Deposito scorie radioattive, tavolo tecnico “struttura antropica”

Un’area fortemente vocata all’agricoltura, con più di mille aziende impegnate soprattutto nell’attività cerealicola di altissima qualità, con produzioni come il grano Senatore Cappelli e la lenticchia dop di Altamura; un’area che rientra nella proposta di delimitazione delle zone di interesse archeologico del Piano paesaggistico regionale in corso di elaborazione, caratterizzata da molte masserie, fontane, alcune delle quali già vincolate, e tratturi che definiscono un paesaggio agrario antico e intatto, pur nella trasformazione delle tipologie agrarie avvenuta nel corso degli anni; un’area che coincide con la zona dell’antica via Appia indicata nella proposta progettuale del Ministero dei beni culturali denominata “Appia regina viarum” e che un altro ministero, quello dello Sviluppo economico, ha individuato per la realizzazione di progetti di “agricoltura di precisione”, dove da più di trent’anni si attende l’avvio (forse imminente) del completamento del Distretto G, che consentirà di irrigare un territorio molto vasto.

È l’area fra Genzano, Acerenza, Oppido lucano e Irsina, dove la Sogin ha individuato 7 zone (indicate con le sigle PZ 8, PZ 9, PZ 10, PZ 12, PZ 13, PZ 14 e MT _ PZ 6) classificate nella categoria C (aree in zona sismica 2) della carta dei siti potenzialmente idonei alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti nucleari.

“Una classificazione basata su informazioni vecchie e parziali e su un quadro evidentemente non aggiornato – afferma l’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa -, che non tiene conto delle peculiarità produttive, paesaggistiche ed archeologiche di questo territorio e degli ingenti investimenti pubblici programmati dalla Regione e dallo Stato, con il coinvolgimento diretto di almeno tre Ministeri, per lo sviluppo del cosiddetto ‘granaio della Basilicata’, cioè a supporto di produzioni agricole di altissima qualità e dei beni culturali ed ambientali di grande interesse che sono presenti in quella zona”.

Ed è proprio per evidenziare queste caratteristiche del territorio dell’area bradanica che il gruppo di lavoro sulla “struttura antropica”, uno dei cinque istituiti presso il Dipartimento Ambiente della Regione per formulare le osservazioni tecniche che saranno inviate all’inizio di marzo per motivare la ferma opposizione della Regione ad ogni ipotesi di insediamento in Basilicata del deposito dei rifiuti nucleari, si è riunito nei giorni scorsi con i sindaci di Genzano, Oppido Lucano ed Acerenza ed i rappresentanti dell’Ordine degli agronomi di Matera, dell’Apt, delle Soprintendenze paesaggistica ed archeologica del Mibact, dell’Unibas, con i consulenti che si occupano del Piano paesaggistico regionale ed i funzionari del Dipartimento Agricoltura della Regione.

Il gruppo di lavoro, coordinato dall’architetto Anna Abate del Dipartimento Ambiente, si riunirà nuovamente nella prossima settimana per analizzare i problemi e le caratteristiche della struttura antropica delle altre aree individuate nella carta dei siti potenzialmente idonei nei territori di Matera, Montescaglioso, Bernalda e Montalbano Jonico.

“Come si vede – afferma il presidente della Regione Vito Bardi – la nostra opposizione netta alla localizzazione del deposito in Basilicata, si basa anche su solide motivazioni scientifiche, che riguardano le caratteristiche e le vocazioni dei nostri territori. Ringrazio i nostri tecnici ed i rappresentanti di tutte le istituzioni, degli ordini professionali e del tessuto associativo che ci stanno supportando in queste ore. L’attività dei gruppi di lavoro prosegue in un rapporto trasparente e proficuo con i territori, e credo che saremo in grado di produrre osservazioni molto ben curate e approfondite su tutti i siti indicati dalla Sogin e sui vari aspetti tematici. Osservazioni che rafforzano il nostro no chiaro e forte a qualunque ipotesi di ubicazione in Basilicata di una simile realizzazione”.

Al su interventi a sorgente Caffaro in territorio di Lauria

"Nonostante il tempestivo intervento dei tecnici di Acquedotto Lucano, l’acqua della Sorgente Caffaro in territorio di Lauria è ancora torbida a causa degli intensi avversi eventi meteorologici dei giorni scorsi.
Acquedotto Lucano, pertanto – si legge in una nota –  è stata costretta ad utilizzare l’acqua della Sorgente Torbido per effettuare i lavaggi dei serbatoi e delle relative reti di distribuzione. I primi controlli analitici eseguiti oggi, hanno evidenziato parametri chimici nella norma. Gli esiti dei parametri microbiologici invece saranno comunicati tempestivamente non appena completati gli esami.
Non prima della giornata di domani, quindi, si potrà eventualmente dichiarare l’acqua nuovamente potabile ripristinando la normale erogazione idrica".
   

Tempa Rossa, l’assessore Rosa convoca un incontro

L’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa, ha convocato una riunione che si terrà il 1° febbraio alle 10 presso il Dipartimento, in relazione “ai recenti e frequenti episodi di innalzamento e visibilità della fiaccola del Centro Olio “Tempa Rossa”.
All’incontro sono stati invitati, oltre alla Total Italia, rappresentanti dell’Umnig, dell’Ispra, della direzione generale dei Vigili del Fuoco della Basilicata, oltre che l’Arpab e il sindaco di Corleto Perticara, Mario Montano.
Nel condividere “la più profonda preoccupazione e la forte apprensione manifestata dai cittadini”, l’assessore Rosa ha invitato gli enti preposti al monitoraggio e al controllo “a un’attenta verifica degli eventi” e “a mettere in campo tutte le azioni necessarie per porre fine a tale situazione”
“E’ palese che tale circostanza – ha evidenziato Rosa – influisce sia sui timori della popolazione, che vedono in tali attività un pericolo per la propria salute e per l’ambiente, sia sulla possibilità che si verifichino incidenti rilevanti”.

Parco Murgia presenta corso su biologia e attività dei chirotteri

Nell’ambito delle attività del Centro Studi e Conservazione della Biodiversità di Parco dei Monaci, accordo di Programma INNgreenPAF PO-FESR 2014/2020, l’Ente Parco della Murgia Materana presenta il corso di formazione “Biologia e conservazione ed attività di rilevo dei chirotteri della regione Basilicata”.
Il corso, riservato agli esponenti degli uffici degli Enti pubblici preposti ai compiti di tutela, protezione e valorizzazione ambientale della regione Basilicata, sarà tenuto dal dott. Dino Scaravelli, PhD in Biologia Animale, docente a contratto dell’Università di Bologna, socio fondatore del GIRC, membro del Chiroptera specialist group IUNC BAT Specialist Group e del EUROBATS Scientifical Focal Point.
Le lezioni si concentreranno sull’identificazione delle specie di chirotteri presenti nell’area della Regione Basilicata, sulla loro biologia di conservazione ed i principi di tutela della specie, sulle metodologie di rilievo e di analisi sonora, comprendendo anche dei workshop per l’utilizzo di strumentazione specifica e di gestione dei dati.
Il corso si terrà in modalità virtuale, due volte a settimana, per un totale di 10 lezioni, a partire dal 26 gennaio, con lezioni frontali e workshop di approfondimento di alcune tematiche pratiche.
Al termine del percorso formativo, i partecipanti riceveranno un attestato di partecipazione, firmato dal docente e rilasciato dal “Centro Studi e Conservazione della Biodiversità” del Parco della Murgia Materana.
Il Presidente dell’Ente Parco della Murgia, dott. Michele Lamacchia, afferma: “Siamo molto felici di continuare il nostro lavoro di formazione sul territorio con il “Centro Studi e Conservazione della Biodiversità” del Parco della Murgia Materana.
Si tratta di un corso importante, che vedrà la partecipazione di un docente molto preparato, il dott. Dino Scaravelli, il quale svolge la propria azione professionale e di ricerca scientifica su chirotteri, strigiformi, micromanmmiferi, mesocarnivori, erpetologia, rilevamento di ecosistemi naturali, gestione di aree protette, museologia e bio ecologia, entomologia, parassitologia e patologia, vertebrati marini.
Al termine delle attività, abbiamo in mente di realizzare una BAT-Night aperta al pubblico, in cui si effettuerà una passeggiata esplorativa e divulgativa alla scoperta degli abitanti della notte nel Parco della Murgia Materana a partire dal Centro Studi e Conservazione della Biodiversità di Parco dei Monaci”.
  

Interruzione idrica Lauria, AL: “Attivate le procedure previste”

Gli avversi ed intensi eventi meteorologici occorsi durante la giornata di ieri, in particolare nella zona del Pollino-Lagonegrese, hanno causato l’intorbidimento delle acque provenienti dalla sorgente del Caffaro in agro di Lauria.
È quanto si legge in una nota di Acquedotto Lucano.
I serbatoi interessati dal fenomeno sono: Taverna, Olivella e San Giovanni e le relative reti di distribuzione di Lauria, dell’intero rione Superiore e parte di quello Inferiore limitatamente alle Vie Cardinal Brancato, Ammiraglio Ruggero e Cairoli e annesse traverse limitrofe.
Nelle predette zone è stato, pertanto, necessario sospendere l’erogazione idrica non essendo più garantita la potabilità dell’acqua erogata.
I tecnici di Acquedotto Lucano – prosegue la nota – hanno prontamente attivato le procedure operative previste in questi casi e nelle prossime ore si provvederà al lavaggio dei serbatoi interessati con le relative reti di distribuzione. Il ripristino dell’erogazione idrica potrà essere assicurato solo dopo tali interventi.
Acquedotto Lucano per contenere al massimo il disagio all’utenza interessata, ha attivato il servizio sostitutivo mediante autobotti e sacchetti di acqua, di concerto con le amministrazioni locali.
I violenti nubifragi hanno determinato, inoltre, considerevoli danni anche ad altre opere gestite da Acquedotto Lucano, in particolare presso gli impianti di depurazione siti nelle immediate vicinanze dei corsi d’acqua.
Nello specifico, l’ingrossamento del fiume Sinni nei pressi del depuratore consortile di Monte Cotugno a Senise, ha determinato l’erosione delle opere di contenimento e della recinzione, compromettendo la stabilità di alcune stazioni di trattamento.
Analogamente, l’esondazione del torrente Cogliandrino, sempre a Lauria, ha provocato il fermo dell’omonimo impianto di depurazione a causa dell’allagamento dell’intera area interna dello stesso. Sono in corso verifiche tecniche su tali strutture per la stima dei danni oltre alle interlocuzioni con gli enti preposti alla loro messa in sicurezza.
  

Programma Horizon, la Basilicata in partnership internazionali

In linea con la scelta di promuovere progetti ad alto contenuto innovativo, il Dipartimento Ambiente ed Energia della Regione Basilicata, in sintonia con la Presidenza della Giunta Bardi, ha aderito ad alcuni partenariati internazionali nell’ambito di Horizon 2020 – Research and innovation in support of the European Green Deal.
Il programma comunitario sostiene progetti di ricerca e innovazione che contribuiscono ad affrontare la crisi climatica e le sfide ambientali verso il Green Deal europeo. Punta anche a dare impulso alla ripresa dell'Europa, trasformando le sfide ambientali e climatiche in opportunità di innovazione.
La Basilicata ha candidato progetti nel campo della ricerca applicata, partecipando a tavoli strategici internazionali, per sperimentare azioni pilota innovative e incentivare la partecipazione di cittadini, imprese ed enti nella grande sfida dello sviluppo sostenibile.
“Dobbiamo cogliere – ha spiegato l’assessore Gianni Rosa – tutte le opportunità offerte dall’Unione europea, non solo quelle legate all’utilizzo dei Fondi strutturali. Vogliamo aprire una nuova fase, partecipando a programmi e stringendo partnership con enti e istituti di ricerca altamente qualificati. La prima possibilità ce la offre il Programma Horizon. Ma il nostro obiettivo è quello di stringere collaborazioni strategiche, non solo per migliorare la gestione dei temi ambientali, ma anche per avviare iniziative particolarmente significative finalizzate allo sviluppo sostenibile”. 
Le iniziative candidate dalla Regione Basilicata abbracciano tutte le opzioni date dal programma Horizon. A cominciare dal progetto Superscienceme – REsearch is your RE-Generation, che fa appello a tutte le generazioni, aprendo le porte dei laboratori scientifici, con l’intento di avvicinare i ricercatori al grande pubblico e incoraggiare i giovani ad intraprendere carriere scientifiche, fino al progetto REsiliAPTATIVE che mira a fornire soluzioni concrete per mitigare gli impatti della crisi climatica su scala regionale attraverso una valutazione di indicatori chiave, implementando un modello sistemico socioeconomico-culturale innovativo per la resilienza alle pressioni climatiche, passando per il progetto Utmost 4 FireMan –  Unmanned Teaming MultiObjective Strategy for Fire Management)  con l’intento di integrare e dimostrare l'efficacia di un sistema di piattaforme aeree eterogenee che collaborano secondo diverse competenze assegnate per l'individuazione, il targeting e l'estinzione degli incendi. La sfida è garantire un sistema gestionale in grado di operare in sicurezza in ambienti difficilmente raggiungibili in diverse condizioni meteorologiche. Infine,  la Regione partecipa al progetto RI-URBANS che mira a dimostrare come gli strumenti di servizio (ST) delle infrastrutture di ricerca atmosferica (IR) possano essere adattati e migliorati per affrontare meglio le sfide e le esigenze della società riguardanti la qualità dell'aria nelle città e nei siti industriali, rispondendo alle esigenze urgenti di ridurre sostanzialmente l'inquinamento atmosferico fornendo osservazioni migliorate sulla qualità della aria a supporto della policy.

Buone pratiche economia circolare, il 26/1 seminario Alsia

“L’autoproduzione e la filiera corta dei mezzi tecnici – buone pratiche di economia circolare”: sarà questo il tema del seminario organizzato dall’ALSIA, l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura, per il 26 gennaio, a partire dalle 17.00, in videoconferenza sulla piattaforma Zoom.

L'incontro, promosso in collaborazione con il Collegio dei Periti agrari e dei Periti agrari laureati della Provincia di Potenza, e con l'Ordine dei Dottori agronomi e dei Dottori forestali della Provincia di Potenza, rientra tra le attività di informazione e divulgazione dell'Agenzia sull’uso dei mezzi tecnici in agricoltura (come ad esempio i fitofarmaci, i concimi, gli ammendanti e i corroboranti) a supporto dei produttori agricoli, e in particolare di quelli che certificano i loro prodotti come biologici. In quest’ultimo caso, infatti, l’uso dei mezzi tecnici extra aziendali dovrebbe essere motivato e sporadico, e rispondente a precise normative e agli elenchi curati dal MIPAAF, per i fertilizzanti, e dal Ministero della Salute, per i fitofarmaci.

L’uso fraudolento di mezzi tecnici non consentiti, o la presenza non dichiarata di elementi non autorizzati per l’agricoltura biologica al loro interno, possono determinare la presenza di residui non conformi nelle produzioni alimentari. In questi casi, purtroppo già verificatisi, si può arrivare al blocco delle produzioni per le aziende biologiche e a pesanti sanzioni previste dal Decreto legislativo n. 20/2018).

Per ridurre tali rischi, e per contenere i costi, il seminario illustra quindi le modalità di utilizzo di alcuni sottoprodotti o scarti aziendali, generalmente trattati come rifiuti, da immettere nuovamente nei cicli produttivi, e la possibilità, in futuro, di ricorrere a sostanze organiche derivanti da colture dedicate, aprendo la strada allo sviluppo di un’economia circolare a livello aziendale e locale.

Nel corso dell'evento del 26 gennaio saranno presentate esperienze di valorizzazione dei residui agricoli attraverso la produzione aziendale di compost, arricchito da lombrichi, tè di compost e di altri prodotti organici.

I lavori si apriranno con i saluti di Rocco Sileo, dirigente dell'Area Servizi di Base dell'Agenzia. L'introduzione e la presentazione dell'attività dimostrativa saranno affidate al funzionario dell’ALSIA Giuseppe Mele. Seguiranno gli interventi di Giovanni Lacertosa e Angelo Petrozza, dell'Area Ricerca e Servizi avanzati dell’Agenzia, seguiti da Matteo Mancini, della Delegazione Europea per l’Agricoltura Familiare di Asia, Africa e America Latina. Il confronto proseguirà con l'intervento di Massimo Zaccardelli del CREA – Centro di Ricerca Orticoltura e Florovivaismo, sede di Pontecagnano, e di Alessandra Trinchera, del CREA – Centro di ricerca Agricoltura e Ambiente. Le conclusioni saranno affidate al direttore dell’ALSIA, Aniello Crescenzi.

Le iscrizioni alla videoconferenza potranno essere effettuate compilando il modulo presente all’indirizzo https://bit.ly/ALSIA-filieramezzitecnici.

Superamento emissioni impianti Tempa Rossa, diffida della Regione

La Regione Basilicata diffida la Total “dal porre in essere atti e comportamenti che possano reiterare la violazione del provvedimento di autorizzazione integrata ambientale e recare nocumento all’ambiente ed alla salute umana, provvedendo in tempi certi al ripristino delle corrette condizioni di esercizio dell’impianto ed all’ottemperanza delle prescrizioni di cui alla delibera della Giunta regionale n. 1888/20111”.

Con una lettera inviata oggi, l’Ufficio Compatibilità ambientale chiede inoltre alla società petrolifera una relazione tecnica, da consegnare entro 10 giorni, sulle cause che hanno determinato gli sforamenti nelle emissioni in atmosfera rilevati dall’Arpab nei giorni scorsi e sulle procedure adottate per ripristinare le normali condizioni operative degli impianti. Chiede inoltre “la descrizione delle modalità operative che saranno adottate per garantire il regolare esercizio con le tempistiche previste, le spiegazioni sulle diverse invalidità dei valori registrati dallo SME, i dati rilevati dal sistema di monitoraggio delle emissioni fuggitive ed i dati delle portate in torcia”.

La lettera è stata inviata anche all’Arpab. All’Agenzia regionale per l’Ambiente la Regione chiede di effettuare i necessari accertamenti “al fine di verificare l’eventuale perdurare dell’inosservanza delle prescrizioni di cui alla delibera della Giunta regionale n. 1888/20111, di verificare e valutare i dati registrati dalla data di messa in esercizio dell’impianto Centro Olio Tempa Rossa dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria e dal mezzo mobile, di fornire un riscontro tecnico sulla documentazione che sarà trasmessa dalla società Total E&P Italia spa in conseguenza della presente diffida”.

“Nessun intento punitivo nei confronti delle compagnie petrolifere, ma siamo fermi e determinati a richiedere il rispetto delle regole – afferma l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia Gianni Rosa –. La Basilicata offre un rilevante contributo al bilancio energetico dell’Italia ed intende continuare a farlo, ma in condizioni di sicurezza per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Per questo motivo il governo regionale guidato dal presidente Bardi ha inteso valorizzare il ruolo dell’Arpab, che in uno stretto rapporto di collaborazione con il Dipartimento Ambiente ha intensificato la vigilanza ed i controlli sulle attività impattanti. Prima di tutto viene la salute dei cittadini, lo ribadiamo ed auspichiamo che le stesse compagnie petrolifere provvedano prontamente ad adeguare il piano di monitoraggio delle emissioni ed a mettere in atto ogni utile misura per assicurare il corretto funzionamento degli impianti”.

Arpab, Rosa: si terranno regolarmente i concorsi per 80 posti

“Voglio assicurare i rappresentanti della Uil Fpl ma soprattutto tutti i giovani lucani che le prove concorsuali indette per 80 posti presso l’Arpab si terranno regolarmente. Oltre, verranno espletate anche le prove per gli ulteriori concorsi già banditi a tempo indeterminato. La ‘stagione dei concorsi’ voluta dal governo Bardi è stata interrotta, nostro malgrado, dall’emergenza Covid e dalle relative disposizioni emesse dal governo nazionale che hanno bloccato le prove concorsuali in tutto il Paese. Finalmente l’ultimo dpcm ha sbloccato la situazione dal 15 febbraio prossimo. Il governo regionale ha già dato disposizioni alla dirigenza Arpab di agire celermente.
Quanto al concorso evidenziato dall’organizzazione sindacale, per l’assunzione a tempo determinato di tre mesi, si è reso necessario nelle more dell’espletamento dei concorsi previsti per sopperire alla scadenza di 25 contratti di interinali che erano in forza presso l’Arpab fino al 31 dicembre, E’ chiaro che non potevano far rimanere sguarnita l’Agenzia nel periodo intercorrente. Fra l’altro la decisione era stata assunta già prima delle novità introdotte nell’ultimo dpcm. La meritocrazia per noi rimane un valore, i lucani ne possono stare certi”.
Lo dichiara l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa, in risposta al comunicato diffuso dalla Uil Fpl in merito ai concorsi Arpab.

Procida Capitale della Cultura 2022, gli auguri di Matera 2019

“A nome della Fondazione Matera Basilicata 2019 desidero porgere i migliori auguri a Procida, designata oggi Capitale Italiana della Cultura 2022 dal Ministro Franceschini, sulla base della selezione della Giuria di esperti”. È quanto sottolinea la direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019 Rossella Tarantino.

A suo parere “quella appena conclusa è stata una competizione entusiasmante che ha visto protagoniste città differenti per dimensioni, percorsi, collocazione geografica, che si sono messe in gioco per re-immaginare il loro futuro attraverso la cultura. Prima isola a ricevere il titolo, Procida ha sviluppato un progetto ambizioso che mette al centro le relazioni e la co-creazione con i cittadini, su ispirazione del modello di Matera 2019. Sincere congratulazioni al sindaco Giuseppe Pugliese e al direttore di candidatura Agostino Riitano, che ha avuto un ruolo rilevante nel percorso di Matera Capitale Europea della Cultura 2019”.

“Un percorso di grande interesse quello di Procida, con cui intrecciare una collaborazione che, a partire da quanto già avviato con Parma 2020-21 e con Bergamo e Brescia 2023 – continua Tarantino -, si possa allargare anche a tutte le altre nove città arrivate finaliste, ovvero Ancona, Bari, Cerveteri, L'Aquila, Pieve di Soligo, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra. A loro infatti va l’invito a continuare a rilanciare il lavoro svolto, per il quale Matera mette a disposizione il suo capitale di relazioni, esperienze e competenze. Un plauso al Mibact e alla Giuria di selezione per le modalità aperte con cui si sono svolte le audizioni, trasmesse in diretta streaming sul canale Youtube del Ministero. Un’occasione di visibilità per le città, un’opportunità di restituire il valore del lavoro fatto, ma anche un’operazione di grande trasparenza nei confronti delle rispettive comunità e di apprendimento collettivo. Una modalità di condivisione che sarebbe utile poter implementare anche nel processo per la nomina delle Capitali Europee della Cultura come buona pratica di open culture”.

“Infrastrutture verdi”, finanziati i primi sette progetti

Pubblicate sul Bollettino ufficiale della Regione Basilicata, il numero 7 del 16 gennaio 2021, le determine di finanziamento dei primi sette progetti in graduatoria presentati dai Comuni nell’ambito dell’avviso pubblico “Infrastrutture Verdi.
Destinatari dei fondi, complessivamente per tre milioni di euro, sono i Comuni di Tito, Bernalda, Filiano, Montescaglioso, Muro Lucano, Avigliano, Brindisi di Montagna. Le iniziative finanziate puntano alla riqualificazione di aste fluviali, di percorsi verdi turistico-culturali, di tracciati e riconnessioni tra zona urbana e aree protette e al ripristino di antichi orti monastici e di aree urbane paesaggisticamente rilevanti.
Subito dopo la notifica, si procederà a sottoscrivere gli Accordi che, sottolinea l’assessore all’Ambiente ed Energia Gianni Rosa, “consentiranno di perfezionare le progettazioni e avviare le procedure di realizzazione dei progetti, che rappresentano esempi concreti di infrastrutture verdi a scala locale. Gli obiettivi sono quelli di innalzare la qualità di spazi urbani e di manutenere il capitale naturale e il paesaggio, tracciando un filo conduttore nelle strategie del Dipartimento Ambiente volte al concetto di sviluppo sostenibile”.
“Come già anticipato, il governo Bardi – aggiunge Rosa – ha destinato ulteriori tre milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione al bando “Infrastrutture Verdi”, che ha visto un’ampissima partecipazione degli enti locali.  Potremo così scorrere la graduatoria e finanziare altri progetti presentati dai Comuni”.

AUTO REGIONE, RICHIESTA RETTIFICA DELLA NUOVA DEL SUD

Qui di seguito la richiesta di rettifica inviata dall’editorialista de “La Nuova del Sud” Nino Grasso al direttore dell'Ufficio stampa della Giunta, Massimo Calenda.

“E' sempre antipatico polemizzare sul piano personale, tanto più dinanzi a citazioni pseudo-intelligenti, improntate ad una rozzezza di pensiero, che non meriterebbero di uscire dalla penna di un collega. Sempre che l'attuale direttore dell'ufficio stampa della giunta regionale – la cui scrivania è stata occupata per qualche anno anche da chi scrive – consideri alla sua altezza  un modesto editorialista di periferia,  chiamato in passato a far da “portavoce” a ben due presidenti di Regione, non per rapporti familiari o amicali, ma (come ci piace sperare) per un pizzico di professionalità. Quella stessa professionalità che, al posto di Massimo Calenda, ci avrebbe suggerito di leggere e afferrare fino in fondo, tanto nel merito tecnico quanto sul piano politico, il senso di un articolo, che nel nostro piccolo ci siamo sforzati di rendere morbido nei toni ed elegante nella prosa. Ben sapendo che sono sempre i lettori a decidere sul successo o meno di tale tentativo.
Prendiamo atto che, di una simile preoccupazione, non v'è traccia nella lettera di Calenda, il quale ricorrendo, senza stile e con molta approssimazione, ad un paio di allusive volgarità (a detrimento dello stesso prestigio dell'ufficio stampa che egli attualmente dirige), ha mostrato di non comprendere quel richiamo alla “lucanità” tradita. Forse perché della Basilicata e dei suoi uffici regionali ha scoperto l'esistenza solo quando il presidente Bardi gli ha consentito, in barba ad ogni legge e contravvenendo alle stesse disposizioni della Corte dei Conti,  di portare a casa uno stipendio che gli altri direttori dell'ufficio stampa – a partire da chi scrive –   non avrebbero mai avuto il coraggio di  “pretendere”. Sia per pudore. Sia perché in fondo noi lucani, caro Calenda, non siamo fatti della stessa pasta dei napoletani.
Tornando al merito della vicenda, ci limitiamo a ribadire – avendolo già scritto con chiarezza – che un presidente di Regione, chiamato a rappresentare il “nuovo”, come Vito Bardi ha più volte annunciato in campagna elettorale, avrebbe dovuto fare acquistare dall'Ufficio Provveditorato della Regione non un “Suv” Mercedes, ma una vettura altrettanto comoda, dignitosa, poco impattante sull'ambiente, come la Jeep Compass prodotta nello stabilimento Fca di Melfi. Avrebbe fatto risparmiare l'Ente. E al contempo avrebbe dato un bel segnale alla comunità. Peccato che anche Bardi non sappia dove stia di casa la ‘lucanità’”.

Scorie, da tavoli tecnici le osservazioni contro il deposito unico

Facendo seguito alle intese raggiunte nella riunione del 7 gennaio per la creazione di una cabina di regia attraverso la quale esprimere una posizione univoca rispetto alla “localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”, il Dipartimento regionale all’Ambiente ha definito i tavoli tecnici che dovranno predisporre le osservazioni di carattere tecnico – scientifico contro l’ipotesi di una eventuale localizzazione del sito in Basilicata. Ipotesi sulla quale il governo Bardi si è più volte pronunciato con forza esprimendo la sua netta contrarietà.

Poiché la Sogin ha indicato una serie di luoghi nell’Alta Murgia ai confini tra la Basilicata e la Puglia, le due Regioni hanno stabilito un percorso comune per partecipare unitariamente e in modo coordinato alla consultazione pubblica sulla carta dei siti potenzialmente idonei.

I tavoli tecnici si svolgeranno in raccordo con la Regione Puglia e con la collaborazione della Farbas con l’obiettivo di arrivare alla stesura delle osservazioni in merito al valore naturalistico e faunistico delle aree interessate, che in parte rientrano nel patrimonio Unesco con i Sassi di Matera. Saranno approfondite la struttura idro-geomorfologica, la struttura naturalistica, la struttura antropica e le strutture strategiche di relazione delle zone indicate come potenziali siti. Ai tavoli, coordinati dalla direzione generale del Dipartimento Ambiente, partecipano gli enti locali, gli ordini professionali, l’Arpab, l’Apt e i soggetti portatori di interessi sul territorio.

Sono state stabilite anche le modalità di lavoro e il cronoprogramma per presentare le osservazioni nei 60 giorni a disposizione delle comunità locali.

“Arriviamo con voce unanime – hanno commentato il presidente Bardi e l’assessore all’Ambiente, Gianni Rosa – a dire no alla localizzazione del deposito unico delle scorie nucleari in Basilicata. La nostra regione ha già dato nel passato e continua a fare la sua parte contribuendo al fabbisogno energetico del Paese. Non accettiamo altri carichi. Perciò invitiamo i Comuni che non hanno ancora provveduto a indicare i nominativi dei loro rappresentanti ai tavoli tematici. Non stiamo perdendo tempo, anzi stiamo dando priorità massima e tutte le energie necessarie per scongiurare questa situazione di pericolo per la nostra terra”.

Scorie, da tavoli tecnici le osservazioni contro il deposito unico

Facendo seguito alle intese raggiunte nella riunione del 7 gennaio per la creazione di una cabina di regia attraverso la quale esprimere una posizione univoca rispetto alla “localizzazione, costruzione ed esercizio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologico”, il Dipartimento regionale all’Ambiente ha definito i tavoli tecnici che dovranno predisporre le osservazioni di carattere tecnico – scientifico contro l’ipotesi di una eventuale localizzazione del sito in Basilicata. Ipotesi sulla quale il governo Bardi si è più volte pronunciato con forza esprimendo la sua netta contrarietà.

Poiché la Sogin ha indicato una serie di luoghi nell’Alta Murgia ai confini tra la Basilicata e la Puglia, le due Regioni hanno stabilito un percorso comune per partecipare unitariamente e in modo coordinato alla consultazione pubblica sulla carta dei siti potenzialmente idonei.

I tavoli tecnici si svolgeranno in raccordo con la Regione Puglia e con la collaborazione della Farbas con l’obiettivo di arrivare alla stesura delle osservazioni in merito al valore naturalistico e faunistico delle aree interessate, che in parte rientrano nel patrimonio Unesco con i Sassi di Matera. Saranno approfondite la struttura idro-geomorfologica, la struttura naturalistica, la struttura antropica e le strutture strategiche di relazione delle zone indicate come potenziali siti. Ai tavoli, coordinati dalla direzione generale del Dipartimento Ambiente, partecipano gli enti locali, gli ordini professionali, l’Arpab, l’Apt e i soggetti portatori di interessi sul territorio.

Sono state stabilite anche le modalità di lavoro e il cronoprogramma per presentare le osservazioni nei 60 giorni a disposizione delle comunità locali.

“Arriviamo con voce unanime – hanno commentato il presidente Bardi e l’assessore all’Ambiente, Gianni Rosa – a dire no alla localizzazione del deposito unico delle scorie nucleari in Basilicata. La nostra regione ha già dato nel passato e continua a fare la sua parte contribuendo al fabbisogno energetico del Paese. Non accettiamo altri carichi. Perciò invitiamo i Comuni che non hanno ancora provveduto a indicare i nominativi dei loro rappresentanti ai tavoli tematici. Non stiamo perdendo tempo, anzi stiamo dando priorità massima e tutte le energie necessarie per scongiurare questa situazione di pericolo per la nostra terra”.

Al: approvati programmi attività di gestione e investimenti

Equilibrio economico-finanziario, recupero dei crediti, attività di contrasto all’evasione della fatturazione dell’acqua e relativo efficientamento, piano sostituzione contatori ed implementazione tecnologica di quelli elettronici, contrasto alla dispersione della materia idrica e relativo efficientamento sono stati alcuni dei temi trattati questa mattina durante l’Assemblea Ordinaria dei Soci di Acquedotto Lucano. I lavori assembleari per l’approvazione, tra l’altro, del programma annuale e triennale dell’attività di gestione e degli investimenti hanno registrato la presenza di oltre il 74 % dei Soci compresa la Regione Basilicata in persona del Direttore Generale, Tripaldi. La programmazione annuale e triennale delle attività di Acquedotto Lucano si pone in continuità con la precedente, confermando ed ampliando il piano di azione societario di ottimizzazione del servizio attraverso l’innovazione, lo sviluppo e la sostenibilità. Per quanto concerne il programma degli investimenti: parte, trova copertura in fondi pubblici (comunitari, nazionali e regionali) e una parte residuale nella stessa tariffa.
Nel corso dell’Assemblea, inoltre, è stata condivisa la necessità, soprattutto in questo momento storico segnato da un’emergenza sanitaria di proporzioni globali, di puntare sull’uso sostenibile della risorsa idrica in termini di disponibilità, accesso a tutti i cittadini, tutela e corretto adattamento al cambiamento climatico in atto, per ridurre la vulnerabilità e rendere il sistema idrico integrato maggiormente resiliente attraverso la sinergia sia dei soggetti istituzionali coinvolti nella gestione della risorsa idrica, sia degli utenti maggiori fruitori della stessa.
“La Società sta portando a termine i programmi finanziati ed ha curato la fase di pianificazione strategica degli interventi strutturali che si realizzeranno nel corso dei prossimi anni – afferma l’amministratore unico di Acquedotto Lucano, Giandomenico Marchese. Certamente, oltre agli interventi in corso di progettazione/realizzazione, l’attuazione di ulteriori importanti interventi di efficientamento ed implementazione del sistema idrico integrato potrà essere agevolata dai fondi del Recovery Found e dalla nuova programmazione comunitaria 2021-2027, costruendo così un nuovo sistema organizzativo con tutti gli attori coinvolti: Egrib, Amministrazioni comunali e provinciali, Regione Basilicata. E’ ormai indifferibile conclude Marchese – la gestione sostenibile della risorsa idrica dal punto di vista sociale, ambientale ed economica anche alla luce dell’ultima direttiva sull’acqua potabile, approvata dal Parlamento Europeo a fine dicembre 2020, che punta a migliorare la qualità dell’acqua erogata, ridurre gli sprechi di fronte alla continua riduzione dei bacini idrici, garantire l’accesso più ampio, sicuro e consapevole all’acqua potabile e maggiore trasparenza verso i fruitori”. L’assemblea dei Soci, nel corso della riunione, ha approvato all’unanimità il programma degli investimenti proposto.

Al: approvati programmi attività di gestione e investimenti

Equilibrio economico-finanziario, recupero dei crediti, attività di contrasto all’evasione della fatturazione dell’acqua e relativo efficientamento, piano sostituzione contatori ed implementazione tecnologica di quelli elettronici, contrasto alla dispersione della materia idrica e relativo efficientamento sono stati alcuni dei temi trattati questa mattina durante l’Assemblea Ordinaria dei Soci di Acquedotto Lucano. I lavori assembleari per l’approvazione, tra l’altro, del programma annuale e triennale dell’attività di gestione e degli investimenti hanno registrato la presenza di oltre il 74 % dei Soci compresa la Regione Basilicata in persona del Direttore Generale, Tripaldi. La programmazione annuale e triennale delle attività di Acquedotto Lucano si pone in continuità con la precedente, confermando ed ampliando il piano di azione societario di ottimizzazione del servizio attraverso l’innovazione, lo sviluppo e la sostenibilità. Per quanto concerne il programma degli investimenti: parte, trova copertura in fondi pubblici (comunitari, nazionali e regionali) e una parte residuale nella stessa tariffa.
Nel corso dell’Assemblea, inoltre, è stata condivisa la necessità, soprattutto in questo momento storico segnato da un’emergenza sanitaria di proporzioni globali, di puntare sull’uso sostenibile della risorsa idrica in termini di disponibilità, accesso a tutti i cittadini, tutela e corretto adattamento al cambiamento climatico in atto, per ridurre la vulnerabilità e rendere il sistema idrico integrato maggiormente resiliente attraverso la sinergia sia dei soggetti istituzionali coinvolti nella gestione della risorsa idrica, sia degli utenti maggiori fruitori della stessa.
“La Società sta portando a termine i programmi finanziati ed ha curato la fase di pianificazione strategica degli interventi strutturali che si realizzeranno nel corso dei prossimi anni – afferma l’amministratore unico di Acquedotto Lucano, Giandomenico Marchese. Certamente, oltre agli interventi in corso di progettazione/realizzazione, l’attuazione di ulteriori importanti interventi di efficientamento ed implementazione del sistema idrico integrato potrà essere agevolata dai fondi del Recovery Found e dalla nuova programmazione comunitaria 2021-2027, costruendo così un nuovo sistema organizzativo con tutti gli attori coinvolti: Egrib, Amministrazioni comunali e provinciali, Regione Basilicata. E’ ormai indifferibile conclude Marchese – la gestione sostenibile della risorsa idrica dal punto di vista sociale, ambientale ed economica anche alla luce dell’ultima direttiva sull’acqua potabile, approvata dal Parlamento Europeo a fine dicembre 2020, che punta a migliorare la qualità dell’acqua erogata, ridurre gli sprechi di fronte alla continua riduzione dei bacini idrici, garantire l’accesso più ampio, sicuro e consapevole all’acqua potabile e maggiore trasparenza verso i fruitori”. L’assemblea dei Soci, nel corso della riunione, ha approvato all’unanimità il programma degli investimenti proposto.

No a deposito scorie, strategia comune di Basilicata e Puglia

Le Regioni Basilicata e Puglia parteciperanno in modo coordinato e unitario alla consultazione pubblica sulla carta dei siti potenzialmente idonei per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, “esprimendo la loro netta contrarietà ad ogni ipotesi di ubicazione del deposito nelle aree a cavallo fra Basilicata e Puglia indicate nella carta, che sono di particolare pregio naturalistico, vicine a Parchi naturali, e sono assolutamente inidonee ad ospitare una simile realizzazione”. A tale scopo saranno svolti i necessari approfondimenti tecnici, con il contributo degli enti locali, delle università, degli enti di ricerca e del mondo associativo, per presentare in tempo utile le osservazioni.

Lo si è appreso al termine dell’incontro che il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi e l’assessore all’Ambiente Gianni Rosa (presenti il capo di gabinetto della Presidenza Michele Busciolano e il dirigente generale del Dipartimento Ambiente Giuseppe Galante) hanno avuto in videoconferenza con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e con l’assessore all’Ambiente Anna Maria Maraschio.

“L’indicazione da parte della Sogin di una serie di siti in Puglia e in Basilicata è motivo di preoccupazione per tutti noi e ci batteremo perché le scorie non vengano portate nei nostri territori”, ha detto Bardi chiedendo agli interlocutori pugliesi “di concordare una linea univoca per contrastare questa ipotesi, qualora dovesse concretizzarsi”. Una proposta che ha trovato il pieno consenso del presidente Emiliano e dell’assessore Maraschio, che hanno concordato sulla necessità di portare a sintesi gli accertamenti avviati dalle due Regioni con le agenzie di riferimento per acquisire i dati tecnici.

Intanto, dopo aver coinvolto l’Unibas e gli ordini professionali, che parteciperanno ai tavoli tematici promossi dalla Regione per la formulazione delle osservazioni sulle aree indicate nella carta dei siti potenzialmente idonei per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, il governo regionale ha scritto anche ai rappresentanti dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil, Ugl), delle associazioni imprenditoriali (Confindustria, Confapi, Confimi Industria, Claai), dell’agricoltura (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri), del commercio (Confcommercio, Confesercenti), dell’artigianato (Confartigianato, Casartigiani, Cna), delle cooperative (Legacoop, Confcooperative, Agci), della tutela dell’ambiente e del territorio (Endas, Legambiente, Lipu, Movimento Azzurro, Italia Nostra, Scanziamo le scorie), chiedendo loro di “di voler contribuire, attraverso la formulazione di osservazioni e di proposte tecniche in forma scritta sulla valutazione potenziale di queste aree, alla redazione del documento unitario”. 

AL, adeguato impianto di depurazione in località Pantano a Matera

Incremento di potenzialità dell'impianto, capacità di trattamento dei picchi di portata, mitigazione dell'impatto ambientale, monitoraggio dei parametri del processo, sicurezza degli operatori, ottimizzazione dei costi energetici. Sono solo alcune delle caratteristiche del nuovo impianto di depurazione di Matera a servizio della città in località Pantano, che ora è capace di trattare reflui per 34.000 abitanti (rispetto ai precedenti 28.000).
È quanto si legge in una nota di Acquedotto Lucano.
Una potenzialità di trattamento che è in grado di far fronte anche al notevole aumento di portate a seguito dell’afflusso turistico. L'intervento, del valore di oltre 4,5 milioni di euro, ricade tra quelli in carico alla Struttura del Commissario unico per la depurazione. I lavori sono stati eseguiti sotto la direzione di Acquedotto Lucano e hanno riguardato una serie di adeguamenti funzionali del ciclo, tanto sulla linea delle acque quanto sulla linea dei fanghi. Ora l'impianto risulta adeguato al trattamento dei reflui nel rispetto delle normative di settore.
Stamattina alle 11, per verificare la conclusione dei lavori di adeguamento e per constatarne i benefici, è stata effettuata la prima visita all'impianto.
Oltre all'amministratore unico di Acquedotto Lucano, Giandomenico Marchese, hanno preso parte al sopralluogo l'amministratore unico dell’Egrib, Canio Santarsiero, il commissario straordinario per la depurazione, professor Maurizio Giugni, e il sindaco di Matera Domenico Bennardi. “L’adeguamento e l’ammodernamento dell’impianto – ha dichiarato l'amministratore di Acquedotto Lucano Giandomenico Marchese – rappresenta un importante traguardo nell’efficientamento del sistema idrico integrato e nel raggiungimento di elevati standard gestionali. I lavori di adeguamento, effettuati grazie all’attenzione della Regione Basilicata che ha messo a disposizione le somme per risolvere tutte le infrazioni sulla depurazione, hanno permesso di aumentare notevolmente la flessibilità gestionale dell’impianto, consentendo la pronta gestione dei picchi di portata nonché di eventuali manutenzioni straordinarie e minimizzando i disservizi sul trattamento. Nella realizzazione dell’intervento, inoltre – prosegue Marchese – si è avuto particolare riguardo alla minimizzazione dell’impatto ambientale, ai benefici relativi alla mitigazione ambientale ed all’utilizzo della tecnologia per ridurre al minimo gli interventi manutentivi futuri attraverso il monitoraggio dell’opera con moderne tecniche di telecontrollo. Il corretto e puntuale controllo del processo – conclude l'amministratore di Acquedotto Lucano – consentirà inoltre un’ottimizzazione dei costi energetici. Un particolare ringraziamento va al commissario straordinario per la depurazione delle acque reflue, professor Giugni, per la proficua collaborazione e per le sinergie determinatisi nella gestione delle attività relative al superamento dell’infrazione comunitaria di alcuni depuratori nel territorio gestito”.
“Questo in località Pantano – spiega il Commissario Unico Depurazione Maurizio Giugni – è il primo dei tre interventi previsti a Matera e in capo alla Struttura commissariale perché necessari a portare fuori l’agglomerato materano dalla procedura d’infrazione. Sono convinto – prosegue Giugni – che con la necessaria sinergia tra gli attori istituzionali si potrà raggiungere nei tempi giusti un doppio risultato: dare un sistema fognario-depurativo efficiente a questo gioiello della cultura italiana ed eliminare la sanzione comunitaria”.
  

Amianto, convenzione con il Cnr per la mappatura dei fabbricati

La Regione Basilicata mette un altro tassello alla mappatura dell’amianto sul territorio lucano. Dopo il catasto che censisce le aree dove il pericoloso minerale si trova naturalmente, sarà presto avviata un’indagine a tappeto su tutti i fabbricati per verificare la presenza di amianto sulle coperture e il loro stato di conservazione. E’ quanto prevede una convenzione con il Cnr-Itc, per un importo complessivo di 435.550 euro, nell’ambito della collaborazione tra la Regione Basilicata e il Consiglio nazionale delle ricerche per attività di comune interesse, tra le quali si inserisce l’aggiornamento della mappatura dell’amianto.
“Un altro pezzo del progetto “Liberi dall’amianto” viene attuato e questo – commenta l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Gianni Rosa – ci porterà ad avere una visione complessiva della situazione, che oggi non esiste, per affrontare in maniera definitiva questa atavica problematica. Avremo finalmente un quadro chiaro che ci consentirà di programmare con compiutezza gli investimenti necessari a mettere in sicurezza il territorio dal rischio amianto”.

Deposito scorie, azione comune delle Regioni Basilicata e Puglia

Coordinare un’azione comune delle Regioni Basilicata e Puglia contro l’individuazione di siti lucani e pugliesi come possibili luoghi dove costruire il Deposito unico delle scorie nucleari.
Ne parleranno nel pomeriggio alle 17 in una videoconferenza i presidenti Vito Bardi e Michele Emiliano e gli assessori all’Ambiente delle due Regioni, Gianni Rosa e Anna Maria Maraschio.