Siti “orfani”, Rosa: ministero conferma fondi per la Basilicata

Il ministero della Transizione ecologica, con decreto, ha confermato l’impegno dei fondi assegnati alla Basilicata per bonificare e ripristinare i siti cosiddetti “orfani”, cioè quei siti che sono potenzialmente contaminati ma per i quali non è stato individuato il soggetto responsabile degli interventi idonei ad eliminare gli eventuali rischi ambientali e sanitari che gravano sull’area.
Si tratta di due milioni e trecentomila euro che, nei programmi della Regione, saranno impiegati per bonificare 17 cave utilizzate in passato dall’ex Ilva di Taranto e situate nel versante lucano del Parco del Pollino, nei comuni di Castelluccio Inferiore, Chiaromonte, Latronico e Viggianello. 
Nelle cave dismesse sono presenti fibre d’amianto. Sono previsti interventi volti alla ricomposizione morfologica e rinaturalizzazione, mediante tecniche di ingegneria naturalistica, al fine di ridurre la contaminazione del minerale nel particolato atmosferico.
“Agiremo subito – ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa – per rimuovere un rischio ambientale emerso da pregressi monitoraggi eseguiti nella stessa area. I nostri uffici, che ringrazio per l’impegno profuso, hanno già predisposto un cronoprogramma. Contiamo di concludere la bonifica entro il 2024. Abbiamo avviato altre interlocuzioni con il ministero per incrementare le somme a nostra disposizione. E’ questo un altro tassello che si aggiunge – ha concluso l’assessore – alle iniziative per la riclassificazione dei siti di interesse nazionale e alle azioni intraprese per chiudere le procedure di bonifica delle discariche oggetto di infrazione europea, oltre che ai programmi per il disinquinamento da amianto”.

Alsia, incontro su insetti bioconvertitori e sostenibilità

Insetti come “strumento”, per produrre farine proteiche destinate agli animali, partendo da reflui zootecnici o da scarti vegetali aziendali. Queste in sintesi le proposte dei due progetti in corso Valoriz.Zoo e Feedinsect, entrambi finanziati dal PSR Basilicata 2014-20 (rispettivamente Sottomisure 16.1 e 16.2), sui quali si farà il punto nell’incontro "Insetti bioconvertitori: soluzione innovativa per la sostenibilità dell’azienda agricola" previsto per venerdì 1° ottobre a Potenza, alle ore 10:00, nell’aula A6 del Campus Macchia Romana dell’Università di Basilicata.
È quanto si legge in una nota dell’Alsia.
Il progetto Valoriz.Zoo punta alla valorizzazione dei reflui zootecnici mediante tecnologia innovativa basata sull’utilizzo dell’insetto bioconvertitore Hermetia illucens. L’allevamento dello stesso insetto su scarti dell’agroalimentare è alla base del progetto Feedinsect, per la produzione di mangimi per animali da carne destinati al consumo umano.
“Si tratta di iniziative di grande interesse – ha commentato Aniello Crescenzi, direttore dell’ALSIA. Entrambi i progetti propongono di promuovere e valorizzare la risorsa “insetto” attraverso l’utilizzo di larve per la produzione di farine proteiche. Gli insetti sono una fonte di proteine e lipidi più efficiente rispetto agli altri animali tradizionalmente allevati per l’alimentazione, come i pesci per ricavarne farine: a parità di proteine prodotte, gli insetti consumano quantità inferiori di mangimi, di acqua, di energia, di territorio, e producono meno gas serra. Inoltre, possono essere utilizzati per bioconvertire scarti organici. Dal punto di vista della nutrizione animale potrebbero sostituire materie prime come la soia o gli integratori di sintesi apportatori di aminoacidi, acidi grassi essenziali e sali minerali”.
“L’utilizzo più immediato di queste farine proteiche – ha aggiunto Crescenzi – potrebbe essere nell’acquacoltura, e in via sperimentale per l’alimentazione dei polli da carne. I progetti tendono a dimostrare che la produzione degli insetti potrebbe essere una forma di differenziazione aziendale in grado di migliorare la produttività attraverso prodotti più sani e forme produttive più rispettose dell’ambiente. Inoltre si potrebbe promuovere in questo modo il riutilizzo di scarti nell’ottica di un’economia circolare, rispondendo ai recenti orientamenti dell’Unione Europea che cerca di porre un freno alle importazioni da fuori Europa di oltre l’80% delle quote proteiche da destinare all’allevamento del bestiame”.
L'evento è in presenza, ad ingresso gratuito. Si accede solo con Green Pass. Ai sensi del regolamento CONAF 3/2013, verranno rilasciati i CFP per i dottori agronomi e forestali.
  

Prorogata al 9/1 la mostra “I fanciulli battono le monete rosse”

A seguito degli apprezzamenti ricevuti nei primi due mesi di programmazione e per consentirne una maggiore fruizione anche in quelli autunnali e invernali, la Fondazione Leonardo Sinisgalli ha deciso di prorogare fino alla conclusione del periodo natalizio (domenica 9 gennaio 2021) la mostra “I fanciulli battono le monete rosse”, il doppio omaggio a Leonardo Sinisgalli attraverso le opere degli artisti lucani Franco Di Pede e Antonio Masini, allestita nella Casa delle Muse a Montemurro e inaugurata lo scorso 30 luglio nell’ambito della rassegna “Le Muse di Sinisgalli nell’Orto di Merola 7”.

La mostra – visitabile dal lunedì al sabato (esclusi i festivi) dalle 16,30 alle 19,30 – si sviluppa attraverso due percorsi espositivi, organizzati intorno ad alcuni dei più significativi simboli dell’arte sinisgalliana: il simbolismo del Gioco, reso immortale dai versi della quinta delle “18 poesie”, «I fanciulli battono le monete rosse», e quello della Poesia, nella persona delle proteiformi Muse, apparse al poeta su una quercia secolare tra realtà e Mito.

In “Il gioco ri-creativo. Antichi giochi a Matera – Basilicata” sono proposte le opere in tufo dell’artista materano Franco Di Pede, accompagnate dalla loro riproduzione fotografica, realizzata dal fotografo Antonello Di Gennaro, con testi dell’arteterapeuta Carla Cantore. In “Rapiti dalle Muse. L’incontro tra Leonardo Sinisgalli e Antonio Masini” sono raccolti invece ritratti, incisioni, studi preparatori, opere grafiche, bronzi di Antonio Masini, pittore, incisore e scultore originario di Calvello (PZ), che raccontano, insieme ai testi della critica d’arte Fiorella Fiore, il sodalizio umano e artistico con Leonardo Sinisgalli.

Grazie alla generosità del maestro Di Pede e di Nicola Masini, figlio dell’artista Antonio, al termine dell’esposizione resteranno in dono alla Fondazione rispettivamente l’intera mostra sugli antichi giochi e una serie di incisioni del maestro Masini, insieme ad un’opera in bronzo che ritrae il volto di Leonardo Sinisgalli.  

Agrobiodiversità, il 1 ottobre incontro ALSIA a Rotonda

Una valutazione “partecipata”, con il coinvolgimento diretto degli agricoltori, per selezionare i migliori miscugli di antiche varietà di fagioli rampicanti inseriti nelle prove sperimentali dell’ALSIA, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura. E’ quanto sarà realizzato – sotto la guida di tecnici ed esperti – nel corso dell’incontro tecnico-dimostrativo in programma il 1° ottobre a Rotonda (PZ), alle ore 10:30, nell’Azienda agricola sperimentale dimostrativa dell’Agenzia “Pollino”, per la valutazione dello stato ceroso e secco dei vari miscugli utilizzati nelle prove sperimentali. L'evento si svolge in collaborazione con la Comunità del cibo e della biodiversità del Pollino-Lagonegrese, e con l'Associaziona Vavilov.

“La selezione partecipata dei miscugli di fagioli rampicanti – ha commentato il direttore dell’ALSIA, Aniello Crescenzi – è stata condotta dalla nostra Azienda “Pollino” con il supporto scientifico di due genetisti di fama mondiale: Salvatore Ceccarelli e Stefania Grando. Su questo tema l’Agenzia, dopo aver censito le antiche varietà di fagiolo presenti in Basilicata, sta portando avanti dal 2017 uno specifico progetto, unico nel suo genere in Italia per i legumi, attraverso la coltivazione di 28 varietà antiche, quattro commerciali e sette miscugli. Delle varietà lucane censite – ha aggiunto Crescenzi – sono state effettuate le caratterizzazioni morfologiche, fenologiche e genetiche. Il materiale raccolto è stato quindi iscritto nel repertorio della Regione Basilicata per le varietà a rischio di estinzione, poi nell’anagrafe nazionale, e quindi custodito nella banca del germoplasma “Francesco Sassone” dell’ALSIA, ubicata sempre nell’Azienda “Pollino”. Tutto questo lavoro ha trovato ampia descrizione nel “Quaderno dell’ALSIA” n. 14, supplemento monografico della nostra rivista “Agrifoglio”.

“Il progetto di selezione partecipata – ha detto ancora Crescenzi – punta al miglioramento genetico dei fagioli rampicanti in Basilicata attraverso uno dei sistemi più pratici e moderni di tutela e valorizzazione dell’agrobiodiversità: quello della “selezione partecipata”, in cui sono gli stessi agricoltori ad esprimere giudizi quali-quantitativi sulle produzioni. In tal modo si danno risposte “locali” ai cambiamenti climatici, a vantaggio della sicurezza alimentare e della tutela dell’ambiente”.

Il progetto prevede per il momento la distribuzione del miscuglio di fagioli rampicanti “Arlecchino” a produttori della Basilicata a Francavilla, Castelluccio Inferiore, Colobraro e Rivello, e della Calabria a Mormanno (CS). Al termine della coltivazione realizzata da quei produttori, una parte del seme sarà restituita all’ALSIA: dopo accurati controlli fitosanitari, questo seme sarà distribuito ad altri agricoltori, per la creazione di una filiera corta con il coinvolgimento di operatori della ristorazione. 

Agrobiodiversità, il 1 ottobre incontro ALSIA a Rotonda

Una valutazione “partecipata”, con il coinvolgimento diretto degli agricoltori, per selezionare i migliori miscugli di antiche varietà di fagioli rampicanti inseriti nelle prove sperimentali dell’ALSIA, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura. E’ quanto sarà realizzato – sotto la guida di tecnici ed esperti – nel corso dell’incontro tecnico-dimostrativo in programma il 1° ottobre a Rotonda (PZ), alle ore 10:30, nell’Azienda agricola sperimentale dimostrativa dell’Agenzia “Pollino”, per la valutazione dello stato ceroso e secco dei vari miscugli utilizzati nelle prove sperimentali. L'evento si svolge in collaborazione con la Comunità del cibo e della biodiversità del Pollino-Lagonegrese, e con l'Associaziona Vavilov.

“La selezione partecipata dei miscugli di fagioli rampicanti – ha commentato il direttore dell’ALSIA, Aniello Crescenzi – è stata condotta dalla nostra Azienda “Pollino” con il supporto scientifico di due genetisti di fama mondiale: Salvatore Ceccarelli e Stefania Grando. Su questo tema l’Agenzia, dopo aver censito le antiche varietà di fagiolo presenti in Basilicata, sta portando avanti dal 2017 uno specifico progetto, unico nel suo genere in Italia per i legumi, attraverso la coltivazione di 28 varietà antiche, quattro commerciali e sette miscugli. Delle varietà lucane censite – ha aggiunto Crescenzi – sono state effettuate le caratterizzazioni morfologiche, fenologiche e genetiche. Il materiale raccolto è stato quindi iscritto nel repertorio della Regione Basilicata per le varietà a rischio di estinzione, poi nell’anagrafe nazionale, e quindi custodito nella banca del germoplasma “Francesco Sassone” dell’ALSIA, ubicata sempre nell’Azienda “Pollino”. Tutto questo lavoro ha trovato ampia descrizione nel “Quaderno dell’ALSIA” n. 14, supplemento monografico della nostra rivista “Agrifoglio”.

“Il progetto di selezione partecipata – ha detto ancora Crescenzi – punta al miglioramento genetico dei fagioli rampicanti in Basilicata attraverso uno dei sistemi più pratici e moderni di tutela e valorizzazione dell’agrobiodiversità: quello della “selezione partecipata”, in cui sono gli stessi agricoltori ad esprimere giudizi quali-quantitativi sulle produzioni. In tal modo si danno risposte “locali” ai cambiamenti climatici, a vantaggio della sicurezza alimentare e della tutela dell’ambiente”.

Il progetto prevede per il momento la distribuzione del miscuglio di fagioli rampicanti “Arlecchino” a produttori della Basilicata a Francavilla, Castelluccio Inferiore, Colobraro e Rivello, e della Calabria a Mormanno (CS). Al termine della coltivazione realizzata da quei produttori, una parte del seme sarà restituita all’ALSIA: dopo accurati controlli fitosanitari, questo seme sarà distribuito ad altri agricoltori, per la creazione di una filiera corta con il coinvolgimento di operatori della ristorazione. 

Rosa: approvate attività redazione Piano paesaggistico regionale

“La Giunta regionale, con due delibere adottate nella seduta del 17 settembre, ha approvato le attività di redazione del Piano Paesaggistico Regionale, come validate dal Comitato Tecnico Paritetico del 22 luglio scorso ed ha dato formale avvio alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica del piano”. Lo rende noto Gianni Rosa, assessore all’Ambiente ed Energia.
“In questa fase il piano ha affrontato, tra l’altro, il tema della localizzazione degli impianti di energia da fonti rinnovabili.
E’ un tema cruciale per realizzare la transizione energetica scandita dagli impegni europei e nazionali e che coinvolgerà a breve la Conferenza delle Regioni per esercitare, di intesa con lo Stato, la funzione localizzativa delle fonti energetiche rinnovabili nel nuovo periodo.
La Giunta ha approvato il documento che contiene le prime indicazioni tecniche per ‘il piano delle aree idonee’ alla installazione delle nuove quote di impianti alimentati da fonti rinnovabili, tenendo insieme – sottolinea l’assessore – l’esigenza di promozione e sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e l’esigenza di tutela delle specificità territoriali che il piano paesaggistico sta evidenziando.
Il piano, a partire dalla completa ricognizione degli impianti realizzati, definisce l’Indice di concentrazione territoriale nei vari ambiti di paesaggio, operazione – sostiene l’assessore – necessaria per stabilire le aree potenzialmente adatte e sufficienti a realizzare gli obiettivi energetici nazionali.
L’impegno dei prossimi mesi – conclude Gianni Rosa – è la definizione della Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili, indicando in via prioritaria le aree industriali dismesse e altre aree compromesse, abbandonate e marginali”.
  

Simposio sui cieli notturni, Rosa a Debrecen in Ungheria

“In Italia manca una normativa sull’inquinamento luminoso. Per far fronte a questa carenza la Basilicata è stata una delle prime Regioni a emanare una legge ad hoc. Una norma che riconosce difende i cieli scuri, ben consapevole dell’effetto che l’inquinamento luminoso può avere non solo sulle aree protette, ma anche sull’uomo”.
È quanto ha dichiarato l’assessore all’ambiente ed energia, Gianni Rosa, a Debrecen (Ungheria) nel corso di un simposio sul progetto internazionale “Night Light Interreg Europe” finanziato dall’Unione europea e nato per migliorare le politiche regionali a protezione e valorizzazione dei cieli notturni.
Partendo da una foto del cielo stellato sui laghi di Moniticchio l’assessore Rosa ha sottolineato che le risorse naturalistiche in Basilicata rappresentano un immenso patrimonio da trasferire alle generazioni future.
“Da gran parte del territorio lucano – ha spiegato Rosa – in zone rurali e naturali è ancora discretamente visibile la Via Lattea. Il cielo meglio conservato rimane quello più meridionale della provincia di Potenza del Parco Nazionale del Pollino. Benché non siamo una zona di forte inquinamento luminoso siamo soggetti a un veloce incremento (>5% annuo). Con il Piano Regionale di Indirizzo Energetico ed Ambientale e il Piano Paesaggistico abbiamo messo in campo politiche finalizzate all’utilizzo razionale e sostenibile delle risorse energetiche. Nei Piani una particolare attenzione sarà posta alla tutela e valorizzazione del cielo notturno, all’efficientamento energetico e di conseguenza alla promozione di un turismo, che si coniuga perfettamente con la geografia della Basilicata.
L’adozione di linee guida per la mitigazione dell’illuminazione artificiale, condivise a livello internazionale, in particolare nelle zone di rilevanza ambientale – ha osservato ancora Rosa – avrà effetti positivi su vari fronti, in particolare sul ‘turismo delle stelle’ legato agli appassionati del cielo e della natura e considerata l’enorme estensione complessiva dei nostri parchi, riserve e oasi, l’offerta turistica potrebbe arricchirsi notevolmente. Con il Coordinamento Nazionale per la tutela del cielo scuro, l’Associazione italiana CieloBuio e l’Unione astrofili italiani – ha spiegato infine Rosa – ci siamo attivati per poter usufruire di una consulenza scientifica qualificata anche in ambito legislativo. Grazie al loro supporto, stiamo preparando una proposta di legge regionale che superi i vulnus di legge e doti la Basilicata di un supporto legislativo veramente efficace per contrastare l’inquinamento luminoso. Anche nell’ambito delle compensazioni ambientali abbiamo depositato una proposta di legge per finanziamenti mirati a contrastare l’inquinamento luminoso nelle aree urbane e rurali”.
Domenico Tripaldi, Direttore Generale del Dipartimento Programmazione Finanze e Project Manager di Night Light, intervenendo al simposio ha dichiarato che: "la Regione Basilicata ha aderito al progetto proprio perché concepito per proteggere il suo cielo notturno, una delle delle tante peculiarità. Prima di questa esperienza eravamo ignari delle reali implicazioni di questo tipo di inquinamento. Viviamo in una regione che registra ancora bassi livelli di inquinamento luminoso -ha aggiunto Tripaldi- ma i dati forniti dall'Agenzia spaziale italiana con base a Matera e presentati recentemente a Monticchio ci raccontano di una Basilicata che sarà molto più inquinata da questo punto di vista. È nostro dovere istituzionale preservare tutte le bellezze naturali dal valore inestimabile. Lo faremo anche con questo progetto di Cooperazione interregionale, attraverso il quale ci stiamo confrontando con altre realtà europee con cui condividiamo finalità e scopi".

Parco Vulture,avviso per concessioni e norme per raccolta castagne

Il Parco regionale del Vulture, con una determinazione di area tecnica, ha pubblicato un avviso per la concessione relativamente al 2021 dei castagneti situati nella foresta di Monticchio, nei comuni di Rionero in Vulture e Atella, e appartenenti al patrimonio indisponibile della Regione Basilicata.  Il bando è aperto alle imprese del settore agricolo, agroindustriale e forestale ma anche alle persone fisiche e giuridiche, che hanno tempo fino al 15 ottobre per inviare le richieste.  Le domande possono essere presentate via mail tramite pec o all’ufficio protocollo del Parco presso il Dipartimento regionale Ambiente ed Energia a Potenza. Per ogni castagneto in concessione la graduatoria sarà elaborata sulla base di punteggi attribuiti secondo le priorità stabilite nell’avviso.
Con un’ordinanza del responsabile di area tecnica, inoltre, il Parco ha regolamentato la raccolta di castagne, noci e piante e di strame, l’erba secca e paglia che servono da foraggio e da lettiera per il bestiame. E’ consentita prioritariamente ai cittadini residenti nei comuni del Parco e ai castanicoltori titolari di concessione. I non residenti saranno autorizzati a raccogliere i prodotti del bosco solo in alcune aree delimitate. I Comuni rilasceranno, su delega del Parco, un tesserino agli interessati per un numero complessivo di 400 autorizzazioni. E’ fissata anche la quantità di prodotti che può essere raccolta giornalmente.
“Si tratta di provvedimenti – ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa – che mettono ordine all’affluenza in montagna nel periodo di raccolta delle castagne e, nello stesso tempo, vanno nella direzione di una forestazione produttiva e sostenibile. Non possiamo più consentire l’accesso selvaggio e indisciplinato in queste aree, spettacolo non edificante al quale abbiamo assistito in questi anni. Con questa finalità è stata limitata dal 16 ottobre a fine novembre la circolazione stradale sulle strade interne e secondarie del parco. La zona del Vulture con i laghi di Monticchio deve essere tutelata e merita di essere meta di un turismo che ne apprezzi le bellezze e sia rispettoso di un patrimonio naturalistico di enorme pregio”.      

Alsia: fino al 29/10 le domande per il Premio “Enzo Laganà”

Ci sarà tempo fino alle ore 13:00 del 29.10.2021 per partecipare all’edizione 2021 del Premio annuale “Enzo Laganà”, per il “miglior agricoltore custode per la conservazione ed il miglioramento dell’agrobiodiversità all’interno della Regione Basilicata”.
L’undicesima edizione del concorso, per la quale anche questa volta è aperta una selezione pubblica, è promossa dall’ALSIA, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, in collaborazione con il Dipartimento Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata, l’Istituto per le Bioscienze e le BioRisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Associazione Vavilov, e la Comunità del Cibo e della Biodiversità dell’area Sud della Basilicata.
La finalità del concorso è quella di “invertire il trend di perdita dell’agrobiodiversità mediante il conseguimento dell'incremento netto della quantità dei differenti tipi di varietà di fruttiferi, orticole e cereali su tutto il comprensorio della Regione Basilicata”. “Il prestigioso riconoscimento – ha commentato Aniello Crescenzi, direttore dell’ALSIA – è intitolato a Enzo Laganà, funzionario ALSIA e giornalista scomparso da alcuni anni, molto impegnato nelle attività di comunicazione e divulgazione dell’Agenzia. Il concorso – ha aggiunto – sottolinea le attività che da oltre 15 anni l’ALSIA realizza in Basilicata per tutelare e valorizzare l’agrobiodiversità, cioè la biodiversità di interesse agricolo e alimentare, ed è rivolto a tutti gli agricoltori custodi operanti nella regione che conservino e coltivino specie e varietà frutticole, orticole e cerealicole iscritte nel “Repertorio regionale del patrimonio genetico”, istituito ai sensi dell’art.3 della Legge Regionale n.26/2008”.
“Tecnicamente – ha precisato Crescenzi – l’agricoltore custode può essere il proprietario o il possessore del fondo e dei fruttiferi, oltre che delle specie orticole e cerealicole, ivi presenti e normalmente coltivati, ed è quindi il responsabile principale della conservazione “in situ” della biodiversità agricola, della quale redige un preciso inventario per l'anno in corso. Ma soprattutto – ha detto – è il depositario dell’arte antica del manutenere e proteggere il territorio, a tutto vantaggio delle prossime generazioni: un bene prezioso da tutelare e valorizzare, al pari della agrobiodiversità del quale appunto si fa custode”.
Il sito per il quale si candiderà l’agricoltore custode che vorrà partecipare al premio (azienda, orto, pascolo, giardino etc.) dovrà essere incluso all'interno del territorio regionale. Al vincitore, selezionato da una Commissione, andrà un rimborso spese di 400 euro, “da utilizzarsi per il mantenimento e il miglioramento della biodiversità nel settore frutticolo, orticolo e cerealicolo all’interno della propria azienda, nonché una rappresentazione artigianale del logo dell’Associazione Vavilov da custodire per un anno e passare come testimone al nuovo agricoltore custode dell’anno successivo”.
I vincitori delle edizioni precedenti del concorso non potranno partecipare all’edizione 2021. L’avviso pubblico e lo schema di domanda sono pubblicati sul sito internet dell’ALSIA all’indirizzo: https://www.alsia.it/opencms/opencms/Amministrazione-Trasparente/Sovvenzioni/Criteri.html.

Rinnovato il Consiglio di amministrazione della Farbas.

L’assemblea dei soci, riunitasi in data odierna presso la sede di Marsico Nuovo, ha nominato i componenti del nuovo Cda nelle persone di Antonino Capuano (Presidente), Lorita Agresti, Claudio Borneo, Antonio Maria Imperatrice e Graziano Scavone.
Il presidente uscente Giovanni Mussuto, ha ringraziato i soci (Regione Basilicata e Comuni), la Direzione generale, il Comitato Scientifico e tutti i collaboratori che, in questi anni, hanno contribuito significativamente al raggiungimento di importanti traguardi e risultati scientifici in campo ambientale e sanitario.
La Farbas, infatti, nel corso del suo operato ha messo in campo ambiziose progettualità a valenza regionale e nazionale, molte delle quali hanno visto il riconoscimento come best practice, numerosi accordi di collaborazioni e altrettante pubblicazioni scientifiche.

Aggiornamento Piano gestione rifiuti, Rosa: avviata procedura

La giunta regionale, con una delibera approvata nell’ultima riunione, ha avviato la procedura per aggiornare il piano per la gestione dei rifiuti alla luce delle direttive comunitarie recentemente recepite dall’ordinamento nazionale.
Nella nuova programmazione sarà posta grande attenzione anche ai rifiuti derivanti da eventi naturali imprevisti, come le alluvioni e gli eventi sismici, o generati da eventi di carattere sanitario, quali quelli prodotti a causa della pandemia.
“Una revisione – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa –necessaria per evitare procedure di infrazione e accedere senza particolari ostacoli normativi ai fondi rinvenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che in tema di rifiuti e discariche prevede investimenti per la realizzazione di nuovi impianti quantificati in 1,5 miliardi di euro e una specifica linea di investimento dedicata a progetti faro” di economia circolare”.
Con la stessa delibera, la giunta regionale ha adottato la relazione preliminare alle attività di pianificazione in materia di gestione dei rifiuti. “Il documento – ha continuato Rosa – conferma l’impegno politico a concorrere all’attuazione dei programmi comunitari di sviluppo sostenibile e di economia circolare e rappresenta lo strumento di pianificazione attraverso il quale la Regione, coordinandosi con gli altri strumenti pianificatori, promuove e vincola in maniera integrata le politiche in materia di gestione dei rifiuti e dei siti inquinati da bonificare”.
Per l’aggiornamento e l’adeguamento del Piano sarà individuato un gruppo di lavoro con competenze ed attività specifiche.

Odori molesti a Tito, Rosa: “Da Regione massima attenzione”

“La Regione Basilicata, dopo molti anni di immobilismo politico, si è dotata di una legge per dare risposte concrete ai cittadini in relazione agli odori molesti delle attività industriali. Dai banchi dell’opposizione, in assenza di una specifica legislazione nazionale in materia, ho sollecitato infinite volte interventi che andassero in questa direzione, senza ottenere la necessaria attenzione da parte di chi allora amministrava. Il governo Bardi, invece, ha mantenuto l’impegno preso in campagna elettorale e sono convinto che altri territori italiani, in una logica di prevenzione e mitigazione di questi fenomeni, seguiranno l’esempio del provvedimento lucano”.
È quanto ha dichiarato questa sera l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa, intervenendo a Tito Scalo all’incontro pubblico organizzato per discutere delle attività di monitoraggio e controllo dei cattivi odori nel territorio comunale. All’incontro hanno preso parte il direttore generale dell’Arpab, Antonio Tisci, e il sindaco di Tito, Graziano Scavone.
“I cittadini di Tito devono stare tranquilli, l’attenzione della Regione è massima. Abbiamo a disposizione i dati del monitoraggio ambientale effettuato dalle stesse imprese, da cui si evincono per le emissioni odorigene valori superiori rispetto a quelli tollerabili dalle persone. Questo significa – ha aggiunto Rosa – che abbiamo un quadro chiaro della situazione che in tempi brevi ci permetterà di intervenire per arginare il problema, mettendo al centro delle nostre valutazioni e azioni la salvaguardia della salute delle persone e la tutela ambientale. Inoltre, nell’ambito della ridefinizione del progetto relativo alla ‘Rete di monitoraggio territoriale’, già approvato da Ministero dell’Ambiente, Ispra ed Enea, in Basilicata installeremo ulteriori 10 centraline per le rilevazioni, di cui finalmente 1 a Tito scalo”. 
L’assessore Rosa si è poi soffermato sul ruolo attivo che potrà svolgere la popolazione di Tito. “Stasera presentiamo anche l’applicazione predisposta dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Da questo momento i cittadini, in assoluto anonimato e nel rispetto della privacy, potranno segnalare con il proprio telefono cellulare il luogo, la data e l’orario legati alla percezione dei miasmi. In questo modo andremo a delimitare con maggiore precisione le zone interessate dagli odori sgradevoli per le ulteriori rilevazioni da parte dei tecnici”.
“In una regione come la Basilicata, dove episodi di questa natura si sono verificati e purtroppo continuano ad esistere, in particolare nelle aree collegate alle attività estrattive, la politica non può girare la testa dall’altra parte. Ecco perché abbiamo preso l’iniziativa di dotarci di una specifica norma attraverso cui dare riscontri alle comunità locali e all’ambiente. Apprezzabile – ha concluso l’assessore – è stato il fatto che la legge sia stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, perché su questi temi non devono esistere colori politici, ma deve prevalere sempre l’interesse pubblico”.

Monitoraggio emissioni odorigene, a Tito incontro su nuova legge

Le attività di monitoraggio e controllo degli odori molesti nel territorio di Tito alla luce della nuova legge regionale in materia di prevenzione e mitigazione delle emissioni odorigene: questo il tema di un incontro pubblico, promosso dalla Regione Basilicata e dal Comune di Tito, che avrà luogo lunedì 20 settembre 2021, alle ore 18,30, nel salone della parrocchia di Tito Scalo.

Partecipano l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia Gianni Rosa, il sindaco di Tito Graziano Scavone, il dirigente generale del Dipartimento Ambiente ed Energia Giuseppe Galante ed il direttore generale dell’Arpab Antonio Tisci. È inoltre prevista la presenza di dirigenti e funzionari della Regione e dell’Arpab. L’accesso alla sala è consentito sono con il green pass.

Candidatura Centro Alta Tecnologia, definito modello organizzativo

Un ulteriore tassello per concretizzare la candidatura della Basilicata ad ospitare la sede del Centro nazionale di Alta tecnologia per l’Ambiente ed Energia previsto nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Con un provvedimento approvato ieri, il dirigente generale del Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Giuseppe Galante ha preso atto del “modello organizzativo”, condiviso nelle settimane scorse con gli stakeholders istituzionali e imprenditoriali, per la predisposizione della candidatura, ed ha istituito quattro tavoli tematici (Economia Circolare, Fonti rinnovabili, Idrogeno, Tutela del Territorio) che saranno coordinati da una struttura operativa costituita dai rappresentanti di Cluster Energia Basilicata, Centro Nazionale delle Ricerche, Enea, Confindustria, Società Energetica Lucana, Università della Basilicata, Università degli Studi di Napoli Federico II – Centro Interdipartimentale “Raffaele d’Ambrosio” LUPT, Direzioni Generali dei Dipartimenti della Regione Basilicata.

La cabina di regia istituita presso la Direzione Generale del Dipartimento Ambiente ed Energia sarà inoltre supportata da un team di esperti qualificati in pianificazione ambientale, economia del territorio e energia.

Il percorso intrapreso dal governo regionale per la definizione del progetto era iniziato con l’approvazione della manifestazione di interesse (delibera n. 336 del 23 aprile 2021) e, contestualmente, degli indirizzi per la predisposizione di una proposta di “Strategia regionale per l’Ambiente e l’Energia” che si ponga quale quadro di riferimento per l’azione regionale. Valorizzare l’introduzione del vettore idrogeno nel sistema energetico, industriale e dei trasporti, qualificare la Basilicata come area di eccellenza per lo sviluppo delle tecnologie, accompagnare le iniziative di supporto alle filiere industriali, agricole e della green economy, assicurare la piena e funzionale connessione della strategia regionale con la pianificazione nazionale: questi, in estrema sintesi, gli obiettivi che la Regione intende perseguire.

“Il governo regionale – afferma l’assessore all’Ambiente ed Energia Gianni Rosa – è seriamente impegnato nella definizione di una strategia energetica regionale che porti la Basilicata verso la decarbonizzazione e verso la piena valorizzazione dell’energia pulita. La prossima settimana si riuniranno i quattro tavoli tematici, lo sforzo organizzativo che stiamo compiendo ci permetterà di essere pronti con la nostra proposta per il Centro nazionale di Alta tecnologia per l’Ambiente ed Energia non appena il governo emanerà il bando di candidatura. Il PNRR può rappresentare una grande opportunità per la Basilicata, che deve essere protagonista della transizione energetica mettendo in campo la ricerca, l’innovazione, il rinnovato protagonismo delle forze sociali e imprenditoriali in un quadro di collaborazione e di confronto”. 

Candidatura Centro Alta Tecnologia, definito modello organizzativo

Un ulteriore tassello per concretizzare la candidatura della Basilicata ad ospitare la sede del Centro nazionale di Alta tecnologia per l’Ambiente ed Energia previsto nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Con un provvedimento approvato ieri, il dirigente generale del Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Giuseppe Galante ha preso atto del “modello organizzativo”, condiviso nelle settimane scorse con gli stakeholders istituzionali e imprenditoriali, per la predisposizione della candidatura, ed ha istituito quattro tavoli tematici (Economia Circolare, Fonti rinnovabili, Idrogeno, Tutela del Territorio) che saranno coordinati da una struttura operativa costituita dai rappresentanti di Cluster Energia Basilicata, Centro Nazionale delle Ricerche, Enea, Confindustria, Società Energetica Lucana, Università della Basilicata, Università degli Studi di Napoli Federico II – Centro Interdipartimentale “Raffaele d’Ambrosio” LUPT, Direzioni Generali dei Dipartimenti della Regione Basilicata.

La cabina di regia istituita presso la Direzione Generale del Dipartimento Ambiente ed Energia sarà inoltre supportata da un team di esperti qualificati in pianificazione ambientale, economia del territorio e energia.

Il percorso intrapreso dal governo regionale per la definizione del progetto era iniziato con l’approvazione della manifestazione di interesse (delibera n. 336 del 23 aprile 2021) e, contestualmente, degli indirizzi per la predisposizione di una proposta di “Strategia regionale per l’Ambiente e l’Energia” che si ponga quale quadro di riferimento per l’azione regionale. Valorizzare l’introduzione del vettore idrogeno nel sistema energetico, industriale e dei trasporti, qualificare la Basilicata come area di eccellenza per lo sviluppo delle tecnologie, accompagnare le iniziative di supporto alle filiere industriali, agricole e della green economy, assicurare la piena e funzionale connessione della strategia regionale con la pianificazione nazionale: questi, in estrema sintesi, gli obiettivi che la Regione intende perseguire.

“Il governo regionale – afferma l’assessore all’Ambiente ed Energia Gianni Rosa – è seriamente impegnato nella definizione di una strategia energetica regionale che porti la Basilicata verso la decarbonizzazione e verso la piena valorizzazione dell’energia pulita. La prossima settimana si riuniranno i quattro tavoli tematici, lo sforzo organizzativo che stiamo compiendo ci permetterà di essere pronti con la nostra proposta per il Centro nazionale di Alta tecnologia per l’Ambiente ed Energia non appena il governo emanerà il bando di candidatura. Il PNRR può rappresentare una grande opportunità per la Basilicata, che deve essere protagonista della transizione energetica mettendo in campo la ricerca, l’innovazione, il rinnovato protagonismo delle forze sociali e imprenditoriali in un quadro di collaborazione e di confronto”. 

“Stop a nuove concessioni petrolifere in Basilicata”

“Con le concessioni Val D’Agri e Gorgoglione la Basilicata contribuisce per circa il 10% del fabbisogno petrolifero italiano e pertanto si ritiene che oltre alle suddette concessioni il resto del territorio lucano deve essere classificato come non idoneo”. La Giunta regionale conferma quanto già esplicitato con una delibera del 29 aprile 2021 e, con un nuovo provvedimento approvato oggi nell’ambito della consultazione pubblica aperta dal Ministero dell’Ambiente per la procedura di VAS, formalizza le proprie osservazioni al Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI) chiedendo al Governo nazionale di classificare il resto del territorio lucano come “non idoneo” per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi.

Sono undici le osservazioni presentate dalla Basilicata: riguardano, fra l’altro, l’indicazione di aggiungere fra i vincoli di esclusione anche “le Aree con presenza di rocce naturali contenenti amianto”, di individuare un baffer di protezione di almeno 5 km per gli “invasi/dighe/laghi”, da far rientrare nella stessa categoria dei “vincoli relativi di esclusione”, di aggiungere tra i “vincoli relativi di esclusione” le aree agricole servite dai grandi impianti irrigui alimentati dallo Schema idrico Basento-Bradano e dallo Schema idrico Ionico-Sinni, di individuare un baffer di protezione di almeno 5 km per le “Aree nei Bacini idro-minerari” da far rientrare nella stessa categoria dei “vincoli assoluti” e di riportare nel costruendo GIS Service Layer il “Parco Naturale regionale del Vulture”.

"Sono molto soddisfatto per il lavoro svolto, che ha come unico obiettivo la difesa del nostro territorio e i diritti di tutti i lucani. Il nostro impegno ovviamente non è ancora finito, e anzi ci aspettano sfide ancora più importanti e prenderemo decisioni sempre coerenti con quanto abbiamo promesso. La Basilicata merita sviluppo sostenibile e tutela dell'ambiente, un binomio che guida tutte le decisioni e gli amministrativi nella Giunta Regionale", sottolinea l'Assessore all'Ambiente Gianni Rosa. 

Rosa: l’ambiente per lo sviluppo sostenibile

“La Basilicata per le sue risorse ambientali, per le sue ricchezze naturalistiche e paesaggistiche, per la sua storia e le tradizioni, ha tutte le carte in regola per diventare meta di un turismo lento, un momento in cui chi viene a visitare la nostra terra può ricavare benessere per se stesso. E’ questa l’idea che stiamo provando a declinare non solo mettendo in campo azioni di tutela del territorio collegate alle buone prassi ma anche promuovendo la consapevolezza che dall’ambiente può nascere un modello di sviluppo sostenibile per la nostra regione”.
Lo ho detto questa mattina l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa, partecipando a una giornata di riflessione organizzata dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Potenza in occasione dei cinquant’anni dall’istituzione delle due riserve naturali di Grotticelle e Montecroccia.
“”Siamo consapevoli che l’azione di promozione del territorio – ha continuato Rosa – richiede la collaborazione di tutti.  Stiamo investendo ingenti risorse professionali ed economiche per far scoprire i magnifici luoghi della Basilicata. L’ambiente è un segmento importante del nostro territorio che va spiegato con un’unica voce. Punta a questo il brand Ambiente Basilicata attraverso il quale stiamo cercando di comunicare le bellezze e le peculiarità della regione, per farle conoscere ai lucani e a tutti coloro che apprezzano una vacanza immersi in una terra dai paesaggi più vari e dalle mille sfaccettature”.
Al convegno, aperto dal Comandante del Reparto Carabinieri Biodiversità di Potenza, Antonia Lombardi, sono intervenuti il prof. Renato Spicciarelli dell’Università della Basilicata, che ha parlato della peculiarità delle Riserva Grotticelle di Monticchio, habitat della farfalla Bramea, e l’archeologa Simona Di Gregorio della Soprintendenza archeologica Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, che si è soffermata sugli insediamenti lucani dal VI al IV secolo avanti Cristo nella Riserva  Montecroccia. La manifestazione si concluderà domani con una visita guidata nelle due Riserve.

La Martella, Rosa: “Dati tranquillizzanti, ma attenzione massima”

A seguito delle azioni messe in campo nella discarica ‘La Martella’ dai Vigili del fuoco, immediatamente dopo l’evento registrato ad agosto, e degli interventi effettuati nelle scorse settimane dall’impresa appaltatrice per il ripristino e la messa in sicurezza del sito, con il Piano di indagine post incendio presentato oggi da Invitalia si rafforzano le attività di monitoraggio ambientale, dal momento che si vanno ad aggiungere a quelle già eseguite dall’Arpab.
Per quanto riguarda i parametri analizzati dall’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Basilicata, in collaborazione con l’Arpa Puglia, è stato accertato che le concentrazioni di diossina, rilevate attraverso le diverse centraline presenti sul territorio, risultano inferiori alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) previste dalla Tabella 1, Colonna A (siti ad uso residenziale, verde pubblico), Allegato 5, D.lgs 152/06, Parte IV, e alle CSC per i suoli delle aree agricole previste dall’Allegato 2 art. 3 del DM 46/2019. Così come non è stato evidenziato alcun indizio di possibili contaminazioni del suolo da parte di radionuclidi artificiali o naturali di origine antropica.
È quanto si legge in una nota del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, a margine della riunione odierna convocata dal Comune di Matera per conoscere gli sviluppi legati all’incendio di agosto alla discarica ‘La Martella’. All’incontro hanno partecipato il direttore generale del Dipartimento, Giuseppe Galante, e l’ing. Salvatore Margiotta dell’ufficio Prevenzione e controllo ambientale.
“I dati legati al monitoraggio ambientale a nostra disposizione sono tranquillizzanti, ma con gli altri soggetti istituzionali coinvolti intendiamo uscire da questa situazione il prima possibile e nel migliore dei modi” sottolinea l’assessore all’Ambiente ed energia, Gianni Rosa. “Il nostro obiettivo primario – aggiunge – rimane quello di tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare il territorio. Come Regione, inoltre, faremo quanto è in nostro potere per la ripresa dei lavori di chiusura del terzo e quarto settore della discarica, in modo da superare la procedura di infrazione dell’Unione europea”.
  

Arpab, al via la prima ispezione integrata a Tecnoparco

I tecnici dell’ARPAB avvieranno da domani 9 settembre la prima ispezione integrata all’impianto Tecnoparco di Ferrandina (MT) che rientra tra i Siti di Interesse Nazionale della Basilicata.
È quanto si legge in una nota dell’Arpab.
L’impianto si occupa del trattamento chimico-fisico e biologico dei reflui, provenienti dalle imprese presenti nell’area industriale della Val Basento, e dei rifiuti liquidi rivenienti dalle attività industriali regionali e extraregionali.
Con l’ispezione saranno verificate tutte le prescrizioni da ottemperare in base alla Dgr n.1387/2010 della Regione Basilicata che ha autorizzato l’avvio dell’impianto.
Domani il Direttore Tecnico Scientifico dell’ARPAB Achille Palma coordinerà le operazioni accompagnato da tutti i dirigenti nonché dai funzionari competenti sulle diverse matrici ambientali dell’Agenzia lucana deputata alla protezione dell’ambiente.
Dall’inizio del 2021 ad oggi – prosegue il comunicato stampa – le ispezioni integrate hanno interessato gli stabilimenti tra i più importanti della Basilicata: il Centro Olio Val d’Agri di Viggiano, Italcementi di Matera, Rendina Ambiente di Melfi e da domani anche Tecnoparco.
In Basilicata sono 52 gli impianti soggetti ad AIA che, secondo un algoritmo definito dal Sistema Nazionale della Protezione Ambientale, attribuisce un indice di rischio ad ogni installazione: alto, moderato e basso cui, a sua volta, è associata la frequenza di ispezione.
Il SIN Tecnoparco rientra tra gli impianti lucani a rischio alto per il quale è previsto una frequenza di ispezione pari a sei mesi.
“A dieci mesi dal mio insediamento, ha sottolineato il Direttore Generale dell’ARPAB Antonio Tisci, sono state avviate quattro ispezioni integrate che hanno riguardato i principali impianti industriali lucani sia in termini di impatto economico che di impatto ambientale”.
“In tutta la sua storia, precedente al mio insediamento, ha aggiunto il Direttore Generale Antonio Tisci, l’ARPAB non aveva mai effettuato alcuna ispezione integrata A.I.A. ed è quindi una novità assoluta per l’Agenzia che per la prima volta fornirà ai lucani un quadro completo sul rispetto delle prescrizioni A.I.A. da parte delle attività industriali ad alto rischio ambientale”.
“Il mio obiettivo, ha continuato il Direttore Generale, è quello di osservare il Piano di ispezione ambientale sulle installazioni soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale come stabilito dalla DGR. 771 del 2019 della Regione Basilicata, malgrado i rallentamenti imposti dalla pandemia in corso.”
“A breve – ha ricordato in conclusione il vertice dell’ARPAB – concluderemo la prima ispezione integrata della storia al C.O.V.A. e relazioneremo sui risultati ai cittadini e alle autorità competenti: ispezione che, proprio per la gran mole di controlli effettuati e per l’assoluta novità e unicità dell’attività che ha riguardato anche gli anni precedenti nei quali ARPAB non aveva mai svolto tali verifiche, ha impegnato i tecnici della struttura per quasi un anno”.
  

Rosa su approvazione legge prevenzione emissioni odorigene

“Esprimo la mia grande soddisfazione per l’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio regionale, del disegno di legge “Norme per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene”, promosso dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata e frutto di un intenso lavoro concertativo preventivo con l’Arpab e gli Uffici regionali.
In assenza di una normativa nazionale, per la prima volta nella sua storia la Regione Basilicata si dota di una legge che detta un chiaro e preciso percorso da attuare in caso di presenza di miasmi strutturata in tre tappe: segnalazione dei cittadini al Comune di riferimento, verifica delle cause da parte dell’Arpab, azione della Regione Basilicata, dipartimento Ambiente, per il contrasto al fenomeno.”.
Lo dichiara Gianni Rosa, assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, in seguito all’approvazione, nella seduta di ieri sera, del disegno di legge sulle emissioni odorigene.

Nel corso della discussione del provvedimento, in Consiglio, l’assessore Rosa è intervenuto per rispondere ad alcuni quesiti posti dai consiglieri e puntualizzare alcune questioni relative all’iter di approvazione.
“Il Consiglio Regionale si sta apprestando a dare una risposta alle problematiche dei cittadini di Tito, ma concretamente sta dando anche una risposta a tutto il territorio regionale dove può presentarsi il problema dei miasmi. Ciclicamente in varie zone della Basilicata emerge questo problema, ma tanto i Governi regionali di prima che il nostro Governo non potevano dare nessuna risposta perché non avevano lo strumento per poter operare concretamente.
E' stato fatto un lavoro intenso, da parte degli Uffici del Dipartimento, ma anche con i tecnici dell'ARPAB, per arrivare a questa legge. Ma oggi certamente noi stiamo facendo una buona cosa per la Basilicata, perché evidentemente vivere in quelle zone dove ciclicamente emergono questi disturbi non è piacevole per i cittadini e per la loro salute.
La legge – ha proseguito l’assessore Rosa – non è complicata. Anzi, anche rispetto ad un rapporto con le imprese è una legge che io ritengo equilibrata, perché c'è una procedura che dura 12 mesi, condivisa con le stesse, per arrivare a definire una soglia concordata rispetto a una serie di misurazioni, quindi non è una legge repressiva ma lo strumento con il quale Dipartimento e imprese colloquiano.”.