Ambiente, Latronico: la prevenzione cifra dell’azione pubblica

Il convegno nazionale su cambiamenti climatici e transizione energetica in corso a Matera su iniziativa della Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata e del Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero, congiuntamente alla Lega Navale Italiana – Sezione Matera Magna Grecia, la Società Nazionale di Salvamento e l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, “è una lodevole e importante iniziativa, e la Regione guarda con attenzione all’interessante lavoro di approfondimento sull’impatto dei cambiamenti climatici che mette in campo, senza allarmismi, tutti gli strumenti di cui dispone la scienza. La prevenzione deve essere la cifra dell’azione pubblica, gli eventi non si inseguono ma si prevengono e una attrezzatura adeguata del territorio può aiutare ad affrontare la situazione”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, territorio ed Energia, Cosimo Latronico, che oggi a Matera è intervenuto nella sessione del convegno dedicata alla “Transizione energetica e digitale nella gestione sostenibile delle aree costiere”.

“L’idea della prevenzione – ha detto Latronico – deve essere incardinata sempre di più nella programmazione regionale. In questo tema si incunea quello della transizione energetica: la Basilicata è una delle cinque regioni ‘bandiera’ riguardo all’idrogeno, sono stati candidati alcuni progetti che sono attualmente in fase di valutazione al Ministero, ma siamo anche un hub energetico per le rinnovabili con gli impianti diffusi sul territorio che già oggi superano la produzione necessaria per il fabbisogno locale. Per questo cerchiamo di portare nel dibattito sulle rinnovabili l’idea che la regione contribuisca al fabbisogno nazionale, in questo come in altri campi, mettendo a disposizione le proprie risorse naturali, ma allo stesso tempo si devono determinare le condizioni per avere concrete ricadute sul tessuto produttivo locale, altrimenti siamo in presenza di una desertificazione produttiva e sociale che non ci possiamo permettere. Occorre quindi – ha aggiunto l’assessore – un dialogo nuovo nel campo delle rinnovabili perché la sovranità energetica possa essere affermata e si possano associare azioni contro lo spopolamento, promuovendo le comunità energetiche con le quali i territori possono diventare comunità e i cittadini possono essere protagonisti per ridare vigore e linfa al territorio”.

Quanto alla difesa delle coste, Latronico ha ricordato che “sono in corso di definizione il piano delle coste e il piano paesaggistico, ma insieme a questi occorrono anche altri strumenti per tutelare il territorio, come un piano di assetto idrografico e di gestione dei grandi bacini idrici, infrastrutture dinamiche che nel tempo sono state poco gestite e che sono anche grandi attrattori naturalistici. Tutto ciò – ha concluso Latronico – chiama in campo la questione dell’l’assetto del suolo, con i fenomeni erosivi legati alla cura del territorio non sempre adeguata, ed il piano di forestazione che presenta risorse significative e quest’anno ho voluto avesse come focus un piano di intervento sulla rete idrografica, con una quota di risorse per i lavori di disboscamento e per curare le condizioni di maggiore officiosità dei fiumi”.

L’evento organizzato dall’Unibas e dal Gruppo Nazionale per la Ricerca sull’Ambiente Costiero è indirizzato a istituzioni, amministrazioni, ricercatori e professionisti operanti sui temi legati agli impatti dei cambiamenti climatici e delle attività antropiche sui territori costieri. Particolare attenzione è rivolta alle tematiche della transizione energetica e della digitalizzazione, nonché alla sicurezza della balneazione e alla fruibilità sostenibile delle spiagge, così come alla valorizzazione degli ambienti costieri per lo sviluppo del turismo sostenibile, agli interventi di gestione integrata, protezione e difesa delle coste, anche come motori di attrazione, al telerilevamento e monitoraggio costiero. Tutto ciò in una prospettiva che accomuni differenti sensibilità e professionalità, in una visione comune fortemente interdisciplinare e nel quadro delineato dagli obiettivi di sostenibilità tracciati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.