembra proprio di sì, perlomeno stando gli ultimi scatti rubati al celebre influencer milanese, che nelle scorse ore è stato pizzicato in compagnia di un uomo con il quale potrebbe avere (il condizionale per ora è d’obbligo) iniziato una relazione piuttosto seria. Ecco tutto quello che si sa a riguardo, per ora.

Chi è il nuovo (presunto) fidanzato di Tommaso Zorzi: è un uomo molto più grande di lui

L’ex conduttore di Drag Race Italia e ex vincitore del Grande Fratello Vip starebbe intrattenendo una relazione con Andrea Incontri, il direttore creativo del brand Benetton.  A beccare i due insieme è stato il magazine Chi, che ha anche riportato qualche informazione in più su questa nuova relazione, presunta o vera che sia.

Pare che la coppia abbia passato qualche giorno di vacanza insieme in Puglia, prima di tornare a Milano. Il magazine gossipparo ha dunque paparazzato i due insieme fuori dall’aeroporto di Linate, mentre entrambi erano in attesa di un taxi. I due si sarebbero poi diretti verso casa di Tommaso, dalla quale sarebbero poi usciti dopo essersi cambiati d’abito. I due si sono diretti in serata al club Casa Cipriani, dove sono arrivati insieme a bordo di una Vespa.

Tra i due c’è una differenza d’età importante: Incontri ha infatti 52 anni, mentre Zorzi ne ha 28. Non sembra in ogni caso che la cosa possa causare in questo momento problemi alla coppia, che pare già essere più affiatata che mai. Incontri, che ha oltre 170 mila follower su Instagram, ha tra le altre cose alle spalle una prestigiosa carriera da stilista e da architetto.

L’ex Tommaso Stanzani è solo un ricordo

Zorzi, com’è noto, è stato di recente insieme per quasi due anni al ballerino e ex concorrente di Amici Tommaso Stanzani. I due si sono lasciati di recente ma sono comunque rimasti in ottimi rapporti, come spesso Zorzi ha sottolineato prendendo le difese dell’ex sui social. Ad ogni modo, sembra che il volto di Riccanza abbia in questo momento occhi solo per questa nuova (matura) fiamma.

Massimo Giletti e Sofia Goggia, le nuove foto in piscina a Roma

Massimo Giletti e Sofia Goggia stanno davvero insieme? Questa domanda aleggia nell’aria da ormai diversi mesi, visto e considerato che i due, in passato, sono stati già pizzicati insieme. Giletti, tra l’altro, aveva lasciato intendere che ci fosse un interesse per la sciatrice (seppur fra le righe) in una recente intervista concessa a Belve di Francesca Fagnani. Ma sarà vero? Alcuni nuovi scatti rubati fanno sorgere nuovi dubbi.

Massimo Giletti e Sofia Goggia pizzicati di nuovo insieme in piscina

Le immagini sono state riportate nelle scorse ore nell’ultimo numero di Chi Magazine uscito in edicola. Il magazine di gossip ha ritratto il presentatore (che di recente ha lasciato La7) e la sciatrice azzurra a bordo della piscina dell’hotel Parco dei Principi a Roma. In base alla ricostruzione del giornale di Alfonso Signorini sembra che la sciatrice si trovasse nella Capitale per alcuni impegni di rappresentanza e che Giletti l’abbia raggiunta per qualche ora di relax sotto al sole.

Massimo Giletti e Sofia Goggia ormai non sembrano volersi più nascondere dai paparazzi: ecco nuovi recenti scatti rubati.
Sofia Goggia (Getty).

I due, per il momento, non nascondono di frequentarsi, seppure non sia dato sapere se si tratti di una semplice amicizia o di qualcosa di più. Nelle stesse immagini di Chi non appaiono gesti che possano lasciare intendere che ci sia una relazione in corso: nessun bacio né nessuna carezza sospetta, insomma.

Pare che i due abbiano semplicemente passato la mattinata insieme, chiacchierando e nuotando in piscina in presenza di poche altre persone. In base alla ricostruzione di Chi si dice che i due abbiano anche incrociato nella stessa occasione la soubrette Pamela Prati, con la quale però non avrebbero scambiato neanche un saluto.

Come Sofia Goggia aveva commentato le voci di un flirt in corso

In una recente puntata de Le Iene l’inviato Nicolò de Devitiis aveva chiesto alla sportiva se in questo momento fosse fidanzata e a chi desse «il bacino della buonanotte». La sportiva però aveva tagliato corto, chiedendo alla iena di non romperle le scatole e di lasciarla concentrare per una gara imminente che avrebbe dovuto affrontare.

Città di Castello, una 90enne tra i banchi di scuola per fare l’esame di Maturità

Si pensa sempre che gli studenti che affrontano gli esami di Maturità siano soltanto giovani ragazzi e ragazze, ma in realtà a volte ci possono anche essere delle eccezioni. Questo è stato il caso anche per gli Esami di Maturità 2023, iniziati quest’oggi (21 giugno) e ai quali sta partecipando, tra gli altri, anche un’arzilla novantenne. Ecco la sua curiosa storia.

Chi è Imelda Starnini, la novantenne che sta facendo la Maturità 2023 a Città di Castello

La vicenda che già ha fatto il giro del web è legata al comune di Città di Castello, in Umbria. Tra i banchi dell’istituto San Francesco di Sales è infatti tornata in queste ore a sedersi anche la novantenne Imelda Starnini, classe 1933, che ha deciso di rimettersi in gioco affrontando tutte le prove necessarie ad ottenere il diploma di scuola superiore.

A condividere gli scatti dell’anziana signora seduta ai banchi di scuola con davanti il dizionario per affrontare la prima prova di italiano è stato il comune di San Giustino, che ha scherzosamente rinominato Starnini «la nonna della Maturità».

Il commento della maturanda e delle autorità locali

Intervistata dall’ufficio stampa dell’amministrazione comunale, l’anziana donna ha dichiarato fieramente: «Lo studio, il sapere e il desiderio di conoscere non hanno età ed io ne sono la dimostrazione. Dopo il diploma anche la laurea? Chissà perché no? […] Ora sono qui e grazie all’aiuto della mia famiglia inizio il percorso di prove, che spero, mi condurranno ad ottenere il diploma. Li abbraccio tutti questi bellissimi giovani che oggi qui con me ed in tutta Italia sono pronti a superare gli ostacoli degli esami. Bisogna crederci, così mi hanno insegnato i miei genitori. Avanti ragazzi ora non si scherza più».

A salutare con un plauso la signora Imelda Starnini anche le istituzioni locali, rappresentate dai sindaci di Città di Castello e San Giustino, Luca Secondi e Paolo Fratini. Attraverso gli assessori alle politiche scolastiche locali Letizia Guerri e Milena Crispoltoni, i due primi cittadini hanno commentato: «Crediamo di poter dire che la storia di Imelda sia una sorta di “favola” che diventa finalmente, oggi, una bella realtà. Una testimonianza forte, foriera di notevoli e diversi significati per ognuno di noi, adulto, giovane o adolescente che sia. Imelda, nata a Selci Umbro, Comune di San Giustino, residente a Cerbara, Comune di Città di Castello, è un po’ anche il simbolo di unione tra due Enti che, limitrofi, sono caratterizzati da rapporti di amicizia e volontà di andare insieme nell’andare ad intercettare le esigenze dei cittadini e operare insieme per poter fornire le risposte più consone».

Intervista con la storia di Oriana Fallaci: di cosa parla il brano uscito alla Maturità 2023

Le migliaia di studenti italiani che oggi, 21 giugno 2023, hanno dovuto affrontare la prima prova degli esami di Maturità 2023 si sono ritrovati di fronte tra le varie opzioni anche una traccia di carattere artistico-letterario che fa riferimento a Interviste con la storia, un importante progetto della compianta scrittrice Oriana Fallaci. Ecco di cosa si tratta.

Cosa sono le interviste con la storia di Oriana Fallaci, al centro della prima prova della Maturità 2023

Nel 1974 la scrittrice Oriana Fallaci (morta nel 2006 per un tumore) aveva pubblicato il libro all’interno del quale raccoglieva tutte le coraggiose interviste condotte negli anni precedenti. Si trattava di incontri con alcune delle personalità più importanti ma anche controverse del Novecento, da Henry Kissinger a Willy Brandt, passando per Golda Meir, Indira Gandhi, ma anche per Arafat a Hussein di Giordania, Nenni ad Amendola e Giulio Andreotti.

Nella premessa della sua opera, Fallaci aveva scritto a proposito: «Non riesco a escludere che la nostra esistenza sia decisa da pochi, dai bei sogni o dai capricci di pochi, dall’iniziativa o dall’arbitrio di pochi… Certo è un’ipotesi atroce. Ancor più sconsolato ti chiedi come siano quei pochi: più intelligenti di noi, più forti di noi, più illuminati di noi, più intraprendenti di noi? Oppure individui come noi, né meglio né peggio di noi, creature qualsiasi che non meritano la nostra collera, la nostra ammirazione, la nostra invidia?».

Il significato dell’opera e le riflessioni della scrittrice

Trattandosi di una traccia di carattere argomentativo, ogni studente avrà la possibilità di sviluppare il suo personale pensiero a partire dalle riflessioni dell’autrice, che in sostanza si è interrogata a lungo se fosse giusto o meno che una minuscola parte della popolazione mondiale, composta essenzialmente dai grandi statisti, potesse avere un tale dominio su milioni di persone.

Nell’opera, Oriana Fallaci lasciava in particolar modo aperta un’interessante domanda per i suoi lettori, ovvero: «È un pensiero che offende perché, in tal caso, noi che diventiamo? Greggi impotenti nelle mani di un pastore ora nobile ora infame? Materiale di contorno, foglie trascinate dal vento?».

L’elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp, il testo dell’articolo di Belpoliti uscito alla Maturità 2023

Tra le tracce proposte per il saggio breve argomentativo alla prima prova degli esami di Maturità 2023 in corso in queste ore in tutta Italia c’è stato spazio anche per una riflessione su Whatsapp. La nota applicazione di messaggistica istantanea di proprietà di Meta è infatti al centro di un interessante articolo firmato dal giornalista e scrittore Marco Belpoliti.

Il testo dell’articolo di Marco Belpoliti su Whatsapp scelto per la prima prova della Maturità 2023

Il pezzo originale che gli studenti hanno dovuto commentare è stato pubblicato da Repubblica nel 2018. Nella sua riflessione, lo scrittore Belpoliti mette subito le cose in chiaro, sottolineando che il piacere dell’attesa non fa più parte della nostra vita quotidiana. L’autore esordisce così: «Non sappiamo più attendere. Tutto è diventato istantaneo, in “tempo reale”, come si è cominciato a dire da qualche anno. La parola chiave è: ‘Simultaneo’. Scrivo una email e attendo la risposta immediata. Se non arriva m’infastidisco: perché non risponde? Lo scambio epistolare in passato era il luogo del tempo differito. Le buste andavano e arrivavano a ritmi lenti. Per non dire poi dei sistemi di messaggi istantanei cui ricorriamo: WhatsApp. Botta e risposta. Eppure tutto intorno a noi sembra segnato dall’attesa: la gestazione, l’adolescenza, l’età adulta. C’è un tempo per ogni cosa, e non è mai un tempo immediato. Il libro in cui il fisico Carlo Rovelli spiega cos’è il tempo (L’ordine del tempo, Adelphi) inizia così: ‘Mi fermo e non faccio nulla. Non succede nulla. Non penso nulla. Ascolto lo scorrere del tempo. Questo è il tempo. Famigliare e intimo’. Alla fine Rovelli ci dice che per la fisica quello che non esiste è proprio il presente, la dimensione della realtà cui siamo tutti legati».

L’importanza dell’attesa per Belpoliti

Essere in grado di aspettare è un elemento fondamentale della nostra vita. Come dichiara Belpoliti nel suo pezzo: «Attendere significa rivolgere l’animo verso qualcosa. I suoi significati implicano ascolto, attenzione, applicazione, mantenere la parola data. La giornalista tedesca Andrea Köhler in L’arte dell’attesa, uscito da poco, ci ricorda come nel più grande vocabolario tedesco, il Dizionario Grimm, la locuzione “attendere qualcosa” compare solo nel XIV secolo, e per almeno quattro secoli non contiene complementi che manifestano il tormento d’attendere. Sarà il Romanticismo, e Goethe in particolare, a definire l’attesa “con desiderio”, “con impazienza” e persino “con dolore”. L’attesa d’amore comincia allora, ma è già un’altra storia, come ha spiegato Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso: ‘Sono innamorato? – Sì, perché sto aspettando’».

L'elogio dell'attesa nell'era di WhatsApp, il testo dell'articolo di Belpoliti uscito alla Maturità 2023
Marco Belpoliti (Getty)

A questo punto lo scrittore inizia a sciorinare qualche citazione colta dal suo ricco bagaglio culturale, per rendere il suo discorso ancor più convincente e, al contempo, affascinante. Belpoliti aggiunge: «L’innamorato sa attendere, ne conosce la passione e il tormento, come argomenta lo scrittore francese, perché il tempo dell’attesa è un tempo soggettivo, che confina con la noia e con il tedio. Lo scrittore austriaco Alfred Polgar l’ha detto in modo icastico: ‘Quando, alle dieci e mezzo, guardai l’orologio, erano solo le nove e mezzo’. Attendere significa non solo fremere, ma anche annoiarsi e Walter Benjamin ha sottolineato come questa attesa sia piena di promesse, ovvero creativa, dal momento che la noia è “l’uccello incantato che cova l’uovo dell’esperienza’».

Una riflessione sulla società capitalista

Il discorso sull’immediatezza delle risposte su Whatsapp vira a questo punto, con un interessante parallelismo, sul collegamento che il nostro livello di impazienza ha con la società dove oggi viviamo. Belpoliti conclude così: «Chi ha oggi tempo di attendere e di sopportare la noia? Tutto e subito. È evidente che la tecnologia ha avuto un ruolo fondamentale nel ridurre i tempi d’attesa, o almeno a farci credere che sia sempre possibile farlo. Certo a partire dall’inizio del XIX secolo tutto è andato sempre più in fretta. L’efficienza compulsiva è diventato uno dei tratti della psicologia degli individui. Chi vuole aspettare o, peggio ancora, perdere tempo? Hartmut Rosa, un sociologo tedesco, ha spiegato come funziona questo processo contemporaneo in Accelerazione e alienazione (Einaudi). Rosa ritiene che il motore di tutto questo non sia tanto la tecnologia, che pure vi contribuisce, ma la competizione sociale: risparmiare tempo è uno dei modi più sicuri per partecipare alla grande competizione in corso nelle società occidentali. Sarebbe la circolazione sempre più rapida del denaro, creata dal capitalismo finanziario, a determinare l’accelerazione».

Il testo integrale della lettera all’ex ministro Bianchi tra le tracce della prima prova di Maturità 2023

Gli studenti che il 21 giugno, sono tornati sui banchi per la prima prova degli Esami di Maturità 2023 hanno dovuto affrontare, tra le varie tracce, anche un interessante pezzo di opinione. Tra le opzioni c’era infatti anche una lettera che nel 2021 alcuni intellettuali avevano inviato all’allora ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Ecco il contenuto

La lettera al ministro Bianchi come traccia della Maturità 2023

Un po’ di contesto storico. Bianchi è stato il secondo ministro a doversi occupare dell’organizzazione degli esami di Maturità nel pieno della pandemia di Covid-19. La prima che aveva avuto questo onere era stata nel 2020 la collega Lucia Azzolina, ritrovatasi costretta ad imporre un’unica prova orale per i maturandi per motivi di distanziamento sociale ai tempi necessario. Bianchi prese il testimone della collega, mantenendo però la stessa impostazione per le prove del 2021. Nessuna prova scritta, ma soltanto una ricca e approfondita interrogazione orale di fronte alla commissione.

Da qui era nata la necessità, da parte di un gruppo di esperti, di rivolgersi al politico per un ritorno alla modalità classica di svolgimento della Maturità. La lettera di questi ultimi si era dunque aperta con la volontà da parte degli esperti di manifestare viva preoccupazione rispetto allo svolgimento delle prove: «Signor Ministro. Le scriviamo allo scopo di manifestare il nostro allarme per le molte voci che Le attribuiscono la volontà di amputare l’esame di maturità delle prove scritte, che ne sono da sempre il centro e la sostanza. Non intendiamo eccepire sulle sospensioni della normalità che la situazione sanitaria ha reso necessarie in passato e forse renderà necessarie in futuro. Temiamo invece che il virus possa diventare il pretesto per trasformare una scelta emergenziale in una prassi corrente, e per dismettere con fretta temeraria conquiste e principi che appartengono non meno alla comune civiltà che alla scuola in senso stretto».

Le motivazioni dietro alla missiva

Gli intellettuali firmatari della lettera avevano poi aggiunto: «Abbiamo letto che la progettata soppressione degli scritti intenderebbe venire incontro a un appello firmato da molte migliaia di studenti. Gli studenti, i giovani, parlano anche di ecologia, diritti, parità, moralità della politica, in genere senza trovare ascolto. In questo caso invece l’ascolto è stato ampio e immediato. L’appello di alcuni studenti è diventato l’appello degli studenti. La difesa delle prove scritte, già intrapresa da insigni intellettuali e uomini di scienza, è stata fatta grottescamente passare per un’iniziativa di contrasto e di rimprovero, quando non come una forma di insensibilità misoneistica e miope. Come non avrebbe senso indire un referendum sul quesito se abrogare le tasse, o la scuola-guida, così non ha senso consultare un imprecisato numero di studenti per chiedere loro se abrogare una o più prove d’esame».

La lettera che i maturandi avevano scritto all'ex ministro Bianchi per il ritorno agli scritti alla Maturità è diventata prova d'esame.
Docenti al lavoro gli esami di Maturità 2020 (Getty).

Gli esperti hanno infine concluso dichiarando: «Difendere la assoluta indispensabilità delle varie prove scritte previste per i diversi ordini di scuole è come voler dimostrare una verità autoevidente. La verifica della acquisita maturità e delle acquisite conoscenze (storiche, filosofiche, linguistiche, scientifiche) può avvenire unicamente attraverso un elaborato effettivamente autentico. Il cui vantaggio diagnostico consiste nel dimostrare l’ordine mentale oltre che la perizia lessicale e le competenze nel merito».

I firmatari

Erano stati numerosi i firmatari della lettera dedicata a Bianchi. Tra gli altri ricordiamo Gustavo Zagrebelsky, Giulio Ferroni, Donatella Di Cesare, Paolo Crepet, Chiara Frugoni, Giovanni Orsina, Renato Mannheimer. Un nome spicca però sugli altri: stiamo parlando del noto professore Alessandro Barbero.